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Acito Suono2 Rev
Acito Suono2 Rev
IL SUONO
Lo scopo di questo percorso didattico è quello di trattare il suono come rilevante dal punto di vista
didattico considerando che si tratta di un fenomeno del quale i bambini fanno continua
esperienza; nella vita quotidiana siamo immersi, infatti, in un mare di suoni e rumori. È quindi
importante presentare questo tema ai bambini affinché comprendano da dove ha origine un
suono, come si propaga e quali sono le sue caratteristiche.
Gli studenti vanno avvicinati ai concetti relativi al suono mediante un approccio di tipo
sperimentale. In tal modo sono costretti a formulare previsioni prima di assistere all’esecuzione
dell’esperimento e, dopo aver preso visione dei risultati dello stesso, confrontare l’esito con le
proprie ipotesi e trarne delle conclusioni. Non si vuole che i bambini imparino qualcosa di
preconfezionato, ma che costruiscano le loro conoscenze in classe diventando così protagonisti
delle attività e del proprio processo di apprendimento; la didattica deve essere quindi fortemente
interattiva, incentrata sulla discussione e sulle esperienze.
Il percorso si propone di inserire questo argomento all’interno di un contesto interdisciplinare
collegando le caratteristiche del fenomeno fisico a quelle che sono le caratteristiche fisiologiche
del nostro corpo che è in grado di produrre suoni (mediante le corde vocali – e non solo –), ma
anche di percepirli (mediante l’apparato uditivo) ed a quelle che sono le componenti acustiche
fondamentali della musica. Da tener presente questa scuola secondari di I grado è ad indirizzo
musicale: tutti i bambini suonano uno strumento musicale e quindi questo argomento,
interessandoli direttamente, permetterà un loro maggiore coinvolgimento nelle attività proposte.
Impostazione
Il presente percorso didattico parte dall’identificazione delle sorgenti sonore (compresa la voce
umana) per passare alla modalità con cui esse, mediante vibrazioni, possono produrre suoni e alla
dimostrazione che non tutti i corpi che vibrano possono produrre un suono tale da essere
percepito dall’orecchio umano. Si chiarisce poi che il suono si propaga in ogni direzione e che i
suoni prodotti, per essere trasmessi, necessitano di un mezzo mentre nel vuoto la loro
propagazione non può avvenire. Si dimostra che il suono si propaga con diversa velocità a seconda
della composizione/struttura del mezzo in cui viaggia. Dopo aver chiarito che il suono, per essere
percepito, necessita di un rilevatore di suoni, si illustra l’orecchio quale rivelatore di suoni
caratteristico dell’uomo. Si passa poi all’analisi delle caratteristiche del suono: l’altezza, l’intensità,
la durata e il timbro.
Approccio
L’approccio previsto è operativo e consiste nel presentare ai bambini delle “situazioni – problema”
che permettono loro di formulare delle ipotesi per interpretare i fenomeni facendo unicamente
leva sulle loro intuizioni e conoscenze pregresse. Ciò mira a rendere gli allievi partecipi e a
stimolare la loro curiosità e motivazione nei confronti degli argomenti trattati. In questo modo gli
allievi diventano protagonisti dell’attività e successivamente, tramite prove sperimentali, vengono
verificate le ipotesi iniziali formulate da loro stessi.
Il processo di insegnamento-apprendimento è un processo volto a creare un collegamento tra il
modo di pensare degli allievi e la cultura scientifica ed è reso possibile grazie alla mediazione
dell’insegnante. È di fondamentale importanza saper creare dei percorsi didattici che portino ad
un’acquisizione consapevole di ciò che viene spiegato. Non è prevista una spiegazione introduttiva
da parte dell'insegnante, ma solamente una breve introduzione verbale che richiami l'esperienza
quotidiana degli alunni.
Strategie e metodi
La strategia adottata propone le diverse attività seguendo il ciclo PEC: previsione, esperimento,
confronto. All’inizio vengono mostrati gli oggetti necessari per svolgere l’esperimento e viene
indicato il modo con il quale verranno utilizzati. Poi sono descritti i passaggi per attuare la prova.
In seguito i bambini sono invitati a formulare ipotesi e previsioni circa i risultati dell’esperimento.
Una volta concluso il momento della previsione, viene effettuato l’esperimento che permette agli
alunni di osservare direttamente quanto accade. Successivamente i bambini hanno modo di
controllare e confrontare i risultati dell’esperimento con le ipotesi formulate inizialmente. Infine
gli alunni sono stimolati a sintetizzare e a proporre conclusioni.
Per ogni esperimento viene individuato il concetto, viene descritto il procedimento e vengono
indicati i risultati con le conclusioni a cui si perverrà. Per realizzare il percorso didattico saranno
utilizzate delle schede operative strutturate in questo modo:
a) Presentazione dell’esperimento attraverso descrizione e immagine;
b) Domande a scelta o aperte per stimolare la formulazione di ipotesi e previsioni;
c) Domande a cui rispondere dopo aver effettuato l’esperimento che devono servire a
sintetizzare i risultati osservati;
d) Conclusioni a cui perviene ogni singolo allievo e successivamente tutto il gruppo classe a
seguito di una discussione.
Prerequisiti
Tenendo presente che la classe cui si rivolge l’intervento è in una Scuola Secondaria di I grado, si
sono individuati i seguenti prerequisiti, abilità si presume siano state raggiunte grazie al percorso
scolastico (scuola primaria), ma anche grazie alle proprie esperienze personali a livello generale:
• aver sviluppato un atteggiamento di curiosità che stimoli a cercare spiegazioni di quello che
viene osservato con l’esperienza diretta;
• saper osservare e descrivere lo svolgersi dei fatti, saper formulare domande anche sulla
base di ipotesi personali, saper realizzare esperimenti;
• essere in grado di individuare somiglianze e differenze nei fenomeni;
E nello specifico, per il percorso:
• Saper distinguere un corpo allo stato solido da uno allo stato liquido e da uno allo stato
gassoso;
• Conoscere a grandi linee il concetto di onda.
Mappa
Filo
Le sorgenti sonore
Domanda stimolo: che cosa serve per produrre un suono?
Si prenderanno alcuni oggetti di uso comune in grado di produrre un suono (ad es. una stecca da
disegno, un elastico). Verranno poi considerati oggetti che, se fatti oscillare, non producono suoni
(ad es. maglia, ombrello) dal momento che la loro frequenza di oscillazione non è in grado di
perturbare l’aria circostante in modo tale da far udire un qualche suono.
Domanda stimolo: secondo te, cosa c’è in comune negli oggetti che producono un suono?
Domanda stimolo: cosa si nota quando un oggetto produce un suono?
Dalle esperienze osservate i bambini dovrebbero aver intuito che il suono viene prodotto
dall’interazione fra due corpi, uno dei quali deve vibrare rapidamente. Si mostra visivamente il
moto oscillatorio.
Ø Le sorgenti sonore
E2 – La stecca da disegno
Concetto
Vibrazione come sorgente sonora
Materiale necessario
Una stecca da disegno in plastica le cui dimensioni possono essere varie
Procedimento
Prendere la stecca da disegno e appoggiarla sul tavolo in modo che sporga di alcuni centimetri dal
bordo; tenere ben fissa al tavolo la parte della stecca appoggiata su di esso ed abbassare
l’estremità libera per poi lasciarla andare.
Risultati e commenti
Dopo aver abbassato l’estremità libera della stecca ed averla lasciata andare essa inizia ad oscillare
producendo un suono. Dopo essere stata abbassata, l’estremità libera della stecca si innalza
immediatamente, sospingendo le molecole d’aria che si trovano sopra di essa così rapidamente
che queste non hanno il tempo di allontanarsi ma sono costrette ad addensarsi le une alle altre
creando una compressione d’aria. Un attimo dopo, quando la stecca si abbassa, le molecole che
sono state compresse non hanno il tempo di seguire il rapido movimento della stecca perciò non
riempiono lo spazio che si è creato ma determinano un’espansione dell’aria stessa. Questa
espansione è seguita da una nuova compressione, quindi da un’altra espansione e così via finché
la stecca continua a vibrare; essa diventa in tal modo una sorgente sonora.
E3 – L’elastico vibrante
Concetto
Vibrazione come sorgente sonora
Materiale necessario
Un elastico, un libro, due matite
Procedimento
Attorno ad un libro sul quale sono state poste due matite, tendere un elastico in modo che questo
resti sollevato. Pizzicare con le dita l’elastico.
Risultati e commenti
Pizzicando l’elastico esso inizia a vibrare e finché vibra si sentirà un suono ma quando si fermerà
cesserà anche il suono. L’elastico, dopo essere stato teso e lasciato andare, inizia ad oscillare
producendo un suono; diventa in tal modo sorgente sonora poiché il suo movimento perturba lo
stato di equilibrio dell’aria circostante facendola oscillare in stati compressi e rarefatti, che si
trasmettono alle regioni d’aria limitrofe propagando il suono.
E4 – La voce
Concetto
Vibrazione come sorgente sonora
Materiale necessario
/
Procedimento
Si fa mettere la mano sul collo ai bambini e si invitano a parlare.
Risultati e commenti
Se non parlano, i bambini non sentono nulla di particolare sotto la mano. Quando invece, iniziano
a parlare, sentono che il collo vibra: dunque anche la voce è un suono prodotto da oscillazioni
sufficientemente rapide per essere sentite.
E5 – La maglia
Concetto
Vibrazione come sorgente sonora
Materiale necessario
Una maglia
Procedimento
Prendere una maglia ad una estremità ed agitarla
Risultati e commenti
La maglia oscilla ma non produce un suono percepibile all’orecchio umano. Nonostante oscilli,
infatti, la maglia non produce alcun suono dal momento che la frequenza di oscillazione, cioè il
numero di vibrazioni nell’unità di tempo, non è sufficiente a perturbare l’aria circostante in modo
tale da far udire un suono all’orecchio umano. Se la maglia viene sbattuta con maggior vigore,
invece, l’oscillazione risulterà abbastanza rapida da creare una perturbazione nell’aria circostante
ed essere percepita dall’orecchio umano.
E12 - L’imbuto
Concetto
Descrizione dell’orecchio esterno
Materiale necessario
Un imbuto, un pezzetto di tubo di gomma lungo 10cm, un pezzetto di lattice, un elastico, qualche
granello di zucchero, una radio
Procedimento
Inserire e fissare in fondo all’imbuto un piccolo tubo di gomma (lungo
circa 10 cm). Ricoprire l’estremità del tubo con un pezzo di gomma di
palloncino rotto o con un pezzo di lattice. Cospargere di granelli di
zucchero la membrana posta all’imboccatura del tubo di gomma.
Accendere la radio nei pressi dell’apertura dell’imbuto.
Risultati e commenti
Al rumore prodotto dalla radio, i granelli di zucchero saltano sulla membrana.
È possibile paragonare l’imbuto all’orecchio esterno. In particolare, l’imbuto riproduce il
padiglione auricolare, il tubo di gomma riproduce il condotto uditivo e la membrana in lattice il
timpano. La vibrazione sonora viene raccolta e convogliata dal padiglione verso il condotto uditivo
che lo trasmette fino al timpano il quale, per le sue specifiche caratteristiche, percepisce la
perturbazione ed inizia ad oscillare.
RISORSE
• A.Toffolo, M.Michelini, Esplorare per interpretare nella scuola primaria. Il Suono. Gli
Esperimenti, Forum
• A.Toffolo, M.Michelini, Esplorare per interpretare nella scuola primaria. Il Suono. Strumenti
didattici, Forum
• Appunti e slides delle lezioni di “Didattica della Fisica” del corso di laurea magistrale a ciclo
unico della facoltà di Scienze della Formazione Primaria (a.a. 2017-2018)
• https://deascuola.it/che-musica/archivio/novembre-dicembre-2014/percezione-dei-suoni-
e-parametri-musicali/la-durata.html
NODI CONCETTUALI
I nodi concettuali attorno ai quali concentrare l’attenzione dei bambini sono:
CONTESTO CLASSE
Le classi destinatarie dell’intervento, alla fine, erano una parte di due classi prime della scuola
Secondaria di Primo grado “A. Manzoni” (III Comprensivo di Udine), i ragazzi che fanno strumento
nell’indirizzo musicale.
L’insegnante di riferimento titolare della cattedra di Strumento Musicale (essendo una scuola ad
indirizzo musicale) in entrambe le classi prime presenti nella scuola, mi ha comunicato la mattina
stessa dell’intervento che una delle due classi sarebbe entrata alle ore 9.00. Di conseguenza una
parte dei ragazzi ha partecipato a tutto il percorso, l’altra parte dalle 9.00 in poi.
Analisi dati
Nome Risposta
alunno
L. P. Facendo vibrare l’ancia del clarinetto
C. S. Dipende, puoi fare un suono con la voce o magari con un oggetto
T. S. Creando una vibrazione (nel mio caso con l’archetto)
S. L. Muovo l’archetto
D. S. Con degli oggetti e con tutto ciò che abbiamo intorno
A. M. Strofino l’archetto o pizzico le corde o soffio o percuoto lo strumento
R. P. Muovendo qualcosa genero un suono
M. N. Suonando uno strumento e muovendo degli oggetti
V. V. Con le vibrazioni
S. M. Con le vibrazioni
Esempio specifico
Esempio generico
Risposta generica
20%
80%
Un solo elemento
Risposta non data
Interazione fra due elementi
80%
100%
0% 0%
40%
50% 50%
60%
No Sì Interpretazione No Sì Interpretazione
Domanda stimolo: se muovo l’elastico sentirò un suono? (E3: L’elastico vibrante)
0%
10%
90%
100%
No Sì No Sì
Domanda stimolo: e come facciamo noi a produrre suono con la voce? (E4: La voce)
40% 40%
60% 60%
Con le vibrazioni Interagendo con l'aria Con le vibrazioni Interagendo con l'aria
Domanda stimolo: qualsiasi vibrazione produce suono? (E5: La maglia)
No
Si
Risposta non data
0% 0%
30%
50% 50%
70%
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
Quadrilaterale
S. M.
0%
10%
20% 20%
10%
30%
20%
90%
Nome Risposta
alunno
L. P. Ha bisogno dell’aria
C. S. Un luogo, aria, spazio
T. S. L’aria
S. L. Spazio
D. S. Aria, volume, spazio
A. M. Volume, spazio, aria
R. P. L’aria
M. N. L’aria o l’acqua
V. V. Dell’aria
S. M. Spazio e di una secondo
20%
40%
30%
10%
No
Si
0%
10%
90%
100%
Si No Si No
Domanda stimolo: il suono si propaga nei solidi? (E8: il telefono con lo spago).
No
Si
83%
100%
Si No Si No
Domanda stimolo: il suono si propaga più velocemente nell’acqua, nell’aria o in un solido? (E10: la
velocità di propagazione nei materiali).
Risposte prima di E 10
Nome Aeriformi, Aeriformi, Liquidi, solidi, Liquidi, Solidi, liquidi, Solidi,
alunno solidi, liquidi liquidi, solidi aeriformi aeriformi, aeriformi aeriformi,
solidi liquidi
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.
P. C.
D. C.
P. S.
M. S.
Ce. S.
F. V.
R. S.
F. R.
C. D. M.
S. C.
T. V.
L. T.
D. R.
35%
Risposte dopo E 10
Nome Aeriformi, Aeriformi, Liquidi, solidi, Liquidi, Solidi, liquidi, Solidi,
alunno solidi, liquidi liquidi, solidi aeriformi aeriformi, aeriformi aeriformi,
solidi liquidi
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.
P. C.
D. C.
P. S.
M. S.
Ce. S.
F. V.
R. S.
F. R.
C. D. M.
S. C.
T. V.
L. T.
D. R.
5%
Solidi, aeriformi, liquidi
0%
39%
Mi sono resa conto che l’esperimento E10 non aveva sciolto i dubbi relativi alla velocità di
propagazione del suono nei vari materiali, così ho inserito, sul momento, l’esperimento E10 bis,
che ha fornito un modello macroscopico. L’esperimento è stato compreso appieno dai ragazzi, e i
risultati sono i seguenti:
D12: Secondo te, il suono nel D12: Secondo te, il suono nel
vuoto si propaga? (prima) vuoto si propaga? (dopo)
4%
39%
61%
96%
Si No Si No
Domanda stimolo: Quindi oltre alla sorgente, di che cosa ha bisogno il suono per propagarsi?
(generica, da E7 a E9).
Risposta generica
D14: oltre alla sorgente e al mezzo di D14: oltre alla sorgente e al mezzo
propagazione, di che cosa ha bisogno il suono di propagazione, di che cosa ha
per essere rilevato? (prima) bisogno il suono per essere
rilevato? (dopo)
Orecchie: risposta
pertinente
22% 22%
Risposta non
pertinente
39%
Risposta pertinente
4% 4%
specifica
0%
4%
Risposta generica 61%
13%
Udito: risposta
31% pertinente generica
Parametri del suono
Domanda stimolo: da che cosa dipende l’intensità del suono? (E13: suonare con diversa energia
ed E14: l’intensità del suono).
Nome Risposta prima di E13 Risposta dopo E13 Risposta dopo E14
alunno
L. P.
C. S. Dalla potenza del fiato/ Dalla forza che diamo Dalla forza che diamo
Dalla potenza del
pizzicato
T. S. Dalla forza con cui si Dalla forza con cui si Dalla forza con cui si
genera il suono genera il suono genera il suono
S. L. Dallo strumento Dal impulso che li dai Dal impulso che li dai
D. S. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
A. M. Nel mio caso dalla forza
R. P. La forza La forza
M. N.
V. V.
S. M. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
P. C. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
D. C. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
P. S. Dall’altezza Dall’altezza
M. S. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
Ce. S. Forza Forza Forza
F. V. Dalla forza delle onde Dalla forza delle onde Dalla forza delle onde
R. S.
F. R. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
C. D. M. Dall’aria
S. C. Dalla forza che Dalla forza che Dalla forza che
applichiamo sullo applichiamo sullo applichiamo sullo
strumento strumento strumento
T. V. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
L. T. Dalla forza con cui si crea Dalla forza con cui si crea Dalla forza con cui si crea
D. R.
13%
22%
Esempio specifico
Risposta generica
48%
Risposta non data
4%
30%
Esempio specifico
Risposta generica
5%
Esempio specifico
39%
Risposta generica
Risposta non
pertinente 52%
4%
Domanda stimolo: da che cosa dipende l’altezza del suono? (E17: musica con i barattoli, E18:
musica con i barattoli riempiti d’acqua, E19: i tasti dello xilofono).
Nome Risposta prima di Risposta dopo E17 Risposta dopo E18 Risposta dopo E19
alunno E17
Dalla nota suonata
L. P.
Dalla vibrazione alla Dal meno materiale Dal meno materiale
C. S. grandezza di uno strumento
T. S. Dalla nota Dalla grandezza Dalla quantità di materia da
muovere
Dalla quantità di materia da
muovere
Dipende che suono ha quella
S. L. corda
D. S. Dall’oggetto Dall’oggetto Dall’oggetto Dall’oggetto
M. N.
V. V.
Dalla forza Dalla quantità di materia Dalla quantità di materia
S. M.
C’è meno acqua
P. C.
D. C. Perché il suono ha più spazio Dalla grandezza Dalla grandezza Dalla grandezza
P. S.
M. S. Se il suono è acuto o grave Dalla piccolezza o dalla
grandezza di uno strumento
Dalla piccolezza o dalla
grandezza di uno strumento
Dalla piccolezza o dalla
grandezza di uno strumento
Dipende da la grandezza Dipende da la grandezza e la Dipende da la grandezza e la
Ce. S. vibrazione vibrazione
F. V. Dal tipo di strumento Dal tipo di strumento e di
vibrazione
Dal tipo di strumento e di
vibrazione
Dal tipo di strumento e di
vibrazione
Dipende se il suono è acuto o Dipende se il suono è acuto o
R. S. grave grave
F. R. Dipende dall’intensità Dalla quantità di materia Dalla quantità di materia Dalla quantità di materia
C. D. M.
S. C. Dalla grandezza dello
strumento
Dalla grandezza Dalla grandezza Dalla grandezza o spessore
T. V. di una corda
L. T. Dalla posizione della fonte Dalla dimensione dello
strumento
Dalla dimensione dello
strumento
Dalla dimensione dello
strumento
Dalle note Dalla grandezza Dalla grandezza Dalla grandezza
D. R.
Risposta pertinente
D16: da che cosa dipende l’altezza del suono? (prima)
Risposta pertinente
0%
Risposta non data
9% 9%
Esempio specifico
Risposta pertinente
35%
9%
17%
Esempio specifico
Risposta pertinente
39% 22%
Risposta non data
9%
17%
Esempio specifico
Risposta pertinente
17%
Risposta non data 44%
D17: che cos'è il timbro? (prima) D17: che cos'è il timbro? (dopo)
Le sorgenti sonore
D2: che cosa serve per produrre un suono? [dopo E1 e dopo aver battuto la mano a vuoto]
D3: se muovo la stecca da disegno sentirò un suono? [prima e dopo E2]
D4: se muovo l’elastico sentirò un suono? [prima e dopo E3]
D5: e come facciamo noi a produrre suono con la voce? [prima e dopo E4]
D6: qualsiasi vibrazione produce suono? [prima e dopo E5]
Nome D1 D2 D2 D3 D3 D4 D4 D5 D5 D6 D6
p d p d p d p d p d
alunno
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.
RISPOSTA CORRETTA
La propagazione del suono
D7: disegna in quale direzione si propaga il suono? [prima e dopo E6]
D8: di che cosa ha bisogni il suono per propagarsi? [domanda generica, da E7 a E9]
D9: il suono si propaga nell’acqua? [prima e dopo E9]
D10: il suono si propaga nei solidi? [prima e dopo E8]
D11: il suono si propaga più velocemente nell’acqua, nell’aria o in un solido? [prima, dopo E10 e dopo E10
bis]
D12: secondo te il suono nel vuoto si propaga? [prima e dopo E11]
D13: Quindi oltre alla sorgente, di che cosa ha bisogno il suono per propagarsi? [generica, da E7 a E9]
RISPOSTA CORRETTA
Il rilevatore di suoni: l’orecchio
D14: oltre alla sorgente e al mezzo di propagazione, di che cosa ha bisogno il suono per essere rilevato?
[prima e dopo E12]
Nome D14 D14 D15 D15 D15 D16 D16 D16 D16 D17 D17
p d p d1 d2 p d1 d2 d3 p d
alunno
L. P.
C. S. x2
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.
P. C.
D. C.
P. S.
M. S.
Ce. S.
F. V.
R. S.
F. R.
C. D. M.
S. C.
T. V.
L. T.
D. R.
RISPOSTA CORRETTA
Commenti
Data l’età degli alunni, è stata adottata la strategia delle domande poste in forma scritta e raccolte
su fogli protocolli. È stato chiesto ai ragazzi di scrivere la prima risposta (quella cioè ingenua, prima
dell’esperimento) con la matita e la seconda con la penna. Le risposte orali sono state poche e
occasionali. Si è cercato di formulare il più possibile domande “dicotomiche” in modo da
richiedere ad ogni alunno di esprimersi in modo molto semplice, ma comunque tutte le risposte
“divergenti”, di specificazione o di interpretazione, sono state registrate tal quali.
Il percorso è stato svolto nel modo più lineare possibile, ma purtroppo non tutti gli alunni hanno
potuto partecipare dall’inizio: il gruppo era formato da parti di due classi, i ragazzi che
frequentano l’indirizzo musicale della scuola in questione. Una delle due classi, per l’assenza
dell’insegnante della prima ora, è stata fatta entrare alle 9.00, perdendo così la prima mezz’ora del
percorso. Quando è arrivato il secondo gruppo, ho cercato di fare un riassunto di quanto era stato
mostrato nella prima parte del percorso, ponendo domande ai nuovi arrivati e facendo
confrontare le loro risposte con quelle dei compagni che c’erano dall’inizio.
Alcuni esperimenti del percorso non hanno avuto alcun esito: nel caso dell’E4, ad esempio (la
voce), i ragazzi non hanno modificato il loro pensiero da prima a dopo l’esperimento. Altri
esperimenti, invece, hanno confuso le idee (è il caso dell’E5:la maglia).
L’E10 non è servito a chiarire le idee, così come era impostato: per questo motivo ho inserito, sul
momento, l’esperimento E10 bis: ho diviso i ragazzi in due gruppi da 8 e uno da 7 e li ho disposti in
modo da creare un modello macroscopico con i loro corpi. Il primo gruppo aveva i componenti
seduti uno accanto all’altro (molecole nei solidi), il secondo gruppo li aveva uno dietro l’altro
(molecole nei liquidi) e il terzo li aveva tutti seduti ad una distanza di un metro circa li uni dagli
altri (molecole negli aeriformi). Ho fatto il gioco del telefono senza filo: grazie all’aiuto delle
insegnanti presenti è stata sussurrata una parola al capofila di ogni gruppo nello stesso istante, e
l’ultimo ragazzo, appena arrivato il messaggio, doveva alzare la mano. Questo esperimento
sembra essere riuscito a sciogliere i dubbi sulla velocità di propagazione del suono nei diversi
materiali.
In corrispondenza dell’E12, una bambina mi ha chiesto da che cosa dipende la sordità. Anche se la
domanda non era collegata direttamente al percorso, le ho risposto, con l’aiuto delle insegnanti, e
le ho spiegato il funzionamento degli impianti cocleari, in modo molto semplice.
Alcuni ragazzi hanno smesso di collaborare dalla parte dei “parametri del suono”: forse è stata la
stanchezza, oppure lo scarso interesse per qualcosa che ritenevano di sapere già.
Dato che i ragazzi avevano portato i loro strumenti, ho pensato di coinvolgerli facendoli suonare e
formulando richieste precise (come suonare una nota acuta o grave, in modo più intenso o più
debole e così via). Dunque, sui parametri ho aggiunto alcune esperienze in cui i ragazzi e i loro
strumenti sono stati i veri protagonisti.
Ho dovuto tagliare la parte sulla durata del suono: ho iniziato il percorso alle 8.30 per motivi
organizzativi, e ho dovuto finirlo alle 10.20 perché le insegnanti avevano bisogno di lavorare con i
ragazzi nella terza ora.
I ragazzi e le insegnanti, malgrado tutte le criticità, hanno apprezzato il percorso, e hanno chiesto
un intervento in classe sul medesimo argomento anche nei prossimi anni, se possibile.
Nella prima parte di analisi dei dati, si sono raggruppate le domande stimolo per macroargomenti
(“Esperienze e conoscenze pregresse”, “Le sorgenti sonore”, “la propagazione del suono”, “Il
rilevatore di suoni: l’orecchio” e “Parametri del suono”) in maniera da rendere conto della
coerenza del percorso e dei risultati in termini di conoscenza cui porta la metodologia PEC
utilizzata. Si sono riportate le risposte scritte e orali classificandole / raggruppandole in base alla
tipologia di risposta.
Nella scelta della tipologia dei grafici, si è tenuto conto di quello che si riteneva interessante far
emergere (ad esempio il prima e dopo di certe esperienze, la quasi unanimità nella condivisione di
un modello, la risposta più condivisa, ecc.)
Nell’analisi finale dei dati, sono state inserite idealmente in un’unica tabella (ma divisa in tre parti
per questione di spazio) tutte le domande e tutte le tipologie di risposte di ogni ragazzo,
classificandole, laddove possibile, secondo categorie di complessità crescente:
- ELENCAZIONE (elenco degli oggetti osservati)
- DESCRIZIONE (racconto di quello che si è osservato / sperimentato)
- INTERPRETAZIONE (spiegazione del fenomeno osservato)
Le risposte sono state inoltre categorizzate in RISPOSTA INERENTE, RISPOSTA NON INERENTE,
RISPOSTA CORRETTA se si richiedeva una previsione o un’attestazione della natura di quanto
osservato.
La tabella finale quindi orizzontalmente evidenzia l’intero percorso realizzato da ciascun ragazzo,
mentre verticalmente rende conto delle differenti tipologie di risposte date da tutti i bambini ad
ogni singola domanda stimolo.