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APPUNTI SU LA LUPA, NOVELLA DI

GIOVANNI VERGA, PARTE DELLA


RACCOLTA VITA DEI CAMPI
La Lupa è vorace: in ap-
La Lupa è una donna attraente, vorace e insaziabile: alta parenza, la descrizione
e magra, l’aspetto fisico della Lupa evidenzia, subito, il
ruolo centrale della passione sessuale e degli istinti. Era è neutra, ma esiste un
la Lupa, perché non era mai sazia. La gente del villaggio, giudizio implicito, quel-
i compaesani la giudicano male, negativamente, quasi lo del popolo, che con-
che sia una prostituta (ha le labbra fresche e rosse, che
danna questa donna.
vi mangiavano, scrive Verga): la descrizione sembra
neutra, oggettiva, ma dietro a esso si nasconde un giudi-
zio pesante, corale, cioè comunitario, quello – appunto
– del popolo.

La Lupa è sola, come una cagnaccia e chi la incrociava, si Le donne si facevano la croce,
faceva il segno della croce, come se volesse proteggersi, quando la vedevano passare, sola
in modo superstizioso: gli uomini sono attratti fatalmen- come una cagnaccia, con
quell’andare randagio e sospetto-
te da lei, rischiando la perdizione, il peccato, perché il
so della lupa affamata. (…) Per
desiderio si alza nel momento stesso in cui la incontra- fortuna non veniva mai in chiesa
no. Dopo che è passata, tutti gli uomini la continuano a
guardare nella sua sensualità. Ma l’aspetto erotico deve
essere collegato alla solitudine della donna, al suo ran-
dagismo. È una donna peccatrice, che fortunatamente
non va in chiesa mai: in questo c’è un giudizio, che Ver- Una donna peccatrice
ga attribuisce al coro del popolo, al coro popolare, ma, come la Lupa non
forse, il giudizio potrebbe anche essere suo. può/non deve andare
in chiesa e, per fortuna,
Anche il parroco ha perso l’anima per lei: forse per cer-
care di redimerla, di salvarla, o, forse, perché anche lui
non ci va, rimanendo
attratto diavolescamente da questa seducente donna! così ancora di più nella
propria solitudine e di-
La figlia Maricchia (Maria) è disperata e piangeva di na-
sperazione.
scosto, perché era figlia della Lupa. Nessuno la vuole
sposare, per colpa di una madre malvista dai compaesa- Nota che c’è un giudizio
ni: aveva la dote (il corredo da sposa) e aveva anche del- quando si dice “per for-
la terra, quindi sarebbe stata un buon partito da sposa- tuna”! In ogni caso, an-
re. In situazione normale, Maricchia meriterebbe di spo-
che il parroco si è per-
sarsi! Ha tutto quanto serve! Ma è figlia della Lupa e ciò
so per causa sua!
è una maledizione! Maricchia è come ogni altra ragazza
del villaggio.
In un momento non precisato, la Lupa si innamora di Una volta la lupa si innamorò di
Nanni, senza essere però contraccambiata. Nanni, infat- un bel giovane tornato da soldato,
ti, continuava a mietere tranquillamente, come se nulla e mieteva il fieno con lei nelle
fosse, e chiedeva che cosa mai avesse la donna: en- chiuse del notaro; ma proprio
quello che si dice innamorarsi, da
trambi, erano nei campi del notaio, a lavorare. La descri-
sentirsi ardere le carni sotto al fu-
zione di Verga, qua a fianco, indica che davvero la Lupa stagno del corpetto, e provare, fis-
sentiva dentro di sé l’istinto focoso, che bruciava (arde- sandolo negli occhi, la sete che si
va) dentro il suo petto (sotto al fustagno del corpetto, di ha nelle ore calde di giugno.
cui si dà una rappresentazione data dall’arte contempo-
ranea: un lampadario a forma di corpetto).

Una sera, anche questa volta imprecisata, la Lupa di-


chiara in modo esplicito il proprio amore per Nanni,
mentre i compagni di lavoro sonnecchiavano – si riposa-
vano – alla fine di una lunga giornata di lavoro. Ma Nan-
ni non era interessato alla Lupa: voleva Maricchia, che è
zitella. Nell’affermazione di Nanni, c’è un pregiudizio
della vita dei campi, cioè del mondo contadino, molto
diffusa alla metà del 1800 e fino a tempi a noi recenti: a
poco più di vent’anni, se non si è sposati, si è, appunto,
zitelle, termine dispregiativo, che indica un giudizio ben
marcato, per nulla positivo.

Come reagisce la Lupa? Si dispera, mette le mani nei ca-


pelli e, soprattutto, per un’intera estate non la si vede
più nell’aia, a lavorare. Ma in ottobre, quando è la sta-
gione di spremere l’olio dalle olive raccolte, rivede Nan- Presto Maricchia, la figlia,
ni, per caso: egli lavorava accanto a casa sua. Il rumore sarebbe una ragazza co-
del torchio della spremitura non la faceva dormire: il ri- me tante altre del villag-
cordo di Nanni e il desiderio sessuale è ancora acceso. gio, ma ha la colpa e la
La Lupa decide una soluzione radicale: prende la figlia sfortuna di essere figlia
Maricchia e finge di concederla a Nanni, ma in realtà fa della Lupa. Quando la ma-
in modo di essere sempre presente nella vita di dre si innamora di Nanni,
quell’uomo, di cui è innamorata. Maricchia non lo vole- appena tornato dal servi-
va per nulla al mondo: come molte donne, è stata co- zio di leva, Maricchia è co-
stretta, con la minaccia, ad accettare il matrimonio. stretta a prenderlo per
La gente andava dicendo che il diavolo quando invecchia marito, solo per sfogare il
si fa eremita. Con questo proverbio popolare, inizia la desiderio sessuale della
seconda parte della novella. Il proverbio rappresenta, Lupa.
ancora una volta, il punto di vista popolare, corale, col-
lettivo: è il popolo contadino a utilizzare, con particolare
insistenza, i proverbi per giudicare situazioni e persone Nella seconda parte della
e, in questo caso, il proverbio serve ancor di più per de- novella, si conferma la soli-
scrivere e, forse, condannare la Lupa. La donna è sola, tudine della Lupa. È una
puro diavolo, satana, come già Verga aveva detto donna che lavora nei campi,
all’inizio del racconto. sola anima che, nel calore
Non esce più di casa, la Lupa! Lo stesso Nanni si difende del pomeriggio estivo sici-
da questo diavolo, segnandosi la croce con davanti liano, si vede girare per la
l’abitino della Madonna, chiamato “scapolare”. campagna. Ciò significa che
non è una donna onesta,
Anche Maricchia è sola, chiusa in casa a curare i figli:
ormai, si capisce, sono passati alcuni anni, da quando
per il popolo pettegolo: è il
Nanni e Maricchia si sono sposati. Verga non lo scrive, demonio, quella donna,
vuole che siano i fatti a parlare e a far capire che il tem- sempre più sola (eremita),
po sta scorrendo. La madre lavora nei campi, ma fugge sempre più vecchia.
gli sguardi pettegoli del paese. Lavora con forza, con
ogni tempo atmosferico, anche nell’ora più calda, quan- Dietro a uno stile verista, si
do una donna buona e onesta se ne dovrebbe stare in nascondono non solo scioc-
casa: di nuovo, il giudizio su una donna che sta lavoran- chi giudizi popolari, ma
do, che cerca in ogni modo di arrotondare il quotidiano, qualcosa di più: lo scorrere
è critico, negativo. Un proverbio descrive la donna come del tempo, che, per esempio,
pericolosa, perché non se ne sta in casa tra le quindici e si nota quando si parla dei
le diciotto (le 3 – 6 del pomeriggio). figli di Maricchia, è rappre-
Un giorno il desiderio carnale trova soddisfazione, con sentato direttamente dalle
un sortilegio, un incantesimo: in un caldo pomeriggio azioni, dai fatti, più che dal-
estivo, la Lupa porta ristoro (del vino, da bere diretta- le parole. Verga, infatti, non
mente nei campi) a Nanni, che dormiva nel fosso, accan- scrive espressioni come
to alla siepe polverosa. Con questa scena si consuma “qualche anno più tardi”:
l’atto sessuale: è l’episodio più importante della secon-
basta dire, invece, che Ma-
da parte della novella e, anzi, è il vero episodio che ren-
de significativo tutto il racconto. Senza l’atto sessuale,
ricchia allattasse e accudis-
senza lo sfogo degli appetiti e degli istinti, non ci sareb- se i figli, per rendersi conto
be stata nessuna storia da raccontare: in letteratura, si che il tempo è passato.
narrano sempre storie che meritano, per lo scrittore, di
essere raccontate e, dunque, egli scrive proprio perché
pensa di doverle raccontare. E Verga le racconta così
come potrebbero avvenire in qualsiasi luogo della Sicilia,
ma, forse, i fatti della Lupa, di Maricchia e di Nanni po-
trebbero accadere in qualsiasi campagna dell’Italia ap-
pena unificata!
Abbiamo affermato che la Lupa produce un incantesi- La seconda parte della
mo: porta del vino a Nanni. Il vino è una bevanda che
novella presenta alcune
sprigiona il desiderio e libera gli uomini da tutte le inibi-
zioni, toglie i freni. In questo senso, è una bevanda ma-
caratteristiche che non
gica. Ma con questa circostanza, l’aspetto verista, alme- sono davvero veriste.
no in parte, decade. Già nella prima parte,
si parlava di tempi non
Il verismo descrive i fatti così come sono: invece, questa
precisati (“una volta”,
novella sembra, almeno in alcuni punti, una fiaba e non
un discorso reale, capace di coinvolgere personaggi co-
“una sera”) e, ciò, ri-
muni. Già il primo incontro con Nanni è introdotto dalle chiama molto la strut-
parole (locuzione avverbiale) “Una volta”: è un tempo tura delle fiabe, che
generico, non precisato, come non è precisato esatta- sempre iniziano con
mente quando la Lupa è stata disturbata dal rumore del l’espressione “C’era una
frantoio delle olive e dal ritorno del desiderio. Anche i volta”.
luoghi non sono descritti in profondità: l’Etna, il alto vul-
cano europeo, appare lontano lontano, avvolto nella Verga stesso parla di
nebbia. In questo caso, si potrebbe sostenere che, per incantesimo, che si è
Verga, non sia importante descrivere oggettivamente gli prodotto grazie al vino,
eventi: tutto avviene nel tempo e nello spazio e per un che inebriando Nanni,
verista dovrebbe essere fondamentale precisare tutti lo ha portato chissà
questi elementi (quando avviene un fatto e dove, in che
quante volte a consu-
modo, senza dare giudizi).
mare un atto con la Lu-
L’idea della fiaba è ripresa dalla costruzione di un incan- pa, la propria suocera,
tesimo, che porta al consumo dell’atto. Nanni sa perfet- la mamma della donna
tamente di aver sbagliato a farsi sedurre dalla Lupa e sa che ha sposato (Maric-
che una donna onesta e buona non può andare in giro chia). D’altronde, al
per i campi nelle ore più calde e sole! Nanni lo dice chia-
diavolo non si può resi-
ramente: “Non va in volta femmina buona nell’ora fra
vespero e nona”, cioè non gira per nulla una donna
stere, perché è tentato-
buona e onesta nel pomeriggio, fra le 15 e le 18! Ma il re, come è stata tenta-
guaio è compiuto: la Lupa, invitata ad andarsene, rian- trice Eva nel Paradiso
noda le trecce con grande soddisfazione. Si capisce, pe- Terrestre.
rò, che, in seguito, con la scusa del vino, il rapporto sarà
consumato chissà quante volte.
Maricchia, così, diventa
gelosa e si fa anche lei
Maricchia piangeva giorno e notte, perché ormai è gelo- lupacchiotta come la
sa e si sente una lupa, proprio come la madre. La figlia
madre: la figlia della
vuole Nanni, non per amore, ma quasi come sfida verso
Lupa non può essere un
una madre sciagurata: ma così, anche Maricchia è con-
dannata alla solitudine di una lupa. Il messaggio di Verga
agnello.
qui è semplice nel suo pessimismo: la figlia della Lupa
non può essere un agnello. Alla mamma scellerata, più
Maricchia va a denunciare
volte ha minacciato di andare dai carabinieri a denuncia-
ai carabinieri il tradimento
re l’adulterio, il tradimento, che all’epoca era un reato
(e lo sarà fino al 1969!). E ci andò davvero, con i figli in
del marito con la madre:
collo, senza temere di nulla. dall’incantesimo si passa al-
la tragedia familiare, che
Dopo l’incantesimo, nel quale il vino rappresenta un po’
diventa di dominio pubblico
il veleno delle fiabe o l’amuleto magico, nasce la trage-
dell’intero paese.
dia. I tradimenti si consumano l’uno nell’altro e Maric-
chia, giovane lupacchiotta, denuncia tutto. Il brigadiere, Il brigadiere vorrebbe con-
che nei piccoli paesi era un’autorità insieme al parroco, dannare Nanni alla forca,
voleva arrestare Nanni e persino condannarlo alla forca,
ma l’uomo si difende, am-
a morte. Nanni, disperato, ammise tutto, attribuendo
però la colpa alla tentazione, cioè alla Lupa.
mettendo, di fatto, che con-
tro il diavolo e le tentazioni,
La donna è vista come il male, satana, il diavolo, la ten- l’uomo ha poco da combat-
tatrice. Sono gli stereotipi classici, risalenti alla Bibbia, tere. Meglio morire condan-
che vogliono ora la donna come un angelo e una vergine
nato alla pena capitale, che
santa e ora, invece, come donna perversa. Così, Nanni
vedere ancora la Lupa.
cerca di scagionarsi, dando tutte le responsabilità alla
Lupa, che lo ha tentato: spera in questo modo di evitare Anche in questo caso, Verga,
la forca, di non essere condannato a morte. da buon verista, lascia che
Anzi, dalla disperazione Nanni aggiunge che preferisce la siano i fatti a parlare, senza
prigione e la morte piuttosto che continuare a vedere che il narratore intervenga:
quella donna, che tutti, da sempre, hanno considerato i personaggi sono tutti sulla
diabolica e pericolosa! Ma la Lupa prende posizione e scena, nella caserma dei ca-
dichiara che, in casa, quando ha consegnato la dote al rabinieri, convocati dal bri-
genero (Nanni), si è accontentata di avere un cantuccio
gadiere. Verga non dice che
in cucina: Maricchia e Nanni si sono sposati con la pro-
c’era anche la Lupa, ma ca-
messa di ospitarla in disparte, in un angolo della casa!
piamo che era presente,
Apprendiamo così che dal brigadiere non c’era solo Ma- quando si mette a parlare.
ricchia e il marito, ma anche la Lupa, anche lei convoca-
È la stessa tecnica utilizzata quando
ta, dopo le denunce della stessa Maricchia. Il brigadiere
sono nati i figli di Maricchia.
ha voluto vederci chiaro e ha deciso di interrogare
l’intera famiglia, per capire meglio che cosa fossl e suc-
cesso. E la Lupa ne approfitta, approfitta subito del suo
charme che ancora esercita e delle sue doti diaboliche:
in questa insistenza da parte di Verga, si intuisce che
l’aspetto verista è piuttosto debole, perché l’obiettività
del racconto ha ceduto ai giudizi e ai pregiudizi.
L’aspetto verista è il seguente: i fatti parlano diretta-
mente. Non si dice chi era presente alla stazione dei ca- Quando Verga, tuttavia, raf-
rabinieri: si fanno parlare direttamente i personaggi, che forza l’idea della donna-
sono già sulla scena. Il narratore non aggiunge sue in- demone e tentatrice, porta-
terpretazioni e non introduce i personaggi: li mette già
trice di male, sembra allon-
sul palcoscenico della vita.
tanarsi dai canoni del Veri-
Però, quando Verga rafforza l’idea che la donna è il male smo. Va però ricordato che,
e il peccato e racconta gli eventi come se fossero una nel fondo, l’Autore catanese
fiaba, l’aspetto verista è allentato, meno presente. Un difficilmente sta qui affer-
verista puro non dovrebbe fornire neppure questa tipo-
mando le proprie convin-
logia di giudizi.
zioni e le proprie idee. È la
Un giorno non precisato – ed ecco ancora una volta mentalità chiusa del popolo
l’idea di un racconto un po’ fiabesco – un mulo tira un contadino a ritenere la don-
bel calcio a Nanni: è sul punto di morire, ma il parroco na così tanto pericolosa.
non gli porta l’unzione e la comunione (i sacramenti, il
Signore), finché la Lupa se ne sta in casa. Dio non può La conclusione della novella
entrare dove vive il demonio e la Lupa è il demonio. è aperta: Nanni, colpito a
Quando la Lupa, allora, decide di andarsene, finalmente calci nel petto da un mulo, è
Nanni si confessa, perché il diavolo non è più lì. Eppure, sul punto di morte, ma il sa-
meglio sarebbe stato che fosse morto in quel giorno,
cerdote nega la comunione
prima che il diavolo tornasse a tentarlo.
fino a quando la Lupa sarà
Che cosa è successo? La Lupa (il diavolo/la diavolessa) è presente in casa. Così, la
tornata, appena il genero è guarito e, subito, la tenta- protagonista del racconto è
zione dei tradimenti e, anzi, gli atti sessuali sono ripresi. costretta ad andarsene dal-
Nanni, infatti, non sapeva più che fare per svincolarsi
la propria abitazione, fino a
dall’incantesimo: fa recitare messe, va a chiedere aiuto
al parroco e al brigadiere, dice chiaramente alla suocera,
quando Nanni guarisce. Sa-
la Lupa, che tutto deve finire, perché in paese ormai si
rebbe stato meglio, però,
sa ogni cosa di quanto avviene in casa, nella sua casa! che Nanni morisse quel
Dirà che, se non si interrompe l’incantesimo, ammazzerà giorno, perché presto il dia-
la Lupa: la minaccia è diretta, ma non sortisce l’effetto volo (la Lupa) avrebbe ri-
sperato! Non sappiamo se nella scena finale si consuma, preso a tentarlo: la Lupa nel
all’ultimo secondo, l’atto sessuale per l’ennesima volta, fondo rappresenta gli istinti
o se l’atteggiamento descritto da Verga indica, invece, umani, i desideri profondi
riesce ad ucciderlo: la Lupa aveva in mano un mazzo di
dell’inconscio, spesso incon-
papaveri rossi appena tagliati, con i quali intendeva, an-
cora, sedurre l’amato Nanni!
fessabili e, perciò, veri, reali.

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