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Posizione 1° Cielo (Luna) Beati Spiriti inadempienti ai voti (appaiono come immagini riflesse nel vetro) Intelligenze motrici_ Angeli Dante incontra Piccarda Donati, Costanza d’Altavilla ‘gBio qua~ Paradiso, I © consenta ™ Sequenze narra rh ee | 106-108 Poms miniatura ta, / tor > (WTS) APPARIZIONE DEI REATI i Giovanni ey Mentre sta per dichiarare a Beatrice* di aver compreso la veriti riguardo alle macchie ENE ‘unari, Dante viene improvvisamente attratto da una visione. Egli vede, come attraverso | Thompson 36 vetri trasparenti o acque limpide, gli evanescenti contorni di alcune anime ¢, commetten- fate a, do Verrore contrario a quello di Narciso, li scambia per immagini riflesse; cosi si volta | {onda > tenendo indietro e, non vedendo nulla, si rivolge stupito a Beatrice, Questa, sorridendo, gli spiega > si mani- che i beati sono realmente davanti a Iui: esi si trovano nel cielo della Luna per aver man- 3 pene- cato ai voti compiuti; invita quindi il poeta a parlare con loro, ee »CWSEET] PICCARDA DONATI (¢0.>-P x Dante chiede allo spirito che si mostra pid desideroso di parlare di rivelargli il suo nome ¢ la condizione dei beati in quel cielo. Si tratta dell’anima di Piccarda Donati (sorella di x Forese ¢ di Corso), che Dante stenta a riconoscere per l'accresciuta bellezza. oe > CHWS) 1a reuicrrA DE BEATE Dante chiede se i beati abbiano desiderio di trovarsi in un cielo pi alto, per essere pitt vici- ro sulla ° : ‘econdo ni a Dio; Piccarda risponde che la cariti appaga pienamente la loro volonti e che il fatto di essere in un cielo inferiore non diminuisce il grado di beatitudine, che consiste infatti nell’uniformarsi perfettamente alla volonta divina. > (WST108) PICCARDA NARRA LA PROPRIA VICENDA roblema ‘ sii ast Piccarda racconta ora la sua storia e il motivo Per cui non poté portare a compimento il slica, . voto, Ritiratasi dal mondo ancora giovinetta facendosi suora dell’Ordine di santa Chiara, fir rapita con la violenza dal convento e da allora condusse tristemente la sua vita 482 Canto TIT )® WIA) LO SPIRITO DI COSTANZA D’ALTAVILLA iccarda indica poi a Dante un’anima luminosa alla sua destra, anch’ella vittima del za.E Costanza d’ Altavilla (moglie dell'imperatore EnricoVI'e madre di Federico II) fu scrappata a forza dal convento, ma rimase in cuor suo sempre fedele alle sace bende. \» [RETETW] PICCARDA SI ALLONTANA ‘Terminato di parlare,Piccarda ele altre anime svaniscono cantando!’ Ave Maria. Dante le segue finché pud, poi rivolge lo sguardo a Beatrice, restando abbagliato dal suo accresciuto fulg & Temi e moti . Il primo incontro con i beati Dopo i due canti proemialiinizia ora la narrazione vera propria dellitinerario conclusivo & Dante,che entra qui perla prima volta in contatto con gli spiiti beati,posti nel cielo della Luna ilmeno «perfettoy, il pit legato al mondo terreno, abitato da anime che non hanno realizzato appieno la propria vocazione per manco dive v.30) ,avendo cio mancato ai voti per cause indi= pendenti da un cattivo uso della volonti. Tali anime non possiedono la luminosita piena che caratterizzer’ le anime dei cieli superiori, ma appaiono a Dante diafane e sfumate, quasi debo- liimmagini riflesse per vetri trasparenti tersi (v. 10), tali da trarre in inganno il poeta,che cade ne errore contrario a quello di Narciso (vv. 17-18), cambiando per immagini rifles le presen=_ ze reali dei beati. Questo errore percettivo, posto in esordio all'ultima fase del viaggio dantesco, assume un significato importante da due punti di vista: innanzitutto richiama quella strategis < Quel sol che pria d'amor mi scaldé ’I petto, di bella veriti m’avea scoverto, 3 provando e riprovando, il dolce aspetto; € io, per confessar corretto e certo me stesso, tanto quanto si convene 6 leva’ il capo a proferer piti erto; ‘ma visione apparve che ritenite a sé me tanto stretto, per vedersi, 9 che di mia confession non mi sovvenne, Quali per vetri trasparenti e tersi, © ver per acque nitide e tranquille, 12. non si profonde che i fondi sien persi, tornan d'i nostri visi le postille debili si, che perla in bianca fronte 15 non vien men forte a le nostre pupille; tali vid'io pid facce a parlar pronte; per ch'io dentro a error contrario corsi 18 a quel ch’accese amor tra ’omo ¢ 'I fonte. Sibito si com‘io di lor m’accorsi, quelle'stimando specchiati sembianti, 21 per veder di cui fosser, li occhi torsis 4. Quel sol... petto: Beatrice", indcata aitraverso la metafora* del sole; ella infatt, ancora giovnetta, aveva per la prima volta acceso d'amore il cuore del poeta, come narrato nella Vita nuova* (cf. anche Rime* LOCA, 93-107 e Purg. 200K, 41-42), ed (07, in Paradiso, lo illumina con la su8 dot tina, immagine di Beatrice, «sole d'amo- re allinzio e «sole di verita» alla fine (w. 128-130), viene cosi a chiudere circolar mente Fintero canto (M. Mart spetto:riferimento al can- in cui Beatrice avevasplegato ‘Dante Forigine delle macchie lunar a c- mostrazione ea stata condottasecandoi due ‘momenti della discussione scolastica®, qui presenta inordineinverso: prima dimostran- {do'eroneita del opinione d Dante (jr vendo), poi portando fe argomentazioni per ‘comprovarnela vert (provando), 4. corretto @ certo: | due termini cor- spondono rispettivamente a riprovando provahdo, 5.6. tanto... erto: per volges! a Beatrice Dante alza ia testa, ma solo di quanto € necessaio, senza mancarle di rspetto i laa Tema. 8. per veder per essere vista» 10. Qual. apo levato & infati segno di superbia e presunzione (cfr a tst’ata del leone a inf 1,47 e Fatteggiamento di molt dannati partcolare Farina), tun fatto nuovo atta su di sé tenzione d Dante, dstogliendoo dal propo- sito di parlare (ci, Purg. XXVII, 37-39: com'eli apparel subitamente ‘cosa che disvia/ per maravigia tutto altro pensare) ‘sono infat improwisamente appar primi ibeat, cul sembianti sono tuttavacosvaghi cheil poeta credetrattars diimmaginiriies- 2, come spiegatoneleteczine sequent. Nel Canto compare assaifrequentemente 'av- versativa ma, che interromoe un'aspettatve determina un momento psicologico di sor- pres; tle uso € indice, econdo K, Stele, ‘del eosione di ogni stablta nella prosper tiva di Dante», che fino al ultimo & arimato dda dubbi eincertezzee che proprio eattra- verso ntenstd del confront fra certezza e dubbio, ordne e contingenze, questione & tevidenza crea la Sua visione poetica, costrutto latineggiante: dversamente dai beati dei > WTS] APPARIZIONE DEI BEAT Beatrice (Quel so), che in gioventi (pria) mi avevarisealdato il cuore d'amore, mi aveva rivelato (area severe), dimo- strando le sue opinioni (provande) ¢ confutando le mie (ripto- sande) il dolce aspetto della verti, i 10, per dichiararmi (confssar.. me stesto) corretto e convinto (Certo) alzai (leva) il capo pid in alto (erto),enteo i mit dovuti (Canto quanto si convenne) per palate (prover) ‘ma mi apparve una visione che mi attrase (rtenme a sé me) cosi strettamente (tanto steto) che, per guardacla (per veers), thon mi ricordai pid (now mi sovvenne) della mia ammissione (confession). Come (Qual), attraverso (ger) ver trasparenti ¢ limpid (ers), 0 (0) atraverso seq chare (ids) e tranquil hon os (3) profonde dion vederne i fondo (che fond sew Pe, inane pst de ou vl denon (oma) co dsoneats Get cw pee ene Eos tae so pownbbe spin (nen inane fen bed Tcl call nis in tal modo (al) io vidi moli voli pronti a parlare; per cui incorsi (si) nellerrore contrario a quello che fece nascere (acese) Vamore tra Narciso (Poms) il fonte. Appena (Sibito si ome) mi accorsi di loro rtenendo quelle facce (quelle stimando) inomagini rilesse (specchiatisembiant) voli indietro (to) gli occhi, per vedere a chi (dic) appar” Cieli superior, che si manifesteranno a Dante in forma di luce, gi spirit incontath nel cielo dela Luna conservano ancora le apparenze dela figura corporea, che |i trend, come ha esservato Bosco, personag- 41 ancora vicinialfatmostera del Purgato- fio. | loro trattisono tuttavia cos! evane Scenti da indurte Dante a voltarsi,scam- biandoli per immagini cifese, 412. persi: perso designava un colore rosso molto scuro, quasi nero, come lo definsce Dante stesso in Convivio* WV, xe, 2: elo perso dal nero ascende [| € uno color misto di purpureo e dinero, ma vince lo ero, e da iui si dinominav; ef. inf V, 89 Anche attibuendo a pers i valore di «per uti» (on vib, il signiticato sostarziale del espressione non cambia 43. le postille: | deboli contorni del vot rispecchiat, come intendona i comment tori antichi propriamente, termine post Ja (dal latina tardo) indica la breve annota- Zione posta a margine del testo, ed € qui Uusato in senso metaforco: le poste stan- no al testo come i debol sembianti delle anime stanno alle loro immagin integre e e nulla vidi, e ritorsili avanti : dritti nel lume de la dolce guida, 24 che, sorridendo, ardea ne li occhi santi «Non ti maravigliar perch’io sorrida», mi disse, eappresso il tuo piieril coto, 27 poi sopra ‘I vero ancor lo pié non fida, ma te rivolve, come suole, a voto: vere sustanze son cié che tu vedi, 0 qui rilegate per manco di voto. Perd parla con esse € odi e credi ché la verace luce che li appaga 23, da sé non lascia lor torcer li piediv. E io a ombra che parea pitt vaga di ragionar, drizza'mi, e cominciai, 36 quasi com’uom cui troppa voglia smaga: «Q ben creato spirito, che a’ rai di vita etterna la dolcezza senti 39 che, non gustata, non sintende mai, grazioso mi fia se mi contenti del nome tuo e de la vostra sorter. 42 Ond’ella, pronta e con occhi ridenti: Canto TT : «enon vidi nulla, eli rigirai (ritrsil) avanti rivoli (drt) mello sguardo (lume) di Beatrice (dole guida) a quale, sorridendo, ardeva negli occhi beat (san) «Non ti meravigliare se (perio) sorridos, diss, in seguito al | two puerile ragionamento (cto), poiché (poi) il tuo piede non } poggia (fda) ancora saldamente sulla veri, | ‘ma, come era solito fare (come swole), ti conduce in direzione ccontraria (rivvlix), inurilmente (a vito): quelle (cid) che vedi, j Sloss ieee een TTT { ‘Percid parla con loro, ascoltale ¢ credi a cid che diranno: poi cché la luce divina (vera) che le appaga non Ie lascia allonta | nnare da sé > (WIEST) PiccaRDA DONATI Io mi rivoli (drizza’mi) allo spirito (ombr) che sembrava pit desideroso (ea) di parlare (ragionar) € cominciai, quasi come ‘uno (wom) che Feccessivo desiderio (trppa inglia) priva di seit maga) <0 spitito eleto (ber aeate), che provi (sent) la doleezza della Ice (ni) della vita eterna, che non si pud comprendere pie~ i ramente (non intende mua) se non viene provata direttamen- te (non gustata), mia (fi) radio (gsi) we i acoatentes (cnet) dicsndsl Wo noe ol corinons dalle vnne usines 3 ibspirita prontamentecon och beat rite. Secondo alti invece, postila sareb- be diminutivo di pasta (eorma»,wtraccian), 14-15. debili si. pupille:siferimento ala moda arstocratiea ferminie del tempo di portare una pera sulafronte; € un tratto tlegante eraffinato, che conferisce un tono Gi stinowstica decatezzaallepisocio. 7-18. per ch'io dentro a error contr io...“ font il giovane Narciso, secondo i mito classic narrato da Ovidio" in Meta ‘motos! l, 407-510, si innamord dela xo pra immagine iflessa in un fonte, scam- Biandola per vera; Dante, al contrario, cede che le figure reali davanti 8 sino immagini riflsse 23-24. nel lume... occhi sant: atraverso ‘moduli stinovistci (lo sguardo, il soriso Tuminoso) Beatrice iprende qui tutta la sua bellezza e il ruoio di guida premurosa e Denevola, che nel canto precedente erano stati mess in secondo piano dala funzione dottrinara, 26. coto: termine derivato dal vetbo cota- 1, dal latino cogitare (= pensare); significa epensiros, eragionamenton. 27. lo ple: sulla base del’uso metaforico biblico, in cui epieder vale «oti del'ani- ‘mow (Salmi 72, 2), alcuni commentator intendono il termine rel senso ci sintlet- to9; che Par Mi, 22, 28. sustanze: termine tecnico del inguag- {9 filosoficascolastico*,indicante la reas invinseca e necessaria dle cose in questo «aso le anime, vere e non riflsse), 30. qui rilegate: tale affermazione lascia pensare che queste anime risiedano stabil- mentenelcelo dela una sitrattainrealta tun yoluto equivoco, che verra charito nel canto successive (Par IV, 28-63). Tutte le anime hanno infat sede nel'Empieo", ma Simaniestano a Dante nei var ciel, per ev- dencireillorodiveso grado di beatitudinee il partcolare inlusso che ciascun cielo ha ‘eserctato su di esse (ma vedi anche le itro- ‘duzioniai cant) Cosi, adesempio, ate el cosiddetti«inferiori> ~ Luna, Mercurio e Venere sono associatirispettivamente gli spirtiincestanti (in relazione ala mutevolez- 2 dalla Luna), glspirt atv per desiderio i lori, glispit aman 31. @ credi: co che diranno | beat! comi- Sponde necessariamente al vero, poiche la luce divina in cu esi sono concentratie da ul sono appagatié verita assoluta, 33. da sé... pied: | beat infatt «sono con- fermat in gtatia, né hanno altro desiderio ne alira cupidita che acquiescere alla Wolonts diving; et questo @ quello che fa ce non obstante che pid gloria sa in uno he niuno altro, ientedimieno sono par- mente beati perché a beaitudine consist Jn havere sommo contento, et niente altro desidera che piacere 2 Dio» (Landino*). 36. smaga: verbo smagare, in provenza- le esmaiar (vindebolres, «togiere for230, derva dal latino tardo exmagare (dal ger manico magan = «avere forza). 37. ben creato spirito:espressione oppo- Staa quell attrbulta i dannat, ls cui anima deta malnata (ct Inf. V, 7) ark: lumi- rato da reggi divin alv. 32 avevainfattpar- lato della verace luce che appage gli spr 139. che...non s‘intende mails dolcezzs ‘eliabeatitudine, che oltrepassa ogni espe- rienza umana, pub essere plenamerta intesa ‘solo da chila prova diettamente;@ lo stesso ‘oncetto espresso da Dante in Pa. 71-72, ‘dopo aver riportato'esempio di Gauco. 485 «La nostra cariti non serra porte a giusta voglia, se non come quella 45 che vuol simile a sé tutta sua corte, P’ fui nel mondo vergine sorella; e se la mente tua ben sé riguarda, 48 non mi ti celera lesser pid bella, ma riconoscerai ch’i’ son Piccarda, che, posta qui con questi altri beati, 51 beata sono in la spera pit tarda, Li nostri affetti, che solo infiammati son nel piacer de lo Spirito Santo, 54 letizian del suo ordine formati. E questa sorte che par gid cotanto, perd n’® data, perché fuor negletti 57 li nostri voti, e vti in alcun canto». Ond’io a lei: «Ne’ mirabili aspetti vostri risplende non so che divino 60 che vi trasmuta da’ primi concetti: perd non fui a rimembrar festino; ma or nyaiuta cid che tu mi dici, 63. si che raffigurar m’@ pit latino, Canto IIT La nostra cart non si nega (nom serm porte) aun desiderio (glia legittimo (ginsta), proprio (¢ non) come Ia earita divi- na (quell), che vuole simile a sé tutta la sua corte celeste. Sulla terra io fi monaca (vegine sola; e se la tua memoria (mente) guarda bene (riguanda) dentro di sé, Pessere ora pit bella non mi nasconders a te, smu riconoscerai che io sono Piccarda, che, posta qui con que- sti alti beati, sono beata nel cielo (sper) che gira pid lenta- mente (pi tarda), ossia quello della Luna, 1 nostri affeti, che sono inflammati solo dallardore (piace) ello Spirito Santo, gioiscono (levi) del farco di essere tuniformat: (format) allordine universale da Lui voluro. E questo grado di beatitudine (sort), che sembra (pai) cos basso (gid cane), per questo ci (n'@) dato, poiche i nostri voti fiona inadempiut (nels) e in parce (in alow canto imasero privi deffetto (ei. > [GBBT] LA FELICITA DEI BEATE E fo a leis «Nei vostri mirabili aspettirisplende qualeosa (now 20 che) di divino che vi trasforma (tasmuta) dalle sembianze terrene (a’ print concet): per questo (peri) non sono stato veloce (fstna) 2 ricordar ‘ma ofa mi ® d'aiuto quello che tu mi dici, cosi che mi risul- ta (8) pid facile (latino) riconoscert (rafigura). 45. corte: puci controntare inf, 125 € Purg, XVI 4. 48. lesser pit bella: cf Purg, XV, 31-32 ( creatura che timondi/ per torar bella a col chet fece). 449. riconoscerai:ePiccarda risponde colla soavit d'una donna gentile, d'una vergine suora e d'un‘anima beata: la sua cortesia. chiama carta che si conforma alla carta diving: anch’ell, come Francesca, parla per amore, ma per un amore puro e uni- versale. Non dice subit il suo nome, ma crede che la cesciuta bellezza dela vita bata non impedira a Dante, che la conb> be nella vita terrena, di iconoscerla qui» (V. Capett. ¢ Piccarda: Piccarda Donati, figia di Simone esorll di Frese amico ci Dante, che il poeta ha incontrato in Pura torio trai gos) e i Corso, c290 dei Guel- fi Neri" di Firenze (di cui Frese ha prean- rhunciato la marte in Purg. XXN, 82-87) Ella entrd ancora giovinetta nell'ordine delle Classe, ma, tail 1283 ei! 1293, fu rapita dal convento dal fatelo Corso, che la cosrinse a sposare Rosselino della Tosa, ‘esponente di parte neta; alcun cronisti del 486. tempo affermano che la giovane mori subi- to dopo il rapimento. Pccarda era molto bella anche rela vita terrena, come aveva ricordato Forese anticipanéo a Dante la presenza dela sovella tra i beati (Purg. XW, 13-15), 50-51. beati,/ beata: si not ls replicazio- ne, che evidenzia il motivo centrale del siscorso di Pccarda 50. posta qui: akira espressione voluta- mente equiveca, come quella del v. 30: qui ‘legate (vei nota) 51. spera pid tarda: attomo alla terra, immobile al centro dell unverso, cil ruo ‘ano con un movimento tanto piu veloce ‘quanto minore @ la distanza da Dio, per {questo Il cielo dela Luna il pit lontano dal- FEmpireo*, ruota pid lentamente (ct. Par 1, 7681), Anche la cichiarazione di Piccar- ddan questo verso ribadisce insorgere del- Hequivoco di cui si@ detto prima fw. 30 € 50) 52. affetti: sentimenti ¢ desde, unica mente rivot ad uniformarsi al volere divi- no, # inflammati:cardenti ne! piacere allo. Spinto Sancto» (Landino*). 54, letizian del suo ordine formati: a beatitudine delle anime consiste nel loro perfetto adeguamento ala volontd divin; viene qui ribadto i concetto, gi espresso in Par. |, 103-105, che Vordine universale elle cose 8 i principio essenaiale (forms, nel linguaggio scoastico*) che rende Fur verso simile a Dio, 55-57. E questa sorte... canto: Piccarda 8 qui nsposta alla domanda rvoltale da Dante, al. 41, sulla sorte di queste anime, 57. voti.. vot: figura retorca detta paro™ ‘nomasia*,corsistente nel accostamento dt {ue termini smi per suone, ma cers per significato, 58. non so che: qualcosa di indefinible (chi Pug. I, 23); espressione rconducibile al tema delineffabilta del Paradiso. 60. concett: propriamente concett sign- fica arappresentazione intollettuales; in questo contesto vale figuras, eimmagi- ie». | concett sono pertanto le sembianze di quest spirit, epercepite © conservate rela memariay (Mattalla), che ora sono trasfigurate da accresciuta bellezza, dovu- tala luce soprannatural. ee Ma dimmi: voi che siete qui felici, disiderate voi pid alto loco 66 per pit vedere e per pitt farvi amici?» Con quelle altr’ombre pria sorrise un poco; da indi mi rispuose tanto lieta, © ch'arder parea d’amor nel primo foco: «Frate, la nostra volont’ quieta virta di carita, che fa volerne sol quel ch’avemo, ¢ d’altro non ci asseta. Se disiassimo esser pitt superne, foran discordi li nostri disiri 78 dal voler di colui che qui ne cerne; che vedrai non capere in questi giri, sTessere in cariti & qui necesse, 78 ese la sua natura ben rimiri Anzi é formale ad esto beato esse tenersi dentro a la divina voglia, 81 per ch’una fansi nostre voglie stesse; si che, come noi sem di soglia in soglia per questo regno, a tutto il regno piace 84 com'a lo re che ‘n suo voler ne “nvoglia. Canto TIT Ma dimmi: voi che siete beatin questa cielo (qui, desidera- te un ciclo (low) pid alto per contemplare (veer) © parteci- pe (far ami) maggiormente (pi) all'amore divino? Prima (pri) sorrise un poco insieme alle alte anime, poi (da indi) mi rispose tanto lieta che davvero appariva (parea)arde~ re nel fuoco dell'amore divino (primo fora): Fratello (Ft), vir della carta appaga (ue) la nostra Yolomts facendoci desiderare (che ftom) solo cio the {Bbiamo (oemo), enon cf desidrare fo ease) alto Se desiderassimo (isiassimo) essere pi in alto (supente)i nostri Aesideri sarebbero (fan) discordant dalla volonta di Dio, che {qui in Paradiso ci (ne) distribuisce (ceme]s il che (che) non vedrai accadere (caper) in questi ciel (gr, se qui & necessario (nese) vivere in cariti e se di questa osser~ vi bene (bem rimin) la natura Anzai, a questo (esto) grado di beatitudine (beato ese) & essen Zale (formale) mantenetsi entro i limiti della divina volonta tl pet et nox el dsr (ne) eng fs) cosicehé il modo (come) in cui siamo post in questo regno, di ciclo (sola) in cielo (con diversi gradi di beatitadine), piace a tutte le anime (auto il rego) come a Dio (lo re), che fa ‘uniformare il nostro desiderio (ne ‘nvegli) alla sua volonti, 61. festino; latinismo, da festinus (erapi- do», xprontor), 63. latino: aggetivo usato in senso figure to, col valore di echiaros, eagevoles,«faci- les; fo stesso vale per i sostantivo (ch. Pac XI, 144 e XVI 35) (64-66. Ma dimmi...amic?: nonostante a precedente affermazione oi Piccard deli= Cent tra la volonta de! beat! e quella divi- na (rw. 52-54), il modo ancora umano ragionare di Dante porta il poeta a conside- rate [a beatitudine in termini quantitatia (come sottoineato, dal punto di vista sti- Stico, dalliterazione™ del termine pid). 1 sortiso di Pccarda, al verso successvo, rve- [ala distanza che separa i modo di sentie i Dante da quello dei beat. ¢ fan amici: lespressione (usata nel senso di samaree, sessere pid vicni a Dios) verre utlizzata anche in Par XI, 132. 67. sortise: «el beato et Benigno spiito sempre si ride dalhumana stottia perché avendo vera cognitione conosce gero% host; ma mosso da carta volentier! ci mostra el veo, et pero dice che parea che Piccarda ardesi pet la grande carta che era in le di imuover fa ignoranta di Danthen {Landino") Lo stesso aveva gia fatto Beatr- ce ai w. 25.26, 68, eta: altro termine reso dalle parole di Forese a Purg. XXIV, 14 (runfa let: cl 48. Cos si cra anche ei Beatrice 2 Par. XXVII, 104-105 (rdendo tanto lieta,) che Dio parea nel suo vito gia). 169. primo foco. 'amore dino, in quanto Dio @ primo amore (cf Inf. I, 6 e Far MI, 1N)sal we 52-54 Pccarda avevainatldetto che i beat sona infiammetinellamore dllo Spinto Santo, 70. Frate..: con questo dicorso (wm. 70- 47), incentrata sul tema fondamentale del Vamore-carita,Piccarda ribadisce e sviuppa quanto aveva gia afermato in precedenza (wy 43-45 e 52°54), ossia che la beattudine consiste nel perfetto adeguamento alla volonta divin, I nigorelogico del ragionamento i Piccar= da (Se dsiassimo...foran..: Anzi é forma- Je. siche..), unitamente alla precsione dei termini, desunti dal Iinguaggio filesofico scolastico*, «nulla togie allimpet lirica dell episodion (Bosco-Regg). 75. qui ne carne: ci colioca in Paradiso (qu), assegnandoci un diverse grado di beatitudine (come verra datto ai vi. 83-84), 76. capere: latinismo (= «essere conte- ‘nuto»), che, insieme a quell success (ne- esse, v.77; esse, v.78, ets, v 89), ben si adatta al tono dotrinale del discorso ai Pic: cada, 77. @ qui necesse: formula del inguaggio Scolastico™ (est necess),indicante una con- seguenza logica, qui ha valore di «inevtab- les, anecessarion, 79. formate: esserziale (vedi nota al v. $4 2 Parl, 104), © esse: infnito sostantivar to latino; & anche questo un termine pro- prio del inguaggio flosofco, col signifcato Gi eesstenzas, evita £82, i soglia in soglia: metaora per indca- te divers gradi dela beattudine celeste; allo. stesso tempo, immagine preannunca che | beat si presenteranno a Dante nei vat ce (vedi nota al v.30) 83-84. regno... lo re: viene ipresa la metafora, inzista al v. 45, del Paradiso ‘come corte, qui evidenziata dalla repicazio- ne regno... fegno.. Fe. 487 Canto HII E ‘nla sua volontade & nostra pace: ell’8 quel mare al qual tutto si move 87 cid ch’ella cria o che natura face. Chiaro mi far allor come ogne dove in cielo & paradiso, etsi la grazia 90. del sommo ben d'un modo non vi piove. Ma si com’elli avvien, s'un cibo sazia e d'un altro rimane ancor la gola, 93. che quel si chere e di quel si ringrazia, cosi fec'io con atto e con parola, per apprender da lei qual fu la tela 96 onde non trasse infino a co la spuola. «Perfetta vita e alto merto inciela donna piti si, mi disse, «a la cui norma 99 nel vostro mondo gid si veste e vela, perché fino al morir si vegghi e dorma con quello sposo ch’ogne voto accetta 102 che caritate a suo piacer conforma, Dal mondo, per seguirla, giovinetta faggi’mi, e nel suo abito mi chiusi 105 e promisi la via de la sua setta. ‘Uomini poi, a mal pitt ch’a bene usi, fuor mi rapiron de la dolce chiostra: 108 Tddio si sa qual poi mia vita fasi. E la nostra pace consist nella sua volonti: essa & quel mare a cui si diige (si move) tuto cid che essa ha creato direttams te (ona) o che produce (fc) la natura. ‘Allora mi fi chiaro come ciascun luogo (dove) in cielo & Para~ diso, sebbene (ets) la grazia di Dio (ommo bex) non vi giun= (plow) nella stessa misura (on mode) > (WEE) PICCARDA NARRA LA PROPRIA VICENDA, Ma cosi come avviene quando un cibo saziae dium altro rima~ rne ancora la voglia (goa), che di uno (quel) si chiede ancora (5 thee) mente dell'altro (gue) si ringrazia, cosi feci io con V'atteggiamento (atte) ¢ con le parole, per sapere da lei quale fa i voto che non portd a compimento (la tele onde now frase infino a cole spuola: a tela di cui non con- sinud a gettare la spola fino al termine). «Una vita perfetta ¢ un grande (alte) merito pongono in un cielo superiore (inciela.. pil i) una donna (santa Chiara)s, mi rispose, win base alla cui regola (rma) in terra (vostro mondo) si prende Pabito (si vest) e il velo (vela), affinché fino alla morte si vegli (sf vege) ¢ si dorma con ‘quello sposo (Gesi) che accetta ogni voto che la carit} rende ‘conforme (conforma al suo volete (pac). Per seguirla, ancora giovinerta fuggii il mondo e vestit (wi thins iT suo abito e giurai di osservare (promis) la regola (va) del suo ordine (sta). In seguito, womini inelini (es) pit al male che al bene mi rapirono dal dolce chiostro: solo Dio sa quale fu (fus) poi la 85-87. En... face: il dscorso di Piccard, che riprende le parole di Beatrce* in Pa, 112-114, sichiude sullimmagine solenne del mare, principio fine ci ttte le acque; in Dio finalmente la volonta trove la quete 188, dove: caco del latino ub, usato nel linguaggio scolastico® col signficato di sluoga», epartes; cfr. Par Xl, 30. £89, etsl congiunsione concessva latina 90. plove: cate, scene Gaal; i signt- ‘ato metaforic € pid spiccato con sogget- ti astra (cf. Purg, XXX, 112-113: le grazie divine! at vopari hanno a lor pve). 91-93, Ma si... ringrazia: frequente ne! pooma @ l'associazone tra il desiderio ci Eonoscenza el desdero d bo od acquas chr ad esempio Purg. XVI, 134-136 € YOO, 138, Por XVI, 11-12 @ 0K, 73-74 @ 88-89, + chere: forma verbale acaica (dal latino quaerere = «chiedere>) 95-96. la tela... spuola: metafora* che Fichiama la real quoticiana di Frenze, importante centro artigianale e commerdia- le dela tesstura; analoga metafora in Par XVI, 101-102. 97. incela: neologismo* dantesco, espr- ‘mente idea di una colacazione spaziale © ‘gerarchica(ecolocain un cielo pit alton); & {questa "unica occorrenza del termine nel poems ‘98. donna: s trata i santa Chiara o'Asisi (1194-1253); seguace di san Francesco, fondo nel 1212 un ordine femminile, detto ‘appunto dele Clase a cul regoa er isp- rata a quelafrancescana 99. si vestee vela,xsipigla vestimento et adornamento e velamento, come si ¥esto= iho e velano le monache gi Santa Chiara» (Butis), Snot la forte alitterazione* 4101-102, con quello sposo... conforma: Cristo, indcato con una perifasi® di origi- re evangelica (Matteo 9, 5 @ 25, 1-12; Marco 2, 19; Luca §, 38). La metafora Cri- sto-sposoverr3rpresa da san Tommaso™ in Par Xi, 32-33, 103. mondo: Ia vita mondana, in oppos- zione a quela caustrale; crv. 115. # glo- Vinetta: in eta giovarile, come gid santa Ciara (fr. nota al v.98) 106-107. Uomini... chiostra: Piccarda fa solo allusione ai suoiraptor (per cul vedino- taal. 49), senza indicarne espressamente | ‘nomi ella infat beata e oral distaccata dalle vicende terene, anche se nelle sue pa- role si awerte un’ombra di tistezza ne ie ‘care avolenza subita ene considerare la {olla degli uomin. Cf. Purg. XXIV, 82-87 117, non fu... disciolta: lo spirito di carta che anima Pccarda fas che ela attibusca 2 Costanza cid che avrebbe potuto iferease S Para giun DA on (6 <, per oto (la nondo) vende it (on (a) oot be ong: Miz, 2 Crk ‘gio- santa vata sno sei ccata ep Sie. sla 7, ita aa 23st E quest‘altro splendor che ti si mostra da la mia destra parte ¢ che s'accende 111 di tutto il lume de Ja spera nostra, cid ch’io dico di me, di sé intende; sorella fu, ¢ cosi le fu tolta 114 di capo l'ombra de le sacre bende. Ma poi che pur al mondo fu rivolta contra suo grado ¢ contra buona usanza, 117 non fur dal vel del cor gia mai disciolta Quest’é la luce de la gran Costanza che del secondo vento di Soave 120 generd ’l terzo e Pultima possanza». Cosi parlommi, e poi comincid “Ave, ‘Maria’ cantando, e cantando vanio 123 come per acqua cupa cosa grave. La vista mia, che tanto lei seguio quanto possibil fu, poi che la perse, 126 volsesi al segno di maggior disio, a Beatrice tutta si converse; ma quella folgord nel mio sguardo 129 si che da prima il viso non sofferse; € cid mi fece a dimandar pid tardo, Canto iT aa > (REIUBA2] LO spmITO DI COSTANZA D'ALTAVILLA, E quest altro spirit risplendente (splendor) che ti appare (tsi ‘mosta) alla mia destea ¢ che si illurnina (Sacende) di tutta la Tace del nostro cielo (spent nasa) ‘considera come riferito a s6 (i sé intend) cid che io ho detto ddi me; fa suora (rela) come me (cos) le fa strappato (tlt) dal capo il velo monacale protettore (Pombra de le sace bend). ‘Turtavia (pur), dopo che fu ricondotta (rvlta) nel mondo contro [a sua volonti (grado) e ogni buona norma morale (isanza), nel suo ewore non si separ® (non fi. dsiolta) mai dal velo. Questo # lo spitito (lua) della grande Costanza d’Atavilla,che dal secondo imperatore (vent) di Svevia (Soave: EnricoVT).ge- nner il terzo e ulimo imperatore (posse: Federico I > (RETA) PICCARDA SI ALLONTANA, Cosi mi parld ¢ poi comincid a cantare I'Ave Maria, e can= tando svani (anid) come un oggetto pesance (cosa grave) nel= Pacqua profonda (cp) Tl mio sguardo (vista), che Ia segui (cvio) tanto quanto fi posible, dopo che la perse di visa si rivole (voles) all'og- sgetto (cegna) del suo maggior desiderio (dso) ‘esi concented (x conperse) tutto su Beatrice; ma ella risplendet= te tamto ai miei occhi che, in un primo tempo (da prima),la mia ‘vista (iso) non pote sostenerla (non sft), questo mi res pit resto (tado) a porle domande (dimanday. stessa, dal momento che le vicende deidue quando sposd Enrico, aveva 31 anni, Pur fino alfelezione oi Arrigo Vil ci Lussembur- personagg sostanzialmente coincidono. ni Gccogliendo la leagenda, Dante la depura go (1312), nel quale eg aveva riposto le a gran Costanza. Costanza c'Alta- di tut gl aspettinegativ,esltando invece propre speranze police (a questo impe- vil (1154-1798), figla d Ruggero red Sic- in Costanza le vitima incolpevole della vio-_ratowe@ riservato un seggio nella candida fia, fu ultima erede del regno nermanno. lenza politica. Cr. anche Pug. Il, 173. rosa dei beat: ct Par. XXX, 136-138). Nel1485 sposb imperatore Enrico Vicisve- 119. secondo vento di Soave: éEnricoV! 121-123. Cos... grave: alo stesso modo via, filo Federico Barbarossa, che rcevet- i Svevia (1165-1197). # vento: pudesse- in cu era apparsa, come immagine rfesso {eosin dote domino delitalia meridio- re inteso come partcpio sincopato («venu- nel acqua, cosi ora Pccaréascompare come hale. Dal matrimonio nacque Federico ll; tos), oppure indicare a potenza impetuosa_affondando lentamente nel/acqua. La tra Fimasta vedova nel 1197, tenne il regno ma,apida degli imperetor sve a transito- na rccadl arti sts: erjambement* fino al 1198 in vece del figho, cul afide eta della grandezza umana era stata infatti_ (ww. 121-122), il chiasmo* con ripetzione la tutela, prma ci mori, al papa Innocen- efinita da Dante, ne! Purgatorio, con term- del verbo v. 122), slab accentati del v oll Fule propaganda guelfa*a ciffonde- niche sirchiamano a questo: Non ei mon- 123. © vanio:epitesi= di-o, come av. 124 fe laleggenda Sella monacazione forzata di dan romare altro ch’un fiato / di vento... (seguio). # come... grave: 'acque cup in Costanza, a quale po, rapta dal convento (Purg. Xl, 100-101), © Soave:staper Sve- cui scompare Piccard fa qui da contratare dal'arevescovo i Palermo, sarebbe stata via, daltedesco Schwaben (latino Suebia). a quele nite e tranquil (11) che aveve Costretta a sposare Enrco Vi. Tale eggenda 120. ‘I terzo.. possanza: Federico fu il no introdotto pparzione dello spiito tendeva soprattutto a screditae Federico I ter20 (dopa Federico Barbarossa e Enrico 128-130. ma quella... tardo: il canto si {vedi nota a Inf. X. 119) la sua politica VI) e ultimo imperatore della casa sveva. ea aperto con lo spendore di Beatrice, che antipapale, facendolo appar fg di una Dante, ‘Convivio" INI, 6, definsce Fade. aveva niscaldato I cuore del poeta col suo ex monaca @ per giunta vecchia, quindi rico Teultimo imperadove de Ii Romanin; amore (w. 1-3), ed or, simmetrcamente ontro ogni legge diving e umana, invealta dopo la sua morte, infat, awenuta nei si conclude con lo splendore della verité Costanza non entrd mai in convento @, 1250, Il poeta considerd I'impero vacante divina che da essa emana, 489

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