You are on page 1of 4

funzione complemento

persona funzione soggetto


forma tonica forma atona

1ª singolare io me mi

2ª singolare tu te ti

maschile lui, egli, esso lui, sé (stesso) lo, gli, si


3ª singolare
femminile lei, ella, essa lei, sé (stessa) la, le, si

1ª plurale noi noi ci

2ª plurale voi voi vi

maschile loro, essi loro, sé (stessi) li, ne, si


3ª plurale
femminile loro, esse loro, sé (stesse) le, ne, si

Pronomi personali soggetto


I pronomi personali soggetto indicano la persona che è protagonista dell'azione o che effettua la
comunicazione.

Tu sei stato proprio bravo;


Lui ascolta la musica rock.

In italiano, a differenza di quanto accade in altre lingue, il pronome personale soggetto è


normalmente sottinteso a causa della sua ridondanza. La desinenza del verbo, infatti, è già di per sé
sufficiente ad indicare chi compie o subisce l'azione espressa dal verbo stesso, ragion per cui il
pronome soggetto diventa superfluo:

dormo = io dormo;
mangi = tu mangi;
vede = egli vede.

Ci sono casi particolari, tuttavia, in cui il pronome deve essere espresso. Ciò avviene:

• quando si vuole specificare il maschile o il femminile:

Chi è stato? È stato lui. No, è stata lei;

• quando il verbo presenta la stessa forma per più persone, ad esempio nel congiuntivo
presente:

Bisogna che io sappia la novità; Bisogna che tu sappia la novità;


• quando si vuole dare rilievo al soggetto:

Certo che voi siete proprio una bella compagnia;

• quando si vogliono contrapporre più soggetti:

Io lavoro e lui si diverte.

Approfondimento

Io, tu, noi, voi sono invariabili per genere.

Io e tu vengono sostituiti da me e te nei seguenti casi:

• nelle esclamazioni formate con un aggettivo qualificativo:

Povero me!

• dopo il verbo essere se svolgono la funzione di parte nominale:

Tu non sei me;

• nei paragoni introdotti da come e quanto:

Marco è alto quanto te;

• ma se il verbo è ripetuto si usano io e tu:

Marco è alto quanto sei alto tu;

• quando accompagnano un participio assoluto:

Sono stato deluso da molte persone, te compreso.

Il pronome di terza persona singolare e plurale presenta forme diverse in concorrenza tra loro:

• lui e lei

si usano nel linguaggio comune parlato e scritto per indicare persone e animali:
Chi è stato? È stato lui;

• egli e ella

si usano nel linguaggio parlato e scritto di alto registro per indicare persone:
Dante è uno dei più importanti poeti italiani. Egli ha scritto la "Divina Commedia";

• esso e essa

si usano nel linguaggio parlato e scritto di alto registro per indicare animali o cose:
Il leone è un felino. Esso trova il suo habitat preferenziale nelle savane africane;
possono riferirsi tuttavia anche a persona:
È uno scrittore colto e sensibile, ma anch' esso legato a una forma letteraria superata;

• loro

si usa nel linguaggio comune parlato e scritto per indicare persone o animali:
Loro sono andati al mare;

• essi e esse

si usano nel linguaggio parlato e scritto di alto registro per indicare persone, animali o cose.

Quando ci rivolgiamo a persone con cui siamo in confidenza, si usa generalmente il tu. Con le
persone con cui non siamo in rapporti di familiarità, invece, usiamo i pronomi di terza persona Lei e
(molto più raramente trattandosi di una forma ormai in disuso) Loro, validi sia per il maschile sia
per il femminile:

Venga anche Lei a controllare i risultati dell'esperimento;


Ascoltino anche Loro.

Nel Meridione è ancora diffusa la forma di cortesia con il pronome di seconda persona plurale Voi.
Esso viene usato anche nella corrispondenza commerciale quando ci si riferisce non ad una persona
fisica, ma ad una azienda, società, ufficio:

Rispondiamo alla Vostra lettera del 4/7 per comunicarVi che accettiamo la proposta.

Queste forme, dette pronomi di cortesia, si scrivono di solito con la maiuscola.

Pronomi personali complemento


I pronomi personali complemento si usano quando nella frase il pronome svolge una funzione
diversa da quella di soggetto e cioè:

• complemento oggetto: La (lei) vedrò. – Ti (te) ascolterò.


• complemento di termine: Le (a lei) regalerò delle rose. – Ti (a te) regalo una rosa.
• gli altri complementi indiretti: Vieni con me (c. compagnia) a mangiare un gelato? – Lavoro
per lui.

Si distinguono in due forme differenziate:

1. Le forme toniche o forti (me, te, lui, sé, noi, voi, essi, loro' ...), dette così perché hanno un
accento proprio e, quindi, assumono particolare rilievo nella frase; possono essere usate
per parecchi complementi e vengono collocate generalmente dopo il verbo:

Penso a te;
Cerco loro;

2. o deboli (mi, ti, lo, gli, si, la, ci, loro ...), dette così perché non hanno un accento proprio e
per la pronuncia si appoggiano sempre al verbo che le precede (enclitiche) o che le segue
(proclitiche):

Verrà a trovarci (enclitica):


Ti dico di sì (proclitica).

Le forme atone, chiamate anche particelle pronominali, vengono adoperate esclusivamente per il
complemento oggetto (Verrò a trovarti = Verrò a trovare te) o per il complemento di termine (Ti
consiglio = consiglio a te). La scelta tra le forme forti o deboli è relativa alle esigenze espressive:

• se si vuole dare rilievo al pronome si usa la forma forte: Per quella partita hanno scelto me
(la forma forte me ha un valore esclusivo: chi parla sottolinea che è stato preferito ad altri);
• se invece si desidera attenuarne la presenza, si usa la forma debole: Mi hanno scelto per
quella partita (con la forma debole mi la frase assume un tono puramente informativo: ci si
limita ad una constatazione).

Approfondimento

• Sé viene usato quando, in una proposizione, la persona, cui il pronome personale


complemento si riferisce, coincide col soggetto della frase:

Gli egoisti pensano solo a sé.

• Esso, essa, essi, esse si usano al posto di lui, lei, loro quando si tratta di animali o cose:

Le mie galline non mi danno uova, eppure dedico a esse tante cure.
Questo zaino è eccezionale, con esso ho effettuato molte escursioni.

• Ci, vi, forme deboli di pronomi personali complemento di prima e seconda persona plurale,
equivalgono a: noi, a noi, voi, a voi:

Quel pescatore ci porterà (porterà noi) fino a Panarea.


Ci (a noi) piace la tua cucina.
Vi vedrò (vedrò voi) dopo cena.
Vi (a voi) restituirò le racchette stasera.

o Queste forme possono avere una funzione avverbiale col significato di: lì, di lì, qua,
di qua, là, di là:

Ci (=là) andrò domani.


Il posto gli piaceva e decise di rimanervi (=lì).

• Ne è una forma debole di pronome di terza persona singolare e plurale e significa di lui, di
lei, di loro, da lui, da lei, da loro:

Ha un amico a Bologna e ne (=di lui) parla sempre;

o Può avere funzione avverbiale col significato di: da qui, da lì, di qui, di là:

Ve ne (=di qui) potete andare.

You might also like