3
Organizzare gli spazi pubblici e privati
1. | luoghi della vita civile, politica e amministrativa
La piazza pubblica, luogo destinato al ritrovo della popolazione per le atti-
vita legate alla regolamentazione collettiva, costituisce il simbolo stesso della
comunita civica.
Nelle fasi di formazione della palis, lo spazio politico dell’ agond si definisce
inizialmente in negativo, come spazio risparmiato all’ interno del tessuto ur-
bano, In queste aree, ancora poco note nelle fasi iniziali, sono progressiva-
mente ospitati gli edifici connessi con la vita politica (Iekklesiastérion per
Passemblea del popolo e il bouleutérion per il suo consiglio); l’amministra-
zione civile e giudiziaria (il pritanéion, sede dei pritani, i magistrati designa-
ti all’amministrazione publica; gli archéia, gli edifici destinati all’esercizio
delle magistrature; il tribunale ¢ le polifunzionali stedi, portici per uso pub-
blico); le pratiche religiose (santuari ¢ herda, destinati al culto degli eroi) che
garantiscono la validita delle altre istituzioni collettive. La capacita di atcra-
zione di tali piazze non tarda poi a richiamare fin dall’etd arcaica anche le
attivita commerciali.
Nel contesto urbano I'agord si pone frequentemente in posizione centrale,
anche se non mancano esempi di piazze decentrate o addirittura marginali,
Qualunque sia la sua posizione topografica, l’agord risulta comunque sempre
centrale nel suo rapporto con le direttrici principali del traffico urbano che,
fiancheggiandola, spesso ne determinano la forma ¢ le dimensioni: il facile
accesso all’agord, sia dall’interno sia dall’esterno della citta, la pone cosi al
centro della vita sociale della pdlis, nelle sue componenti politiche e religiose.
L’agord intrattiene solitamente un rapporto privilegiato con altro polo di
identita ¢ integrazione della comunita, il santuario poliadico, che sorge nelle
sue vicinanze se non addirittura in aderenza. Agordi e santuari formano dun-
que all’interno della citta zone pubbliche distinte ma strettamente connesse:
a Metaponto piazza ¢ santuario si sviluppano ai lati di una grande arteria
(fig. 1 € cap. 1, fig. 9), mentre a Poseidonia la piazza, al centro della cite’, &
affiancata, a nord ¢a sud, dalle due principali aree santuariali urbane (cap. 1,
fig. 10). Cid non toglie che l’agoné accolga anche alcuni tra i pit significativi
105
La piazza delle citta
greche: 'agoré
Uagoré nel contesto
urbanoStrutturazione
dell'ogoré:
Megara Iblea
Lurbanistica: citta e paesaggi
FiGuRA 1 Metaponto (Metapéntion),
pianta del settore urbano comprend ~
agora (seconda meta tv sec. d.C.) lente santua,
Fonte: Mertens (2006).
Iuoghi di culto della pélis, in particolare quelli legati alle divinita ¢ agli e
della tradizione mitistorica della citta.
Un esempio delle modalita di strutturazione della piazza con i suoi asp.
politici e religiosi pud essere seguito a Megara Iblea dove, fin dal moment
della pianificazione urbanistica all’ inizio del vit secolo a.C., al centro
citta ¢ riservata alle funzioni collettive una vasta area a pianta trapezoi
che solo nel tempo si definisce negli aspetti architettonico-funzionali (
2), Alle prime strutture, rappresentate da due silos, in un processo di
sformazione monumentale, alla meta del secolo si sosticuiscono nella p
meridionale il tempio g, un tempio a semplice dikos (ovvero casa, un |
ambiente rettangolare con ingresso sul lato breve), un grande portico sul
settentrionale (sfod nord) e due recinti forse destinati al culto eroico nell’
golo nord-ovest. Il grande e duplice complesso meridionale pud costitul
una dimora privata di particolare prestigio 0 uno spazio pubblico di riuni
sotto la protezione di divinit’ o di eroi, Alla fine del secolo si aggiunge un al-
tro portico sul lato orientale (stod est), un tempio nella parte sud (tempio h)
un ofkos arretrato e raggiungibile attraverso un cortile aperto sul lato occiden-
tale (tempio c). Nella seconda meta del v1 secolo a.C., sul lato ovest si eri
un edificio destinato alla riunione di rappresentanti pubblici, utilizzato i
1063. Organizzare gli spazi pubblici e privati
FIGURA 2 Megara Iblea (Mégara Hyblaéa), pianta dell’ agora (eta arcaica)
Fonte: Mertens (2006).
occasione di banchetti rituali (hestiatdrion) e identificato come pritaneo. Nel
corso del v1 e del v secolo a.C. anche in altre colonie di Occidente le agordi,
cui sono destinate superfici solitamente pit ampie di quelle della Grecia pro-
ptia, si dotano degli edifici necessari allo svolgimento delle loro funzioni.
Nella citt& etrusca di nuova fondazione di Marzabotto, all’ inizio del v seco-
lo a.C., Pagord & probabilmente da collocare al margine settentrionale della
citta, a est del zémenos (appezzamento di terreno recintato, consacrato alla di-
vinita) del tempio poliadico di Tina, dove si interrompono tutti gli stenopéi
(cap. 1, fig. 13). Qui, accanto a un’area apparentemente libera da costruzioni,
strutture di difficile interpretazione ma caratterizzate da un notevole impe-
gno monumentale rendono plausibile I’ipotesi che si tratti di edifici destinati
ad attivita pubbliche.
107
Agoré nelle citta
etruscheAgord di Atene
Curbanisticas cittS e paesagei
FIGURA 3 Atene (Athénai), pianta dell'agoré del Ceramico (fine v sec, a.C.)
Fonte: Lippolis, Livadiotti, Rocco (2007).
In Grecia bisogna attendere l’eta classica o quella ellenistica perché le agord
si trovino fiancheggiate da edifici chiaramente riconoscibili come pubbli¢
¢ di riunione, con I’eccezione di quanto accade ad Atene. L’ubicazione el
sviluppo dell’ agord di Atene costituiscono un problema dibattuto: second
alcune recenti ricostruzioni, una prima agord é collocata a est delle pendit
dell’acropoli, dove le fonti (Pausania, Guida della Grecia 1, 18-20) ricordant
la presenza del pritaneo e del santuario dell’eroe Teseo. Verso a meta del ¥.
secolo a.C., con i Pisistratidi, la depressione a nord-ovest dell’acropoli,
occupata da tombe ¢ da case-botcega di vasai, inizia progressivamente a CO
notarsi come spazio pubblico, divenendo |’“agord del Ceramico”. Con 1'ay
vento della democrazia, tra la fine del vt e il v secolo a.C., l’agord si arti¢
chisce di tutti gli edifici necessari alle funzioni dei nuovi organismi reli
¢ amministrativi (fig. 3): sul lato occidentale, oltre ad alcuni edifici religi
si suecedono la stod basileios, sede dell’arconte re ¢ Inogo di conservazioné
delle leggi di Solones la stod di Zeus Eleuthérios; un primo bouleutérion,
1083. Organizzare gli spazi pubblicie privat
sformato poi in archivio dei documenti pubblici ¢ sostituito da un nuovo
edificio assembleare; una struttura (edificio F), gid ritenuta dimora di Pi-
sistrato, modificata per accogliere il banchetto dei pritani ¢ poi sostituita
da una thdlos (edificio a pianta circolare) con analoghe funzioni. Entro lo
scorcio del V secolo a.C. sul lato meridionale é realizzata una stod che ospi-
ta i banchetti comuni di personaggi pubblici, civili e religiosi. Nell’angolo
nord-ovest, tn’area delimicata da sistemi di bloccaggio dell’accesso accoglie
fe funzioni clettorali dei giudici e le votazioni degli ostracismi, L’ ekklesia-
stérion, che richiede un’ampia disponibilita di spazio, ¢ invece realizzato
con forma quasi semicircolare sulle pendici della collina della Pnice, a breve
distanza dall'agord.
Mentre in alcune citta, come Atene stessa, Atgo, Théra ¢ Orcomeno (Or-
chomenés), le agordi mantengono una forma irregolare, fiancheggiata da edi-
fici isolati anche nel corso dell’eta ellenistica, dal rv secolo a.C. si sviluppa
un nuovo modello di agord che, nel quadro della rete regolare degli isolati
assume l’aspetto di una piazza quadrata o rettangolare chiusa ¢ bordata sui
quatro lati da portci, la cosiddeteaagord tetndgonas. Questa, che talvolta du
plica la piazza pubblica cittadina, spesso si specializza assumendo funzioni
principalmente commerciali (in/fa, par. 8).
Nelle citt puniche la piazza principale é solitamente collocata nei pressi del
porto, apertaalle esigenze del mercato e senza un cuolo di raccordo formale
e funzionale della maglia stradale urbana, Le funzioni civiche ¢ amministra-
tive, svolte nel mondo greco in edifici specifici, nelle citth puniche hanno
Inogo all’aperto. A Cartagine la piazza pubblica é localizzaca nella zona pia-
neggiance tra i porte I'acropoli. A Kerkouane ben tre piazze si dispongono
in un’area piuttosto limitata a nord-est della cit, venendo cosi a costituire
un settore destinato alle principali attiviti sociali, amministrative ed econo-
miche (cap. 1, fig. 22).
‘A Roma e nelle sue colonie, la piazza pubblica per eccellenza, il foro, con gli
edifici che la citcondano, si pone in un luogo preminente del ressuto urbano,
dove converge la viabilita principale. I! Foro romano, la piazza ai piedi del
colle occupato dal capitolinm e percorsa dall’antico asse della Sacra Via, rice-
vella sua definizione spaziale all’inizio dell’eca repubblicana (v sec. a.C.) con
la realizzazione dei templi di Saturno dei Castori, allineati sul lato opposto
alla curia, la sede del senato, e al comitinme, luogo delle assemblee popolac.
Prima della fine del rv secolo a.C. il foro assume una forma regolare circon-
data da rabernae, alle spalle delle quali sorgono numerosi atria, di cui ci offte
un esempio la colonia latina di Cosa del 273 a.C.: atri di tipo tuscanico con
ingresso fiancheggiato da botteghe ¢ ampio cortile con impluvio che possono
ospitare attivita commerciali, cerimonie religiose ¢ uffici amministrativi, Tra
lafine del 11rel’inizio del 11 secolo a.C. gli atria sono progressivamente sosti-
tuiti da nuovi edifici a carattere-giuridico amministrativo, le basiliche Porcia,
Fulvia-Aemilia ¢ Sempronia (fig. 4).
109
‘Agoré tetrégonos
La piazza nelle cit
puniche
La piazza nelle cittd
romanet il foroLlurbanistica: citta e paesaggi
FiuRA 4 Roma, area forense:in evidenza gli edifici della prima e media eta repubh
Ue.
wif :
a egge ooo
ony 2 [ay
Legenda: a = comitium e curia; b = tempio di Saturno; c= tempio dei Castori; d = area delle tab
veteres; e = area delle tabernae novae et argentariae; f= basilica Aemilia; g = vieus Tuscus; h = vi
Jugarius.
Fonte: Gros, Torelli (2010).
La progressiva introduzione nel Foro romano di nuovi tipi di edifici costitu
sce un modello per la loro adozione nelle colonie, talvolta anche nei rapport
reciproci tra le strutture. Con gli edifici religiosi, amministrativi e i mont
menti celebrativi che lo fiancheggiano, le statue ¢ le iscrizioni commemo
tive, il foro richiama simbolicamente la presenza civile ¢ religiosa di Rom
riassume i valori della comunita cittadina, le sue memorie, l’orgoglio dellasu
autonomia e contemporaneamente dei suoi rapporti con il potere central
Pur nella varieta delle posizioni nel contesto urbano, delle dimensioni ed
la disposizione degli edifici, l’area forense si pone spesso all’intersezione
cardine e decumano massimi dell’impianto ortogonale, occupando pid dia
isolato; ha generalmente una pianta rettangolare, dominata dal capitolium
dalla basilica giudiziaria, La curia, il comitium, il tabularium (archivio
nicipale), l’aerarium (sede del tesoro della citta) ¢ il carcer si distribuiscon
negli spazi circostanti secondo un ordine basato non solo su esigenze topo
grafiche, ma soprattutto su criteri di carattere ideologico o per imitazione
formule adottate a Roma. d
103. Organizzare gli spazi pubblicie privati
FIGURA 5 Cosa, area forense (i sec. .C)
Fonte: Gros, Torelli (2010).
Il foro di Cosa, che riceve la sua pith compiuta definizione nel corso del rr Assimiliazione
secolo a.C., occupa uno spazio di circa quattro isolati, assieme agli edifici del modelo
pubblici che lo circondano. La piazza, cui si accede dal lato nord attraverso dela apie Cos
tun arco a tre fornici, & bordata da portici ¢ da atria; sul lato lungo orientale
a
>
oii
Fonte; Cifani (2008),
FIGURA 27 _Acquarossa, strada con selciato in masselli ditufo e crepidiniin opera quadrata
(uisec. ac)
Fonte: Quilici (1999).
133Lurbanistica: cit’ e paesaggi
FIGURA 28 Alba Fucens, strada con marciapiedi e attraversamento pedonale
Fonte: Riera (1994).
solitamente predisposta la realizzazione dei condotti fognari:
di Verona ricorda infatti che i quattuorviri, i magistrati del municipio, fi
costruire insieme le mura, la porta, le torrie le cloache (ciz V, 3434).
L’agevole evacuazione delle acque bianche ¢ nere ¢ dunque l’orientamento
e l’inclinazione della rete fognaria possono costituire uno dei fattori deter
minanti nella scelta del luogo in cui impiantare un nuovo centro urbano
a Trento, ad esempio, si privilegia un’area in leggero pendio che favorisce
Jo smaltimento delle acque verso l’Adige 0 verso un corso d’acqua corrente
lungo le mura, a sua volta confluente nel flume. Talvolta le acque reflue po
sono continuare a essere canalizzate anche sulla stessa superficie stradale.
Pompei, accanto a un sistema complesso con fogne di terzo o quarto ordin
coesistono scarichi privati che, insieme all’acqua di sfioro delle fontane pub:
bliche, scorrono sulle strade in pendenza, rendendo indispensabili alti mar
ciapiedi e passaggi pedonali sopraelevati, noti anche in altri centri (fig. 28)
¢ fuoriescono dalla citt& attraverso appositi sfoghi praticati in corrisponden
za delle porte urbiche. Nei punti di maggiore affollamento le strade sono
mantenute pitt agibili mediante caditoie che convogliano le acque reflue n [
sistema fognario sotterraneo (fig. 29).
A Nora il vasto progetto unitario di risistemazione delle strade e delle fogne
& attuato solo tra la fine del 11 la prima met del 11 secolo d.C.: Pirregola-
rita dell’articolazione delle strade costituisce un’eredita dell’assetto punic?
¢ romano-repubblicano, fortemente condizionato dalla linea di costa movi
mentata ¢ dal rilievo (fig. 12). Le improvvise variazioni dell’ampiez24 del
1343. Organizzare gli spazi pubblicie privati
aura 29 Pompei (Pompei, via della Fortuna, inghiottitoio di fogna aperto sulla strada
Fonte: Riera (1994).
sedi stradali sono probabilmente determinate dalla necessiti di rispettare i
perimetri irregolari degli edifici preesistenti; alcuni tratti appaiono tuttavia
pit regolari, come il raccordo monumentale tra il centro ¢ il santuario di Sa
Punta ‘e su Coloru o la via del Porto, fiancheggiata da portici.
I portici costituiscono una caratteristica della viabilita urbana delle citta
romane fin dalla tarda eti repubblicana, sulla base di modell ellenistici; le
grandi vie colonnate monumentalizzano poi, tra il 1r¢ la meta del 111 secolo
4.C, le principali arterie di importanti cittd delle province orientali dell'im-
pero, Ad Apaméa sull’Oronte la via, ampia con i portici a colonne circa 37
m, costituisce I’asse generatore del piano urbanistico posteriore al terremoto
degli inizi del 11 secolo d.C. (fig. 30), mentre a Palmira (Palmyra) le grandi
vie colonnate, una delle quali conduce al santuario di Bel, svolgono piuttosto
la funzione di introdurre un ordine apparente in un’organizzazione urbana
disomogenea (fig. 31).
Ancora nella tarda et imperiale il buon funzionamento delle strade conti-
nua a garantire anche il funzionamento dei collettori principali. Se esisto-
no esempi precoci di destrutturazione, probabilmente dovuti a specifi
situazioni locali, come a Padova (Patavium) (via San Canziano) dove un
asse viario e la relativa fogna sono obliterati gia nel corso del 111
4.C,, non mancano casi di segno opposto. La prolungata continuita
di alcuni tratti viari, infatti, pud essere dovuta al rilievo che tali pe
hanno continuato ad avere tra l’eta tardoantica e l'alto medioevo.
Portici e vie
colonnateLurbanistica:cita e paesaggi
FIGURA 30 Apaméa sull’Oronte, via colonnata (11 sec. d.C.)
Fonte; foto dell'autore,
FIGURA 31 Palmira (Palmyra), vie colonnate (11-meta 1 sec. d.C.); sullo sfondo il santuar
di Bel (i-it sec. d.C.)
Fonte: foto delt'autore.
scia strade basolate e relativi condotti fognari vengono realizzati ancora 1
uty secolo d,C. Nell’area dell’ Ortaglia la strada che circondava !’ins
¢ ripristinara in etd tardoantica con un rialzamento di circa mezzo metro
1363. Organizzare gli spazi pubblici e privat
rispetto ai livelli del lastticato di etd romana: il nuovo piano stradale
realizzato con pietre di piccole dimensioni e frammenti laterizi. In alcuni
centri si continuano a costruire strade lastricate ¢ fogne fino al vi secolo
d.C., come é attestato a Milano ea Ravenna,
Lapersistenza del reticolo stradale non costituisce di per sé un indizio di con-
tinuith insediativa, ma significa piuttosto che il potere pubblico é in grado di
impedire l'occupazione della sede viaria da parte dei privati e mantenerne la
funzionalita anche quando le aree circostanti da abitative sono divenute agri-
cole, Altre volte le strade o i percorsi che le sostituiscono riducono la propria
ampiezza o sono assorbiti nelle limitrofe proprieta private.
4. Lapprovvigionamento idrico
La disponibilita di acqua costituisce indubbiamente un requisito impre-
scindibile per la vita di una comunita: la presenza di una qualunque riser-
va permanente di acqua o la possibilita di approvvigionarsene con facilita
guida dunque spesso la scelta del sito adatto all’insediamento.
Spesso & il contesto geologico a favorire determinate aree: nei punti in cui
il contatto fra strati permeabili e impermeabili si viene a trovare esposto,
infacti, l’acqua freatica fuoriesce spontaneamente, dando origine a sorgenti
che possono poi essere strutturate per la raccolta e il prelievo. Ad Atene, ad
esempio, alla fine del v1 secolo a.C. & costruito un bacino lungo il fianco
meridional dell’acropoli, nei pressi della fucura stod ionica del santuario di
Asclepio, e nel secolo successive & monumentalizzata la fonte Klepsjdra che
sgorgeva lungo le pendici nord-occidentali (fig, 32). A Corinto la successione
di strati di calcare e conglomerato permeabili e di marna impermeabile deter-
mina la formazione di notevoli bacini acquiferi sotterranei che sono captati
artraverso gallerie di drenaggio in grado di far confluire I'aequa verso vasche
esterne: é il caso delle fonti Peiréne inferiore ¢ Glauke a nord dell’ agora, della
fonve Lerna, presso il santuario di Asclepio, e della fonte Peiréne superiore
sull’Acrocorinto (fig. 33).
‘Anche in vari centri etruschi, come Todi (Tutere), Orvieto ¢ Chiusi
(Clevsi), numerosi cunicoli assolyono a funzioni drenanti e di captazione
della falda idrica. A Chiusi, ad esempio, dove una stratificazione naturale
di conglomerato, sabbie e argille consente Ia formazione di falde idriche,
una fitta rete di passaggi scavati a pid livelli di profondita rifornisce la
citta di acqua che pud essere attinta attraverso numerosi pozzi (fig. 34).
La semplicita di sfruttamento delle falde affioranti rende estremamente
frequenti le fonti di questo genere, anche con forme meno monumentali:
all ingresso di Ocriculum, ad esempio, alcuni scalini consentono di scen-
dere dalla via Flaminia in un ambiente voltato, all’ interno del quale un
bacino é costantemente alimentato da una vena acquifera; le balaustre in
pictra recano i segni delle funi usate per l’approvvigionamento (fig. 35).
37
Sorgenti strutturate
per la raccolta
e il prelievo
aa
Pozzi pubblici
Lurbanistica: citta e paesaggi
FIGURA 32 Atene (Athénai), fonte Klepsfdra (v sec. a.C.)
pe Sana snes! ve
=o el ee
Fonte: Tolle-Kastenbein (1993).
Nelle cita in cui la falda freatica offre la disponibilita di attingere diret
mente ai bacini sotterranei sono piuttosto frequenti i pozzi pubblici, che
dislocano nei luoghi che meglio si prestano all’uso comunitario: presso is
tuari, nelle piazze e ai bordi delle strade, come quelli che si distribuiscono ni
merosi nei pressi dell’agord di Atene. I pozzi delle cittd greche possono ave!
pareti nude, talvolta rinforzate da un tivestimento in legno, o rivestite di pi
tre nelle quali spesso sono ricavati scalinio pedarole che consentono !’access
al fondo, Dalla seconda meta del v secolo a.C. inizia l’uso di rivestire pou
con cilindri di terracotta, pitt semplici e meno costosi da fabbricare, spost
¢ installare. Le bocche in pietra in terracotta assumono forma diversi. J
pitt semplici, simili all’imboccatura di grandi vasi, fino ai copripozzo in p!
tra ¢ ai puteali romani in marmo decorati a rilievo.
1383. Organizzare gli spazi public e privat
FIGURA 33 Corinto (Kérinthos), fonte Peiréne superiore, monumentalizzata nel.1v sec. a.C.;
pianta delle galerie di drenaggio
Fonte: Tolle-Kastenbein (1993).
Altre necessit’ parimenti importanti, come la scelta di una posizione natural-
mente difesa, tuttavia, determinano talvolta lo sviluppo di citta anche in siti
sprovvisti di risorse idriche. In questo caso i singoli si dotano di riserve priva-
te, mentre la comunita predispone una gamma di sistemi artificiali per la rac-
coltae la distribuzione di acqua: dalle cisterne agli acquedotti, alle fontane.
Le cisterne contengono I’acqua piovana raccolta prevalentemente attraverso
i tetti delle abitazioni e degli edifici pubblici, per essere poi attinta mediante
pozzi. In Grecia le cisterne pubbliche, scavate nel sottosuolo con sezione a
cono o a bottiglia ¢ rivestite di malta idraulica, possono ampliare la propria
capacita collegandosi attraverso gallerie, come quelle del Kolonds Agordios
di Atene. In epoca classica e soprattutto ellenistica si diffondono le cisterne
di maggiori dimensioni, preferenzialmente a pianta rettangolare, realizzate
3B9
Cisterne pubblicheUurbanistica: citté e paesaggi
FicuRA 34 Chiusi (Clevs), cunicoli nel sottosuolo della cittd in uso fin dalleta etrusca
Fonte: foto dellautore.
FIGURA 35 Ocriculum, fontana pubblica sulla via Flaminia (prima eta imperiale)
Fonte: Cenciaioli (2006).
140 ey3. Organizzare gli spazi pubblicie privati
FIGURA 36 Delo (Délos), cisterna presso il teatro (111 sec. a.C.)
Fonte: Malacrino (2010).
a blocchi di pietra e dotate di pilastri interni, presenti ad esempio ad Agri-
gento, Siracusa e nell’ agord di Solunto. Nel 11 secolo a.C., a Delo, la grande
cisterna che raccoglie l’acqua dalla cavea del teatro & coperta da una volta a
botte, sorretta da 8 archi in granito (fig, 36). A Cartagine ¢ in tutta l’area di
influenza punica appaiono invece diffuse le cisterne “a bagnarola’, caratteriz~
zate da una pianta rettangolare con i lati brevi curvilinei,
In eta romana, parallelamente allo sviluppo delle tecniche costruttive che
ricorrono all’uso di mattoni, malta e gettate in conglomerato, le cisterne
con volta a botte o a crociera si articolano in numerose camere comunican-
ti, talvolta disposte anche su due piani, e possono raggiungere dimensioni
notevoli, Le grandi cisterne pubbliche si conformano alla planimetria urba-
na, costituendo le sostruzioni di edifici pubblici, come a Pompei al di sotto
dei fori civile triangolare, della basilica o del peristilio del teatro. In modo
analogo, la grande cisterna costituita da dieci vani rettangolari paralleli ¢ co-
yiAcquedotti
Lurbanistica:cittd e paesaggi
municanti di circa 19 X 5 m, scavata nella collina di Amelia (Ameria), trail
secolo a.C. e il 1 secolo d.C.., sostiene ¢ amplia la piazza forense, come anch
le cisterne di Todi (Tider), costituite da due sistemi separati, ciascuno q
dodici vani allineati sui due lati lunghi dell’area forense. A Fermo (Firm
Picenum: fig. 37) la grande vasca di tenuta sotto il foro, realizzata in etd ay
gustea ¢ ampia all’interno circa 65 x 29 m, & suddivisa in trenta camere in
tercomunicanti disposte su tre file, La cisterna é alimentata con acqua caprs
ta all’interno della collina e convogliata mediante cunicoli in un condoty
in muratura, dal quale penetra all’interno della vasca mediante tubi fi
gli emissari sono costituiti
Poiché all’imboccatura di quest’ultimo termina uno dei canaletti previs
sul pavimento per le operazioni di pulizia, si pud ipotizzare che il condott
fosse funzionale allo svuotamento totale delle vasche.
Quando invece é necessario convogliare verso i centri urbani l’acqua di u
fiume o di una sorgente dalle zone circostanti, sono realizzati acquedotti i
grado di superare le difficolea imposte dalla natura dei luoghi con soluzion
tecniche che si perfezionano nel corso del tempo. La scelta del punto di p
tenza tiene conto della quota altimertica della sorgente in modo che lacq
possa scorrere dentro le condotte sfruttando la pendenza. Negli esempi pit
semplici ¢ antichi sono impiegate tubature in terracotta o in piombo allog
giate in trincee scavate nel terreno per ottenere la necessaria pendenza, con
quelle in piombo con giuntidi pietra all’ Artemision di Efeso o quelle in te
cotta presso il Dipylon di Atene. Una completa indipendenza dalla morfolo
gia del suolo nel calcolare la pendenza in direzione della destinazione finale:
ottiene perd mediante lo scavo di gallerie nella roccia, aerate mediante poz
e percorribili per le operazioni di pulizia ¢ riparazione; condotte di questo
genere sono attestate ad Atene ¢ Samo gia in eta arcaica ¢, in etd classica,
Egina (4igina), Corinto, Olinto, Siracusa e Agrigento. Qui una compless
rete di condutture rifornisce la citta ¢ alimenta con I’acqua in eccesso il gra
de stagno ornamentale della Kolymbérhra. Un tipo particolare é rappresenta
to dagli acquedotti a doppia galleria sovrapposta di Atene, Samo ¢ Siract
(fig. 38): il cunicolo superiore, tracciato con andamento quasi orizzont:
é realizzato per primo per stabilire l’inclinazione della condotta inferiore,
con cui comunica attraverso pozzi verticali. Il cunicolo superiore, ritenuto
in passato di semplice servizio, é stato pit recentemente interpretato com
canale di protezione nel caso di movimenti e scosse sismiche, L’acquedo
di Samo, progettato nel v1 secolo a.C. dall’architetto Eupalino, conduce im
citth l’acqua della sorgente di Aghiddes, a nord delle mura; realizzato partent
do dalle due estremit’ opposte, mostra sapienti accorgimenti tecnici nell
correzione della pendenza e nella prevenzione di frane nelle zone a rischio.
Nel corso dell’eta ellenistica numerose citta si dotano di sistemi di adduzio
ne dell’acqua: a Pergamo nel 11 secolo a.C. é allestito un acquedotto a
in piombo lungo pit di 40 km, sostenuto da grandi blocchi di pietra foratl
1423. Organizzare gli spazi pubblici e privati
FIGURA 37 Fermo (Firmum Picenum), cisterna di sostruzione al foro (eta augustea)
Fonte: Polverini et al. (1987).
Figura 38 Siracusa (Syrékusa), sezione dell'acquedotto greco a doppia galleria con
ninfeo terminale a coronamento del teatro
Fonte: Malacrino (2010).
che, grazie allo sfruttamento delle pendenze e all’accumulo della pressione, &
in grado di alimentare l'acropoli. Accanto allo scavo di gallerie ¢ di condot-
te forzate, dall’etd ellenistica inizia anche I’uso di impostare le condutture
su arcate che possono superare valli ampie ¢ profonde e che raggiungono le
forme pit grandiose a opera dell’ ingegneria romana, Quando il dislivello da
143Lurbanistica: citta e paesaggl
hraura 39 Nimes (Colonia Augusta Nemausus), Pont du Gard et& augustea)
Fonte: foto dellautore.
superare é particolarmente elevato si sovrappongono fino a tre file di
come a Lesbo, Mérida o al Pont du Gard di Nimes (fig, 39), alto quasi 50 m
lungo 275, Tali strureure possono sostenere una o pits condotte d’acqua,
agli acquedotti di Pergamo, Roma e Lione, che presentano oltre dieci line
di conduzione.
La terminazione dell’acquedotto in citta, nel punto pitt alto dell’abitas
per garantire una distribuzione uniforme e regolare, & strutcurata in ¢po¢
romana mediante un serbatoio ripartivore il castllum aquae, che con
di depurare Pacqua riducendone la pressione ¢ di ripartirla nella rete d
condutture che raggiungono terme, fontane pubbliche ¢ lussuosi edifi
privati. A Pompei l’acqua convogliata nel bacino circolare del cas¢ellu
quae attraversa una serie di griglie di filtraggio per poi essere distrib
ta con tre tubi di piombo nelle principali condutture urbane; alla peti
tia settentrionale di Nimes, dal bacino di distribuzione circolare l'acqué
€ convogliata addiriteura in dieci direzioni attraverso altrettante bocc
di scarico (fig. 40). Grandi serbatoi terminali consentono talyolta I’i
magazzinamento di notevoli quantita d’acqua, come la piscina mirabil
presso Miseno di etd augustea, forse funzionale al rifornimento della flott
misenate, o i serbatoi di Costantinopoli, il pit famoso dei quali é quellod
Binbirdirek di eta giustinianea, I serbatoi sono spesso funzionali a specifid
edifici, come i complessi termali di Roma, ad esempio quelli delle term
144