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Biologia 44 – Ciclo cellulare e sua regolazione

Il ciclo cellulare è la serie di eventi che avvengono, in una cellula eucariote, tra una divisione cellulare e
quella successiva. Esso comprende due fasi essenziali: l’interfase e la fase di divisione cellulare (o fase M o
fase della mitosi).
 L’interfase, a sua volta, com-
prende tre sotto-fasi: G1, S e G2
(descritte in Biologia 42). Quan-
do la fase G1 si protrae a lungo
viene definita G0, cioè fase di ri-
poso (quiescenza) o di attesa.
 La fase M è a sua volta compo-
sta da due processi: la mitosi,
durante la quale i cromosomi
della cellula sono divisi tra le
due cellule figlie e la citodieresi,
che comporta la divisione fisica
del citoplasma della cellula.
La durata del ciclo cellulare è molto variabile (in un fibroblasto in coltura dura 24h). La fase più variabile del
ciclo cellulare è la G1.
Nelle prime fasi di sviluppo embrionale spesso i cicli sono rapidi con G 1 e G2 quasi assenti: avviene solo una
veloce alternanaza tra fase S e mitosi (oganelli, macromolecole e strutture cellulari sono già presenti perchè
precedentemente accumulate nel citoplasma della cellula uovo).

Popolazioni cellulari

In base alla loro capacità di crescere e dividersi, le cellule possono essere distinte in:
 Popolazioni cellulari statiche. Sono cellule che hanno perso definitivamente la capacità di dividersi.
Si tratta di cellule altamente differenziate (es.: buona parte delle cellule nervose).
 Popolazioni cellulari in espansione. Sono cellule che hanno perso temporaneamente la capacità di
dividersi.
Esse proliferano durante la fase di accrescimento corporeo ma cessano di farlo al termine di que-
sto; nel caso, però, di eventi che portano a distruzione cellulare, queste cellule possono rigenerare
(es.: cellule del fegato, dell’osso, delle ghiandole)
 Popolazioni cellulari dinamiche. Sono cellule che continuano a dividersi poichè dotate di intensa at-
tività proliferativa, allo scopo non di espandere il tessuto di appartenenza (come le cellule tumorali)
ma di sostituire gli elementi che di esso vengono distrutti.
Appartengono a questa categoria le cellule dell’intestino, della pelle, dei testicoli, le cellule stami-
nali, etc.

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Cellule staminali

Sono cellule che mantengono uno stadio costante di indifferenziamento (a meno che non subentrino fattori
esterni) e che mostrano un’altissima frequenza di mitosi.
Durante la vita embrionale sono la principale popolazione cellulare. Dopo la vita embrionale fungono da
elementi di rimpiazzo. La divisione di una cellula staminale si dice asimmetrica: delle due cellule figlie, solo
una rimane staminale, mentre l’altra inizia il percorso di differenziamento.
Esistono varie classi di cellule staminali:
 Embrionali: sono isolate dalla blastocisti. Sono
totipotenti (possono differenziarsi in qualunque
tipo di tessuto).
 Indotte: sono generate artificialmente con la
tecnica della clonazione riproduttiva1.
Un altro modo in cui si può indurre pluripoten-
zialità in una cellula è farle esprimere uno o più
dei 4 geni Oct, Sox-2, c-myc e Kfl4. Il problema di
questo metodo è che molte di queste cellule di-
ventano tumorali (questo perché c-myc e Kfl4
sono oncogeni).
 Adulte: si trovano nei tessuti proliferanti. Generano cellule che si replicano velocemente (progeni-
tori di transito), che subito perdono la capacità staminale differenziandosi in progenitori che da-
ranno il via ad un’unica linea cellulare. Esempio: cellula mesenchimale  pre osteoblasto  osteo-
blasto.

Regolazione del ciclo cellulare

La progressione del ciclo cellulare è sottoposta ad un rigido controllo: la transizione da una fase alla succes-
siva avviene solo dopo controlli sia a livello intracellulare (intrinseci) che a livello extracellulare (estrinseci).
Negli organismi unicellulari contano soprattutto le condizioni estrinseche (come i nutrienti), mentre nei plu-
ricellulari sono importanti anche segnali chimici da altre cellule (mitogeni, fattori di crescita, di sopravviven-
za, …).

Cicline e CdK
Nel ciclo cellulare, esistono vari punti in cui viene
eseguito il controllo. Questi punti sono detti check-
point. Durante ogni check-point, intervengono due
classi di molecole:
 Cicline. Si tratta di proteine regolatrici di va-
ri tipi che si alternano durante le fasi del ci-
clo cellulare. Ogni fase avviene, cioè, con la
degradazione di una ciclina e la sintesi di
un’altra. Di qui il loro nome2.
 Ciclin-dependent-Kinase (Cdk – Chinasi di-
pendenti dalle cicline). Sono enzimi che si
associano alle cicline. CdK e cicline formano il complesso MPF (Maturation Promoting Factor). Tale
complesso è la chiave per il superamento dei checkpoint: viene prodotto solo se tutte le condizioni
sono soddisfatte e induce il passaggio alla fase successiva. Per ogni check-point del ciclo cellulare si
forma un determinato complesso CdK-ciclina.
Esistono varie Cdk, e le cicline si possono associare ad una o più di esse.

1
Si ottiene una blastocisti con cellule totipotenti trapiantando il nucleo di un fibroblasto in un ovocita. Il problema principale di
questa procedura è riattivare i 20000 geni inattivi nel fibroblasto.
2
In realtà, si è scoperto che ci sono alcune cicline che rimangono elevate per tutto il ciclo cellulare

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L’attività delle Cdk è regolata:
 Dai livelli di ciclina. Infatti una Cdk da sola non può funzionare se non viene prodotta la sua
ciclina. Tutti i tipi di Cdk, anche quelle di check-point successivi, sono sempre presenti nella
cellula, ma è la ciclina ad attivarle. Quindi anche se la Cdk per una certa fase del ciclo viene
prodotta continuamente, si attiverà solo quando verrà sintetizzata anche la sua ciclina.
 Da un pattern di fosforilazione/defosforilazione operato da altri enzimi regolatori.
Una Cdk può esistere in tre stati:
 Inattivo, in cui la Cdk ha legato ATP in un dominio, mentre il suo sito attivo è bloc-
cato da una regione specifica della proteina stessa detta ansa T.
 Parzialmente attivo, a seguito del legame tra la ciclina e Cdk. L'ansa T viene sposta-
ta e il sito attivo viene esposto, così la ciclina si lega a Cdk, attivandola parzialmen-
te.
 Completamente attivo, grazie all’intervento dell’enzima CAK (Cdk-activating kinase)
che fosforila l'ansa T e le fa cambiare forma, attivandola completamente e permet-
tendole di fosforilare proteine a valle, che sono diverse per ciascun complesso Cdk-
ciclina.
L'attività di un complesso Cdk-
ciclina può essere inibita da una
chinasi detta Wee1, che fosforila
due residui posti nel sito attivo del-
la Cdk, inibendola.
I fosfati aggiunti possono essere
rimossi dalla fosfatasi Cdc25, fa-
cendo ritornare attiva la Cdk.
In alternativa, un complesso Cdk-
ciclina può essere inibito da una
classe di otto proteine nota come
CKI (Cdk-dependent kinase inhibi-
tor proteins). Queste proteine vengono prodotte in seguito a segnali interni (lesioni al DNA)
o esterni (ormoni, fattori di crescita, contatto fisico con altre cellule) al fine di interrompere
il ciclo se si presentano eventi avversi.
Le proteine CKI si legano al complesso Cdk-ciclina modificando la conformazione del sito at-
tivo così da inattivarlo.
Solitamente, l’inattivazione di un complesso ciclina-Cdk viene avviato dal complesso suc-
cessivo nel ciclo cellulare.
 Sistema ubiquitina-proteasoma-dipendente. La ubiquitinazione della ciclina è indotta da en-
zimi regolatori. Di solito, un complesso CdK-ciclina provvede a far distruggere il complesso
della fase precedente.

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Checkpoint

I principali checkpoint del ciclo cellulare sono quattro.

Transizione G0  G1
Questa transizione avviene in cellule momentaneamente quiescienti che decidono di entrare in mitosi (co-
me nelle popolazioni cellulari dinamiche). La serie di eventi che avvengono è la seguente:
1. La cellula in fase G0 riceve fattori di crescita che legano recettori presenti sulla membrana.
Molti di questi recettori sono ad attività tirosin chinasica intrinseca (vedi Biologia 26).
2. I recettori agiscono fosforilando una proteina trasduttrice chiamata RAS. Questa è normalmente le-
gata ad una molecola di GDP, ma quando viene fosforilata, scambia il GDP con un GTP preso dal ci-
toplasma. Questo scambio attiva RAS che agisce forsforilando una chinasi chiamata Raf. Subito do-
po RAS si disattiva scambiando il GTP col GDP.
3. Raf attivata fosforila un’altra chinasi chiamata MEK.
4. MEK attivata fosforila un’altra chinasi chiamata ERK.
5. ERK attivata fosofrila due fattori di trascrizione, chiamati c-fos e c-jun.
6. C-fos e c-jun formano un eterodimero che lega il DNA a livello del gene della ciclina D ed avvia la
trascrizione e la traduzione di questa molecola.
7. La ciclina D lega le CdK4/6 e i suoi effetti causano l’avvio della fase G1.
Nel loro insime le chinasi Raf, MEK ed ERK vengono chiamate anche MAP-chinasi (Mitogen Associated Pro-
tein kinase) e la loro attivazione è definita cascata delle MAP chinasi.

Transizione G1  S
Questa transizione viene operata dal complesso CdK4/6-ciclina D e rappresenta la sua ultima azione prima
di essere degradato.
1. Il complesso CdK4/6-ciclina D verifica che il DNA sia integro e pronto per la replicazione e controlla
che nell’ambiente extracellulare siano presenti i segnali giusti. Se questa verifica avviene con suc-
cesso, il complesso fosforila la proteina pRB (proteina del retinoblastoma).
2. pRB normalmente lega il fattore di trascrizione E2F e lo inattiva. Inoltre richiama la istone deaceti-
lasi (HDAC) che spiralizza il DNA contente i geni attivati da E2F (ciclina E).
Quando viene fosforilata, però, pRB si stacca da E2F.
3. E2F libero dall’inibizione di pRB può avviare la trascrizione dei geni per passare alla fase S. Il più im-
portante è quello della ciclina E.
4. La ciclina E prodotta lega la sua CdK2 e forma con essa il complesso che guiderà la fase S. La sua
prima azione è la degradazione del complesso CdK4/6-ciclina D.

Transizione G2  M
Questa transizione viene operata dal complesso CdK2-ciclina A, che ha rimpiazzato il complesso Cdk2-
ciclina E durante la transizione S  G2.
Il complesso CdK-ciclina A attiva il complesso CdK1-ciclina B, che inizierà gli eventi della mitosi vera e pro-
pria. Questo passaggio però avviene solo se si rispetta una condizione fondamentale: l’integrità del DNA
appena prodotto.
1. La chinasi ATM verifica se ci sono delle errori nel DNA. ATM è un anello che viagga lungo tutta la
doppia elica. Un eventuale errore nel filamento causa un non appaiamento delle basi e quindi uno
slargamento della doppia elica. Se ATM va a sbattere contro uno slargamento, si attiva e fosforila la
chinasi ChK2.
2. ChK2 (Checkpoint Kinase 2) agisce in due modi:
a. Fosforila Cdc25 inattivandolo. Questo causa l’impossibilità ad attivare i complessi CdK2-
ciclina A spenti dalla fosforilazione. Come effetto, CdK2-ciclina A diminuisce in quantità.
b. Impedisce la distruzione di p53, il guardiano del genoma. Normalmente p53 viene prodotta
e distrutta in breve tempo, ma se c’è un errore nel DNA, la sua vita viene allungata proprio
grazie a ChK2. Questa proteina ha molti effetti:

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 Avvia la sintesi di p21 che blocca l’attività di CdK2-ciclina A fermando il ciclo cellu-
lare.
 Avvia la produzione di enzimi per riparare il DNA.
 Se il DNA non viene riparato entro un certo tempo, p53 continua ad essere pro-
dotta e si accumula nel nucleo. L’accumulo di p53 manda la cellula in apoptosi per
via intrinseca.
Se la chinasi ATM non riscontra errori nel DNA, la CdK2-ciclina A attiva la CdK1-ciclina B e comincia
così la fase M. La verifica dell’integrità del DNA nella transizione G1S viene svolta da molecole
simili ad ATM ed anche qui in caso di errore viene richiamata all’attività p53 che induce la morte
cellulare se il danno non può essere riparato

Checkpoint anafase
All’inzio dell’anafase, la CdK1-ciclina B controlla l’integrità del fuso mitotico. Se il fuso non presenta pro-
blemi, il complesso enzimatico attiva il APC (Anaphase promoting complex) che slega la securina dalla sepa-
rasi. In questo modo i cromatidi fratelli possono separarsi.

Altri fattori inibitori della mitosi


Oltre alle molecole coinvolte nei checkpoint, ci sono altri fattori che possono inibire la progressione del ci-
clo cellulare. Tra questi, i più importanti sono:
 TGFβ, che attraverso l’attivazione delle proteine p15 e INK4Bb porta al distacco del complesso CdK-
ciclina. TGFβ è importante nei processi in cui serve sfavorire la mitosi di alcune cellule per consenti-
re la divisione di altre (come, ad esempio, durante la riparazione delle ferite).
 Distacco della cellula da lamina basale/altre cellule. Questo porta all’attivazione di p27, responsabi
le anch’essa del distacco del complesso MPF. Questo è un meccanismo di controllo utile per impe-
dire la genesi di cellule cancerogene.

Danno al DNA e sistemi di riparazione


Le cellule possiedono dei sistemi di riparazione per limitare danni e allo stesso tempo garantire una certa
variabilità genetica.
Mutazioni del DNA sono particolari perchè se colpiscono le cellule germinali saranno trasmesse a progenie,
mentre se avvengono nelle cellule somatiche possono dare neoplasie e/o invecchiamento cellulare cellula-
re precoce.
Gli agenti in grado di causare mutazioni sono detti mutageni.
Sono mutageni fisici le radiazioni ionizzanti (agiscono rompendo il DNA) e le radiazioni UV (agiscono for-
mando dimeri di timina, cioè facendo legare due timine tra loro vicine invece che con le adenine sul fila-
mento opposto).
Sono mutageni chimici gli agenti alchilanti (aggiungono radicali alchilici alle basi), gli agenti idrossilanti (ag-
giungono radicali ossidrilici alle basi) e gli analoghi delle basi (molecole simili alle basi, ma che non sono ba-
si, che si inseriscono nel DNA causando appaiamenti imprecisi).
Tra i vari sistemi di riparazione i più importanti sono:
 La riparazione diretta dei dimeri di timina ad opera dell’enzima DNA-fotoliasi (attivato da luce) che
riconosce dimeri di pirimidina indotti dalla luce ultravioletta e taglia l’anello ciclobutanico che si
forma tra le timine adiacenti.
 La riparazione diretta di basi alterate che avviene grazie ad enzimi che trasferiscono il gruppo alchi-
lico o ossidrilico dalla base alterata su un proprio residuo di cisteina (omocisteina  metionina).
 La riparazione per escissione di basi di cui esistono 3 varianti:
o Riparazione mediata da glicosilasi: taglia via la base anomala  si crea un sito apurini-
co/apirimidinico (AP), cioè senza base, riconosciuto come anomalo e tagliato da una AP en-
donucleasi  si crea un vuoto colmato poi dalla DNA polimerasi III.
o Incisione del DNA a monte e a valle del dimero di timina  si crea una interruzione poi
colmata da DNA polimerasi III e ligasi.
o Riparazione delle rotture a doppio filamento sul DNA (causate da radiazioni ionizzanti,
agenti chemioterapici e radicali liberi prodotti dal metabolismo cellulare) riparate da un si-
stema enzimatico specifico (NHEJ) che risalda le estremità appaiandole in modo corretto.

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