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GIORGIO BERNARDI PERINI PROPEDEUTICA AL LATINO UNIVERSITARIO SESTA EDIZIONE RIVEDUTA E AGGIORNATA CLAUDIO MARANGONI PATRON EDITORE TESTVE MANUALI PER L'NSEGNAMENTO. UNIVERSITARIO DEL LATINO. ‘Coltees deta da ALFORSO TRAINA 1. TRAINA A. Lofft 6 in promuncia del iting. 52 od. agpomata, agg. 108 2 BERNARD! PERINI G. Lsccento tnune, 4 cd, media, pagy worie4 3 STOLZ F - DEBRUNNER & - SCHMIO WP. Storln dalla tingus tetina. Tisdunone dela <8 od. (1986) 9 cum dh C. Benediaer lnwocuzions @ nels a A. Troma Aapenice La formasione Geile tngue ttteraei lating G.I. Tionshy 4# 26 eweduta © agpomsia 8 utd dE Vinwis. pag, UXXIr-Z64' 4. QUESTA C., iniroduttone alla metrics dl Plavto, pagg. XiL264 5. PALADIN V, - CASTORINA €., Storia det leversturs toting, Vol.1- Gisagno stories. ogg. Val-536 6 PALADIN Y= CASTORINA E. Storia della tetterstura tating, Voll = Problem erie). 39 ed. con supplementt © agemament cura oP. Fodeh. pagg. $84 7. PALADIN V. - OE MARCO M., Ungua @ loneratuca mediotstine, 28 04, cowetta @ eggiomete, pega. ViN-320 18 VAANANEN ¥. inroduzlone al lative volgare 2 cura A, Limentari, ‘A. Grandesso Sivesti 32 ed. pagg. 420 0. TRAINA A - BERNARDI PEIN) 6. Propedeutia tt ltina univer. ‘tert, 6 ec. vedi # appemata a cura &C. Marangor. page S40 11, TRANA A. Lo ttle “deammutice” del Rlosote Seneca. «2 od. aggomeia,pa99. Vi-296 12. La lingua poxtice iting. A cura ot A. Lunel (S29gi di W. KROL. HH JANSSEN, MLEUMANN, Promgssa, bibfografia, aggioma: meni 9 wtegtazione dab cuvafore), 38 ed. rhveduta « amphala, page, LXV 238 19, SCHRUNEN S.. | career dal lating extetlane ention: con ‘ap: endica dC: Motwmann, Bape quarantanal. acura &'S. Bosch, 48 ed. aggomale, psog. 172 14, BINL ML Index torsienus sive verborum postanim Latinorum quiln Mocellana eattiona eontinentur, 0009. 216 15 HOFMANN .JB.. La ngue ‘uso latina, Irroduzione, tacuriane ole a cure di L. Rlcofil, 28 nd aggiomala, pogg. Vil-46d OE MED C.. Lingua teniche del latino, 28 20. angiomaia, egg. 244 17, FACCHINN TOSI C.. La sipattzione tesatcale nel. post latin. Vent ‘ann dl stodt (1960-1980). pagy. 144 18. GHISELL| A. Orazle. Qde 1,1 90 94, veouta @ amplians, pagg. 168 19. MOSCI SASSI M.G.. 1) serme exstrenale’. e299. 160 esau. 20. PASCOLI G. Thathina, Inirockinone, testo. Irduzione © commerto 2 cura & A Teans, 90 ad, conatia © aggomala, pagy 120 21. TRAINA A.. Adotto Gandigite. Un "grammatico” ta due monel, on una vaduzione medna d| Pomponia Grecine 0 une Deaograta ragionsla cegh seein del Gandigho a cura di Ml. Bint. pagg. 140 CUGUS! P."Aspett letterarl del Carmine Latine epigraphica, 2 ed. pogg. 414 ‘Supplementum Moretlanum. 4 cura & A. Traina, M. Bini, 28 od. Wvedula ¢ amglila. pap9 62 LOR! Carmina. Iritodurone, tesio eric © commento a curs dt €.01 Goving, gagg. 168 ‘BELLANON F, Pacale: dal ~Vorba Togae” al solipaisme swiatco. Sud af Cooter: 6 w poste & Aub Pari Reco. 28 ed. 209. SETAIOL! A. Seneen ¢ I grecl. Citezon« traduzioni rete opare flosctiche. pagg $46 27. DIONIG! 1, Luemazto, Le parole « te cose. 2 0d. pagg 192 20, PASINIG F. Dosaler aulle critica dalle font (1896-1900), pgg 192 28. ONIGA R., Leompoet) wominall tatinl, Una merologie goneratinva, agg. 256 30, MAZZINN |, iredusione ala trminologle madies, Decodfcanone compost @ deriva d} engine grace lana. pagg. 224 1. RIGANTI E., Leeslco latino fondamertals, pagg. 250 92, SENECA LA, Phaedra, 8 cura of C. do Mee. 28 69. aveauta 0 agpemsla. negg 228 92, Le nazz di Polemlo # Araneoie (Sidonio Apotinare. Carmina XIV- XV) Axa dG Ravenna. pagg. 102 RRB B TESTI E MANUALI PER L'INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO DEL LATINO: Collana dirctta da ALFONSO TRAINA 9 ALFONSO TRAINA - GIORGIO BERNARD! PERINI PROPEDEUTICA AL LATINO UNIVERSITARIO SESTA EDIZIONE RIVEDUTA E AGGIORNATA ACURA DI CLAUDIO MARANGONI PATRON EDITORE BOLOGNA 1998 Copyright © 1998 by Pitron editore - Quarto Inferiore - Bologna \ dirt di traduzione ¢ di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo sone 1se1 vali per cutti i Pacsi. E inotire vietata la ipraduzione. anche parziale. compresa la tote copia, anche ad uso interno o didaltico, non autor 27ata. 1 edizione: vol. 1, 1971; vol. Il, 1972 1 ristampa: vol. 1. 1972; vol. Il. 1973 I cistampa: vol. 1, 1973; vol. Il, 1974 I edizione: vol. unico, 1977 1 ristampa: 1978 Ml edizione: 1981 1V edizione: 1992 V edizione: 1995 VI edizione: 1998 Ristampa 634321 2008 2007 2006 2008 2004 2003 PATRON EDITORE - Via Badini, 12 40050 Quarto Inferiore (BO) Tel. 081 767003 Fax 051 768252 E-mail: info@patroneditore.com Sito: www.patroneditore.com -alalogo generale 2 visibile nel nosiro sito weh. Sono possibili riecrche per: autore. Uitolo. matetia ¢ cotlana. Per ogni volume & presente il sommario ¢ pet Ie auvild la co- pertina dell'opera ¢ una sua breve descrizione. ‘Stampa: Stabilimemio Editoriale Patron Via Badini 12 - 40050 Quarto Inferiore - Bologna INDICE Prefazione lla prima edizione . Prefazione alla seconda edizione : Prefazione alle terza edizione Prefazione alla quarta editione. Prefazione alla sesta edizione . ~ LA STORIA DEL LATING © 0 I. Diacronia e sincronia 2. Liindoeuropeo . . 3, Le fasidel lating» | 2 4, Gli swrati del ating | oe 3. WH latino dopo Roma. 2 3 se Bibliografia . an UID) Lapronunzia . Storia della questione ©. 6. ee . La pronunzia «classica» : ¥ ditonghi. . Ui coms mediuis Lt yU semivocale WS ; Liaspirazione. . |. pi Ti davanti a vocale | ane . Le velari davanti a vocale palate «ei flit . I gruppo gn. ; L’aspetto pratico delia qvestons a © pronunzia classica? .. Bibliografia. 2... ° INDIE GL WALE Hi, Ls ouannma & v'accenTo pap 78 1. «Anima uocis» . tone no oe “ 7s 2, Altezza e imensita. . . . ” 7 3. La «natura dell'accento lating, |) 1) 8 aD 4: Fonemi e sillabe . Dnt > 5. Durata e quantita. | : > BB 6 anita di sillaba | » 85 3. Confini sillabici ¢ quantita «di postzione. » BB 8. Le leggi dell’accento latino. an > 92 9. Enclisi ed epéctasi : > 93 10. Particolarita. : > 9% 11, Per una corretta accentazione Dit > 100 Bibliografia » 4 IV. PROBLEM! DI FONETICA . pag. 117 1. Apofonia indoeuropea Lae = 17 2. Apofonia latina (c sincoy Lt > 120 3. Natura ¢ cause eink ja latina » 126 4. i vocalismo . . = 128 5. taliani del vocalismo latino . > 132 6 ae » 134 7, Aleuni fati di consonantismo > 136 Bibliografia > 140 Vy PROBLEM! DI MORFOLOGIA. . «pag. 147 L. Radice. tema, desinenza . . . a7 2. La flessione nominale: 1emi e desinenze . » 154 ;& Le principali anomalie della Messione nominale > 156 ‘4 La ione verbale » 169 5. ipi di verbi » 17 © LP tonteion del Perec > 181 7. Fverbi anomali . . it > 186 Bibliografia. . Leon 194 VIL PROBLEM DI SINTASSI . pag. 201 . I lacativ Lae » 201 2. L pronomi indefiniti : = 205 3. Facto con Vinfinito: un aspetto del causative > 208 4. L’aspetto verbale . . » 210 5. La paratassi e le principali congiunzioni ipotattiche » 219 (NDICE, GENERALE Bibliografia . VII FONDAMENTH DI METRICA Tl tempo primo tomoras i. I metro . Arsi e tesi. }. Schema dell’esametro |. La cadenza finale. . . Variabilita iniziale, fissita finale Gli esametri spondiac . La cesura . : |. La dieresi . La cesura centrale | |. Funzioni stilistiche della cesura . La dieresi bucolica . " Origine del pentametro. : ; Struttura spentemimeres del | ‘pentametro : . Ul distico elegiaco . : I ritmo verbale Ritmo poctico Ritmo nella prosa. I ritmo latino Ritmo, quantita, acento. ; Continuita della catena sillabica Il sandhi . La sillabazione fonosintattica Sinalefe e non velisione» . ied fomi dei piedi - si come elemento-guida det ‘iato ‘Hl eosiddeto sallungamenta asi i davai a cesuras .. «Se cadiica . . Gli aipermetri» : . La combinazione delle parole nella cadenza finale - . Le clausole «eccezionaliv . . » La coincidence di accento ¢ arsi_ nella sadenza nale . Bibliografia . + Pag. 8 INDRA NE RALD VIIL. La crimica DEL TESTO pay. 401 1, Terminologia essenziale. : : » ao 2 Critica del testo ¢ testi classici. | | » Wz 3. Genesi e tipologia dell'errore di H copiatura + 304 4. Le correzioni erronee . . > 3ju9 5. I cosiddetto «originale» |. | 2 32 6. La tradizione indiretta . eee » 316 7. La ccitica testuale dall'antichita all'Gttocento » 322 8. Attuali orientamenti della critica testuale. . 2...» 327 9. L'edizione critica . . » 333 10. Edizioni critiche ¢ apparati critici. Collane, sillogt, edizioni «classiche» + 339 Bibliografia, so 8? IX GusmuMe. pag, 369 1. Bibliogsafie 2 369 2. In » 374 3. Lessi » 380 4. Sinonimie, fraseologie € > 394 5. Storie della letteratura € oper enera sulla civit romana. . we » 399 6. Commenti fondamentali. Bo ew RD APPENDICE Latino perché? Latino per chi?.. 6 2... ss pag. 429 ‘SUPPLEMENT! E AGGIORNAMENT] . . » 439 Inpicr Tavola dei segni convenzionali Pag. 48) Indice degli autori antichi > 483 Indice dei nomi. > 493 Indice delle parole latine - » 509 Indice dei concetti e dei termini tecnici » 527 PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE Sed tamen est artis twistissima ianua nostrae et labor est unus, tempora prima pati. ‘Ovini0 Ul faut avoir beaucoup étudié pour savoir peu. MonTesouieu Questa Propedeutica nasce sotto if segno di una rinuncia. Fumio molto esitanti a porvi mano. Non che un maruale uni- versitario di propedeutica al latino non fosse nei nostri progetti gia da molti anni; ma fo intendevamo come un complesso di valumetti omogenei ed autonomi, uno per ogni setiore (due, quel- Ui dedicati alla pronunzia e all'accento, erano giunti in porto)'. Condensando tutia la materia in un volume unico si pud correre il rischio di un certo schematismo. E i catechismi non hanno mai giovate alla scienza (forse nemmeno alla fede), tanto meno in tempi dé rapide awicendamento di metodi. D’altra parte, le uttuali condizioni dell'insegnamento universitario richiedono, anzi esigono, un mtanuale di questo tipo. Bisogna arretrare su una li- nea irrinunciabile di nozioni chiare ed essenziali a un decoroso insegnamenio del latino. Chi vuole, potrd spingersi oltre: le parti in corpo minore € le bibliografie, selezionate a fini essenzialmen- te pratici, gli indicherarmo ta direzione. Per gli altri, ci auguria- ma anche rimeditati. 0 PREFAAIONL mo che la sinieticita della vattazione non ne veli troppo ta pro- blematicita. Gli autori si sono divise le parti in modo che i capp. 1, Hl. V, VI, X fossero di A. Traina, i capp. Hi, IV, Vil, VIII, IX di G. Berardi Perini. Ognuno risponde def suo; ma la siretta col- laborazione e la comune esperienza didattica dovrebbero assicura- re l'unita metodologica del libro. Alla fine, l'indice-glossario, g1 sperimentato in precedenti pubblicazioni, fornisce — o ripete — le definizioni dei termini tecnici e la cronologia delle fonti anti- che. Domani si potra far meglio, 0 meno peggio: promettiamo fin d’ora, se avremo fortuna, un‘appendice su Problemi di lessi- co la cui importanza 2 sotiovalutata dalla scuola rispetto alla grammatica. Oggi non si poteva, per motivi di spazio e di tem- po. Sulficit diei malitia sua. maggio 1971 NOTA: a distanza di un anno la Propedeutica si completa col secondo volume: abbiamo colto Uoccasione per ritoccare ¢ aggiomare il primo. Motivi pratici ci hanno consigtiato sia di conservare la divisione in due volumi', sia di presentarli rilegati in un volume unico come gli altri della medesima Collana. maggio 1972 ' Vedizione in due volumi non ¢ pid disponibile. PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE “Oifws Song tig imoyias toxe ud fmorv... Evrrerve, fr. 910 N? Che una Propedeutica al latino universitario approdi oggi al- fa seconda edizione é cosa consolante, e non solo per Ueditore. (Meno consolante @ il saccheggio che ne hanno fatto fortunati autori di libri scolastici; ma ci siamo abituati: sic uos non uo- bis). Abbiamo correo sviste ed errori, e ringraziamo chi ce li ha segnalati; raramente, per owie necesita tipografiche, siamo intervenuti sul testo, ritoccando qualche formulazione e aggiun- gendo qualche esempio. Gli aste: in margine al testo riman- dano all'appendice di Supplementi ¢ aggiornamenti, che, sempre nei limiti di una bibliografia selettiva, sono la doverosa novita di questa riedizione. Non abbiamo potuto invece manienere la Promessa di un nuove capitolo su Problemi di lessico, e ce ne scusiamo. I! materiale era pronto: astratti, diminutivi, composti nominali e le loro valenze stilistiche. Augurarsi che un giorno si possa significa augurare tempi migliori alla nostra scuola e alla nosira economia. novembre 1976 PREFAZIONE ALLA TERZA EDIZIONE Wer hatte je einem Griechen schreiben gelerni! Wer hatte es je ohne die Romer gelernt! F. Nierzscue La proliferazione della bibliografta e ta disfunzione delle bi- blioteche rendono sempre pit difficile aggiomamento sistematico di un campo cosi vasto. Abbiamo fatto quanto abbiamo potuto, anche con Vaiuto di amici che ringraziamo, riscrivendo pratica- mente le «pagine azzurre» dei Supplementi e Aggiornament Riscrivere si sarebbero dovuti, a dieci anni di distanza, anche al- cuni capitoli, come quelli sulla sintassi e sulla metrica: ma I'o- perazione sarebbe stata antieconomica, soprattutto per un pubbli- co di studenti; e non c’? da sperare che le cose cambino presto. C% poi chi, im autorevole sede, ha lamentato la mancanza di una tratiazione completa della grammatica e della metrica: pos- siamo condivideme, se non ta critica, l'utopia '. aprile 1981 * Quanto alla stilistica, ci auguriame di poler presto pubblicare una Sritisti+ ca lating di A. Ghiselli. PREFAZIONE ALLA QUARTA EDIZIONE Un’epoca a cui non sembrasse valer pid la pena di occuparsi del passato, esprimerebbe in tal modo la sua disperazione. U. VON HOFMANNSTHAL « Questa propedeutica », cosi iniziavamo ta prefazione alla I edizione, «nasce da una rinunzia». Anche questa IV edizione nasce da una rinunzia: la rinunzia dei due aufori a curare diret- tamente quella riscritiura dellopera che a vent'anni di distanza appariva indifferibile. Non eadem acias, non mens. L'abbiamo af- fidata a un giovane, ferratissimo studioso, che ha lavorato in stretta collaborazione con gli autori (i quali tuttavia si dichiara- no responsabili dei loro niocchi o ripensamenti su due punti: la questione arsi/tesi e la crisi della storia letteraria). Ed ecco ¢ risuliati: sistematico aggiomamento, almeno sino al 1990 fe quando si & potuio anche oltre) di tutti i capitoli; ritocchi for- mali dove li suggeriva Vesperienza didattica, nostra e altrui: sfol- timento delle « pagine azzurre », ormai troppo numerose, e loro fusione nei rispettivi capitoli, per rendemne pitt agevole e fluida Putilizzazione; stralcio del cap. IX sulla didatiica, irrimediabil- mente datato, soprattutio in presenza di manuali specifici: lo si & compensato in parte con la bibliografia aggiunta al cap. gia X e ora IX (Gli strumenti), in parte con ta ristampa di un artico- fo di uno di noi che conclude it volume con alcune disincantate riflessioni sul presente e il futuro del latino. Purtroppo Alfredo Ghiselli non ha potuto manienere la pro- messa di darci un manuale di stilistica latina che integrasse la lo PRELAZIONE nostra Propedeutica, né era pensabile condensame la smuteria ne- gli angusti confini di un capitolo. Ce lo dard, speriamo, wn va- lente altievo del Ghiselli, Gilberto Biondi. «Per digerire il sapere», diceva um personaggio di A. France, « bisogna averlo mangiato con appetito ». Ci auguriamo di avere imbandito ai nostri giovani convitati una pietunza, se non pro- prio appetitosa, almena non troppo indigesta. ottobre 1991 PREFAZIONE ALLA SESTA EDIZIONE Cercare di rievocare il passato & come tentare di afferrare il significato delfesistenza. J. Brodskij Dopo il rapido esaurimento della quinta edizione abbiamo rite- nuto doveroso, anche se gravoso, procedere a nuovo, sistematico ag- giomamento (sino ai primi mesi del 1998), ¢ abbiamo approfittato delloccasione per aggiungere nell'Indice-Glossario la definizione di quei tennini della retorica e della linguistica che non compaiono nel testo. Per facilitare la consultazione abbiamo poi spostato alla fine e unificato gli indici. Siamo grati alla disponibilita dell’Editore ¢ al costante favore dei Colleghi. aprile 1998 1 LA STORIA DEL LATINO § 1. Diacronia e sincronia So Consideriamo una cattedrale, opera di molli secoli e di mol- te generazioni, Possiamo indagare la storia della sua costruzio- ne, le successive modificazioni dei modelli, Vinflusso dei vari stili_ ¢ delle diverse personalita artistiche, l'incidenza delle con- dizioni socio-economiche, etc. Ma possiamo anche prescindere da tutto questo per esaminare la struttura della pianta, la fun- zionalita degli elementi architeuionici, i] ritmo dei vuoti e delle masse, l'effetto della decorazione pittorica ¢ scultorea, etc. Cosi é anche per la lingua. Essa si pud considerare da due punti di vista diversi: diacronico e sincronicg. La ‘djagrouis Gal greco du, « altraverso », e xodvog, « lempé>) studia la lingua auraver- so_il_tempo, ossia come una serie di rapporti successivi; la_sim- ain aa {dal greco awv, «con», ¢ xpdvos) studia ta lingua a pre- scindere dal tempo, ossia come un. complesso di rapporti sinmul- pri Tasi_di_una lingua; if, stato_di lingua. Graficamentc, le due dimensioni potrebbero Tap- Presentarsi come una linea e un piano. Entrambe soddisfano a due esigenze diverse ma egualmente legittime: la_diacronia alla ‘Storiciia, la sincronia alla sistematicita. E corrono ‘vischio di cadere rispettivamente ii Lytennn im? Fu il “padre della moderna linguistica strutturale, Ferdinand 1% CARITOLO sure, a porre neltamente questa antitesi fra diacronia ¢_ sincronia nel suo Cours de linguistique générale uscilo postumo nel 1916. Optando per la linguistica sincronica (0 « statica » 0 « descrittiva »), il Saussure reagiva all'evoluzionismo che aveva caratterizzato la glottologia del sec. XIX, anzi, che l'aveva fon- data come scienza autonoma. Prima degli inizi del secolo scor- so, la lingua era oggetto o dell’empirismo normativo della grammatica e della retorica, o della speculazione logicistica del- la filosofia (da Aristotele agli Stoici, dagli scolastici modi signi- ficandi alla Grammaire générale et raisonnée di Port-Royal). Ai imi dell'800 col dancse asi) e col tedesco Gopp) (la cui ope- ra sul sistema di coniugazione del sanscrito paragonato a quelli del greco, latino, persiano e gotico fu edita un secolo prima del Cours saussuriano, nel 1816) avviene una fivoluzione nel campo degli studi linguistici: nasce_la_grammatica_storica_e somparata. Occorreva, per questo, la scoperta del sanscrito o antico indiano ¢ delle sue affinita con le lingue classiche ¢ ger- maniche. Dalla «comparazione » tra le forme corrispondenti di _queste lingue si risaliva a una forma unica originaria, che si. sarebbe poi differenziata nel tempo. Affinando sempre pid il metodo storico-comparativo, la glottologia oltocentesca accumuld e sistemd un enorme materiale, specialmente nel campo della fonetica ¢ della morfologia. Era finalmente possibile rendersi conto di tante anomalie grammaticali (per es. del locativo lati- no)', risalendo a una fase anteriore del fonema o del morfe- ma, tramite la comparazione con le lingue affini. II concetto di «eccezione » perdeva cosi la sua empiricita per inquadrarsi nel- la storia della lingua, come residuo di una _norma pid anlica. La validita delle equazioni linguistiche fu garantita dalle cosid-- VL p. 201 as, LA STORIA DEL LATINO " dette «leggi fonetiche », ossia da regole relativamente costanti df irasformazione dei fonemi (per es. fScum > fuoco, cum > luogo, bonum > buong, etc.: 6 tonico y latino in siflaba aperta da uo in_jtaliang)?. In tal modo si dava una basé scientifica ‘anche all’etimologia, finora lasciata a intuizioni sporadiche o a speculazioni dilettantistiche (del tipo fucus a non lucendo)?. Questo immenso lavoro sfocid, a cavallo dei due secoli, nel . Compendio di grammatica comparata delle lingue indogermaniche di K. Brugmann e¢ B. Delbrick, che 2 tuttora la base, diretta o indiretta, delle nostre grammatiche storiche latine. Di fronte alla grammatica normativa con i suci schemi secolari, la grammati- ca storica si pose, four court, come la sola grammatica scienti- fica* e inizid una lenta penetrazione nell’insegnamento scolasti- co. Ma nell'ultimo settanternio abbiamo assistito a un nuovo ro- vesciamento di concezioni e di metodi. In armonia con le ten- denze del pensiero contemporanco — neopositivismo logico, ci- bernetica, « quantificazione » delle scienze umane_ sull'esempio 2¥. pp. 101 ¢ 133 Dinvece ticus viene proprio dalla radice *leuk- di tux luceo: ¢ ta raduru tu. minosa nel basco. Ma ancora Freud, studiando il comportamento del sogno di fronte alle categoria di contrast ¢ di contraddizione, poteva dire nel 1910, sul la scorta delle teorie di K. Abel (1894), secondo il quale nelle lingue pity anti che sarebbero state presenti numerose parole esprimenti due sighilicali diame. tralmente opposti: «in questo modo forse anche la tamo derisa derivazionetu- cus @ non lucendo avechbe un sensa> (Ober den Gegensinn der Urwene. sJahrbuch for psychoanalytische und psychopathologische Forschungen » 2, 1910, pp. 179-184 (una trad. ital. recente, Signi{icato opposto delle parole pri- maordiali, in S. Futup, Psicanalisi della cultura, Milano 1989, il nostro passo a p. 73; sull’argomento v. G.C. Lerscuy, Freud, Abel € gli opposti, in Sulla lingui- Mica modema, Bologna 1989, pp. 349-378). CG’ Si & preteso fosse possibile considerare scientificamente la lingua in mo- do diverso dallo suxdio storico. fo debbo nogarlo»: sono parole di H. Paul. seritie nel 1880 {cito da C. TacLavint, dntroduizione alla glottologia, Bologna 19697, 1, p. 304, 20 CAPITOLO I delle scienze naturali® — la grammatica storica ha perso lerre- no di fronte alla linguistica sincronica o descrittiva (strutturali- smo, grammatica generativa®), Mediante I'uso di formule alge- briche ¢ di modelli geometrici si simbolizza ta rete di rapport intercorrenti all'interno di un sistema linguistico. Purtroppo la linguistica sincronica, divisa in molte scuole e aristocraticamen- te chiusa in una terminologia esoterica, non @ ancora giunta, almeno per il latino, a una globale e concorde reinterpretazione delle sue strutture. Oggi il compito pit urgente della. linguistica generale sembra quello di armonizzare diacronia ¢ sincronia. ® Dove «les differences qualitatives sont ramenécs toujours plus 4 des diffé- rences quantitatives » (M. PLaNck, Limage du monde dans 4a physique modeme, Geneve 1963, p. 9). Questa esigenza @ stata affermata non solo per la linguist ca («si la scienve du langage doit se choisir des modéles, ce sera dans tes di- seiplines mathématiques ou déductives, qui rationalisent complécement leur objet en le ramenant & un ensemble de propriétés objectives munies de definitions constantes », E. BENVENISTE, Problémes de lingistiqne générale. Paris 1966, p. 8 [wad. it. Milano 1971, p. 14 s.] e aggiungi L. HEILMAN, Aspeiti guantitativi ¢ aspetti quatitativi delVanatisi del linguaggio. ogei, « De homine + 15-16, 1964, p. 229 ss,, ed ancora in Dallo sinsiuralismo alla tinguistica del testo (lezione del 1981], in Linguaggio, fingue, culture, Bologna 1983, p. 22 = Linguistica ma nismmo, Bologna 1983, p. 250), ma anche, paradussalmente per una disciplina umanistica come la filologia (« mi sembra che di wui gli studios! del mondo antico pid rispondano alle esigenze moderne coloro che ci presentano i dali ¢ gli clementi della ricerca nel mado pit algcbrico possibile ». G. Catvoui, La for matione oratoria di Cicerone, «Vichiana» 2, 1965, p. 5); ma v. contra \'afler- mavione di K. Lorenz, Gli otto peccati capitali della mostra civilta, trad. Milano 1974, p. 129 s: «Cerle ben note formule, come quella secondo cui ogni indagine sulla nature @ scienza nella misura in cui conliene matematica, «sano sia dal punto di vista umano che da quello gnoscologico la pit grande sciocchezza che sia stata mai detia da persone che avrebbere dovuto saperne di pitn»: e cost N. Ruwer, Linguistica e poeiica, ediz. ital, civ. da Blisa Stussi, Bologna 1986, p. 162: «1 migliori filosofi analitici ... diffidano sempre pid della trasposizione nelle scienze ‘morali’ dei metodi delle scienze naturali » ; v. anco- ra R. CARDONA, Inirodutione alla sociolinguistica, Torino 1987, p. 47. Rivelatri¢i di questa ossessione dei modelli scientifici sono le parole di H. StemtHat, Sul- Tusa di una grenimatica generativo-trasformazionole vell'insegnamento del tatino, in AANV., Lo sfida linguistica (v. infra, p. 237), p. 227: « Si_possono ... imma- ginare i rapporti di reggenza (riferendoci a! “valore chimico™ del verbo) all'in- Cirea come un sistema di pianeti o come un modello aiomico di Bohr . * Sulla grammatica generativa v. infra, Premiessa alla bibliografia del c, VI. LA STORIA DEL LATINO a & 2, L’indoeuropeo Come si @ detto, nella prima meta del secolo scorso il meto- do comparativo permise di scoprire che non solo le due lingue classiche, il latino e il greco, ma anche altre lingue europee e asiatiche avevano.un’affinita genetica ¢ risalivano a una « lingua madre» comune, chiamata dai Tedeschi « indogermanico»> e dagli studiosi di altre nazianj (+ arii », cio’ « signori », si chiamavano i conquistatori indoeuropei dell'India). ? Panticolarmente importante il sostrato mediterraneo, oggi sopravvissuto per es. nel basco. » Panicolarmente conservatrici, Pec es.. i corrispondenti di réx si trovane so- Jo nel celtico (in antroponimi come Vercingeté-rix) ¢ nell'indo-iranico (cfr. san- scrito mahd-rdja, «magnus rex), | cordanze ereditarie col greco sono meno importanti di quelle acquisite nel corso di un lungo contatto culturale, v. infra, § 3. > <§ 3} Le fasi del latino ) latino € dunque una lingua indoeuropea, «sorella» del greco, Pare che avesse punti di contatto con la lingua dei Si- culi', il che proverebbe, in epoca preistorica, la diffusione dei protolatini in Sicilia. Ma, in epoca storica, il latino é or- mai solo ta lingua della citta di Roma, con poche varianti dia- lettati note (per es. a Faleri c a Preneste). Esso confinava a est e a sud con l’osco, a nord con |’etrusco (quasi certamente non indoeuropeo), di_cui subi un moderato influsso, soprattutto in seguito alla dominazione etrusca su Roma (monarchia dei Tar- quini). Lo stesso alfabeto latino @ derivato da un alfabeto greco. occidentale {precisamente quello calcidico di Cuma), ma attra- verso un. intermediario ¢trusco che ha lasciato le sue tracce?. Incomparabilmente maggiore e ininterrotto fu T'influsso del gre- co: di grecismi lessicali (assai meno sintatlici) il latino si arric- chisce per tutto I'arco della sua storia, mediante tre canali principali: il commercio, la tecnica, la culura. Si @ perfino af- fermato che I'influsso del greco non sarebbe estraneo alla tra- Per es., il nome dell’Aetna sembra da accostare alla vadice di aestus, «cal on € di gedes, propr. « focolare ». “se _il_latino serive Gaius, Gnaeus (non Caius, Cnaeus!) ma_sighC.. Cn. m eC. tulius Caesar, ma ubi ta Gaius, ego Gaia), & perché Valfabeto_etra era $co_aveva un segne_unico per Ja. velate sorda (c) ¢ Je velare sonora (¢). Solo ‘Blitacdi., “sotto Tinflusso deff'aifabeto greco, si_introdusse il segno G (ottenuto iante una sbasretla orizzontale) per_il suono della ‘one Vattribuisce al maesiro di scuola Spurio Carvil . a.Cr.: v. ora, al proposito, R. WarcHeR, Aldlateinische Insclirifien, Bern-Frankfurt am M.-New York 1987, pp. 324-333; ma U'introduzio- ne andra anticipata; cfr. G. Bernaro Perini, Le « riforme» oriografiche latine di eta repubblicana, «Aion >, Sez. ling., 5. 1984. p. 146 s.). tn epigrafi arcaiche ai legge ancora CRATIA (CIL F? 60). ete. 1A STORIA DEL LATING n sformazione del latino nelle lingue romanze. Certo @ che il lati- ‘flo, mentre segui l'espansione di Roma prima in Italia, poi nel- Ta parte nord-occidentale dell'impero, dalla Dacia alla penisola iberica?, non poté far breccia nell’oriente ellenizzato. Relativa- mente pochi ¢ limitati soprattutto al settore politico e¢ militare sono i latinismi nel bizantino*. L'impero fu sempre, finché ri- mase unito, bilingue, come bilingue fu la cultura romana. ——Pr-Nella storia del latine si distinguono grosso modo le seguenti fasi: latino sing_al principio del IIT seca, at- testato da scarse joni e da qualche frammento indiretto, ma ricostruibile in parte col metodo storico-comparativo; lating axgaigp, da Livio Andronice (nel 240 cade la sua prima rappre- sentazione) all'ir del_i sec. a.Cr. (etd di Sills, morto nel 78): la pitt perspicua documentazione si ha nella 2alliatg e nel- la prosa di Catone; Igtipo claggicn, nel 1 sec. aCr. (etd di sare e di Cicerone); lating guguatep (14 d.€r. morte di Augu: sto), rappresentato soprattutio dai pocti augustei ¢ in prosa da vio; lating mostclaasice o Wnperiale nei primi_dus secoli .del- ‘imperg (180 d.Ce. morte di Marco Aurelio), caratterizzato dal Progressivo convergere di lingua poetica ¢ prosastica e dal pro- gressivo divergere di lingua letteraria e lingua parlata; \atipp tigtiane. che @ ja particolare forma di latino imperiale attesta- to negli scrittori cristiani a partire dalla fine del IF sec. d.Cr,, ricco di semitismi, grecismi, volgarismi‘; tandolating o basse “Ol latino d’Africa, im cui s'cra espressa una grande cultura. fu sparzato dalf'invasione araba "A cominciare dal nome ufliciale dei bizantini, Pupaio,, Gos + “C:Valga come esempio il noto detto di Luca (4, 4): seriptiem est quia non in solo pane uiuit homo. Esso contiene un grecism volgarc, la rativa con quia invece delVinfinitiva, calco di'éy (benché preparato da alcuni sintagmi la lini del tipo doleo quod) 2 antecedente del nostro «che»; ¢ un semitismo, ly We preposizione in con valare strumentale («di solo pane +), perché in ebraico una medesima panticella indicava sia il rapporto locale che lo st lo urascrissero con éy 0 éni, chi tro la logica del loro sistema linguistico. Ne rimasta traccia nel nostro « in nome di Dio (#4 nomine Dei, propr. «col nome di Dia», per cs. daemonia etcere. latine, in parte parallelo al latino cristiano (dipende dal punto di vista che si assume), negli ultimi secoli (S24 morte di Boe- zip). § 4\GHi strati del tatino Come si @ detto sopra, le diflerenze all'interno del latino non sono solo diacroniche o vertical, ma anche sincroniche o_ orizzontali. Se prendiamo uno stato qualunque del latino in qualunque fase (tranne, in parte, quella preletieraria) e ne consi: deriamo lo spaceato, lo vedremo composto di diversi strati o li- velli stilistici: la Lingus teteraria: foriemente stilizzata; le Hague -delle varie arti e aftivita (fra cui le pid imporianti per iI loro influsso sul lessico comune quella agricola', giuridica, sacrale?, politica e militare); la Hingum d’ugo-della conversaz ne e della corrispondenza; il latino volgare degli indotti o_s¢ midotti, che_ci pud dare una certa idea del parlato (approssi mativa perché le sue testimonianze sono necessariamente filtra- te, € quindi in parte alterate, atiraverso Ia lingua scritia: Zin particolare ly_origini agricole di Roma hanno lasciato forti trace nella lingua: ayers & spingere innanai it bestiame (opposto c, guidarlo prec dendoto}, gecumia ricorda che Vantico mezio di scambio cra il bestiame (pec). Jeong © lo siampo.del (ormaggio. yihi! significa ctimologicamente « neppure un fuscelle Usfum)*, mbyr @ la covere, lacius vale propriamente, « concimato » (clr. faciamen), puta © » potare » © come; » (eribram & i) setace dal suo diminutive cribellum il nostro’ « . etc. Persino termini milita- Ti comm gohers ¢ menipylus wadiscono un'origine rurale: crano rispettivamente i recino 9 poornicd le persone ivi contenute) ei fascello di grano che Sta_nel pune. 7 "Da cui vengono termini pi o meno lsicizzati come contemplor (emplum ra lo spavio sacro da dove 'augure asservava gli auspici, dalla medesima radi- ce di tev, « tagliare »), faygo (indicava i favore degli dei), macte (+ sii onora- to», poi «bravals), augustus (connesso con auger, atigurivm), et. LA STORIA DEL LATINO B iscrizioni, opere tecniche come la Mulomedicina Chironis >, in- formazio: grammatici come Vautore della Appendix Probi‘, utilizzazione di elementi popolari a fini artistic’ come nel Saty- ricon di Petronio *), + Ma « lingua letteraria» @ concetto ancora troppo compatio e uniforme. Ai suo interno, la teoria dei generi letterari prescrive- va nette differenze stilistiche: Orazio nega il nome di poeta a chi non sappia seruare operum colores, «conservare la patina stilistica dei vari generi» (ars 86). Una_prima biforcazione & ita lingua. della prosa-e lingua, € quella a sua vol ta si alteggia diversamente neil'oratoria, nella_storiografia, e quesia_conosce iJ tono alto dell’epica ¢ della tragedia, ii tone medio dell’elegia, il tono umile della commedia e della satira, etc, La teoria e la prassi greca, che caratterizzavano ogni gene- Te con un dialetto, spingeva i poeti latini verso il plurilingui- smo. Ma i Romani pon. aveyano dialeui, banditi_ dal purismo nitgs, it latino dell'urbs), che _& il_ corrispondente_lingui deli’accentramento -politice: la differenziazione stitist neri fu il toro problema letterario pitt grosso, e lo risolsero es- senzialmente sul piano lessicale (meno su quello sintattico e an- cor meno su quello morfologice). Da quesio punto di vista va impostata la questione dei.sinonimi. Per molte serie sinonimi- che la differenza non 2 seriantica, ma stilistica (ci fu chi disse che la sinonimia @ un fatto sociale). E il confine fra le varie 8 Trattato di veterinaria del IV sccolo, * Contiene una lista di forme scorrette con le relative corretioni, ed & cosi detta perché trasmessa in appendice a un codice del grammatico Probo: comu- pemente,.2 datata_nel. sec. I, ma ¢ datazione discussa (% altribuita ora alla meta del V sec. da P. Fronerr, La dare de l'Appendix Probi, in AAWV., Filolo- gia © forvie letterarie, Studi offerti @ Francesco della Cone, 1V, Urbino 1987. pp. 299.320). * Un esempi ¢ dei suoi convitati (39, 5 s. ciuile (122. v. 134; 123, v. 198). Petronio usa il volgarismo cuelus sulla bocca di Trimalchione 45, 3), ma caclum nei versi epici del Betlurt y CAPITOLO I cennotaziom era pid sentito che nell'italiano moderno, dove i termini esclusivamente letterari sono caduti in disuso. II gladius non era materialmente diverso dall'ersis ®: ma il primo é il ter- mine usuale (+ spada »), il secondo il termine poetico (« bran- doz). La stessa differenza passa tra agrigdla © ryricdla, benché appaiano entrambi formati secondo il medesimo modulo compo- sitive: ma quello appartiene al pid antico fondo della lingua e questo @ una neoformazione .probabilmente ovidiana. E, per fi- nire, al concetto di « cayallo» cisponde una triade ben differen- ziata: equys. @ il termine medio, ai due estremi stanno i) com- Posto sgnipys esclusivamente della poesia elevata (« destriero ») e caballug. « ronzing ». essenziatmente della lingua d’uso 7. Naturalmente i diversi strati non ,erano compartimenti stagni. C’era un continuo ricambio. fra loro. Molta terminologia tecnica_ passava nella lingua d'uso, Dal_basso, 1 i volgari, ricchi di espressivita, salivano verso la lingua letteraria, donde in cambio scendeyano paradigmi linguistici ricchi di prestigio. La storio- grafia, pid che la filosofia o l’oratoria, civettava con la lingua poetica. La quale, a sua volta, nella sua esigenza di libertad e- spressiva, non di rado ha sintagmi in comune con la lingua d'uso*. Ma, in complesso, le differenze restano netie. Anzi, il ingua letteraria, ancorata ai grandi modelli classici gua parlata’ si approfondisce sempre pid nell'epo- ia Tea imperiale. Ad aggravarlo, si aggiunge i! fatto che il latino era ormai parlato in un immenso territorio, da genti originariamen- te alloglotte, che non potevano non lasciarvi tracce, soprattutto > buguer f : dtd at nihil significatiomts, gue porius vuaris, intersit, ui ensis et gladius. Clr. anche Bocth. de Trin. 3. ~ ‘Zl medesimo proverbio suana in Ovidio (rem. 394): principio clivi noster anmhelar equus, in Petronio (134, 2): fassus tamquam cabailus in cliuo. <@Si pensi, per es.. all'infinito «finale» del tipo uenio uisere, che permeneva Neconomia di un costrutte gerundivo (ad uisendum) 0 ipotattico (ui isan: v. pp 210, ¥e 219 Ls STORIA DEL LATING 2” fonetiche, della loro lingua originaria. Sinché resto in piedi i potere centrale e la sua organizzazione, anche il latino restd relativamenie unitario nelle varie parti dell'impero, pur nella sua dicotomia di latino leterario e latino parlato. Ma col pre- valere delle forze centrifughe e col disintegrarsi dello stato il latino parlato subi un rapido process di differenziazione geo- ‘Bfalica, agevolata dall'isolamento culturale e¢ dal declassamento economico delle popolazioni. Gia questo mutamento non sfuggi- va a S. Girolamo: cum et ipsa Latinitas et regionibus cotidie mutetur et tempore (in Gal. 2, praef.)°. Dopo la caduta dell'im- pero sia alla fingua Latina, la lingua letteraria, che alla Theo- tisea lingua degli invasori comincia a essere contrapposta la rustica Romana lingua, Ja lingua parlata dei vinti. Siamo all’al- ba delle lingue_romanze ‘ine: da est a ovest il rumeno, Vitaliano, , il portoghese (senza contare quelle estinte come il dalmatico o ridoue a dialetti come il /a- dino, il provenzale ¢ il sardo). 1 primi documenti romanzi risal- gono al secolo VILL o_ (8 5.. II latino dopo Roma Litaliano & dunque la fase pit recente del latino parlato, senza soluzione di continuita. E il latino letterario? Fu salvato dalla Chiesa, che lo cristianizzd e ne fece la lingua liturgica dell’occidente. Siccome la Chiesa fu per tutto il medioevo la principale se non I'unica depositaria della cultura, il Jetingoms* ° fu, sia pure imbarbarito, la lingua colta internazionale dell'Europa occidentale, riflesso e strumento di una civilta unitaria. Questo latino tocca il punto pit basso della + Cosi §, Girolamo. dalmata, pronunziava kelum quello che il suo cumempo raneo gallico. Ausonio, doveva pronunziare sefum (caelum). v. p. 61 2B CAPITOLO 1 sua parabola nell’eta merovingia !; ma la riforma di Carlo_Ma-_ gno, che chiamé alla sua corte dotti dall'Italia, dove non s'era del tutto spenta la tradizione scolastica antica, e dall'Irlanda, che, mai occupata dai Romani, aveva conservato nei suoi chia- stri il latino relativamente corretto dei primi missionari, arrest} e ridusse lo sfaldamento delle strutture fonetiche ¢ morfologi- che. 1 punti di maggior cedimento furono la sintassi e, soprat- tutto, il lessico, e non solo per Ja massa di neologismi e barba- rismi. Lingua di superstrato, il mediolatino dovette reagire al sue limitate possibilita di rinnovamento altraverso un’erudita opera di recupero e di modifica del materiale antico: hapax, glosse salvate dai grammatici, grecismi isolati vengono messi in circolazione ?; si scompongono vecchi composti ¢ se ne com- di nuovi*; si,coniano innumerevoli derivati, specie di- si operano mutamenti semantici sulla base di false analogie: tutti modi d’innovare nella tradizione. Questa lingua giunse a maturita espressiva soprattutto nella filegafie dove la #4 Verso I'anno 700, questo latino era divenuto completamente caotico. Una lingua dove vidi, caus, abis, diligo, haec contra, possono avere il senso di vitac, quos, lubes, delego, econtra, dove se pud voler dire si, sed, sit, dove a, ab ad si confondono ..., una tale lingua non é pit adatta a servire come mezzo di comunicazione » (D. NoRBERG, Munuale di latino medievale, Firenze 1974, p. 42. wad. ital. a cura di M. Oldoni di Manuel pratique de latin médiéval, Paris 1968). @E. Emancescuna. (fr = vola manus, «Arch. Latinitatis Medii Aevi» 22, 1981-52, pp. 17-32 = Scriti di filologia latiia medievale, 1, Padova 1976, pp. 271-286) ha mostrato come si diffonda nel Medio Evo il termine fir (wi fiche ir, chir), «palma della mano», tratto da un verso corrotto di Lucil (II5S Marx} iramandato dai grammatici, da Carisio a Priscianos Anzi si cred il verbo denominative chirrare, «tenere per mano» (Norberg, op. cit, p. 69). Dinteressanti esempi in D. Nonsers, Enidition et spéculation dans fa tangue Jatine médievate, «Arch. Latin, Med. Aevi» 22, 1931-52, pp. S16 = Au seuil du Moyen Age. Erudes linguistiques, méiriques et liuéraires, Padova 1974, pp. 72-83: da deinceps si estrac inceps.e si foggia ubincens intempesta nocte & var Fiato con sempesia nocte @ in tempesta noctis; il rapporto coniungo/iungo auto- rizza_conivx/iux; € dello stesso autore v. ancora Latin scolaire et tatin vivant, ibid. 40, 1975-76, pp. 51-63. LA STORIA DEL LATINO 2 scolastica piegd il. mediolatino. a.un’astramezza.concelluale € a una sottigliezza dialettica ignote al latino antico. La lirica attin- se rari culmini sondando una zona inesplorata della psiche, tra lo slancio _mistico e il senso. del peccato; © qualche soffio’ di freschezza popolare alité attraverso la topica convenzionale sui canti_dei goliardi. Ma, in_generale, la_grande poesia at linguistico totalmente nuovo, il_romanzo. jmanesimo parve segnare una caeonda primavera del lati- not ne eta il luminoso autunno. Epurato dal logicismo medigya- le, ricondotto ai modelJi classici da un’élite di doui, il =e andd lentamente irrigidendosi ed alienandosi dalia ell Europa. Decade col cadere del grande ideale unitario dell'Europa medievale. La Riforma spezza |'unitd religiosa; i na- zionalismi si aflermano a spese dell'idea imperiale: due colpi mortali per il latino, nella sua lotta contro le [i i . Tra il loro paladino, Lutero, e I’assertore del purismo ciceronia- no, Pictro Bembo, i compromesso crasmiano di un latino mo- derno, che personis _et_rebus, pragsentibus congruat*, & destinato a fallire. Resta, dell’amanesimo quatirocentesco, una prosa volta a volta agile e vigorosa, pur nelle sue cadenze oratoric. La poesia, ancora una volta, delude. Le sue voci migliori sono, in ltalia, la virile nostalgia del Marullo, la sensualissima musicalita del Pontano, la grazia idillica del Sannazaro. [| materiale lin- guistico, compreso il metro, & maneggiato con maestria: ma é, in complesso, quello della tradizione classica, variamente com- binato in uno scaltro intarsio. L'incidenza dell'italiano, ormai da due sccoli lingua letteraria, & minima 5. Sara un moderno, il CE Ciceronianus, 1696 Gambaro. 5 La tesi di R. SPONGANO (W/m capiiolo di storia della nostra prose d'arie, Fi- renze 1941 [= Due saggi sull'umanesimo, Firenze 1964), che la prosa lana degli umanisti risenta di costrutti italiani, non tiene conto del fatio che in lati no, accanto allo stile strofico di Cicerone, c‘era anche lo stile paratattico di Se- neca.

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