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Andrea Cinuzzi Sergio Gaudiano Tecniche di progettazione per strutture di edifici in cemento armato Ss Casa EDITRICE AMBROSIANA PREFAZIONE Questo testo nasce dall’esigenza di raccogliere gli insegnamenti da noi forniti durante lo svolgimento delle esercitazioni del corso di Tecnica delle Costruzioni 4 del Dipartimento di Ingegneria dell’'Universita degli Studi di Roma La Sapienza. Riteniamo che Lesperienza acquisita con il contatto e dialogo con gli studenti <1 abbia permesso di individuare le maggiori difficolta che generalmente si in- vemtrano nell 'approccio alla progettazione strutturale e inoltre, con lesercizio quo- ndiano della professione, quelle che piti frequentemente incontrano i progettisti strutturali anche non alle prime esperienze. Abbiamo anche cercato di integrare 4 nozioni teoriche con lattuale realta pratica di cantiere. Aspetti teorici e pratici smo stati completati con commenti e spiegazioni dei passi piti significativi delle Norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato attualmente vigenti "DM. 14/2/92) Scopo del testo é quello di fornire una guida per la progettazione delle strutture di un edificio in cemento armato ma che, per impostazione e metodologia, pud essere considerata valida per strutture anche piti complesse. Linsieme strutturale viene affrontato considerando separatamente i singoli componenti” costituenti l'ossatura portante (solai, travi, pilastri, pareti, scale e Jimdazioni) descrivendone i tipi e le forme pitt usuali, le specifiche circostanze di utilizzazione, le metodologie di calcolo e di verifica, la disposizione delle arma- ture e vengono inoltre proposti numerosi dettagli costruttivi. Nel testo abbiamo ritenuto opportuno trattare anche alcuni argomenti partico- ian. quali ad esempio mensole di tipo “tozzo” e selle gerber, affrontare alcune problematiche relative all’impiego di elementi prefabbricati, nonché fornire criteri per i calcoli delle strutture ip zone sismiche con il metodo dell’‘analisi statica. Largomento “fondazioni” é stato ampiamente esaminato illustrando tutte le ti- pologie pitt frequentemente in uso. Per i solai, in relazione al fatto che molte volte i progettisti devono intervenire su strutture gid realizzate, abbiamo riportato una descrizione delle principali ti- pologie utilizzate dall'avvento del cemento armato ad oggi Gu AUTORI INDICE PREFAZIONE.... Capitolo 1 — INTRODUZIONE.. Capitolo 2 - I SOLAL 2.1 Generalita, 22 Descrizioni e cenni storici 2.2.1 Solai monolitici in c.a a 2.2.2 Solai misti in c.a, 0 cap. e bloce 2.2.3 Solai con elementi prefabbricati in i alleggerimento 2.3 Normativa... 24 Metodologia di calcolo... 2.4.1 Predimensionamento 2.4.2 Analisi dei carichi.. 7 2.4.3 Individuazione del modello di calcolo ~ 2.4.4 Determinazione delle sollecitazioni ... 2.4.5 Dimensionamento delle armature e verifiche delle tensioni nei ‘material o 25 Armature e particolari costruttiVi...... 2.5.1 Disposizione armature inferior... 2.5.2 Disposizione armature superior .. 2.5.3 Armature a taglio. 25.4 Armature di ripartizione 25.5 Sbalzi. 25.6 Accorgimenti costruttivi in presenza di accentuati funzionamenti trasversali 2.5.7 Connessioni di elementi prefabbricati con i getti in opera 2.5.8 Solai con ribassamenti.... 25.9 FOti ceo Capitolo 3 — LE TRAVI 3.1 Generalita, 3.2 Normativa......... 3.3 Metodologia di calcolo..... 3.3.1 Predimensionamento ... 3.3.2 Analisi dei carichi. 3.33 Individuazione del modelo di calcolo Pag. vul Indice 3.3.4 Determinazione delle sollecitazioni............ . » 70 3.3.5 Dimensionamento delle armature e verifiche delle tensioni nei material » 7 3.4 Armature, . - 78 3.4.1 Disposizione delle armature correnti + 78 3.4.2 Disposizione delle armature integrative » 81 3.43 Disposizione delle staffe... hous BP 3.4.4 Disposizione dei ferri piegati » 92 3.45 Selle gerber 94 3.4.6 Disposizione delle armature in travi sollecitate a torsione . . - 9 3.4.7 Rappresentazioni di armature tipo «2... + 100 3.48 Alcune disposizioni particolari delle armature . = 102 3.49 Armature in corrispondenza di foratute «ccs . + 106 Capitolo 4 — I PILASTRI vnnenntnnintnniennneessee soon © WD 4A Gene talita.eccsssoesneeentnetee senate . vee 4.2 Normativa. 112 43 Metodologia di calcolo eves eons . - 116 43.1 Metodo delle zone di influenza . . . 16 4.3.2 Analisi dei carichi basate sulle reazioni delle travi sees 118 43.3 Calcoli “a telaio” 118 4344 Predimensionamento della sezione dei pilastri 120 4.4 Dimensionamento delle armature e verifiche delle tensioni nei matetiali ccc + 121 44,1 Pilastri prevalentemente compressi .... soonnuniannnnnnannnennen © 12D 44.2 Pilastri sollecitati a pressoflessione soe 8 122 4.5 Disposizione delle armature » 124 45.1 Armature longitudinali..... vet 124 45.2 Armature rasversali (Staffe) «essen een veccunen * 127 45.3 Pilastri prefabbricati - Giunzioni eee » 128 4.5.4 Mensole corte .... sonieenees ~ 132 45.4.1 Mensole tozze. 134 45.4.2 Mensole molto tozze. 140 Capitolo 5 — LE PARETI.... 143, SAA GeNEMAMHA.oeossssetenn nisin coe 143 5.2 Normativa.. 145 5.3 Metodologia di calCOl0.....ccsccseessnsectnterninnse conten #146 5.3.1 Predimensionamento .....ecoeeeoeoe co 8 146 5.3.2 Valutazione delle forze estere .....cone-nsnennnnnenninnnsenn sesnn © 147 5.3.3 Individuazione del modelo di calcolo + 150 5.3.4 Determinazione delle azioni sulle singole pareti ¢ delle sollecitazioni + 151 5.3.5 Dimensionamento delle armature e verifiche delle tensioni nei materiali + 155 5.4 Disposizione delle armature ......... . - » 157 5.4.1 Armature costituite da reti elettrosaldate. sesnanannenee #157 5.4.2 Armature costituite da barre ordinarie ........ . levees » 161 Capitolo 6 — LE SCALE 2.00... sosnsnneneinenntnnnenene + 165 61 Generalita.... seonesenenenneeevnerssnsevneensesen severe 165 6.2 Problematiche funzionali e geometriche .....0..0 , » 166 wdice m3 a4 Capitolo 7 — LE FONDAZIONI.............. 71 72 Scale con gradini aventi specifica funzione strutturale 6.3.1 Premessa. 6.3.2 Gradini. 633 Elementi portanti i gradini Scale con gradini senza una specifica funzione strutturale 6.4.1 Premessa 6.4.2 Predimensionament: 6.4.3 Analisi dei carichi. 6.4.4 Modello di calcolo...... 6.45 Sollecitazioni e dimensionamento delle armature 6.4.6 Disposizione delle armature. Generali Fondazioni dirette . 7.2.1 Plinti isolati. 7.24.1 Generalita.... 7212 Determinazione delle tensioni ‘sul terreno 7.2.1.3 Plinti bassi - Determinazione delle sollecitazioni ed armature 7.2.1.4 Plinti alti - Determinazione delle sollecitazioni ed armature 7.2.1.5. Disposizione delle armature....... 7.2.2 Plinti per pid pilastri. 7.2.2.1 Generalita. - 7.2.2.2 Determinazione delle tensioni sul te terreno 7.2.23 Determinazione delle sollecitazioni ed armature 7.2.24 Disposizione delle armature... 7.2.3 Travi rovesce.. ; 7.2.3.1 Generalita. - 7232 Modelli di calcolo - Tensioni sul terreno 7.2.3.3. Determinazione delle sollecitazioni ed armature 7.2.3.4 Disposizione delle armature. 7.2.4 Grigliati di travi rovesce 7.2.4.1 Generalita. 724.2 Modello di calcolo - Tensioni sul terreno - Sollecitazioni - Armature . 7.25 Platee . F251 GEnerAlitd cece reoe 725.2 Modelii di calcolo e determinazione delle sollecttaziont 7.2.5.3 Disposizione delle armature. Fondazioni indirette .. 7.3.1 Plinti “monopal DBDL General ...oeoo 7.3.1.2 Azioni sul palo... 7.3.1.3 Sollecitazioni ed armature... 7.3.2 Plinti a pid pali - Caratteristiche generali 7.3.3 Plinti a 2 pales 7.3.3.1 Forma dei plinti. 7.3.3.2 Azioni sui pali... . 73.33 Sollecitazioni e calcolo delle armature 7.3.3.4 Disposizione delle armature... 7.34 Plinti a 3 palin - 7.3.4.1 Forma dei plinti 7 71 173 177 184 184 186, 190 191 194 200 205 205 206 209 209 214 218 224 227 236 236 236 237 239 240 240 242 247 249 251 251 252 255 255 257 267 272 273 273 275 276 276 281 281 281 x Indice 7.3.4.2 Azioni sui pali..... a sacs 290 73.43 Sollecitazioni e calcolo delle armature . + 201 7.3.4.4 Disposizione delle armature. » 296 7.3.5 Plinti a 4 pali....... + 296 7.3.5.1 Forma dei plint... 296 7.3.5.2 Azioni sui pali se + 297 7.3.5.3 Sollecitazioni e calcolo delle armature » 298 7.3.5.4 Disposizione delle armature. + 306 7.3.6 Plinti a pit pali.... » 309 7.3.6.1 Forma dei plinti + 309 7.36.2 Azioni sui pal... » 309 7.3.6.3 Sollecitazioni e calcolo delle armature + 3 7.3.6.4 Disposizione delle armature. 313 7.37 Travi su pali... 313 73.7.1 Generalita... 313 7.3.7.2 Modelli di calcolo e carichi su pali . + 314 7.3.7.3 Sollecitazioni, calcolo e ¢ disposizione delle armature » 317 7.3.8 Platee su pali . - + 317 7.3.8.1 Generalita. . » 317 2 Carichi sui pali, modelli di calcolo e sollecitazioni..... 319 3 Disposizione delle armature... - » 321 7.3.9 Pali di fondazione ... » 321 7.3.9.1 Descrizione. . » 321 7.3.9.2 Dimensionamento e calcolo.. + 330 7.3.9.3 Disposizione delle armature e verifiche .... + 332 7.4 Travi di collegamento + 334 7.4.1 Generalita + 334 7.42 Metodologia di calcolo 337 7.43 Disposizione delle armature.. 339 7.5 Fondazioni per pilastri prefabbricati. - 341 7.5.1 Generalit® ....cecseeor een + 34d 7.5.2 Bicchieri con superfici di contatto scabre > 341 7.5.3 Bicchieri con superfici di contatto lisce » 346 Bibliografia » 349 INDICE ANALITICO. sveereeeeeeeeessensssuunununuuseceeeceesaeananaea eosnten » 351 Capitolo 1 INTRODUZIONE Progettare una struttura non significa solamente svolgere i calcoli di un orga- nismo strutturale definito, ma intervenire gia nella concezione dell'opera per in- dividuare, insieme con i progettisti architettonici ¢ degli impianti, nonché con l'im- presa esecutrice, le migliori soluzioni in relazione agli scopi prefissati. La scelta di una soluzione piuttosto che di un’altra é condizionata dal raggiungimento di un equilibrio di pit esigenze spesso in contrasto tra loro. Per fornire un valido apporto il progettista delle strutture deve, con la sua espe- rienza e capacita, saper valutare la fattibilita delle varie scelte ipotizzate eviden- ziandone pregi e svantaggi € proporre eventualmente soluzioni alternative. Per essere in grado di svolgere queste azioni occorre aver acquisito una serie di conoscenze teoriche e pratiche che si sviluppano con Tesercizio della profes- sione, ma che si ottengono solamente dalla conoscenza e dalla padronanza di corrette metodologie di progettazione. La comprensione del funzionamento dell’organismo strutturale, nel suo insieme e nelle sue parti, é il primo e fondamentale passo da compiere quando si progetta un'opera. Quello successivo @ l'individuazione di modelli di calcolo che siano il pit pos- sibile aderenti al reale comportamento delle strutture, ma con difficolta di riso- luzione proporzionate all'importanza dell’opera. Nel passato le difficolta della risoluzione numerica, effettuata quasi esclusiva- mente a mano, imponevano l’'adozione di modelli semplici spesso non sufficien- temente rappresentativi della struttura; in alcuni casi era addirittura necessario ade- guare la struttura al modello calcolabile. Oggi la disponibilita di mezzi di calcolo avanzati permette di adottare modelli anche molto sofisticati ai quali pero spesso non vale la pena di ricorrere, ad esem- pio quando i risultati ottenibili siano all'incirca uguali a quelli ricavabili dalla ri- soluzione di modelli assai pit. semplici, 0 quando l’eccessivo rigore del calcolo non @ congruente alle approssimazioni o alle incertezze dei dati di progetto. Va inoltre tenuto conto che spesso i modelli piti semplici permettono un migliore controllo nello svolgimento progettuale. Difficilmente il calcolo di un edificio viene affrontato considerandolo come un unico insieme strutturale per le complessita della modellazione oltre che della ri- soluzione numerica nonché della gestione dei dati di input ed output. 2 Introduzione Pertanto in genere il calcolo viene condotto suddividendo la struttura in pit elementi per i quali @ pit facile individuare dei modelli di calcolo che, pur ri- spettando il reale comportamento della struttura, risultano relativamente semplici. Occorre sempre ricordare che l’adozione di modelli di calcolo con vincoli ridotti rispetto a quelli reali non comporta riduzione del grado di sicurezza. Delle semplificazioni introdotte nella schematizzazione della struttura occorre comunque tener conto, nel corso della progettazione, operando sui quantitativi e/ o nella disposizione delle armature od anche nei dettagli costruttivi. Per esempio, nel caso di adozione di uno schema a trave con vincoli a cerniera, all’estremita, laddove & invece presente una seppur modesta continuita con altre strutture, si devono comunque disporre delle armature per assorbire le sollecitazioni che nella realta possono essere presenti. Lomissione di queste armature non inficierebbe la sicurezza della struttura, ma potrebbe comportare la comparsa, nelle zone in cor- rispondenza dei vincoli, di cavillature o lesioni che @ sempre meglio evitare. Il metodo che viene proposto nel testo, alla base di ogni corretta procedura di calcolo, valida sia per elementi semplici che complessi, consiste nei seguenti passi: — scelta della struttura da impiegare, dei materiali e delle tipologie costruttive; — valutazione dei carichi agenti; — individuazione del pit’ idoneo modello di calcolo; — calcolo delle sollecitazioni; — determinazione dei quantitativi di armatura; - verifica delle tensioni nei materiali; — disposizione delle armature ed elaborazione dei necessari particolari costruttivi. Nella struttura di un comune edificio sono individuabili i seguenti elementi: — solai; — travi; — pilastri; — pareti; — scale; — fondazioni. Per ciascuno di questi elementi é sviluppato in dettaglio nei successivi capitoli del testo il metodo proposto. Capitolo 2 | SOLAI 2.1 GENERALITA I solai sono gli elementi, generalmente orizzontali, utilizzati per portare oltre al peso proprio i carichi permanenti ed accidentali presenti al generico piano di un edificio. Essi trasferiscono i suddetti carichi alle altre strutture (travi, pareti, pilastri) che & sostengono. I requisiti pid importanti che i solai debbono possedere sono: a) resistenza: capaciti dell’elemento di sopportare i carichi agenti su di esso (peso proprio, sovraccarichi permanenti ed accidentali), +) modesta deformabilit ‘apacita di deformarsi con frecce contenute entro li- miti accettabili (sia per quanto riguarda le deformazioni elastiche che quelle differite nel tempo); + minimo spessore: per garantire la massima utilizzazione del volume utile del- Vedificio; 4) peso ridotto: per contenere il pid possibile gli oneri della messa in opera ed i carichi trasmessi alle strutture portanti ed alle fondazioni; ¢+ superficie di intradosso piana: per semplificare, in generale negli edifici per abitazione, le operazioni di finitura (intonaci e/o tinteggiature); J resistenza al fuoco: capacita di sopportare elevate temperature, a seguito di sviluppo di eventuali incendi, per un periodo sufficientemente lungo per per- mettere l’evacuazione dei locali; g’ buone proprieta isolanti, termiche ed acustiche; &) rapida realizzazione: con particolare riferimento alle operazioni di messa in opera e completamento; / basso costo: ottenuto attraverso un buon sfruttamento dei materiali impiegati, un ridotto impiego di manodopera, di opere provvisionali e di sostegno E opportuno mettere in evidenza che taluni dei requisiti sopra elencati sono tra boro in contrasto come ad esempio la “modesta deformabilita” con il “minimo. spessore”, il “peso modesto” con le “proprieta acustiche e termiche”. Sara cura del progettista stabilire i giusti compromessi. 4 | solai 2.2 DESCRIZIONI E CENNI STORICI Per comprendere meglio le caratteristiche dei solai attuali di impiego corrente (nonché per intervenire su solai realizzati nel passato) é opportuno conoscerne l'evoluzione nel tempo. Senza soffermarsi sui solai in legno ed in ferro correntemente impiegati sino a circa il 1930 si riassumono, nel seguito, brevemente le tipologie di pit diffuso impiego sino ad i nostri giorni. 2.2.1 SOLAI MONOLITICI IN C.A. I solai monolitici sono stati i primi ad essere impiegati con l'avvento del ce- mento armato. Essi ricalcavano fedelmente le orditure classiche dei solai in legno (orditura primaria, secondaria e tavolato). Questi solai (vedi fig. 2.1), pur possedendo caratteristiche di resistenza assai mi- gliori di quelli precedentemente impiegati, richiedevano elevati oneri per la rea- lizzazione (manodopera e carpenteria); presentavano, inoltre, scadenti_proprieta acustiche e superficie di intradosso non piana. Per questa ragione essi furono ra- pidamente sostituiti dai solai misti in cemento armato e laterizio. In alternativa, per ottenere una superficie di intradosso piana, veniva realizzato, ad esempio, un controsoffitto in laterizi (vedi fig. 2.2). eS Fig. 2.1 Solaio monolitico in c.o. Fig. 2.2 Solaio monolitico in c.a. con controsoffitto in laterizi, Descrizioni e cenni storici 5 7 4 fig. 2.3 Edificio con solai monolitici realizzati con casseforme “tunnel”. Solai monolitici in c.a. vengono ancor oggi impiegati nell’edilizia industrializzata tedifici a setti realizzati con casseforme “tunnel”) od in presenza di sovraccarichi elevati (vedi fig. 2.3). In entrambi i casi, in generale, si fa ricorso a solette prive di nervature e quindi sono necessari, per le solette, spessori assai maggiori di quelli utilizzati nei solai precedentemente citati. 2.2.2 SOLAI MISTI IN C.A. © C.A.P. E BLOCCHI DI ALLEGGERIMENTO I primi solai impiegati furono quelli realizzati con l'unione di mattoni forati af- fiancati tra loro e separati, ad intervalli regolari, da nervature gettate in opera. Il solaio veniva completato superiormente da una soletta in c.a. Questi solai rispetto a quelli monolitici avevano nervature molto pit ravvicinate € quindi sia lo spessore delle nervature che quello della soletta di completamento erano minoti. Di conseguenza risultavano piti leggeri, di pid facile realizzazione © presentavano superficie di intradosso piana. Per una maggiore omogeneitd dell'intradosso furono impiegati fondelli in late- rizio in corrispondenza delle nervature ottenendo altresi una maggiore costanza della larghezza di queste (vedi fig. 2.4). | Successivamente, per ridurre i tempi esecutivi, i mattoni vennero sostituiti da un unico elemento in laterizio (pignatta) pil leggero e che permetteva, in relazione alle sue maggiori dimensioni, la realizzazione di una carpenteria non completa- mente chiusa. Inoltre in alcuni casi la forma del laterizio era studiata in modo da incastrarsi con il fondello predisposto in corrispondenza delle nervature (ad esem- pio: solai tipo “Unic” vedi figg. 2.5 e 2.6). | solai Getto_in | | Armature Leterd\ Fondello Fig. 2.4 Solaio con alleggerimenti costituiti da mattoni e fondelli in corrispondenza delle nerva- ture. Fig. 2.5 Solaio tipo Unic o nervature parallele - Vista assonometrico. Getto _in | opera Fig. 2.6 Solaio tipo Unic - Sezione. Descrizioni e cenni storici 7 U Fig. 2.7. Solaio tipo Perretunic - Visto assonometrica. In seguito gli elementi di laterizio furono conformati in modo da acquisire re- sistenza a compressione otténuta aumentandone la sezione nella zona superiore. In alcuni tipi fu pertanto possibile sopprimere completamente la soletta supe- nore in c.a., ad esempio nei solai tipo “Perretunic” (vedi figg. 2.7 € 2.8). Per ridurre ulteriormente l’onere delle casseforme vennero ideati degli elementi wave in laterizio armato di larghezza 20 cm, prefabbricati a pie d’opera. L’onere delle casseforme era cosi limitato all'impiego di un rompitratta centrale. Essi ve- nivano realizzati mediante assemblaggio di laterizi forniti di apposite scanalature nelle quali trovavano alloggiamento armature tonde di piccolo diametro (fili tra- filati ad alta resistenza). Dopo la pretensione le armature venivano solidarizzate ai laterizi mediante colata di malta di cemento nelle scanalature. Successivamente ve- nivano posti in opera accostati uno all’altro e si eseguiva la mutua solidarizzazione con getti negli interspazi. In taluni casi si effettuava anche il getto di una soletta superiore (es. solaio tipo SAP vedi figg. 2.9 e 2.10). Questo tipo di solaio, che fu largamente impiegato sino agli anni ’60, presentava insufficiente protezione delle armature dagli agenti atmosferici per l’esiguo spes- sore della malta di ricoprimento ed inoltre l'impiego di ferro ad elevato limite elastico non forniva al solaio la necessaria dutilita. Fig. 2.8 Solaio tipo Perretunic - Sezione. Fig. 2.9. Solaio tipo SAP - Vista assonometrica. Fig. 2.11 Solaio tipo Fert - Vista assonometrica. Descrizioni e cenni storici 9 Laterizio ~——__50-————* Traliccio Fig. 2.12 Solaio tipo Fert - Sezione X Solaio con soletta Solaio rasato armatura_travetto armatura_travetto 12-4 3g ——__+ 12-4 + 59 —--___} Fig. 2.13 Solaio tipo Celersap. Altre tipologie studiate ¢ prodotte sempre per ridurre l'onere della messa in opera prevedono l'impiego di elementi prefabbricati. Gli elementi prefabbricati pid frequentemente utilizzati sono: - Travetti con fondello in laterizio. Essi sono costituiti da tralicci metallici i cui correnti inferiori sono collocati in un fondello di laterizio e ad esso solidarizzati con un getto di malta cementizia. Nell’elemento prefabbricato sono altresi pre- disposte le armature inferiori integrative ai correnti inferiori del traliccio secondo le indicazioni del calcolo progettuale. L’elemento prefabbricato cosi costituito sostiene i laterizi tra un travetto e l'altro ed il successivo getto di completa- mento. Il numero degli eventuali puntelli rompitratta determina il dimensiona- mento del traliccio metallico (altezza del traliccio e sezione dei correnti). Questo tipo di solaio gia da tempo in uso é tutt’oggi largamente impiegato avendo subito solamente piccole modifiche (vedi figg. 2.11, 2.12 e 2.13). Travetti in c.a. completamente prefabbricati che hanno avuto nel passato largo impiego anche in virtt della maggiore qualita ottenuta dalla realizzazione in stabilimento del travetto. Questo tipo di elementi viene oggi raramente im- piegato a causa del maggior costo di realizzazione e delle difficolta di colle- gamento con le travi e con l’eventuale soletta inferiore di completamento. (es. Solai Varese vedi figg. 2.14 e 2.15). 10 1 solai Travetto Tavella Soletta_ prefabbricato + H Solaio —a ; 4 Tavella | | inferiore —— Interasse Fig. 2.15 Solaio tipo Varese - Sezione. — Travetti in cemento armato precompresso parzialmente o totalmente pre- fabbricati tuttoggi di largo impiego. Essi hanno costo contenuto soprattutto per il minor impiego di acciaio. Lo stato di precompressione esistente nel calcestruzzo dei travetti evita le fes- surazioni e quindi conferisce una minore deformabilita al solaio. Nell’edilizia corrente vengono normalmente impiegati travetti parzialmente pre- fabbricati per la maggiore facilité di collegamento con i getti in opera. Tra un travetto e l'altro sono in generale interposti laterizi con funzione di alleggeri- mento (vedi fig. 2.16). Descrizioni e cenni storici Ww Solaio con un Solaio con doppio solo laterizio laterizio rows p ay | oxi2 | 9 12 | 50 13x14 -[ 13 14 | 52 | fig. 2.16 Solaio tipo RDB con travetti in c.a.p. - Lastre prefabbricate in c.a. e tralicci metallici. [ tralicci metallici, i cui c renti inferiori sono posti all'interno della lastra, svolgono le stesse funzioni illustrate per i travetti prefabbricati con traliccio. Nella lastra (predalle) viene usualmente disposta una rete elettrosaldata costituita da ferri di piccolo diametro, nonché le armature aggiuntive inferiori derivanti dal calcolo. Tra un traliccio e V’altro vengono collocati sulla lastra degli elementi di alleg- gerimento (blocchi di polistirolo o laterizi). Il getto in opera realizza le nervature e la soletta superiore. Usualmente le lastre vengono prodotte con larghezza 1.20 m 0 2.40 m (vedi fig. 2.17). Questo sistema costruttivo, di recente impiego, permette tra l’altro l’integrale prefabbricazione della superficie di intradosso del solaio riducendone la finitura alla sola eventuale rasatura e tinteggiatura. Inoltre, per la presenza della soletta inferiore in c.a., esso offre ottime caratte- ristiche di resistenza alle sollecitazioni che comprimono le fibre inferiori (mo- menti negativi). Presenta peraltro l'incoveniente di trattenere l'acqua del getto e/o di eventuali precipitazioni atmosferiche che si possono verificare durante 1a costruzione. Essa, successivamente, viene in gran parte eliminata attraverso la microfessurazione presente nelle lastre e danneggia l’eventuale finitura. Per limitare il suddetto in- 12 | solai rete di ripartizione stto_di_completamento polistirolo tralicci f 449 4 26 | rmatura_travetto| | larmatura_travetto| | |armatura travetto | predalle rete elettrosaidata 10,10, 45 10, 45 1010, : 120 2.17. Solaio con lastre prefabbricate in c.a. e tralicci metallici (predalles). conveniente vengono talvolta predisposte per il deflusso dell’acqua delle fora- ture in corrispondenza degli elementi di alleggerimento, da sigillarsi durante le operazioni di rasatura. 2.2.3 SOLAI CON ELEMENT! PREFABBRICATI IN C.A.P In presenza di grandi luci e/o sovraccarichi di notevole intensita vengono cor- rentemente impiegati solai realizzati con elementi prefabbricati precompressi. Questi tipi di solai presentano i requisiti tipici delle strutture in c.a.p € cioé buona resistenza alla fessurazione, con conseguente- riduzione della deformabilita, notevole risparmio nei quantitativi di acciaio € di calcestruzzo impiegati. Essi vengono realizzati in stabilimento mediante procedimenti di estrusione 0 con casseforme metalliche. Le tipologie di pit frequente impiego sono: _ Solai a travetti arcostati (in genere realizzati con procedimenti di estrusione). I travetti sono dello stesso tipo di quelli precedentemente illustrati per i solai con interposti elementi di alleggerimento, ma in questo caso sono posti in opera affiancati a costituire un solettone completato da un getto in opera (vedi fig. 2.18). — Solai a pannelli piani alleggeriti (realizzati con procedimenti di estrusione). Hanno in genere larghezza di 120 cm 0 60 cm. Valleggerimento @ realizzato mediante fori di forma circolare o pseudo circolare (vedi figg. 2.19 e 2.20). 1 pannelli vengono posti in opera affiancati e sono solidarizzati con un getto di completamento tra uno e altro che conferisce una discreta collaborazione tra- sversale tra i vari elementi. Per migliorare la collaborazione € per conferire una maggiore monoliticita al- Vinsieme dei pannelli si realizza in opera una soletta superiore in c.a. (vedi fig. 2.21). Descrizioni e cenni storici 13 Getto di i completamento © O Elemento prefabbricato in c.a.p. fig. 2.18 Soletta con elementi prefabbricati in c.a.p. posti in opera affiancati. Fori_di_alleggerimento precompressione Fig. 2.19 Solaio estruso in c.a.p. con olleggerimenti di sezione circolare, | solai Fori_di_alleggerimento Pep zp 12% ot 24 Armatura di precompressione 20 + Fig. 2.20 Solaio estruso in c.a.p. con alleggerimenti di sezione pseudocircolare. Soletta Rete | 1 | Spiroll Fig. 2.21 Solaio estruso in c.a.p. con soletta superiore di completamento. Descrizioni e cenni storici 15 Getto_di_completamento in opera pa | peg fig. 2.22 Solaio a a con getti di completamento in opera {nervature e soletta). Come per tutti gli elementi estrusi le armature sono in generale costituite delle sole armature di precompressione. Pertanto @ necessario, in corrispondenza de- gli appoggi, predisporre adeguate armature ordinarie in un tratto di lunghezza almeno pari a quella di trasferimento della precompressione. Le armature ordinarie sono inserite nei getti di completamento effettuati nel trat- to terminale dei fori di alleggerimento oltre che tra un pannello e Valtro. - Solai a m Sono costituiti da elementi prefabbricati con sezione trasversale a for- ma di 7 (tegoli), generalmente vengono impiegati per grandi luci, sino a 24 m, con altezza massima di 70 cm e larghezza compresa tra 1.20 m e 2.40 m. Eventuale_soletta in opera | Zona_non 58 riempita | Elemento i ; prefabbricato 10}, HO, ot fig. 2.23 Solaio a a con eventuale getto di completamento in opera della soletta. % | solai ~~ 260 max ———______+# 419, ____ 43g —___}19}. + 180 ———_——_+ Fig. 2.24 Solaio a 7x utilizzato prevalentemente nelle coperture. La geometria delle sezioni permette un buon sfruttamento dei materiali con no- tevole risparmio degli stessi e considerevole riduzione del peso. Gli elementi sono messi in opera in generale accostati, successivamente si esegue un getto di solidarizzazione tra un elemento e I'altro ed eventualmente anche quello di una soletta superiore in c.a. (vedi figg. 2.22 e 2.23). Nei solai di semplice co- Ppertura possono essere omessi i getti di completamento ed anzi i tegoli pos- sono, in alcuni casi, essere messi in opera distanziati I'uno dall’altro per con- sentire la realizzazione di asole di illuminazione degli ambienti sottostanti (vedi fig. 2.24). Nello spazio tra una nervatura e l’'altra possono trovare alloggiamento le canalizzazioni degli impianti. 2.3: NORMATIVA Si riportano di seguito i paragrafi pit significativi delle Norme complementari re- lative ai solai (punto 7 Parte prima del D.M. 14/2/92) con commenti a margine, ove necessario, rimandando al testo integrale per una lettura completa. Per quanto riguarda le tensioni ammissibili e le norme di esecuzione si rimanda al capitolo III del presente testo. TESTO NORMATIVA COMMENTI 7 Norme complementari relative ai solai 7.0 GENERALITA E CLASSIFICAZIONE SOLAI @) Generalita Nel presente capitolo sono trattati i solai rea- lizzati esclusivamente in c.a. 0 c.a.p. 0 misti in Normativa 7 a. e cap. e blocchi in laterizio od in altri materiali. Vengono considerati sia i solai ese- guiti in opera che quelli formati dall'associa- zione di elementi prefabbricati Per tutti i solai valgono le prescrizioni gia date nei capitoli precedenti per le opere in c.a, e cap. con particolare riguardo alle prescri- sioni relative agli elementi inflessi. In particolare si-dovra disporre agli appoggi dei solai un’armatura inferiore incorporata o aggiuntiva, convenientemente ancorata, in grado di assorbire uno sforzo di trazione pari al taglio. Ad esse devono aggiungersi od integrarsi le norme complementari indicate nel seguito. 6) Classificazione Ly Solai in getto pieno: in ca. od in cap. IW) Solai misti in ca, c.ap., e blocchi inter- posti di alleggerimento collaboranti e non, in laterizio (vedi 7.1.) od altro materiale (wedi 7.2). MD Solai realizzati dall'associazione di ele- menti in c.a. e c.a.p. prefabbricati con unioni e/o getti di completamento. Per i solai del tipo D valgono integralmente le prescrizioni dei precedenti capitoli e non oc- corrono norme aggiuntive. I solai del tipo ID sono soggetti anche alle norme complementari riporiate nei successivi Paragrafi 7.1 e 7.2. I solai del tipo II) sono soggetti anche alle norme complementari riportate in 7.1. e 7.2. in quanto applicabili, ed a quelle riportate in 73. 7.1 NORME COMPLEMENTARI RELATIVE Al SOLAI MISTI DI C.A. E CAP. £ BLOCCHI FORATI IN LATERIZIO 7.1. CLASSIFICAZIONE I solai misti in cemento armato normale e precompresso e bloccht forati in latertzio si di- stinguono nelle seguenti categorie: a) solai con blocchi aventi funzione principale di alleggerimento; |b) solai con blocchi aventi funzione statica in collaborazione con il conglomerato. | 71.2 PRESCRIZIONI GENERALI Omissis: In particolare, per i solai in ca. in getto pieno, vedi anche quanto riportato al punto 5.3.5 del DM. Questa prescrizione @ legata alla schematizza- zione “a traliccio” di Mérsch nella quale il cor- rente inferiore @ sollecitato, in corrispondenza dell'appoggio, da uno sforzo di trazione pari al taglio presente all’appoggio. vedi figg. 2.1+2.3 vedi figg, 2.4+2.17 vedi fig. 2.18 2.24 1 solai 7.1.3 REQUISITI DI ACCETTAZIONE PROVE E CONTROLLI Omissis 7.1.4 PROGETTAZIONI 74.41 Verificbe Sono ammesse verifiche sia alle tensioni am- missibili sia agli stati limite. Per i solai formati con elementi prefabbri- Cati, tali verifiche devono essere effettuate te- nendo conto di tutte le fasi intermedie e tran- sitorie. Le tensioni ammissibili nel conglomerato nelle armature metalliche sono quelle prescritte al precedente punto 3.1 Sono anche ammesse verifiche agli stati li- mite fondate su prove di strutture o di elementi campioni di serie secondo quanto indicato al punto 43.1 71.42 Spessore minimo dei solat o Spessoreceisala.s portale unidirezionale che nOW Sano di semplice copertura non deve essere minore di 1/25 della luce di calcolo ed in nessun Caso MROPEULTZ Ch. Per i solai costituiti da travetti precompressi e blocchi interposti il predetto limite pud scen- dere ad 1/30. Le deformazioni devono risultare compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli element costruttivi ed impiantistici ad esso col- legati 7.1.4.3 Modulo elastico di calcolo Nel calcolo delle reazioni iperstatiche il mo- dulo di elasticita del laterizio, in mancanza di determinazioni dirette, pud assumersi pari a 20 kN/mnt 7.1.4.4 Spessore minimo della soletta Nei solai di cui al punto 7.1.1. a) lo spessore minimo del calcestruzzo della soletta gli.gon- glomerato essere minore di Il metodo di verifica agli stati limite non pud essere impiegato in zona sismica (vedi D.M. 24/ 1/86 punto B.7) Questa prescrizione limita la deformabilita dei so- Jai salvo piti accurate valutazioni da effettuarsi in particolar modo in presenza di tamponamenti tramezzi. Si ritiene in questi casi di suggerire un valore limite della freccia elastica compreso tra L/ 2000 ed L/2500. Si noti che, come chiarament&™ SAT panto 4.2.7.3 del D.M., nel calcolo delle deformazioni flessionali occorre tener conto dell'effettivo stato delle sezioni resistenti (sezione non fessurata e quindi interamente reagente — I stadio; sezione fessurata e quindi non interamen- te reagente — II stadio). La ragione di tale differente limitazione @ do- vuta al fatto che le strutture in c.a.p. sono pra- ticamente da considerarsi nel I stadio e pertan- to risultano meno deformabili. Normativa 19 Nei solai di cui al punto 7.1.1. b), pud essere omessa la soleta di calcestruzzo e la zona rin- ‘forzata di laterizio, per altro sempre rasata con calcestruzz0, pud essere considerata collabo- rante e deve soddisfare i seguenti requisiti ~ possedere spessore non minore di 1/5 dell’al- tezza, per solai con altezza fino a 25. cm, non minore di 5 cm per solai con'altezza maggiore; - avere area effettiva dei seti e delle pareti, misurata in qualunque sezione normale alla direzione dello sforzo di compressione, non minore del 50% della superficie lorda 7145 Larghezza ed interasse delle nervature La larghezza minima delle nervature in cal- cesiruzz0 Per Sola? Con nervature gellalé © com- pletate in opera non deve essere minore di 1/8 dell 'interasse e comunque om Nel caso di produzione di serie in stabili- mento di pannelli di solaio completi controllati come previsto al punto 7.1.4.1. il limite mini- mo predetto potra scendere a 5 cm Linterasse delle nervature non deve in ogni caso essere maggiore di TS volie To spessore me- ‘dio della Soletta. TBC ifiterposte ds ‘avere dimensione massima inferiore a( 52 cm. 71.4.6 Armatura trasversale Per i solai con nervatura gettata o comple- tata in opera e di luce superiore a 4.50 mo quando sia sensibile il comportamento a pia- stra 0 quando agiscano carichi concentrati che incidano in misura considerevole sulle solleci- tazioni di calcolo, si deve prevedere all'estra- dosso una_soletta_gettata in of di spessore non inferiore a 4.cm munita di adeguata ar. sare are Fara delle solette 0 nelle" pe Unicne A IEC al metro o al/20% Ji quel- rongitadinale ne inlradosso del solaio~——* —Parncotare ailénizione Weve” essere Tetticata alla sicurezza al distacco di parti laterizie, specialmente in dipendenza di sforzi trasver- sali anche di carattere secondario. In assenza di soletta in calcestruzzo (solaio rasato) é tassativa ladozione di almeno una nereatura trasversale per luci superiori a 4.50 m E opportuno avere una certificazione del pro- dutore che ne comprovi la possibilita di utiliz- zazione con funzione statica in collaborazione col conglomerato, Allo spessore minimo di 4 cm per la soletta corrisponde pertanto un interasse massimo del- le nervature di 60 cm. Va innanzi tutto rilevato che le parole “delle solette © nelle eventuali nervature” vanno in- vece lette “(disposta nello spessore delle solet- te 0 nelle eventuali nervature)” Nei solai aventi una delle seguenti caratteristi- che: —luce superiore a 4.50 m; bile comportamento a piastra (che si verifica quando ad esempio un campo di so- lio, vincolato ai 4 bordi, ha una dimensione non molto maggiore — fino al doppio — del’aitra); —presenza di carichi concentrati che incidano in misura considerevole sulle sollecitazioni di calcolo, si deve prevedere un’armatura nella soletta su- periore non inferiore a 36/m 0 al 20% di quella longitudinale inferiore, (se quest'ultima quantita risulta maggiore dei 346/m), disposta ortogonalmente alla tessitura del solaio Quando una delle succitate caratteristiche sulti particolarmente accentuata @ senz‘altro consigliabile disporre anche una o pit nerva- —un ser 20 | solai 7.1.4.7 Armatura longitudinale L’armatura longitudinale deve essere supe- riore a: Ay min > 0.07 b cm? al metro ove b é Valtezza del solaio espressa in cm. .48 Armatura per il tagiio Quando le tensioni tangenziali massime nel conglomerato non superano il valore minimo Teo Stabilito al punto 3.1.4. pud non disporsi armatura per il taglio. 7.15 ESECUZIONE Omissis: 7.1.6 DISPOSIZIONI AGGIUNTIVE PER I TRAVETTI DI SOLAIO PRECOMPRESSI PREFABBRICATI PER LA REALIZZAZIONE DI SOLAI CON BLOCCHI IN LATERIZIO Omissis 7LGL Elementi con armatura pre-tesa Per elementi con armatura pre-tesa @ am- mesa la deroga allobbligo di disporre la staf- fatura minima prevista al punto 5.4.2. 7.1.6.2 Criteri di calcolo @) Sezione di campata ture trasversali che migliorano sensibilmente la ripartizione dei carichi. Nei casi usuali le sud- dette nervature possono essere armate con ar- matura doppia e simmetrica ciascuna pati a cir- ca il 20% dell'armatura longitudinale inferiore presente nella zona di influenza della nerva- tura. Nel caso frequente di una sola nervatura posta in corrispondenza della mezzeria del so- laio la zona di influenza eguaglia la semiluce; analogamente nel caso di due nervature poste ai terzi della luce dei travetti, la zona d'influen- za di ciascuno di essi vale 1/3 della luce stessa Olue all'armatura longitudinale devono essere disposte staffe nelle nervature secondo quanto indicato al punto 5.4.2 del D.M. La larghezza delle nervature trasversali usual- mente adottate € compresa tra 15 € 25 cm. Per quanto indicato al secondo capoverso del paragrafo si rimanda a quanto indicato al pun- to 2.5.6 del presente capitolo. Larmatura da disporre nella patte inferiore dei travetti non deve risultare inferiore a 0.07 h cm?/m in cui h @ Valtezza del solaio espressa in cm. Resta comunque l'obbligo di soddisfare la prescrizione riportata al punto 5.3.1 del D.M sull'armatura minima in zona tesa. Nel dimensionamento dei solai € buona norma evitare che le tensioni tangenziali superino i valore della top stabilito al punto 3.1.4 al fine di evitare l'onerosa adozione di armature a ta- glio. Normativa 21 | i Come per le strutture in c.a.p. sono ammesse terifiche sia alle tensioni ammissibili sia agli stati limite b) Sezioni di estremita Per le seziont soggette a momenti negativi é ammessa anche la verifica a rottura della se- zione secondo 3.2.1.1. in sostituzione della ve- nifica col metodo delle tensioni ammissibili. 76S Getti in opera I travetti privi di armature a taglio devono essere integrati sugli appoggi da getti in opera armati secondo quanto previsto al p.to 7.0 a), ultimo capoverso, salvo che per gli elementi di solai di copertura poggianti su travi e dotati di adeguata lunghezza di appoggio. Tali collegamenti, se destinati ad assicurare continuita strutturale agli appoggi, dovrantio essere verificati secondo le disposizioni relative al conglomerato cementizio armato normale, terificando altresi le condizioni di aderenza fra gelti in opera e travetti, secondo i criteri in- dicati in 7.1.6.2.0). 7.2 NORME COMPLEMENTARI RELATIVE Al SOLAI MISTI DI C.A. E CAP. E BLOCCHI DIVERS! DAL LATERIZIO 7.21 CLASSIFICAZIONI E PRESCRIZIONI GENERALI I blocchi con funzione principale di alleg- gerimento, possono essere realizzati anche con materiali diversi dal laterizio (calcestruzzo leg- gero di argilla espansa, calcestruzzo normale ‘sagomato, materie plastiche, elementi organici mineralizzati ecc.). I! materiale dei blocchi deve essere stabile di- mensionalmente. Ai fini statici si distinguono due categorie di blocchi per solaio: ) Blocchi collaboranti ) Blocchi non collaboranti Salvo contraria indicazione nel seguito val- gono le prescrizioni generali e le prescrizioni di progettazione e di esecuzione riportate in 7.1 7.2.2 BLOCCHI COLLABORANTI Devono avere modulo elastico superiore a 8 kN/mmt ed inferiore a 25 kN/mm* Tale disposizione consente una facilitazione nel calcolo date le evidenti difficolta riscontrabili in una verifica effettuata col metodo delle tensioni ammissibili “ultimo capoverso” leggasi “penultimo capover- so” In questo paragrafo le Norme si riferiscono a tutti quei solai in ca e in c.a.p. realizzati con blocchi di alleggerimento diversi dal laterizio come ad esempio i solai a lastre prefabbricate (predalles) e blocchi di polistirolo, | solai 2 Peas moog COLLABORANTI | Bewomo avere modulo elastico inferiore ad 8 | mere svolgere funzioni di solo alleggeri- | mento. Solai con blocchi non collaboranti ricbiedo- no necessariamente una soletta di ripartizione, dello spessore minimo di 4 cm, armata oppor- tunamente e dimensionata per la flessione tra- sversale. 7.2.4 RESISTENZA AL PUNZONAMENTO Omissis 7.2.5 VERIFICHE DI RISPONDENZA Omissis: 7.2.6 SPESSORI MINIMI Per tutti i solai, cost come per i componenti collaboranti, lo spessore delle singole parti di calcestruzzo contenenti armature di acciaio non potra essere inferiore a 4 cm. 7.3 NORME COMPLEMENTARI RELATIVE Al SOLAI REALIZZATI CON L'ASSOCIAZIONE Di ELEMENTI IN C.A. E C.A.P. PREFABBRICATI CON UNIONI E/O GETTI DI COMPLETAMENTO Olire a quanto indicato nei precedenti ca- pitoli (vedi paragrafi precedenti 7.0,, 7.1. e 7.2. in quanto applicabili e in particolare 7.1.6. per elementi precompressi) devono essere tenute presenti le seguenti norme complementari. 7.31 SOLIDARIZZAZIONE TRA GLI ELEMENTI DI SOLAIO Ove si debba garantire il comportamento del solaio a piastra 0 a diaframma, é prescritto un collegamento trasversale discreto 0 continuo tra strisce di solaio accostate. 7.3.2 ALTEZZA MINIMA DEL SOLAIO Laltezza minima del solaio va determinata con riferimento alle dimensioni finali di eser- cizio © non riguarda le dimensioni degli ele- ‘menti componenti nelle fasi di costruzione. Laltezza minima non pué essere inferiore ad 8m Nel caso di solaio vincolato in semplice ap- Poggio monodirezionale, il rapporto tra luce di La soletta pud essere disposta anche solo in- feriormente nel caso di sbalzi. E opportuno co- munque attuare, in questo caso, quanto meno una rasatura all’estradosso. In questo paragrafo le Norme si riferiscono ai solai essenzialmente costituiti da elementi pre- fabbricati in c.a. 0 in c.a.p. con unioni e/o getti di completamento in opera, come ad esempio solai a pannelli piani estrusi, solai a 7 0 simi ec. Si ritiene opportuno riepilogare i limiti di al- tezza fissati dalle Norme per le varie tipologie di solai considerate e riportate ai punti 7.1.4.2 © 73.2: Normative, 23 calcolo del solaio e spessore del solaio stesso non deve essere superiore a 25. Per solai costituiti da pannelli piani, pieni od alleggeriti, prefabbricati precompressi (tipo MD, senza soletta integrativa, in deroga alla precedente limitazione, il rapporto sopra indi- Cato pud essere portato a 35. Per i solai continui, in elazione al grado diincastro 0 di continuita realizzato agli estre- mi, tali rapporti possono essere incrementati fino ad un massimo del 20%. E ammessa deroga alle prescrizioni di cui sopra qualora i calcoli condotti con riferimen- 10 al reale comportamento della struttura (mi sai in conto dei comportamenti non linear, fe surazione, affidabili modelli di previsione v scosa, ecc.) anche eventualmente integrati da idonee sperimentazioni su prototipi, documen- tino che Ventita delle frecce istantanee e a lisn- g0 termine non superino i limiti seguenti: a) freccia istantanea dovuta alle azioni per- manenti G, @ a tutte quelle variabili Qu 1 Soe = 7996 b) freccia a tempo infinito dovuto alle azioni permanenti Gy e ad 1/3 di tutte quelle variabili Qu L st f= 500 Le deformazioni devono risultare in ogni caso compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli elementi costruttivi ed impianti- stici ad esso collegati 7.33 SOLAI ALVEOLARI Per i solai alveolari, per elementi privi d'ar- matura passiva d’appoggio, il getto integrativo deve estendersi all’interno degli alveoli interes- sati dalla armatura aggiuntiva per un tratto almeno pari alla lungbezza di trasferimento della precompressione. Vale anche quanto in- dicato in 7.1.6. 7.34 SOLAI CON GETTO DI COMPLETAMENTO Ja soletta gettata in opera deve avere uno spessore non inferiore a 4 cm ed essere dotata di una armatura di ripartizione a maglia in- crociata Solai misti in c.a. e cap. e blocchi di alleggerimento ~Coperture = em 12cm =Solai a portanza unidirezionale in ca, = 1/25 12cm ~Solai con travetti in c.a.p. -| 1/30 Solai in c.a. € cap. prefabbricati con unioni e0 getti di completamento —Coperture = Bem =Solai a portanza unidirezionale vinco- lati in semplice appoggio = 8am =Solai a portanza unidirezionale in re- (8 em lazione al grado di incastro 0 di conti- = nuit L/30 ~Solai costituiti da pannelli prefabbri- fg ( cati_precompressi piani (pieni o alleg- geriti) senza soletta integrativa sempli- ~ fs cemente appoggiati =Solai costituiti da pannelli: prefabbri- cati precompressi piani (pieni o alleg- . geriti) senza soletta integrativa in rela- ~ zione ai grado incastro 0 di continuita ‘8 cm 1/42 Per i solai alveolari, privi di armatura ordinaria inferiore agli appoggi, occorre tener conto che si pud considerare agente la precompressione solamente a partire da una distanza pari a 70 volte il diametro delle armature di precom- pressione. Pertanto @ necessario considerare i tratti iniziali come strutture in c.a., effettuare le dovute verifiche e disporre le dovute armature negli alveoli e/o negli interspazi tra un pan- nello e Valtro, inglobate nei getti integrativi. 24 | solai 2.4 METODOLOGIA DI CALCOLO Si espone di seguito una metodologia di calcolo per solai misti in c.a. con bloc- chi interposti di alleggerimento, a portanza unidirezionale, in quanto sono quelli piti frequentemente impiegati. Tale metodologia, con le opportune differenziazioni pud essere ovviamente estesa a tutti i tipi di solai in uso. Per una corretta progettazione si suggerisce di seguire il seguente procedimento: a) predimensionamento; b) analisi dei carichi; ©) individuazione del modello di calcolo; d) determinazione delle sollecitazioni; e) dimensionamento delle armature e verifiche delle tensioni nei,materiali. 2.4.1 PREDIMENSIONAMENTO Come primo criterio per il corretto dimensionamento dei solai ci si pud riferire a quanto indicato dalla Normativa (D.M. 14/2/92 punto 7.3.2) che definisce i valori minimi dell’altezza dei solai. Per i solai misti in c.a. e c.a.p. con blocchi interposti di alleggerimento, che non siano di semplice copertura, |'altezza minima consen- tita @ pari a 1/25 della luce di calcolo, comunque non minore di 12 cm. Tale limitazione opera un controllo sulla deformabilita del solaio e nella mag- gior parte dei casi (sovraccarichi usuali) garantisce anche la rispondenza dello sta- to tensionale del calcestruzzo ai limiti di norma. Ovviamente l’altezza del solaio, non inferiore ai limiti predetti, andra scelta tra quelle commerciali in uso. Per sovraccarichi notevoli (maggiori di 500 kg/m? con luci superiori a 6.0 m) 2 necessario verificare sin dal primo dimensionamento lo stato tensionale delle se- zioni pid sollecitate facendo ricorso a schemi approssimati di calcolo. Per quanto concerne la larghezza dei travetti, oltre a rispettare quanto indicato al punto 7.1.4.5 del D.M. 14/2/92, occorrera controllare sempre con schemi di cal- colo approssimati che, per la larghezza ipotizzata: \= le tensioni tangenziali, in prossimita degli appoggi nella sezione a filo della | eventuale zona piena, siano possibilmente contenute entro il valore della tco, | relativa al tipo di calcestruzzo impiegato; [7 la tensione di compressione del calcestruzzo, nelle zone con sezioni resistenti | pari alla larghezza del solo travetto (zone soggette a momenti “negativi” in ge- '— nere), sia minore di quella ammissibile; — il quantitativo e la relativa disposizione dell’armatura necessaria, in presenza di sovraccarichi notevoli, sia compatibile con gli interferri ed i copriferti richiesti dalle Norme (punto 6.1.4 del D.M. 14/2/92). La larghezza dei travetti non dovrebbe essere superiore a 12+14 cm. La lar- ghezza delle eventuali zone prive di alleggerimento (“zone piene”), in corrispon- denza degli appoggi, dovrebbe essere non maggiore di 50 cm. E buona norma rispettare le suddette limitazioni per evitare eccessivi incrementi di peso dei solai; qualora non fosse possibile rispettare tali suggerimenti @ consigliabile modificare Yaltezza del solaio. Per quanto riguarda lo spessore della soletta superiore essa sara in genere quel- la minima prevista dalle Norme (punto 7.1.4.4 del D.M. 14/2/92). Solo in presenza Metodologic di coleolo 25 di forti sovraccarichi o di luci notevoli potra essere consigliato verificare sin dal predimensionamento che le tensioni di compressione nel calcestruzzo della soletta siano inferiori ai limiti ammissibili aumentandone eventualmente lo spessore. Si tenga conto che la Normativa (D.M. 14/2/92 punto 3.1.3) prevede differenti valori della tensione ammissibile del calcestruzzo per travi a T con soletta collaborante in relazione allo spessore della soletta stessa. 2.4.2 ANALISI DEI CARICHI E di fondamentale importanza per una corretta progettazione effettuare un’a- nalisi dei carichi assai accurata tenendo conto del peso proprio del solaio, dei carichi permanenti portati e dei carichi accidentali. Di seguito si espone in dettaglio una guida a tale analisi. Peso In relazione alla tipologia adottata per il solaio si effettuera la valutazione del relativo peso tenendo conto: - della eventuale soletta in c.a. superiore ed inferiore; - delle nervature; - degli elementi di alleggerimento. Come pesi specifici si adottano usualmente per il calcestruzz0 2500 an per gli alleggerimenti costituiti da laterizi up valore compre € 800 kg/m? in relazione alla percentuale di vuoti presenti. Per un primo predimensionamento si pud considerare il pes plessivo delle nervature e dell'alleggerimento in laterizio pari 4_ esempio per un solaio costituito da una soletta da 4 cm e da if altezza 20 cm pud_ valutarsi approssimativamente il peso proprio in p=0.04 x 2500 +.0.20 x 1000 = 300 kg/m’. Sovraccarichi_ permanenti Si intendono come sovraccarichi permanenti quelli che agiscono con intensita praticamente costante durante tutta la vita della struttura. I sovraccarichi permanenti normalmente presenti in un edificio sono quelli do- vuli a: - intonaco o controsoffitti; = massetti per riempimento e/o per la formazione di pendenze; - impermeabilizzazione; - allettamento per la pavimentazione; - pavimentazione; ~ wamezzature. Di seguito si riportano i pesi dei materiali e degli elementi impiegati pid fre- quentemente nella realizzazione delle finiture (vedi tab.). Si mette in evidenza per quanto riguarda i massetti per la realizzazione delle pendenze, necessarie per lo smaltimento delle acque meteoriche, che il loro peso puo essere assai considerevole e richiede pertanto un’accurata valutazione. 26 | solai ateriali Peso del'unita di volume Ms o delPunita di superficie A) Calcestruzzo ordinario (non armato) 2.400 kg/m? Calcestruzzo armato, ordinario e precompresso 2.500 ” B) Make Malta di calce 1.800 ’ Malta di cemento 2.100 . Malta bastarda (di calce 0 cemento) 1,900 ’ Malta di gesso 1.200 . Intonaco (spessore 1.5 cm) 30 kg/m? ©) Manti di copertura Manto impermeabilizzante di asfalto o simile 30 . Manto impermeabilizzante prefabbricato con strati bituminosi di feltro, di vetro simili 10 . Tegole maritate (embrici e coppi) 60 . Sottotegole di tavelloni forati (spessore 3+ 4 cm) 35 : Lamiere di acciaio ondulate o nervate 12 . Lamiere di alluminio ondulate o nervate 5 . Lastre traslucide di resina artificiale, ondulate 0 nervate 10 . Lastre ondulate di cemento-amianto 20 " D) Muratura Muratura di mattoni pieni 1.800 kg/m? Muratura di mattoni semipieni 1.500 * Muratura di mattoni forati 1.100 , Muratura di pietrame e malta 2.200 ” Muratura di pietrame listato 2.100 . Muratura di blocchi forati di calcestruz20 1.200 ’ E) Pavimenti (escluso sottofondo) Gomma linoleum o simili 10 kg/m? Legno 25, ” Laterizio 0 ceramica 0 gres o graniglia (spessore 2 cm) 40 . Marmo (spessore 3 cm) 80 , PF Vetri Normale (3 mm) 75 kg/m? Forte (4 mm) 10 ” Spesso 5 (5 mm) 125 ” Spesso 6 (6 mm) 15 . Retinato (8 mm) 20 . G) Materiali per sottofondi Sabbia secca 1.600 kg/m? Calcestruzzo magro 2.200 " Lastte di fibre legnose (Eraclit, Popolit) 350 , Calcestruzzo con scorie leggere di altoforno 1.300 . Calcestruzzo di pomice 1.070 . Caleestruzzo di vermiculite 480 * Caleestruzzo di argilla espansa 500+ 2000 * Lana minerale 100 * Lastre di sughero 300 ’ Per quanto riguarda i tramezzi di peso minore di 150 kg/m? la Normativa (Cir- colare LL. PP. n. 22631 del 24/5/82 - Parte II - punto 2) autorizza a ragguagliarne il peso ad un carico uniformemente distribuito sul solaio pari a 1.5 volte il peso complessivo della tramezzatura. Metodologia di calcolo 27 Sovraccarichi accidentali Si intendono come sovraccarichi accidentali quelli che non agi permanente sulla struttura e cioé: - peso delle persone; - peso dei mobili; - peso delle usuali attrezzature e strumentazioni relative alle attivita previste nel locale. Per i solai di copertura si fara riferimento anche ai carichi dovuti al vento ed alla neve. Lentita dei carichi accidentali viene fissata dalle Norme (D.M. 12/2/82) in re- ‘azione alla destinazione d'uso degli ambienti sulla base di considerazioni pro- habilistiche. Di seguito si riportano i carichi d’esercizio da considerare in funzione della de- tinazione d’uso (vedi Tab.). Per officine con servizio pesante, autorimesse, magazzini ed altri locali destinati a portare carichi che non rientrano nel prospetto sopra riportato si devono adot- ure specifici valori dedotti mediante un’accurata analisi particolareggiata. Il carico di neve deve essere fissato in base alle condizioni locali di clima e di esposizione. Esso deve assumere comunque un valore non inferiore a quelli in- chcati al punto 3.3.2 del gia citato D.M. Anche per quanto riguarda il carico dovuto all’azione del vento si rimanda a quanto riportato nel D.M. 12/2/82. Si suggerisce di effettuare l'analisi dei carichi (peso proprio, sovraccarichi per- manenti e sovraccarichi accidentali) per una fascia di larghezza 1 m indipenden- temente dal numero di nervature in essa contenute. Sovraccarico accidentale Locale ‘yet Locali d’abitazione o di servizio o di ufficio non aperto al pub- nico e relativi terrazat di copertura praticabili 200 Locali pubblici suscettibili di affollamento (negozi, ristoranti, caffe, banche, uffici postali, aule scolastiche) e relativi terrazzi 4 copertura praticabili 350 Locali pubblici-suscettibili di grande affollamento (sala riunioni, canema, teatri, chiese, tribune con posti fissi, palestre, negozi

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