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4 Organizzare il territorio ele sue risorse 1. Ilsuburbio Uno dei temi pitt dibateuti nello studio della citta antica ¢ rappresentato dalla determinazione dei suoi limiti, ovvero dove questa avesse termine, La que- stione non é di facile definizione in considerazione del fatto che tali limiti, da quelli stabiliti su base giuridica e religiosa a quelli imposti da barriere fisiche ‘come le mura urbiche o da elementi del paesaggio naturale, variano per i sin- goli centri call’ interno di questi nel corso del tempo. E proprio nell’ambito dell'individuazione dei confini della citta e dell’indagine del suo rapporto con il territorio che la circonda che si pone il problema delle cosiddette aree suburbane, ovvero di quelle aree che circondano da vicino il centro urbano, sfaggenti a una netta definizione, risultando variabili nel tempo ¢ nello spa- zo, Si tratta di spazi intermedi di transizione graduale tra cittd e campagna, in cui coesistono differenti tipi di realta antropiche ¢ dove si generano mo- elli di produzione e tipologie architettoniche peculiari. latino suburbium deriva dalla locuzione sub urbe, che fa riferimen- to aun’area disposta nelle vicinanze di Roma, il suburbio per eccellenza. A partire dalla tarda eri repubblicana, infatti, nelle fonti letceraie il termine ¢ altri che condividono la stessa radice, come ad esempio suburbanus, sono impiegati in relazione alle proprieta rurali e alle ville aristocratiche prossime alla capitale, ovvero a non pitt di un giorno di viaggio da questa. Dallo studio del suburbio romano, per il quale era disponibile una consistente mole di in- formazioni scritte, gli studiosi hanno progressivamente ampliato le indagini alle aree periferiche di altri centri urbani, basandosi su dati di tipo prevalen- temente archeologico. Il termine suburbio é cosi ormai utilizzato per indi- care anche le aree periurbane delle altre citta romane o romanizzate, italiche ¢ provinciali, cosi come delle citi preromane ¢ di quelle greche, per quanto dotate di loro specifiche caratteristiche. Prodstion & il termine che in greco indica il terreno che si stende davanti (pré) alla cited (dstu), Le fonti letterarie lo presentano spesso come uno spazio ar- ticolato dove, oltre ad appezzamenti di terreno coltivato con abitazioni colo- niche, sono presenti necropoli, edifici sacri, templi e sobborghi. E opportuno 191 Uno spazio intermedio tra citta ecampagna WLtermine suburbium Prodstion, (area prossima alle cit greche: Atene Organizzazione dei prodstia delle cittd coloniali in Sicilia Sviluppo del suburbio a Roma Lurbanistica: e paesaggi del resto ricordare che ad Atene, ad esempio, gli abitanti ris parte nei prodstia per recarsi in citt4 e in particolare nell'agond | zioni di mercato e di luogo di incontro politico. Nelle periferie si dislocano le necropoli ¢ tutte quelle atti per il rischio di incendi, til cattivo odore ¢ lo smaltimento degl razione sono allontanate dalla citta: al Ceramico, presso la po trovano spazio entrambe le funzioni. Nel corso del v secolo a. sidistribuiscono in corrispondenza di tutte le porte della cit massima di 500 m, mentre le officine dei vasai, tra il 1v e i tendono a estendersi a sud-ovest della citta, in direzione strada tra il mercato cittadino e ’esportazione maritima ( I suburbio assorbe inoltre i rifiuti urbani (cap. 3, par. 5): in parte smaltiti dai privati all’interno dell’abicato, sono blicamente sotto la responsabilita di magistrati cittadini, che farli trasportare in un luogo distante almeno 10 stadi dalla ei Costituzione degli ateniesi L, 2). 4 La documentazione archeologica consente di osseryare la. turazione delle aree prossime al centro urbano fin dalla sua’ le cittd colonial della Sicilia, ad esempio, l'organizzazion risponde alle esigenze immediate dei coloni: trovare una eol defunti, certamente lontana dall’abitato, ma non eccessi tire di celebrare i riti legati all’affetto ¢ alla deyozione reli culto dei morti richiama quello degli dai dell’oltretomba, yen spazi per le pratiche religiose ¢ le aree santuariali anche all’ simita delle necropoli; Ja monumentalizzazione delle aree sact delle mura cittadine comporta inoltre lo sviluppo di impianti a la produzione di ex voto e di terrecotte architettoniche, Come se, che fin dall’eta arcaica sono soggette a criteri organizzativi anche le aree esterne presentano un loro ordine, La tendenza Je necropoli sugli assi viari in uscita dalla citth o a destinare alle attivita artigianali sottolinea infatti la volonta di estendere principio della pianificazione utilizzato in ambito urbano. Nel mondo italico e romano il rapporto tra cit e territori esterno, é rivestito di valenze religiose che si instaurano con un nuovo centro urbano: é in questo momento che si imp sti per il successivo sviluppo delle aree suburbane, A Roma oltre al pomerium ~ il limite religioso della cittd definito stessa (inauguratio) ~ ¢ alle mura, entrambi ampliati in pid ri miti ideali organizzano il territorio circostante in cerchi niati sulla citta e segnalati da cinture di luoghi sacri, come dall’aggere serviano, Nell’ ager, in quanto non inaugurato, p le aree caricate di una certa negativitd come le necropoli: qu ca si collocano dunque immediatamente all’esterno delle Mu 192 4 Organizzare il territorio e le sue risorse sree depurate come le Esquilize, ogo pubblico sul Esqulino. Dal 1 secolo AC. press le famiglic ariscocratiche,inizia a diffondersi uso di seppellire iifinterno dei fiundi, ovvero delle proprietA extraurbane, consentendo cosh 4 sorclineare il senso della continuita familiare, come avviene nei grandi lcri dei Corneli Scipioni, dei Claudi Marcelli e dei Servili. Nall'area prossima alla cittA sono presenti appezzamenti di terreno coltivato di piccole dimensioni, che si intercalano gia a partire dal v-1v secolo a.C. a proprictd pid grandi con ville, come quella dell’Auditorium nell’odierno iere Flaminio, che a partire dal 111 secolo a.C. tendono ad assumere dimensioni ancora maggiori. Nelle immediate vicinanze della citta si di- no poi distretti territoriali che godono di una certa autonomia, i pag? (infia, pat 3), come il Lemonius, il Montanus € lo Taniculensis, La vicinanza deipagi al centro di riferimento sara rimarcata successivamente in altre aree dell’impero anche nella denominazione stessa, come nel Pagus Suburbanus di Curiga in Betica e il Pagus Augustus Felix Suburbanus di Pompei, Intorno allacited va dunque prendendo forma un paesaggio diverso da quello urbano daun punto di vista qualitativo e funzionale, anche se fortemente dipenden- tee complementare ad esso: ¢ proprio in questo momento che in letteratura , Tre soldi 508-510) compare per la prima volta la locuzione sub urbe tiferibile allo spazio suburbano in senso proprio. Nell’area suburbana sono presenti due tipi di proprieta fondiaria, gli orti ei suburbana. 1 primi, che possono contenere al loro interno case in muratura 0 in materiali deperibili, sono pit estesi dei tradizionali orticelli auso domestico, sono recintati ¢ irrigati con canali e pozzi e divengono un’ importante forma di {nvestimento con la produzione di un surplus da offrire sul mercato cittadini yerdura, erbe aromatiche e curative, frutta ¢ fiori, coltivati in aiuole (arae) ri- partite da sentieri di passaggio (semitae). La deperibilita dei prodotti impone Jayicinanza al luogo di smercio che deve essere raggiunto entro una giornata di cammino, Gli orti sopperiscono al fabbisogno alimentare dell'intera cittadi- ranza nel corso della prima eta imperiale, quando conoscono il momento di massimo sviluppo tecnico ¢ produttivo, sono strettamente legati alle esigenze dellefasce pih abbienti, che influenzano con nuovi gusti emode lacoltivazione anche di varieta esotiche. A maggiore distanza dal centro si sviluppano i subyr- bana, propriet fondiarie che, dalla tarda eta repubblicana, uniscono alla fun- rione di piacevole soggiorno padronale quella economica legata alla richiesta sempre pit forte di beni di lusso da parte della citt Particolarmente redditizia risultalapastovillaica, ovverolallevamento di pollame (tordi, pavoni, anatre, ‘oche, galline), di pesce edi selvaggina (lepri,cervi, cinghialie ghiri), Inambito suburbano si impiantano inoltre le officine artigianali, come ¢ ben percepibile ad esempio nel settore sud di Milano, in un’area che gode di ab- bondanza di legname e di acqua, in prossimita di un’arteria a forte valenza commerciale e del porto fluviale collegato al Lambro: qui si concentrano atti- vita metallurgiche, lboratori ceramicie installazioni pera macellazione: Gestione dei rifiuti Hort: grandi residenze con parco Continentia aedifcia Lurbanistica: citté e paesaggi carne. In modo analogo si concentrano in prossimita delle arteri dei corsi d’acqua le officine artigianali dei suburbi di Bologna. di Bre Un rapporto di stretta relazione tra cittd e suburbio si instaura stione dei rifiuti. Se parte di essi pud essere smaltita in ambito que all’interno stesso della citta, gli abitati tendono ad allont rifiuti, attraverso collettori scolanti, con la decentralizzazione produttive e mediante la presenza di sistemi organizzati di rifiuti solidi. Molto del materiale scartato ¢ direttamente ri ¢ agli orti da cui provegono, questa volta in funzione di cor non riutilizzabili sono raccolti in discariche di cui il monte Te rappresenta il caso pik emblematico: in un’area precedent a.usi funerari, probabilmente gia a partire dalla tarda eta repub a formarsi |’accumulo di anfore ridotte in frammenti proveni Emporio (cap. 5, par. 4). A Bologna nelle zone esterne all’ ratterizzate dalla presenza di attivita artigianali ¢ di impianti Pattivita agricola, a partire dalla prima cta imperiale si cone discariche con cumuli alti anche alcuni metri. Dalla tarda eta repubblicana le pik importanti famiglie capitale edificano grandi residenze con parco nelle aree pitt Per quanto siano anch’esse definite horti, non condividono null ti suburbani funzionali alla produzione agricola, essendo all’orium e allo svago. Del fasto di tali residenze pud costitu la villa, nota come horti Sallustiani, che Cesare possedeya tra Pi nale in una posizione dominante sulla cittd. Pur attraverso le ri apportate da Adriano, nelle elaborate architetture del palazzo possibile cogliere I’ ispirazione al modello delle regge ellenistiche. L’accrescimento secolare e spesso disordinato di Roma porta aestendersi fino a occupare spazi inizialmente non pertinenti ad le Mura serviane sono ormai inglobate in un fitto abitato. A va Roma alla fine del 1 secolo a.C. questa appariva, secondo la testi di Dionisio di Alicarnasso (Antichita romane 4,13, 4), una metro all’infinito: il susseguirsi di sobborghi ampie numerosi non co! di distinguere dove la citta avesse termine. Un processo anal debite proporzioni, deve avere interessato del resto molte altre ci licano i limiti tradizionali delle mura urbiche, spesso inglobate in o abbattute per alcuni tratti, A Verona, ad esempio, nel suburbi iscono numerose domus di qualitd analoga a quella delle domus U suggerisce un ruolo puramente monumentale e simbolico delle mut gia abbactute nella prima meta del r secolo dC. Distinguere i limiti appare tuttavia un problema non secondario peri giuristi chiamatia sfera di applicazione di certe leggi. Per tale motivo, dalla met& del 1s viene introdotto un nuovo concetto dello spazio urbano: Roma n 194 4, Onganizzare ilterritorio e le sue risorse piGuRA S Rilievo dal Fucino: citta, forse Marruvium, con il suo suburbio (Celano, Museo della Marsica, collezione Torlonia: seconda meta sec. d.C. ) 4 BAPTA ps ter ie 4 itt Pore ell a eS a a , Legenda: o = centro urbano cinto da mura; b = continentia aedificia; ¢= villa con parco (?); d= fiume; e= strada; f = ponte: g= necropoli. Fonte: rielaborazione da Campanelli (2001). cited interna alle Mura serviane ma comprende anche i complessiedilizi addos- sati ad esse che si estendono lungo le strade in uscita, i continentia aedificia. A questo nuovo limite si accompagna tna ridefinizione del tradizionale confine del1 miglio, entro il quale vigono particolari norme del diritto, che ora calco- lato proprio a partire dai continentia aedificia. Le dinamiche di sviluppo dell’ insediamento si riflettono anche sulla distri- buzione delle necropoli: le Esquilie, ad esempio, da luogo a destinazione fu- neraria divengono zona residenziale dopo la bonifica apportata da Mecenate, che qui acquista una proprieta poi nota come Horti Novi o Mecenatis. Isuburbio di Roma, come quello di un qualunque altro centro urbano italico e provinciale in cui é applicato il modello della capitale, presenta dunque una realta eterogenea in cui si intrecciano stradee acquedotti,abitazioni extramura- nee, ville con parco, proprietd fondiarie legate alla produzione agricola, necro- poli, santuari e attivitd artigianali. Questa complessa realth appare strutturatain fasce concentriche dai passaggi qualicativi sfumati, caratterizzate dal succedersi di proprieta differenziate per distanza, tipologia e geneti prodotti e dalla pro- gressiva diminuzione della densita abitativa. Nei rilievi dal Fucino della colle- zione Torlonia é possibile cogliere la complessica delle realta insediative che, con opportune riduzioni di scala, dovevano caratterizzare anche il suburbio di un centro italico di modeste dimensioni, forse Marruvium (fig. 1). 195 Una realta eterogenea Trasformazioni del suburbio romano in epoca tardoantica Cristianizzazione del suburbio I suburbio nelle citta dell”impero Curbanistica:citta e paesaggi Nel corso dell’eta imperiale nelle proprieta fondiarie i mutamenti significativi: non potendo contrastare la con ti provinciali, molti suburbana, dopo essere stati riconyertiti borea e successivamente prativa e boschiva, necessarie all’alle: pratica estensiva della coltura frumentaria, sono accorpat Nel 111 secolo d.C,, in seguito all’ instabilita politica e mili un nuovo circuito murario cinge Roma (cap. 2, pat. 1), di nentia aedificia ¢ itrigidendo il limite fisico tra citta es delimitavano il centro urbano, ad esempio, ora aj della famiglia imperiale, non sono pitt sentiti come parte ferica, ma come spazi verdi ormai interni alla cited. Nel suburbio della citt& tardoantica iniziano a manifestarsii cristianizzazione della societa. Qui, accanto alle aree: sviluppano infatti nuovi spazi sepolcrali nel sottosuolo d tie delle catacombe, i cristiani iniziano a seppellire anchei pat. 9). Cid da avvio alla venerazione dei santie, dal 1v se ne delle basiliche suburbane, come quelle di San Pietro in se sulla Nomentana, San Lorenzo fuori le mura sulla Ti Marcellino sulla Labicana e San Paolo fuori le mura sull’ saggio fino ad allora pagano cominciano dunque a compa petono anche sul piano monumentale con le strutture p nuovie importanti poli urbanistici, attraendo anchele sepol mento di grandi basiliche: ad esempio, San Simpliciano, la B la Basilica Apostolorum, San Lorenzo Sant’ Eustorgio a Mila a Verona, Santi Felice e Fortunato a Vicenza e Santa La moltiplicazione delle sedi imperiali (Milano, Trevi, dia), legara alla riforma dioclezianea dell’impero, ¢ il to della capitale a Costantinopoli segnano alcune delle attraverso il quale nel corso dell’eta tardoantica Roma: centralia politica e sociale, anche se non quella simbol anche il suo suburbio cessa di essere il suburbium per questo periodo menzionano infatti sempre pitt frequent burbane di altre citt& dell'impero, capitali, sedi imperi portando alla ribalta quella realta insediativa che, sul mo da tempo ampiamente sviluppata al di fuori di Roma. 2. I santuari extraurbani Al di fuori degli abitati, i luoghi di culto svolgono un rao centri di incontro periodico per i villaggi di un medesimo interessati a riconoscersi in questo modo in una solidarietd 196 4. Organizzare il territorio e le sue risorse Nelle fasi di formazione della pélis tutte le citta greche valorizzano e strut- rurano le aree sacre del loro territorio, talvolta di assai pit antica tradizio- ne, Sorgono cosi santuari di diversa importanza, quelli principali, quelli che marcano i confini o quelli di riferimento per i singoli villaggi, che nel loro insieme tracciano una rete di relazioni sociali ed economiche tutelate dalla protezione delle divinitd, Nati solitamente attorno a un elemento naturale, come una grotta, un albero una sorgente, a cui si associa una manifestazione della divinita, in origine accolgono riti praticati attorno a un altare all’aperto, nello spazio consacrato dal témenos, il recinto sacro. Intorno a questi elementi si sviluppano in se- guito, negli esempi pit monumentali, complessi anche molto articolati com- prendenti templi, porticati, structure commercial, alloggi per i pellegrini ¢ thesauréi, piccoli edifici costruiti dalle citta come segno della propria poten- zae di graticudine alla divinita. Particolare rilevanza hanno i grandi santuari che si sviluppano in stretto collegamento con importanci cited della Tonia: a Efeso I'értemision sorge ncl’immediato suburbio, a Samo I’ Herdion sorge a pochi chilometri dal centro, presso la foce dell’ msbrasos; a Mileto infine il santuario di Apollo, in posizione elevata e a poca distanza dal mare, é collegato alla cited da una via processionale Iungo la quale si dislocano santuari minori. Tali complessi su- perano precocemente la dimensione cittadina per assumere una pitt ampia > ena sovraterritoriale, come riflesso della crescita economica delle rispet- tive citta. Gia dall' vin secolo a.C. alcuni santuari divengono punto di riferimento per interi gruppi exnici, come il santuario di Apollo a Delo, luogo di culto comune agli ioni, 0 dell'intero mondo greco, come il santuario di Apollo Piso a Delfio di Zeus a Olimpia (Obmpia), sede dei giochi olimpici, Qui, alle pendici del Krdnion ¢ attorno ‘al tumulo dedicato all’eroe Pelope, |Al- tis accoglie i giochi in onore di Zeus. In eta arcaica si sviluppano gli edifi- ci sacri pit important, il Peldpion, I’ Hendin ¢ Valtare di Zeus, lo stadio e i thesauréi, Dalla meta del v secolo a.C. lo spazio dell’ Altis ¢ dominato dal tempio di Zeus, mentre nel rv secolo viene delimitato da stodi e afflancato lizeazione prosegue ancora in a ovest da ginnasio e palestra. La monumental ett romana, quando I’area & dotata di edifici termali ¢ lussuose residenze per ospiti (fig. 2), Il santuario di Apollo Pizio a Delfi si struttura alle pendici del monte Parnaso intorno agli elementi naturali delle rocce Fedriadi che sovrastano la gola della fonte Castalia. All inizio del vi secolo a.C., con il passaggio della gestione dalla comunit& locale all'anfizionia (un consiglio di dodici popoli della Grecia centro-settentrionale) ¢ con la riorganizzazione dei giochi pitici, il santuario riceve una pitt articolara strutturazione. All’in- terno del témenos il terreno scosceso ¢ organizzato in terrazze: quella princi- pale 2 occupata dall'altare e dal tempio di Apollo ed & raggiunta da una via sacra che sale con alcuni tornanti, fiancheggiata da thesaurdi ¢ monumen- 197 Formazione della pélis a sviluppo dei santuari nel terrtorio Santuari di valenza sovraterritoriale fe r Santuari nei territori delle colonie greche di Sicilia e Magna Grecia Lurbanistica:cittd e paesaggi in Fonte: Lippolis, Livadiott, Rocco (2007). ti votivi. E Pinizio di una progressiva monumentalizzazione che attraverso Teta classica, ellenistica e romana vede il rifacimento o I'aggiunta di edifici: dai numerosi thesaurdi alla stod degli ateniesi, dal teatro ellenistico alla stod di Attalo, fino allo stadio riedificato da Erode Attico alla meta del 11 secolo dC. (fig. 3). In Sicilia e Magna Grecia le colonie trapiantano i culti della madrepatria, fondando sui propri territori santuari che marcano |’identit& culturale della comunita, segnano il limite :ra area urbana e retroterra agricolo ¢ ne de- finiscono i confini in rapporto alle popolazioni locali o alle altre colonie. Crotone, Metaponto e Poseidonia, fondazioni achee della Magna Grecia, installano fin da subito sancuari extraurbani di Era, garante dell’ordine della pilis ¢ del suo spazio agrario, ai confini della chéra, rispertivamente a Capo Lacinio, sul Bradano (fig. 4) ¢ sul guado del Sele. Quest’ultimo segna il limite nord del territorio di Foseidonia, mentre un altro santuario, dedicato forse a Poseidone, ne segna il limite sud sul promontorio di Agropolis altri santuari si dislocano nell’entroterra della citta, ai piedi delle montagne ¢ in corrispondenza delle sorgenti: le strade che collegano i luoghi di culto al centro urbano garantiscono cosi anche l'accessibilita ai possessi rurali. Pid tardi una corona di piccoli luoghi di culto circonda Poseidonia, disponen- dosi preferibilmente presso le porte. In modo analogo, a Gela in Sicilia, due 198 4. Organizzare il territorio e le sue risorse FiGuRA 3 Delfi (Delphéi), pianta del santuario di Apollo Pizio Fonte: ippolis, Livadiotti, Rocco (2007). a costa segnalano a est ¢ a ovest i limiti del cerrtorio della ‘in adiacenza alla citth, verso la pianura e verso il mare, si ii monumentalita, dedicati alle di- santuari lungo k colonia, mentre dispongono alcuni piccoli santuari privi di vinitd ctonie. Pincontro tra culture diverse durante gli scambi Santuari emporici: Lungo le coste tirreniche, commerciali viene posto sotto la protezione delle divinita nei sancuari em- Pyrgie Gravisca porici: a Pyrgi, insediamento costiero di Cerveteri, il santuario dedicato a Uni-Astarte & frequentato da etruschi, fenici e grecis a Gravisca, porto di 199 Il santuario federale degli etruschi: Fanum Voltumnae Santuari legati a element natural del paesaggio r citta e paesaggi FIGURA 4 Metaponto (Metapéntion), il santuario di Era segnala il limite Metaponto (vi sec. a.C.) Fonte: Mertens (2006), Tarquinia, mercanti prima focei, poi sami ed egineti, infine si gnogreci sostano per i loro commerci presso le strutvure san corrispondenza di un approvvigionamento idrico e dedicate a E e Demetra. In Etruria, un ruolo particolare assume il Fanum Voltui simbolo dell’unita religiosa dei popoli dell’ Etruria, presso il gono le riunioni (concifia) annuali dei rappresentanti della etrusche in occasione delle cerimonie religiose, accompagna fiere, mercati, spettacoli teatrali e giochi solenni. Individuato cra in localiti Campo della Fiera presso Orvieto, presenta a un vasto recinto un tempio preceduto da due altari e affia pozzi. Altri santuari appaiono strettamente legati alle caratteristich saggio. Nell’ambiente di grande suggestione naturale di Sass Volterra e Populonia, ad esempio, dove l’attivita geotermica genet ruscelli e sorgenti di acque calde, in eta tardoclassica ed ellen luppa un santuario legato al culto delle acque e delle divinita s aggiunge pitt tardi anche una funzione termale. In altri casi ¢ le acque sotterranee a evocare il senso del sacro, trasfo! antri naturali in luoghi di culto, secondo una pratica diffusa temente dalle culture o dalle epoche storiche. Nella valle del St portante asse di collegamento tra I’ Etruria tirrenica ¢ |’Eeru ad esempio, la grotta di Castelvenere appare frequentata con intensit& fin dall’eta classica e poi di nuovo in epoca romana p delle acque, cui probabilmente si attribuiscono proprieté sa ciate alla fecondita, in connessione con il ruscello che sgo stessa, Santuari entro grotte naturali o anche artificiali apy anche nel mondo punico, da Ibiza a Malta, alla Sicilia, come grotta Regina sul Monte Gallo, nelle vicinanze di Palermo, ¢ una divinita salvifica, 200 4. Organizzareilterritorio ele sue risorse Fonte: foto dellautore. apillare presenza di aree sacre sparse sul ter- ritorio interno (grandi sancuari, piccole are sacre rurali, impianti nuragici vruuligzai con valenze cultuali e sorgenti sacre), spesso legate a manifestar zioni religiose senza soluzione di continuita tra i diversi apporti culturali. L’esempio pit monumentale & il tempio di Antas, costruito tra le colline dell’Iglesiente alla fine del v ‘secolo a.C. e frequentato sino ai primi decen- ni del 111 secolo d.C. (fig. 5) Il santuario & dedicato al mitico progenitore ¢ colonizzatore partito dal Nord Africa per conquistare la Sardegna, il Sardus Pater delle epigraf latine, ed & frutto dell'azione politica carraginese,£e1 controllare le risorse minerarie dell’area € ‘ad accomunare in un‘unica sfera religiosa le tradizioni fenicio-puniche e quelle indigene. Nella Penisola, durante la tarda et repubblicana: sidiffondono grandisantuari exaraurbani che accolgono le soluzioni architettoniche dell'esperienza elleni- stica: la disposizione spaziale, insieme visiva e simbolica, si rapporta a specifici capisald del paesaggio urbano e rurale. Nel suburbio di Spello, ad esempio, il santuario ellenistico, riscructurato in eta augustea ¢ pot ancora costantinia- na, domina dalle prime pendici collinari I Valle Umbra seteentrionale dove, sull'antica riva del Lacus Umber, in prossimita di risorgive artesiane, éstata di recente individuata un’alera area sacra, legataal culto delle acque. La posizione preminente sul territorio circostante risulta evidente anche nel santuario di Monte Sant'Angelo a Terracina: mentre i cosiddetto rempio piccolo, del terzo quarto del 11 secolo a.C., appare orientato verso la citta eil territorio agricolo, il La Sardegna punica mostra una ci 201 Santuari della Sardegna Piccoli luoghi di culto rurali iz Villaggi e fattorie nelle chérai delle citta greche Lurbanistica: citta e paesaggi tempio maggiore, della prima meta del 1 secolo a.C.¢ a Venere, si pone preferenzialmente in relazione con il commerciali marittime promosse dai maggiorenti locali, Il ruolo insieme politico ¢ cultuale di alcune aree sacre perfettamente rappresentato dal santuario di Pietrabbo Pentro, collocato sul versante est del Monte Saraceno, a domii Trigno. L’area sacra, alla vigilia dello scontro militare con | pentri come centro federale ¢ assume aspetti sceno; i territorio sottostante nella cornice architettonica: tro si presta a riti e assemble che, sotto la protezione d no visivamente la vallata in una vasta prospettiva che simbolici, tanto da essere soppresso ¢ abbandonato con degli insediamenti conseguente alla vittoria romana. Al dopo la guerra sociale che il vicino santuario di Ercole € ci occidentali del Monte Morrone, supera la dimension monumentalizzato: il complesso accentua le caratteris razzato ¢ non é pitt rivolto visivamente alle vecchie comt cino centro urbano di Sulmona (Su/mo), in relazione al sit municipium, una sorta di inurbamento forzato e di omole I ruolo forcemente caratterizzante il paesaggio dei grandi periodo é ben percepibile anche nel complesso dedicato a Tivoli, sulla principale via di accesso al centro urbano,. viene inglobata nelle possenti sostruzioni del santuario, di passaggio e incrocio di antichissime vie di tuisce una postazione di controllo dei traffici tra Roma Accanto ai grandi santuati legati all’economia e al contrc nell’Italia centrale di eta repubblicana sono frequenti monumentali, sparsi nelle campagne ¢ indiziati dalla p statuine miniaturistiche di animali ed ex voto an: fittili, che rappresentano I’espressione della religiosita alla fertilitd dei piccoli coltivatori e che sono perlopitt sviluppo del latifondo a conduzione schiavistica. Il paes riato poi costellato dalle edicole dedicate ai Lari p dei confini, posti ai crociechi (Lares compitales). Cap} croci ereditano spesso la memoria di questi modesti ma luoghi di culto popolare. 3. Le fattorie e i villaggi Nella Grecia di etd arcaica prevale un sistema abitati Aémas), centri legati alla vita agraria di estensions che gravitano o dipendono dalla pélis, perno politico del territorio, Nella piccola comunita ¢ possibile affiancat 202 — a 4, Organizzare ilterritorioe le sue risorse alVallevamento I’artigianato di base (Aristotele, Politica 1,2,1252b 15-16) ein ficolare quello utile ale ativitA agricole (Platone, Leggi vit, 848). I vil Jaggi non costicuiscono curtavia le uniche scelteinsediative nelle campagne: ‘come mostrano le indagini effettuate nelle chdrai della Grecia continentale, delleisolee del mondo coloniale, al di fuori dei centri abitati appaiono infatti jssai numerose anche le singole fattorie monofamiliari, Jnarea coloniale la conformazione della chéra determina forme di conduzio- ne agricola e sistem insediativi differenziai, con una prevalenza di coltiva- gioni cerealicole nelle pianure e di seminativo arborato ¢ colture specializzate salle colline. Le campagne sfruttate per la cerealicoleura appaiono frequentate secondo i ritmi stagionali delle coltivazioni, ma tendenzialmente non abitate in mode stabile, come suggerisce |’assenza di fattorie o villaggi riscontrata ad ¢ nelle campagne di Locri Epizefiri e di Himera: qui, come a arcaica I’insediamento stabile di fattorie sembra p: si, Recenti indagini di superficie nella chdra di Caulk alla cittt, probabilmente poiché la breve dimorare entro I’area urbana. Un maggi con piccoli lotti di circa 5 ha no degli assi della divisione a definizione dello spa- ‘urbano, traspare qui anche ‘on intaccano il possedimento Tasciate libere ai lati della tricamente distribuite e ): ele- ‘vani destinati al soggiorno ¢ sul lato opposto. Un riscon- anche dalle fonti epigrafiche, 203 Fattorie nelle campagne di Sicilia e Magna Grecia Rapporto tra fattorie e assetto agrario in Sicilia e Magna Grecia Insediamenti rurali in area punica Fattorie nelle campagne del Lazio e dell’Etruria Curbanistica: citta e paesaggi le autorita cittadine concedono in enfiteusi le terre sacre del scrivendo all’affictuario di piantare un’estensione prestabilita a oliveto e di costruire una stalla, un granaio e un locale per attre accanto all’edificio abitativo, fornendone anche le dimensioni. Sistematiche ricerche di superficie nella valle del Sinni in Lucan apre sulla pianura costi¢ra di Eraclea (Herdhleia) e Siris, hanno pet indagare la realta insediativa delle popolazioni lucane, prospettand ganizzazione caratterizzata dalla presenza capillare di piccole distribuiscono diffusamente fino a 600 m di quota; anche se pitt impianti che giungono fino a 800 m di altitudine sono rivolti mento di pascoli ¢ risorse boschive scandiscono i percorsi di perivalichi. Anche nelle regioni del Mediterraneo occidentale colonizzate d tra la fine del v ¢ il 1v secolo a.C. si assiste a un’espansione de mento rurale legato non solo alla produzione di cereali, ma an vino, Nella Sardegna punica, i territori di Nora, di Riu Mannu Sirai consentono di riconoscere, dalla fine del v secolo a.C., ui sviluppo di siti con vocazione agricola, con un’occupazione int le pianure segnata dalla nascita di numerose fattorie, Par occupati i villaggi indigeni sulle pendici delle alture, segno di mirata al controllo ¢ alla gestione delle risorse legate alla p gname e ai minerali. Nel territorio laziale, in quello delle principali cite dell’ Er nale, Veio Cerveteri, e in modo pitt contenuto nei centri sa preappenninica, sistematiche indagini di superficie hanno mostr. tensificarsi dello sfruttamento agricolo tra vie V secolo a.C., at generale incremento dei piccoli impianti, parallelamente allo s strade carrabili (cap. 4, pat. 1 e dei sistemi di drenaggio e regimazi acque. Gli edifici agricoli possono essere costituiti da piccoli impianti dij della superficie di 20-50 mq (Bufalotta, Casale Brunori, Casale lia, km 13,200 dell’Aurelia, presso Roma; Casale Pian Roseto, pre In aleri casi si articolano in pitt vani contigui su una superficie o% 120 €i 300 mq, con associate strutture di servizio quali pozzi, (Acqua Acetosa Laurentina, Torrino e prima fase della villa dell allora nella prima campagna di Roma; fig, 6b-c-d). Si disting grandi complessi, estesi tra i 600 ¢ i 1.500 mg, comprendenti nut bienti con funzione residenziale e produttiva, distribuiti intorno Presenta queste caratteristiche la villa dell’Auditorium, che a secolo a.C. sostituisce un precedente edificio, con una division tra parte urbana e parte rustica, in cui é riscontrabile anche la p 204 4. Organizzare il territorio€ le sue risorse figura 6 Planimetria dei principali edifici rurali di eta arcaica in area mediotirrenica Legenda: a = podere Tartuchino; b= Acqua Acetosa Laurentina; ¢= Torrino; d= fattoria deltAuditorium; e= villa deltAuditorium. Fonte: Cifani (2008). frantoio (fig. 6¢). In area etrusca presenta una certa complessita la fattoria di podere Tartuchino nel territorio di Vulci, che dalla fine del vr al 1v secolo a.C,, da piccolo edificio a pianta rettangolare si trasforma in un fabbricato di quattro vani affiancati e affacciati su un'area recintata (fig, 62). L’orga- nizzazione delle campagne favorisce ’impianto di colture specializzate per una produzione rivolta al consumo locale e all’esportazione: dalle fattorie vino € olio possono convergere verso insediamenti di maggiori dimensioni destinati alle funzioni di raccolta, stoccaggio e smistamento, strategicamente dislocati presso nodi viari, come avviene ad esempio nell’abitato di Doganel- la nel territorio di Vulci, Posto sulla strada verso Jo scalo portuale di Fonte- blanda, ’insediamento comprende fornaci che, tra la seconda meta del vi € 205 Uinsediamenti rural in eta romana: fora, oppida, conciliabula e castella Vici Pagi Aedificia, tecta evillae Lurbanistica: citta e paesaggi il v secolo a.C., producono anfore destinate alla d produzione vinicola del territorio. Con Ia romanizzazione, il nuovo ordinamento territori pluralita di forme insediative, citate dalle fonti letterarie ¢ indicano insediamenti, spesso legati alle grandi arteriey a esigenze pratiche come sedi di mercato ¢ Iuoghi dia la giustizia. Altri termini sono invece frequentemente | designare tipi di abitati propri delle realtd autoctone pr indica ogni forma cittadina o di villaggio fortificato ’ {a fisionomia urbana, mentre il conciliabulum e il castellum le esigenze aggregative di popolazioni rurali, l’'uno come § L’altro come luogo di difesa dell’insediamento sparso. I vici sono abitati minori, villaggi, spesso di antica sorgono in epoca romana soprattutto in relazione alla rei ruolo marginale rispetto al modello insediativo urbano municipalizzazione e si integrano nel sistema paganico, un’ forme per comprensori, i pagi, che, nel quedro dell’ordin romano, si affiancano all'impianto delle centuriazioni (ca Diversamente dalle centurie, i pagi non costituiscono | le intervento romano sul territorio con l’imposizione d metrico. La loro introduzione non comporta una pro strutture territoriali e organizzative anteriori alla ron recupera ¢ inquadra i vari assetti preesistenti. Per qi pagus appaia ancora problematica, sembra che questo amministrativa finalizzata al controllo degli abitati sp neo I’elemento religioso e che riveste un ruolo nell’i propriet& fondiaria a fini catastali, La sua rilevanza partire dall’etd augustea potrebbe riferirsi alle necesita dic demanio territoriale che abbraccia insieme le antiche pr delle centurie delle colonie e dei municipi e le altre terre pr no in parte fuori dalle centuriazioni. In Veneto, Con Concordia) ci offre l’esempio dell’articolazione del suburl in pagi, testimoniati dal rinvenimento di alcuni cippi’ fini. Le iscrizioni riportano il nome del pagus, la menzic 0 di somme di denaro che indicherebbero i tratti distretto o gli investimenti compiuti dal pagus stesso. Negli ampi spazi coltivati l’assetto del popolamento presenza di queste varie forme insediative minori, realta intermedia tra campagna produttiva e cittd seguirsi di structure edilizie funzionali ai lavori agricol ni (aedificia o tecta) e fattorie che assumono aspetto divers condizione socioeconomica di chi le occupa (villae), Nelle a 206 pr 4. Organizzare il territorio e le sue risorse rie di piccole ¢ medie dimensioni si dispongono all’interno delle ma- ie di solito lungo i limiti dei lotti assegnati ai coloni, Nelle vaste campagne 4 area padana, ad esempio, sono presenti uno o al massimo due edific per uadtato; nel primo caso, la fattoria si trova solitamente in posizione centrale rispetto alla cencurias nel secondo, pitt frequente, i due edifici si dispongono F angoli opposti, sfrutcando cosi al meglio i terreni e beneficiando della F senza degli incroci degli assi viari, Proprio presso gli incroci, inoltre, si Prpiancano spesso le ace sepolcralidellinsediamento rurale. Gli impianti agricoli di modeste dimensioni, con pochi ambienti proiettati verso spazi esterni, dove si svolge la lavorazione dei prodotti dell'agricoltura edell’allevamento, costituiscono Ja testimonianza di piccole aziende a con- duzione familiare, retaggio delle prime assegnazioni coloniali. Altre struttu- re pid. articolate ed estese, composte da semplici ambienti abitativi ¢ dotate di impianti produttivi, ampi magazzini, pozzi, fornaci e vaste aree cortilizie, appartengono a un ceto medio, pit ricco, che pratica colture intensive spe- alizzate c redditizie. Alcune villae presentano, accanto agli spazi rustici, una parte residenziale con un ricco apparato architetronico ¢ talvolsa ambienti Fermali. Costituiscono esempi completi di questo tipo la villa schiavistica di Settefinestre nell’ ager Cosanus, quella del Varignano Vecchio sul golfo di La Spezia e quella di Russi a Ravenna, Edificata agi inizi del 1 secolo a.C. ¢ an- cora fiorente in et’ imperiale, la villa del Varignano si compone di una parte residenziale, con ambienti di soggiorno racchiusi entro un portico scenogra- ficamente affacciato sul mare, e di un quartiere rustico, yolto alla produzio- ne dell’olio (fig. 7). Due torchi, vasche di decantazione e una cella olearia con grandi recipient di terracotta parzialmente inserrati (dolia defossa) co- stituiscono un’area di servizio perfettamente auronoma e accessibile da una “piccola corte’, funzionale alle operazioni di carico ¢ scarico dei prodotti e collegata a uno scalo commerciale appositamente dedicato. La villa di Russi, al margine settentrionale della campagna centuriata di Faenza ¢ Jungo l’asse viario tra questa e Ravenna, trae vantaggio dallo stanziamento della flocta mnilitare a Classe (Classis) in eta augustea. La tiorganizzazione dell impianto nel secolo d.C. comporta la realizzazione di un vasto complesso circondato da portici e articolato intorno a due cortili porticatis su questi ruotano gli ambienti residenziali e quelli, preponderanti, della parte destinata alla pro- duzione eall'immagazzinamento di derrate e agli alloggi servili (Fg. 8). Complesse dinamiche politiche, economiche e sociali si riflettono nella sto- tia dell’assexto rurale ateraverso l’eth imperiale fino all’etd tardoantica, An- cota incerto resta il quadro territoriale che si delinea con I’indebolimento dell’antica organizzazione municipale. In alcuni ambiti regionali, come la Puglia e altre regioni dell’ Italia meridionale, ¢ possibile ad esempio cogliere lo scardinarsi del rapporto privilegiato tra la citi ¢ le tradizionali strutture tertitoriali di riferimento, come i pagi. In questo quadro emerge la centralita del vicus, che svolge ora un ruolo attrattivo dell’insediamento rurale sparso € 207 Insediamenti rurali in epoca imperiale e tardoantica Lurbanistica: citta e paesaggi Figura 7 Varignano Vecchio (La Spezia), planimetria della villa nel suo p (fine sec. aC) > Percorso a importazione materla prima Percorso dl avarazione materia prima Porcorso a esportazione prodots lavorato PARS ABITATIVA store Sidon Fonte: Gervasini, Landi (2012). di cui il pagus costituisce ormaiil territorio di pertinenza. In ¢ casi diffondono inoltre nuove strutture territoriali come i ¢ le estese proprieta senatorie, Al loro interno sorgono nuo sono pitt popolati da piccoli proprietari e contadini liberi, ma d coltivano la terra altrui, fornendo al proprietario un canone 0 p manodopera. Assai articolata appare la vicenda delle ville, con efferti d e nello spazio a seguito di diversificate e complesse trasfor politico-amministrativa ¢ socio-economica, come il dissolve del territorio, l’esaurimento delle risorse, lo sfaldamento duttivi e la destrutturazione del sistema commerciale. Se, ad es di alcune aree della Puglia mostrano una vitalitA prolungata, 208 4. Organizzare itterritorio€ le sue risorse Figura 8 Russi (Ravenna), planimetria della villa (11 sec. d.C.) Legenda: magazzini;e= corridoi porticat; f= fornace per ceramica: g= quartiere termale; h= cortile-frutteto circondato da portci. Fonterrielaborazione da Catarsi Daltglio (2000), Faragola, monumentalizzata nel v secolo e in uso fino alla fine di quello suc- cessivo, in Emilia, si assiste alla graduale disgregazione del sistema agrario che porta alla sopravvivenza selettiva di alcune struteure rispecto ad altre. B questo il caso della villa bolognese di Casteldebole, che perdiura ancora tra V €-v1 secolo in un progressivo collasso edilizio. Poco prima del suo abbandono la comunitd che seppellisce i suoi defunti tra i ruderi del complesso occupa structure abitative di modestissima fattura per una superficie ormai ridotta a soli 110 mq dei 7.000 iniziali, mentre le attivira lavorative all aperto interes- sano un’area di 1.200 mq. 4. Iboschie le paludi Nel mondo greco come in quello romano il paesaggio urbano ¢ la natura Boschi paludi dominata delle campagne coltivate sono intimamente legati all’idea stessa di _nell/immaginario civilea e di quanto di positivo ¢ implicito in tale concetto. La natura selvaggia _antico di foreste, paludi e acquitrini é associata, al contrario, al disordine ¢ alla bar- barie, in quanto aree non abitabili o coltivabili e dunque collocate ai margini dello spazio umanizzato, 209 Economia del bosco Sfruttamento intensivo e depauperamento dei boschi in eta romana Lurbanistica: cittd e paesaggi Si tratta di un’immagine idealizzata che si é venuuta creando agraria legata a esigenze di pianificazione centralizzata, che terra coltivabile e che elimina e riduce gli spazi di ‘grafia 11, 4, 951V,1,2) nellachdra di Ampurias, nella p “buona” si contrappone una parte disseminata di giunchi: Gallia @ considerata una terra ricca e fertile a eccezione da boschi e paludi. Tale visione, tuttavia, non coincide del t poiché queste are marginali appaiono invece frequentate, Nella mentalitd antica I’ambiente montano si caratterizzs climae la poverta dei suoli: la natura dei luoghi determin menti di coloro che virisiedono rendendoli rudi, selvatici gio. L'economia della montagna non étuttavia di sola sus re all’allevamento transumante, che vede proprio nella mo dell’alternanza stagionale tra i pascoli di pianura (invernali vi), oall’allevamento brado dei suini, che costituisce conomia della selva. Strabone (Geografia 111, 4, 113 1V, 6,2) fi produzione di prosciutti degli iberici cerretani e i commerei di miele ¢ legname intratcenuti dai liguri nei mercati di Ger prio i manti boschivi che si sviluppano lungo le coste, in quelle montane, con le essenze vegetali tipiche delle diversi ambient, sono soggettia forme pitio meno sis to, consentendo lo sviluppo di un’economia silvopastorale ticolazione territoriale e nell’organizzazione produtti presenza di estese selve pubbliche e del loro sfruttamento navale in epoca exrusca é attestata da Livio (Storia di Roma © cordagli ingenti contributi in legno e attrezzature che le citta fe nel 205 a.C. forniscono a Scipione per la spedizione in Afri E proprio la costruzione delle flotte ela necessit’ di ot alla loro impermeabilizzazione (calafataggio), oltre agli produzioni artigianali, a comportare la distruzione di «Tagliamo gli alberi cresciuti spontaneamente, o che noi tivati, e del materiale che ne ricaviamo, in parte, facciamo leg cuocere i cibi e per riscaldarci, in parte lo utilizziamo per teggerci dal caldo e dal freddo. Il legnameé di grande utiitd p delle navi> (Cicerone, La natura degli dé, 60, 50-152). In Tralia le modifiche pitt marcate al paesaggio si verifies secolo a.C., dopo la Seconda guerra punica, quando confiscate e annesse all ager publicus, diventando cio L’espansione di Roma nel Mediterraneo e la crescita ra mia comportano infatti lo sfruttamento intensivo e il boschi: si possono generare cosi forti contrasti con le utilizzano invece l’ager publicus nelle forme tradizionali della raccolta della legna, 210 4. Organizzare il territorio ele sue risorse FIGURA 9 Peso lignario (Ocriculum, Antiquarium di Casale S. Fulgenzio; fine 1v sec. d.C.) Fonte: foto dellautore. Nel presentare l’economia della selva nel territorio dei bruzi, in Calabria, Dionisio di Alicarnasso (Antichitd romane xx, 4-6) distingue i diversi tipi di sfrurtamento in relazione alle possibilita di trasporto del legname: quello pit vicino al mare o ai fiumi ¢ trasportato ai porti vicini in tronchi di grandi di- mensioni adatti alla cantieristica navale ed edile; il legname che cresce invece lontano dal mare ¢ dai corsi d’acqua é tagliato a pezzi adatti alla fabbricazio- ne di utensili di vario genere ¢ a ricavarne pece ed é trasportato a spalla. La presenza di torrenti e fiumi consente il trasferimento del legname anche per Junghe distanze affidandolo alla forza della corrente (fluitazione). La pratica éutilizzata in modo particolare in regioni boscose come le Alpi bellunesi, do- ve dalle vallate dolomitiche il legname é trasportato verso la pianura veneta ead Altino attraverso il Piave ¢ i suoi principali affluenti. La presenza di per- sonaggi implicati nella commercializzazione del legno (dendréphori) ¢ nella sua layorazione (fabri), attestati in varie epigrafi della zona, documentano Vorganizzazione ¢ |’intensita del traffico. Roma rappresenta un mercato di amplissime dimensioni: le enormi quan- tita di legname necessarie al suo approvvigionamento provengono in gran parte dalle dorsali appenniniche che gravitano sul Tevere. Tale commercio & attestato ad esempio a Ocréculum, centro ¢ porto fluviale, dal recente rinve- nimento di un peso in marmo della fine del rv secolo d.C., la cui iscrizione indica proprio l’attivita di controllo dei carichi di legname (fig. 9). Il riforni- mento della capitale coinvolge anche le regioni vicine come !’Etruria: Pisa, 2 a. | Curbanistica: citté e paesaggi grande mercato delle risorse provenienti dall’ampio distretto appenninico collegato ai corsi dell’Arno ¢ dell’ Auser,& ricordaca da Strabone (Geografiay, 2,5) per il legname utilizzato nella cantieristica navale ed esportato a Roma per l’edilizia. Boschi sacri ‘Tra le economie del bosco rientra anche quella connessa alla gestione dei bo- schi sacri: in Grecia (d/sos) & un aggregato vegetale in qualche modo segnato dall’intervento dell’uomo, in modo analogo a quanto avviene per il bosco sacto in area romana (Jucus), corrispondente in realt& a una radura praticata all’interno del bosco (neaus). Una serie di norme rivolte alla protezione del bosco sacro restituisce | immagine di un ambiente agricolo-forestale in parte naturale e selvaggio includente perd radure, pascoli, campi coltivati, vigneti ¢ frutteti: uno spazio diversificato, sfruttato per le necessita economiche del santuario. La Lex Luci Spoletini (cit 1°, 366), di 111-11 secolo a.C., ad esempio, proibisce l’asportazione di cid che appartiene al bosco sacro e il taglio della legna, eccetto per la celebrazione del sacrificio annuo, prevedendo per i con- travventori una pena pecuniaria. Sfruttamento Linteresse rivolto al bosco ¢ allo sfruttamento delle sue risorse muta nel tem- del bosco po ¢, insieme ad altri indicatori, é rivelatore di trasformazioni economiche nelle opinioni nel lungo periodo, come é possibile rilevare nel corso della tarda etd repub- degli agronomi blicana e della prima etd imperiale (11 sec. a.C.-1 sec. d.C.). Nella graduatoria delle colture redatca da Catone il bosco da taglio (silva cedua), il terreno pian- tato ad alberi (arbustum) ¢ il bosco da ghiande (glandaria silva) occupano gli ultimi posti, ma gia al tempo di Cicerone lo sfruttamento della selva pud essere addiritcura preferito a quello del vigneto. Si assiste infatti aun consi- stente aumento della richiesta di legname da costruzione, da riscaldamento e per la produzione della calce e dei larerizi legata all’ incremento dellattivi- 18 edilizia publica ¢ privata ¢ alle crescenti attivita artigianali connesse alla produzione ceramica, vetraria e metallurgica. Varrone e Columella attestano infine la presenza fra i teorici dell’agricoltura di una corrente di pensiero che, invertendo la classifica catoniana, privilegia le attivita a basso investimento di risorse e a rendimento sicuro, come l’economia della selva e l’allevamento. L’affermazione di questa tendenza si accompagna alla crisi italica delle pro- duzioni di pregio come quella del vino. Boschi italici La richiesta di legname italico resta costante per tutta l’eta imperiale e du- inepocatardoantica rante l'et& cardoantica non si registra alcun impoverimento del patrimonio boschivo. Una testimonianza del processo di rimboschimento spontaneo tra eta tardoantica e medievale, come esito della progressiva riduzione del suo sfruttamento, 8 indirettamente indicata dal graduale calo delle piene del Te- vere ¢ dalle inondazioni che investono Roma dopo che i disboscamenti dei secoli precedenti avevano intensificato i fenomeni alluvionali; gia Plinio il Vecchio (Storia naturale Xxx1, 30, 53) infatti ricorda: « ‘Spesso tuttavia strap- pando il bosco alle colline le acque di scolo si uniscono a formare torrenti devastantis il bosco trattiene le acque e le disperde>. 212 4 — Organizzare il territorio e le sue risorse Learee paludose rappresentano un altro clemento caratteristico dei paesaggi el mondo antico, diffuse in gran parte delle coste, lungo i fiumi ¢ in mol- te pianure: malgrado le modifiche apportate all’assetto idraulico di alcuni tertiori, ’antichit& non ha conosciuto un intervento integrale dell'uomo sull’ambiente. Questo é piuttosto assecondato, con il risanamento delle aree ‘he si prestano naturalmente alla bonifica idraulica o con limitate azioni di contrallo. Spesso |’intervento non si spinge oltre il consolidamento di un tquilbrio era i benefici dello sfruttamento economico della palude ¢ gli svantaggi derivanti dalla sua mancata bonifica per I’uso agricolo. Non costi- raiscono opere di bonifica integrale nemmeno le centuriazioni romane che, almeno inizialmente, si limitano a razionalizzare I’assetto idrico delle zone che meglio si prestano all’intervento. Le potenzialita offerte dalle aree umide in relazione al loro sfruttamento eco- nomico, al loro impiego come vie d’acqua e alla possibile funzione di difesa naturale hanno rappresentato nel tempo motivi di richiamo per lo sviluppo di villaggi e talvolta anche di veri e propri centri urbani, anche in considerazione del fatto che in certe regioni la palude costituisce in definitiva un fenomeno inevitabile. Appare inoltre evidente alla mentalitd antica che non tuttele paludi sono uguali: Vicruvio distigue infatti tra quelle malsane che ristagnano ¢ non hanno via di sbocco attraverso fiumi e canali, come quelle Pontine, ¢ le paludi- lagune salubri della costa altoadriatica (Vitruvio, Architertura t, 4, 11-12). Lagune e paludi che si sviluppano lungo le coste possono offrire riparo alla navigezione di caboraggio sollecitando lo sviluppo di insediamenti a carattere commerciale (empori) nei luoghi in cui i traffici marittimi si legano a quelli di tin vasto entroterra, Sono esemplificative al riguardo le zone lagunari dell'alto ‘Adciatico che permettono una navigazione riparata dal mare aperto: qui, a par- tire dalla seconda meta del v1 secolo a.C., gliecruschi attivano. J’emporio inter- nazionale di Spina, requentato da grecic da alere comunitherniche, L'bitaro, ‘dattandosi al difficile contesto ambientale, si imposta su piani artificialmente rialzati e consolidati mediante P'uso di palificazioni. La mancanza della pietra perl‘edilizia di Spina é supplita dal legno dei boschi ciscostantis le canne della laguna sono impiegate per realizzare pareti e tettoie, mentre con Je altre pian- te dell’ambiente fluvio-palustre si creano fascine da stendere come pavimenti. Presso paludi sorgono alcuni trai centri piit rilevanti del mondo antico, come Pella in Macedonia, Alessandria in Egitto, Terracina ele citca della fascia lagu nare altoadriatica: Aquileia, Altino, Padova ¢ Ravenna. Alcune disse trovano nelle paludi strategici clementi di difesa: di Alessandria, infatti, Flavio Giusep- pe (Guerra giudaica 11, 386) dice che «ha per mura fiumi ¢ paludi», mentre Ravenna, secondo Procopio di Cesarea (Guerra gotica I, 1 18), «non pud essere raggiunta dalla fanteria da nessuna parte>. Sottolineando l’importanza dell’agricoltura, Je dottrine agrarie greche e romane hanno contribuito a presentare come marginali le are palustri, per quanto la condizione necessaria per praticare l’agricoltura fosse rappresen- 213, Intervento delluomo sulle aree umide Popolamento delle aree umide Economia della palude Aree umide nella tarda antichita Uurbanistica:citté e paesaggi tata dal giusto equilibrio fra terra coltivabile, foresta e t¢ il fondo del cavaliere Mamurra, amico di Cesare ( tenuto particolarmente ricco perché comprende tutti ins boschi immensi, pascoli e acquitrini. Le aree umide sfruttate per una pluralita di scopi, favorendo lo svilupp della palude: vi pud essere praticata la pesca e la caccia, quelle al cinghiale palustre e all’anatra selvatica; le an essere allevate ¢, per la qualita dell’erba, queste arce po apascolo (Columella, L arte dell ‘agricoltura vuti, 15, 1-33 ¥ Esiste inoltre un’agricoltura della palude: Plinio il Ve XIV, 8; 110) ricorda la vite del Cecubo, coltivata nelle vendemmie nelle paludi nel territorio di Padova; ment dell'agricoltura x11, 21, 43 111, 13, 8) menziona l’esistenzz ricorda il territorio paludoso di Ravenna coltivato a Le lagune e gli stagni costieri, particolarmente diffusi | Campania, possono essere attrezzati per !’allevamento. ti di mare (Columella, Larte dell'agricoltura vu, 17) in saline, L’importanza di queste ultime nell’antichita é primaria che il sale svolge come alimento per gli uom conseryazione del cibo. Roma dispone delle saline che foce del Tevere dove, su entrambe le sponde, si troyano la riva destra, originariamente controllata dalla citta etrus zione databile tra la fine del 11 € l’inizio del 111 secolo d del campus salinarum Romanarum (CIL XIV, 4285); da q Portuensis ¢ quindi la via Salaria consentono la distrib alle regioni appenniniche. Le saline sono diffuse pre tutto il Mediterraneo e si legano all’attivita della pesca off impianti per la salatura del pesce. Per la disponibiliea delle materie prime che offrono, dalle foreste, le aree acquitrinose divengono inoltre perl’impianto di fornaci funzionali alla produzione cer ad esempio quelle particolarmente attive delle Valli G: Quel rifiuto per il mondo diverso ¢ marginale della terizzato il pensiero antico centrato sulla dimensione datamente in epoca tardoantica quando gli stessi foresta c la palude, entrano pit nitidamente nella percezi Il frequente riferimento alle paludi non corrisponde a generale e diffuso, né suggerisce necessariamente che cipale di fenomeni di decadenza o abbandono delle can a pit ampie e complesse dinamiche storiche di cui le delle conseguenze, La loro menzione riflette piutto una realta sempre esistita, ma fino ad allora trascurata da rata ai modelli classici, 214 4. Organizzare il territorio e le sue risorse 5, Le manifatture ceramiche Lanecessith di prowedere ai material da costruzione, als suppelleile file della vita quotidiana ea contenitori pera conservazione dei prodotiagricoli determina |’ impianto di officine non solo presso i centri ucbani, ma anche nel territorio (cap. 3, par. 8). Lallestimento di una fornace, destinata a soddisfare richieste pitt ampie del semplice autoconsumo, necessita di un territorio di ti- ferimento sufficientemente insediato, in grado di offrire almeno un mercato locale, e attraversato da vie di terra o di acqua adatte al trasporto di una merce pesante e fragile. E necessario inolere che I'area presenti un’ampia disponibilita di materie prime: acqua, legname e argille adatte alla cottura. InGrecia!’impianto di officine nella chéra, fenomeno che appare poco docu- mentato per l’eta arcaica, comincia a manifestarsi pitt chiaramente a partite dal rv secolo a.C. In Attica, ad esempio, oltre a rare attestazioni di fornaci rivolte alla produzione ceramica, come quelle di Tsepi, Jungo la strada tra ‘Atene e Maratona, o di Ano Voula, sono noti impianti per la produzione di materiale architettonico. Un ergastérion di grandi dimensioni é in artivita a partire dalla fine del v secolo a.C a Spata, in un’area densamente frequentata ¢ contraddistinta da insediamenti sparsi: una successione di fornaci di va- rie dimensioni attesta la continuiti produttiva di tegole e antefisse per circa due secoli, Nell’area produttiva non sono riconoscibili ambienti abitativi, che sembrano invece svilupparsi al di fuori dell’ergastérion. Le produzioni del nucleo artigianale di Spata, come quelle dell'impianto pitt piccolo di Ar- ghiroupoli, composto da una fornace e da un essiccatoio, sopperiscono alle esigenze di uno o pitt demi della Mesogea, o forse di un ambito ancora pit ampio. Lo stretto legame tra il mercato, anche urbano, ¢la disponibilita di materia prima ¢ ben rilevabile anche nella chéra di Kamarina, dove le aree axtigianali per la fabbricazione di terrecotte sono legate agli affioramentiar- gillosi alcune risultano pit vicine alla cite, come quella sul'ansa dell'Ippari, altre si dislocano lungo I’ Oanis (odierno Rifriscolaro), con tracce di lavora- zione di prodotti fittli, depositi di anfore argilla cruda; alla foce del flume, dove sono pitt consistenti i banchi argillosi impiantata una fornacea pianta circolare ancora in eta ellenistico-romana. Nella valle del Sinni, in territorio lucano, le fornaci per la produzione di ma- nufatti di difficile e costoso trasporto (materiale edilizio per la costruzione ¢ lamanutenzione degli edifice recipienti di grandi dimensioni) sono dislocate presso le numerose fattorie ¢ sono probabilmente gestite da maestranze itine- anti. Una situazione diversa rispetto al quadro delineato é presente a Mon- teSant’Oronzo, dove é stato individuato un complesso productivo discosto dai centri abitati e rivolto anche al commercio, come indicano gli stoccaggi ditegole e grandi contenitori ea produzione di ceramica a vernice nera e fine depurata; il centro manifatturiero prosegue a lungo le sue attivita grazie alla disponibilita delle risorse boschive e alla presenza di argille i buona qualita. 25 Presupposti per 'impianto di unofficina ceramica Officine nei territori delle cita greche Officine nel territo Curbanistica:cita e paesaggi Rapporto La relazione tra la dislocazione delle fornaci, la di tra fornaci, ambiente _ prima, il popolamento ela viabilitaé percepibile in modo: © popolamento Je manifatvure che in epoca romana si distribuiscono a me in etd romana: nell’Appennino piacentino ¢ parmense, appartenente, Veleia di Veleia, Gli impianti si localizzano preferibilmente p frane assestate, dove si formano depressioni colmate da d ¢ palustri e dove trovano sede consistenti giacimenti di ar duzione larerizia. L’impianto di fornaci ¢ qui attirato condizioni favorevoli per gli insediamenti agricoli ¢ la viab paleofrane assestate, grazie alla loro scarsa acclivit’, per agevole passaggio ai percorsi che risalgono dal fondo Manifatture Nei territori assegnati alle colonie sono spesso realizzate a carattere locale sa scala produttiva: sono presenti impianti a carattere etemporaneo come le piccole fornaci connesse a insediamenti rurali per fittili di uso comune, o quelle prowvisorie di cantiere per laterizi, successivamente obliterate dalle strutture stesse de struzione. Grandi officine Accanto alle piccole fornaci annesse alle fattorie, officin per le esigenze di grandi dimensioni, caratterizzate da un clevato grado, della ctta si dislocano in posizione intermedia tra la citc3 ¢ il territo edelterritorio le richieste dell’edilizia urbana e rurale. Complessi artig produzione ¢ distribuzione di manufatti per un mercato k nale a medio raggio appaiono estremamente frequenti, d duato al Vingone di Scandicci, nato in relazione alla font per rispondere alle pressanti esigenze legate all’insediam agli edifici della citta, a quelli numerosi dell’area padana, complesso artigianale di questo tipo é stato recentemente centro storico di Massa (piazza Mercurio), area in antico ritorio della colonia di Luni, La depurazione dell’argilla, ¢ sedimentazione in acqua ferma o la levigazione in acqua ¢ a.un sistema di almeno tre vasche rivestite in cocciopesto, comunicanti e dotate di “chiuse” ¢ forse servite da un de dalle retrostanti colline. A breve distanza dalle vasche, fondazione fanno supporre la presenza di una struttura cope le lavorazioni che richiedono uno spazio ampio ¢ aerato, ma fabbricazione delle tegole ¢ dei coppi si svolge probabilment necessitando di uno spazio ancora pitt ampio, anche per le zione. Sono state individuate almeno due fornaci a pianta circ ate e semi-incassate nel versante della colina rivolto a sud. Q integralmente é delimieata da uno spesso muro in grandi mate quale si impostava la copertura (fig. 10). Nella camera di com! file di setti murari e archetti in pietra sostengono lo spesso pi in cui é presente una regolare serie di fori per la risalica del cal 216

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