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Wordsworth (daffodiels) - NATURE

William Wordsworth was one of the founders of English Romanticism and one its most central
figures and important intellects. He is remembered as a poet of spiritual and epistemological
speculation, a poet concerned with the human relationship to nature and a fierce advocate of
using the vocabulary and speech patterns of common people in poetry. The son of John and Ann
Cookson Wordsworth, William Wordworth was born on April 7, 1770 in Cockermouth,
Cumberland, located in the Lake District of England: an area that would become closely
associated with Wordsworth for over two centuries after his death. He began writing poetry as a
young boy in grammar school, and before graduating from college he went on a walking tour of
Europe, which deepened his love for nature and his sympathy for the common man: both major
themes in his poetry. Wordsworth is best known for Lyrical Ballads, co-written with Samuel Taylor
Coleridge.

In Britain romanticism took the shape of a reaction against industrial revolution, the horrors of the
French Revolution and napoleonic wars, so these poets (among the first generation we have
Wordsworth and Coleridge) wanted to re-evaluate the role of nature against progress and
civilization.

The birth of English romanticism was marked by the publication of the collective volume ‘’The
Lirical Ballads’’ (1798) and, moreover, by it’s Preface, a manifesto that contained the main traits of
British romanticism, such as:

- distrust in progress and factories

- Predominant role of nature, which is depicted as the ideal place for a man to live in contrast
with the dehumanizing process of industrialization

- A vivid interest in humble and rustic life

- The use of imagination to understand the beauty of the universe and to create truth

- More spontaneous poetry (rejection of conventions of neoclassical poetry)

- Accent on spontaneous feelings and depression of emotions

- New interest n inner world and the self

Wordsworth’s poems focus on the depiction of humble and rustic everyday life, using the
common language of ordinary people and believing, as Jean Jacques Rousseau, that a man could
truly find himself in communion with nature . For him poetry was the spontaneous overflow of of
powerful feelings recollected in a momento of tranquillity and focusing on those rather than the
poetic technique, making the poet a visionary figure, with heightened sensitivity and imagination
(that allowed him to respond to experiences that the common man micli have failed to
understand.

Wordsworth’s poet had to be inseparable from nature, to which he belongs and which represents
his main source of inspiration, joy and emotions. The poet’s feelings and sensory perceptions
were aroused by nature and refined through memory (that allowed him to re-create a purified
versions pf emotions of feelings he originally felt). Also the romantic poet, had to be, in
Wordsworth idea, a teacher that spread the idea that men had to respect nature because it is alive
and as such you have to establish a relationship of mutual respect among living things.

In fact nature is, in the romantic idea, an uncontrollable force that dominated man and life, which
is linked to Edmund Bruke’s idea of the sublime that describes it, in’’A philosophical enquiry into
the origins of our idea of the sublime and beautiful’’ as a mi of strong feelings caused by the view
of immense natural phenomena.

In ‘’I Wandered Lonely as a Cloud’’ (1802) the poet describes the moment when he went on a
walk in the countryside with his sister, Dorothy, and remains astonished by an immense group of
daffodils. (p. 195)

La rappresentazione artistica della natura è di immediata individuazione nelle opere di Monet, il


vero e proprio impressionista per definizione che, proprio grazie ad una delle sue opere
‘’impressione, sole nascente’’ diede il nome al movimento.

Caratteristica principale dell’impressionismo è proprio la volontà di cogliere l’impressione di un


momento, la suggestione che quel momento crea nel pittore, l’impressione di uno stimolo, che
suscita l’artista a produrre un’opera derivante dalle proprie sensaizioni, operando in maniera
sistematica per eliminare gli elementi superficiali e cogliere l’essenza del momento ritratto. Infatti
la realtà è sempre soggetta a mutamenti continui, e l’obiettivo dei pittori impressionisti è quello di
immortalare l’attimo sfuggente.

A tale scopo viene abolita la prospettiva, che imprigiona lo spazio pittorico il quale va al di là del
nostro campo visivo, si perde la definizione di contorni precisi, che diano un senso di volume e
che definiscano le forme, privilegiando una maggiore giustapposizione di varie pennellate
colorale, di macchie di colori, tocchi virgolari che possano rendere l’idea dell’insieme, eliminando i
forti contrasti chiaroscuristici e puntando invece alla rappresentazione del colore locale (cioè
quello proprio dei singoli oggetti, che sono messi in relazione con quelli che li circondano e con la
luce del giorno, senza tener conto degli effetti che lo modificano o dei fattori quali distanza o
riflessi di altri oggetti) che, pur sembrando dei colori posti in accordo tra loro e radicalmente
diversi, in realtà questi sul fondo della retina si uniscono, creando una sensazione di insieme.

Altro tema nevralgico della pittura impressionista è la luce, che determina la percezione dei colori
nell’osservatore, il quale può rilevarli più o meno intensi a seconda della quantità di luce che
colpisce l’immagine.

Da qui nasce la tendenza da parte degli impressionisti di prediligere la pittura en plain air, che
conferisce ai colori di esprimere tutte le loro potenzialità grazie all’illuminazione naturale, l’unica
che possa conferire un senso di naturalità e bellezza.

In quest’opera (‘’impressione, sole nascente’’), in particolare modo risulta evidente la perdita di


ogni forma di disegno, di prospettiva e di chiarezza rappresentativa, che vengono sostituite
dall’importanza trasmissiva dei sentimenti che il momento avevano provocato nel pittore che,
attraverso la sua opera, tenta di trasmetterli anche nell’osservatore. La sua attenzione principale è
rivolta verso l’acqua e la luce, come lo si può notare dalle sue numerose serie di ninfee, pagliai,
pioppi e bracciale della cattedrale di Rouen, e come questa possa variare a seconda delle
stagioni e degli eventi climatici.

Wordsworth sosteneva come la natura, essendo un ente dotato di vitalità, andasse rispettata (al
pari della natura umana), questo pensiero si trova in perfetto accordo con le teorie derivate
dall’emergerza climatica con la quale il nostro pianeta sta combattendo attualmente.

Il problema odierno risiede nel riscaldamento globale, dipendente dalla quantità di CO2 prodotta
negli ultimi anni. Il picco di crescita risulta evidente a partire dal 1950, arrivando a raggiungere
livelli estremamente alti. 20 anni fa, le quantità di C02 erano 350 ppm, mentre nel maggio del
2019 415 ppm, un livello di CO2 nell’atmosfera paragonabile a quello di 3 milioni di anni fa
(pliocene).

Tuttavia il problema non risiede nella quantità di CO2 prodotta, bensì nella velocità con cui questa
aumenta, non rispettando le tempistiche naturali. (difatti oggi sono presenti 53 mila milioni kg CO2
in eccesso).

Siccome il riscaldamento non è avvenuto in modo uniforme su tutto il pianeta, si potrebbe essere
portati a pensare che non sia un evento reale, tuttavia, nel complesso il trend è globalmente
positivo, perché ci sono più aree che si riscaldano che aree che si raffreddano (e le prime si
riscaldano più di quanto le seconde si raffreddano).

L’aumento della temperatura media terrestre è dovuto ad un processo di aumento dei gas serra,
dettato dagli interventi antropici.

Quando le radiazioni del sole raggiungono la nostra atmosfera, infatti, alcune vengono riflesse
nello spazio dalle superfici albedo (come ad esempio i ghiacciai) mentre altre vengono assorbite
dalle superfici scure che riemettono le radiazioni all’interno dell’atmosfera, essendo queste
assorbite dai gas triatomici presenti nell’atmosfera terrestre, chiamati “gas serra”.

Questi gas impediscono che il calore si dissipi nuovamente nello spazio, causando un
innalzamento della temperatura media terrestre.

Nel corso dell’ultimo secolo, infatti, gli esseri umani hanno immesso nell’atmosfera più gas serra,
aumentandone così il relativo effetto. Molti di questi gas provengono dall’utilizzo di combustibili
fossili impiegati in fabbriche, mezzi di trasporto e agricoltura. L’anidride carbonica è il gas
maggiormente responsabile del surriscaldamento, soprattutto perché maggiormente presente.

Tuttavia, questo processo causa un circolo vizioso, in quanto un aumento di temperatura induce
ad uno scioglimento dei ghiacciai (superfici albedo) ed un aumento di superfici scure che,
nuovamente immetteranno i raggi solari sotto forma di calore, e rimarranno bloccati all’interno
della nostra atmosfera.

Recentemente la prima commissione del senato ha approvato, in un testo unificato da diverse


proposte di legge, la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione per introdurvi un’esplicita
tutela dell’ambiente. Ed è la prima volta che una proposta di revisione di uno dei primi 12 articoli
della nostra Carta fa un tale passo in avanti. La legge dovrà essere approvata dall’aula e poi fare il
doppio passaggio camera senato con i tre mesi di riflessione in mezzo.

Le modifiche costituzionali sono due. Dopo il secondo comma dell’articolo 9 per il quale la
Repubblica «Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione» viene aggiunto un
nuovo comma: «Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future
generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme della tutela degli animali». In più
all’articolo 41 – fuori dai principi fondamentali ma anche questo mai toccato in 73 anni – che
stabilisce che l’iniziativa economica «Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo
da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana» viene aggiunto «alla salute,
all’ambiente». Infine al terzo comma dell’articolo 41 dov’è stabilito che «La legge determina i
programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere
indirizzata e coordinata a fini sociali» viene aggiunto «e ambientali».

Nonostante non si siano mai incontrati, Wordsworth e Leopardi condividevano l’idea che la
rimembranza di un momento fosse alla base della produzione peotica.

Entrambi i poeti, infatti, hanno posto la natura come al centro della loro poesia, tuttavia, se
Wordsworth idealizza la natura, elevandola ad uno status superiore, Leopardi la considera il
peggior nemico dell’uomo, una natura matrigna.

Ne ‘’La Ginestra’’, 'ultima grande lirica di Leopardi, è presente un riferimento simbolico alla pianta
omologante chiamata ginestra, che cresce ai piedi del Vesuvio.

Tutta la poesia si basa sostanzialmente sul conflitto esistente tra l'uomo e la natura: quest'ultima è
vista come una forza oscura che distrugge i progetti e i desideri dell'uomo, e lo fa in modo
improvviso e crudele. La natura selvaggia e ostile è simboleggiata dal vulcano Vesuvio che, come
Leopardi ricorda nella lirica, durante l'eruzione del 79 D. C. distrusse le città di Pompei ed
Ercolano cancellando in un solo attimo un'intera civiltà.

Leopardi sottolinea come una volta il vulcano era abitato e palpitante di vita, c'erano ville, palazzi
lussuosi dove i nobili romani si riposavano e vivevano nei piaceri, tuttavia è bastato un attimo
affinchè la natura cancellasse un pezzo di umanità.

Questa constatazione diventa poi lo spunto per una riflessione importantissima, che racchiude
tutto il senso della lirica: Leopardi infatti esprime una profonda sfiducia nelle possibilità dell'uomo
di passare da una condizione di sottomissione alla natura, alla piena padronanza di se stesso e
del mondo: per quanti sforzi si facciano, è sufficiente un'eruzione vulcanica o un terremoto
catastrofico per distruggere anche la civiltà più progredita.

In questo contesto Leopardi mette in discussione la superbia tipica degli intellettuali illuministi,
che credevano ciecamente nel progresso e ritenevano che la ragione potesse avere un potere
assoluto sulla natura per dominarla a proprio vantaggio: la libertà che l'Illuminismo sogna è solo
un'illusione e, oltretutto, finisce per imprigionare il pensiero stesso in una serie di teorie
considerate come verità assoluta.

Nonostante questo pessimismo, nella Ginestra Leopardi cerca faticosamente una via d'uscita
dalla tragicità della condizione umana, cerca disperatamente un senso che possa dare valore
all'esperienza dell'uomo sulla Terra; questo significato viene individuato nella solidarietà di tutti gli
uomini contro la natura ostile, contro tutto ciò che minaccia la sopravvivenza umana e la sua
felicità.

Per Leopardi, quindi, le persone devono mettere da parte gli istinti egoistici che da sempre le
dividono e costruire una rete di solidarietà ("social catena") basata sull'aiuto reciproco: il poeta
afferma che è stata proprio l'ostilità dell'ambiente a far nascere in tempi antichissimi la società,
proprio perchè l'uomo singolo si rende conto che assieme agli altri può fronteggiare meglio i
pericoli comuni.

Questa solidarietà è simboleggiata proprio dalla ginestra che, nonostante sia costretta spesso a
piegare il capo di fronte alla lava del Vesuvio sterminatore, continua a vivere, superando ogni
ostacolo con eroica determinazione.

Tuttavia, i principi naturalistici di Wordsworth, concernenti il rapporto di mutuo rispetto con la


natura, non vennero sempre rispettati, si pensi all’impiego delle bombe atomiche durante la
seconda guerra mondiale, che non solo videro l’inconsiderazione nei confronti di numerose vite
umane, ma anche una distruzione ambientale senza eguali, che rase al suolo due città civili.

Ormai chiare gli esiti della guerra nell'ottobre del 1944, in una serie di colloqui, Churchill e Stalin
(conferenza di Mosca) sancirono le rispettive sfere di influenza nei Balcani (Bulgaria e Romania al
controllo sovietico e Grecia quello britannico); nell'11 febbraio del 1945 si tenne infine la
conferenza di Jalta, nella quale Roosevelt e Stalin e Churchill decisero le sorti della Germania (che
sarebbe stata divisa in quattro zone d'occupazione) prevedevano prevedevano la nascita
dell'organizzazione delle Nazioni Unite, un organismo internazionale finalizzato al mantenimento
della pace e della sicurezza nel mondo.

Con la fine della seconda guerra mondiale sul fronte tedesco gli anglo americani si potevano
concentrare contro l'impero giapponese, che più volte hanno cercato di intimare con numerosi
bombardamenti ma non erano riusciti a far retrocedere. Nel 1945 nella battaglia di Okinawa si era
resa evidente la fervida opposizione dei giapponesi, che non sarebbero caduti facilmente. Durante
la conferenza di postdam gli Stati Uniti (truman), la Gran Bretagna (churchill) e la Cina avevano
intimato il Giappone alla resa incondizionata, in cui gli stessi giorni Harry Truman (nuovo
presidente americano dopo la morte di Roosevelt) annunciò a Churchill e Stalin l'intenzione di
utilizzare la bomba atomica. Il 6 agosto 1945, dopo un ultimatum statunitense non ascoltato,
venne sganciata la prima bomba su Hiroshima ed il 9 agosto su Nagasaki, provocando 110 milioni
di morti istantanei e molti altri per radiazioni; lo stesso giorno l'Urss attaccò i paesi di giapponesi
in Manciuria e Corea. Il 15 agosto e l'imperatore Hirohito annuncia ai suoi sudditi la resa, e il 2
settembre 1945 sul ponte di corazzata Missouri i delegati giapponesi firmarono la capitolazione.

Finiva così una guerra su scala planetaria che era durata sei anni e aveva provocato e 55 milioni di
morti (la maggior parte dei quali dell'unione sovietica) e aveva lasciato uno scenario di immensi
cimiteri militari e fosse comuni, così come la distruzione di numerose città lasciate in rovina.

Il riferimento ineluttabile che sorge con filosofia concerne il filosofo, appartenente alla scuola di
francoforte, Horkheimer.

Nella famosa opera La Dialettica dell’Illuminismo (1947), composta a quattro mani con Adorno, il
concetto di “illuminismo” viene ampliato ben oltre il suo significato originario. Per i due pensatori,
infatti, l’illuminismo caratterizza la vera e propria “logica di dominio” propria della civiltà
occidentale, atta a voler sottomettere a proprio vantaggio la natura.

Tuttavia, però, il problema sorge quando ci si accorge della corrispondenza tra uomo e natura;
l’uomo è natura infatti e per questo un asservimento della natura all’uomo confluirà in un
asservimento dell’uomo all’uomo: col sistema capitalistico, soprattutto, l’uomo ha ampliato la
ricchezza materiale e, al tempo stesso, si è ritrovato schiavo dei ritmi produttivi e del sistema
economico e culturale da lui stesso creato.

Il genere umano ha quindi perso la libertà e si è negato felicità e piaceri.

In sunto, l’illuminismo, che in origine si proponeva di rendere l'uomo meno timido e pauroso nei
confronti della natura e dell'ignoto, del mito e delle superstizioni religiose, ha così liberato una
sorta di mostruosità insita nell'uomo stesso, che si è scatenata prima nei confronti della natura, e
poi nei confronti dei propri simili. Il dominatore si è fatto dominare dai suoi stessi strumenti e
mezzi. l’uomo, nella sua alienazione da sé e dalla natura, si dimentica del fatto che alla base del
suo fare, dell'essere homo faber, c'era la ricerca di maggior piacere e più grandi vantaggi, il
borghese-illuminista si è imposto un'etica ed una disciplina rinunciataria, una forma di continua
astinenza a favore dell'impegno e del lavoro, diventando così identico al suo strumento: l'operaio
contemporaneo.

Metafora, invero profetica, di questa condizione alienata sarebbe il mitico Ulisse e l'Odissea la sua
storia (forse vi sono in questa scelta più echi di Joyce che di Omero). L'allegoria dell'homo faber
uguale all'Ulisse che incontra le sirene è pregnante. Facendosi legare all'albero maestro, egli può
sentire l'ammaliante richiamo della felicità e del sublime piacere, ma legato come un salame, non
può approfittarne.

Anche Seneca, infine, durante il suo periodo di ritiro dalla corte di Nerone ebbe modo di trattare la
tematica ora presa in esame: in questo periodo furono scritte le ‘’Naturales Questiones’’, un
trattato di scienze naturali in sette libri dedicato a Lucilio.

Gli antichi consideravano le scienze naturali come pertinenti al campo della filosofia. L'opera
senecana tratta di argomenti metereologici e precisamente:

- 1° dei fuochi celesti;

- 2° dei lampi dei tuoni e dei fulmini;

- 3° dell acque terrestri;

- 4° delle piene del Nilo, della pioggia, della grandine, della neve;

- 5° dei venti;

- 6° dei terremoti;

- 7° delle comete.

Ovviamente questa sua produzione era anch'essa subordinata ad un'etica di fondo (infatti l'autore
degnava di ricerca e di studio solamente ciò che poteva essere considerato moralmente utile).

Lo scopo di quest'opera era, infatti, liberare gli uomini dai timori che nascevano dall'ignoranza dei
fenomeni naturali attraverso l'uso dei beni messi a disposizione della natura.

In alcune digressioni di carattere moralistico Seneca deplora più volte che la stragrande
maggioranza degli uomini trascuri lo studio della natura per dedicarsi ad occupazioni moralmente
inutili o nocive, e, inoltre, non perde l'occasione di biasimare la tendenza di utilizzo delle
conoscenze scientifiche allo scopo dell'accrescimento dei vizi e della corruzione della società.

Infine gliela esalta più volte la ricerca scientifica, che viene considerata il mezzo con cui l'uomo
può innalzarsi al di sopra delle proprie paure ed elevarsi fino alla conoscenza di realtà quasi
divine. Egli si augura infatti che gli uomini si impegnino maggiormente nello studio dei fenomeni
naturali e spera, anzi esprime la certezza, che in un futuro il progresso scientifico porterà alla luce
le verità ancora ignote.

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