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90 L’ARTE ETRUSCA Una civilta vitale nel cuore della penisola italica La civil etrusca fiori a partire dal IX-VIII seco- lo a. nella regione compresa tra i fiumi Arno € Tevere; sul finire del VII secolo a.C., per lacquisita vitaliti economica e commerciale, gli Etruschi este- sero la loro influenza a Sud, nel Lazio e poi in Campania, e a Nord, nella pianura padana, fondan- do nuove cittd. La stessa Roma, dove dal 616 a.C. si sarebbe insediata la dinastia etrusca dei re ‘Tarquini, subi l'influenza culturale di questo popo- lo; tale influenza non si attenud neanche dopo la conquista militare da parte dei Romani, conclusa nel II secolo a.C. Un popolo dalle origini incerte Da sempre le vicende e la cultura di questo popolo sono avvolte da un’aura di mistero, favorita dalla sua incerta provenienza. C’e, infatti, chi ritiene che gli Etruschi siano giunti dallOriente attraverso il mare, accreditando lopinione dello storico greco Erodoto, vissuto nel V secolo a.C. Dionigi di Alicarnasso, vissuto dal 60 aC. al 7 d.. ca., asseriva, al contrario, che gli Etruschi erano autoctoni, Oggi si ritiene che abbiano seguito una lenta evoluzione nel contesto delle culture pre- senti nella penisola: essi accolsero gli apporti, nella lingua come nell’arte, della cultura orienta- produzione pittorica, le maschere deformate delle divinita che popolano il mondo dell’al- dila Grazie ai contatti con le colonie della Magna Grecia, arte etrusca risenti di influssi ionic, soprattutto intorno al VI secolo a.C., periodo di massima fioritura. Tuttavia, scarsi furono gli esiti del classicismo ellenico: da un lato per la forte tendenza realista degli Etruschi, dallaltro per- ché, a partire dal V secolo a.C., un periodo di crisi commerciale e istituzionale scoraggid lin- nesto di nuove culture Gli Etruschi furono molto abili nella lavorazione dei materiali che il loro territorio offtiva: ‘+ i metalli (ferro, rame, oro) per la produzione di statue: spiccano i bronzi, dove gli artisti mostrarono la loro abilita nella resa minuzio- sa dei particolari; * argilla, con cui realizzarono le statue che ornano le tombe e i templi, o vasi dip importante fu la produzione di vasi in bucchero, dalla superficie di colore nero lucido; * Falabastro, tagliato in lamine sottili e trasluci- de, era usato fra Paltro per chiudere le aper- ture delle finestre. Il territorio e le principali citta etrusche. le, di quella greca e degli altri popoli delltalia antica, grazie al flusso di genti ed esperienze nell'intensa rete di scambi commerciali e culturali che percorreva tutto il Mediterraneo, | Un'arte fortemente espressiva Anche se la lingua degli Etruschi non & del tutto interpretata, conosciamo be- ne larte di questo popolo, testimoniata da oggetti, statue e pitture murali rinvenuti nelle loro tombe. Questi reperti attestano che essa ha sviluppato caratteri autonomi rispetto a quella degli altri popoli della penisola e del Mediterraneo, * Le immagini dellarte etrusca ci descri- vono un popolo concreto. Le statue € le pitture murali rinvenute allinterno delle tombe sono ricche di immediatez~ za e di vivace realismo. © Risalta il carattere fortemente espressi- vo delle opere * Costante @ il pensiero della morte: ne sono prova, accanto ai soggetti della TEES SIG cTWLScre ORIGIN APOGEO E DECLINO (IIL Vaeesa [Bi Nucleo primitivo dei territorietruschi Il Massima espansione etrusca 4 Giacimenti di erro TIRRENO. LA CITTA E L’'ARCHITETTURA Citta fortificate da mura ciclopiche Al contrario delle citta della Magna Grecia, sorte con un piano unitario, le citta etrusche si svilupp: ono mediante processi spontanei di urbanizzazio- ne, mantendo caratteri autonomi, * Dopo il disordine insediativo delle origini, fu la presenza delle mura a dare forma alle cit. Le fortificazioni, spesso di dimensioni imponenti, erano realizzate con filari regolari di massi in pietra squadrata, * Laccesso era consentito da porte monumentali caratteristiche per la loro copertura ad arco. Interessanti sono gli esempi di Volterra e di Perugia * In-un sito pid elevato si ergeva PAcropoli, con i templi * Nelle citta di nuova fondazione o di rifondazio- ne, limpianto urbano presentava, invece, una maglia ortogonale. E il caso di Misa o di Spina * Nella Pianura padana i segni della presenza etrusca nel territorio sono riconoscibili in per manenze ancor oggi significative, quali i canali del Po e quelli minori di drenaggio presso il Tirreno, realizzati per bonificare ed irrigare il tertitorio. Gli Etruschi utilizzano arco e la volta Gli Etruschi furono i primi ad utilizzare sistema- ticamente Farco, a partire dal IV secolo a.C., nella penisola italica e in tutto Voccidente mediterraneo. Varco ha origine orientale, ma @ forse giunto in ttalia dall Asia’ Minore attraverso le colonie greche. II suo utilizzo ha rappresentato una tappa fonda- ‘mentale nell'evoluzione dei sistemi costruttivi * nel vecchio sistema trilitico il peso del muro sovrastante grava sull'architrave, che tende a flettersi fino a spezzarsi; * Tarco a tutto sesto, ovvero a forma di semicer- chio, tende a distribuire tale peso lungo le pare- {i laterali; in questo modo consente di praticare aperture di grandi dimensioni lungo i muri di qualsiasi altezza e spessore. Alato: Porta del’arco, WV sec a.C., alt. 7 m, largh. 4 m, prof. 9,50 m. Volterra, L/anTICA CITTA DI Misa Lantica Misa, presso Marzabotto, risalente ai secc. VI- II a.C, aveva un impianto a scacchiera, ricorrente nelle citta di nuova fondazione anche presso i Grec che l'avevano utilizzato nelle colonie almeno un secolo prima. Si pud notare la strada principale da Nord a Sud, il cardo, tagliata perpendicolarmente da te strade, larghe ben 15 metri, mentre la sezione di quelle secondarie era di 5 metri, Nonostante V'anda- ‘mento regolare degli assi principali, che si estendeva- no nel territorio, gli isolati residenziali avevano una organizzazione poco rigorosa, 92 LARTE ETRUSCA T luoghi di culto Il tempio etrusco (ricostruzione sotto) ave- va forma e concezione spaziale diverse rispetto a quello greco. Diversa era anche la sua utilizzazione: esso non era pit la casa degli dei, ma luogo in cui il sacerdote interpretava i segni divini, Non ci sono pervenuti templi nella loro forma originaria, ma possiamo farci untidea di questa tipologia dai signi- ficativi resti ritrovati a Veio, Marzabotto, Pyrgi, Fiesole, Orvieto, ¢ soprattutto dalla descrizione di Vitruvio, architetto romano vissuto nel I secolo a. + Il tempio era collocato su un alto basamento, al quale si accedeva mediante una scalinata posta sul fronte, * Sul lato anteriore si innalzava un pronao com- posto da una o due file di 4 colonne tusca- niche. Queste mantenevano la forma e il capi- tello di quelle doriche, ma se ne differenziavano per avere il fusto liscio e, alla base, un plinto rotondo, * Sul fondo si trovavano una o tre celle * Era forse costruito in legno ed arricchito da ele- menti decorativi in terracotta policroma. Impor- tanti sono gli acroteri, statue poste sul colmo 0 agli estremi del tetto, * Probabilmente era decorato: Plinio ricorda le antichissime pitture dei templi di Ardea. Si evi- denziano i caratteri di frontalita e di assialita come nei templi della Magna Grecia Le necropoli Larchitetura funeraria degli Etruschi @ docu mentata dalle ricche tombe, organizzate in vere € proprie citta dei morti, le necropoli. Queste asso- migliavano alle citta dei vivi: si aggregavano attor- no a percorsi spontanei in eta arcaica, che diven- nero regolari nei periodi successivi. Notevoli sono le necropoli di Cerveteri e di Tarquinia, che con i suoi cinque chilometri quadrati raccoglie un ampio campionario tipologico, dal VII secolo a.C. fino all’et romana. 1 caratteri dell’architettura tombale variavano infatti a seconda del periodo, delle consuetudini funerarie e della natura del suolo. ‘+ Frequenti erano le tombe a tholos con copertura a falsa cupola, tipologia frequente nel Mediter- raneo. * Molte tombe erano poste sotto il livello del suolo © dunque dette ipogee. Queste si pre sentano all'esterno come piccole colline di terra, Sostenute da una base in muratura * Allinterno erano divise in pit ambienti deco- rati, articchiti da finti particolari architettonici quali travature a rilievo, fregi e cornici, da sedili € da tutto quanto le rendesse simili alle case di abitazione; questo tipo era frequente nelle regioni meridionali dell’Etruria, dove il terreno, in tufo, si presenta facilmente lavora- bile.

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