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Caprrovo IL. LA SCUOLA IONICA 6 tile 7. CARATTERE DELLA FILOSOFIA PRESOCRATICA. dominata dal problema cosmolo- Jafilosolia presocrtic sino 2: pag Ese a es lude. 'uomo. dalla.sua.considerazione; ma nell'yomo vede soltanto una parte o un elemento della natura, non gia il centro di un proble- ma specifico. Per i presoctatici, gli stessi principi che spiegano la costituzio- ne del mondo fisico, spiegano la castituzione dell’uomo.-I! riconoscimento del carattere specifico dell’esistenza umana @ loro estraneo ed & quindi estra- neo il problema di cid che I'uomo @ nella sua soggettivita come principio auto- rnomo della ricerca. Il edmpito della filosofia presocratica 2 quello di rintrac- ciare e riconoscere, al di la delle apparenze molteplici e continuamente mute- voli della natura, Iunita che fa della natura stessa um mondo: l'unica sostanza —Ypche costituisce il suo essere, unica legge che regola il suo divenire. La so- ‘wanza & per i presocratici la zaateria di-cui putte le-cose sono composte; ma ¢ anche la fona che spiegalajora compassion, a loro nasa ela loro morte, ¢ Toro perenne mutamento. Essa & principio non solo nel senso che spiega la loro origine ma anche ¢ soprattutto nel senso che rende intelligible e ri- conduce all’unita quella loro molteplicita mutevolezza che appare alla pri- ‘ma osservazione cost ribelle ad ogni considerazione unitaria. Di qui deriva il carattere attivo e dinamico che la natura, la physis, ha per i presocratici: essa non & Ia sostanza nella sua immobiliti, ma la sostanza come principio di azione ¢ di inteligibilita di tutto cid che @ molteplice ¢ in divenire. Di qui >} j deriva pure il cosiddetto\glozaigme dei presocratici: la convinzione implicita che la sostanza primordiale corporea abbia in sé una forza che la faccia muo- vere e vivere La filosofia presocratica, pur nella semplicita del suo tema speculativo nella grossolanita materialistica di molte sue concezioni, ha acquisito per la prima volta alla speculazione la possibilita di intendere la natura come un evcwia.acribd.com| Baruch 5S fncrken CCAPITOLO H- LA SCUOLA ONICR mondo ¢ ha messo a fondamento di questa possi 5 ta la sostanza, concepita come principio dell'essere e del divenire. Ora che queste conquiste riguardi- smente il mondo fisico, ¢ un fatto indubitabile; ma é altrettanto indubitabile che esse portano con sé, almeno implicitamente, altrettante con- guiste che concernono il mondo proprio dell'uomo e la sua vita interiore L’uomo non pud rivolgersi all'indagine del mondo come oggettvitd, senza ve- nire in chiaro della sua soggettivita; il riconoscimento del mondo come altro da sé & condizionato dal riconoscimento di sé come io; e reciprocamente. ‘L’vomo non pud andare in cerca dell'unitd dei fenomeni esterni, se non sen- te il valore dell’unita nella sua vita ¢ nei suoi rapporti con gli altri uomini, ‘Luomo non pud riconoscere una sostanza che costituisca lessere ¢ il princi pio delle cose esterne se non in quanto riconosce altresi lessere e la sostanza della sua esistenza singola od associata. La ricerca diretta al mondo oggettivo 2 sempre connessa con la ricerca diretta al mondo proprio dell'uomo, Questa connessione diventa chiara in Eraclito. Il problema del mondo fisico ® da lui posto in essenziale unie® col problema dell 9; ed ogni conquista in quel cam- po gli appare condizionata dall’indagine rivolta a sc stesso. «Lo ho indagato me stesso» egli dice (fr. 101, Diels). Al di fuori di Eraclito, tuttavia, il pro- blema verso cui intenzionalmente si dirige la ricerca dei presocratici é il pro- blema cosmologico: tutto cid che Ja ricerca diretta a questo problema implica nell’'uomo ¢ per Puomo, rimane inespresso e spetterd al periodo successive minato dalla natura del suo problema; e non c'é dubbio che il problema do- [ss filosofia greca di metterlo in chiaro. Il carattere di una filosofia é deter- minante nella filosofia presocratica sia quello cosmologico. La tesi prospettata da critici moderni (in contrapposizione polemica a quella di Zeller, del puro carattere naturalistico della filosofia presocratica) di una ispirazione mistica di tale filosofia, ispirazione dalla quale essa avrebbe tratto la sua tendenza a considerare antropomorficamente 'universo fisico, si fonda su ravvicinamenti trova d’altronde le sue ori jtrari che non hanno base storica. Questa tesi nell'ultima fase della filosofia greca, che, per Ja sua ispirazione religiosa, volle fondarsi su una sapienza rivelata e garantita dalla tradizione; ed appunto da quella fase attinge le testimonianze su cui fonda quel tanto di verisimiglianza che possiede. Ma # noto che Neopitagori ci, Neoplatonici, ecc., fabbricavano le testimonianze che dovevano servire a dimostrare il carattere religioso-tradizionale delle loro dottrine. Ed & impos- sibile impostare l'intera trattazione della filosofia greca sui loro stessi pre- 3 supposti: specialmente quando il merito maggiore dei primi filosofi della Grecia & stato quello di aver isolato un problema specifico e determinato, il problema del mondo, uscendo dalla confusione caotica di problemi e di esi- ewcwea.scribid.crt|Caruch5S I ia Poronls seme ump atte a ‘ » gid de qe Gabon ana, mre Pe i len aby dayamint che Nita, Welle ud nhs we & by we & bey teqate onda 4 Gt) 16 PARTE PRIMA - LA FILOSOFLA ANTICA genze che si intrecciavano nelle prime manifestazioni filosofiche dei poeti e dei profeti pi antichi hanno per la prima volta realizzato quella riduzione della natura all’ opgettivita, che la prima condizione di ogni c ne scientifica della natura; ¢ questa riduzione é esattamente l’opposto Tusione tra Ta natura’e I'uomo, che ¢ propria del misticismo antico. Che la cerca naturalistica implichi il senso della soggettivita spirituale o contribuisca a formarlo, & poi (come si 2 detto) un fatto indubitabile; ma questo fatto non 2 dovuto a un influsso religioso sulla filosofia, bensi é un nesso che i proble- mi realizzano nella vita stessa dei filosofi che li dibattono. a J] fondatore. della scuola ionica & TAteTE. di Mileto, contemporaneo di Solone e di Creso. La sua acmé, cio’ il suo fiorire @sifuato verso l'anno 585 a.C., quindi la sua nascita deve risalire al 624-23; la sua morte si fa cadere nel 546-45. po ‘Talete fu uomo.politica,.astronomo, matematico ¢ fisico,-oltre.che filoso- foxCome uomo politico spinse i Greci della Ionia, come narra Erodoto (I, 170), a unirsi in uno stato fedetativo con capitale Teo. Come astronomo pre- disse.un-eclisse.solare (probabilmente quello del 28 maggio 585 a. C.). Come_ ‘mitematico,.tr0vd.vari.teoremindi-geometria..Come fisico, scopri le propri 1 del magnete, La sua fama di savio continuamente assorto nella speculazio- ne é testimoniata dall’aneddoto riferito da Platone (Teet., 174), secondo i quale osservando il cielo cadde in un pozzo, suscitando il iso di una servetta trace. Un altro aneddoto riferito da Aristotele (Pol., I, 11, 1259 a) tende in- vece a mettere in luce la sua abiliti di uomo d’affari: prevedendo un abbon- dantissimo raccolto di olive, egli prese in affitto tutti i frantoi della regione ¢ li subaffittd poi a un prezzo molto piti alto agli stessi proprietari. Si tratta probabilmente di aneddoti spuri riferiti a Talete pit come a simbolo e incar- nazione del savio che come a persona. L’ultimo poi (come lo stesso Aristote- le osserva) mira a dimostrare che la scienza non & inutile, ma che di regola ali scienziati non se ne servono (come potrebbero) per atticchirsi Non-pare.che abbia lascisto scritti filosofici,. Dobbiamo. ad.Aristotele la. conoscenza-della-sua-dottrina.fondamentale, (Meti-ly3, 983 b, 20): «Talete dice che il principio @ l'acqua, percid anche sosteneva che la terra sta sopra acqua; prendeva forse argomento dal vedere che il nutrimento d’ogni cosa tumido © persino il caldo si genera e vive nell'umido; ora cid da cui tutto si genera & il principio di tuttep Percid si appigli® a tale congettura, ed anche escoewsscribid,came| CarwchES 8. Tavere. thes 2 tmard —_ ey v4 APMTOLO Ht 1A ScLOLA tsa v aot Qperché semi di rote ld cose hanno una nature umida e I'acqua & nelle cose umide il principio della loro natura». Aristotele.osserva che questa credenza e-antichissima; Omero ha cantato che Oceano e Teti sono pi la ge- one. Uno solo & dunque I'argomento che Aristotele presenta come pro- prio di Taletesche-lasterrastarsopra:lacqua:,l'acqua.2qui-sostanzarnel suo —- ¢~ significato pit semplice, come cid che sta sotto (subiectum) e sostiene. Un al- “dl tro argomento (la generazione dall’umido) & addotto solo come probabil forse ® congettura di Aristocele. All'acqua, Talete pensava congiunta una for ‘za attiva, vivificatrice e trasformatrice: in questo senso, forse, egli diceva che «tutto é pieno di Dio» e che il magnere ha un'anima perché attira il ferro. =, Et om. ; ar 9. ANASSIMANDRO, : Concittadinowe=contemporaneo"aTaléte, ANASsIMANDRO nacque nel a 610.609 (aveva 64 anni quando nel 547-46 scopr{ lobliquita dello Zodiaco). ‘Feranch‘egli-uomo.politico.ed.astronomo.-E.il_primo.autore di scritti filoso~ ficirirr @retia; la sua opera.in,prosatutomo.alla.matura.segna una tappa note- ole nella speculazione cosmologica degli ionici. Per primo egli-chiamdsla.so- stanza unica.col,nomesdi-principion(arch¢); e"Tionobbestale-principio non nell’acqua o nellaria o in altro particolare elemento, ma nell'infnito_(dpei- ~. ron) cio’ el ev infinite della rateria ee cose hanno SE eT. stabilito per esse da una legge necessaria. Questo,principio infinito abbraccia € £overa. ogni. cosa; per suo conto & immostale e indistxuttibile, quindi di no, Esso non va concepito come una miscela (migma) dei vari eleme: porei in cui questi siano compresi ognuno con le sue qualita determi ~y 4 piuttosto come uismatetiasin,cui.gli,elementi non sono ancora distinti ¢ che "| percid, oltre che infinita, & anche indefinta (adriston) (Diels, Aa). ‘Queste determinazioni rappresentano gid uno sviluppo ¢ un arricchimen- to della cosmologia di Talete, In primo luogo, il caratcere 2 ideterminato del- la sostanza primordiale, che non si identifica con nessuno degli elementi cor- porei, mentre consente di intendere meglio la derivazione di questi elementi come altrettante specificazioni e determinazioni di essa, toglie ogni carattere di vera e propria corporeita alla sostanza stessa ¢ ne fa una pura massa quan- titativa 0 estesa, La corporeita essendo infatti legata alla determinatezza de- ‘i elementi particolari, l'dpeiron non pud distinguersi da questi se non nel- Tressere privo delle determinazioni che costituiscono la loro corporeita sensi bile e nel ridursi quindi all'infinito spaziale. Sebbene non possa ritrovarsi in Anassimandro il concetto di uno spazio incorporeo, lingleterminatezza del-} ||... swcwcnserthd.com[Baruch5S NV fale the 1 Inde fail, apeiron, riducendolo alla spazialita \pe fa necessariamente un corpo deter- minato soltanto dalla sua estensione. Ora tale estensione & infinita ¢ come tale abbracciante © govemante il vutto (Diels, A 15). Queste determinazioni e soprattutto la prima, fanno dell’épeiron una realta distinta dal mondo ¢ tra- scendente: cid che abbraccia & sempre fuori e al di lA di cid che viene abbrac- ciato, sebbene in rapporto con esso. II principio che Anassimandro pone co- me sostanza originaria merita dunque il nome di «divino». L'esigenza stessa della spiegazione naturalistica conduce Anassimandro ad una prima elabora- zione filosofica del trascendente e del divino, per la prima volta sottratto al- la superstizione ed al mito. Ma Vinfinito & anche cid che governa il mondo: ess & dunque non solo la sostanza ma la legge del mondo Per primo, .Anassimandro.si--proposto’ilproblema:del:processo-attraver- Aho if quale le cose-derivanordalla-sostanza.primordiale, Tale,processo:® la se. _Darazione. L.a.sostanza infinita & animata da un eterno movimento, in.virtié dlel.quale.si separano. da essa'i contrati*caldo.e freddo, secco ed umido, ecc. ag ‘questa separazione.si.generano i mondi infiniti, che si succedo- 10. ».un.ciclo.eternak-Per ogni mondo, il tempo della nascita, della du- \\ yy rata'e della fine & segnato.fuTutti gli esseri devono, secondo l'ordine del Ci) ¥ tempo. pagare gi uni agli altri fio-della loro ingiustitia» (rT, Dies\FQui Tadeaas i gists che Solone riteneva dominatrice del mondo umano, legge ‘che punisce Ta prevaricazione ¢ la prepotenza, diventa legge cosmica, legge che regola la nascita e la morte dei mondi. Ma gual & T'ingidstizia che tutti Hl gir conimesion «che ati devon espiare? Evidentemente, ea ¢ do ‘vuta alla costituzione stessa € quindi alla nascita degli esseri, dato che nessu- no di essi pud evitarla come non pud sottrarsi alla pena. Ora la nascita é, co- ‘me-sisé-visto, la separazione.degliesseri. dalla sostanza infinitaEvidente- ‘mente, questa separazione & la rottura dell'unita, che & propria dellinfinito; # il subentrare della diversita,.quindi del contrasto,-la.dove erano Vomoge- neita ¢ l'armonia»\Gon-la.separazione. unque si-determina:la condizione pro- eh, +} pria degli esseri finiti: moltepliciy-diversi-e contrastanti.fra loro, percid inevi- tabilmente destinati-a-scontare-con la-morte la loro stessa nascita ea ritorna- ~ Attraverso i secoli e la scarsiti delle notizie rimasteci noi possiamo anco- ra renderci conto, da questi cenni, della grandezza della personalita filosofica di Anassimandro. Egli ha fondato l'unita del mondo non soltanto sullunita della sostanza, ma anche sull'unita della legge che Io governa. Ein questa legge ha visto non una necesita cieca, ma una forma di giustizia. L'unita del problema cosmologico col problema umano qui nello sfondo: Eraclito la mettera in piena Tuce. eocwcn scribe come Baruch 8 CAPITOLO HT - LA SCUOLA IONIC 19 Intanto, 1a.natura, stessa_della_sostanza primordiale.conduce. Anassiman- dro ac. ammettere'infinita. Si visto che infinti.mondi.si.suece- dono, secondo,un ciclo.eterno; sono. infiniti anche contempora- neamente nello spazio.o soltanto successivamente nel tempo? Una testimo- nianza di Aezio novera Anassimandro tra quelli-che-ammettono mondi innu- merevoli che circondano da tutti i lati quello che noi abitiamo; ed una testi- monianza analoga ci di Simplicio, che mette, accanto ad Anassimandro, Leucippo, Democrito ed Epicuro (Diels, A 17). Cicerone (De nat. deor., I, 10, 25), copiando Filodemo, autore di un trattato sulla religione che si é tro- vato ad Ercolano, dice: «L’opinione di Anassimandro era che ci sono divini- 18 che nascono, crescono € muoiono a lunghi intervalli e che queste divinita ono mondi innumereveli»-Je-tealid-}-diffcilesncsar che yAgassimapdo «b- __bia-ammesso-un’infinit’ spaziale-dei mondi.. Giacché se linfinito abbtaccia tutti Find, esso deve essere pensato al di fi non di un solo mondo, ma di altri ¢ altri ancora. Soltanto nei confronti di infiniti mondi pud intendersi Pinfinita della sostanza primordiale, che tutto abbraccia e trascende. ‘Anassimandro considera in modo originale la forma della terra: essa & un cilindro che sta librato nel mezzo del mondo senza essere sostenuto da nulla perché, trovandosi a eguale distanza tra tutte le parti, non & sollecitata a muoversi da nessuna di esse. Quanto agli'tomini, essi.non sono gli esseri ori- ginari della natura. Difatti non sanno nutrirsi da sé, non avrebbero potuto quindi sopravvivere se fossero nati la prima volta come nascono ora, Hanno dovuto dungue avere origine da altri animali. Essi nacquero dentro i pesci e dopo essere stati nutriti, divenuti capaci di proteggersi da sé, furono gettat fuori ¢ presero terra. Teorie strane ¢ primitive, ma che mostrano nella forma pits decisa Vesigenza di cercare una spiegazione puramente naturalistica del mondo ¢ di attenersi ai dati dell’espetienza. 10. AWasstMiene. AyassiMENE da-Mileto, pit giovane di: Anassimandro e forse suo discepo- -mar{.werso il. 528-25 (Olimpiade 63*). Come-Tale- iconosce come principio una materia determinata, che. Iga; ma a tale materia attribuisc del principio di-Aniassimandro: linfiniti.e il movimento.incessante. Eghi vedeva nell'aria.anche.la forza che anima il {mondof@Come l'anima nostra, che * aria, ci sostiene, citcondiho il-mondo-intero® (fr. 2, Diels) Al é -gantescorehe'respirare'ilrespiro é Ia sua vita e la sua anima. Dall'aria nasco- ‘no tutte le cose che sono, che furono e che saranno, e anche gli déi ¢ le cose cosvea.seribdesiel Earich SS Tins ow WT t ost il soffio e aria cy 20 [PARTE PRIMA - LA FILOSOFIA ANTICA imenta.¢ di ogni mutemento. Anassime- sformazione delle cose: diyenta vento, poi ny condensandosi,ancora, acaua,.terrave-quindt-pietraiAnche il caldo e il fred- do sono dovuti allo stesso processo: la condensazione produce il freddo, la rarefazione il caldo. i, Come, Anassimandro, Anassimene-ammette il divenite ciclico del mondo; indi il suo dissolversi periodico nel principio originario e i suo periodico nerarsi da esso. Pig tardi la dottrina di Anassimene fu difesa da Diocene pt APOLLONIA contemporaneo di Anassagora. L'azione che Anassagora attribuiva all'inteli- genza, Diogene I'attribuf all'aria, che tutto pervade ¢ come anima e soffio (onewma) crea negli animali la vita, il movimento e il pensiero. L’aria & percid secondo Diogene, increata, illuminata, intelligente e ordina e domina tutto. 11. Eracurro. La speculazione degli ionici culmina nella dottrina di Eractrro, che per la prima volta affronta il problema stesso della ricerca e dell’uomo che la isti- tuisce. Eraclito di Efeso appartenne a famiglia nobile della sua citta temporaneo di Parmenide ¢ fiorf come lui verso il 504-01 a. C. Egli & autore di un’opera in prosa che fu poi indicata col solito titolo Iutomo alla natura, costituita da aforismi e sentenze brevi e taglienti, non sempre chiari, onde ebbe il soprannome di

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