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—% — ciamo una cura capillare di tutti gli strati dei fedeli, ed ecco che la fede ne guadagnera. In alcune zone il culto dei morti é in ragione inversa colla moralité e colla pratica cristiana. Che cosa significa questo? Signi- fica che si vol vivere come si vuole, credendo poi di poter tutto acco- modare dopo morte con molti e splendidi suffragi. Cid & semplicemente superstizione! Confratelli, scusatemi; ho promesso a Dio di dire sem- pre la verit& anche se scotta; ma Dio ha gia detto a nostro confort «La verita vi fara liberi»; per questo Ia Chiesa é tutrice della verit’ e della liberta. Ci resta da dire una brevissima parola sulla Cresima, che oggi crea anche i suoi problemi pastorali intorno alla cura degli infermi. Ir quesito. A chi si pud dare la Cresima? A coloro che sono in peri- colo di morte per causa di malattia, siano infanti o adulti. Si & molto discusso se si richiedesse la certezca morale della morte, poiché il decre- to dice « dummodo hi fideles ex gravi morbo in vero mortis periculo sint constituiti, ex quo decessuri praevideantur ». E’ prevalsa oggi I'in- terpretazione che questo pericolo di morte sia da valutarsi alla stessa stregua del Viatico e della Estrema Unzione, per cui & sufficiente « illud rerum discrimen in quo cum quis constitutus est ipsum et superesse et ‘occumbere posse utrumque est vere graviterque probabile ». Sono esclu- si coloro che sono in pericolo di morte per causa diversa dalla malattia. IP quesito. Chi pud dare la Cresima? 11 parroco territoriale, ed an- che il parroco personale, ma che ha un territorio, Sono esclusi percid i parroci strettamente personali come i cappellani militari ed i superiori i religioni clericali esenti, Pud darla il vicario economo, Non pud cer- tamente il vicario cooperatore 0 viceparroco, E’ quasi certo che sono esclusi i vicari sostituti e i vicari adiutores, di cui il decreto non parla, Sono esclusi gli stessi vicarii generales. IF quesito. In che luogo? Solo nel tertitorio di loro competenza. Fuori del territorio parrocchiale sono incompetenti anche nei riguardi dei loro sudditi, mentre nel territorio sono competenti anche verso i pel- legrini ed esenti. TV quesito. Si pud delegare? Nessuno pud delegare, ed & tanto chiaro, perché neppure il Vescovo pud delegare il potere di cresimare. Sarebbe una inspiegabile incongruenza giuridica che il parroco avesse Poteri pitt ampi del Vescovo stesso. V* quesito. Cosa si intende per assenza del Vescovo? Questa claw: sola & ad liceitatem o ad vatiditatem? L'assenza del Vescovo va Presa in senso morale, non fisico. Assenza morale ee il Neste a ud ess nza grave incomodo, che pud consistere 1 tinuamente chiamare per i moribondi. Va da st che trattandost di re Tecchia sita fuori del capoluogo della Diocesi l'assenza del Veo 4 Ste quasi sempre o per Purgenza del caso o per l'incomodo i fescovo nel doversi trasferire sovente fuori con dj. Eee al fees e spese non indifferenti, Si tenga presente che fing ‘al 1946, anno della concessa potesta ai parroci, tutti questi cresimandj moribondi passavano generalmente all'altra vita senza il Sacramento; non & quindi il caso di stringere oggi di assedio i Vescovi. In quanto all'altro quesito, se cio’ la clausola dell’assenza del Ve. scovo sia ad valorem o solo ad liceitatem, auctores in contrarias sen. tentias abeunt. Il decreto usa la dicitura: « Hac facultate uti possunt, dummodo Episcopus... haberi non possit ». Il Vermeersch giustamen. te osserva che una facolt& pud essere proibita o perch? illecita 0 perche invalida; non si deve perd intendere la validita se cid non & ben chiaro, Ora qui nel decreto & chiara la clausola vetante ¢ proibente, ma non la clausola irritante o invalidante, VI" quesito ed ultimo, B’ obbligatoria sub gravi Yamministrazione della Cresima ai moribondi (nell'ambito delle facolt& concesse) da parte del parroco? R. Premetto cid che a voi tutti 2 noto, che Ia recezione del Sacramento della Cresima non consta che sia imposta sub gravi al fe- dele. Un obbligo & certo dal c. 787; ma sembra sub levi. Perd altra & la posizione del fedele, altra quella del ministro, cui incombe ex officio 1a cura pastorale degli infermi. Omnibus. perpensis, io penso che l'obbligo del parroco sia ex genere suo grave, in modo che peccherebbe gravemente il parroco che abitualmente trascurasse di cre- simare i moribondi. E mi sembra che la prova consista in questo: che, avendone ricevuta la facolta sia pure per privilegio, il dovere pastorale lo obbliga ad amministrare i Sacramenti utili alla salvezza, E certo che la Cresima aumenta la grazia e pone il fedele su un piano di maturita spi- rituale dandogli diritto a maggiore gloria. Trascurare abitualmente que- sti vantaggi delle anime @ nuocere gravemente al loro bene spirituale € derogare in cosa grave ai doveri del proprio uficio. Di qui ne deriva che in un singolo caso non abbiamo sufficiente materia per condan- narlo di grave colpa. Di qui ne deriva pure che in caso di neonato che abbia gia rice- vuto il Battesimo e sia in pericolo di morte il parroco non @ tenuto a subire un grave incomodo per portargli il beneficio della Cresima, per ¢s. alzarsi di notte e percorrere Iungo cammino. Fara bene se lo zelo lo spingera all’opera caritativa. Eccovi, carissimi Confratelli, ali infermi visto dallaltezza di © a velocita da reattore, ma sj Pastorale, Non mi resta che a sulle sponde dell'eternita, per vostro gaudio, , il vastissimo panorama della cura de- un velivolo che spazia a quota altissima Pero sufficiente a scuotere il vostro zelo ugurarvi di portare tante anime in salvo ché possano essere eterna vostra corona ¢ Mons. GIUSEPPE ROSSINO Le positive formazione de Siovani alla purezz, 2 di Geremia Dalla Nora Egli fu sacerdote. E noi siamo sacerdoti, tutti "| sn in cn gra tn a Sszerddio ol ooncesse ¢ raccomanda Vuso, Slamo qui per atte es a efficacemente questo nostro compito, e S, Giuseppe Cafasso in cid fu a brilld di tale luce interiore da molti che l'avvicinarono. Egli fu particolarmente so, anche nei mezzi. Non operd cose che desta: Tatentione degli estranei o dei distratti; non operd neppuse canes Cottolengo o D. Bosco, — che con le loro iniziative volute e sostenute da Dio a inequivocabile fine apologetico e formativo, ma mirabili anche esteriormente, — tracciarono una scia nella Storia della carita o del Teducazione, Egli « operd da dentro» sui singoli: sua palestra e cattedra fu so- prattutto il confessionale. Di qui agi sulle anime, e tramite esse sulla societé e nella storia, Ne accostd di tutte le categorie della dignita umana e di tutti i li- velli della grazia: dai condannati, — per le prestazioni verso i quali Egli tnoto come «il prete della forca », — ai santi, come un Don Bosco. Accostd © formé regolarmente anche giovani? Sicuramente; tutta- via non abbiamo documenti particolari in proposito, Ma ci basta che sbbia guidato ¢ sorretto con, mano illuminata ed esperta quel forma- ‘ore di anime giovanili che fu Don Bosco. Lo guidd effettivamente, che ton si limitd a constatare, ma intervene autorevolmente a segnare hh ‘pla, a guidare nel pieno senso della parola. Adolescente, Giovanni co inoltrd regolare domanda di iscrizione ai Francescani, © pronto ‘le partenza, si espresse, come gia al solito, con D. Cafasso, il quale ‘ifeee disfare i bauli e attendere i piani della Provvidenza. In tal modo Io sorresse col consiglio fino alla morte, dirimendo pe- ‘criamente, alla luce di Dio, tentennamenti e incertezze, e assicuran- dent iso della volonta Divina alle nuove vie che Tapostolo della oventiy ‘4 1 campo educativo cattolico. andava coraggiosamente aprendo n rent Infine i tanti motti, principi, massime che p, i mnoscenza di tanti motti, principi, massime cl pain sa ssc tml al a f stessl di D. Cafasso, come si rileva da lettere e testimonianze. Sicehs Srnoscendo Vanimo e i divisamenti del Discepolo si intulscono le gua it sia re i 11 Maestro. E ritengo che raramente si ‘ Ciprocta con plena di stima, intendimenti e affetti, come nel felice caso che descriviamo, Il tema Dopo questo doveroso omaggio introduttivo allo spirito della Tre. jiorni, passiamo al nostro tema, i fe eas i sviluppato nella luce dei santi e della Chiesa, ma senza derivazioni dirette da S. Giuseppe Cafasso, per i motivi addotti. «La positiva formazione dei giovani alla purezza» & tema vasto ¢ importante: @ sempre stato tale, perch? la formazione dei giovani & un crocevia per Ia vitalita della Chiesa e la maturazione dei santi. Invero, se non si parte da loro, @ difficile partire da altrove, molto difficile. Fermiamoci ora brevemente nell’analisi dei termini dell’argomen- to, perché sottendono tutti grandi realta e impegni, per cui Ia loro chia. rificazione @ chiarificazione di valori. 1-1 TERMINI Sono questi i termini da chiarire, contenuti nel tema: i giovani, la purezza, la formazione et quidem positiva. 1-TJ giovani In limiti cronologici non sono coloro che hanno superato i vent'an- ni € non oltrepassato i trenta, come vari psicologi propongono e come si intende, per solito, nel gergo comune. S'intendono invece tutti i ‘SOB getti che stanno tra i 6-7 anni e i 2025, cio’ nel grande arco della matu azione fisica e psichica cosciente. Stabiliamo cosi noi ora per capirci, non avendo una parola inequivocabile ¢ chiara in proposito, Essi si distinguono poi in fanciulli, preadolescenti, adolescenti mi nori e maggiori e giovani p.d. I fanciulli stanno tra i 6 e 12 anni, i pre- adolescenti tra i 13:14, gli adolescenti minori tra i 14 e 17, i maggiori tra i 17 e i 20; i giovani p.d. sopra i venti. E’ una distinzione arida, ma utile per collocarvi alcuni fenomeni che interessano il nostro argomento. Dunque parliamo di giovani, ¢ ciot consideriamo Yuomo in una fase particolare in cui Intelligenza sta ancora acquisendo le nozioni ¢ stabilendo le connessioni ai fini della verita; la volonta manca di fe merza ¢ tenacia per carenza di motivi chiari e stabili; Yemotivita, SP cialmente in certi momenti, subisce escursioni rapide e intense; e Tur to sociale interferisce spesso con Teazioni brutali, Affrontiamo dunque 9 yuomo in una delle sue fasi pi drammatiche, favo semplicemente naturale. (E’ noto pers iigaria ad equilibrare meravigliosamente defi dal punto di vista evo- @ tutti che interviene icienze, carenze e agita- ion) ‘oper st, dunque, resta vero che il tema dei giovani & tema difficile, 2. ba purezea Com’ difficile, d'altronde, il tema della purezza. Lo @, diffci 4 sotto tant aspetti; elo & diicile, applicato ai giovani, oi gwal pote colarmente si associa, data la speciale fase della loro evolusione piolo, sice, psichica e morale, Che s‘intende per purezza? In senso generico essa @ l'esenzione da ogni macchia morale. In tal senso @ una grande grazia: @ santita. In un significato che si inserisce tra il precedente e il prossimo che desctiviamo, essa significa « rettitudine dintenzione », Ha importanza sicuramente, perché assicura Vorientazione dello spirito allapertura del. la verita e alla conquista del bene. Se ne incontra frequente richiamo nei Salmi: « Gloria e onore ai retti di cuore » (Pss. 31, 11; 68, 11). Con un‘esegesi conforme al testo e al contesto, si pud ricavare an- che dalla beatitudine di Gest: « Beati i mondi di cuore » (Mt. 5, 8), beati cio’ i limpidi di intenzione, che amano e ricercano la verita, perché ccontemplano Dio», «Ai mondi di cuore » delia beatitudine, perd il commento tradizio- tale ¢ comune attribuisce il significato di «esenti di colpa contro la castita > Noi ora ci atteniamo particolarmente a questo. 3. Formazione Il terzo termine da analizzare é la formazione. Proponendolo ne am- Teltiamo implicitamente, nella fattispecie, la necessita, Ogni_ genuina Maturazione spirituale si attua attraverso la formazione, ha bisogno di lazione, Non cosi la biologica: questa, quando disponga dell’a mento sulli- te ¢ delle condizioni esterne richieste (temperatura, umidits ecc.), situa da sola, Noi non solo non siamo tenuti, ma, anche volendolo, Hm rlusciamo a preoccuparci, per esempio, delle modalith dello sip. [delle membra, dellaccrescimento del torace, della distrbuzione det tug'°nvoluzioni cerebrali o delle connessioni neuroniche: tutto ie ; { 8010, spontaneamente, In altre parole, nel biologico normale, ‘i limitiamo a costatare, non riusciamo a guidare. Ogsl, & vero, ta inmittetviene con vitamine, ormoni, radioattivita, ehteungia; ma no'@?¥ento a tastoni, alla cieca, Palesemente, non é guida nb former dione Signore ha affidato al biologico la potenza della propria ctr. Gen, 1, 7 s8.). fone spirituale invece per attuarsi ha bisogno di ayy, “cit mate pile es Prana seta Teaca ¢ prevengano e correggano Je deviazioni insite nella natura cog. fetta, Per tal fatto, dal punto di vista dinamico, metodologico, « da, Costruirsi», Ja maturazione spirituale dipende notevolmente dagli alty tomini, dallambiente spirituale di vita, Non ne dipende come imputso come meta, perche « fecisti nos ad te, Domine » (S. Ag. Confess. I, 1, 1), poi anima ® naturalmente cristiana, secondo il noto asserto di Ter tulliano (testimonium animae naturaliter christianae - Apol. ¢. 17), ¢ ‘ognuno ha il proprio dono da Dio (1 Cor. 7, 7). La purezza interferisce in tutto cid? Notevolmente, ae : Invero tanto pid si 2 elevati, cio® puri, quanto pitt si ® staccati dalla materia, Ma per Ia drammatica situazione umana, — dopo il peccato ori, ginale, — 'impulso al piacere, strettamente legato alla materia, ¢ intenso, edi conseguenza é vigorosa la minaccia alla purezza. Resta percid chiaro che il possesso, 1a difesa e l'accrescimento della purezza condiziona, jstrada ¢ incrementa la spiritualita. Di qui l'imprescindibile esizenza dj uma specifica formazione alla purezza. E di una formazione positiva, 4 - Formazione positiva E Vultimo termine da considerare, ed ha esso pure il suo peso. Ecco che intendiamo dire, ‘Anzitutto intendiamo una formazione con argomenti assoluti, co- struttivi, «positivie, poggiati sulla verita che resta (Ps. 116, 2) € che sola ha la capacita di liberare (Giov. 8, 32), conformemente alla parola di Gesit. Solo cosi infatti Ia purezza resta; e resta perché coincide con la liberta di spirito e con Ia gioia, le quali rappresentano profonde aspi razioni dell’animo, ma che purtroppo, — per la debolezza della natura ¢ la cattiveria umana, — vengono spesso confuse con il libertarismo, il libertinaggio e il piacere. Dunque veriti: esposizione dei beni, dei motivi e del dovere della purezza, e chiarificazione della sua natura spirituale e del suo limite naturale. Positiva vuole essere la formazione anche per l'appello alle sicure conoscenze biologiche note attualmente e utili alla guida, alla preven zione, alla terapia. Infine vuole essere tale per lesplicita e insostituibile ricorso della ve rit religiosa, quale ci @ data dalla Rivelazione specialmente neotest2- mentaria, con gli originalissimi testi paolini sulla teologia del corp? umano e sul senso della libert&, della grazia, della natura decaduta ¢ del peccato (cfr. soprattutto Rom. cc. 7 ¢ 8). La formazione religiosa alla purezza & positiva anche quando Pro spetta le conseguenze del male, come si rileva dal Vangelo ¢ da S. Paolo, oon : t E ersa dalle intimidatorie argo- nentazioni di malattie, deficienze © dissesti un tempo eater © forse anche abusate, — nella esortazione individuate eollenivg toy rogressi della medicina vari di quei pericoli scomparvero, ¢ percid scomteree ssehe Ia loro forza probativa: doveva cessare di conseguenza onthe a dovere della purezza?! Comunque & difficile ottenere un'eduec te arione piena e gioiosa al « gssolutor mediante una serie di a a ina Serie di sno esistenzialis, e percid transitori, anche se se ne ravvisa Vutilita affiancatrice in momenti particolari, Ig efntiva la purezza 2 virti positiva e come tale viene custodita e all: mentata di verita, convinzione, dedizione, gioia, Con cid abbiamo affermato dei principi, gravi sceenneremo ad alcuni argomenti: la diversita di non ci tragga in inganno, quasi ne misuri il valore a sacerdoti, maestri di spirito e dotti in tcologia, nare 0 ad alludere a mezzi e temi affrontati tradi tima cristiana, mentre amiamo soffermarci su all ma di accessione meno immediata, di applicazioni, Ora estensione espositiva formativo. Parlando ci limitamo a nomi- ionalmente dalla dot- tri, ausiliari magari, Il - EVOLUZIONE BIOPSICHICA, AMBIENTE E PUREZZA La formazione alla purezza suppone un ambiente, — che costituisce il clima di accoglienza e germinazione, — ¢ lo strumento umano per ec- cellenza, la parola veicolo di verita. Diciamo subito di questa, Difficotta di parlare ai piccoli Se in linea teorica ¢ logica gli argomenti sono facili e convincenti, on sempre si presentano tali ai fanciulli, a motivo del loro limite re- cettivo o della Joro risonanza emotiva. Basta in Proposito rilevare la circospezione raccomandata dalla saggezza morale per l'interrogazio- ne ai fanciulli, allo scopo di non introdurre la loro vivace fantasia in campi ignorati e minati; viene raccomandata la prudenza anche ad even- twale scapito dell'integralita materiale del Sacramento. Qualora non ci sia stato impianto di malizia o urto di scandalo, l'appello alle altezze della grazia ¢ alla gloria riservata in cielo ai puri di cuore, 'ammirazio- he del sacrificio e dell’eroismo — sull’esempio di Gesit e dei Santi ~ Poi la generosita per i peccatori, il buon cuore per i sofferenti, sono 'rgomenti interessanti ed efficaci, che costituiscono per lo meno valido Ponte alla solidita dei temi presentati a suo tempo dalla razionalith, Ma come arrivano i giovani ad acquistare la coscienza ed il senso Purezza? Quali fattori o condizioni intervengono? — 102 — 1 = VACQUISIZIONE DELLA COSCIENZA PSICHICA & MORALE DELLA PUREZZA Nella fanciullezza la minaccia per la purezza deriva soprattutto qa Yambiente sociale, ché non esistono impulsi interni, né vivaci né tenys che facciano da richiamo spontaneo. Cid normalmente, , Qualche caso fu avviato dall’ozio, dalla scoperta individuale occ, sionale, casuale, che rivela una certa fonte di piacere. Di solito pera, ribadiamo, é l'informazione maliziosa, — orale od operativa, o entram. be insieme, — del coetano, 0, pitt raramente, dell'adulto. Diversaments jl fanciullo ignora, e, per un naturale impulso di conformismo am, bientale legato al suo vivo spirito di imitazione, & portato al rispeitg del proprio e dell'altrui corpo, nella condotta esterna ¢ nella fantasia, Il pitt piccolo anzi, — l'infante, il fanciullo prima dell’'uso della ragio. ne, — non ha neppure il timore o il sospetto del male ¢ percid non ivela neppure il senso del pudore, ch’ una manifestazione di conss. pevolezza di valori e di pericoli: per lui tutto va bene. (Riscontriamo un contegno analogo in grandi santi, i quali pure superano il pudore, non perd per ignoranza di battaglia e pericolo, bensi per contempla, zione perfetta e sicuro possesso della verita integrale, la quale Ii inse. risce talmente in alto da non risentire delle ripercussioni della natura), Resta pertanto acquisito che il fanciullo & minacciato dall’ambiente, — ed oggi, purtroppo, ne & minacciato ampiamente e profondamente, — con grave scapito della societa intera, Liadolescente minore reca il pericolo in se stesso, in conseguenza della maturazione del suo organismo. Fino allora trovava tutto facile e lieto, ora non pitt. Entra attivamente nell'orbita del settore ormonico riproduttivo, che condiziona — (e dal quale tuttavia & condizionato per interazione) — ‘aumento di volume delle ghiandole germinali, 1a for mazione del seme e il meccanismo automatico delle variazioni fisiche i. Per tutto cid rimane sospeso tra il timore e I'interesse, per una intuizione vaga di soddisfazione ¢ di male. Se per caso, in questa sospensione, @ braccato da stampe, film o discorsi cattivi, allora tra colla tragicamente nella masturbazione solitaria 0 collettiva, con con- seguenze deleterie per la purezza, la spiritualita e la personalita intera. Tutto cid avviene nel periodo delicatissimo della puberta, e si protrae per vario tempo dopo. Torneremo sul tema pitt avanti. L'adolescente maggiore, sui 16-17 anni, s'inoltra ulteriormente nel- Ja conoscenza ¢ nella battaglia. Vi s‘inoltra in conformita della situazio- ne. Egli intuisce la socialita ed pit: autonomo del quindicenne. Egli comprende la patria, intende pitt vitalmente la Chiesa, — prima Ia capi va intellettualmente, — e capisce o intuisce I'esistenza, la natura e il mi stero della famiglia, e, attraverso questo soprattutto, subisce una pri crisi di amore per Ja scoperta della ragazza. La purezza ora viene Mm nacciata non pi direttamente, ma pure sempre in profondita, perd = 103 — sg manca l'iluminazione € la fortiicazione sore viene trossolanamente confuso con I smbfare un‘avventura e una vanteria, Ej ‘ diveriella nostra opera di formazione posi ealdeltgeean cise fie Ecco tre grandi categorie designate in rapporto alle loro difficclt®, o pit precisamente, in rapporto alla sorgente delle loro difficolta, Te. nendole presenti siamo pit efficaci, iche derivano dalla grezia, ‘istinto, e, socialmente, pud ‘2 - INAUSSO E TERAPIA DELL’ AMBIENTE Allora, come dobbiamo dare la formazione? Anzitutto nell’ambiente e con I'ambiente, e poi individualmente, Diciamo ora della prima, importantissima, che sta a cuore della Chie- sae ha costituito la preoccupazione e l'intento dei grandi educatori cri- stiani, Essa € importante, perché per i ragazzi é quasi tutto, in quanto 2 preventiva ¢ terapeutica insieme, e per gli adolescenti ¢ molto, perché assicura il clima di impianto e di maturazione delle idee forza. a+ Lambiente in generale Invero se 'ambiente 2 fine, spontaneo ¢ contagiato di gioia, quan- to meno pericoli e quanto meno battaglie! Talora anzi neppur batta- Allora ammireremo nell'occhio dei ragazzi lo splendore della gra- tia e nel loro contegno la disposizione alla generosita pit eroica. Lawertono bene gli estranei quando accostano ambienti impregna- ti di spirito di verita, impregnati di religiosita assorbita spontaneamen- te, — la quale religiosita, inizialmente ¢ fondamentalmente, ¢ sempre somma verita; — € che dicono? Essi che sono in grado di fare i con- fronti con altri che hanno sott'occhio normalmente, essi esclamano: «Non sappiamo cos’hanno: splendono». E comprendono quali portenti opera la Chiesa quando adotta i principi ¢ pratica i mezzi a sua dispo- sitione: si vede la purezza crescere mincia col distinguere. Si osservi Tistinto nell'animale: esso & tutto: esso stimola ¢ limita ad un tempo, Percid animale non abusa mai Per esempio, nel nutrimento: una volta sazio, basta. Sempre cost am che nei fenomeni per la sopravvivenza della specie. Nell'uomo Je cose cambiano, perché in Ini I'istinto conserva 8 componente impulsiva ma non detiene Ja regolativa: questa da Di? venne affidata alla ragione, per la quale l'uomo é libero. Pertant? quando l'uomo non si lascia guidare dalla retta ragione e dalla grazia © = i — rinuncia al compito direttivo e regolativo di scenda al livello dell’animale, ma sotto, golazione ¢ I'uomo, nella fattispecie, nocchiero in gran tempesta », Dunque Vistinto umano & buono nella struttura ¢ va vigilato nella manifestazione, la quale devessere conforme alla ragione. Una volta acquisita questa convinzione, i giovani non reggono pitt a Iungo nel. Yeventuale male in cui fossero immersi, perché mancano di moti seagionatori, vengono a trovarsi senza sponde e senza impalcature, privi di una filosofia — (per dirla con termine che talora essi amano) — che li giustifichi. Talora conviene illuminare con un paragone Ia realta descritta. Ci si pud riferire ancora al nutrimento. Diamo la baia agli ubriachi, « Ma in fin dei conti, possono obiettare, non facciamo che obbedire all'istin- to di conservazione! ». Noi rispondiamo: « Voi non obbedite alla ra- gione, che vi segna un limite nel bere; voi andate contro ragione ». E questo tutti lo capiscono e lo ammettono; e intuiscono Ie altre ap. plicazioni. i se stesso, non é detto che Perché V'animale possiede la re- no, diventando come «barca senza E' opportuno nell'opera formativa, ribadire con chiarezza due con- cetti, che stanno alla base della vita morale e cristiana. a) I primo riguarda la distinzione tra senso ¢ consenso. Che pace se i giovani arrivano a comprendere che @ la volonta insieme con la Consapevolezza a dare il sigillo definitivo del bene o del male, e che quindi non hanno da turbarsi di ripercussioni fisiologiche e di imagi- nazioni, quando non c’entra la responsabilita! Comprendano la distin- vione tra atto fisico, psichico e morale: il primo @ di natura e si attua inconsapevolmente; il secondo attinge la coscienza psichica, ma pro- cede senza la volonta; morale & solo I'atto che associa consapevolezza © volonta, cio’ che impegna il pieno esercizio della responsabilita Umana, i b) Il secondo concetto @ Ia realta del peccato originale. La are missione guida Tascetica saggia e concludente: diversamente pullule- Tanto continui sofismi, che agitano, deviano e opprimono. a Chiarezza netta su’ cid che significa riconoscimento della propre olezea, — per la diffrazione originaria tra spirito ¢ materia, ie iapitazioni spirituali Gl «dover essere» morale) e impwisl organ’ © ivi, — e conseguente impegno di battaglia e mortificazone, Sccenneremo, ») Biso, eno o impulso? i, riferimento alla purezza, si parla spesso di bisogno, megibisogno sessuales, S'incontra lespressione sain al tratta dl c+ ving Scritti per i giovani, con gli intenti migtior!. Njuindi confusion. » Ma il termine bisogno qui & errato € porta —12— Bisogno, in biologia, & definito quanto é indispensabile al ricambio e nergetico e materiale perché Vorganismo sopravviva: esso si riduce, in pratica, al nutrimento e alla respirazione, e anche alla eliminazione che consegue ai primi due. Quindi non c'entra il settore riproduttivo. In- vero, il suo esercizio non é indispensabile alla soprawvivenza indivi. duale, e, per s2, non Jo & neppure al benessere. E infatti non si pud ritenere indispensabile una funzione che appare tanto tardi nel ciclo vitale: basta questa considerazione per convincere ¢ togliere di testa che @ cuna necessita», E’ bene dunque attenersi al termine preciso di stimolo o impulso. c) Felicita: gioia o piacere? Alla felicita tendiamo tutti: @ il Signore che ci ha posta questa tendenza: nessuno vuol essere infelice. La ricerca della felicita @ un bene ed & una necesita; ma a quanti errori pud dar adito! La trage- dia del mondo si spiega come una falsa pista alla ricerca della felicit’. Per I'uomo in cammino verso leternita, quaggiil, la felicita ha un doppio nome e un doppio aspetto: & gioia o piacere. La gioia @ la autentica felicits umana. Essa ha sede nello spirito, perch parte da esso e si ripercuote in esso: costituisce lo scopo non solo dell’azione ma della vita, conformemente alla parola di Gesii: «Bravo servo buono e fedele,.. entra nella gioia del tuo Signore» (Mt. 25, 21). Essa @ sempre conquista, perch consegue al compimento del do- yere cio’ all'attuazione della legge. Siccome & conquista, perfeziona Vessere. Per sua natura desta vibrazioni che superano il tempo, ¢ in ogni caso che oltrepassano i fatti che la condizionano: ha sapore e struttu- ra extratemporale, perch? spirituale, Diverso @ il piacere. Dipende fondamentalmente dall’organismo: 2 un deposito ¢ percid, nella sua espressione, spesso & un consumo; per sé non perfeziona, Ha significato di strumento, a servizio dei grandi compiti biologici dell’organismo, Legato com’ alla materia, & bloccato nelle strettoie del tempo, e risuona solo nelistante in cui ? mietuto, Ma & alla portata di ognuno; quello particolarmente legato alla maturazione puberale, minaccia di smidollare I'adolescente, che istradato dall’abitudine 0 dai cattivi, lo stimola ¢ lo miete come goccia di felicita, E’ la tragedia del Ja vita © del mondo. E del peccato originale! Si rifugge dal dover¢ sotto Ia pressione dell'accidia ¢ delle altre passioni, ¢ senza Ia fore’ dit Dio, si corre alla coppa del pincere in tutte le forme, Il « goder 1 vita» non & che questo; e percid si compiangono i buoni, i religiosi: i santi quali infelici che non comprendono Ia vita e a felicita. Qui st@ Ja vera tragedia, in questo capovolgimento di valori. Allora, come fare e cosa dire? Anzitutto alla luce della ragione ¢ della grazia far intendere 'eaui ud — 13 — voco, che la felicith non é il piacere ma Ia gioia, che il piacere & str mento, € che la ricerca di uno strumento come scopo (finalizzazi dello strumento) & uno sconvolgimento di natura, ¢ un disordine: aa .cato. Cosi, proprio. E che fa il 2 ani e maestros Peccato? Oscura l'anima, la rende Lo affermano perfino gli psicanalisti quando descrivono il fatale sentimento € complesso di colpa che opprime coloro che non si at. tengono alla coscienza; essi non vogliono parlar di peccato e di com seguenze del peccato, ma offrono un'equivalente descrizione delluno e delle altre. E coincidono con quanto diciamo noi perch? parlano di schiavitt, di noia, di tristezza, di angoscia, di isolamento interiore, di dispersione. Sono il triste frutto della ricerca del piacere: palesemente non so- no Ia felicita! Il piacere & onesto quando accompagna un dovere o un impegno legittimo: allora riveste qualita di gioia, e percid impregna T'anima. Ricercato per se stesso, ripetiamo in conclusione, & posto fuori dell’or. dine, viene elevato illegittimamente al rango di scopo o fine, e diventa peccato, chb peccato & qualsiasi finalizzazione di uno strumento, Comprendete percid con quale giustezza D. Bosco, con i grandi educatori cristiani, ripeteva ai giovani: «Fuggite il peccato e avrete la ior». d) Continenza e castita. Continenza e castita stanno fra loro come la parte al tutto. La castita 2 la virtd. Sta nell’anima: nei desideri, nelle aspirazioni, in tutto l'es- sere, La continenza, — consapevole evidentemente, — & una conseguen- za della castita ed @ il suo aspetto materiale piit evidente. Deviati dal sofisma purtroppo giovani e non giovani ripongono la Purezza nella continenza consapevole, della quale riducono progressiva- mente i confini, permettendosi liberta che non coincidono con Ia virtd. Si comportano cosi gli orgogliosi, — i quali d’altronde non reggono a lungo nella loro posizione, perch? sono su un piano inclinato; — e si comportano cosi quanti considerano il peccato ad una stregua esteriore © materiale, trascurandone la componente volontaria. Tutti costoro attingono una conclusione analoga: o incappano ne- ali scrupoli o cadono nella tiepidezza e nel compromesso o si amma- lano di nervi, come prevede a medicina. II puro non si ammala per 'l fatto di conservarsi puro, perché comportandosi in conformiti con |a legge del Signore, — che avvalla e interpreta la legge naturale, — unitario e totalitario e quindi nella pace. Chi volesse invece essere {imtinente senza essere casto, cio’ senza amare la virti, senza cercar- ’ nutrendosi di fantasie, figure, divertimenti e situazioni contrari alla astita, costui @ diviso, 2 «servo di due padroni» (Mt. 6, 24), & neces- ‘ente agitato, — 14 — I giovani si avvantaggiano con il concetto generoso della virtt che non ammette mezze misure, che va al fondo dell’anima e Vimpegna pe. rentoriamente in posizioni chiare. e) It pudore. E’ una virti di servizio come la mortificazione. Ha una base naturale dalla puberta in poi, tant'e vero che appare presso tutti i popoli, anche primitivi. Dall'educazione riceve un incremento notevole. Per tradizione © co- noscenza dell'animo umano ¢ delle battaglie che lo travagliano, dalla Chiesa é curato ¢ difeso con accorgimento, costanza, stima ¢ fermezza, In effetti @ il baluardo pitt formidabile della purezza, ¢ previene tanti mal Perd in nome di una presunta liberta € autonomia, esso ¢ malmena- to ogai in tante forme, ambienti modi. E cosi si mette a repentaglio il dominio e la difesa dell'adolescente. ‘Non si vuol capire infatti la situazione vulnerabile della gioventi, la quale & colpita violentemente dal nudo, si da stentare ad assurgere alla contemplazione del bello perfino in arte, quando questa gioca col nudo. La ragione & che, per dato di natura, situazioni fisiologiche e settori somatici destano per st combattimento. E’ dato di natura, ri: petiamo, e va rispettato. Il ragazzo ne & particolarmente vulnerabi- Ie perch si trova nella fase pitt effervescente dell'evoluzione pube- trale, e poi perch? & analitico ed episodico, cioé si lascia impressiona- re dal particolare, dal fatto: egli non riesce ad abbracciare con una visione sintetica un insieme storico 0 filosofico 0 morale. Occorre dunque educare i singoli al rispetto di se stessi, al pudore: si aboliscano divise sportive che appanino la serenita d’anima al giocs tore (nelle varie prestazioni di preparazione o di azione), o allo spetta. tore. Poi si alleni al dominio dello sguardo, per non accogliere dalla stampa reclamistica periodica Vofferta procace che inchioda T'inte resse al piano biologico ed edonistico. Non si accettino, infine, in lines di principio, i confini del pudore proposti dai laicisti, — che si basano su un criterio naturalistico elastico e superficiale. — Noi conosciamo j limiti di resistenza delle anime giovanili: facciamoli rispettare questi limiti. ‘Anzi, per la prudenza che ci & suggerita dall’analogia metallurgica, animiamo a stare molto indietro, ch? quanto pitt indietro si sta tanto pitt sicuri si é e tanto maggior beneficio di calma, gioia e purezza i miete. 4 SOFISMI DA ABBATTERE a) II libertarismo. E’ un sofisma sottile che si insinua gid negli adolescenti di quindicl al — 15 — j, ma che tocca il vertice nei giovani ventenni, Ri reserci della liberta © meglio Yoggetto e il limite di iiesio| et vec Je ripercussioni pitt gravi nel problema della purezza. Si confonde la lk berta con l'abolizione della norma: si titiene di essere liberi quando si pud fare quello che pare e piace, senza conseguenze legali, Ne sollte soprattutto la fortezza e la dignita negli avamposti di difesa, che vengo. no abbattuti col sortiso, con lo snob, col cinigmo, 4 Non si vuol sentir parlare di «proibito»: niente libri proibiti, film proibiti, divertimenti proibiti Il proibito limita la liberta, dicono, ed & un atto di sfiducia nella propria dignita. Si capisce che fin che il sofisma Persiste in testa, non valgono rac- comandazioni di mortificazione, fuga e vittoria, Bisogna dunque abbat- terlo, riportare I'animo alla verita, allumilta e alla legge, per concludere qualche cosa. 1), La liberta é legge. L’esercizio della libert& 2 ossequio alla legge. Infatti la legge, — na- turale 0 positiva, divina ed umana, — ha lo scopo di garantire la per- sistenza e Vesercizio della liberti di ognuno. Violando la legge si viola la liberta, ¢ tanto pitt gravemente quanto pitt elevata é la legge stessa, Chi manca alla legge naturale, praticamente attenta e distrugge la li- bert personale interiore. Rendiamo anche qui la dottrina con un paio di paragoni. Il farmacista segnala come veleno una medicina: segnala un limite dunque. Viola forse Ia liberta? O Ia difende? Che succederebbe se si pren- desse, per sbaglio o per ignoranza, una pozione velenosa? L'ingegnere costruisce il parapetto lungo la scala del palazzo: é un limite dal punto di vista materiale, ma effettivamente & una difesa dal pericolo e dalla paura: & incremento di liberta, Ora proprio questo opera la Chiesa, — e, attraverso essa, i sacer- doti e i genitori, — segnalando film, spettacoli, libri, divertimenti perico- lo8i 0 nocivi o venefici: pone I'etichetta o erige il parapetto. E’ proprio una oppressione di liberta? Non @ invece una difesa? Certo se tu vuoi Puoi disprezzare I'avviso e sorbire il veleno, valicare la ringhiera e but- tarti nella tromba della scala: ma la chiami libert& questa? Non & inve- ce pazzia? 2) La liberia é liberazione. Essa cioé non é tanto uno stato o un diritto, quanto una conqui- Sta che va compiuta indefessamente, lottando contro cid che attenta alla propria natura e al proprio «dover essere», alla grazia del Si- Snore. La liberta si accresce cosi e cosi si qualifica, perché da psico- logica diventa morale. La liberta in tal senso va definita come la faci- "a a compiere quanto si deve compiere. — 16 — In effetti chi @ docile e fedele alla verita, al comando, alla legge, & unitario semplice, e percid libero e percid puro e percid gioioso, b) Il sofisma: « tutti fanno cost ». E’ comune soprattutto tra gli adolescenti maggiori; tra i minori ej fanciulli esso & seguito quale «causa efficiente» ambientale, come dicem. mo dianzi, ma non viene né esplicitato né eretto a principio d'azione, Anzi, in proposito, il quindicenne & stimolato decisamente all'indipen. denza per la crisi di originalita che lo porta a distinguersi dagli altri, — coetanei, adulti e inferiori — nel’affermazione della propria personalita, Il diciottenne invece ama mimetizzarsi, tollera (se proprio non si com. piace di ammettere) il disfacimento della coscienza individuale, ¢ mutua per contro le orientazioni della coscienza collettiva, fata di opinion ¢ chiaramente impersonale. E’ una situazione tragica, che diluisce la per- sonalita, rompe le dighe della fortezza, apre il varco alla leggerezza e giu- stifica Vaccettazione di qualsiasi capitolazione. E’ un sofisma subdolo, diffuso, difficilmente smascherabile, radicato pitt nell’opinione altrui che nella mietitura del piacere. Bisogna evidentemente smontarlo se si vuole recuperare, preservare, difendere, incrementare la purezza e quindi la spiritualita e quindi la personalita vera. L’argomento fondamentale ¢ fornito da un’osservazione owvia: una legge di natura non va soggetta al suffragio del voto, ché la natura ob- bedisce a chi le obbedisce, cio® a chi la conosce e la rispetta, Formu- lato cosi, non convince subito; si presta perd bene alla riflessione ana- logica. Prima di Galileo, e al suo tempo, tutti ritenevano la Terra centro del sistema solare, eccetto Galileo stesso: ¢ aveva ragione lui. Per costruire o riparare un apparecchio radiofonico o televisivo ci rivolgiamo al competente. Se qui fossero presenti un centinaio a soste- nere che per Ia recezione bastano tre fili in croce, una scatola da sardine e una pila scarica, e per contro il tecnico sostenesse Ia necessita di transistori, valvole, condensatori, ecc., con ordine e precisione, & lui che hha ragione ed & lui che ottiene l'esito, e non i cento anche se 100! Nel 1948, durante le accese discussioni in preparazione alle elezioni politiche, una donna accusd la Chiesa di aver dichiarato immortale la anima nel Concilio di Trento del 1682 (sic), «et quidem» con la sola mag- gioranza di un voto dei sostenitori sugli avversaril... Diversamente l'ani- ma non sarebbe stata immortale (1?). Non riuscendo a far capire che cid non avvenne mai, che non si mette in discusisone un fatto di natura, si ricorse a uno stratagemma, il cui esito fu buono e il cui racconto valse gia a illuminare il nostro caso. Si era verso Je 23, (un’ora dalla mezzanotte). Lloratore attaccato scorse attorno a sé una squadra di gi vani intelligenti, ¢ buttd Ja questione: «

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