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8. PARK 8 Da Aristotele agli Inuit Sul tema della generazione e della determinazione del sesso, Aristotele ha elaborato uno dei pit bei modelli esplicati- vi che vi siano, modello filosofico argomentato e ragionato in cui troviamo molti punti della“genetica selvaggia‘delle popola- zioni dette primitive. La fonte qui utilizzata é il IV libro della Riproduzione degli animali!, opera che Aristotele scrisse tra il 330 e il 332, alla fine del suo cammino. Punto di partenza del- la sua riflessione sono alcuni dei pensatori che lo hanno pre- ceduto. Per Anassagora, il sesso é determinato dal padre, dal mo- mento che il maschio proviene dal testicolo destro, il pit cal- do, le femmine dal sinistro. Per Empedocle il calore pitt o me- no forte della matrice, a seconda dello stato del sangue me- struale, fa nascere un maschio o una femmina. In entrambi i ca- si il calore pid forte fa concepire il maschio. Pur conservando la virti dell’opposizione tra caldo e freddo, Aristotele critica per alcuni punti i suoi predecessori perché, dice, non é cosa da poco dimostrare che lincontro col freddo, nella matrice della madre, provoca nel feto la produ- zione di un utero. Ma cid che pitt conta é che egli postula che lo sperma non porta al feto alcuna materia: esso é puro pneu- ma, soffio e potenza. Il maschio é colui che @ in grado di realizzare, con la for- za del suo calore, la cottura del sangue e di trasformarlo in sper- ma: «Egli emette uno sperma che contiene il principio della for- ma», intendendo per principio il primo motore, che l’'azione si at- tui in esso o in un altro essere. La femmina, che é materia, non @ altro che un ricettacolo: dal momento che ogni cottura esige calore, essendo lo sperma i] punto di arrivo depurato della cot- 1 Aristotele, Riproduzione degli animati, Laterza, Roma-Bari 1973. 140 Maschite e femminile tura del sangue, il maschio sara percid dotato di calore in misu- ra maggiore. E d’altronde perché é fredda che la donna ha pit sangue e ne perde, perché altrimenti ne farebbe sperma. Questa differenza qualitativa fondamentale tra caldo e freddo, implica e giustifica la differenza anatomica degli orga- ni: un sesso, caldo, secerne un residuo puro in piccola quantita, che i testicoli bastano a immagazzinare; l'altro, freddo, incapa- ce di arrivare a questa cottura, ha bisogno di un organo pill va- sto, l'utero. A ogni potenziale corrisponde un organo appro- priato. Ma allora, se l’uomo, che é caldo, domina, come mai ge- nera figlie, e figlie che a volte somigliano alla madre? Un principio maschile alterato «Quando il principio maschile non domina, é incapace di operare la cottura, per mancanza di calore, e non impone la sua forma. Si mostra inferiore ai suoi compiti ed é allora necessa- tio che si carichi del suo contrario». La generazione di figlie femmmine @ dunque risultato di una parziale impotenza, «perché il contrario del maschio @ la femmina». Cid, dice Aristotele, si verifica nei fatti. Genitori giovani e vecchi danno vita il pit delle volte a figlie femmine piuttosto che a figli maschi. «Nei primi, iJ calo- Te non é ancora perfetto, negli altri manca». Hanno sperma flui- do e umido, il che indica mancanza di calore corporeo. D’al- tronde si fanno pitt figli maschi quando il vento viene dal Nord, perché il vento del Sud porta umidita, e 'uomo ha allora pit difficolté ad operare la cottura. Ma giocano anche altre cause accidentali, perché le mestruazioni vengono nei momenti pil freddi e pid umidi e quando la luna scompare. Intervengono anche le condizioni atmosferiche, la natu- ra degli alimenti, la natura dell'acqua: dura e fredda, l’acqua fa- cilita la nascita delle femmine. E freddo che si aggiunge al fred- do, rendendo ancor pii ingrato i] compito che incombe sul- Tuomo di cuocere e di trasformare il sangue in sperma. Anche in questo caso si tratta soltanto di cause accidentali, additive, perché se fosse in atto soltanto la potenza maschile, sarebbero generati solo maschi. «La prima variazione - scrive Aristotele — é Ja nascita di una femmina al posto del maschio. Ma questa é resa necessa- 141 Da Aristotele agli Inuit ria dalla natura, perché bisogna salvaguardare il genere di ani- mali in cui sono distinti maschi e femmine». Ogni cosa si pud alterare; alterandosi, si trasforma nel suo contrario. Nel generare, dunque, cid che non domina si al- tera nel suo contrario secondo la natura della potenza che é mancata all’agente generatore. Aristotele distingue tre elemen- ti nella potenza maschile dello sperma, tre elementi che si pos- sono alterare nel loro contrario: ‘ — Ja potenza generica maschile, che da vita al maschio; se essa & dominata, il prodotto sara femminile; ae —la potenza individuale, che fa che quel maschio sia quel particolare individuo; se solo questa & dominata, il prodotto ma- schile, nato dalla potenza generica, somigliera non al padre ma alla madre; c la potenza generica, dominata 0 no, da il sesso; la po- tenza individuale, dominata 0 no, da le linee di somiglanza. Se le due potenze maschili, generica e individuale, non arrivano a dominare sulla materia femminile, a creare la forma, il prodotto sara una figlia che somiglia alla madre. ‘Tuttavia non c’é simmetria. Dalla improwvisa caduta di maschile non conse- gue l'esistenza di una autentica poterza femminile che impor- rebbe forma e somiglianza, come tra i Navaho. Per Aristotele, importa soltanto la debolezza maschile. La somighianza nella forma umana Non é tutto. Alle potenze generica e individuale si ag- giunge il movimento, in atto e in potenza. : I movimenti che modellano l’embrione (lo modellano, non gli portano materia) possono essere sostenuti ° rilassati. il rilassamento pit o meno accentuato dei movimenti, associa- to alle cadute di potenza, che spiega la somiglianza dei figli ad antenati lontani nel tempo e non ai genitori. : Modello perfetto: dominio della potenza generica, nasce unmaschio; dominio della potenza individuale, somiglia al padre; il movimento @ sostenuto, perfetta somiglianza al padre; al peg- gio, se il movimento @ rilassato, assomiglia al nonno 0 al bis- nonno paterno. Modello pit imperfetto: abbassamento della potenza ge- nerica, nasce una figlia; abbassamento della potenza individua- 142 Maschite e femminite le, somiglia alla madre; se il movimento & sostenuto, si fara ]'i- Potesi che somigli particolarmente alla madre; se il movimento é rilassato, somiglierA alla nonna o alla bisnonna materna. ea Due casi intermedi: se la potenza generica maschile é di- minuita ma la potenza individuale domina, il figlio sara una fem- mina che somiglia al padre, ma se il movimento si rilassa, a se- conda dell’importanza del rilassamento somigliera piuttosto al nonno 0 al bisnonno paterno. Ma se la Potenza generica domi- na e la potenza individuale diminuisce, il figlio sara un maschio che somiglia alla madre e se il movimento é rilassato potra an- che somigliare alla nonna o alla bisnonna materna. E poi, a volte, «nasce un essere che non ha pitt parven- za umana, ma soltanto animale: é quello che si chiama mostro», Perché nascono i mostri? La materia animale della femminilita : Cito Aristotele: «Quel che in fin dei conti resta, quando i movimenti si rilassano ¢ la materia non é dominata, @ essen- zialmente il carattere generale, cio’ l’animale». : Ora, dobbiamo ricordare quel che abbiamo visto prima: il movimento @ quanto viene dall’uomo e caratterizza la poten- za generica e individuale dell’uomo. La materia & quel che vie- ne dalla donna e abbiamo visto che Aristotele dice esplicita- mente che il primo stadio dell’anormalita, della mostruosita, ¢ che il concepimento dia una femmina e non un maschio. Quan- do Je potenze sono dominate e il movimento & pil fortemente rilassato, non resta che la materia bruta del femminile, cioé la materia animale. : Il mostro ibrido @ in un certo senso una forma di clo- naggio femminile, di riproduzione nell'identita della materia, non dominata dal soffio. 5 la disfatta della Potenza maschile, Virruzione delle forze brute e animali della materia. Non c’é pit aleuna armonia nei rapporti di forza. Leccesso di femminile che ne risulta, materia, é il mostro. Ma non pud esserci eccesso di maschile. Cio non significa che Aristotele pensi che possono na- scere gli ibridi. Come dice espressamente: «La produzione di tutti questi mostri dipende dalle cause che abbiamo detto, ma ssi non sono mai quel che si dice, sono soltanto simili a quel 143 Da Aristotele agli Inuit che si dice» (IV, 3, 769a). In effetti, la nascita di un animale in un altro @ impossibile perché (aggiunge ragionevolmente) «la durata delle gestazioni non é@ la stessa». Ma esistono altri mo- sii che non sono gli ibridi e cioé coloro che hanno parti in so- prannumero, 0 in meno. La mostruositd, eccesso di fenminile Contrariamente a Democrito che spiegava la nascita del mostro con il conflitto dei due semi che penetrano entrambi nell'utero, Aristotele, di nuovo, considera che la causa non é da attribuire al seme bensi alla materia fornita dalla femmina: «E preferibile ritenere che questa causa si trovi nella materia e ne- sli embrioni in gestazione» (IV, 3, 769b). Egli in effetti osserva che quando l'utero @ messo per lun- 0, come nei serpenti in cui le uova stanno di seguito, o quan- do le uova sono disposte in celle separate, come tra le api, la mostruosit4 non si incontra. Dunque dipende dalla materia stes- sa, € soprattutto dalla disposizione di questa materia femmini- le in alcune specie, e in particolare nelle specie multipare do- ve, crescendo all’interno di uno stesso organo, gli individui si recano reciproco danno. «D’altra parte, anche nell'uomo - scrive - i mostri sono so- prattutto nelle regioni in cui le donne sono multipare, ad esem- pio in Egitto». In effetti si pensava, e vi accennano alcuni testi e lo stesso Aristotele nella Riproduzione degli animali, che le donne egiziane generassero spesso figli gemelli. Tl problema che si pone a questo punto della sua rifles- sione e logicamente, sembra, @ di sapere se bisogna considera- re alla stessa maniera, cioé come avente stessa causa, lo svi- luppo di parti superflue nella mostruosita e nella multiparita. Per noi antropologi, che ben sappiamo che la multiparita non é mai vissuta come cosa ordinaria, la questione é effettivamen- te da porre: la multiparité é, dopo la femminilita, e naturalmente nella logica aristotelica, la seconda mostruosita possibile? Sappiamo che il concepimento risulta da una sola copu- la: «Lo sperma del maschio [...] concentra e modella la materia che @ dentro la femmina [...] allo stesso modo in cui il caglio agisce sulla parte liquida del latte» (IV, 4, 731b). Ma quando il caglio agisce sul latte, lo concentra in un’unica massa. Simil- 144 Maschile e femminile mente, la concentrazione di materia animale e femminile da par- te dello sperma non dovrebbe produrre che un solo embrione. «Se il maschio emette pid sperma [del necessario] questa so- vrabbondanza non portera a niente di pitt grande, ma al con- trario portera a una distruzione per disseccamento» In questa argomentazione logica, il disseccamento @ dun- que, mi sembra, ritenuto rappresentare la figura contraria della mostruosita: se l’eccesso di freddo nella materia femminile pro- duce la mostruosita, l’eccesso di calore dovuto a una eccessi- va produzione spermatica fa si che lo sperma si annulli consu- mandosi. Per farsi capire meglio, Aristotele usa una metafora ben scelta: l’eccesso di violenza del fuoco non scalda di pit l’ae- qua, ma la fa evaporare e sparire. Se dunque vi é multiparita, Yagente spermatico non pud essere in causa; esso agisce infat- ti su una materia matema predisposta a questo. Gli animali unipari non producono materia femminile se non nella quantita che conviene alla formazione di un solo em- brione: «Se mai ne viene di pill, ¢’é produzione di gemelli e que- sta é anche la ragione per cui questa produzione sembra piut- tosto una mostruosita, perché si verifica contro la regola gene- rale e abituale» (IV, 4, 722a). Cosi, la multiparita come la mo- struosita non sono altro che l’eccesso di ferminile. La nascita di figlie, la multiparita, 1a mostruosit’, rap- presentano in ordine crescente le anomalie che dipendono dal dominio della natura, della materia, che @ femminile, che l'uo- mo in tempi ordinari modella a sua immagine, quando impone su tutto il suo dominio. La formazione contro natura di parti in soprannumero ha la stessa causa che la formazione di gemelli: «Questa causa si trova gia negli embrioni, se la materia che prende forma @ pid abbondante di quanto non richieda la natura delle parti da for- mare». Ma la mostruosita @ mostruosa solo per l’'uomo. «In ef- fetti, il mostro appartiene alla categoria dei fenomeni contrari alla natura, alla natura considerata non nella sua consistenza assoluta, ma nel suo corso ordinario, che noi osserviamo; per- ché, dal punto di vista della natura etema, e sottomessa a ne- cessita, nulla si produce contro natura», discorso filosofico che a suo modo raggiunge il discorso mitico che le credenze popo- lari che si riferiscono al teras (il mostro) e al loimds (il Fla- gello) riportano. 145 da Aristotele agli Inuit Il mosiro, il prodotto «mal formato» dei Sumeri, il teras dei Greci, 'androgino o l’ermafrodito dei Romani, figli nefasti che si gettano nell'acqua, sono i segni del Flagello, del loimds, della Pestilentia. Sanzione del sacrilegio contro un santuario di Apollo, Eschine descrive cosi la maledizione divina: «Che la Terra non dia pit frutti, che le donne non mettano pit al mondo figli si- mili ai genitori, ma mostri, che anche nelle greggi i neonati non siano conformi alla natura del loro genere». Male inviato dagli dei, il Loimés colpisce la collettivita tutta con la sterilita: steri- lita della terra, delle donne, degli animali. Tito Livio riferisce di calamita sopraggiunte nel 200 a.C.: «Tutte queste cose spaventose, orride, sembrano essere il pro- dotto di una natura che abbia confuso e imbrogliato i germi. Si ebbe orrore soprattutto degli ermafroditi. Se ne trovarono al- cuni che furono condotti al mare come lo era stato un feto col- pito dalla stessa stranezza». Solo gli dei possono mescolare i generi ¢ le generazioni. Esiodo pensava che la razza umana si sarebbe estinta quando gli uomini fossero nati con i capelli bianchi - altra forma di mo- struosita - e cio@ quando I'ordine naturale delle cose e l’ordine apparente delle generazioni sarebbero stati sovvertiti. Nel corso naturale delle cose, che seguano la legge divi- na 0 la legge sociale, gli uomini e gli animali producono picco- li che somigliano a essi e che hanno le caratteristiche del loro genere e della loro specie. La natura per Aristotele, la Terra e gli dei per il mito e le credenze popolari producono mostri quali oggetti di natura, nati dalla loro volonta, che sono contro natura solo secondo la scala dell’uomo, della sua storia e della sua riproduzione. Gli dei non sono legati a una forma contingente: cambiano a volonta ¢ nessu- no conosce il loro volto. Le specie, per essi, non sono mai fisse Cosi Aristotele ci fornisce un modello razionale, filosofi- co, completo, della generazione, del ruolo di ogni sesso nella procreazione e anche della determinazione del sesso ¢ dell’esi- stenza dei diversi tipi di mostruosita. Ma J’'intera faccenda, se cosi posso dire, si intende alla nascita. I prodotti sono sempre sia maschili che femminili e nor- malmente si conformano alla definizione dei loro sessi, ad ec- cezione degli ermafroditi, che a Roma sono il paradigma della mostruosita. 146 Maschite e femminile I modello Sambia: non si nasce uomo, si diventa Tuttavia, la determinazione del sesso sociale non & do- vunque e sempre calcata sulla determinazione del sesso biolo- gico. A volte essa si deve costruire Materialmente, perché la for- ma apparente non basta a decidere. B il caso di molte societa della Nuova Guinea. Come esempio prenderd i Sambia, descritti magistralmente da Gilbert Herdt? Qui non si pensa in termini di caldo e di freddo: si ri- cerca identico, il simile, piuttosto che fuggirlo; il midollo non ha parti collegate al sangue € nessuna cotiura del sangue in- terviene nella produzione dello sperma. Al contrario, il seme non si pud autoprodurre: deve essere portato. I maschi sono sprowvisti della capacita endogena di rag- giungere la mascoliniti. Sono ritenuti possedere lo stesso or- gano dal quale proviene il flusso mestruale, ma secco e non fun- zionale, Lorgano genitale maschile alla nascita 8 vuoto. Ora, cid che fa la mascolinita é il seme: ossa solide, muscoli duri, ven- tre piatto, Questo serbatoio vuoto deve essere dunque riempi- to. Vedremo come. Ne deduciamo che se deve essere tiempito e se, contra- riamente al sangue, il seme non pud autoprodursi, questa ri- Serva @ peritura. Gli uomini vivono dunque con la costante Preoccupazione della perdita di seme: i contatti sessuali lo esau- riscono e prosciugano anche la loro vita. Le gradazioni nelle fi- gure di questa ansieta specifica distinguono gli uomini tra loro Si cercheranno i matrimoni con nipoti o sorelle di clan, perché il seme non si perde allo stesso modo quando incontra una sostanza corporea almeno parallelamente identica, In questi casi patologici, aleuni uomini rifiutano perfino ogni contatto con le donne e l'‘obbligo conseguente di far figli, essendo molto me- No rischioso per I'uomo il rapporto omosessuale istituzionalizza- to con lo «stesso». Ma di quali rapporti omosessuali si tratta? Lor dine di anzianita 8 imperativo: i pitt anziani inseminano i pit gio- vani. Si cerca si evitare per quel che é possibile ogni investimento psicologico e affettivo trai partner dell’operazione. Al momento del matrimonio, i giovani uomini devono passare esclusivamente all'eterosessualita (salvo naturalmente “GH. Herdt, Semen depletion and the sense of maleness, in «Ethnopsychia- trica», 3, 1981, pp. 79-116. 147 Da Aristotele agli Inuit quando sono tenuti a compiere il loro dovere inseminando i loro nipoti per alleanza, i figli dei fratelli delle loro spose). Pratica- mente quasi tutti controllano questi cambiamenti senza gravi pro- blemi. Mentre la fermminilita @ considerata completa e naturale in modo innato, la mascolinita deve quindi essere costruita. Il seme @ necessario ad attivare il sangue femminile e procreare. Segue una regolazione dei rapporti. Tuttavia, e nel quadro dei rapporti eterosessuali soltanto, gli uomini possono ricaricare parzialmente la loro riserva consumando la linfa di un certo albero che si trova nella foresta. Ma pur essendo di- stanziati, i rapporti coniugali devono essere assidui con la don- na incinta per formare, anche in questo caso, il bambino che nascera, Si fa differenza tra essere un maschio (avere wn pene € testicoli @ sufficiente) ed essere un uomo. Il maschio @ com- pleto se é pieno, dotato della sua riserva. Bisogna essere pieni per poter a propria volta riempire. . Con la paternita viene la paura dell'esaurimento delle ri- serve. Ma ogni maschio deve accettare di perdere cid che co- stituisce l’essenza della mascolinita per diventare un uomo co- me suo padre fece per lui. Lomosessualita come scelta di vita é perd totalmente rifiutata. Gli Inuit: genere e identita sono dissociati dal sesso ‘Tra gli Inuit, pit noti col nome di Eskimo, le cose van- no in modo completamente diverso. Il bambino che viene al mondo ha si un sesso apparente, ma questo sesso non @ ne- cessariamente considerato il suo sesso reale. In effetti, il sesso reale @ quello portato dall’identita, dall’anima-nome, cioé il ses- so dell’antenato la cui anima-nome ha penetrato quella donna, si @ insediata nella sua matrice per nascere di nuovo, e che gli sciamani comunicano alla nascita del bambino. Cosi Iqallijuq é la reincarnazione del padre di sua madre®; ricorda la sua vita intrauterina in un minuscolo igloo in cui, su due panche situate a destra e a sinistra, stavano i simboli del a voro maschile e del lavoro femminile. Alla sua uscita, uomo rein- 3B, Saladin d’Anghure, Iqallijug ou les réminiscences d'une dme-nom inuit, in «Etudes inuit», 1 (1), 1977, pp. 33-63. 148 Maschile e femminile camato, sceglie di prendere oggetti maschili. Uomo per la sua anima-nome, nacque con un sesso apparente femminile. Lanima-nome e l’identita che a essa si collega prevalgo- no sulla differenziazione fisiologica. I bambini sono allora alle- vati come se fossero dell’altro sesso: vestiti come gli individui dell’altro sesso partecipano soltanto alle attivita che a quello competono. Iqallijuq si credeva maschio ed eccelleva nelle atti- vita di caccia. Tutto cambia di colpo con la puberta. Dalla sera al mat- tino, gli adolescenti devono adattare il loro comportamento al loro sesso apparente. Cid comporta sofferenza per le persone che hanno relazioni con loro. Quando Iqallijuq dovette indos- sare controvoglia i suo primi abiti femminili, sua madre pian- geva del vedere la reincarnazione di suo padre sottomessa alle mestruazioni. Di fatto la personalita individuale si adatta progressiva- mente al sesso apparente. Alcuni espedienti sono di natura sot- tile: il primo compagno di Iqallijuq fu suo cugino, che visse in modo inverso la sua stessa situazione nel senso che era un ma- schio cresciuto come femmina. La loro unione non duré, tutti e due trovarono poi un partner le cui due identita non erano dissociafe ma nel frattempo ognuno si era adattato al modo di vita e alle attivita del suo sesso reale. Lidentiti portata dall'a- nima-nome comunque non cambiera pii per tutta la vita. Ordine simbolico, ordine naturale Come si vede, il genere, il sesso, la sua determinazione, Yadattamento dell'individuo, pensati dall’uomo, non sono fatti che dipendono semplicemente dall’ordine naturale. Costruibili e ricreati, dipendono dall’ordine simbolico, dall’ideologia, anche se l'enunciato di questo ordine simbolico mira a stabilirli poi come fatti di natura per tutti i membri della societa. E cosi in Aristotele, in cui ogni parte dell’opposizione da lui presentata come «naturale» tra caldo e freddo, secco e umi- do, attivo e passivo, potere e materia, connota rispettivamente il maschile e il femminile. Per concludere, dird che questo mo- do aristotelico di pensare non é estraneo ai nostri discorsi mo- derni, compreso il registro scientifico. Ignoriamo a tutt’oggi in cosa consista esattamente il po- tere fecondante dello sperma. Nell’edizione del 1984 della Bney- 149 Da Aristotete agli Inuit clopaedia Universalis, alla voce Fecondazione (Lavergne e Cohen), si pud leggere quanto segue: La particolarita dei gameti femminili é un regime metabolico icolare. Una volta differenziate, queste cellule testimonieranno una ordinaria inattitudine a proseguire il loro sviluppo; entrano in uno stato di inerzia fisiologica tale che sono votate a morire se non ven- sono attivate. E allora che si rivela la necessita della fecondazione: il yamete maschio assicurera la funzione attivatrice naturale [corsivi hostri]. Questa virtii seminale é stata riconosciuta fin dalla pid alta an- tichita. E tuttavia il potere vitalizzante del seme maschile — 0 del pol- line — rimane ancora mal spiegato, sebbene rivesta un ruolo chiave nella riproduzione sessuata. Si sara notato che il vocabolario utilizzato dagli autori é lo stesso che usa Aristotele, e non si neghera che esprime con- cetti mal definiti che rimandano a un fondo di credenze popo- lari: la cellula femminile, materia «inerte» e «inabile», deve es- sere «attivata», altrimenti muore, dalla cellula maschile dotata di «virti» seminale e di un «potere vitalizzante» la cui natura é sconosciuta. Potremmo, senza esitazione, definirlo preuma.

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