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STORIA DELLA LINGUA ITALIANA (Appunti)
STORIA DELLA LINGUA ITALIANA (Appunti)
DIGLOSSIA e BILINGUISMO
- Bilinguismo è la presenza di due lingue, dotate di pari prestigio, in un medesimo territorio;
- Diglossia è la coesistenza in un medesimo territorio di 2 varietà linguistiche poste su differenti
piani di prestigio.
Comunità linguistiche omogenee non esistono, convivono più varietà linguistiche spesso con
differenze d'impiego:
1) Alto prestigio = scuola, istituzioni, formalità → POLO ALTO
2) Basso prestigio = ambito famigliare, amicale, culturalmente poco controllato → POLO BASSO
Per il DIALETTO esistono una competenza attiva (capisco ciò che viene detto e so produrre un
discorso) e una competenza passiva (capisco soltanto).
Come si estingue una lingua? O attraverso il genocidio, l'eliminazione fisica di una precisa
comunità di parlanti, o attraverso un passaggio graduale (di generazione in generazione) da una
competenza attiva ad una sempre più passiva.
Nella storia della lingua italiana Dante è per il bilinguismo (pari dignità di latino e volgare), mentre
Petrarca è per la diglossia (latino > volgare); gli Stati Uniti hanno – a loro modo – un sistema
diglottico (ispanofoni sono in netta maggioranza rispetto agli anglofoni ma l'inglese > spagnolo per
prestigio); l'Alto Adige in Italia presenta addirittura un trilinguismo (tedesco, italiano, ladino).
Fonetica (suono), morfologia (forme = articolo, nome, aggettivo, pronome ...), sintassi, lessico,
intonazione (onda musicale che accompagna l'emissione orale di un messaggio linguistico con
sfumature diatopiche).
Per uno studio storico della lingua italiana partiamo a monte, dal LATINO. Per latino classico –
letteralmente “di primo livello” – si intende la lingua nel suo massimo momento di splendore
letterario (età di Cicerone, Virgilio, Orazio e Ovidio – tra I secolo a.C. e I secolo d.C.). → es.
Apuleio non può essere considerato un classico.
L'italiano – si è detto – discende dal latino. Ma quale?
A più ondate si compie l'invasione di popoli indoeuropei, provenienti dalle pianure sarmatiche e
dalle steppe asiatiche. Benvenist scopre affinità tra le lingue di origine indoeuropea. Ma vediamo le
popolazioni indoeuropee stanziatesi in Italia:
1) NORD = Celti-Galli (stanziati in area padana – eccetto il Veneto – fino a Senigallia);
2) CENTRO = Umbri (ad est del Tevere), Latini (alla foce del Tevere).
3) SUD = Sabini, Volsci, Sanniti, Bruzi, Equi, Oschi → ITALICI (si riferisce alle popolazioni
preromane di origine indoeuropea dell'Italia centromeridionale) + Greci in Magna Grecia
(Cuma, Taranto, Crotone, Siracusa).
4) ISOLE = Siculi (assai prossimi ai Latini), Sardi, Fenici (popolazione levantina di grandi
navigatori, padri dell'alfabeto (fenikeia grammata dicevano i Greci in riferimento al loro
alfabeto mutuato dai Fenici), fondatori di colonie a Cartagine, Palermo e Mozia.
Tito Livio - “Ab Urbe condita” = scritto in età augustea nel momento dell'irresistibile ascesa di
Roma.
Sacralità dello Stato → Roma è portatrice e garante della pace, della stabilità, dell'ordine.
IUS → diritto, la più grande invenzione romana, il lascito maggiore della civiltà romana; leggi al di
sopra di tutto e di tutti; Corpus Iuris Civilis= codice civile e penale riuniti da Giustiniano
(omaggiato da Dante in Par. VI).
Ordinamento dello Stato efficiente, ordinato = superiore rispetto alla religione. Religione importata
in gran parte dalla Grecia e mutuata dagli Etruschi. Si crede al Provvidenziale destino di Roma
Vittoriosa (Roma Victrix). Potenza militare schiacciante da cui deriva il controllo del territorio,
garantito da infrastrutture efficienti e all'avanguardia.
Centuriazioni dei campi e delle proprietà = fondazione di città e colonie.
Civiltà della scrittura → alfabeto con corrispondenza biunivoca tra grafo e fono, tra segno e suono.
Politica linguistica e coloniale → Bucolica VIII = espropriazione delle terre da parte dei coloni
romani; chi ha combattuto riceve un lotto di terra confiscato agli sconfitti come compenso. I
Romani non impongono neppure la lingua latina ai dominati (sono questi ultimi ad apprenderla per
convenienza e prestigio). Le lingue precedenti all'arrivo dei Romani si estinguono gradualmente,
sostituite nel sistema diglottico dalla lingua alta delle classi dominanti = N.B. Il latino serviva per
studiare, operare nel sistema pubblico, rapportarsi con le autorità, per affermarsi nella società ergo
sopprime lentamente il polo basso della scala diglottica
202 d.C. → Caracalla concede la cittadinanza a tutti i maschi liberi viventi nell'Impero.
La lingua scritta non ha differenziazioni diatopiche (si parla di LATINO LETTERARIO). La lingua
orale mantiene un sostrato delle lingue precedenti alla conquista → TRACCE DI FENOMENI
LINGUISTICI ANTICHISSIMI.
SOSTRATO= Fenomeno linguistico per cui all'interno di una lingua si avvertono tracce di una
lingua anteriore → ci portiamo dietro le abitudini articolatorie della nostra lingua madre.
Si sviluppano delle varietà vernacolari, i DIALETTI → esempi
-VOCALI PROCHEILE o turbate dei dialetti gallo-italici = ÜÖ + A,E,I,O,U [tracce di sostrato
gallo-celtico];
- D CACUMINALE dei dialetti meridionali = beddu (bedj:u) [tracce di sostrato sicano];
- ND – NN dei dialetti meridionali = mondo – monno [tracce di sostrato italico].
L'impero romano si divide in pars occidentalis e pars orientalis; ad Oriente si continua a parlare e a
scrivere in greco per prossimità geografiche e culturali. Il greco era la lingua franca dell'oriente a
causa di Alessandro Magno.
Palestina – Anno 0 = A Betlemme nasce Gesù, figlio di Giuseppe e Maria di Nazareth → la
Palestina ha una situazione di trilinguismo:
1) Ebraico = lingua semitica, della religione, veicolata dal Libro sacro → ha poi una varietà
popolare (diamesicamente più bassa), l'ARAMAICO;
2) Greco = importato dalla conquista macedone della Palestina (IV secolo a.C.); stabilizzatasi
con il Regno Seleucide → lingua della vita laica, della cultura;
3) Latino = importata dai conquistatori romani ai tempi di Pompeo Magno → lingua della
BUROCRAZIA.
Sempre in Palestina si afferma una nuova religione, il CRISTIANESIMO. Ha un certo seguito nella
società ebraica ma si rivolge a tutti i popoli della terra= RELIGIONE INCLUSIVA.
VANGELI= biografie + trattati filosofici prodotti nella seconda metà II secolo d.C.; 3 sinottici
(Marco, Matteo, Luca) + 1 di Giovanni. Scritti in greco per potersi rivolgere ad un bacino di lettori
più ampio → quello del mondo mediterraneo.
“in principio era il verbo” → logos = il senso primo della realtà, la Provvidenza; la logica presso
Dio, una razionalità extraumana.
LATINO CRISTIANO: è il latino usato nei testi cristiani e nella liturgia; cristianesimo si presenta
come la religione degli umili, degli ultimi, e lo fa usando una lingua semplice → sovversione degli
schemi cultuali antichi dove la religione e il culto erano sempre stati prerogativa di un'elite.
San Girolamo sogna Cicerone che lo rimprovera duramente per aver impostato una traduzione
elementare della Bibbia = Girolamo ha scelto la SERMO HUMILIS per esprimersi, una costante
della civiltà letteraria cristiana tardoantica e medievale (Auerbach).
Per AUERBACH la più alta incarnazione della sermo humilis è rappresentata da Dante Alighieri il
quale realizzò il suo capolavoro poetico in lingua volgare.
Abbiamo detto che nel latino cristiano si innestano termini di origine ebraica e greca → sono
SIRINGHE LESSICALI, iniezioni di termini estranei al latino classico. Questo fenomeno è detto
SUPERSTRATO = un influsso linguistico mutuato da una popolazione/comunità estranea che
sopraggiunge in un determinato territorio.
In questo senso l'arrivo dei cristiani in Italia porta fenomeni di superstrato non solo lessicali, ma
anche – seppur minimi – sintattici (vedi il genitivo ebraico → saecula saeculorum, sancta
sanctorum).
Si parla invece di ADSTRATO quando le iniezioni linguistiche non sono determinate da un ingresso
- violento o pacifico che sia – di un popolo su un dato territorio ma da un rapporto di
vicinanza/contiguità geografica.
Anche gli Arabi introducono alcuni termini, ma se in Sicilia – a cavallo tra IX e X secolo – si deve
parlare di superstrato arabo (xchè c'è una conquista effettiva della regione), per il resto della
penisola si parla di ADSTRATO ARABO → esso introduce termini come
- La fonetica è desunta dal - l'articolo è - la struttura della frase - il 90-95 % del lessico
latino; i latini avevano un un'introduzione del volgare rimane tutto sommato latino trapassa nel
vocalismo quantitativo, noi fiorentino (deriva dal latino invariata con un paio di fiorentino senza troppe
invece qualitativo. Illum); novità: variazioni;
- I latini potevano dunque - conservazione di tutte le 8 1) l'ordine della frase SVO - ad esso vanno poi
fare affidamento su ben 10 tipologie morfologiche del in fiorentino si impone (la aggiunti gli elementi di
vocali (emissione lunga e latino (a cui si somma posizione mi dice la sostrato, superstrato ed
breve per ogni vocale) l'articolo); funzione del sintagma) adstrato;
mentre l'Italiano ne ha 7 (5 sulla variabilità del latino;
+ è ed ò). - scompaiono i casi, - molte parole vanno
sostituiti dai complementi 2) si impone l'uso delle perdute = i termini latini
- I dialetti galloitalici ne introdotti da preposizioni; dichiarative oggettive amare e diligere sono
hanno 9 (si aggiungono le introdotte dal CHE, invece sostituiti dal solo Amare,
vocali turbate o trocheile); - scompare il comparativo della tradizionale così come albus e
quelli siciliani solo 5 (e ed sintetico (eccetto x le forme costruzione ACC + candidus sono sostituiti da
o hanno suono solo aperto, migliore, peggiore …), INFINITO del latino. Bianco → è un processo di
con slittamenti da o ad u + sostituito dal comparativo semplificazione o
slittamenti da e ad i. analitico; economia linguistica;
STORIA DELLA LINGUA ITALIANA – 11/10/2018
Dualismo conservazione-innovazione
Esistono lingue conservative (es. Fiorentino) e lingue innovative (es. dialetto bergamasco) = le une
tendono a mantenere inalterati i tratti idiomatici della lingua d'origine, le altre invece tendono a
discostarvisi introducendo elementi nuovi.
H. LAUNSBERG ha studiato i dialetti della Basilicata trovandoli molto conservativi →
mantengono la S a fine di parola come il latino. Anche in Friuli, col Ladino, si ripropone la stessa
situazione.
1) PLACITO CAPUANO (960 d.C.) → è un atto notarile, ufficiale, per sancire il possesso di alcune
proprietà fondiarie; è conservato a Montecassino. I monaci di Cassino rivendicano il possesso di
campi in quel di Capua. Il documento è tutto in latino eccetto per la testimonianza di un contadino,
redatta in presa diretta: sao ko kelle terre le possette...
sao → forma verbale non latina, deriva da sapio-scio, vicina al dialetto meridionale saccio;
ko → dichiarativa introdotta da “che” (no ACC + INF come in latino);
kelle terre le possette → dislocazione dell'oggetto con “le”.
2) INDOVINELLO VERONESE (VIII-IX secolo circa) → due righe di testo estemporanee aggiunte
al verso di una pagina da un copista: se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba et
negro semen seminaba...
Caduta delle consonanti finali tipiche del latino, eccetto “s” (boves) e “n” (semen). Alcuni
sostengono non si tratti propriamente di volgare.
Dante rifiuta l'Amor cortese, Petrarca vi aderisce con riserve. In Italia molti sono coloro che
compongono in langue d'oc e d'oil.
Sordello da Goito è il più grande autore del Duecento italiano in langue d'oc; anche opere
enciclopediche beneficiano del volgare francese → Brunetto Latini – Tresor scritto in langue d'oil
perchè il francese era una lingua di prestigio letterario.
N.B. → Dante pone Latini all'Inferno tra coloro che hanno commesso violenza contro la natura, si è
quindi ipotizzata la sodomia di Brunetto. Forse non è così: e se il peccato contro natura di Latini
fosse linguistico, avendo tradito la propria lingua materna (“naturale”) preferendole la lingua d'oil.
Pietro Bernardone da Assisi sposa, dopo molti viaggi oltralpe, una donna francese e chiama il figlio
Francesco.
Marco Polo – Il Milione → è scritto anche in francese da Rustichello da Pisa.
Letteratura italiana nasce in Sicilia, nella corte federiciana di Palermo. Alcuni esponenti della
schola siciliana:
a) Jacopo da Lentini detto il “Protonotaro” → inventore del sonetto;
b) Giacomino Pugliese → originario del Mezzogiorno peninsulare;
c) Cielo d'Alcamo → autore di Rosa Fresca Aulentissima;
d) Pier delle Vigne → succeduto a Jacopo da Lentini come notaio di corte; è posto da Dante a Inf.
XIII, in quanto suicidatosi perchè ingiustamente accusato di furto e malversazione ai danni di
Federico II;
e) Enzo di Hohenstaufen → figlio di Federico II, imprigionato a Bologna, dove scrive testi in
siciliano e tedesco.
Si tratta di esponenti di un'elite di ufficiali (ministeriales) che operavano nelle corti, nelle aule del
potere imperiale.
1266 BATTAGLIA DI BENEVENTO → uccisione di Manfredi di Svevia; fine della dinastia sveva
= inizio della dominazione angioina nel Sud Italia.
MANFREDI: posto nel Purgatorio da Dante xchè pentitosi in punto di morte;
FEDERICO II: posto nell'Inferno IX-X, tra gli eretici xchè oppostosi al Papa e scomunicato + volte.
I membri della scuola siciliana non sono poeti professionisti, ma dei burocrati talentuosi che si
improvvisano compositori di brevi testi lirici.
Jacopo da Lentini inventa un genere metrico nuovo: il SONETTO (14 vv. endecasillabi; 2 quartine
x 2 terzine).
IMPRINTING molto forte della letteratura siciliana sulla nascita della letteratura nazionale →
schola siciliana è una palestra lirica incredibile.
N.B. → NON C'E' UN VOLGARE ALTO DA USARE, NON SI E' ANCORA IMPOSTA UNA
FORMA LINGUISTICA COMUNE.
a) ASSISI = San Francesco (⸶1226), fondatore dell'ordine francescano; non è da subito uno scrittore
(in principio addirittura rigetta la scrittura) → scrive in latino le 2 regole dell'ordine e in volgare
umbro il Cantico delle Creature.
Dal cantico nascono le LAUDE, canzoni religiose di lode raccolte nei LAUDARI, destinate ad
essere cantate nelle funzioni religiose.
b) MANTOVA = piccolo centro di produzione poetica;
c) MILANO = Bonvesin de la Riva, contemporaneo di Dante, scrittore di laudes urbium in volgare
milanese.
d) TOSCANA = diventa una regione culturalmente esplosiva tra Due e Trecento in diversi campi
artistici (vedi Giotto e Simone Martini), anche quello letterario.
“Divina Commedia” = conclusa attorno al 1321, poco prima di morire. È scritta in volgare
fiorentino. È il suo grande successo, la ragione principale dell'affermazione del fiorentino come
lingua letteraria nazionale d'Italia. In 12 anni dalla sua conclusione gli esemplari manoscritti della
Commedia subiscono un notevole incremento. [si può ipotizzare che la Commedia avesse una patina
settentrionale dopo 36 anni di esilio e lontananza da Firenze].
Dante costituisce un nodo cruciale nella storia della letteratura e della lingua italiane.
1294-1295 → Vita Nova tra i primissimi esempi di prosa narrativa autobiografica.
1306-1307 → De Vulgari Eloquentia + Convivio = rimangono entrambe improvvisamente
interrotte; Dante è infatti impegnato da quegli anni alla stesura del suo capolavoro, la Commedia.
1308-1309 → Dante inizia a scrivere la Commedia (anche se Boccaccio alimenta la leggenda dei sei
canti, suggerendo l'elaborazione fiorentina dei primissimi capitoli dell'Inferno). Nella chiusura della
Vita Nova (databile attorno al 1294) è pur vero che Dante si congeda dicendo di non voler più
scrivere di Beatrice fin quando non avrà rinvenuto un modo più alto per omaggiarla: Dante ha già
forse in mente la Divina Commedia?
1321 → Morte di Dante a Ravenna = poco prima aveva concluso il poema → Racconto di un
viaggio oltremondano, di una visione ascensionale, corredato di condanne a noti peccatori +
personaggi illustri e persino papi (Bonifacio VIII) = Dante si arroga il diritto di giudicare e riceve
anche delle critiche (un francescano dice “Ipse homo...deliravit”).
Si tratta di un poema allegorico-religioso? Non ha avuto in tal senso certificati d'autorità da parte
della Chiesa; Dante ha avuto forse una folgorazione mistica, comune a molti suoi contemporanei. Si
può dire che più generi confluiscono nel poema.
Uso della lingua volgare (con innalzamento di prestigio di cantica in cantica → *INF. - polo basso
della lingua; PUR. - polo mediano; PAR. - polo alto) anche per veicolare contenuti i grandi temi
della cultura due-trecentesca = è questa la scommessa dell'Alighieri. Divulga ma non in senso
diminutivo/spregiativo → Con Dante IL VOLGARE PUO' PARLARE ANCHE DI QUESTIONI
SCIENTIFICHE.
1348 → Peste Nera del '48 = epidemia terribile con conseguente calo demografico e tracollo
economico.
1321-1348 → Successo esplosivo della Commedia nella società medievale italiana (750 copie
sopravvissute in tutta Italia).
Uso popolare della trasmissione orale → Dante e la Commedia furono oggetto anche di
trasmissione orale. Anche in epoca contemporanea si insegnava ai bambini a scuola alcune terzine
della Commedia.
LA DIVINA COMMEDIA PROPAGANDA IL FIORENTINO COME POTENZIALE LINGUA
LETTERARIA D'ITALIA → involontariamente impone il fiorentino come lingua letteraria.
PETRARCA (1304-1374)
Giovane di famiglia fiorentina in esilio; nasce ad Arezzo nel 1304; si sposta ad Avignone presso la
corte papale. Continui viaggi, ottiene presto una grande fama scrivendo sia in latino (Africa) sia in
volgare fiorentino (Canzoniere).
Grande concentrazione documentale in merito alla sua biografia. Petrarca è il primo letterato di
professione ma fa anche lo scriba, il copista, l'ambasciatore → è un grande bibliofilo = possediamo
80-90 manoscritti riconducibili alla sua biblioteca personale (fra questi c'è il VIRGILIO
AMBROSIANO, miniato da Simone Martini).
1350-1360 → a Milano da Giovanni Visconti, poi a Venezia; cede poi alle insistenze del signore di
Padova (Jacopo da Carrara) e vive gli ultimi anni ad Arquà, sui Colli Euganei.
1374 → morte di Petrarca.
BOCCACCIO (1313-1375)
1360 → Dopo l'incontro con Petrarca inizia a scrivere in latino. In gioventù aveva composto opere
in volgare durante il periodo napoletano (Filocolo, Filostrato, Teseida, Elegia di Madonna
Fiammetta).
1348-1351 → composizione del Decameron = Boccaccio si consacra maestro della prosa, della
novella. Il Decameron diventa il terzo bestseller del Trecento italiano (dopo Commedia e
Canzoniere);
Boccaccio diviene il modello della prosa narrativa con una lingua prosastica complessa plasmata sul
latino → sintassi latineggiante che predilige la ipotassi e il verbo a fine frase.
Vediamo quali sono le altre produzioni letterarie in volgare al tempo di Dante, Petrarca e Boccaccio:
1375 estremo limite cronologico del FIORENTINO AUREO → le migrazioni dalle campagne alla
città porta ad una modifica della composizione sociale ed ergo della lingua vernacolare = si passa al
FIORENTINO ARGENTEO.
I maestri della letteratura trecentesca vengono denigrati; cambia la gerarchia dei valori culturali →
abbassamento dell'importanza della religione e dell'autorità papale = NASCITA DEL PENSIERO
LAICO.
Nel '500 compendio dell'Umanesimo – divenuto un fenomeno europeo – è ERASMO DA
ROTTERDAM, il quale scrive in latino, la lingua franca dei dotti di tutta Europa.
Prima metà del '400 → UMANESIMO LATINO (cultura alta);
Seconda metà del '400 → UMANESIMO VOLGARE (con riscoperta della lingua volgare):
a) Angelo Poliziano = scrive ancora in greco e latino, ma produce anche testi in volgare (Firenze);
b) Matteo M. Boiardo = a Ferrara scrive l'Inamoramento de Orlando (1476-1494);
c) Jacopo Sannazzaro = nella Napoli aragonese, compone un prosimetro, l'Arcadia;
d) Lorenzo de Medici = regge Firenze dal 1469 al 1492; il suo assistente Cristoforo Landino
commenta la Divina Commedia e volgarizza l'Historia naturalis di Plinio il Vecchio. Il commento a
Dante di Landino sancisce la rivendicazione definitiva della fiorentinità di Dante.
Il volgarizzamento di Plinio è una grande opera scientifica organizzata per temi che mise in
circolazione in volgare il sapere scientifico antico = è un'opera divulgativa che facilita il progresso
tecnico; la legge anche Leonardo da Vinci (autodefinitosi “homo sanza lettere”).
Nelle cancellerie degli Stati Regionali italiani si diffonde una nuova lingua, la KOINE'
CANCELLERESCA.
In Italia → 5 Stati regionali di rilievo = Rep. Venezia, Rep. Firenze, Stato della Chiesa, Regno di
Napoli e Ducato di Milano. Ad essi si sommano arcipelaghi di piccoli potentati locali.
Ognuno di questi ha la sua cancelleria con uffici e burocrati, ambasciatori che sono tenuti a scrivere
quasi ogni giorno → ma in che lingua scrivono? Dal '400 si abbandona il latino come lingua franca
e si adotta un volgare artificiale per redigere i loro dispacci.
La koinè cancelleresca è caratterizzata da componenti di:
1) volgare locale
2) toscano letterario del '300
3) latino/latinismi
N.B. Le percentuali del dosaggio cambiano a seconda del singolo scrivente.
INVENZIONE DELLA STAMPA → Gutemberg brevetta nel 1450 la stampa a caratteri mobili; in
pochi decenni i tedeschi si spostano in Italia = Venezia diventa la capitale europea dell'editoria →
RIVOLUZIONE LETTERARIA.
Gutemberg 1450 → in Italia la stampa arriva negli anni '60 del Quattrocento.
La stampa porta ad un'uniformazione della lingua dell'editoria.
Firenze: con Lorenzo de Medici viene promossa nella seconda metà del Quattrocento un'operazione
di affermazione sovraregionale del volgare fiorentino.
Fine del '400 → 1494 iniziano le GUERRE D'ITALIA (raccontate da Guicciardini) = Machiavelli
analizza gli eventi con grande lucidità politica e storica; scrive in fiorentino argenteo.
Compone la Mandragora (una commedia popolare di contenuto erotico, forse metafora politica);
nel 1520 scrive – anche se l'attribuzione è controversa – il Dialogo sulla lingua.
Nel frattempo l'Italia è in lotta mentre gli altri grandi stati europei si confermano/connotano come
MONARCHIE NAZIONALI.
C'è poi l'introduzione delle ARMI DA FUOCO → Carlo VIII ha un incredibile parco d'artiglieria.
Luigi XII conquista Milano, imprigionando Ludovico Il Moro che si spegne in Francia.
1527 → Sacco di Roma.
Nel '500, nonostante i numerosi conflitti, tra i dotti umanisti prevale un atteggiamento irenico →
Erasmo da Rotterdam dice che : “La guerra è dolce per chi non ne ha avuto esperienza”; Thomas
Moore scrive “Utopia”.
Grammatici del '500 → operano per salvare l'identità “nazionale” prostrata dalle guerre almeno
attraverso la cultura, attraverso la lingua. Si vuole creare un'aristocrazia culturale italiana in assenza
di uno stato italiano, di un'unità territoriale italiana.
Costituire un ceto intellettuale italiano, cercando una lingua comune e una possibilità di dibattito
civile tra intellettuali. Ma quale lingua adottare per questa “repubblica delle lettere”? SI APRE IL
DIBATTITO SULLA LINGUA il quale interessa non solo i grammatici e i filologi, ma anche i poeti
stessi → Ludovico Ariosto produce 3 edizioni dell'Orlando Furioso (1516-1521-1532) per venire
incontro alle recenti proposte linguistiche di Pietro Bembo).
La proposta di Bembo è quella vincente: molti seguono la sua teoria negli anni successivi portando
ad un' UNIFORMAZIONE DELLE SCRITTURE PENINSULARI SUL MODELLO BEMBESCO
= cristallizzare la fase letteraria trecentesca fissandola in termini d'uso nel tempo.
1516-1521 → Prime due redazioni del Furioso presentano una koinè padana in uso nella corte
estense di Ferrara (la stessa di Boiardo) MA dopo l'incontro con Bembo, nel 1532 Ariosto pubblica
una terza redazione in cui la lingua è stata “bembizzata”.
1612 → Primo vocabolario della Crusca, il primo dizionario sistematizzato di una lingua moderna.
Chi nel Seicento si definisce CRUSCANTE propone il Fiorentino aureo (letterario del Trecento)
come base della lingua nazionale, con tassativo rifiuto di forestierismi e dialettismi. La Crusca
propone una CODIFICAZIONE DELLA NORMA = i Cruscanti sono come gendarmi della lingua
italiana.
1613 → PAOLO BENI scrive l'Anticrusca= protesta contro la chiusura della Crusca ed invoca una
maggiore apertura della lingua a sistemi linguistici altri (stranieri e dialettali).
Nascono allora delle letterature dialettali riflesse → quasi ogni regione d'Italia produce una propria
produzione dialettale che però non è spontanea ma è dettata dalla volontà di discostarsi dalla rigidità
della Crusca. È il caso di:
a) ANGELO RUZANTE → usa il termine snaturalitè per indicare la necessità di parlare come si
mangia; scrive in dialetto veneto con un'immediatezza modellata sull'oralità.
b) BASILE → a Napoli (prima metà del Seicento) scrive “Lo Cunto de li Cunti”, in dialetto
napoletano più o meno schietto.
Nel '600 c'è una fiorente letteratura in Italia con G. B. MARINO e il suo “Adone”. Anche la scienza
ha il suo successo con GALILEO GALILEI, il quale scrisse sia in latino che in volgare toscano →
condannato dall'Inquisizione sceglie la via dell'abiura; altri come G. BRUNO preferiscono il rogo
(1600 – Campo dei Fiori). [GALILEI + BRUNO = maestri della prosa scientifica].
⅓ dell'Italia è sotto dominio iberico + stati regionali superstiti → si tende ad etichettare il Seicento
come un'epoca di minor splendore rispetto al Cinquecento, un secolo di declino per la civiltà
italiana.
Il Settecento → emergono i Savoia, ridefinitosi come casato italiano dopo un'origine transalpina;
Torino diviene capitale d'uno stato d'identità italiana.
Guerre del '700 modificano il quadro geopolitico del continente: Guerre dinastiche.
È soprattutto un'epoca di crescita economica e demografica grazie alle scoperte della tecnica e in
ambito medico.
Dopo la dominazione iberica seicentesca, dall'inizio del '700 in poi in Italia subentrano gli
AUSTRIACI, ai quali nel 1706 vengono affidati Lombardia e Veneto = si forma il Regno
Lombardo-Veneto. La dominazione austriaca si conclude nel 1866 (x Trento e Trieste bisogna
aspettare il 1918).
IMPERO AUSTRO-UNGARICO → entità sovranazionale.
Lombardia prima era viceregno spagnolo, poi asburgico = tuttavia non si impongono le lingue dei
dominatori → l'influsso di tedesco e spagnolo è minimo, c'è pochissimo superstrato a causa degli
scarsi contatti delle élite dominatrici con la popolazione:
spagnolo tedesco
Puntiglio → puntillo; Würstel
Patata → origine amerindia, quequa; Strüdel
Feldmaresciallo
Il Settecento per l'Italia è il secolo della musica, nella musica l'Italia eccelle, e nell'OPERA in
particolare (esportano l'italiano all'estero):
L'IMPORTANZA DELLA SCUOLA → le scuole erano private e potevano andarci solo le élite =
erano scuole gestite prevalentemente da religiosi o congregazioni religiose. Le scuole pubbliche
sono fondate degli Asburgo nel Settecento con Maria Teresa d'Austria.
Il Settecento è il periodo d'oro dei francesismi in Italia. Tra gli autori + rilevanti del 700:
1) CARLO GOLDONI → teatro, erede della tradizione dialettale veneta poi in lingua standard;
trasferitosi poi a Parigi alla corte di Luigi XV scrive anche in francese; alcune commedie = Baruffe
Chiozzotte (dialetto veneto), La locandiera, Arlecchino servo di due padroni.
2) PARINI → “Il Giorno” = italiano standard di base toscana;
3) ALFIERI → esigenza di spiemontizzarsi = misogallismo;
4) CASANOVA → scrive la propria biografia in francese.
1789 → Strascichi italiani della Rivoluzione Francese con Napoleone Bonaparte (ventennio
napoleonico 1796-1815).
1797 → Fine della Repubblica di Venezia = ne scrive UGO FOSCOLO - “Ultime lettere di Jacopo
Ortis” come tradimento del sogno rivoluzionario-napoleonico.
L'arrivo dei francesi porta in Italia la burocrazia, le regole egualitarie e i sistemi politici d'Oltralpe
post 1789. → CODICE NAPOLEONICO = sistema democratico antiprivilegi (specie quelli del
clero) + potenziamento delle scuole pubbliche a discapito degli istituti religiosi privati (riduzione
dell'analfabetismo) + apertura dei ghetti ebraici.
Dopo il 1815 ritornano le strutture d'ancien regime ma l'Italia resta ancora legata alla cultura
francese.
5 maggio 1821 → morte a Sant'Elena.
Prevale una lingua moderna, aperta ai forestierismi, come quella voluta dagli illuministi milanesi;
un nucleo conservativo critica però la lingua “infranciosata” → è il PURISMO: i Puristi vogliono
una lingua pura esente da francesismi, forestierismi e dialettismi.
Massimo rappresentante è l' ABATE CESARI → scrive la Crusca veronese (1806-1811), versione
riveduta e migliorata della Crusca fiorentina = è una reazione a Napoleone e all'“infranciosamento”
della lingua. Quando Napoleone chiude e limita l'azione della Crusca fiorentina, Cesari pubblica
una propria versione del vocabolario cruscante (estremamente conservativo). Sia Manzoni che
Leopardi possedevano esemplari della Crusca Veronese (abbiamo quella del Manzoni con le sue
postille).
1860 → P. FANFANI – Lessico della corrotta italianità = elenco di parole da evitare perchè
derivanti dalla lingua francese (attacco in piena regola ad ogni forestierismo); è un prontuario di
parole da evitare.
In quest'epoca nascono i VOCABOLARI DEL DIALETTO per permetterne il superamento → il
dialettofono consultava il vocabolario e trovava la parola in lingua italiana corrente/standard.
Si producono molte edizioni di testi trecenteschi (primi tentativi di curatele filologiche).
MILANO post 1815 è culturalmente divisa in due: da una parte abbiamo i classicisti della
Biblioteca Italiana, dall'altra i romantici del Conciliatore (vi scrive Silvio Pellico).
La lingua è un compromesso tra le posizioni dei Verri e del Cesari.
In questa temperie si forma ALESSANDRO MANZONI (1785-1873).
Manzoni è un romanziere (genere letterario tipicamente ottocentesco) che scrive un solo romanzo: I
PROMESSI SPOSI.
Formazione poetica del giovane Manzoni (5 maggio, Inni Sacri,...) e prove teatrali (Adelchi, Conte
di Carmagnola).
LA LINGUA DI MANZONI cambia nel corso del tempo. Essa è una miscela di 3 elementi:
a) lingua letteraria trecentesca (tradizione puristica);
b) francese (lingua delle élite e della cultura alta);
c) dialetto selezionato/filtrato (infiltrazioni dialettali lombarde).
Poi per redigere la Quarantana, Manzoni si reca a Firenze per “sciacquar i panni in Arno”, per
redigere il suo romanzo con una livrea linguistica toscaneggiante, affine alla lingua fiorentina
parlata dalle classi medio alte. → DIVENTA UN MODELLO D'USO COMUNE NEGLI ANNI A
VENIRE CHE SI FRAPPONE ALLE POSIZIONI CRUSCANTI AVENDOLA QUASI SEMPRE
VINTA.
Manzoni diviene l'autore – prima dell'Unità – della “sparsa” cultura italiana, per poi diventare dopo
il 1861 la bandiera linguistica e letteraria dell'Italia unita.
Sulla linea del Manzoni operano COLLODI con il suo Pinocchio e EDMONDO DE AMICIS con il
libro Cuore, divenuto col tempo uno dei mezzi di diffusione della lingua manzoniana detta
IDIOMA GENTILE.