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STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 03/10/2018

DIGLOSSIA e BILINGUISMO
- Bilinguismo è la presenza di due lingue, dotate di pari prestigio, in un medesimo territorio;
- Diglossia è la coesistenza in un medesimo territorio di 2 varietà linguistiche poste su differenti
piani di prestigio.

Comunità linguistiche omogenee non esistono, convivono più varietà linguistiche spesso con
differenze d'impiego:
1) Alto prestigio = scuola, istituzioni, formalità → POLO ALTO
2) Basso prestigio = ambito famigliare, amicale, culturalmente poco controllato → POLO BASSO

Per il DIALETTO esistono una competenza attiva (capisco ciò che viene detto e so produrre un
discorso) e una competenza passiva (capisco soltanto).
Come si estingue una lingua? O attraverso il genocidio, l'eliminazione fisica di una precisa
comunità di parlanti, o attraverso un passaggio graduale (di generazione in generazione) da una
competenza attiva ad una sempre più passiva.
Nella storia della lingua italiana Dante è per il bilinguismo (pari dignità di latino e volgare), mentre
Petrarca è per la diglossia (latino > volgare); gli Stati Uniti hanno – a loro modo – un sistema
diglottico (ispanofoni sono in netta maggioranza rispetto agli anglofoni ma l'inglese > spagnolo per
prestigio); l'Alto Adige in Italia presenta addirittura un trilinguismo (tedesco, italiano, ladino).

Secondo Coseriu ci sono 5 varietà interne alle lingue:


- DIACRONICA → varia in base al tempo;
- DIATOPICA → varia in base al luogo di provenienza geografica del parlante;
- DIAFASICA → varia in base al contesto comunicativo, la situazione di scambio verbale;
- DIASTRATICA → varia in base allo strato socioculturale dei parlanti (Ita colto … Ita popolare);
- DIAMESICA → varia in base al mezzo di divulgazione (scritto e parlato + trasmesso, recente
introduzione legata alle nuove tecnologie).

Fonetica (suono), morfologia (forme = articolo, nome, aggettivo, pronome ...), sintassi, lessico,
intonazione (onda musicale che accompagna l'emissione orale di un messaggio linguistico con
sfumature diatopiche).

STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 04/10/2018

Per uno studio storico della lingua italiana partiamo a monte, dal LATINO. Per latino classico –
letteralmente “di primo livello” – si intende la lingua nel suo massimo momento di splendore
letterario (età di Cicerone, Virgilio, Orazio e Ovidio – tra I secolo a.C. e I secolo d.C.). → es.
Apuleio non può essere considerato un classico.
L'italiano – si è detto – discende dal latino. Ma quale?

Italia 1500-1600 a.C. → Prima civiltà in Italia = ETRUSCHI.


Origine discussa; stanziati in Toscana e Umbria, con ramificazioni nel Lazio e nella Pianura Padana.
Hanno una lingua e una scrittura proprie non ancora decifrate = manca un documento esplicito,
come la stele di Rosetta. L'etrusco ha trasmesso molte parole alla lingua latina (persona – phairso;
istrione – istrio; Roma – Ruma; aruspice – haruspex …);
→ Seconda civiltà = LIGURI.
→ Terza civiltà = VENETI.

A più ondate si compie l'invasione di popoli indoeuropei, provenienti dalle pianure sarmatiche e
dalle steppe asiatiche. Benvenist scopre affinità tra le lingue di origine indoeuropea. Ma vediamo le
popolazioni indoeuropee stanziatesi in Italia:
1) NORD = Celti-Galli (stanziati in area padana – eccetto il Veneto – fino a Senigallia);
2) CENTRO = Umbri (ad est del Tevere), Latini (alla foce del Tevere).
3) SUD = Sabini, Volsci, Sanniti, Bruzi, Equi, Oschi → ITALICI (si riferisce alle popolazioni
preromane di origine indoeuropea dell'Italia centromeridionale) + Greci in Magna Grecia
(Cuma, Taranto, Crotone, Siracusa).
4) ISOLE = Siculi (assai prossimi ai Latini), Sardi, Fenici (popolazione levantina di grandi
navigatori, padri dell'alfabeto (fenikeia grammata dicevano i Greci in riferimento al loro
alfabeto mutuato dai Fenici), fondatori di colonie a Cartagine, Palermo e Mozia.

L'Italia è un mosaico di popoli già a questa altezza cronologica = PROFILO ETNICO


DISOMOGENEO.
753 a.C. → Fondazione di Roma. È sotto Augusto – elevato al rango di princeps ed insignito dei
massimi onori nel 27 a.C. – che si conclude la conquista romana dell'intera penisola (16 a.C. circa)
e l'imposizione della lingua/alfabeto latini. Alfabeto latino riprende e modifica l'alfabeto greco =
con CORRISPONDENZA BIUNIVOCA TRA SCRITTURA E SUONO.
476 d.C. → Odoacre depone l'imperatore d'Occidente Romolo Augustolo = FINE IMPERO
ROMANO D'OCCIDENTE.
Roma non pratica il genocidio, ma ingloba gradualmente i popoli sottomessi nelle proprie strutture
politiche ed istituzionali. I Romani non praticano neppure l'endogamia = sono propensi
all'ESOGAMIA, si congiungono cioè con donne di etnie diverse dalla propria → si pensi ad
esempio all'episodio mitico del RATTO DELLE SABINE. Il latino diventa la lingua franca,
ufficiale di questa macchina politica, tuttavia nei parlanti non nativi sopravvive un SOSTRATO
delle lingue precedenti alla colonizzazione romana.

STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 05/10/2018

753 a.C. = Fondazione di Roma


476 d.C. = Fine dell'Impero romano d'Occidente
I secolo a.C. - I secolo d.C. = massimo splendore intorno all'anno 0

Tito Livio - “Ab Urbe condita” = scritto in età augustea nel momento dell'irresistibile ascesa di
Roma.
Sacralità dello Stato → Roma è portatrice e garante della pace, della stabilità, dell'ordine.
IUS → diritto, la più grande invenzione romana, il lascito maggiore della civiltà romana; leggi al di
sopra di tutto e di tutti; Corpus Iuris Civilis= codice civile e penale riuniti da Giustiniano
(omaggiato da Dante in Par. VI).
Ordinamento dello Stato efficiente, ordinato = superiore rispetto alla religione. Religione importata
in gran parte dalla Grecia e mutuata dagli Etruschi. Si crede al Provvidenziale destino di Roma
Vittoriosa (Roma Victrix). Potenza militare schiacciante da cui deriva il controllo del territorio,
garantito da infrastrutture efficienti e all'avanguardia.
Centuriazioni dei campi e delle proprietà = fondazione di città e colonie.
Civiltà della scrittura → alfabeto con corrispondenza biunivoca tra grafo e fono, tra segno e suono.

Politica linguistica e coloniale → Bucolica VIII = espropriazione delle terre da parte dei coloni
romani; chi ha combattuto riceve un lotto di terra confiscato agli sconfitti come compenso. I
Romani non impongono neppure la lingua latina ai dominati (sono questi ultimi ad apprenderla per
convenienza e prestigio). Le lingue precedenti all'arrivo dei Romani si estinguono gradualmente,
sostituite nel sistema diglottico dalla lingua alta delle classi dominanti = N.B. Il latino serviva per
studiare, operare nel sistema pubblico, rapportarsi con le autorità, per affermarsi nella società ergo
sopprime lentamente il polo basso della scala diglottica
202 d.C. → Caracalla concede la cittadinanza a tutti i maschi liberi viventi nell'Impero.
La lingua scritta non ha differenziazioni diatopiche (si parla di LATINO LETTERARIO). La lingua
orale mantiene un sostrato delle lingue precedenti alla conquista → TRACCE DI FENOMENI
LINGUISTICI ANTICHISSIMI.

SOSTRATO= Fenomeno linguistico per cui all'interno di una lingua si avvertono tracce di una
lingua anteriore → ci portiamo dietro le abitudini articolatorie della nostra lingua madre.
Si sviluppano delle varietà vernacolari, i DIALETTI → esempi
-VOCALI PROCHEILE o turbate dei dialetti gallo-italici = ÜÖ + A,E,I,O,U [tracce di sostrato
gallo-celtico];
- D CACUMINALE dei dialetti meridionali = beddu (bedj:u) [tracce di sostrato sicano];
- ND – NN dei dialetti meridionali = mondo – monno [tracce di sostrato italico].

L'impero romano si divide in pars occidentalis e pars orientalis; ad Oriente si continua a parlare e a
scrivere in greco per prossimità geografiche e culturali. Il greco era la lingua franca dell'oriente a
causa di Alessandro Magno.
Palestina – Anno 0 = A Betlemme nasce Gesù, figlio di Giuseppe e Maria di Nazareth → la
Palestina ha una situazione di trilinguismo:

1) Ebraico = lingua semitica, della religione, veicolata dal Libro sacro → ha poi una varietà
popolare (diamesicamente più bassa), l'ARAMAICO;
2) Greco = importato dalla conquista macedone della Palestina (IV secolo a.C.); stabilizzatasi
con il Regno Seleucide → lingua della vita laica, della cultura;
3) Latino = importata dai conquistatori romani ai tempi di Pompeo Magno → lingua della
BUROCRAZIA.

Sempre in Palestina si afferma una nuova religione, il CRISTIANESIMO. Ha un certo seguito nella
società ebraica ma si rivolge a tutti i popoli della terra= RELIGIONE INCLUSIVA.
VANGELI= biografie + trattati filosofici prodotti nella seconda metà II secolo d.C.; 3 sinottici
(Marco, Matteo, Luca) + 1 di Giovanni. Scritti in greco per potersi rivolgere ad un bacino di lettori
più ampio → quello del mondo mediterraneo.

“in principio era il verbo” → logos = il senso primo della realtà, la Provvidenza; la logica presso
Dio, una razionalità extraumana.

Espansione delle comunità cristiane dall'oriente (Efeso, Gerusalemme, Corinto, Tessalonica,


Alessandria, Antiochia) all'Italia → i predicatori cristiani portano con sé anche il greco, contenuto
nei Vangeli (vedi S. Pietro e S. Paolo). Giunti a Roma e trovativi molti proseliti, i testi del
cristianesimo iniziano ad essere tradotti dal greco al latino. Lo stesso accade per la terminologia
specifica del rito, della religione. Si parla di LATINO CRISTIANO → usato nella liturgia.
Dentro la lingua latina arrivano nuovi contenuti, nuovi vocaboli (pochissimi ebraici e moltissimi
greci). Inserzioni di nuove forme lessicali (si parla di SUPERSTRATO)
– Vangelo → da Ευαγγήλιον;
– Angelo → da Αγγέλλω;
– Chiesa → da Εκκλησία;
– Sabato → da Shabbat;
– Pasqua → da Pessach.

STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 09/10/2018

Isola di sostrato mediterraneo nell'area di Carrara → palla > pada.


Distribuzione delle popolazioni prelatine corrisponde alla distribuzione dei dialetti:
es. AREA ESPANSIONE GALLICA corrisponde all'area di diffusione dei dialetti gallo-italici.
I dialetti rispecchiano ancora tratti linguistici di 2000-3000 anni fa.
Latino classico = livello + alto della sua stabilizzazione grammaticale e letteraria, tra I secolo aC e I
secolo dC.
Alessandro Magno crea un impero composito in cui si impone la lingua comune, la koinè diàlektos.
70 d.C. → ultima ribellione della Giudea al tempo di Vespasiano, sedata dal generale – e futuro
imperatore – Tito (70-71 dC).

ENDOGAMIA EBRAICA vs ESOGAMIA ROMANA

Antico Testamento = lingua ebraica


Nuovo Testamento = lingua greca.
La traduzione in latino della Bibbia si ha ad opera di San Gerolamo nel V secolo dC → la
VULGATA = unica traduzione ammessa per secoli, versione ufficiale garantita dalle autorità
ecclesiastiche (N.B. Era severamente vietato procedere ad una traduzione in proprio delle Scritture
a partire dagli originali testi in ebraico-greco). Fino al '700 la Bibbia nella versione della vulgata
non poteva neppure essere tradotta in una lingua moderna → l'esegesi del testo doveva passare
attraverso la MEDIAZIONE SACERDOTALE.

LATINO CRISTIANO: è il latino usato nei testi cristiani e nella liturgia; cristianesimo si presenta
come la religione degli umili, degli ultimi, e lo fa usando una lingua semplice → sovversione degli
schemi cultuali antichi dove la religione e il culto erano sempre stati prerogativa di un'elite.
San Girolamo sogna Cicerone che lo rimprovera duramente per aver impostato una traduzione
elementare della Bibbia = Girolamo ha scelto la SERMO HUMILIS per esprimersi, una costante
della civiltà letteraria cristiana tardoantica e medievale (Auerbach).
Per AUERBACH la più alta incarnazione della sermo humilis è rappresentata da Dante Alighieri il
quale realizzò il suo capolavoro poetico in lingua volgare.
Abbiamo detto che nel latino cristiano si innestano termini di origine ebraica e greca → sono
SIRINGHE LESSICALI, iniezioni di termini estranei al latino classico. Questo fenomeno è detto
SUPERSTRATO = un influsso linguistico mutuato da una popolazione/comunità estranea che
sopraggiunge in un determinato territorio.
In questo senso l'arrivo dei cristiani in Italia porta fenomeni di superstrato non solo lessicali, ma
anche – seppur minimi – sintattici (vedi il genitivo ebraico → saecula saeculorum, sancta
sanctorum).
Si parla invece di ADSTRATO quando le iniezioni linguistiche non sono determinate da un ingresso
- violento o pacifico che sia – di un popolo su un dato territorio ma da un rapporto di
vicinanza/contiguità geografica.

Più vasti fenomeni di superstrato si verificano in Italia in occasione delle INVASIONI


BARBARICHE di Vandali, Goti e Longobardi → si tratta di popolazioni germaniche con
caratteristiche linguistiche proprie, diverse dal latino. Durante le dominazioni barbariche tra V e
VIII secolo la popolazione mantiene in parte la lingua latina ma incominciano da un lato a
riemergere tracce di sostrato, dall'altro si innestano nuovi elementi di superstrato germanico come :

– Guerra → dal germanico werra/ werr ≠ da bellum;


– Guardare → dal francogermanico wardon ≠ da miror
– Stamberga → dal longobardo stainberga, riparo in pietra;
– Faida → dal longobardo faida-waida, vendetta famigliare;
– Stambecco→ dal germanico stainbock.

Anche gli Arabi introducono alcuni termini, ma se in Sicilia – a cavallo tra IX e X secolo – si deve
parlare di superstrato arabo (xchè c'è una conquista effettiva della regione), per il resto della
penisola si parla di ADSTRATO ARABO → esso introduce termini come

– Algebra → dall'arabo al-gabr;


– Algoritmo → dall'arabo al- Kuwarizmi;
– Almanacco → dall'arabo al- manakh;
– Albicocca → dall'arabo al-barquq.

Per i seguenti secoli medievali si imposta un sistema diglottico dove:


1) Latino = lingua dei documenti, delle istituzioni, della cultura alta ed ecclesiastica;
2) Latini volgari = con fenomeni di adstato, sostrato e superstrato.

STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 10/10/2018


Dai Longobardi (VI-VIII secolo) la lingua italiana riceve l'apporto di circa 600 vocaboli; dagli
Arabi (IX-XI secolo) circa 100.
L'Italiano discende dal latino volgare (a sua volta derivante dal latino classico) → alcuni studiosi
come A. Varvaro hanno sostenuto l'inesistenza del latino volgare come lingua a sè. Schukart (“La
fonetica del latino volgare”) invece ha cercato di ricostruire il latino parlato dal vulgus attraverso la
ricerca di tracce approssimative d'uso popolare. Varvaro dice che il latino aveva delle varietà
diastratiche con differenze tra polo alto (latino classico letterario di Cicerone, Virgilio, Orazio …) e
polo basso (latino del popolo, volgare). Non si tratta dunque di due lingue a sé stanti ma di due
polarità distinte del medesimo idioma.
Volgare deriva da vulgus, popolo. Varvaro suggerisce di non cercare un anello intermedio tra latino
e volgare italiano → non bisogna enfatizzare l'esistenza di una lingua di mezzo/ popolare (come
fece Schukart). Ma quali sono i documenti di latino volgare di cui si avvalse Schukart per la sua
opera di schedatura?
 1- Graffiti pompeiani (79 d.C.) = residui dell'eruzione del Vesuvio; si sono conservate circa 3000
scritte murarie, popolari – senza il filtro della letteratura; esse testimoniano un uso basso del latino
[Scritte COMMERCIALI (menù ed insegne delle locande), POLITICHE (manifesti elettorali),
SPORTIVE (elogio di un atleta/gladiatore), PERSONALI (invettive, sfottò, dichiarazioni d'amore),
SESSUALI (recensioni delle prostitute, descrizione degli amplessi nei lupanari)] → in questi
graffiti il fenomeno più diffuso è l'OMISSIONE DELLE CONSONANTI FINALI
 ES.  [LATINO CLASSICO] Iulius Emiliam Amat → [GRAFFITI POMPEIANI] Iuliu Emilia Ama
 2- Appendix Probi (datazione incerta, tra III-IV secolo d.C.) = è un manoscritto conservato a
Napoli; appendice al lavoro del grammatico latino Probo, la grammatica scolastica del latino
classico. Si tratta di un doppio elenco di vocaboli su 2 colonne con termini errati (colonna A)e
forme corrette (colonna B) per un totale di 200 lemmi. Dall'esplicitazione degli errori (aggiunti da
un magister napoletano di età tardoimperiale) otteniamo la fotografia del latino parlato realmente
circolante al tempo della redazione dell'appendice.
 ES. [COLONNA A] calda → [COLONNA B] calida
 3- Lettere private e testi cristiani
4- Satyricon di Petronio (I secolo d.C.) - Episodio di Trimalcione = Trimalcione è un parvenu, uno
zotico arricchito, incolto e rozzo → Petronio lo fa esprimere direttamente in latino volgare (si tratta
di MIMESI LINGUISTICA, non è testimonianza genuina xchè filtrata dallo scrittore).
 
Dal Latino all'Italiano (= Fiorentino)
 

FONETICA MORFOLOGIA SINTASSI LESSICO

- La fonetica è desunta dal - l'articolo è - la struttura della frase - il 90-95 % del lessico
latino; i latini avevano un un'introduzione del volgare rimane tutto sommato latino trapassa nel
vocalismo quantitativo, noi fiorentino (deriva dal latino invariata con un paio di fiorentino senza troppe
invece  qualitativo. Illum); novità: variazioni;

- I latini potevano dunque - conservazione di tutte le 8 1) l'ordine della frase SVO - ad esso vanno poi
fare affidamento su ben 10 tipologie morfologiche del in fiorentino si impone (la aggiunti gli elementi di
vocali (emissione lunga e latino (a cui si somma posizione mi dice la sostrato, superstrato ed
breve per ogni vocale) l'articolo); funzione del sintagma) adstrato;
mentre l'Italiano ne ha 7 (5 sulla variabilità del latino;
+ è ed ò). - scompaiono i casi, - molte parole vanno
sostituiti dai complementi 2) si impone l'uso delle perdute = i termini latini
- I dialetti galloitalici ne introdotti da preposizioni; dichiarative oggettive amare e diligere sono
hanno 9 (si aggiungono le introdotte dal CHE, invece sostituiti dal solo Amare,
vocali turbate o trocheile); - scompare il comparativo della tradizionale così come albus e
quelli siciliani solo 5 (e ed sintetico (eccetto x le forme costruzione ACC + candidus sono sostituiti da
o hanno suono solo aperto, migliore, peggiore …), INFINITO del latino. Bianco → è un processo di
con slittamenti da o ad u + sostituito dal comparativo semplificazione o
slittamenti da e ad i. analitico; economia linguistica;

- Scompaiono i tradizionali - per quanto riguarda il - si verificano poi


dittonghi latini (ae – oe) ma Verbo, le coniugazioni fenomeni di slittamento
ne subentrano di nuovi nel rimangono 4 come in semantico.
fiorentino = dittongo IE latino; scompaiono poi
(piede → pedes) e UO l'Imperativo futuro, il
(uomo → homo). supino; compare il
condizionale.
- il consonantismo latino ha
una corrispondenza - in quanto al Nome, cade il
biunivoca grafo-fono; le genere neutro (con alcuni
innovazioni consonantiche relitti di latinismo come i
più rilevanti sono: 1) la plurali in -a).
caduta delle consonanti
finali; 2) nuove consonanti
PALATALI (Baldelli parla
di drama palatalis) → 5
suoni c (cielo), g (gioco), gl
(famiglia), sc (sciocco), gn
(gnomo) → questi suoni
non c'erano nel latino e non
sono neppure fenomeni di
superstrato (non le ha
introdotte nessuno) =
creazione di DI-
TRIGRAMMI per rendere
tali suoni con perdita della
biunivocità suono-lettera.

 
STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 11/10/2018

Dualismo conservazione-innovazione
Esistono lingue conservative (es. Fiorentino) e lingue innovative (es. dialetto bergamasco) = le une
tendono a mantenere inalterati i tratti idiomatici della lingua d'origine, le altre invece tendono a
discostarvisi introducendo elementi nuovi.
H. LAUNSBERG ha studiato i dialetti della Basilicata trovandoli molto conservativi →
mantengono la S a fine di parola come il latino. Anche in Friuli, col Ladino, si ripropone la stessa
situazione.

476 dC → si aprono i Secoli Bui;


800 dC → Carlo Magno è eletto “sacro romano imperatore” → si ricostituisce un impero su
ispirazione del passato romano ma a traino franco. Si ricostituisce formalmente e giuridicamente
l'unità dell'Impero.
Dal punto di vista linguistico in Italia abbiamo ancora una diglossia:
a) Latino = lingua della liturgia, della cultura, del potere; POLO ALTO
b) Varianti diastratiche di latino parlato (volgari); POLO BASSO.
Incubazione del volgare dal 476 d.C fino al 1100 → il volgare si forma in sordina con puntuali
emersioni dopo un lungo PERCORSO CARSICO.

E nel resto dell'Impero carolingio?


813 dC = CONCILIO DI TOURS stabilisce l'obbligatorietà delle prediche in volgare durante le
funzioni religiose; si apre una nuova fase della storia della Chiesa e della lingua in Europa.
Predica: genere diamesico orale, quindi non ci sono testimonianze scritte fino all'anno 1300 circa.

I PRIMI DOCUMENTI IN VOLGARE ITALIANO sono 4 (3 prima dell'anno 1000, uno


posteriore):

1) PLACITO CAPUANO (960 d.C.) → è un atto notarile, ufficiale, per sancire il possesso di alcune
proprietà fondiarie; è conservato a Montecassino. I monaci di Cassino rivendicano il possesso di
campi in quel di Capua. Il documento è tutto in latino eccetto per la testimonianza di un contadino,
redatta in presa diretta: sao ko kelle terre le possette...
sao → forma verbale non latina, deriva da sapio-scio, vicina al dialetto meridionale saccio;
ko → dichiarativa introdotta da “che” (no ACC + INF come in latino);
kelle terre le possette → dislocazione dell'oggetto con “le”.

2) INDOVINELLO VERONESE (VIII-IX secolo circa) → due righe di testo estemporanee aggiunte
al verso di una pagina da un copista: se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba et
negro semen seminaba...
Caduta delle consonanti finali tipiche del latino, eccetto “s” (boves) e “n” (semen). Alcuni
sostengono non si tratti propriamente di volgare.

3) ISCRIZIONE DELLA CATACOMBA DI S. COMODILLA (VIII-IX secolo circa) → iscrizione


nelle catacombe cristiane: non dicere ille secreta abboce. Anche qui non si è certi della natura
volgare della scrittura.
Abboce → a-voce diventa per betacismo e raddoppiamento;
Non dicere → imperativo negativo inusuale.

4) AFFRESCO DI SAN CLEMENTE (1000-1100) → iscrizione nella Chiesa di S. Clemente a Roma


su un affresco che racconta la leggenda del santo con didascalie; in una di queste un personaggio
popolare dice: Traite fili de le pute, traite.
De le → genitivo con di + articolo concordato + sostantivo.
Nel Duecento c'è una fase della cultura italiana alquanto importante → nel resto d'Europa il volgare
è già diffuso, specie in Francia (1000-1200): langue d'oc (Sud), langue d'oil (Nord). Non solo:
questi idiomi esprimono una propria letteratura originale, le chansons de geste/ romans (langue
d'oil) e la lirica trobadorica (langue d'oc). Nelle corti di Provenza e Champagne si elabora
l'ideologia dell'AMOR CORTESE, talvolta in contrasto con la moralità cristiana.
Andrea Cappellano – De Amore → critica il matrimonio, incita all'adulterio.

Dante rifiuta l'Amor cortese, Petrarca vi aderisce con riserve. In Italia molti sono coloro che
compongono in langue d'oc e d'oil.
Sordello da Goito è il più grande autore del Duecento italiano in langue d'oc; anche opere
enciclopediche beneficiano del volgare francese → Brunetto Latini – Tresor scritto in langue d'oil
perchè il francese era una lingua di prestigio letterario.
N.B. → Dante pone Latini all'Inferno tra coloro che hanno commesso violenza contro la natura, si è
quindi ipotizzata la sodomia di Brunetto. Forse non è così: e se il peccato contro natura di Latini
fosse linguistico, avendo tradito la propria lingua materna (“naturale”) preferendole la lingua d'oil.
Pietro Bernardone da Assisi sposa, dopo molti viaggi oltralpe, una donna francese e chiama il figlio
Francesco.
Marco Polo – Il Milione → è scritto anche in francese da Rustichello da Pisa.

1250 – l'imperatore Federico II muore.


Federico II è figlio di Enrico d'Hohenstaufen e di Costanza d'Altavilla. Gli Altavilla erano
Normanni che nell'XI-XII secolo avevano conquistato il Mezzogiorno d'Italia.
Dopo aver ereditato il titolo imperiale e di re di Sicilia, Federico elegge Palermo a sua capitale
privilegiata in Italia. Tra 1220 e 1250 Palermo è la città culturalmente più vivace d'Europa =
capitale multiculturale-multietnica.
Federico propone un progetto di sviluppo della LINGUA DI SI' → la letteratura italiana nasce in
Sicilia = si parla di SCHOLA SICILIANA, la quale produce testi lirici d'ispirazione trobadorica.
I testimoni diretti in siciliano sono andati perduti dopo il crollo del progetto federiciano di un
impero a traino italico-mediterraneo. Ci sono solo trasposizioni successive con forti mediazioni
toscane (VESTE LINGUISTICA NON GENUINA).
Scompare ad esempio la famosa RIMA SICILIANA (aviri – sospiri diviene in toscano avere –
sospiri; c'è una mancata identità dovuta alla mediazione linguistica toscana).

STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 12/10/2018

Letteratura italiana nasce in Sicilia, nella corte federiciana di Palermo. Alcuni esponenti della
schola siciliana:
a) Jacopo da Lentini detto il “Protonotaro” → inventore del sonetto;
b) Giacomino Pugliese → originario del Mezzogiorno peninsulare;
c) Cielo d'Alcamo → autore di Rosa Fresca Aulentissima;
d) Pier delle Vigne → succeduto a Jacopo da Lentini come notaio di corte; è posto da Dante a Inf.
XIII, in quanto suicidatosi perchè ingiustamente accusato di furto e malversazione ai danni di
Federico II;
e) Enzo di Hohenstaufen → figlio di Federico II, imprigionato a Bologna, dove scrive testi in
siciliano e tedesco.
Si tratta di esponenti di un'elite di ufficiali (ministeriales) che operavano nelle corti, nelle aule del
potere imperiale.

1266 BATTAGLIA DI BENEVENTO → uccisione di Manfredi di Svevia; fine della dinastia sveva
= inizio della dominazione angioina nel Sud Italia.
MANFREDI: posto nel Purgatorio da Dante xchè pentitosi in punto di morte;
FEDERICO II: posto nell'Inferno IX-X, tra gli eretici xchè oppostosi al Papa e scomunicato + volte.
I membri della scuola siciliana non sono poeti professionisti, ma dei burocrati talentuosi che si
improvvisano compositori di brevi testi lirici.
Jacopo da Lentini inventa un genere metrico nuovo: il SONETTO (14 vv. endecasillabi; 2 quartine
x 2 terzine).
IMPRINTING molto forte della letteratura siciliana sulla nascita della letteratura nazionale →
schola siciliana è una palestra lirica incredibile.

CANZONE RAVENNATE FRAMMENTO DI ZURIGO FRAMMENTO DELLA MAJ


Nell'Archivio arcivescovile di Non esistono testimoni genuini Alla Biblioteca Civica
Ravenna è stato trovato un testo della scuola siciliana in seguito Comunale Angelo Maj di
in volgare (da STUSSI), una al tracollo della monarchia Bergamo, è stato scoperto da
canzone d'amore anonima: federiciana. Esistono testimoni MASCHERPA nel 2010 un
“Quando eu stava in le tu' esterni → 3 canzonieri toscani. frammento con trascritte poesie
catene”. La Toscana media la tradizione siciliane databile tra la fine del
A verso di una sicura datazione letteraria della scuola siciliana; Duecento e gli inizi del
a recto (1180), per la datazione si tratta di traduzioni che Trecento, senza il filtro toscano
a verso si è ipotizzata una modificano alcuni elementi ma con una patina leggermente
composizione non oltre il 1210 grafico fonetici. settentrionale.
in base alla perizia paleografica.
BARBIERI sostenne nel '500 di
Questa canzone presenta tratti aver trovato un libro genuino
di volgare siciliano (come l'uso della schola siciliana.
della U finale). Nel 2000 BRUNETTI ha
Bisogna allora retrodatare
trovato un frammento di poesia
l'inizio della schola siciliana di
siciliana di Giacomino
30-50 anni circa. Così facendo Pugliese, a Zurigo (databile al
Jacopo da Lentini non sarebbe 1234).
più un caposcuola, ma un Si tratta di un testo in siciliano
successivo valente esponente. che bypassa il filtro toscano,
posto a chiusura di un
RETRODATAZIONE manoscritto di grammatica
PLAUSIBILE specie se si latina.
considera lo splendore culturale
della Palermo normanna, ben
prima dell'insediamento di
Federico II.

N.B. → NON C'E' UN VOLGARE ALTO DA USARE, NON SI E' ANCORA IMPOSTA UNA
FORMA LINGUISTICA COMUNE.

PLURICENTRISMO dei testi volgari prodotti nel Duecento.

a) ASSISI = San Francesco (⸶1226), fondatore dell'ordine francescano; non è da subito uno scrittore
(in principio addirittura rigetta la scrittura) → scrive in latino le 2 regole dell'ordine e in volgare
umbro il Cantico delle Creature.
Dal cantico nascono le LAUDE, canzoni religiose di lode raccolte nei LAUDARI, destinate ad
essere cantate nelle funzioni religiose.
b) MANTOVA = piccolo centro di produzione poetica;
c) MILANO = Bonvesin de la Riva, contemporaneo di Dante, scrittore di laudes urbium in volgare
milanese.
d) TOSCANA = diventa una regione culturalmente esplosiva tra Due e Trecento in diversi campi
artistici (vedi Giotto e Simone Martini), anche quello letterario.

– Cecco Angiolieri → “ si fossi foco” = negazione dei valori poetici precedenti;


– Guittone d'Arezzo
– Dante Alighieri (1265-1321)
– Guido Cavalcanti
– Lapo Gianni
– Brunetto Latini

Toscana mediatrice della poesia siciliana nella Penisola.


Dante nasce a Firenze nel 1265 e muore a Ravenna nel 1321. Dal 1301 viene esiliato,
SPARTIACQUE nella sua biografia.
1265-1301 → periodo fiorentino con partecipazione alla vita politica del comune in un momento di
laceranti divisioni sociali;
1301-1321 → periodo dell'esilio, esilio comminato mentre Dante era in missione a Roma.
Privazioni materiali non indifferenti con sequestro dei beni e comminazione della pena di morte. Si
sostenta svolgendo mansioni di cancelleria.
1306 → Dante è a Poppi, sugli Appennini;
1302-1306 → scrive il De vulgari eloquentia e il Convivio;
1309-1310 → si sposta a Treviso, Verona e Ravenna.

“Vita Nova” = opera giovanile, prosimetro autobiografico, racconto dell'innamoramento per


Beatrice. Sviluppo delle vidas provenzali in cui si trattavano le biografie dei trovatori. È scritto in
VOLGARE FIORENTINO → Dante non segue il maestro Brunetto Latini, scegliendo di scrivere
nella sua lingua madre.
“Convivio” = opera in prosa incompiuta in cui viene esposto (come in un banchetto) tutto lo scibile
umano; prosa scientifica, enciclopedica e divulgativa. Ci consegna un Dante maturo, impegnato
nella trattazione dei temi alti della sua epoca.
“De vulgari eloquentia”= trattato in latino in cui ci si interroga su quale tipologia di volgare possa
essere impiegata per una letteratura non in latino. Dante – esule fiorentino – fa la rassegna delle 14
varietà diatopiche d'Italia → PRIMO CENSIMENTO DEI DIALETTI ITALIANI. Dante propone
l'individuazione di un volgare che sia:

– ILLUSTRE: che deve dare lustro a quanto scritto;


– CARDINALE: che deve essere cardine intorno a cui far ruotare le altre varietà linguistiche;
– AULICO: che possa essere impiegato nei salotti del potere (aulae);
– CURIALE: deve essere consono all'ambiente della curia.

“Divina Commedia” = conclusa attorno al 1321, poco prima di morire. È scritta in volgare
fiorentino. È il suo grande successo, la ragione principale dell'affermazione del fiorentino come
lingua letteraria nazionale d'Italia. In 12 anni dalla sua conclusione gli esemplari manoscritti della
Commedia subiscono un notevole incremento. [si può ipotizzare che la Commedia avesse una patina
settentrionale dopo 36 anni di esilio e lontananza da Firenze].

STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 17/10/2018

Dante costituisce un nodo cruciale nella storia della letteratura e della lingua italiane.
1294-1295 → Vita Nova tra i primissimi esempi di prosa narrativa autobiografica.
1306-1307 → De Vulgari Eloquentia + Convivio = rimangono entrambe improvvisamente
interrotte; Dante è infatti impegnato da quegli anni alla stesura del suo capolavoro, la Commedia.
1308-1309 → Dante inizia a scrivere la Commedia (anche se Boccaccio alimenta la leggenda dei sei
canti, suggerendo l'elaborazione fiorentina dei primissimi capitoli dell'Inferno). Nella chiusura della
Vita Nova (databile attorno al 1294) è pur vero che Dante si congeda dicendo di non voler più
scrivere di Beatrice fin quando non avrà rinvenuto un modo più alto per omaggiarla: Dante ha già
forse in mente la Divina Commedia?
1321 → Morte di Dante a Ravenna = poco prima aveva concluso il poema → Racconto di un
viaggio oltremondano, di una visione ascensionale, corredato di condanne a noti peccatori +
personaggi illustri e persino papi (Bonifacio VIII) = Dante si arroga il diritto di giudicare e riceve
anche delle critiche (un francescano dice “Ipse homo...deliravit”).
Si tratta di un poema allegorico-religioso? Non ha avuto in tal senso certificati d'autorità da parte
della Chiesa; Dante ha avuto forse una folgorazione mistica, comune a molti suoi contemporanei. Si
può dire che più generi confluiscono nel poema.
Uso della lingua volgare (con innalzamento di prestigio di cantica in cantica → *INF. - polo basso
della lingua; PUR. - polo mediano; PAR. - polo alto) anche per veicolare contenuti i grandi temi
della cultura due-trecentesca = è questa la scommessa dell'Alighieri. Divulga ma non in senso
diminutivo/spregiativo → Con Dante IL VOLGARE PUO' PARLARE ANCHE DI QUESTIONI
SCIENTIFICHE.

LINGUA DELLA COMMEDIA connotata in senso diatopico = è il FIORENTINO (anche se senza


l'autografo non v'è certezza circa la lingua di composizione effettiva) con patina settentrionale.
LE VARIETA' LINGUISTICHE dentro la Commedia → CONTINI parla di plurilinguismo (si
dovrebbe forse parlare di una pluralità di registri [3]*).

1348 → Peste Nera del '48 = epidemia terribile con conseguente calo demografico e tracollo
economico.
1321-1348 → Successo esplosivo della Commedia nella società medievale italiana (750 copie
sopravvissute in tutta Italia).
Uso popolare della trasmissione orale → Dante e la Commedia furono oggetto anche di
trasmissione orale. Anche in epoca contemporanea si insegnava ai bambini a scuola alcune terzine
della Commedia.
LA DIVINA COMMEDIA PROPAGANDA IL FIORENTINO COME POTENZIALE LINGUA
LETTERARIA D'ITALIA → involontariamente impone il fiorentino come lingua letteraria.

PETRARCA (1304-1374)

Giovane di famiglia fiorentina in esilio; nasce ad Arezzo nel 1304; si sposta ad Avignone presso la
corte papale. Continui viaggi, ottiene presto una grande fama scrivendo sia in latino (Africa) sia in
volgare fiorentino (Canzoniere).
Grande concentrazione documentale in merito alla sua biografia. Petrarca è il primo letterato di
professione ma fa anche lo scriba, il copista, l'ambasciatore → è un grande bibliofilo = possediamo
80-90 manoscritti riconducibili alla sua biblioteca personale (fra questi c'è il VIRGILIO
AMBROSIANO, miniato da Simone Martini).

1350-1360 → a Milano da Giovanni Visconti, poi a Venezia; cede poi alle insistenze del signore di
Padova (Jacopo da Carrara) e vive gli ultimi anni ad Arquà, sui Colli Euganei.
1374 → morte di Petrarca.

Petrarca è la quintessenza della DIGLOSSIA MEDIEVALE: come scrittore europeo, colto,


pubblico, erudito sceglie il latino; come scrittore privato, intimo, in contesti non sorvegliati scrive in
fiorentino.
Costruzione linguistica abilissima del Canzoniere (titolo originale Rerum vulgarium fragmenta, a
ribadire la marginalità di quest'opera nel repertorio di un autore affermatosi nella cultura alta
medievale). Si tratta di 366 componimenti, uno per ogni giorno dell'anno, riuniti a formare quasi un
breviario laico → SCRITTURA INTIMA, PRIVATA.
La lingua del Petrarca è il FIORENTINO, lingua materna e nobilitata dalla tradizione del Dolce Stil
Novo e dalla figura autoriale di Dante Alighieri. Il Fiorentino di Petrarca è una lingua musicale,
soave, semplice. Anche il Canzoniere ha un grandissimo successo di pubblico.

BOCCACCIO (1313-1375)

1360 → Dopo l'incontro con Petrarca inizia a scrivere in latino. In gioventù aveva composto opere
in volgare durante il periodo napoletano (Filocolo, Filostrato, Teseida, Elegia di Madonna
Fiammetta).
1348-1351 → composizione del Decameron = Boccaccio si consacra maestro della prosa, della
novella. Il Decameron diventa il terzo bestseller del Trecento italiano (dopo Commedia e
Canzoniere);
Boccaccio diviene il modello della prosa narrativa con una lingua prosastica complessa plasmata sul
latino → sintassi latineggiante che predilige la ipotassi e il verbo a fine frase.

DIVINA COMMEDIA – CANZONIERE – DECAMERON


sono le tre vittorie della fiorentinità trecentesca a livello letterario ed impongono un modello
linguistico destinato ad avere un duraturo successo → il FIORENTINO AUREO = si tratta del
fiorentino letterario usato nel Trecento non oltre il 1375.

STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 18/10/2018

Vediamo quali sono le altre produzioni letterarie in volgare al tempo di Dante, Petrarca e Boccaccio:

1) opere religiose in volgare → prediche di domenicani (+ rare quelle dei francescani);


2) scritture femminili → donne incolte, sono spesso le monache a scrivere dopo esperienze
estatiche = mistiche;
S. CANTERINA DA SIENA: figura femminile carismatica, critica verso Avignone; ha
dettato qualche centinaio di lettere in volgare.
3) traduzioni dal latino → non è scrittura creativa ma reinterpretazione dei classici;
4) cronache e storiografie → si ricordano i fratelli VILLANI (Giovanni e Matteo) che
scrivono le cronache di Firenze (contemporanei a Dante).

1375 estremo limite cronologico del FIORENTINO AUREO → le migrazioni dalle campagne alla
città porta ad una modifica della composizione sociale ed ergo della lingua vernacolare = si passa al
FIORENTINO ARGENTEO.

ES. AU: articolo maschile singolare → IL


AG: articolo maschile singolare → EL

AU: dittongo -uo- → UOMO/UOVO


AG: no dittongo -uo- → OMO/OVO

AU: indicativo imperfetto I-II-III sing. → AMAVA/AMAVA/AMAVA


AG: indicativo imperfetto I-II-III sing. → AMAVO/AMAVI/AMAVA

UMANESIMO LATINO – dopo Petrarca si apre la stagione dell'Umanesimo-Rinascimento. Centro


propulsivo è Firenze con riscoperta dell'antichità e della latinità. Tra gli esponenti:

– Coluccio Salutati → apripista;


– Poggio Bracciolini → rivoluzione nella scrittura. Scrive una raccolta di racconti in latino
(Facetiae);
Ripresa del latino ciceroniano-virgiliano e disprezzo per il volgare → si acuisce la diglossia.
Recupero del greco antico, dimenticato nella civiltà medievale al di fuori dell'Impero bizantino →
1396 = EMANUELE CRISOLORA primo maestro di greco in Italia.
– Lorenzo Valla → scrive nel 1450 l'Elegantia linguae latinae, trattato raffinatissimo per
scrivere elegantemente in latino.

I maestri della letteratura trecentesca vengono denigrati; cambia la gerarchia dei valori culturali →
abbassamento dell'importanza della religione e dell'autorità papale = NASCITA DEL PENSIERO
LAICO.
Nel '500 compendio dell'Umanesimo – divenuto un fenomeno europeo – è ERASMO DA
ROTTERDAM, il quale scrive in latino, la lingua franca dei dotti di tutta Europa.
Prima metà del '400 → UMANESIMO LATINO (cultura alta);
Seconda metà del '400 → UMANESIMO VOLGARE (con riscoperta della lingua volgare):

a) Angelo Poliziano = scrive ancora in greco e latino, ma produce anche testi in volgare (Firenze);
b) Matteo M. Boiardo = a Ferrara scrive l'Inamoramento de Orlando (1476-1494);
c) Jacopo Sannazzaro = nella Napoli aragonese, compone un prosimetro, l'Arcadia;
d) Lorenzo de Medici = regge Firenze dal 1469 al 1492; il suo assistente Cristoforo Landino
commenta la Divina Commedia e volgarizza l'Historia naturalis di Plinio il Vecchio. Il commento a
Dante di Landino sancisce la rivendicazione definitiva della fiorentinità di Dante.
Il volgarizzamento di Plinio è una grande opera scientifica organizzata per temi che mise in
circolazione in volgare il sapere scientifico antico = è un'opera divulgativa che facilita il progresso
tecnico; la legge anche Leonardo da Vinci (autodefinitosi “homo sanza lettere”).

Nelle cancellerie degli Stati Regionali italiani si diffonde una nuova lingua, la KOINE'
CANCELLERESCA.
In Italia → 5 Stati regionali di rilievo = Rep. Venezia, Rep. Firenze, Stato della Chiesa, Regno di
Napoli e Ducato di Milano. Ad essi si sommano arcipelaghi di piccoli potentati locali.
Ognuno di questi ha la sua cancelleria con uffici e burocrati, ambasciatori che sono tenuti a scrivere
quasi ogni giorno → ma in che lingua scrivono? Dal '400 si abbandona il latino come lingua franca
e si adotta un volgare artificiale per redigere i loro dispacci.
La koinè cancelleresca è caratterizzata da componenti di:
1) volgare locale
2) toscano letterario del '300
3) latino/latinismi
N.B. Le percentuali del dosaggio cambiano a seconda del singolo scrivente.

INVENZIONE DELLA STAMPA → Gutemberg brevetta nel 1450 la stampa a caratteri mobili; in
pochi decenni i tedeschi si spostano in Italia = Venezia diventa la capitale europea dell'editoria →
RIVOLUZIONE LETTERARIA.

STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 18/10/2018

Gutemberg 1450 → in Italia la stampa arriva negli anni '60 del Quattrocento.
La stampa porta ad un'uniformazione della lingua dell'editoria.
Firenze: con Lorenzo de Medici viene promossa nella seconda metà del Quattrocento un'operazione
di affermazione sovraregionale del volgare fiorentino.

Fine del '400 → 1494 iniziano le GUERRE D'ITALIA (raccontate da Guicciardini) = Machiavelli
analizza gli eventi con grande lucidità politica e storica; scrive in fiorentino argenteo.
Compone la Mandragora (una commedia popolare di contenuto erotico, forse metafora politica);
nel 1520 scrive – anche se l'attribuzione è controversa – il Dialogo sulla lingua.
Nel frattempo l'Italia è in lotta mentre gli altri grandi stati europei si confermano/connotano come
MONARCHIE NAZIONALI.
C'è poi l'introduzione delle ARMI DA FUOCO → Carlo VIII ha un incredibile parco d'artiglieria.
Luigi XII conquista Milano, imprigionando Ludovico Il Moro che si spegne in Francia.
1527 → Sacco di Roma.
Nel '500, nonostante i numerosi conflitti, tra i dotti umanisti prevale un atteggiamento irenico →
Erasmo da Rotterdam dice che : “La guerra è dolce per chi non ne ha avuto esperienza”; Thomas
Moore scrive “Utopia”.

Grammatici del '500 → operano per salvare l'identità “nazionale” prostrata dalle guerre almeno
attraverso la cultura, attraverso la lingua. Si vuole creare un'aristocrazia culturale italiana in assenza
di uno stato italiano, di un'unità territoriale italiana.
Costituire un ceto intellettuale italiano, cercando una lingua comune e una possibilità di dibattito
civile tra intellettuali. Ma quale lingua adottare per questa “repubblica delle lettere”? SI APRE IL
DIBATTITO SULLA LINGUA il quale interessa non solo i grammatici e i filologi, ma anche i poeti
stessi → Ludovico Ariosto produce 3 edizioni dell'Orlando Furioso (1516-1521-1532) per venire
incontro alle recenti proposte linguistiche di Pietro Bembo).

Ma vediamo quali sono le 3 POSIZIONI inerenti al tipo di lingua da prediligere:

1) Posizione FIORENTINISTICA: è espressa da Machiavelli nel Dialogo della Lingua e propone


di usare come lingua della cultura il FIORENTINO ARGENTEO, quello della Firenze
conteporanea;
2) Posizione CORTEGIANA: è espressa da Baldassar Castiglione ne “Il Cortegiano” e propone
l'adozione della LINGUA DELLE CORTI, specialmente quella della corte romana; si tratta di una
parziale prosecuzione nobilitata, elitaria della koinè cancelleresca;
3) Posizione BEMBIANA: è formulata da Pietro Bembo, patrizio veneziano e cardinale di spicco,
nelle “Prose della vulgar lingua” (1525) → la lingua italiana deve essere modellata a partire dal
FIORENTINO AUREO, dal fiorentino letterario del Trecento (modelli Petrarca x poesia e
Boccaccio x prosa).

La proposta di Bembo è quella vincente: molti seguono la sua teoria negli anni successivi portando
ad un' UNIFORMAZIONE DELLE SCRITTURE PENINSULARI SUL MODELLO BEMBESCO
= cristallizzare la fase letteraria trecentesca fissandola in termini d'uso nel tempo.
1516-1521 → Prime due redazioni del Furioso presentano una koinè padana in uso nella corte
estense di Ferrara (la stessa di Boiardo) MA dopo l'incontro con Bembo, nel 1532 Ariosto pubblica
una terza redazione in cui la lingua è stata “bembizzata”.

1559 → Pace di Chateau-Chambresis con conseguente pax hispanica sull'Italia.


1517 → Martin Lutero e la Riforma = la Chiesa romana reagisce con la CONTRORIFORMA.
L'Italia è inglobata nell'Impero spagnolo e controriformata = vicenda umana e artistica di
TORQUATO TASSO.
È anche un periodo di riassestamento linguistico → nel 1583/1585 nasce l'Accademia della Crusca
guidata da LEONARDO SALVIATI, con lo scopo di esercitare una pulizia letteraria e linguistica
dell'italiano.
1612 → è l'anno della pubblicazione da parte della Crusca del Vocabolario Storico dell'Italiano,
organizzato – secondo la teoria del Bembo – guardando al fiorentino aureo. Dalla Crusca, Petrarca e
Boccaccio sono bene accetti mentre Dante viene in parte snobbato (per alcuni suoi scivoloni
stilistici, specie nell'Inferno).
STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 24/10/2018

1612 → Primo vocabolario della Crusca, il primo dizionario sistematizzato di una lingua moderna.
Chi nel Seicento si definisce CRUSCANTE propone il Fiorentino aureo (letterario del Trecento)
come base della lingua nazionale, con tassativo rifiuto di forestierismi e dialettismi. La Crusca
propone una CODIFICAZIONE DELLA NORMA = i Cruscanti sono come gendarmi della lingua
italiana.
1613 → PAOLO BENI scrive l'Anticrusca= protesta contro la chiusura della Crusca ed invoca una
maggiore apertura della lingua a sistemi linguistici altri (stranieri e dialettali).
Nascono allora delle letterature dialettali riflesse → quasi ogni regione d'Italia produce una propria
produzione dialettale che però non è spontanea ma è dettata dalla volontà di discostarsi dalla rigidità
della Crusca. È il caso di:

a) ANGELO RUZANTE → usa il termine snaturalitè per indicare la necessità di parlare come si
mangia; scrive in dialetto veneto con un'immediatezza modellata sull'oralità.
b) BASILE → a Napoli (prima metà del Seicento) scrive “Lo Cunto de li Cunti”, in dialetto
napoletano più o meno schietto.

Nel '600 c'è una fiorente letteratura in Italia con G. B. MARINO e il suo “Adone”. Anche la scienza
ha il suo successo con GALILEO GALILEI, il quale scrisse sia in latino che in volgare toscano →
condannato dall'Inquisizione sceglie la via dell'abiura; altri come G. BRUNO preferiscono il rogo
(1600 – Campo dei Fiori). [GALILEI + BRUNO = maestri della prosa scientifica].
⅓ dell'Italia è sotto dominio iberico + stati regionali superstiti → si tende ad etichettare il Seicento
come un'epoca di minor splendore rispetto al Cinquecento, un secolo di declino per la civiltà
italiana.

Il Settecento → emergono i Savoia, ridefinitosi come casato italiano dopo un'origine transalpina;
Torino diviene capitale d'uno stato d'identità italiana.
Guerre del '700 modificano il quadro geopolitico del continente: Guerre dinastiche.
È soprattutto un'epoca di crescita economica e demografica grazie alle scoperte della tecnica e in
ambito medico.
Dopo la dominazione iberica seicentesca, dall'inizio del '700 in poi in Italia subentrano gli
AUSTRIACI, ai quali nel 1706 vengono affidati Lombardia e Veneto = si forma il Regno
Lombardo-Veneto. La dominazione austriaca si conclude nel 1866 (x Trento e Trieste bisogna
aspettare il 1918).
IMPERO AUSTRO-UNGARICO → entità sovranazionale.
Lombardia prima era viceregno spagnolo, poi asburgico = tuttavia non si impongono le lingue dei
dominatori → l'influsso di tedesco e spagnolo è minimo, c'è pochissimo superstrato a causa degli
scarsi contatti delle élite dominatrici con la popolazione:

spagnolo tedesco
Puntiglio → puntillo; Würstel
Patata → origine amerindia, quequa; Strüdel
Feldmaresciallo

Il Settecento per l'Italia è il secolo della musica, nella musica l'Italia eccelle, e nell'OPERA in
particolare (esportano l'italiano all'estero):

1) G. B. LULLI = emigra in Francia alla corte di Luigi XIV;


2) Grandi librettisti emigrano a Vienna = METASTASIO, LORENZO DA PONTE (Così fan tutte,
Nozze di Figaro, Don Giovanni)
Nazione dominante sotto l'aspetto culturale è la FRANCIA, a partire dal regno di Luigi XIV (il Re
Sole). Anche la lingua di prestigio della cultura settecentesca è il FRANCESE.
La Francia è la culla dell'ILLUMINISMO → Produce l'Encyclopedie (Diderot-D'Alambert) + altri
pensatori (Voltaire, Montesquieu, Rosseau).
1789 → RIVOLUZIONE FRANCESE = 1796-1815 → NAPOLEONE.

L'IMPORTANZA DELLA SCUOLA → le scuole erano private e potevano andarci solo le élite =
erano scuole gestite prevalentemente da religiosi o congregazioni religiose. Le scuole pubbliche
sono fondate degli Asburgo nel Settecento con Maria Teresa d'Austria.

In questo momento MILANO diviene la capitale culturale d'Italia. Sorge l'ILLUMINISMO


ITALIANO con la rivista il “Caffè” gestita da Pietro e Alessandro VERRI.
Ci scrivono personaggi come CESARE BECCARIA → 1764 = Dei delitti e delle pene (contro la
pena di morte).
1764 → sul “Caffè” esce l'articolo “Rinunzia davanti al notaio del Vocabolario della Crusca” di
Alessandro Verri = taglio letterario, critica contro la chiusura dell'Accademia della Crusca; vuole
una lingua moderna che non disprezzi neologismi e forestierismi. Non si fa alcun accenno al
dialetto (le classi scolarizzate guardano spontanemente all'italiano standard di base toscana).

Il Settecento è il periodo d'oro dei francesismi in Italia. Tra gli autori + rilevanti del 700:
1) CARLO GOLDONI → teatro, erede della tradizione dialettale veneta poi in lingua standard;
trasferitosi poi a Parigi alla corte di Luigi XV scrive anche in francese; alcune commedie = Baruffe
Chiozzotte (dialetto veneto), La locandiera, Arlecchino servo di due padroni.
2) PARINI → “Il Giorno” = italiano standard di base toscana;
3) ALFIERI → esigenza di spiemontizzarsi = misogallismo;
4) CASANOVA → scrive la propria biografia in francese.

STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 25/10/2018

1789 → Strascichi italiani della Rivoluzione Francese con Napoleone Bonaparte (ventennio
napoleonico 1796-1815).
1797 → Fine della Repubblica di Venezia = ne scrive UGO FOSCOLO - “Ultime lettere di Jacopo
Ortis” come tradimento del sogno rivoluzionario-napoleonico.
L'arrivo dei francesi porta in Italia la burocrazia, le regole egualitarie e i sistemi politici d'Oltralpe
post 1789. → CODICE NAPOLEONICO = sistema democratico antiprivilegi (specie quelli del
clero) + potenziamento delle scuole pubbliche a discapito degli istituti religiosi privati (riduzione
dell'analfabetismo) + apertura dei ghetti ebraici.
Dopo il 1815 ritornano le strutture d'ancien regime ma l'Italia resta ancora legata alla cultura
francese.
5 maggio 1821 → morte a Sant'Elena.

Prevale una lingua moderna, aperta ai forestierismi, come quella voluta dagli illuministi milanesi;
un nucleo conservativo critica però la lingua “infranciosata” → è il PURISMO: i Puristi vogliono
una lingua pura esente da francesismi, forestierismi e dialettismi.
Massimo rappresentante è l' ABATE CESARI → scrive la Crusca veronese (1806-1811), versione
riveduta e migliorata della Crusca fiorentina = è una reazione a Napoleone e all'“infranciosamento”
della lingua. Quando Napoleone chiude e limita l'azione della Crusca fiorentina, Cesari pubblica
una propria versione del vocabolario cruscante (estremamente conservativo). Sia Manzoni che
Leopardi possedevano esemplari della Crusca Veronese (abbiamo quella del Manzoni con le sue
postille).

1860 → P. FANFANI – Lessico della corrotta italianità = elenco di parole da evitare perchè
derivanti dalla lingua francese (attacco in piena regola ad ogni forestierismo); è un prontuario di
parole da evitare.
In quest'epoca nascono i VOCABOLARI DEL DIALETTO per permetterne il superamento → il
dialettofono consultava il vocabolario e trovava la parola in lingua italiana corrente/standard.
Si producono molte edizioni di testi trecenteschi (primi tentativi di curatele filologiche).

MILANO post 1815 è culturalmente divisa in due: da una parte abbiamo i classicisti della
Biblioteca Italiana, dall'altra i romantici del Conciliatore (vi scrive Silvio Pellico).
La lingua è un compromesso tra le posizioni dei Verri e del Cesari.
In questa temperie si forma ALESSANDRO MANZONI (1785-1873).
Manzoni è un romanziere (genere letterario tipicamente ottocentesco) che scrive un solo romanzo: I
PROMESSI SPOSI.
Formazione poetica del giovane Manzoni (5 maggio, Inni Sacri,...) e prove teatrali (Adelchi, Conte
di Carmagnola).

3 REDAZIONI DEI “PROMESSI SPOSI”

I FASE II FASE III FASE


Fermo e Lucia → 1821-1823; I Promessi Sposi → edizione I Promessi Sposi → 1840-1842,
versione solo manoscritta non del 1827, la Ventisettana. la Quarantana.
destinata alla pubblicazione. Presenta una lingua influenzata Non ci sono cambiamenti
Diversa in termini diegetici dal milanese-lombardo, lingua diagetici ma linguistici.
(nell'organizzazione della madre del Manzoni.
trama): la vicenda della Monaca
di Monza è più estesa; Don
Rodrigo fugge bestemmiando
prima di morire …
Ci sono personaggi (come
Renzo) che hanno nomi
differenti.

LA LINGUA DI MANZONI cambia nel corso del tempo. Essa è una miscela di 3 elementi:
a) lingua letteraria trecentesca (tradizione puristica);
b) francese (lingua delle élite e della cultura alta);
c) dialetto selezionato/filtrato (infiltrazioni dialettali lombarde).

Poi per redigere la Quarantana, Manzoni si reca a Firenze per “sciacquar i panni in Arno”, per
redigere il suo romanzo con una livrea linguistica toscaneggiante, affine alla lingua fiorentina
parlata dalle classi medio alte. → DIVENTA UN MODELLO D'USO COMUNE NEGLI ANNI A
VENIRE CHE SI FRAPPONE ALLE POSIZIONI CRUSCANTI AVENDOLA QUASI SEMPRE
VINTA.

CASI IN CUI LA QUARANTANA VINCE CASI IN CUI LA QUARANTANA NON


VINCE
Desinenza in -o dell'imperfetto indicativo di 1 No elisioni con LE + VOCALE (non diciamo
p.s. l'amiche);
No reduplicazione del soggetto attraverso l'uso
del pronome personale (“la c'è la Provvidenza”).

Manzoni diviene l'autore – prima dell'Unità – della “sparsa” cultura italiana, per poi diventare dopo
il 1861 la bandiera linguistica e letteraria dell'Italia unita.
Sulla linea del Manzoni operano COLLODI con il suo Pinocchio e EDMONDO DE AMICIS con il
libro Cuore, divenuto col tempo uno dei mezzi di diffusione della lingua manzoniana detta
IDIOMA GENTILE.

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