You are on page 1of 76
om" Ss = “aye AGENDA 2030 @ Salvare il Nel 1948, all’indomani della Seconda guerra mon- diale, V'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottava la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il manifesto di una comuniti mondiale decisa a segnare una netta discontinuit’ col recente passato, costellato da due guerre mondiali, dall’a- scesa del nazifascismo, dai campi di sterminio e dalla doppia bomba atomica. ‘La Dichiarazione offriva il fondamento giuridico morale di un nuovo ordine mondiale, basato sulla pace e sull’affermazione di diritti validi universal- mente, per qualsiasi persona e in qualsiasi luogo. ‘A distanza di quasi 70 anni dalla Dichiarazione del 1948, le Nazioni Unite hanno promosso un nuovo documento che, per quanto diverso nei contenuti ¢ negli intenti, esprime un analogo slancio universale ¢ la necesita di un netto cambiamento rispetto al passato. ‘Questa volta non si tratta di scongiurare il ripe- tersi di genocidi e conflitti atomici; eppure lo scopo @ ancora quello di “salvare il pianeta” da minacce incombenti, e consegnare alle generazioni future un mondo in cui il progresso economico conviva con il rispetto delle risorse naturali e della dignita umana. Questo documento prende il nome di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. = “Trasformare il nostro mondo”. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile ‘L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile é un pro- gramma d’azione politica approvato dall’Assem- blea Generale dell’ Onu nel 2015. L’Agenda, sottoscritta dai 193 Stati_ membri dell’ONU (cio? la quasi totalita dei paesi mondiali), &composta daz ‘© 17 obiettivi di sviluppo sostenibile ~ Sustaina- ble development goal (SDG) ~ da realizzare entro 112030. 117 obiettivi rappresentano quindi il qua- dro di obiettivi e valori dello sviluppo mondiale per i prossimi anni; Un manifesto © ogni obiettivo si articola in traguardi (0 sotto- target), per un totale di 169; @ ilprocesso di realizzazione degli SDG viene mo- nitorato periodicamente sulla base di 240 catori statistici. Sela confrontiamo con la Dichiarazione del 1948, notiamo che I’Agenda non si esprime in termini di diritti ma di obiettivi. Come si spiega questa diffe- renza? Il motivo & che mentre con la Dichiarazione ci muoviamo nell’ambito del diritto internazionale, Agenda? un documento di natura politica. E come tale pone degli obiettivi, prevede una scadenzaentro cui perseguirli (diritti, invece, non conoscono limit: temporali) e, pragmaticamente, fissa degliindicatori per verificarne Vattuazione, Ma Vorizzonte in cui si collocano i 17 goal rimane sempre quello tracciato dalla Dichiarazione del 1948, = Sostenibilita: un concetto “tridimensionale” ‘Nel linguaggio corrente, la sostenibilita viene solita- mente riferita alla sola dimensione ambientale, ma Agenda insiste pitt volte sulla natura tridimensio- nale del concetto. Le tre dimensioni, tutte ugual- mente important e reciprocamente collegate, sono: Alcuni obiettivi sono centrati su una delle tre di- mensioni in particolare, ma sono molti quelli che ne toccano piti di una. Consideriamo per esempio Vobiettivo 4, dedicato all'istruzione: persone piit istruite svilupperanno una maggior consapevolezza ambientale, troveranno un lavoro pit qualificato, go- dranno di maggiore benessere economico, avranno pitt risorse per accedere a cure mediche e potranno mettere in campo le loro conoscenze (scientifiche, culturali, artistiche) per contribuire a una societ’ pit equa e sostenibile. a Ee el “range owazsodosd au aa ‘ourged aunssord ayjon ‘oddnyias ons jf 9 waru -vumn, | ouvuZedwoose ayp ruruIaTIp “ooyosory 01218 -uod [op reswoppp rpuvad topenne pa eaonu aaciy Ur auiodordyr a areaatjos sad aostuy epua8y,J ‘amioiqo nop afeqoS ezuez0dury 9 auoriquie, we “you -erd |} axwayes tp wutjiqyssod ey azaae pe eumyn J 220889 ourmanod autos {S09 ‘guzaaod ee auy auiod e a0sa -{s ap auorerauAs wurde] arasso OUTEIssoq> "WET -vum | 1ad auo[se990 apuess eun au09 aypue wIsTA 9 bur ‘oyWAUTEIquIRD [f a[qe{AULE UOU apuar ay “RITA -vx8 vopeuremesp ens vf wIIN UT EAsTA Q aeIIE BUOTZ -emits eT “Yod anp ex ossads eyp19s0 oxwaUMIOP | “uorzenie 1p osroasad |f aresonquout sad nenap LowaIput Q¥Z Tep auTAe 1s BUI0D ‘ezzad -91909 EIfE TILIOIUE BUF «BANEULIOSEN 2 LSOYZIq, -ure aquaureururos auorsta» vu aunidse NUE wpuad -V,] - opuout o1jsou jp asousofinsy, - 01010 [EP UE auoIsez30 apuess Bun aysue ew “e1ia1 2] sod eyeWeIY EWI -auosiad aj au pa esneo ur ned 9] army yp ‘Isoud t nam Ip ouorzed “parred vf woo 2 yiqesouna nid fap 2 treA0d nid rep ‘Bosiq ms axvjoonsed ur orenuasu0d ‘opeqoys WoL “epyfos eezioyyes ip omstds oun ns vieseq “oqruais -o8 oddnpias 0] 10d aeqoff auorzezoqeyjo> vun osiea -eme epue8y visanb arezzqjvay dIHSUANLUYd “S “OT [Box [ep azono jf orsand ‘apiqruarsos oddnyras wzuas aoed BL gu ‘oaed ezuas ajiqruarsos oddnytas azassa gnd 19 UN “ezuajora vyjep a vaned wljep axaqgy “aarsnjour pa aisni ‘ayoytoed war0s axeaonwold 3Ivd “7 er :y08 f ouesrur oysanb y semnyeu Bf Woo eruOUETE UT eBuDA -av o910jouda1 2 afe1908 ‘osfUIONODa ossaxZoxd |! ay ‘a tuaavystppos a asorodsoud 2114 1p axpo8 ouessod queum tr9sso 18 fm ayp arwINDISSy YLINAdSOUd “E souos tiaueid jap auorzaroad ee 1e8a1]09 [808 | -aamgny ajjanb tp a nuasad ruoyzes -ouo8 ajjap 1Sosiq 1 axvystppos essod ossa ays 1809 ‘oonvuny> omsoureiquie> [f oprensis uaa ans opuenope a ajiqiuarsos exorrewr ur fjeamivu aszosiz ans 2] opusisaf ‘sjoaadesuoa auorznposd bun a owns -uoo Un azueipour vrouerd jf aroBRo101d WLANVId ‘Z 2 Da = cl ry ‘ies zouos oddnaf oysanb & yiqionpuoous [eo8 | ~oues auarqure un uy ezueyenZn pa gustp uoo ajeyzuared o1doxd [f arezztjvax ouessod rreum yrassa 118 pam ayp azemnoIs -st 9 ures eT[e 9 BTOAOd BI[e BUY a110q INOSUAd"L “dyyssomnsed 9 aoed ‘yyysadsoad ‘maueyd dS, 2] 9aze pues anburp wl ramarqo 3 vddnsSiex oyp ‘epuady,jjap ofoqureaid ossais OTTeP omsa8%ns ojjonb oureruodord mid ‘prreuray sx09100 [sIOAIp Ul pezzueBro azassa OuOssod 1aN22190 LT 1 epuesy,|12P ud S. 2 FOUIDIA EP HSIN 101933190 115 # ey ere VR Pacey Re Lees w II dilemma del prigioniero Partiamo da un commissariato di polizia. Due crimi- nali sono appena stati arrestati con l'accusa di aver rapinato una banca. Gli investigatori non hanno prove sufficienti per incastrarli, Cosi li chiudono in due celle separate, per interrogarli senza che i due possano accordarsi su quale versione dare. ‘A questo punto & lecito domandarsi: ma che cosa Centra questo con la lotta alla povert’? Ancora qual- che passaggio e lo scopriremo. Per ora anticipiamo solo che la storia dei due prigionieri ha prodotto una letteratura sterminata da parte di filosofi, economi- sti, matematici e studiosi dell’interazione sociale da quando, negli anni Cinquanta, il matematico Alfred Tu- ckerl'ha proposta pera prima volta, Dandole un nome divenuto celeberrimo: il dilemma del prigioniero. Quindi torniamo in commissariato per occuparci della parte pit importante della questione, quella che ci servira per il nostro discorso sul Goal 1. La polizia spiega ai prigionieri che le loro prospettive sono le seguenti: «se uno accusa I'altro, che invece rimane in silen- Zio, sara libero; l'altro invece prendera 10 anni di carcere; * se entrambi si accusano a vicenda, sconteranno 5 anni di carcere. + se nessuno dei due confessa, la polizia non potra incastrarli per la rapina e li condannera solo a un anno di carcere (perché, per esempio, li ha trovati in possesso di armi). E chiaro che ai due converrebbe restare in silenzio. Se collaborano fra loro (cioé non si accusano a vi- cenda) ottengono un vantaggio maggiore che se non lo fanno, Masanno che restare in silenzio & rischioso: altro pu sempre tradire e accusarlo per evitare il carcere! La cosa pill sicura da fare & non cooperare: accusarsi a vicenda é Iunica scelta razionale. Ed eccoci al cuore della questione. II dilemma del prigioniero mostra come l'egoismo, anche se perfet- tamente razionale, & un ostacolo alla realizzazione del maggior beneficio per tutti.Questo argomento Ci servira per affrontare con pid strumentiil dibattito sulla poverta, @ Porre fine alla poverta: ma come? Lobiettivo 1 dell’Agenda 2030 pone T'obiettivo di «implementare a livello nazionale adeguati sistemi di protezione sociale e misure di sicurezza per tutti, compresi i livelli piti bassi, ed entro il 2030 raggiun- gere una notevole copertura delle persone povere e vulnerabili» (target 1.3), In altre parole, I'Agenda promuove la creazione di un sistema di welfare che fornisca un sostegno alle persone pit povere, ciod quelle pid’ esposte alla disoccupazione, all'emargi- nazione sociale, alla mancanza di cure mediche e di istruzione, alle conseguenze di calamita naturali. Ma in che modo queste misure di protezione so- ciale andrebbero finanziate? Dobbiamo immaginare uno Stato alla Robin Hood, che con le tasse tolga ai ricchi per dare ai poveri? O andrebbero lasciate allazione volontaria di istituzioni religiose o private mosse da ragioni filantropiche? = Welfare State o Stato minimo? Porre fine alla poverta nel mondo & un obiettivo eti- camente indiscutibile, Tuttavia, la sua realizzazione attraverso misure politiche concrete va incontro a sfide teoriche molto difficili. Una delle questioni fon- damentali riguarda la necesita o lopportunita che gli Stati intervengano attivamente nei processi di redistribuzione della ricchezza. Questo problema ha contrapposto nella storia del pensiero politico e fi- losofico visioni radicalmente contrapposte, come il comunismo e il liberalismo. Ma anche allinterno del oBieTTivo 1 bibblll secondo paradigma di pensiero, quello liberale, esi- stono tutt ora visioni differenti. Secondo alcuni lo Stato non ha il compito di inter- venire per correggere le disuguaglianze sociali. Come nella concezione liberale classica, lo Stato deve es- sere uno Stato minimo, come un “guardiano not- turno” che si limita a proteggere i suoi cittadini da violenza, furto e frodi. Secondo altri, anche in pro- spettiva liberale é possibile argomentare a soste- gno di un sistema di welfare. Cid senza fare appelloa un altruismo disinteressato (bisogna aiutare i poveri perché @ moralmente giusto), ma basandosi su una valutazione di utiit generale (per esempio, i ricchi potrebbero avere interesse a sollevare i poveri dalla miseria pitt disperata, che potrebbe indurli a rivolte e vendette). E qui torniamo alla domanda da cui siamo partiti. Chi é pit ricco deve contribuire per sostenere chi & povero? Poniamo la domanda a: « Robert Nozick (1938-2002) tra i massimi espo- nenti del liberalismo, sostenitore dell'idea di Stato minimo e non interventista. * Amartya Sen (1933), filosofo ed economista in- diano, premio Nobel per economia, a favore di un sistema pubblico di welfare. Essere costretti a contribuire al benessere altrui viola i nostri TESTO 1 ROBERT NOZICK iritti Sono vincoli collaterali perché discendono osuas jou“ alueUTWIOp ayu9U mss aenpisypa!eFazeNS Pun By Puoszod vunosePD osquOIBLsd fp PUNOL PN, *y-oratuoistd [9p PLAUIALP [E ordurasa sad ‘1o1ssepp rysor8 yunope rp rurusan fou eZ (Mp ans} 79889 ouossod odin oxsonb 1p rwaiqozg “owuourerzodwso> 1p Hos exp ea oyngas o10ssaae euosiad 9] as osnuaAAe aqqazes owuENb Ip oxoUTUL eIMsIUAT sande ours OUNDSEID IP raMOLGO 18 no sod auoyzeras eum w axerod ond iss0AIP camaigo woo auosiad tp euNUIOD bun Yp ared ep !TuNS ayja0s 1p auoIZeNNIaya,| >Y ong ep sored oyuenb “eaninauy gayptqisneyd werpauru 1p ezuvsueur oypjenb un spaoe sap euosied YARO}GO Ns arestq 99/908 Ip iser0d) fap BIOOEEp 1H9A PT [-]-2jeu0s sd asso1owulJJep OSSOUF OTUDUTEIZOdWOD UN yp aseq eTINs opiDpaLas9 ovenBape aIUOW “apna aqqazes aq? POIPUT HOU ONL affunts un 1p v2u275I89,] 3y> omn}asoUONLE eIAETM sy tuosrad en[e,Un Tp WAI awTy1S9] a]Jou axraprovur 1p ouosstpadusr 9] ay 2yo!S ‘qonooap TUOFZEATUH a ols WOU gypsnd “ajona.ayp Q1 on aumnBosiad v euosIOd ‘pp onuIp F OULOTPUDAL S{>!ZON 1p eTjanb ordurasa sad ‘mp Jap as00 aun] -owisio8a,\/e auo\ze,do09 e| aurayaud Jad ‘ysnsinaae jos wou a "]aUaWINAS 1uOIBeA OUOS 19 ‘auOIZeVad009 Ip alBayeNS C1assiNBES |S aS aqqEY “ajo 's al} o|faNb 1p B10UEJU! BUOIZeYSIPPOS 1p o}jany| UN asaBuNIBBed Ip ByUASUOD EyIEO1 ew ‘oundseD Ip aSSa/91UL EZzIWISSeW AUD epeNs P| aU10D auLedde ond oWaNSE OUUSI| -enpiput| a4 OPUELBYJE >PIZON Ip Buoay BIye BTUALERaHIp axJeqoqUOD Las PAYEWY ayiqissod o133equen OwIssew |! 8Ua}0 VOU esadoo2 uou 14) NaS VALUVINY 8007 ouepyy ‘axoreiSBeg ff ‘oauEszeAT “5 1p “pen ‘vsdogn ‘OpWIs “PrysDUY “HOIZON 13AGOY. -rurpenpo fons rans ip uosJuOD fou apo4gnan aquoUTEsojodNsDs 939559 auop grad ayp (ouuey uou mprArpUt ENTE YB ayD ¥S09) ezUarpaqqo ns v] epuar0Id 949 owago8 un 0 o1eas oun am Ip OUaUE ~ QF ¥ OPeBUINSOD Jad ojoIn By OUNSsaH 9 “910] aq uadns au ayp auaq unoje ojytsoes oLdosd yep auami0 uou Duossad vyjan “ar9 “Weep vy ayo aA eorUN J Q Ens ef aYD “vIvEdas euOsied BUN fp BIE Is OY OL} [1 QUOT “ABpIsuoo aquaroyyns uF suaN gu enads!7 wou opour orsanb uF euosiad bun axVsf) -onzssaydusoo apeipos auaq feP 0si09s1p |! on108 owsooseu 9 o19 ony, “tnpe Fp orsFeuea esooyeNb one guar ya stud yp Swwore “ENTE orayatiag eoaa is 9 my vse Is “ENTE yp o}oyauAG e MprATpUr Hsanb yp oun opuEsL) sng IMU an O70] 9 woD HUDreHTP MPIAPPUL ‘mptArput 008 040s 19 “Uaq ons |t logudes nioddos ayp ‘auag o1sdosd un woo ‘ape190s ypiua wUNDTE SISO LOU TL goatssayd pms: auiaq Jap wists ut ‘ouoszad ane Ip olpyauag sorBaeus & ouURA 24> S09 seu10ddos ouoaap auosiad aumoye a> ‘auausndoppun ‘oxauaIs0S WOU 9YDI0q es -onissoqduros au0q 10183eur [op exstA UT O}SyTIDeS ppm soddos s oseo unoser> uy BreNIPI2A e|aP SIA UH ouewwzedsis unpe onadse,, °S0Ps | aresongrus ad warp wun v ouosuodouos 1s yundye seansts }ons 19d 9oA2 xoAt| un aza$joas rp ouremaooe founas uy Load azuaxayos oseatad Jad wasn. "EP ourerpue ‘oxorssou ouwep un aseitAd sod 0 ao(S8eur o1syauaq un axouINO "BEDS O LIO]op v Isiodonos aastIaJaId ay[OA 1OU FP OUNISEHD ‘MPLALPUy STO) 8 209g 1or#Feun [1 aad yp 1s OJ as auOSIad asBIOLA [EP {SHOUOISE TU pypaad ew [] top ap @ OLlsal OBIETTIVO 1 tutti seguissero una strategia diversa (e di maggiore cooperazione). Date delle scelte “basate su obiettivi personali’, & chiaro che ciascuna persona seguir’ indubbiamente Ia strategia di non-cooperazione, cosicché ciascuno finira in una situazione inferiore a quella che si sarebbe avuta seguendo la strategia di cooperazione. [...] Alcuni studi sperimentali del comportamento in situazioni del tipo di quelle conside- rate dalla teoria dei giochi hanno anche messo in luce delle deviazioni rispetto alle scelte basate su obiettivi personali. Simili deviazioni si notano chiaramente anche nelle vicende della vita reale, quando sono coinvolte questioni economiche e sociali. Vi & prova del fatto che certe persone seguono delle regole di comportamento che vanno all’oppo- sto degli obiettivi che esse si propongono e desiderano alla fine massimizzare, e questo avviene talora senza che esse assegnino una qualsiasi importanza intrinseca al seguire queste regole di comportamento. Queste regole possono in effetti essere seguite per ragioni strumentali, a beneficio del gruppo di appartenenza nel suo insieme [. B anche possibile che le persone capiscano chiaramente i propri obiettivi, vogliano massimizzarli, ma che, cionondimeno, tengano conto degli obiettivi altrui, in ragione del riconoscimento della natura dell’interdipendenza reciproca dei risultati raggiunti da persone diverse in queste situazioni. 1 comportamento é in ultima analisi una questione anche sociale, e pensare in ter- mini di cosa ‘noi’ dovremmo fare, o di quale debba essere ‘la nostra’ strategia pud ri- specchiare un senso d’identita che comporta un riconoscimento degli obiettivi degli altrie delle interdipendenze reciproche in gioco. Benché gli obiettivi degli altri possano non essere incorporati negli obiettivi di una data persona, ilriconoscimento dell’inter- dipendenza pud suggerire di seguire alcune regole di comportamento che non sono necessariamente di valore intrinseco, ma che hanno grande importanza strumentale nel raggiungimento degli obiettivi rispettivi dei comportamenti di quel gruppo. Amartya Sen, Etica ed economia, trad. it. di S. Maddaloni, Laterza, Roma-Bari 2000 @ IN SINTESI Latesi {A favore dello Stato minimo, che favore di sistemi di cooperazione che a garantire ai cittadini la sicurezza, 'ordine | superino la dimensione strettamente | pubblico, ilrispetto dei loro beni diritti, individualistic e consentano forme di senza costringere nessuno acontribuirea | cooperazione a maggior vantaggio generale. beneficio dialtri. + Limperativo categorico di Kant vieta + Il dilemma del prigioniero mostra che se diconsiderare altro come un semplice _| ciascuno agisce egoisticamente, cio® per mezzo. Per questo lo Stato non pud massimizzare il proprio vantaggio personale, imporre ai ricchi di pagare le tasse, perché | scegliera di non cooperare. Ma, non cosi facendo liusa come uno strumento. | cooperando, otterra un livello di appagamento « Essere costretti a contribuire al inferiore di quello che conseguirebbe benessere altrui é una violazione dei diritti, | cooperando. + Nessuno pus essere sacrificato al bene | « Studi sperimentali evidenziano che gli comune, perché il bene comune non individui possono deviare dalla strategia esiste: esistono solo gli individu. puramente egoistica e scegliere dicooperare. | + Lo Stato non pus costringere un + Questo accade non necessariamente perché cittadino a sacrificarsi per il bene di un gliindividui assegnano alla cooperazione un altro, perché lo Stato dev'essere neutrale | valore intrinseco, ma per ragioni strumentali, rispetto a tuttii cittadini. perché la cooperazione vaa beneficio del gruppo nel suo insieme. eae MURR el aa permettono di assicurare ciboa mondiale? tutta la popolazione Sfamare un pianeta sempre piu affollato Nel 1798 Robert Malthus pubblicava il celebre Sag- ‘gio sul principio di popolazione. La sua tesi era che mentre la popolazione aumenta in progressione ge- ‘ometrica (in cui il rapporto tra due numeri consecutivi a costante, per es. 2, 4,8, 16, 32..), la disponibilita dicibo cresce in progressione aritmetica (in cui la dif- ferenza tra due numeri consecutivi & sempre uguale, per es. 2, 4, 6, 8, 10...) Quindi, poiché le bocche au- mentano molto piti velocemente del cibo, presto si sarebbe arrivati anon poter sfamare tutti. Lunico ri~ medio alla crescita demografica era 'astinenza ses- suale collettiva, unita a provvidenziali carestie che, periodicamente, avrebbero ridotto la popolazione. Le teorie malthusiane ebbero un’enorme in- fluenza, ma ricevettero anche diverse critiche. Fra gli altri, Ralph Waldo Emerson, poeta e filosofo ameri- cano, noté che Malthus aveva dimenticato che «la mente umana era anch’essa un fattore nell'econo- mia politica, e che i crescenti bisogni della societ sa~ rebbero stati soddisfatti da un crescente potere di invenzione» Nel corso del Novecento il crescente potere di in- venzione ~ cioé il progresso delle biotecnologie — ha effettivamente offerto una possibile soluzione al problema cibo in un mondo che si awa, nel 2050, a tagliare il traguardo dei 10 milioni di abitanti: le colture geneticamente modificate. Le colture OGM. danno raccolti pit! abbondanti, sono pid resistenti ai patogeni e ai parassiti, e possono essere integrate con vitamine che compensanole carenze nutrizionali croniche delle popolazioni pitt povere (come il golden rice arricchito con vitamina A per debellare la cecita infantile in India). Ma il loro uso ha destato nel pub- blico preoccupazioni di ordine politico-economico (lo strapotere delle multinazionali che ne detengono i brevetti), ambientale (possibile impatto sulla bio- diversita e contaminazione genetica) e sanitario (le coltivazioni OGM come possibile minaccia per la sa- lute umanaa seguito di un aumentato uso, ad esem- pio, di erbicidi, quali il glifosato). u Il principio di precauzione Qui non ci occuperemo delle preoccupazioni poli- tico-economiche, perché esistono gia modell di re 1 , W90 1p osnyjap H0NeJ B ODIWIYD (E9SL) UIUESsadg oWEg « ‘uorzneraud p o1d)>uyd jap a103NeY ‘OJOSO|Y (ESSL-EOGL) SeUof suey « 2 EPUPWOp B| OWeIUOg jajepuow auorzejodod ej &3ny e ogi aupanojsse ip ouonaued 1 sanb as wO9 18 aseiaIn oYsnIB 3 iquied OWES IND ep ePUELIOD BI CWHeIUIO3 INb 3 joennysiod! 88 By@ueId un ns own, |jap oFeduLL) auauwouayin SueIUBWNE,|OU araysIsuOD aqqanod js09 | Opuenb B|q'SSIWUIe 8 Inyauaq/yS0D IS!jEU -2| (O]UED O.NIE,G “OWE, EI/Ap PIpSsey eyeP MWe sseed fe oRNMesdoS a:eP OUOSSOd WOO 18 ‘B10 a INb ‘aup oyauag |! OuNyNy O1YISU OVeASOWUIPUI ‘afeny aUANSoS 1YD as a ‘w90 eP lwuep Ip 8zUApINa OUUEY Is VOU ajeipuoW IEDs NS OZzZI|RIN Ip 1UUaDap UI! as ‘UOISN|2UCD Ul “018z 03503 © 2y}295 PUN 3 LOU aUOISUAYSe;] ZossauBoud Ip BUNIg'S sod luo a89SeU Ins a1e220)q Jad aasIuy YOU ‘oIYy>s UN apannesqu! 3D eYon 1uBo dojs oun auod 34> ‘zuned e|j9p PaqSLINa,UN *e10DUe 3 "ayp/3.91|2 auOsiad | ajepadso ul aululy Jey OUDSSOd 191Z0|01q %OOL PIB -e4 PUN O IMpj UN “2joD20U UN ‘oidwasa Jaq Zo1yDsit Ipezuasse 9/2403 e|jap oysinbay | c1aqgaiaiadns uoU sn ul aquswisquaLio3 BIS MOpoud NUEND ‘WUOIZeNIaS -S0 anje aypUe oUdBUanoid o>1yQUAIDS odtwES [eq Ge 7UaIDS BI BW? oj}oquoD ip aysqe20Wap ainparcad CUOL}Jo UO @\) - BJaDOs BIJap OWN @ LOWUN ||Zep aye]UaLO a1as ~S8 OuOssod ltano8 fap aysiyjod a] oyUNd ay> e OULy ‘quay one un aide as ayDue '9I!q)/SINIPUOD Q aUOIz 2190] 1uoIsiDap ip ody oa UN asa1jBo23" pe BUI ua 0 Bis eayIqqnd auoIUIdo,| as OpUEyN|en ‘odwass 23d essajduioa a aiduwe nid juoIzenyen e ISOPUEPYE ‘Nolsap ans ajjap aseq eye ezua!9s e| axdwias auod Uou ayaue ond eaquod eB] ay> azeqjaigo OWWA.Od “ony.qua}3s “OU Ouiquie un uy auoyzne2aid 1p o1d!2uLAd |! 24220] +109 0d aasiuy ‘engeBau ‘eysodsis 27 2al!qe2YISIES 2 Sole eis) Bun areyope UoU e ‘aeuoiznenaad eIn SV eYod 19 aya auoizunsse-] Zo1ypsi! UN Ip BZUEISIS2 “OUR|ap Enosd B| azep ayiqissod @ EIN 14DS!! IP EZUES S212uD anoud ip ezuasse,ins BLU ‘o1y2si jap enowd Sinvanneyins uou auoisuayse,| eseq au ‘au0!ZNe? “4 1p oldouud ye sioddo a1ed 031482409 1509 04) a ~AUBIDS Oporaw || ‘e>IsyeyaLU EU BZUaIIS OUOS LOU YP ‘INGRDYIS}ey LOU a jIqeI}0.9UO9 LOU 312083 ||P ojjanb ep ‘yiqquawis 9 q)qejjoqu09 211039 1p 07724 "24, ~AUAIIS eZU83SOU0D eIjap oqWE,| a1eDIeWap Jad O14 ~33 |! Buqeayssiey Ip o1diouuid jau oyenpiaIpU! EY Jaddog Wey 9s9/8u) oyezz1jesnyeu oDeLNASNE OJ05O}H IT 222|j)UB!ISVUe B eaned eyjap e213S11Na,7] w “auelyasus Jad eye oddox 9 02018 ui eysod 7 “ezzanyes 1p e|janb 8 aup BAM UDNS Ip auorsinaid Ife oYpaD nid asp e ‘ezzaysenut,|au ‘auunpul anap 19 019 49 owaWeIS Baye un ‘«euned eljap e2qstNa»,uN adsiuyap 1/32 2y> eIjanb euessarau a oysanb Jaq “eYUEWIN,|IaP Pzuaninneidos essays e| a1e/22eUIW ep aje} auay0d un a19tUNsse pe ouy esNzeU BINS OFeyUNII| O1UILIOP Un Ip uodeg Ip ajeap,| owaujsa,||e OFeUL0d BY '«oyeU -2]825 OB}BWO1g> OUaA UN ‘eauRIOdWIa}UOD B2u—!DS | 842 auorze1apisuo> eljep ayied seuoy ‘e2180]0U39} BUI e| Jad BoNa,UN aieauijap jan "eyNIGesuodsad oud ons || uod seuof sue} 02S2pa} 0j050| ~y |! Byuauodsa ajediouud awoa ‘apan auorzneseid 1p o1diouud |! esodu in ns osyoso|y euayO.Aa1 || WIGISYONO4 O INeJB JULEP BLLEALIAP o1aqqan, -od ayp auiay 1s as ‘auolzuanaid ip aunsiw aseyope uou Jed aquarayyns auoiei g uou ezueysos/opopoid Un Ip eysojosiiad eyins eyQuans ezz91199 euald Ip e2uasse | (2661) oddniins a aquaiquie ns ayun 1uolZ -RN a|jap owaUey ap Oy Ip eZUarajUO} BI[eD ajeuoIZ -PUIBIU! OJ@NI| B OYDURS ‘auoWzne>ead Ip oIdisuUd oMEppIso> je aygonpuorH Q auorzisod e\sanQ Hesn,ep !s1uayse OUNuOddo a ‘oiqqnp jau ‘2uNSq9 O19Np UY O1d:DULAG | OJENOpE Ad IS QIDLad ‘I1q -1uodsip quad ouess uou Ww99 |8ns Hep NSaNb ‘suo -npoxqul wud 010} e|Jap OyaWOW |y “ojons Ip LEYS Ip [WOM OGL B10 ns HEANIOD CURIS WOO 1/3 BuBq =@5 ‘2[ewWIUE O PUBWN anes B| Jad au ajeyualquIe ody 1p 2u JULEP Ip BzUapINa BY IS LOU auOIZeNA|03 Ip 1WUe SZ IP eZUEISIP B "Bead UY “SOKPSU ISsEjanL1 ouoqgasiod 1uewop un 9y2zad ‘aze\uaUje-o18e oq We UI WDO IP O5N,| BIUALWE}I04 Arey] 0 B1eYAIN 1p guunpoddo,ap ‘eatiqgnd auotuido ip ojjany e aysue ‘aynasip js odwai BG INDO Bap eysojosuad/eyn> ~OUUIL jap PWE|goud 1 WES UI a2aNU| OWEIPUaIg ‘oypaur uou us 'a]UPNA|U 2 EWHEIGOUG | aNaIG UY EUARAD|I09 BIjap onyaued & !a1WoUD2~ saAE|d IpUeLB lap ,siaj0denns, o] azesquinbals\p opes8 ui nepneyjo3 auoizeuawejo$ TESTO 1 > Il principio speranza @ quello proposto da Ernst Bloch nella sua ‘omonima opera; la coscienza anticipante del'uomo, in grado di vedereil «non-ancora», &motore di evoluzione storica e dinamismo razionale della realta, opleTTivo 2 Budi HANS JONAS La paura é oggi pit: necessaria che in qualsiasi altra epoca Per Jonas, il principio di responsabilita & moralmente doveroso da quando la scienza ha assunto un ruolo cosi grande da esporre I'umanita al rischio di autodistruzione. La posta in gioco & oggj cosi alta, che la responsabilita deve essere illuminata dalla paura, nella sua valenza euristica II nuovo imperativo categorico deve essere: «agisci in modo tale che gli effetti della tua azione siano compatibili con fa continuazione di una vita autenticamente umana». E ne- Cessario anche «un nuovo genere di umilta»: un’umilta indotta non dalla limitatezza ma dalla grandezza abnorme del nostro potere. IE formula baconiana ci dice che il sapere é potere. Ora per® il programma ba- ££ Liconiano, lasciato ase stesso, ha rivelato al culmine del trionfo la sua intima con- traddizione, perdendo cio’ Pautocontrollo, il che comporta’incapacita di proteggere non soltanto I'uomo da se stesso, ma anche la natura dall’uomo. [...] Viviamo in una situazione apocalittica, ossia, se lasciamo che le cose seguano il loro corso attuale, nell’imminenza di una catastrofe universale...» [...] La responsabilita ¢ la cura per un altro essere quando venga riconosciuta come dovere, diventando “apprensione” nel caso in cui venga minacciata la vulnerabilita di quell’essere. [...] Al principio speranza contrapponiamo il principio responsabilita e non il princi- pio paura. Ma la paura, ancorché caduta in un certo discredito morale e psicologico, fa parte della responsabiliti, altrettanto quanto la speranza, e noi dobbiamo perorarne ancora la causa, perché la paura é oggi pid! necessaria che in qualsiasi altra epoca in cui, animati dalla fiducia nel buon andamento delle cose umane, si poteva considerarla con sufficienza una debolezza dei pusillanimi e dei nevrotici. [...] Quando parliamo della paura che per natura fa parte della responsabilita, non intendiamo la paura che dissuade dall’azione, ma quello che esorta a compierla. [...] Che cosa pud fornire un ctiterio? Lo stesso pericolo prefigurato dal pensiero! In questo suo balenarci incon- tro dal futuro, nella prefigurazione delle sue estensioni planetarie e delle sue durevoli conseguenze sull’uomo, & possibile scoprire alfine i principi etici da cui sono desu- mibili i nuovi doveri del nuovo potere. Definisco cid “euristica della paura”. Soltanto il previsto stravolgimento dell’uomo ci aiuta a cogliere il concetto di umanit’ che va preservato da quel pericolo. Sappiamo cid che @ in gioco soltanto se sappiamo che eso &in gioco. [..] La proiezione degli effetti probabili o anche soltanto possibili, ¢ la semplice co- noscenza delle possibilit’ (...] risulta completamente sufficiente ai fini della casistica euristica posta al servizio della dottrina dei principi etici. I suoi strumenti sono espe- rimenti concettuali non soltanto ipotetici nell’assunzione della premessa (“se viene fatta la cosa tale, seguir’ la tal altra”), ma anche congetturali nella deduzione della conseguenza (“...allora potra conseguire la tal altra”). & alla luce del contenuto, non della certezza della conseguenza ipotizzata, che possono diventare visibili quei prin- pi della morale che fino ad allora erano rimasti sconosciuti perché non se n’era av- vertita la necesita. [...] Si parla quindi di una casistica immaginaria che non serve, come altrimenti la ca- sistica nel diritto e nella morale, a dimostrare principi gid noti, ma a rintracciare e a scoprire principi ancora sconosciuti. Hans Jonas, Il principio responsabilita: Un'etica per la civilta tecnologica, trad. it. di P-P. Portinaro, Einaudi, Torino 2002 13 TESTO2 14 DARIO BRESSANINI ee . Nessuno scienziato potra mai garantire il “rischio zero Dopo aver mostrato che molte varieta di cereali e verdure che oggi consideriamo Natural in realta in natura non esistevano, Bressanini sottolinea che gli OGM vengono autorizzat, solo dopo aver superato numerosissimie rigidi controll. A oggi, dopo quasi 25 anni di co). tivazione, nessuna fonte scientifica riporta notizie di danni all'uomo oall’ambiente, Questo non significa che la scienza possa garantirne la “sicurezza totale”: come in qualsiasi attvitj umana, il rischio zero non esiste. Pili che sul principio di precauzione, che ha un effetto pa ralizzante sul progresso, bisogna focalizzarsi su un’analisi costi/benefici a livello ambien. tale, sanitario ed economico, Si dovrebbe sempre ricordare che il “rischio zero” non esiste in alcuna attiviti Jumana, tanto meno in agricoltura. Nessuno scienziato potra mai garantire la “si. curezza totale” di alcunché: le certezze granitiche non fanno parte del modo di proce- dere della scienza (o del progresso umano in genere) e questo vale per gli OGM come per qualsiasi altro vegetale.[...] Chiedere che gli OGM siano messi in commercio “soltanto dopo aver verificato che siano sicuri al 100%” dunque antiscientifico, oltre che irrealistico. Cid che pit prag- maticamente si deve richiedere & un’analisi onesta e rigorosa dei rischi e dei benefici, ambientali e sanitari, oltre che economici, e un monitoraggio nel tempo, Ma un’ana- lisi di questo tipo, pur basata sulle migliori conoscenze disponibili, non potra mai dare risulti assoluti e definitivi, esattamente come per i farmaci. [...] In conclusione, @ assolutamente corretto procedere in maniera approfondita, una volta prodotta una pianta in laboratorio, per verificare che sia adatta all’ uso. Ma lale- gittima richiesta di sicurezza dev’essere commisurata ai rischi stimati in modo reali- stico e deve essere anche bilanciata da una stima dei benefici. [...] In base alla severa regolamentazione oggi vigente, ogni alimento OGM @ sottoposto a un numero eleva- tissimo di analisi, quasi fosse un farmaco da usare sull’uomo. Nessun altro alimento di origine vegetale @ testato quanto un OGM prima di varcare le porte di un negozio.[..] C’e anche chi 2 talmente preoccupato dagli effetti degli OGM (o in generale da ogni nuova tecnologia) da evocare il cosiddetto “principio di precauzione’”, che stato enunciato perla prima volta nel 1992, nella Dichiarazione di Rio de Janeiro suambiente esviluppo, in questa forma: Qualora esista il pericolo di danni seri o irreversibili all'am- biente o alla salute, la mancanza di piena certezza scientifica non pud costituire una ra- gione per posporre misure di prevenzione, Questo principio é stato incorporato nella legislazione europea ed & anche la base legale dei trattati internazionali che mirano a ridurre le emissioni di CO2. Gli oppos- tori degli OGM spesso invocano il principio di precauzione, ma di solito ne citano un? versione sostanzialmente diversa: “Non possiamo permettere l’uso degli OGM sino quando non avremo la certezza che siano sicuri al 100%”, La dura realtd, come abbiamo gia visto, & che perd non esiste impresa umana priv? di rischi. Se nei dati esistenti non ci sono prove di danni alla salute o all’ambiente, 2 scienza é in grado di dimostrarlo. Non si pud invece stabilire con certezza assoluta che tuna nuova tecnologia non causera mai alcun problema; e questo vale per gli OGM come per tutti gli altri prodotti convenzionali. __ Nell’interpretazione degli oppositoriil principio di precauzione é percid impos bile da applicare, se non impedendo per sempre il progresso umano: sarebbe un pri” cipio di blocco totale dell’innovazione. Ma tale interpretazione non é quella adottat? dall’ Unione europea: lo dimostra il fatto che in Europa numerosi OGM sono autoti2” Il mais Bt contiene geni del baterio Boclus fruringiensis (8) che codificano una tossina velenosa per alcuniinsett ec consente una riduzione delle irrorazioni con antiparassita quell’OGM. [...] @ IN SINTESI OBIETTIVO 2 Bul zati per il consumo. La Commissione Ue ha chiarito [che] non ci si pud appellare ge- nericamente al principio di precauzione “perché non siamo sicuri al 100%”; si devono invece tenere in conto anche le possibili conseguenze del “non agire”. Nella valuta- zione dei rischi portati dal mais Bt, per esempio, va tenuto conto anche delle massicce quantita di insetticidi che continueremo a riversare nell’ambiente se non utilizziamo Dario Bressanini, OGM tra leggende e realti, Zanichelli, Bologna 2019 = Fautore del principio di responsabilita, che pone al centro la precauzione: se in gioco c’é la sopravvivenza dell'umanita, @ doveroso astenersi da attivita che possono rivelars' in futuro pericolose. + Afavore dell'uso di OGM, perché soggetti a controllirigorosi e monitoraggi costanti, perché non si ha alcuna prova scientific di dannosita, e perché le scelte devono anche basarsi su un’analisi costi/benefici. + ideale baconiano della scienza come dominio ilimitato sul mondo ci ha portato alle soglie di una situazione apocalittica = La paura fa parte della responsabilita. Un’euristica della paura & necessaria, oggi pitt che mai, per illuminare le nostre scelte. + Il pensiero umano é in grado di prefigurarsi scenari futuri. Anche quando la nostra capacita predittiva si ferma alla semplice possibilita cid & gia “completamente sufficiente” a farci cogliere la posta in gioco. Ed & quest’ultima, e non la certezza della conseguenza ipotizzata, a doverci indicare | come agire. Gli argomenti + Il“rischio zero” non esiste in alcuna attivita umana; invocarlo come standard di ammissibilita degli OGM 8 irrealistico. + Gli OGM sono soggetti a numerosissimi controlli, al pari dei farmaci, e nemmeno questi ultimi offrono un rischio zero. + Cid che si deve pretendere @ un’analisi costi/beneficia livello ambientale, sanitario ed economico, e un monitoraggio scientifico costante basato sulle migliori conoscenze disponibil. + Se il principio di precauzione viene inteso come necessita di provare la sicurezza al 100%, allora & impossibile da applicare; e, inoltre, conduce al blocco totale del progresso. @ATTIVITA 1. VERSO IL COLLOQUIO ORALE Costruisci un discorso sul tema degli OGM e delle inquietudi legate al loro utilizzo seguendo questa scaletta. L'aumento delle superfici coltivate con OGM a partire dal 1996. 1996 1908 2000 200220042006 2008 201020122014 | — 2016 6 ea BENESSERE EMEC MMM lg iaeo en W- stat un dovere? w Scelte di vita Una delle coincidenze pill tragiche e curiose della storia rock @ quella del Club 27. Cosi viene chiamato un gruppo di rockstar morte a 27 anni, da Kurt Co- bain a Jimi Hendrix, da Janis Joplin a Jim Morrison, da Amy Winehouse a Brian Jones. Le loro morti premature sono riconducibili all’a~ buso di alcol, droghe e in generale a una vita di ec- cessi — che, peraltro, ne ha alimentato il fascino di artisti maledetti. Certo, qualcuno potrebbe dispiacersi che arti- sti cosi dotati abbiano scelto di vivere una vita vo- tata all'autodistruzione. Forse si sarebbe potuto fare qualcosa per trattenerli, per il loro bene, da una corsa sfrenata verso un esito piuttosto prevedibile. 0, forse, illoro bene é stato proprio scegliere di vivere la vita che desideravano? = Sani per legge? Nei paesi pit avanzati 'obiettivo di garantire un buon livello di salute e benessere é spesso ampiamente ~ anche se diversamente — realizzato. Emerge tut- tavia il problema di come la salute vada gestita dalle politiche pubbliche. Mantenere buone condizioni di salute spesso di- pende da comportamenti della persona. Chi fuma, beve, consuma droghe, ingrassa fino all’obesita 0 pratica sesso non protetto, non solo mette a rischio se stesso, ma scarica sulla societa i costi delle sue scelte. Quando la sua salute sara deteriorata e avr bisogno di cure mediche, assistenza e sussidi, sara la generalita dei contribuenti a farsene carico. La que- stione @ quindi rilevante per le politiche pubbliche in ambito sanitario. Ed ecco il punto: pud lo Stato imporre compor- tamenti “virtuosi" che impediscano alle persone di autodanneggiarsi? Esistono molti esempi di leggi che obbligano i cit- tadini a comportarsi in modo sicuro, per il loro bene: pensiamo all’obbligo di indossare il casco in moto o di allacciare la cintura in auto. Perché non esten- dere lo stesso principio all'ambito della salute? Non siavrebbero cittadini pid sani costi sociali pid bassi? m Il prezzo della liberta 0 il costo dell'irrazionalita? Adottare comportamenti pericolosi 0 nocivi ha in dubbiamente dei costi sociali. 7

You might also like