You are on page 1of 35
Arlecchino C’era una volta un bambino bergamasco chiamato Arlecchino, viveva in pover- ta con la sua mamma in una piccola casetta. Per Carnevale la sua scuola or- ganizzo una festa in occa- sione della quale tutti i bambini dovevano vestirsi in maschera. Le mamme cucirono splendidi vestiti per i propri bambini ma non quella di Arlecchino: non aveva i soldi necessari per comprare la stoffa. II gior- no della festa era ormai prossimo e vedendo Arlec- chino cosi triste, le mam- me degli altri scolari deci- sero di regalare un pezzo della stoffa dei loro vesti- ti al bambino. L’abito di Arlecchino divenne cosi il piu colorato ed originale mai realiz- zato grazie alla generosita altrui. Questa che vi abbiamo appena narrato é la favola legata pro- prio alla maschera di Arlecchino che, in realta, affonda le sue radici nell’antica ritualita agricola e prende forma vera e pro- pria con la Commedia dell’Arte discendendo direttamente da Zanni. Tra le maschere piu famose ed amate, Arlecchino é un servo decisamente pigro ma, al tempo stesso, agile, vivace e dalla battuta pronta, in alcuni casi persino sboccato; con il suo fare burlone e scapestrato si ingegna nell’architettare truffe e imbrogli destando sempre una certa simpatia visti i continui fallimenti incontrati. ©Pianetabambini.it Balanzone Forse meglio conosciuto come il Dottor Balanzone, questa maschera é originaria di Bologna ed incarna pedanteria e su- perbia. Balanzone, a seconda dei casi, pud essere un medico oppure un giurista, indossa la toga e si esprime non soltanto in dialetto bolognese ma ama citazioni in lingua antica, latina in particolare, che tuttavia spesso si rivelano scorrette o piu semplicemente “maccheroniche”. Questo simpaticissimo personaggio si esprime in maniera prolissa convinto di essere un grande letterato conoscitore di molteplici scienze umane, dispensa consigli, offre insegnamen- ti ma, in realta, il pit delle volte ama utilizzare parole dotte in- filandole I’una dietro l’altra senza un nesso logico. Brontolone per eccellenza, Balanzone non perde occasione per dare il via ai suoi leggendari sproloqui spesso del tutto fuori contesto. ©Pianetabambini.it Bartoccio Maschera tipicamente umbra, nonché simbolo della citta di Perugia, Bartoccio é conosciuto soprattutto per il suo mette- re alla berlina cattivi amministratori e costumi attraverso le celebri bartocciate. Nata intorno al ‘600, questa maschera di Carnevale si ispira alla figura di un contadino benestante con corpetto rosso e soprabito verde, un po’ rozzo ma allo stesso tempo saggio. ©Pianetabambini.it Beppe Nappa Servo sciocco e svogliato che non perde occasione per com- binare guai, Peppe Nappa é una maschera siciliana amante del cibo e con una certa predilezione per la scrocconeria af- fermandosi come il fannullone per eccellenza. Viene spesso punito per le sue marachelle ed indossa una casacca con ma- niche lunghissime alquanto datata. Si tratta di una delle maschere piu antiche dalla tradizione della Commedia dell’Arte e si afferma proprio in concomitan- za con la sua nascita, all’incirca nella seconda meta del XVI secolo. Il nome “nappa” deriva dal dialetto siciliano e vuol dire “toppa” riferendosi agli abiti laceri e rattoppati simbolo per eccellenza della poverta. Beppe Nappa é la maschera simbolo del Carnevale di Sciacca che annualmente gli dedica un carro in occasione della tradizionale sfilata. ©Pianetabambini.it Brighella Proprio come Arlecchino, anche Brighella é nato a Bergamo ed é qui che diviene un servo astuto, opportunista e senza scrupoli. Come suggerisce il suo stesso nome é un attacca- brighe, bugiardo come pochi e sempre intento ad escogitare inganni e frodi per raggirare il prossimo. Brighella é inoltre un abile musicista, cantante e ballerino, si destreggia perfet- tamente in diversi ruoli, cambiando spesso anche mestiere, ed é perennemente al centro di intrighi e complotti. La maschera di Brighella deriva anch’essa dal celebre volto dello Zanni e, tra i personaggi principi della Commedia dell’Ar- te, si evolve ulteriormente fino al settecento quando il teatro lo trasforma in un fedele domestico attento ai desideri del padrone. ©Pianetabambini.it C’era una volta un disegnatore che desiderava creare una ma- schera di Carnevale da regalare alla sua citta, Viareggio. No- nostante gli sforzi il desiderio non prendeva forma ma, una notte, in sogno, ecco comparire tutte le maschere pill conos- ciute ed amate, da Pulcinella ad Arlecchino fino a Rugantino, Pierrot, Balanzone e Capitan Spaventa, intente a divertirsi e danzare insieme prima di volgere lo sguardo sui suoi inutili sforzi. Insieme le maschere decisero di aiutare il disegnatore donando ognuna un elemento del proprio costume. Dalla loro generosita nacque quindi Burlamacco, amato e omaggiato dal- l'intera Viareggio. (Favola di Elisabetta Salvatori) Burlamacco é la maschera ufficiale del celebre Carnevale di Viareggio ed é anche la pil recente delle maschere italiane. Viene rappresentato come un pagliaccio con indosso elemen- ti propri di altri personaggi provenienti dalla Commedia del- \’‘Arte ossia un abito a scacchi bianchi e rossi, un copricapo rosso ed un mantello nero. ©Pianetabambini.it Capitan Spaventa / Con ogni probabilita si tratta della maschera pil. vanagloriosa della tradizione teatrale ed il suo creatore, Francesco Andrei- ni, fa in modo che cosi si presenti al pubblico: “Io sono il Capi- tano Spavento da Valle Inferna, soprannominato il Diabolico, Principe dell’ordine equestre, Termigisto cioé grandissimo bra- vatore, grandissimo feritore e grandissimo uccisore, domatore e dominator dell’universo, figlio del Terremoto e della Saetta, parente della Morte, e amico strettissimo del gran Diavolo del- Inferno.” Capitan Spaventa é originario della Liguria, ¢ uno spadaccino vanitoso sempre pronto a donarsi all’amore. Indossa un vesti- to dai toni accessi con strisce gialle e arancio, il suo berretto é decorato con piume ed ovviamente non si separa mai dalla sua spada. ©Pianetabambini.it Cassandro Solitamente terzo incomodo nelle storie d’amore e bersagliato dalle prese in giro, di indole avara ed anche presuntuosa, Cas- sandro é stato vittima di cosi tante burle che, ormai invec- chiato, a qualsiasi domanda ha preso l’abitudine di rispondere con un “non é vero". Il personaggio di Cassandro nasce a Siena nel lontano ‘500 e, scomparso per un po’ dai teatri, rinasce due secoli dopo tra I’Italia e la Francia configurandosi proprio come la maschera con il cappello a tricorno adagiato su di una parrucca gialla. ©Pianetabambini.it Colombina Fidanzata e moglie di Arlecchino, Colombina é spesso al centro delle attenzioni di Pantalone. Servetta furba ed adulatrice, é particolarmente vicina alla sua padrona (Rosaura) prendendo di frequente parte a sotterfugi domestici ed amorosi, si diverte inoltre a beffeggiare chi la circonda. La maschera di Colombina é originaria di Venezia ed incarna proprio la furbizia delle ancelle, la sua storia affonda le radici nelle opere di Plauto e si afferma poi nuovamente intorno al ‘500 grazie alla Compagnia degli Intronati. ©Pianetabambiniiit Corallina Per caratteristiche molto simile a Colombina, é in un certo senso una sua evoluzione. Anche Corallina é infatti una serva maliziosa ed adulatrice, dalla lingua sciolta, furba e complice della padrona. Corallina nacque a Parigi dal personaggio portato a teatro dal- l'attrice italiana Anna Veronese che, nel 1744, si esibi accanto a suo padre in una commedia intitolata “II doppio matrimonio di Arlecchino". E una ragazza graziosa dai capelli biondi, innamorata del gio- vane Florindo con il quale comunica anche grazie alla compli- cita di Colombina. ©Pianetabambini.it Coviello Maschera napoletana della Commedia dell’Arte, Coviello (dimi- nutivo di Giacomino) non assume un ruolo marcatamente defi- nito ma, a seconda della narrazione, muta da oste a servo, da padre di famiglia a menestrello, da sciocco a furbetto. Il suo aspetto varia a seconda dell’interpretazione presentando tuttavia come elemento costante il mandolino. ©Pianetabambiniiit Fagiolino Maschera bolognese per eccellenza, Fagiolino é un semplice popolano dal temperamento un po’ monello, di indole aggu- errita che lo vede sempre pronto a prendere a bastonate chi se lo merita. E alla continua ricerca di denaro e fortuna che lo portano a vivere mille avventure. Il personaggio di Fagiolino trae origine da un burattino e di- viene in seguito famoso nella Commedia dell’Arte ricordando anche lui il celebre Zanni. ©Pianetabambiniit Farinella Maschera pugliese tipica del Carnevale di Putignano, Farinella viene oggi rappresentata con un abito multicolore ed un cap- pello che ricorda quello di un giullare. In passato i colori carat- terizzanti erano invece il rosso e il blu, simboli della citta, ed il suo cappello presentava tre punte, allegoria dei tre colli sui quali sorge Putignano. II suo nome é ispirato alla farina ricava- ta da ceci e orzo tipica del luogo ed incarna il carattere delle genti del luogo. ©Pianetabambiniit Florindo Giovane affascinante, Florindo incarna nella Commedia dell’Ar- te il ruolo di “Innamorato” e, a seconda della narrazione, cor- risponde o meno i sentimenti di Rosaura. All‘interno della produzione letterale la relazione tra gli inna- morati diventava il punto di partenza non solo della narrazio- ne ma anche dell’intreccio comico. ©Pianetabambini.it Fracanapa Nata nei primi dell’800 come marionetta, la maschera di Fra- canapa é originaria di Verona. Mostra sempre un aspetto curato, ama il vino e la buona tavola e, a seconda delle rap- presentazioni, pud essere ricco 0 povero, stolto oppure furbo. Ha una parlata molto particolare volta ad enfatizzare le silla- be. ©Pianetabambiniit Frappiglia E la maschera tradizionale abruzzese, un contadino saggio proveniente da un ambiente semplice. Il suo nome é una descrizione dell’ospitalita della regione: “fra” vuol dire “frate” e “piglia” indicata “prendere”, tipica espressio- ne utilizzata dal padrone di casa offrendo ristoro agli ospiti. Si racconta che riusci ad ingannare anche il diavolo venden- dogli l’anima per del cibo e riuscendo a stipulare un contrat- to che gliela restituisse. Ritornato dagli inferi, porta ancor in volto i segni della sua permanenza tra i dannati. ©Pianetabambini.it Giacometta Tra le maschere femminili del Carnevale tradizionale italiano troviamo la figura di Giacometta, moglie di Gianduja e perfetta espressione della donna piemontese. Sempre al fianco di suo marito per sostenerlo, Giacometta é una donna semplice ma dalla spiccata intelligenza, incarna coraggio e spirito pratico. Il suo costume si ispira alla tradizione folkloristica del luogo, indossa infatti una lunga ed ampia gonna, camicia e corsetto abbinati ad un immancabile scialle e ad un copricapo voluminoso. ©Pianetabambini.it Gianduja Indossa un panciotto giallo bordato di rosso cosi come la sua giacca marrone, porta una parrucca con codino e il caratte- ristico cappello a tricorno, stiamo ovviamente parlando di Gian- duja. Questa maschera nasce a Torino nel ‘700 e rappresenta il pil classico dei popolani del luogo: bonario, amante del vino e della buona tavola, sempre allegro ed altrettanto distratto. Il nome del personaggio deriva dall’espressione piemontese “Gioan d’la douja” (Giovanni del boccale) e con ogni probabilita va a sostituire il precedente Gerolamo. In origine era infatti proprio questo il nome della maschera ma, quando Napoleone prese il potere, si decise di cambiarlo per evitare eventuali al- lusioni a Gerolamo Bonaparte, parente dell’Imperatore. ©Pianetabambini.it Giangurgolo Ci spostiamo adesso in Calabria per scoprire la figura di Gian- gurgolo che incarna alla perfezione le caratteristiche di una persona dedita alle chiacchiere, all’ingordigia e sempre ridot- ta alla fame. Intorno al ‘600 il suo intento primario era quello di prendersi gioco dei dominatori spagnoli e aragonesi anche se viene spesso deriso per il suo aspetto fisico. ©Pianetabambini.it Gioppino Ha tre grossi gozzi dei quali va molto fiero, tanto da definirli “coralli” oppure “granate”, indossa un morbido cappello e non si separa mai dal suo bastone. Gioppino é un contadino rubi- condo e buffo, utilizza un linguaggio rozzo e sempliciotto, ma in realta é di indole piuttosto scaltra non disdegnando guadag- ni facili. Ama il buon vino ed il buon cibo e si dichiara apertamente innamoratissimo della moglie Margi, dalla quale ha avuto un figlio di nome Brontoli. Gioppino é una maschera bergamasca che prende vita all’incir- ca nell’800 partendo da una tradizione burattinaia che lo eleva a protagonista di varie produzioni per il teatro. ©Pianetabambini.it Mamuthones I Mamuthones sono le maschere tipiche del Carnevale di Ma- moiada in Sardegna. Si tratta di maschere antichissime che da secoli sfilano danzando tra le strade cittadine sebbene il loro significato rimanga ancor oggi un mistero. Indossano sul viso una maschera nera realizzata in legno, sul corpo pelli di pecora nera mentre sulla schiena portano degli enormi campanacci. ©Pianetabambini.it Meneghino E la maschera milanese per eccellenza ed incarna diversi ruoli a seconda delle occasioni: ora servo ora padrone, mercante astuto o contadino sciocco. Meneghino ha Il’abitudine di burlar- si di nobili ed aristocratici per i loro vizi e difetti, 6 dotato di buon senso, dignita ed anche di una certa dose di saggezza. Meneghino non indossa la maschera ma si mostra sempre a viso scoperto privo di qualsiasi trucco. Le origini di questa maschera sono piuttosto incerte, potrebbe- ro affondare direttamente nel “Menecmi” di Plauto oppure rife- rirsi semplicemente alla denominazione dei servi utilizzati in oc- casione della domenica, i “domenighini”. La sua consacrazione teatrale risale in ogni caso al ‘600 quando Carlo Maria Maggi creo il personaggio che oggi tutti conosciamo. ©Pianetabambini.it Meo Patacca Attaccabrighe, nonché incline alla rissa e allo scontro, Meo Patacca é il classico esempio del bullo di quartiere. Adora uti- lizzare la fionda come arma e non si separa mai dal suo col- tello, parla in dialetto romanesco ed ha un carattere un po’ difficile e scontroso ma riscuote sempre grande simpatia. Il suo nome deriva dalla “patacca” ossia la misera paga del sol- dato (corrispondente a cinque carlini) e rappresenta il quartie- re di Trastevere, il pi popolare di Roma. ©Pianetabambini.it Mezzettino Servo astuto, imbroglione e spregiudicato, sempre pronto a servirsi degli altri a proprio vantaggio. E anche un abile musi- cista, grande amatore e disposto ad aiutare il proprio padrone nel risolvere intricate vicende amorose. Indossa un costume a strisce verticali bianche e rosse e non porta la maschera. Mezzettino, che fa la sua comparsa sulle scene teatrali sul finire del seicento, potrebbe rappresentare in realta l’enne- sima variazione delle maschere di Arlecchino e Brighella e, infatti, anche in questo caso, si ispira al personaggio dello Zanni. ©Pianetabambini.it Mosciolino Mosciolino é la maschera della citta di Ancona e la sua storia narra di un ragazzino orfano dedito alla pesca dei mitili, sempre in spiaggia con indosso vestiti sbiaditi dal sole, con pezzi di reti e gusci sempre in tasca nonché diverse alghe tra i capelli. Un giorno sentendo un gran frastuono Mosciolino si reca in citta e scopre che si sta festeggiando il Carnevale e si sta cercando il vincitore del concorso che premia la piu bella maschera. II ragazzo rimane nascosto a lungo finché non scorge un carro dedicato a Nettuno, incuriosito esce alla scoperto e viene trascinato del palco per essere insignito del premio tanto ambito da tutti. Nonostante spieghi che il suo non é un travestimento viene ugualmente premiato dando vita cosi ad una nuova maschera, quella di Mosciolino. ©Pianetabambini.it Pantalone Ricco mercante veneziano, Pantalone é estremamente avaro e, nonostante sia un po’ in la con gli anni, ama la compagnia di giovani donne e infatti non perde occasione per lanciarsi alla conquista di cortigiane e servette. Viene anche definito Magni- fico per i modi ricchi di fascino con i quali si rivolge alle donne ma in realta sa essere anche burbero ed incline ai borbottii. Pantalone é una delle maschere pit! longeve della Commedia dell’Arte e, nata intorno al ‘500, sopravvive attraverso i secoli riscuotendo sempre grande successo. Indossa una tuta rossa con una zimarra nera e non si separa mai dalla sua borsa carica di monete. ©Pianetabambini.it f * Ricorda l’amore malinconico per la sua espressione triste ed é sicuramente la maschere piu incline a vivere intense emozio- ni invece di darsi al divertimento ed alla buona tavola. Pierrot é un servo di grande intelligenza e pigrizia, spinto a cercare il giusto ed a risolvere i problemi in cui si caccia il proprio padro- ne. Il personaggio di Pierrot nasce in Italia sul finire del cinque- cento con il nome di Pedrolino e viene poi portato in Francia dalla Compagnia dei Gelosi come ennesima variazione dello Zanni. Oltralpe riscosse un successo enorme entrando a far parte a pieno titolo delle commedie francesi con il nome rivi- sitato di Pierrot. ©Pianetabambini.it Pulcinella Servo di indole decisamente furba, Pulcinella si adatta a svaria- ti ruoli e, tra i vicoli di Napoli, diviene fornaio, mercante, conta- dino ed ovviamente anche truffatore e ciarlatano. E sempre alla ricerca del giusto metodo per guadagnare qualche soldo, anche se cid vuol dire ingannare il prossimo, in fondo é pero anche un credulone ed incapace di mantenere il minimo segre- to. Con ogni probabilita Pulcinella é una delle maschere tradizio- nali italiane piu antiche, la sua origine potrebbe affondare le radici in epoca romana per poi risorgere con il Teatro dell’Ar- te e diventare il simbolo della citta di Napoli. ©Pianetabambini.it Rosaura Figlia di Pantalone, Rosaura ha sotto il suo servizio la gia citata Colombina. Suo padre é un ricco mercante e infatti Rosaura vive in uno splendido palazzo che si affaccia sul Canal Grande di Venezia. ©Pianetabambiniiit Rugantino In origine Rugantino rappresentava il bullo romano per eccel- lenza, di indole provocatoria ed insolente ma, nel corso del tempo, il personaggio si € modificato andando ad incarnare i sentimenti di quella Roma popolare incline alla giustizia ed alla solidarieta assumendo un carattere decisamente pit pigro e bonario. Il nome di questa maschera, sicuramente la pil famosa di Roma, deriva proprio dal termine romanesco “ruganza”, ossia ‘arroganza. Rugantino nasce quindi come caricatura della gen- darmeria, indossando anche gli abiti di un gendarme, per poi divenire cittadino comune, un popolano redento. ©Pianetabambini.it Sandrone E un contadino ignorante ma decisamente furbo, grossolano ma al tempo stesso scaltro ed alla continua ricerca del giusto affare. Rappresenta il popolo umile, spesso maltrattato, ed desideroso di un riscatto sociale: ad esempio Sandrone cerca sempre di esprimersi in italiano con risultati decisamente comici. La maschera nasce a Modena dalla tradizione burattinaia e soltanto dall’800 venne impersonato da attori di teatro. Indos- sa una giubba scura con gilé a pois e viene ritratto sempre in compagnia di un fiaschetto di vino. ©Pianetabambini.it Scaramuccia Un linguaggio colorito ed in alcuni casi decisamente volgare, donnaiolo, vanitoso e millantatore, queste sono alcune carat- teristiche del celebre personaggio Scaramuccia che, nato in Italia, ottenne un grandissimo successo in Francia. Il suo obiettivo primario rimane quello di conquistare giovani donne, spesso tramite l’inganno, e infatti viene ritratto insie- me al suo inseparabile mandolino, ed in una mise elegante e fascinosa. ©Pianetabambini.it Stenterello Servo, marito tradito, chiacchierone, saggio e ingegnoso ma al tempo stesso pauroso ed impulsivo. Stenterello rappresenta il popolano fiorentino, pronto ad affrontare le avversita con un sorriso nonostante sia sempre messo a dura prova da ingiusti- zie di ogni genere. Stenterello é la maschera tradizionale di Firenze, creata da Luigi Del Buono nel ‘700 che, dopo aver assistito al successo riscosso da Pulcinella tra i napoletani, volle dare ai fiorentini un personaggio nel quale identificarsi e che li rappresentasse. ©Pianetabambini.it Tartaglia Questo personaggio ricorda per certi versi il Dottor Balanzo- ne e Pantalone e, infatti, si mostra in alcuni casi pedante ri- vestendo anche il ruolo di avvocato. Tartaglia é decisamente goffo, soffre di una forte miopia, di balbuzie e si mostra inol- tre povero di contenuti umani. A seconda delle scene diviene servo, avvocato 0 mercante ma, indipendentemente dal ruolo, le sue caratteristiche comiche ri- mangono invariate. ©Pianetabambiniiit Vulon Maschera ufficiale del Carnevale di Fano, tra i pil antichi d’I- talia insieme a quello di Venezia, Vulon nasce nel 1951 dalla matita di Melchiorre Fucci. Il termine Vulon, di origine francese, sta ad indicare una per- sona boriosa, vanitosa, superba e gradassa. Viene ritratto come un menestrello spavaldo e buffone con ci- lindro e monocolo, dal sorriso beffardo ed il naso adunco. ©Pianetabambini.it

You might also like