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3 Organizzare gli spazi pubblici e privati 1. | luoghi della vita civile, politica e amministrativa La piazza pubblica, luogo destinato al ritrovo della popolazione per le atti- vita legate alla regolamentazione collettiva, costituisce il simbolo stesso della comunita civica. Nelle fasi di formazione della palis, lo spazio politico dell’ agond si definisce inizialmente in negativo, come spazio risparmiato all’ interno del tessuto ur- bano, In queste aree, ancora poco note nelle fasi iniziali, sono progressiva- mente ospitati gli edifici connessi con la vita politica (Iekklesiastérion per Passemblea del popolo e il bouleutérion per il suo consiglio); l’amministra- zione civile e giudiziaria (il pritanéion, sede dei pritani, i magistrati designa- ti all’amministrazione publica; gli archéia, gli edifici destinati all’esercizio delle magistrature; il tribunale ¢ le polifunzionali stedi, portici per uso pub- blico); le pratiche religiose (santuari ¢ herda, destinati al culto degli eroi) che garantiscono la validita delle altre istituzioni collettive. La capacita di atcra- zione di tali piazze non tarda poi a richiamare fin dall’etd arcaica anche le attivita commerciali. Nel contesto urbano I'agord si pone frequentemente in posizione centrale, anche se non mancano esempi di piazze decentrate o addirittura marginali, Qualunque sia la sua posizione topografica, l’agord risulta comunque sempre centrale nel suo rapporto con le direttrici principali del traffico urbano che, fiancheggiandola, spesso ne determinano la forma ¢ le dimensioni: il facile accesso all’agord, sia dall’interno sia dall’esterno della citta, la pone cosi al centro della vita sociale della pdlis, nelle sue componenti politiche e religiose. L’agord intrattiene solitamente un rapporto privilegiato con altro polo di identita ¢ integrazione della comunita, il santuario poliadico, che sorge nelle sue vicinanze se non addirittura in aderenza. Agordi e santuari formano dun- que all’interno della citta zone pubbliche distinte ma strettamente connesse: a Metaponto piazza ¢ santuario si sviluppano ai lati di una grande arteria (fig. 1 € cap. 1, fig. 9), mentre a Poseidonia la piazza, al centro della cite’, & affiancata, a nord ¢a sud, dalle due principali aree santuariali urbane (cap. 1, fig. 10). Cid non toglie che l’agoné accolga anche alcuni tra i pit significativi 105 La piazza delle citta greche: 'agoré Uagoré nel contesto urbano Strutturazione dell'ogoré: Megara Iblea Lurbanistica: citta e paesaggi FiGuRA 1 Metaponto (Metapéntion), pianta del settore urbano comprend ~ agora (seconda meta tv sec. d.C.) lente santua, Fonte: Mertens (2006). Iuoghi di culto della pélis, in particolare quelli legati alle divinita ¢ agli e della tradizione mitistorica della citta. Un esempio delle modalita di strutturazione della piazza con i suoi asp. politici e religiosi pud essere seguito a Megara Iblea dove, fin dal moment della pianificazione urbanistica all’ inizio del vit secolo a.C., al centro citta ¢ riservata alle funzioni collettive una vasta area a pianta trapezoi che solo nel tempo si definisce negli aspetti architettonico-funzionali ( 2), Alle prime strutture, rappresentate da due silos, in un processo di sformazione monumentale, alla meta del secolo si sosticuiscono nella p meridionale il tempio g, un tempio a semplice dikos (ovvero casa, un | ambiente rettangolare con ingresso sul lato breve), un grande portico sul settentrionale (sfod nord) e due recinti forse destinati al culto eroico nell’ golo nord-ovest. Il grande e duplice complesso meridionale pud costitul una dimora privata di particolare prestigio 0 uno spazio pubblico di riuni sotto la protezione di divinit’ o di eroi, Alla fine del secolo si aggiunge un al- tro portico sul lato orientale (stod est), un tempio nella parte sud (tempio h) un ofkos arretrato e raggiungibile attraverso un cortile aperto sul lato occiden- tale (tempio c). Nella seconda meta del v1 secolo a.C., sul lato ovest si eri un edificio destinato alla riunione di rappresentanti pubblici, utilizzato i 106 3. Organizzare gli spazi pubblici e privati FIGURA 2 Megara Iblea (Mégara Hyblaéa), pianta dell’ agora (eta arcaica) Fonte: Mertens (2006). occasione di banchetti rituali (hestiatdrion) e identificato come pritaneo. Nel corso del v1 e del v secolo a.C. anche in altre colonie di Occidente le agordi, cui sono destinate superfici solitamente pit ampie di quelle della Grecia pro- ptia, si dotano degli edifici necessari allo svolgimento delle loro funzioni. Nella citt& etrusca di nuova fondazione di Marzabotto, all’ inizio del v seco- lo a.C., Pagord & probabilmente da collocare al margine settentrionale della citta, a est del zémenos (appezzamento di terreno recintato, consacrato alla di- vinita) del tempio poliadico di Tina, dove si interrompono tutti gli stenopéi (cap. 1, fig. 13). Qui, accanto a un’area apparentemente libera da costruzioni, strutture di difficile interpretazione ma caratterizzate da un notevole impe- gno monumentale rendono plausibile I’ipotesi che si tratti di edifici destinati ad attivita pubbliche. 107 Agoré nelle citta etrusche Agord di Atene Curbanisticas cittS e paesagei FIGURA 3 Atene (Athénai), pianta dell'agoré del Ceramico (fine v sec, a.C.) Fonte: Lippolis, Livadiotti, Rocco (2007). In Grecia bisogna attendere l’eta classica o quella ellenistica perché le agord si trovino fiancheggiate da edifici chiaramente riconoscibili come pubbli¢ ¢ di riunione, con I’eccezione di quanto accade ad Atene. L’ubicazione el sviluppo dell’ agord di Atene costituiscono un problema dibattuto: second alcune recenti ricostruzioni, una prima agord é collocata a est delle pendit dell’acropoli, dove le fonti (Pausania, Guida della Grecia 1, 18-20) ricordant la presenza del pritaneo e del santuario dell’eroe Teseo. Verso a meta del ¥. secolo a.C., con i Pisistratidi, la depressione a nord-ovest dell’acropoli, occupata da tombe ¢ da case-botcega di vasai, inizia progressivamente a CO notarsi come spazio pubblico, divenendo |’“agord del Ceramico”. Con 1'ay vento della democrazia, tra la fine del vt e il v secolo a.C., l’agord si arti¢ chisce di tutti gli edifici necessari alle funzioni dei nuovi organismi reli ¢ amministrativi (fig. 3): sul lato occidentale, oltre ad alcuni edifici religi si suecedono la stod basileios, sede dell’arconte re ¢ Inogo di conservazioné delle leggi di Solones la stod di Zeus Eleuthérios; un primo bouleutérion, 108 3. Organizzare gli spazi pubblicie privat sformato poi in archivio dei documenti pubblici ¢ sostituito da un nuovo edificio assembleare; una struttura (edificio F), gid ritenuta dimora di Pi- sistrato, modificata per accogliere il banchetto dei pritani ¢ poi sostituita da una thdlos (edificio a pianta circolare) con analoghe funzioni. Entro lo scorcio del V secolo a.C. sul lato meridionale é realizzata una stod che ospi- ta i banchetti comuni di personaggi pubblici, civili e religiosi. Nell’angolo nord-ovest, tn’area delimicata da sistemi di bloccaggio dell’accesso accoglie fe funzioni clettorali dei giudici e le votazioni degli ostracismi, L’ ekklesia- stérion, che richiede un’ampia disponibilita di spazio, ¢ invece realizzato con forma quasi semicircolare sulle pendici della collina della Pnice, a breve distanza dall'agord. Mentre in alcune citta, come Atene stessa, Atgo, Théra ¢ Orcomeno (Or- chomenés), le agordi mantengono una forma irregolare, fiancheggiata da edi- fici isolati anche nel corso dell’eta ellenistica, dal rv secolo a.C. si sviluppa un nuovo modello di agord che, nel quadro della rete regolare degli isolati assume l’aspetto di una piazza quadrata o rettangolare chiusa ¢ bordata sui quatro lati da portci, la cosiddeteaagord tetndgonas. Questa, che talvolta du plica la piazza pubblica cittadina, spesso si specializza assumendo funzioni principalmente commerciali (in/fa, par. 8). Nelle citt puniche la piazza principale é solitamente collocata nei pressi del porto, apertaalle esigenze del mercato e senza un cuolo di raccordo formale e funzionale della maglia stradale urbana, Le funzioni civiche ¢ amministra- tive, svolte nel mondo greco in edifici specifici, nelle citth puniche hanno Inogo all’aperto. A Cartagine la piazza pubblica é localizzaca nella zona pia- neggiance tra i porte I'acropoli. A Kerkouane ben tre piazze si dispongono in un’area piuttosto limitata a nord-est della cit, venendo cosi a costituire un settore destinato alle principali attiviti sociali, amministrative ed econo- miche (cap. 1, fig. 22). ‘A Roma e nelle sue colonie, la piazza pubblica per eccellenza, il foro, con gli edifici che la citcondano, si pone in un luogo preminente del ressuto urbano, dove converge la viabilita principale. I! Foro romano, la piazza ai piedi del colle occupato dal capitolinm e percorsa dall’antico asse della Sacra Via, rice- vella sua definizione spaziale all’inizio dell’eca repubblicana (v sec. a.C.) con la realizzazione dei templi di Saturno dei Castori, allineati sul lato opposto alla curia, la sede del senato, e al comitinme, luogo delle assemblee popolac. Prima della fine del rv secolo a.C. il foro assume una forma regolare circon- data da rabernae, alle spalle delle quali sorgono numerosi atria, di cui ci offte un esempio la colonia latina di Cosa del 273 a.C.: atri di tipo tuscanico con ingresso fiancheggiato da botteghe ¢ ampio cortile con impluvio che possono ospitare attivita commerciali, cerimonie religiose ¢ uffici amministrativi, Tra lafine del 11rel’inizio del 11 secolo a.C. gli atria sono progressivamente sosti- tuiti da nuovi edifici a carattere-giuridico amministrativo, le basiliche Porcia, Fulvia-Aemilia ¢ Sempronia (fig. 4). 109 ‘Agoré tetrégonos La piazza nelle cit puniche La piazza nelle cittd romanet il foro Llurbanistica: citta e paesaggi FiuRA 4 Roma, area forense:in evidenza gli edifici della prima e media eta repubh Ue. wif : a egge ooo ony 2 [ay Legenda: a = comitium e curia; b = tempio di Saturno; c= tempio dei Castori; d = area delle tab veteres; e = area delle tabernae novae et argentariae; f= basilica Aemilia; g = vieus Tuscus; h = vi Jugarius. Fonte: Gros, Torelli (2010). La progressiva introduzione nel Foro romano di nuovi tipi di edifici costitu sce un modello per la loro adozione nelle colonie, talvolta anche nei rapport reciproci tra le strutture. Con gli edifici religiosi, amministrativi e i mont menti celebrativi che lo fiancheggiano, le statue ¢ le iscrizioni commemo tive, il foro richiama simbolicamente la presenza civile ¢ religiosa di Rom riassume i valori della comunita cittadina, le sue memorie, l’orgoglio dellasu autonomia e contemporaneamente dei suoi rapporti con il potere central Pur nella varieta delle posizioni nel contesto urbano, delle dimensioni ed la disposizione degli edifici, l’area forense si pone spesso all’intersezione cardine e decumano massimi dell’impianto ortogonale, occupando pid dia isolato; ha generalmente una pianta rettangolare, dominata dal capitolium dalla basilica giudiziaria, La curia, il comitium, il tabularium (archivio nicipale), l’aerarium (sede del tesoro della citta) ¢ il carcer si distribuiscon negli spazi circostanti secondo un ordine basato non solo su esigenze topo grafiche, ma soprattutto su criteri di carattere ideologico o per imitazione formule adottate a Roma. d 10 3. Organizzare gli spazi pubblicie privati FIGURA 5 Cosa, area forense (i sec. .C) Fonte: Gros, Torelli (2010). Il foro di Cosa, che riceve la sua pith compiuta definizione nel corso del rr Assimiliazione secolo a.C., occupa uno spazio di circa quattro isolati, assieme agli edifici del modelo pubblici che lo circondano. La piazza, cui si accede dal lato nord attraverso dela apie Cos tun arco a tre fornici, & bordata da portici ¢ da atria; sul lato lungo orientale a > oii Fonte; Cifani (2008), FIGURA 27 _Acquarossa, strada con selciato in masselli ditufo e crepidiniin opera quadrata (uisec. ac) Fonte: Quilici (1999). 133 Lurbanistica: cit’ e paesaggi FIGURA 28 Alba Fucens, strada con marciapiedi e attraversamento pedonale Fonte: Riera (1994). solitamente predisposta la realizzazione dei condotti fognari: di Verona ricorda infatti che i quattuorviri, i magistrati del municipio, fi costruire insieme le mura, la porta, le torrie le cloache (ciz V, 3434). L’agevole evacuazione delle acque bianche ¢ nere ¢ dunque l’orientamento e l’inclinazione della rete fognaria possono costituire uno dei fattori deter minanti nella scelta del luogo in cui impiantare un nuovo centro urbano a Trento, ad esempio, si privilegia un’area in leggero pendio che favorisce Jo smaltimento delle acque verso l’Adige 0 verso un corso d’acqua corrente lungo le mura, a sua volta confluente nel flume. Talvolta le acque reflue po sono continuare a essere canalizzate anche sulla stessa superficie stradale. Pompei, accanto a un sistema complesso con fogne di terzo o quarto ordin coesistono scarichi privati che, insieme all’acqua di sfioro delle fontane pub: bliche, scorrono sulle strade in pendenza, rendendo indispensabili alti mar ciapiedi e passaggi pedonali sopraelevati, noti anche in altri centri (fig. 28) ¢ fuoriescono dalla citt& attraverso appositi sfoghi praticati in corrisponden za delle porte urbiche. Nei punti di maggiore affollamento le strade sono mantenute pitt agibili mediante caditoie che convogliano le acque reflue n [ sistema fognario sotterraneo (fig. 29). A Nora il vasto progetto unitario di risistemazione delle strade e delle fogne & attuato solo tra la fine del 11 la prima met del 11 secolo d.C.: Pirregola- rita dell’articolazione delle strade costituisce un’eredita dell’assetto punic? ¢ romano-repubblicano, fortemente condizionato dalla linea di costa movi mentata ¢ dal rilievo (fig. 12). Le improvvise variazioni dell’ampiez24 del 134 3. Organizzare gli spazi pubblicie privati aura 29 Pompei (Pompei, via della Fortuna, inghiottitoio di fogna aperto sulla strada Fonte: Riera (1994). sedi stradali sono probabilmente determinate dalla necessiti di rispettare i perimetri irregolari degli edifici preesistenti; alcuni tratti appaiono tuttavia pit regolari, come il raccordo monumentale tra il centro ¢ il santuario di Sa Punta ‘e su Coloru o la via del Porto, fiancheggiata da portici. I portici costituiscono una caratteristica della viabilita urbana delle citta romane fin dalla tarda eti repubblicana, sulla base di modell ellenistici; le grandi vie colonnate monumentalizzano poi, tra il 1r¢ la meta del 111 secolo 4.C, le principali arterie di importanti cittd delle province orientali dell'im- pero, Ad Apaméa sull’Oronte la via, ampia con i portici a colonne circa 37 m, costituisce I’asse generatore del piano urbanistico posteriore al terremoto degli inizi del 11 secolo d.C. (fig. 30), mentre a Palmira (Palmyra) le grandi vie colonnate, una delle quali conduce al santuario di Bel, svolgono piuttosto la funzione di introdurre un ordine apparente in un’organizzazione urbana disomogenea (fig. 31). Ancora nella tarda et imperiale il buon funzionamento delle strade conti- nua a garantire anche il funzionamento dei collettori principali. Se esisto- no esempi precoci di destrutturazione, probabilmente dovuti a specifi situazioni locali, come a Padova (Patavium) (via San Canziano) dove un asse viario e la relativa fogna sono obliterati gia nel corso del 111 4.C,, non mancano casi di segno opposto. La prolungata continuita di alcuni tratti viari, infatti, pud essere dovuta al rilievo che tali pe hanno continuato ad avere tra l’eta tardoantica e l'alto medioevo. Portici e vie colonnate Lurbanistica:cita e paesaggi FIGURA 30 Apaméa sull’Oronte, via colonnata (11 sec. d.C.) Fonte; foto dell'autore, FIGURA 31 Palmira (Palmyra), vie colonnate (11-meta 1 sec. d.C.); sullo sfondo il santuar di Bel (i-it sec. d.C.) Fonte: foto delt'autore. scia strade basolate e relativi condotti fognari vengono realizzati ancora 1 uty secolo d,C. Nell’area dell’ Ortaglia la strada che circondava !’ins ¢ ripristinara in etd tardoantica con un rialzamento di circa mezzo metro 136 3. Organizzare gli spazi pubblici e privat rispetto ai livelli del lastticato di etd romana: il nuovo piano stradale realizzato con pietre di piccole dimensioni e frammenti laterizi. In alcuni centri si continuano a costruire strade lastricate ¢ fogne fino al vi secolo d.C., come é attestato a Milano ea Ravenna, Lapersistenza del reticolo stradale non costituisce di per sé un indizio di con- tinuith insediativa, ma significa piuttosto che il potere pubblico é in grado di impedire l'occupazione della sede viaria da parte dei privati e mantenerne la funzionalita anche quando le aree circostanti da abitative sono divenute agri- cole, Altre volte le strade o i percorsi che le sostituiscono riducono la propria ampiezza o sono assorbiti nelle limitrofe proprieta private. 4. Lapprovvigionamento idrico La disponibilita di acqua costituisce indubbiamente un requisito impre- scindibile per la vita di una comunita: la presenza di una qualunque riser- va permanente di acqua o la possibilita di approvvigionarsene con facilita guida dunque spesso la scelta del sito adatto all’insediamento. Spesso & il contesto geologico a favorire determinate aree: nei punti in cui il contatto fra strati permeabili e impermeabili si viene a trovare esposto, infacti, l’acqua freatica fuoriesce spontaneamente, dando origine a sorgenti che possono poi essere strutturate per la raccolta e il prelievo. Ad Atene, ad esempio, alla fine del v1 secolo a.C. & costruito un bacino lungo il fianco meridional dell’acropoli, nei pressi della fucura stod ionica del santuario di Asclepio, e nel secolo successive & monumentalizzata la fonte Klepsjdra che sgorgeva lungo le pendici nord-occidentali (fig, 32). A Corinto la successione di strati di calcare e conglomerato permeabili e di marna impermeabile deter- mina la formazione di notevoli bacini acquiferi sotterranei che sono captati artraverso gallerie di drenaggio in grado di far confluire I'aequa verso vasche esterne: é il caso delle fonti Peiréne inferiore ¢ Glauke a nord dell’ agora, della fonve Lerna, presso il santuario di Asclepio, e della fonte Peiréne superiore sull’Acrocorinto (fig. 33). ‘Anche in vari centri etruschi, come Todi (Tutere), Orvieto ¢ Chiusi (Clevsi), numerosi cunicoli assolyono a funzioni drenanti e di captazione della falda idrica. A Chiusi, ad esempio, dove una stratificazione naturale di conglomerato, sabbie e argille consente Ia formazione di falde idriche, una fitta rete di passaggi scavati a pid livelli di profondita rifornisce la citta di acqua che pud essere attinta attraverso numerosi pozzi (fig. 34). La semplicita di sfruttamento delle falde affioranti rende estremamente frequenti le fonti di questo genere, anche con forme meno monumentali: all ingresso di Ocriculum, ad esempio, alcuni scalini consentono di scen- dere dalla via Flaminia in un ambiente voltato, all’ interno del quale un bacino é costantemente alimentato da una vena acquifera; le balaustre in pictra recano i segni delle funi usate per l’approvvigionamento (fig. 35). 37 Sorgenti strutturate per la raccolta e il prelievo a a Pozzi pubblici Lurbanistica: citta e paesaggi FIGURA 32 Atene (Athénai), fonte Klepsfdra (v sec. a.C.) pe Sana snes! ve =o el ee Fonte: Tolle-Kastenbein (1993). Nelle cita in cui la falda freatica offre la disponibilita di attingere diret mente ai bacini sotterranei sono piuttosto frequenti i pozzi pubblici, che dislocano nei luoghi che meglio si prestano all’uso comunitario: presso is tuari, nelle piazze e ai bordi delle strade, come quelli che si distribuiscono ni merosi nei pressi dell’agord di Atene. I pozzi delle cittd greche possono ave! pareti nude, talvolta rinforzate da un tivestimento in legno, o rivestite di pi tre nelle quali spesso sono ricavati scalinio pedarole che consentono !’access al fondo, Dalla seconda meta del v secolo a.C. inizia l’uso di rivestire pou con cilindri di terracotta, pitt semplici e meno costosi da fabbricare, spost ¢ installare. Le bocche in pietra in terracotta assumono forma diversi. J pitt semplici, simili all’imboccatura di grandi vasi, fino ai copripozzo in p! tra ¢ ai puteali romani in marmo decorati a rilievo. 138 3. Organizzare gli spazi public e privat FIGURA 33 Corinto (Kérinthos), fonte Peiréne superiore, monumentalizzata nel.1v sec. a.C.; pianta delle galerie di drenaggio Fonte: Tolle-Kastenbein (1993). Altre necessit’ parimenti importanti, come la scelta di una posizione natural- mente difesa, tuttavia, determinano talvolta lo sviluppo di citta anche in siti sprovvisti di risorse idriche. In questo caso i singoli si dotano di riserve priva- te, mentre la comunita predispone una gamma di sistemi artificiali per la rac- coltae la distribuzione di acqua: dalle cisterne agli acquedotti, alle fontane. Le cisterne contengono I’acqua piovana raccolta prevalentemente attraverso i tetti delle abitazioni e degli edifici pubblici, per essere poi attinta mediante pozzi. In Grecia le cisterne pubbliche, scavate nel sottosuolo con sezione a cono o a bottiglia ¢ rivestite di malta idraulica, possono ampliare la propria capacita collegandosi attraverso gallerie, come quelle del Kolonds Agordios di Atene. In epoca classica e soprattutto ellenistica si diffondono le cisterne di maggiori dimensioni, preferenzialmente a pianta rettangolare, realizzate 3B9 Cisterne pubbliche Uurbanistica: citté e paesaggi FicuRA 34 Chiusi (Clevs), cunicoli nel sottosuolo della cittd in uso fin dalleta etrusca Fonte: foto dellautore. FIGURA 35 Ocriculum, fontana pubblica sulla via Flaminia (prima eta imperiale) Fonte: Cenciaioli (2006). 140 ey 3. Organizzare gli spazi pubblicie privati FIGURA 36 Delo (Délos), cisterna presso il teatro (111 sec. a.C.) Fonte: Malacrino (2010). a blocchi di pietra e dotate di pilastri interni, presenti ad esempio ad Agri- gento, Siracusa e nell’ agord di Solunto. Nel 11 secolo a.C., a Delo, la grande cisterna che raccoglie l’acqua dalla cavea del teatro & coperta da una volta a botte, sorretta da 8 archi in granito (fig, 36). A Cartagine ¢ in tutta l’area di influenza punica appaiono invece diffuse le cisterne “a bagnarola’, caratteriz~ zate da una pianta rettangolare con i lati brevi curvilinei, In eta romana, parallelamente allo sviluppo delle tecniche costruttive che ricorrono all’uso di mattoni, malta e gettate in conglomerato, le cisterne con volta a botte o a crociera si articolano in numerose camere comunican- ti, talvolta disposte anche su due piani, e possono raggiungere dimensioni notevoli, Le grandi cisterne pubbliche si conformano alla planimetria urba- na, costituendo le sostruzioni di edifici pubblici, come a Pompei al di sotto dei fori civile triangolare, della basilica o del peristilio del teatro. In modo analogo, la grande cisterna costituita da dieci vani rettangolari paralleli ¢ co- yi Acquedotti Lurbanistica:cittd e paesaggi municanti di circa 19 X 5 m, scavata nella collina di Amelia (Ameria), trail secolo a.C. e il 1 secolo d.C.., sostiene ¢ amplia la piazza forense, come anch le cisterne di Todi (Tider), costituite da due sistemi separati, ciascuno q dodici vani allineati sui due lati lunghi dell’area forense. A Fermo (Firm Picenum: fig. 37) la grande vasca di tenuta sotto il foro, realizzata in etd ay gustea ¢ ampia all’interno circa 65 x 29 m, & suddivisa in trenta camere in tercomunicanti disposte su tre file, La cisterna é alimentata con acqua caprs ta all’interno della collina e convogliata mediante cunicoli in un condoty in muratura, dal quale penetra all’interno della vasca mediante tubi fi gli emissari sono costituiti Poiché all’imboccatura di quest’ultimo termina uno dei canaletti previs sul pavimento per le operazioni di pulizia, si pud ipotizzare che il condott fosse funzionale allo svuotamento totale delle vasche. Quando invece é necessario convogliare verso i centri urbani l’acqua di u fiume o di una sorgente dalle zone circostanti, sono realizzati acquedotti i grado di superare le difficolea imposte dalla natura dei luoghi con soluzion tecniche che si perfezionano nel corso del tempo. La scelta del punto di p tenza tiene conto della quota altimertica della sorgente in modo che lacq possa scorrere dentro le condotte sfruttando la pendenza. Negli esempi pit semplici ¢ antichi sono impiegate tubature in terracotta o in piombo allog giate in trincee scavate nel terreno per ottenere la necessaria pendenza, con quelle in piombo con giuntidi pietra all’ Artemision di Efeso o quelle in te cotta presso il Dipylon di Atene. Una completa indipendenza dalla morfolo gia del suolo nel calcolare la pendenza in direzione della destinazione finale: ottiene perd mediante lo scavo di gallerie nella roccia, aerate mediante poz e percorribili per le operazioni di pulizia ¢ riparazione; condotte di questo genere sono attestate ad Atene ¢ Samo gia in eta arcaica ¢, in etd classica, Egina (4igina), Corinto, Olinto, Siracusa e Agrigento. Qui una compless rete di condutture rifornisce la citta ¢ alimenta con I’acqua in eccesso il gra de stagno ornamentale della Kolymbérhra. Un tipo particolare é rappresenta to dagli acquedotti a doppia galleria sovrapposta di Atene, Samo ¢ Siract (fig. 38): il cunicolo superiore, tracciato con andamento quasi orizzont: é realizzato per primo per stabilire l’inclinazione della condotta inferiore, con cui comunica attraverso pozzi verticali. Il cunicolo superiore, ritenuto in passato di semplice servizio, é stato pit recentemente interpretato com canale di protezione nel caso di movimenti e scosse sismiche, L’acquedo di Samo, progettato nel v1 secolo a.C. dall’architetto Eupalino, conduce im citth l’acqua della sorgente di Aghiddes, a nord delle mura; realizzato partent do dalle due estremit’ opposte, mostra sapienti accorgimenti tecnici nell correzione della pendenza e nella prevenzione di frane nelle zone a rischio. Nel corso dell’eta ellenistica numerose citta si dotano di sistemi di adduzio ne dell’acqua: a Pergamo nel 11 secolo a.C. é allestito un acquedotto a in piombo lungo pit di 40 km, sostenuto da grandi blocchi di pietra foratl 142 3. Organizzare gli spazi pubblici e privati FIGURA 37 Fermo (Firmum Picenum), cisterna di sostruzione al foro (eta augustea) Fonte: Polverini et al. (1987). Figura 38 Siracusa (Syrékusa), sezione dell'acquedotto greco a doppia galleria con ninfeo terminale a coronamento del teatro Fonte: Malacrino (2010). che, grazie allo sfruttamento delle pendenze e all’accumulo della pressione, & in grado di alimentare l'acropoli. Accanto allo scavo di gallerie ¢ di condot- te forzate, dall’etd ellenistica inizia anche I’uso di impostare le condutture su arcate che possono superare valli ampie ¢ profonde e che raggiungono le forme pit grandiose a opera dell’ ingegneria romana, Quando il dislivello da 143 Lurbanistica: citta e paesaggl hraura 39 Nimes (Colonia Augusta Nemausus), Pont du Gard et& augustea) Fonte: foto dellautore. superare é particolarmente elevato si sovrappongono fino a tre file di come a Lesbo, Mérida o al Pont du Gard di Nimes (fig, 39), alto quasi 50 m lungo 275, Tali strureure possono sostenere una o pits condotte d’acqua, agli acquedotti di Pergamo, Roma e Lione, che presentano oltre dieci line di conduzione. La terminazione dell’acquedotto in citta, nel punto pitt alto dell’abitas per garantire una distribuzione uniforme e regolare, & strutcurata in ¢po¢ romana mediante un serbatoio ripartivore il castllum aquae, che con di depurare Pacqua riducendone la pressione ¢ di ripartirla nella rete d condutture che raggiungono terme, fontane pubbliche ¢ lussuosi edifi privati. A Pompei l’acqua convogliata nel bacino circolare del cas¢ellu quae attraversa una serie di griglie di filtraggio per poi essere distrib ta con tre tubi di piombo nelle principali condutture urbane; alla peti tia settentrionale di Nimes, dal bacino di distribuzione circolare l'acqué € convogliata addiriteura in dieci direzioni attraverso altrettante bocc di scarico (fig. 40). Grandi serbatoi terminali consentono talyolta I’i magazzinamento di notevoli quantita d’acqua, come la piscina mirabil presso Miseno di etd augustea, forse funzionale al rifornimento della flott misenate, o i serbatoi di Costantinopoli, il pit famoso dei quali é quellod Binbirdirek di eta giustinianea, I serbatoi sono spesso funzionali a specifid edifici, come i complessi termali di Roma, ad esempio quelli delle term 144

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