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OR eC Manuale pratico | ites) rs miofunzionale Un aiuto alla posturologia, alla odontoiatria e ad altre specialita.. MER Ce Tema EMT PARTUM CU) Oem os Ure Ce RN ee ee MARRAPESE EDITORE - ROMA Presentazione ooo... Prefacione Cap. 1 Cap. 1 Cap. I Cap. 1V Cap. V Cap. VI Cap. VIL Cap. VOL Cap. IX Cap. X Cap. XI Cap. XII Cap XIII Cap. XIV Cap. XV Cap. XVI Cap. XVIT Dizionario dei termini di pertinenza del terapista miofunzionale Invic pag. pag. Cenni di Embriologia ed Anatomia oro-facciale..... pag Fisiopatologia della deglutizione . pag, Effetti della deglutizione scorretta su organi ed apparati pag. Basi di fisiologia muscolare..... pag. Tl trattamento della deglutizione scorretta e dello squilibrio muscolare associato pag. Esercizi ragionati per la lingua Esercizi ragionati per le labbra Esercizi per la muscolatura masticatoria e per la rieducazione delle ATM..... pag. La terza fase della terapia: il condizionamento cerebrale pag. Gli errori pid) comuni in corso di Terapia Miofunzionale... - pag. Strumenti diagnostici .. . pag. Concetti di Ortodonia ..neininiinnnnennnnnnennnnnnnnnnnnnnntsnnnn pag. La Terapia Miofunzionale nel trattamento dell’handicap ....mmmenesen pag. Apparecchi ausiliari nel trattamento miofunzionale. pag. sos PAB. La motivazione in Terapia Miofunzionale... ag. La comunicazione efficace ... Pag. pag. Ix 15 19 23 33 45 si 55 x» 67 3 71 83 97 103 Manuate pratico di Terapia Miofunzionale ionale nel nostro Centro ..... Terapia Miofunzi “Pag. 197 Cap. XVIII Problemi trattati con sssesees PAR, UY Bibliografia .. Caprroto I Cenni di Embriologia ed Anatomia oro-facciale Lo sviluppo della bocca ¢ delle strutture ad essa correlate & molto precoce e gi si possono ri- scontrare i primi segni della comparsa della futura bocca nell’embrione di quattro settimane. A partire da questa epoca si ha un tumultuoso accrescersi delle strutture oro-facciali primordiali e tra la quarta e Ia settima settimana l'abbozzo del capo si va definendo in maniera chiara. A questo punto della vita intrauterina gli occhi vanno assumendo la loro posizione definitiva sul- la superficie anteriore del capo: erano partti da una posizione laterale corrispondente a quella che nel neonato é la posizione delle orecchie, ma, per l'accrescimento delle strutture che si trovano posterior- mente, essi vengono ad assumere una posizione pid centrale, per cui sembra che abbiano avuto un mo- vimento migratorio verso il centro del capo. Contemporaneamente, avvengono delle trasformazioni a livello del futuro massiccio facciale con la distinzione della mandibola e dei mascellari superiori, che mandano le loro propaggini ad ar- ticolarsi con le ossa frontali e zigomatiche. Anche all’interno della futura bocca si vengono a deli- neare le superfici orizzontali dei processi palatini, che si fonderanno soltanto in epoca successiva. Ricordiamo che lo stomodeo, che costituisce la bocca primordiale, per il processo di differen- ziazione delle strutture circostanti, a fine crescita viene a situarsi a livello dei pilastri faringei. Struttura di fondamentale importanza, durante la quarta settimana ita intrauterina e nelle set- timane successive, @ I’apparato branchiale. L’ ‘avvicinarsi dell’ectoderma all’entoderma dell’intestino faringeo con Vinterposizione di tessuto mesodermico porta alla differenziazione di cingue archi branchiali delimitati da quattro tasche. Da tali strutture prendono origine ossa, muscoli, nervi e for- mazioni ghiandolari. Dal primo arco hanno origine le ossa mascellari, la mandibola, gli ossicini dell’udito, ma anche la muscolatura masticatoria e la parte anteriore della lingua. La muscolatura mimica invece prende origine dal secondo arco branchiale, che con il terzo € quarto arco contribuisce anche alla formazione della parte posteriore della lingua. Tnnervazione Limnervazione plurima della lingua risente della sua formazione multibranchiale cosi avremo che i due terzi anteriori ricevono Vinnervazione sensoriale generale dal V paio (trigemino) e quella speciale gustativa dal VII (facciale) (papille fungiformi), il terzo posteriore la sensibilitd sia genera- le che gustativa dal IX (glossofaringeo) (papille vallate e foliate); la sensibilitd della base linguale fa capo al X (vago). La motilita della lingua proviene dal XII paio di nervi cranici (ipoglosso). 1 Manuale pratico di Terapia Miofuncionale La muscolatura di interesse miofunzionale 2 essenzialmente costituita da quella linguale, dg quella masticatoria, da quella mimica ed ancora da quella del tratto cervicale. Muscolatura linguale T muscoli della lingua si distinguono in intrinseci ed estrinseci. I primi non si inseriscono a ¢a. pi ossei, ma hanno il loro sviluppo esclusivamente all'interno della struttura linguale. Gli estrinseci hanno una inserzione ossea ed un capo nella struttura linguale Muscolatura intrinseca M, longitudinale superiore. Accorcia la lingua ¢ ruota Ja punta in alto. M, longitudinale inferiore, Accorcia la lingua e la ruota in basso. M. trasverso, Allunga la lingua e la restringe. M. verticale, Schiaccia e allarga la lingua. Muscolatura estrinseca M. Genioglosso. Prende inserzione sul tubercolo mentoniero e sulla superficie interna della sin- fisi mandibolare. Fil pid voluminoso ed il pitt forte dei muscoli linguali. La contrazione delle fibre anteriori retrae la lingua, quella delle fibre posteriori la protrude. La contrazione globale porta Ia lingua in una posizione intermedia e ’abbassa. M, Palatoglosso. Si inserisce sull’arco palatino ¢ lateralmente alla base della lingua. E innerva- to, unico muscolo linguale, dall’XI paio. La sua contrazione abbassa il palato molle ¢ retrae la Ii gua, M. Stiloglosso. E V’antagonista del genioglosso, portando con la sua contrazione la lingua in alto ¢ in dietro. E probabilmente il muscolo pid importante per una deglutizione corretta e riceve Vattenzione soprattutto da parte degli osteopati e di quanti guardano al corpo umano in maniera “olistica” per la sua inserzione sull"apofisi stiloide del temporale, stimolando probabilmente con Ja sua contrazione Ja motilita cranica. M. Joglosso. Origina dal grande como dell’ osso joide e si inserisce sulla porzione posteriore del- la lingua, Con la sua contrazione deprime e retrae la lingua. Contribuisce ad elevare I’osso joide. Muscolatura mimica I muscoli che pit interessano sono: ‘M. Buccinatore, Schiaccia le guance contro le arcate dentarie. M. Orbicolare del labbro. Con la sua contrazione permet il sigillo labiale. M. Mentoniero, Protrude il labbro inferiore. Muscolatura masticatoria M. Temporale. E un muscolo di aspetto triangolare che si origina dalla cresta temporale & si it~ serisce al processo coronoide ed al ramo della mandibola, Si Possono riconoscere tre capt: Capo anteriore: eleva e protrude la mandibola. Capo medio: eleva la mandibola e la retrae leggermente. Capo posteriore: retrae la mandibola, Cenni di Embriologia ed Anatomia oro-facciale . Prerigoideo interno (mediale). Origina dalla fossa per tino Pi ae eae eee ae ae A sfenoide,dall'sso pala polare. Eleva ¢ protrude la mandibola, Nella contrazione monolaterale ccnp so aneolo mand- Cnet ano le contribuisce alla deviazione M. Prerigoideo esterno (laterale). capo s de ala dello sfenoide e dalla cresta nae sf enigina dalla superts mnina pterigoidea laterale. Entrambi si inseriscono a Condilo mandibolare e sul margine anteriore del dis mmandibolare. La contrazione bilaterale del capo inferiore porta la mandibola verso il lato opposto. M. Massetere. E composto da due capi muscolari; entrambi mascellare al ramo mandibolare, eleva la mandibota, T seguenti muscoli: M. Palatini Tensore del velo palatino Blevatore del velo palatino M. Sovrajoidei Digastrico (capo anteriore) Milojoideo Stilojoideo Geniojoideo sono muscoli abbassatori della mandibola e quindi antagonisti dei muscolielevatori precedentemen- te descritti. ‘ i icie esterna della gran- il capo inferiore dalla superficie laterale della la- lla depressione esistente sulla parte anteriore del 0 articolare presente nell’articolazione temporo- Protrude la mandibola, la contrazione monolaterale i vanno dal processo zigomatico del Muscolatura faringea Salpingofaringeo (dalla tuba alla parete faringea, costringe la tuba durante la deglutizione). Palatofaringeo (dall’ aponevrosi del palato molle alla cartilagine posteriore tiroidea, restringe le fauci). Stilofaringeo (dal proceso stiloideo al margine posteriore della cartilagine tiroide e alla parete postero-laterale del faringe, eleva faringe e laringe), Costrittore superiore (dalla lamina pterigoidea mediale e dal rafe mandibolare al tubercolo fa- ringeo e al rafe faringeo). Costrittore medio (dai corni joidei al rafe faringeo). Costrittore inferiore (dalle cartilagini cricoidea e tiroidea al rafe faringeo). tre costrittori contraendosi in sequenza hanno la funzione di sospingere il bolo verso T’esofago. Cariroto II Fisiopatologia della deglutizione La deglutizione & un atto quanto mai complesso, che richiede, per potersi espletare corretta- mente, |’intervento di una molteplicitd di elementi partecipanti che vengono ad attivarsi in maniera sequenziale. E indispensabile quindi che l’organismo umano sia in grado, immediatamente dopo la nascita, di poter effettuare un atto deglutitorio completo, in mancanza del quale la vita verrebbe immediata: mente a spegnersi a meno di un intervento terapeutico immediato. E per questo motivo che il feto si prepara con grande scrupolo a questa sua indispensabile attivita postnatale gia a partire dal quarto mese di vita intrauterina. Non & infrequente il riscontro, durante un controllo ecografico, di un feto che si suechia il dito. Ma la deglutizione, nella sua complessit, richiede un perfezionamento che por- ti all instaurazione di un engramma cerebrale, che poi si manterra per tutta la vita (a meno che non sopravvengano circostanze esterne modificanti); perché il meccanismo venga perfettamente recepi- to occorrono circa sei mesi. Durante questo periodo il neonato @ sensibile a spinte esterne di molte- plici origini e che sono in grado di deviare il recepimento de! meccanismo da parte dell’ encefalo, fi- no all’instaurarsi di una deglutizione francamente scorretta. ‘Abbiamo visto nel capitolo precedente quali siano i muscoli interessati al movimento che porta alla ingestione degli alimenti; andiamo ora ad analizzare il movimento stesso nelle sue fasi succes- sive, Timeccanismo della deglutizione & basato, come abbiamo detto in precedenza, sul susseguirsi di una serie di contrazioni muscolari che avvengono in modo coordinato e conseguenziale, tali da far si che il bolo alimentare, una volta raccolto sulla parte dorsale della lingua, inizi il suo cammino verso Vapparato digerente. : ‘Vengono cosi distinte una fase di preparazione del bolo, che si forma con la funzione della mu- scolatura intrinseca ed estrinseca della lingua e di quella delle guance, ¢ tre fasi della deglutizione Propriamente detta, A a La prima fase, detta pure fase orale, ¢ completamente consapevole ¢ volontaria ed & quella pit fa- cilmente modificabile con una rieducazione adeguata. La lingua parte da una posizione “neutra” o di Tiposo (collegata alla rest position mandibolare) dove, per l’equilibrio presente tra muscoli protrusori € retrusori, elevatori ed abbassatori, il corpo linguale assume una postura non orizzontale, ma legger~ mente obliqua, con direzione dall’ alto in basso ¢ antero-posteriore (mesio-distale) (Fig. 1). Da questa Posizione, in cui la punta della lingua viene a toccare leggermente il palato nella regione ae oo ‘0al di dietro della papilla interincisiva, mentre un solco si scava progressivamente sulla sUpEICIE 1 sale della lingua, inizia un movimento di schiacciamento progressivo del corpo linguale al di sotto del- 5 vate praca di Te" Man Fig. 1+ Lingua in posizio sig Miofuncionale one neutra Fig.2- Fase orale della deglutzione Fig. 3 - Lingua in psi la volta palatina con direzione antero. “Po: con scomparsa del soleo e progressions ate, verso i faringe (Fig. 2). 1 movimento gy zie alla contrazione simultanea del m, Lon t"® 8% Ngituding, IMA fase, gy Blossoe py, in altoe in. le superiore e del m. Trasverso nella pri guita dalla contrazione dei muscoli Stil Tatoglosso che tirano la base della lingu, dietro. A questa fase fa quindi seguito ta fase fay gea. Quando i bolo passa nel faringe entrany contrazione il muscolo Salpingofaringeo per ci, dere la tuba ed impedire un reflusso di alimenti dal faringe verso l’orecchio, i muscoli sovrajoiei, con Jo scopo di sollevare I’osso joide e, chiudend i. ringe, impedire il passaggio di sostanze nel canale respiratorio, i muscoli costrittori superiore, medio ed inferiore che si contraggono in successione per ottenere la progressione del cibo verso l'esofago, Questa fase & consapevole, ma involontata: ad essa fa seguito la fase esofagea, inconsapevole ed involontaria. Anche queste fasi, seppure invo- lontarie, possono risentire di un trattamento di rie- ducazione della deglutizione, beneficiando del re- quilibrio funzionale iniziato lavorando sulla fase deglutitoria orale. Durante l’atto deglutitorio “normale”, con il passaggio del bolo dalla bocca al faringe, viene & crearsi una pressione aerea negativa, responsabile della detersione delle tube di Eustachio con aspirt- zione dei muchi dall’orecchio verso il faringe € quindi con un’azione di detersione che si ripete Ht micamente duemila volte nel corso delle ventiquat™ tro ore. Nella deglutizione scorretta le fas glutizione restano le stesse, ma i tempi di tans! sono allungati e le contrazioni muscolari avvene” no in maniera impropria. : La fase orale & quella che pitt ne risen gua in questo caso inizia il suo movimento parte da una posizione di riposo gia spesso alterata ( sempre la postura® bassa 0 avanzata), ef, sizione (Fig. 3) essa non si muove in alto@ #7” bensi in avanti, appoggiando la sua base oie 0, ¢o delle faucie Ia porzione pid posteiow oa si della de- incurvando la parte mediana in basso. f0" 4- Deglurizione scorretia Fisiopatoto a della deglul Concavita sul dorso ¢ dando luogo ad una spinta ri volta in avanti (Fig. 4), contro identi superiori, con- ‘ro gli inferiori o tra identi stessi, dando luogo ad al- ‘erazioni di sviluppo delle strutture ossee e quindi al- le patologie che ben conosciamo. Il muscolo preci- Puamente coinvolto & il Genioglosso, mentre Stilo- glosso ¢ Palatoglosso sono inattivi, La deglutizione in questa circostanza pud avvenire soltanto con T'aiuto della pressione positiva che viene ad instaurarsi attra- verso la contrazione dei muscoli Buccinatori e del- VOrbicolare delle labbra. Essi infatti vengono ad as- sumere una funzione vicariante importantissima; senza la loro attivita di contrazione a lingua, muo- vendosi in direzione postero-anteriore, verrebbe a spingere il cibo fuori della bocca, tramite la loro azio- ne di stantuffo invece il bolo pud essere spinto verso ilfaringe (Fig. 5). I tipo di danno che si instaura & fondamental- mente in rapporto all’etd del soggetto nel quale si sviluppa. Una lingua che spinge in avanti pud pro- vocare nel paziente in crescita una deformazione ‘ossea con malposizione dentale (Fig. 6) e, frequen- Fig. 6- Efe dela spina linguate sulla premaxila temente la comparsa di un morso aperto (Fig. 7); in Un adulto che abbia resistito per anni ¢ anni alla Spinta linguale per merito di un osso particolar- Mente robusto, con il passare del tempo pud in- Staurarsi un danneggiamento progressivo del tessu- =| le ig. 5 - Smorfia per contrazione dei muscoli buccinatori & dell orbicolare ig, T= Morso aperto da deglutizione scorreta Manuale pratico di Terapia Miofuncionale to di sostegno degli elementi dentali con comparsa di migrazione ¢ vacillamento prima e perdita degii stessi in un secondo momento (Fig. 8) La spinta linguale pud essere indirizzata anche nei settori laterali delle arcate dentarie, con inter- posizione tra le arcate e mancata eruzione comple. ta degli elementi dentali con conseguente diminu- zione della dimensione verticale ¢ morso coperto (Fig. 9). Tale aspetto paradossale & dovuto ad una lingua che si intromette in entrambi i settori latera- li, determinando un difetto di eruzione dentaria e, di conseguenza, un affondamento del morso per mancanza di contatto tra le due arcate dentarie. Fig. 8 - Effet parodontali deta spinta linguate in un adulto La stessa interposizione & anche causa dei pro- blemi di malposizione mandibolare e di patologia dell’ articolazione temporo-mandibolare che spesso si riscontrano. Infatti, la presenza di uno spazio li- bero in eccesso tra le arcate dentarie determina un sollevamento ed un arretramento della mandibola nel momento della ricerca di un’occlusione denta- ria, Ma come spiegare con parole semplici ad un paziente il suo problema? Per mostrare con chiarezza il nostro approccio ® forse utile simulare, come ci ha insegnato il no- stro maestro Daniel Garliner, un dialogo con un Fig.9- Morso coperto da interposicione lingualelaterale ipotetico paziente, “Caro Marco, come hai visto dall’esame che abbiamo effettuato con l’aiuto della crema lumi- nosa che abbiamo messo sulla tua lingua, questa non si muove correttamente ma, al momento di in- goiare, invece di schiacciarsi contro il palato, spinge contro i tuoi denti”. “Ma che differenza fa?” "Se durante una giornata si ingoiasse una o poche volte, non ci sarebbe alcun problemas il fatto & che nelle ventiquattro ore ingoiamo circa duemila volte ed ogni volta la lingua spinge contro i den- {icon la forza di almeno un kilogrammo, Se moltiplichiamo questa quantita per le duemila volte (& iJ numero medio di deglutizioni giomaliere) ci rendiamo conto che la spinta totale esereitata dalla lin- gua nelle ventiquattro ore & di almeno duemila kilogrammi. (E come un elefante appeso ai no- ; é ee era a tenere La pressione esercitata dalla lin honostante lo spessore dell’osso, ta finisce contro i denti o tra i der lingua che spinge contro gli inci 'gua nella deglutizione normale é diretta contro il palato che, subisce una modellazione; nella deglutizione scorretta tutta la spin- ‘nti € questo causa a volte grandi deformita. E non & colpa solo della ivi, ma il movimento scorretto determina una mancanza di sostegno Fisiopatologia della deglutizione del palatoe soprattuto una mancanza di spinta del cibo verso la gota. eibo anci verrebbe, seguen- do il movimento linguale, buttato fuori della bocca se non subentrusse lu conmaine ete hen specialmente delle guanee, che sono le massime responsabili della delonmenen eh palato. Que- sutimo infatt viene a subire una pressione ditetadall‘esterno allinemno delle hoa a eo ne bilanciata dalla pressione esercitata dalla lingua che, nel ian la deglutizione scorretta, non supporta af- fatto il palato. Ci® provoca un restringimento di questo a livello delle regioni laterali ed un two eon. ristrette, determinando pure una devia ere di una determinata lunghezza, si deve ne del setto nasale che, programmato dalla natura per ess adattare a svilupparsi in uno spazio minore” “B per questo allora che respiro con la bocea?” “Certo! Cid determina un conseguente cambiamento dalla respirazione nasale a quella orale, fa- vorita anche dalla posizione bassa della lingua, nella quale prevale la funzione dei muscoli che la spingono in fuori su quella dei muscoli che la sollevano in alto e la tirano indietro. E estremamente importante che noi respiriamo tutti con il naso perché quando si respira bene il cervello si ossigena meglio e si & pid attenti a scuola e si 2 pitt forti nellattivita sportiva, Anche il nostro portamento @ pitt corretto e stiamo pid diritti, prevenendo problemi alla colonna vertebrale co- me il terribile mal di schiena. Quando respiriamo con la bocca, come abbiamo detto, il palato & stretto e alto e cid determina una diminuzione dello spazio aereo disponibile. L’aumento della resistenza al passaggio dell aria fa mantenere una respirazione prevalentemente orale, instaurando un circolo vizioso che peggiora sem- pre pid la situazione. E indispensabile quindi che venga ripristinata una corretta respitazione prima che i danni siano cosi gravi da costringere comunque ad un intervento chirurgico che ripristini uno spazio aereo ade- guato. L’unico mezzo valido a questo scopo @ il Trattamento Miofunzionale”. Caprro.o II Effetti della deglutizione Scorretta su organi ed apparati I danni causati da una deglutizione scorretta non s altri organi ed apparati, che vengono variamente colpiti. Lapparato pitt intimamente coinvolto @ quello respiratorio. Gli squilibri muscolari, come ab- biamo visto, determinano anomalie di forma del palato che si introflette nelle cavita nasali divenen- do stretto e alto (il cosiddetto palato ogivale) e cid determina, come abbiamo visto nel precedente ca- pitolo, una diminuzione dello spazio aereo disponibile. L’aumento della resistenza al passaggio del- Varia che ne consegue, favorisce una respirazione prevalentemente orale, instaurando un circolo vi- zioso che peggiora sempre pid! la situazione. II palato ristretto condiziona infatti una difficolta della lingua a sollevarsi al di sotto di esso, per una incongruita progressivamente crescente tra grandezza della lingua stessa e diametro dell’ arcata dentaria superiore. La postura bassa della lingua che ne con- segue ¢ la sua alterata funzione tendono a favorire ancora di pitt la respirazione orale la pressione delle guance, che reiterano I’effetto compressivo sul palato durante ogni atto deglutitorio, Quando si respira con la bocca, il muco che si forma nei seni paranasali tende a ristagnare, non essendo asportato dal flusso d’aria, e cid induce un aumento di volume delle adenoidi, che sono co- strette ad un maggior carico di lavoro; quindi si tratta di solito di adenoidi soltanto pitt voluminose del normale e non infiammate. Lo stesso pud capitare alle tonsille che anch’esse sono soggette ad un lavoro maggiore, essendo la maggior parte dell’aria convogliata nel cavo orale, dove il filtro ® costi- tuito proprio dal tessuto tonsillare. : : La pressione positiva che viene a crearsi nel cavo faringeo durante l'atto deglutitorio determina ingestione di aria (la cosi detta aerofagia), tendenza al “colon irritabile”, sensazione di ripienezza, che porta il bambino ad interrompere il pasto, salvo poi aver fame dopo poco tempo, ma ayvertendo i nuovo, dopo pochi bocconi una sensazione di sazieta, Alla sensazione di distensione addominale si accompagnano frequentemente eruttazioni e flatulenze per l'eliminazione del gas in eccesso. : Anche la masticazione @ alterata, spesso lenta, stentata, a causa dell’iperlavoro dei heen che Partecipano in maniera impropria alla deglutizione. Caratteristica & la frequente antipatia a a car- ne, per il fatto che richiede una masticazione accurata, masticazione che il paziente, dato lo squi brio esistente nella sua muscolatura orale e periorale, trova faticoso attuare, preferendo I ee di sostanze pitt morbide o che richiedano meno sforzo masticatorio. In altri cast il paziente tende a ingoiare il cibo velocemente, senza quasi masticarlo. esauriscono a livello orale, ma interessano Manuale pratico di Terapia Miofu di arin & anche responsabile, nei primi mesi di vite, delle coliche gassose di fre. quente riscontro durante Mallattamento con metodiche artficiali. ee Tl bambino che ingoia male 2 spesso affetto da otiti, inizialmente catarrali, che successivamen. te possono divenire purulente; esse sono frequenti soprattutto nella prima infanzia ed anche per esse si voluta ricercare la causa nella pressione positiva che potrebbe determinare un’inversione del flu 0 dei secreti presenti nell’ orecchio medio € nelle tube di Eustachio, secreti che, anziché essere aspi rati e drenati nel cavo faringeo durante l’atto deglutitorio (spremuti per cost dire ale contrazione del muscolo salpingo-faringeo), verrebbero a ristagnare all’interno della tuba e dell’ orecchio. Que- sta ipotesi patogenetica ¢ avvalorata clinicamente dagli innumerevoli miglioramenti delle audiome- trie di bambini dopo la rieducazione miofunzionale. : : La stessa variazione di pressione aerea all’interno dell’ orecchio é stata presa in considerazione per spiegare i miglioramenti o la scomparsa spesso completa degli acufeni, patologia correlata in pas- sato prima con problematiche circolatorie e poi anche con malposizioni mandibolari. Secondo le ipotesi pitt recenti, confortate appunto dai miglioramenti ottenuti con un trattamen- to miofunzionale, la genesi degli acufeni sarebbe legata alle variazioni pressorie. In condizioni nor- mali i suoni, come sappiamo, vengono trasmessi come vibrazioni dalla membrana timpanica a quel- la della chiocciola attraverso la messa in risonanza degli ossicini dell’orecchio fino alla staffa che, appoggiata sulla membrana cocleare, trasmette le vibrazioni al liquido all’interno di questa, provo- cando la comparsa di onde che vanno a stimolare le cellule del Corti, indovate nella sua parete. Qui lo stimolo meccanico viene trasformato ¢ inviato all’encefalo. ‘Alterazioni della pressione aerea darebbero luogo, soprattutto durante I’atto deglutitorio, ad una compressione della membrana cocleare, producendo onde che verrebbero percepite come un sono vago e fastidioso. ‘Anche il lavoro dello specialista del linguaggio risente quasi sempre in maniera impressionante del miglioramento delle capacit’ della lingua e delle labbra che seguono ad un trattamento miofun- zionale. Nella stragrande maggioranza dei casi il trattamento logopedico pud divenire addirittura su- perfluo dopo la rieducazione miofunzionale dimostrando che, una volta che la muscolatura @ in gra- do di lavorare, il cervello sara in grado di far si che l’input inviato possa dare effetti idonei, non ot- tenibili senza una corretta funzione muscolare. Un ambito in cui @ parimenti coinvolta la rieducazione miofunzionale & quello che riguarda i problemi dell’occhio, occhio visto non solo come capacitd visiva, ma anche e soprattutto come fun- zione di messa a fuoco binoculare. Innumerevoli sono i pazienti che, a fianco di una deglutizione scorretta, presentano problemi di forie, strabismi conclamati, o piti semplicemente di stanchezza oculare. In molti casi abbiamo potu- to accertare miglioramenti della coordinazione oculare della motilita oculare in genere, scomparsa di “occhio pigro” e strabismi, ma anche miglioramenti del visus con scomparsa di miopie e iperme- tropie in pazienti giovani a seguito di una rieducazione muscolare oro-facciale. __ Laspiegazione risiede nel fatto che il mascellare, oltre a costituire il palato, fornisce anche il p&- vimento all’ orbita. Un palato ristretto si accompagnera quindi, molto frequentemente ad un’ orbita ri- stretta € le cui suture mostrano poca o scarsa mobilita, con la conseguenza che I’ occhio é costretto ad adattarsi in uno spazio che presenta un diametro latero-laterale ristretto rispeto alle esigenze di sfericitA dell’occhio, che @ costretto ad allungarsi per adattarsi alle disponibilita di spazio. Un recu- pero di ampiezza del diametro permettera all’ occhio di riacquistare sfericita e formazione dellim- magine a livello retinico. Pud inoltre essere coinvolto anche un altro meccanismo, derivante dalle va- riazioni di stimolazione del muscolo ciliare conseguenti alle compressioni dei nervi cervicali dovute Liingestione 12

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