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Introduzione generale ticerca di cui diamo conto in questo volume é nata da un’inter- fogazione sulle operazioni degli utenti, che si presumono votati al- ita e alla disciplina. Pid che affrontare un tema cosi sfug- quanto fondamentale, abbiamo cercato di renderlo trattabile, di indicare, partendo da ipotesi e sondaggi, alcuni percorsi i per svolgere analisi ancora da effettuare. Lo scopo sareb- ggiunto se le pratiche o i «modi di fare» quotidiani non appa- ero pill come lo sfondo oscuro dell’attivitd sociale, e se un in- ne di questioni teoriche, di metodi, categorie e punti di vista mettessero di dar loro forma attraversando questa oscurit’. ____Lesame di queste pratiche non implica un ritorno agli indivi- _ dui. Lratomismo, che per tre secoli ha funto da postulato storico un’analisi della societa, presuppone un’unita elementare, |’in- dividuo, a partire dalla quale si formerebbero dei gruppi ¢ alla _ quale sarebbe sempre possibile ricondurli. Ricusato da pid di un Secolo di ricerche sociologiche, economiche, antropologiche o psicoanalitiche (ma nella storia che valore pud avere?), tale po- stulato non rientra nel campo della nostra indagine. Da un lato Vanalisi dimostra che é il rapporto (sempre sociale) a determina- re i suoi termini, e non I'inverso, ¢ che ciascuna individualita é il Juogo in cui si espleta una pluralita incoerente (e spesso contrad- dittoria) delle sue determinazioni relazionali. Dall’ altro, e soprat- tutto, la questione trattata riguarda i modi di funzionamento 0 gli schemi di comportamento, e non direttamente il soggetto che ne 5 é il regista 0 il veicolo. Ovvero una logica operativa i cui modelli risalgono forse alle astuzie multimillenarie dei pesci che si mi- metizzano 0 degli insetti proteiformi, e che, in ogni caso, @ oc- cultata da una razionalita ormai predominante in Occidente. L’o- biettivo di quest’ indagine é dunque quello di esplicitare le com- binatorie di operazioni di cui si compone anche (se non esclusi- vamente) una «cultura», e di riesumare i modelli di comporta- mento caratteristici degli utenti, la cui condizione di dominati (che non yuol dire passivi o docili) viene nascosta sotto la defini- zione pudica di consumatori. Il quotidiano si inventa attraverso mille forme di bracconaggio. Dato il carattere necessariamente frammentario di questa ricer- ca, ci é parso utile presentarne un quadro d’insieme, una sorta di prospetto. Una veduta a volo d’uccello che perd offre soltanto la miniatura di un mosaico al quale mancano ancora molte tessere. La produzione dei consumatori Emersa da studi sulla «cultura popolare» 0 sulle situazioni di emarginazione,' |’interrogazione sulle pratiche quotidiane @ ve- nuta precisandosi all’inizio negativamente attraverso la necessitd di non localizzare la differenza culturale nei gruppi che innalza- yano le insegne della «controcultura» — gruppi gia singolarizzati, Spesso privilegiati e in parte dipinti come folcloristici, e che era- no soltanto dei sintomi o degli indizi rivelatori. Ma in seguito & stato possibile articolarla mediante tre determinazioni positive. L’uso, o il consumo Molte ricerche, spesso importanti, esaminano sia le rappresenta- zioni che i comportamenti di una societd. Grazie alla conoscenza di questi oggetti sociali, sembra possibile e necessario individua- ' Cfr. Michel de Certeau, La Prise de parole, Desclée de Brouwer, Parigi 1968; La Possession de Loudun, Ill ediz., Archives, Gallimard, Parigi 1990; L’Absent de Vhistoire, Mame, Parigi 1973; La Culture au pluriel, Il ediz., Ch- ristian Bourgois, Parigi 1980; Une Politique de la langue (con Dominique Ju- lia ¢ Jacques Revel), Bibliothéque des histoires, Gallimard, Parigi 1975; ecc. 6 o che ne viene fatto da gruppi o individui. Per esempio, delle immagini diffuse dalla televisione (rappresentazio- la quantita di tempo passata davanti allo schermo (com- mento) dev’essere completata dallo studio di cid che il con-. atore culturale «fabbrica» durante queste ore e con queste Lo stesso vale per quanto riguarda I’uso dello spazio nc dei prodotti acquistati al supermercato, o dei racconti e ggende che i giornali mettono in circolazione. «fabbricazione» da svelare & una produzione, una . ~ Mma Nascosta, perché si dissemina negli spazi definiti e ti dai sistemi della esteriormente; il loro uso dell’or- dominante riusciva a farsi gioco del suo potere, in mancanza ‘Mezzi per respingerlo; gli sfuggivano senza sottrarvisi. La for- i della loro differenza derivava dai modi di consumo. In misura oO pid Sottile, un equivoco analogo s’insinua nelle nostre so- lil grazie all’uso che alcuni ambienti «popolari» fanno delle lure diffuse e imposte dalle «élite» produttrici di linguaggio. La presenza e la circolazione di una rappresentazione (impo- eome codice di promozione socio-economica da predicatori, ‘np a | Dal greco poiein: «creare, inventare, generare», educatori o divulgatori) non ci dice nulla di cid che significa per i suoi utilizzatori. Prima bisogna analizzare come viene manipo- lata da chi non V’ha creata. E solo allora si pud valutare lo scarto o la somiglianza fra la produzione dell’immagine e quella se- Conndaria che’ st ceTa nel precede con cui viene utilizzata. nostra ricerca si colloca dentro questo scarto. Potrebbe as- sumere come modello teorico la costruzione di frasi proprie con un vocabolafio e una sintassi ricevuti. In linguistica, T’ particolari, la propria storia; come infine con i pe- ‘infiorano le strade con i loro desideri e i loro interessi. modo, i codici sociali vengono trasformati da chi li usa ed ellissi delle loro cacce di frodo. L’ordine imperante da supporto a innumerevoli produzioni, fra la cecita dei del potere ai quali sfugge questa creativita (al pari dei i» che non possono vedere cid che viene inventato di di- loro fabbriche).* Quest’ordine potrebbe essere parago- fegole della metrica e della rima per i poeti d’un tempo: di vincoli che stimolano l’invenzione, una regolamen- ‘non impedisce le improvvisaziont. ira introduce dunque un’«arte» non passiva, ma che piuttosto a quella teorizzata dai poeti e dai romanzieri : un’innovazione infiltrata nel testo e nei termini stessi zione. Intessute nelle strategie della modernita (che Ja creazione con l’invenzione di un linguaggio proprio, a) scientifico), le modalita di consumo contemporanee © costituire un’arte sottile di «inquilini» abbastanza ac- inuare le loro mille differenze nel testo che fa legge. pevo, quest’ultimo veniva considerato suscettibile di ‘sette letture. Ed era un libro. Ma ormai, non proviene tradizione. E imposto da una tecnocrazia produttivi- Non é pid un’opera di riferimento, ma & Vintera societa che st0, scrittura della legge anonima della produzione. est’arte dei lettori, & stato utile confrontarne altre. Come pio quella dei conversatori: le retoriche della conversa- ente sono pratiche trasformatrici di «situazioni di pa- produzioni verbali in cui l’intreccio di posizioni locu- , un tessuto orale senza proprietari individuali, le crea- \ina Comunicazione che non appartiene a nessuno. La \ jone é un effetto provvisorio e collettivo di competen- Gérard Mordillat e Nicolas Philibert, Ces Patrons éclairés qui crai- i lumidre, Seuil, Parigi 1973. 19 ze nell’arte di manipolare dei

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