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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE

Corso di studi in Scienze della Formazione primaria


Didattica della Fisica – prof. Michelini
a.a. 2017-2018

Progettazione didattica per la Scuola Secondaria di I grado


“Alessandro Manzoni”
III Comprensivo di Udine
Classi I

IL SUONO

Giulia Acito Matr. 129488


acito.giulia@spes.uniud.it
Introduzione

Lo scopo di questo percorso didattico è quello di trattare il suono come rilevante dal punto di vista
didattico considerando che si tratta di un fenomeno del quale i bambini fanno continua
esperienza; nella vita quotidiana siamo immersi, infatti, in un mare di suoni e rumori. È quindi
importante presentare questo tema ai bambini affinché comprendano da dove ha origine un
suono, come si propaga e quali sono le sue caratteristiche.
Gli studenti vanno avvicinati ai concetti relativi al suono mediante un approccio di tipo
sperimentale. In tal modo sono costretti a formulare previsioni prima di assistere all’esecuzione
dell’esperimento e, dopo aver preso visione dei risultati dello stesso, confrontare l’esito con le
proprie ipotesi e trarne delle conclusioni. Non si vuole che i bambini imparino qualcosa di
preconfezionato, ma che costruiscano le loro conoscenze in classe diventando così protagonisti
delle attività e del proprio processo di apprendimento; la didattica deve essere quindi fortemente
interattiva, incentrata sulla discussione e sulle esperienze.
Il percorso si propone di inserire questo argomento all’interno di un contesto interdisciplinare
collegando le caratteristiche del fenomeno fisico a quelle che sono le caratteristiche fisiologiche
del nostro corpo che è in grado di produrre suoni (mediante le corde vocali – e non solo –), ma
anche di percepirli (mediante l’apparato uditivo) ed a quelle che sono le componenti acustiche
fondamentali della musica. Da tener presente questa scuola secondari di I grado è ad indirizzo
musicale: tutti i bambini suonano uno strumento musicale e quindi questo argomento,
interessandoli direttamente, permetterà un loro maggiore coinvolgimento nelle attività proposte.

Impostazione

Il presente percorso didattico parte dall’identificazione delle sorgenti sonore (compresa la voce
umana) per passare alla modalità con cui esse, mediante vibrazioni, possono produrre suoni e alla
dimostrazione che non tutti i corpi che vibrano possono produrre un suono tale da essere
percepito dall’orecchio umano. Si chiarisce poi che il suono si propaga in ogni direzione e che i
suoni prodotti, per essere trasmessi, necessitano di un mezzo mentre nel vuoto la loro
propagazione non può avvenire. Si dimostra che il suono si propaga con diversa velocità a seconda
della composizione/struttura del mezzo in cui viaggia. Dopo aver chiarito che il suono, per essere
percepito, necessita di un rilevatore di suoni, si illustra l’orecchio quale rivelatore di suoni
caratteristico dell’uomo. Si passa poi all’analisi delle caratteristiche del suono: l’altezza, l’intensità,
la durata e il timbro.

Approccio

L’approccio previsto è operativo e consiste nel presentare ai bambini delle “situazioni – problema”
che permettono loro di formulare delle ipotesi per interpretare i fenomeni facendo unicamente
leva sulle loro intuizioni e conoscenze pregresse. Ciò mira a rendere gli allievi partecipi e a
stimolare la loro curiosità e motivazione nei confronti degli argomenti trattati. In questo modo gli
allievi diventano protagonisti dell’attività e successivamente, tramite prove sperimentali, vengono
verificate le ipotesi iniziali formulate da loro stessi.
Il processo di insegnamento-apprendimento è un processo volto a creare un collegamento tra il
modo di pensare degli allievi e la cultura scientifica ed è reso possibile grazie alla mediazione
dell’insegnante. È di fondamentale importanza saper creare dei percorsi didattici che portino ad
un’acquisizione consapevole di ciò che viene spiegato. Non è prevista una spiegazione introduttiva
da parte dell'insegnante, ma solamente una breve introduzione verbale che richiami l'esperienza
quotidiana degli alunni.

Strategie e metodi

La strategia adottata propone le diverse attività seguendo il ciclo PEC: previsione, esperimento,
confronto. All’inizio vengono mostrati gli oggetti necessari per svolgere l’esperimento e viene
indicato il modo con il quale verranno utilizzati. Poi sono descritti i passaggi per attuare la prova.
In seguito i bambini sono invitati a formulare ipotesi e previsioni circa i risultati dell’esperimento.
Una volta concluso il momento della previsione, viene effettuato l’esperimento che permette agli
alunni di osservare direttamente quanto accade. Successivamente i bambini hanno modo di
controllare e confrontare i risultati dell’esperimento con le ipotesi formulate inizialmente. Infine
gli alunni sono stimolati a sintetizzare e a proporre conclusioni.
Per ogni esperimento viene individuato il concetto, viene descritto il procedimento e vengono
indicati i risultati con le conclusioni a cui si perverrà. Per realizzare il percorso didattico saranno
utilizzate delle schede operative strutturate in questo modo:
a) Presentazione dell’esperimento attraverso descrizione e immagine;
b) Domande a scelta o aperte per stimolare la formulazione di ipotesi e previsioni;
c) Domande a cui rispondere dopo aver effettuato l’esperimento che devono servire a
sintetizzare i risultati osservati;
d) Conclusioni a cui perviene ogni singolo allievo e successivamente tutto il gruppo classe a
seguito di una discussione.

Prerequisiti

Tenendo presente che la classe cui si rivolge l’intervento è in una Scuola Secondaria di I grado, si
sono individuati i seguenti prerequisiti, abilità si presume siano state raggiunte grazie al percorso
scolastico (scuola primaria), ma anche grazie alle proprie esperienze personali a livello generale:
• aver sviluppato un atteggiamento di curiosità che stimoli a cercare spiegazioni di quello che
viene osservato con l’esperienza diretta;
• saper osservare e descrivere lo svolgersi dei fatti, saper formulare domande anche sulla
base di ipotesi personali, saper realizzare esperimenti;
• essere in grado di individuare somiglianze e differenze nei fenomeni;
E nello specifico, per il percorso:
• Saper distinguere un corpo allo stato solido da uno allo stato liquido e da uno allo stato
gassoso;
• Conoscere a grandi linee il concetto di onda.
Mappa

Filo

Esperienze e conoscenze pregresse


Domanda stimolo: come fai per produrre un suono?
La domanda è incentrata sui nodi concettuali che caratterizzano l’argomento suono. Gli alunni
dovranno riflettere sulle conoscenze che derivano dalle esperienze quotidiane e mettere in
evidenza le proprie capacità di fare ipotesi e collegamenti.

Le sorgenti sonore
Domanda stimolo: che cosa serve per produrre un suono?
Si prenderanno alcuni oggetti di uso comune in grado di produrre un suono (ad es. una stecca da
disegno, un elastico). Verranno poi considerati oggetti che, se fatti oscillare, non producono suoni
(ad es. maglia, ombrello) dal momento che la loro frequenza di oscillazione non è in grado di
perturbare l’aria circostante in modo tale da far udire un qualche suono.
Domanda stimolo: secondo te, cosa c’è in comune negli oggetti che producono un suono?
Domanda stimolo: cosa si nota quando un oggetto produce un suono?
Dalle esperienze osservate i bambini dovrebbero aver intuito che il suono viene prodotto
dall’interazione fra due corpi, uno dei quali deve vibrare rapidamente. Si mostra visivamente il
moto oscillatorio.

La propagazione del suono


Domanda stimolo: Alzate tutti la mano nel momento preciso in cui sentite la mia voce.
L’insegnante mette tutti i bambini disposti a cerchio, e chiede di alzare la mano quando sentono la
voce. Si mostra così che il suono si propaga in tutte le direzioni.
Domanda stimolo: il suono come fa ad andare dal punto in cui l’ho prodotto al punto in cui lo
sento?
Verrà messo in evidenza come il suono si propaga nell’aria (vibrazioni della membrana di un
tamburo in seguito a percussione di un oggetto metallico posto in prossimità), nei solidi (il filo che
collega due barattoli di latta) e nei liquidi (si fa mettere un orecchio nell’acqua ad un bambino)
mentre, contrariamente a quanto potrebbero pensare i bambini, non si propaga nel vuoto. Inoltre,
mediante una semplice esperienza (accostando l’orecchio al tavolo si può udire meglio il suono dal
battere delle nocche delle dita contro il tavolo, e facendo fare la stessa cosa ad un bambino, ma
con l’orecchio in una bacinella con dell’acqua) verrà fatto notare come il suono si propaga più
velocemente nei solidi che nell’aria. Da ciò i bambini comprenderanno che il suono si propaga in
tutte le direzioni, per trasmettersi necessita di un mezzo, non si propaga nel vuoto e che viene
trasmesso in modo diverso nei diversi mezzi.

Il rivelatore di suoni: l’orecchio


Domanda stimolo: oltre ad una sorgente e ad un mezzo in cui propagarsi, di cosa necessita il suono
per essere rilevato?
Attraverso una discussione di gruppo, i bambini individueranno la necessaria presenza di un
rilevatore: il più noto rilevatore naturale è l’orecchio. Semplici esperimenti evidenziano il
funzionamento dell’orecchio esterno. In questo caso i bambini comprenderanno la necessità dei
rilevatori di suoni e la loro capacità di percepire un’onda e di trasformarla in un altro segnale
percepibile.

Le caratteristiche del suono


Verranno prese in esame le caratteristiche principali del suono ovvero l’altezza, l’intensità, la
durata e il timbro.
Domanda stimolo: riuscite ad elencarmi che caratteristiche ha un suono?
I bambini sono invitati a fare un brainstorming scrivendo le loro idee su post-it colorati che
vengono attaccati ad un cartellone visibile da tutti. Inizia quindi una discussione su quanto scritto
e si procede ad avvicinare fisicamente i post-it con le idee simili (nuclei concettuali inerenti
l’altezza, l’intensità, la durata e il timbro) e cercando di collegarli con un filo logico utilizzando
unicamente parole e verbi, per darne una lettura d'insieme comune e condivisa.
Verrà dapprima analizzata l’intensità, che dipende dall’ampiezza delle oscillazioni: ciò viene
mostrato facendo oscillare più o meno una lamina di metallo. Si esplorerà di conseguenza la
durata per far capire ai bambini come la vibrazione dura nel tempo e continua a produrre treni di
suono (ad es. percuotendo un piatto) e che la durata si può modificare fermando la vibrazione del
corpo. Per quanto riguarda l’altezza, la gli esperimenti sono tesi a dimostrare che barattoli di
altezza diversa o bicchieri identici contenenti quantità diverse di acqua percossi con un cucchiaino
emettono suoni di altezza diversa, come anche tasti diversi dello xilofono, in relazione alla loro
dimensione e che quindi l’altezza dei suoni dipende dalla frequenza.
Infine, per quanto riguarda il timbro, si fa notare che la stessa nota prodotta da strumenti uguali
(es. xilofono di legno o di metallo) o diversi (pianoforte e flauto) pur avendo stessa altezza e
intensità ha un colore diverso che corrisponde a quella che potremmo definire la “voce” dello
strumento. Ciò dipende dalla natura della sorgente sonora (il materiale) e dal modo in cui vibra.
Attività ed esperimenti

Ø Le sorgenti sonore

E1 - La mano sul tavolo


Concetto
Vibrazione come sorgente sonora
Materiale necessario
Un tavolo
Procedimento
Battere la mano sul tavolo, mostrando che si produce suono.
Risultati e commenti
Dopo aver battuto la mano sul tavolo, esso oscilla, producendo un suono. Si può far mettere la
mano sul tavolo ad un bambino, che così sentirà la vibrazione del tavolo.

E2 – La stecca da disegno
Concetto
Vibrazione come sorgente sonora
Materiale necessario
Una stecca da disegno in plastica le cui dimensioni possono essere varie
Procedimento
Prendere la stecca da disegno e appoggiarla sul tavolo in modo che sporga di alcuni centimetri dal
bordo; tenere ben fissa al tavolo la parte della stecca appoggiata su di esso ed abbassare
l’estremità libera per poi lasciarla andare.
Risultati e commenti
Dopo aver abbassato l’estremità libera della stecca ed averla lasciata andare essa inizia ad oscillare
producendo un suono. Dopo essere stata abbassata, l’estremità libera della stecca si innalza
immediatamente, sospingendo le molecole d’aria che si trovano sopra di essa così rapidamente
che queste non hanno il tempo di allontanarsi ma sono costrette ad addensarsi le une alle altre
creando una compressione d’aria. Un attimo dopo, quando la stecca si abbassa, le molecole che
sono state compresse non hanno il tempo di seguire il rapido movimento della stecca perciò non
riempiono lo spazio che si è creato ma determinano un’espansione dell’aria stessa. Questa
espansione è seguita da una nuova compressione, quindi da un’altra espansione e così via finché
la stecca continua a vibrare; essa diventa in tal modo una sorgente sonora.

E3 – L’elastico vibrante
Concetto
Vibrazione come sorgente sonora
Materiale necessario
Un elastico, un libro, due matite
Procedimento
Attorno ad un libro sul quale sono state poste due matite, tendere un elastico in modo che questo
resti sollevato. Pizzicare con le dita l’elastico.
Risultati e commenti
Pizzicando l’elastico esso inizia a vibrare e finché vibra si sentirà un suono ma quando si fermerà
cesserà anche il suono. L’elastico, dopo essere stato teso e lasciato andare, inizia ad oscillare
producendo un suono; diventa in tal modo sorgente sonora poiché il suo movimento perturba lo
stato di equilibrio dell’aria circostante facendola oscillare in stati compressi e rarefatti, che si
trasmettono alle regioni d’aria limitrofe propagando il suono.

E4 – La voce
Concetto
Vibrazione come sorgente sonora
Materiale necessario
/
Procedimento
Si fa mettere la mano sul collo ai bambini e si invitano a parlare.
Risultati e commenti
Se non parlano, i bambini non sentono nulla di particolare sotto la mano. Quando invece, iniziano
a parlare, sentono che il collo vibra: dunque anche la voce è un suono prodotto da oscillazioni
sufficientemente rapide per essere sentite.

E5 – La maglia
Concetto
Vibrazione come sorgente sonora
Materiale necessario
Una maglia
Procedimento
Prendere una maglia ad una estremità ed agitarla
Risultati e commenti
La maglia oscilla ma non produce un suono percepibile all’orecchio umano. Nonostante oscilli,
infatti, la maglia non produce alcun suono dal momento che la frequenza di oscillazione, cioè il
numero di vibrazioni nell’unità di tempo, non è sufficiente a perturbare l’aria circostante in modo
tale da far udire un suono all’orecchio umano. Se la maglia viene sbattuta con maggior vigore,
invece, l’oscillazione risulterà abbastanza rapida da creare una perturbazione nell’aria circostante
ed essere percepita dall’orecchio umano.

Ø La propagazione del suono

E6 – Il suono si propaga in tutte le direzioni


Concetto
Direzione di propagazione
Materiale necessario
/
Procedimento
L’insegnante mette tutti i bambini disposti a cerchio, e chiede di alzare la mano quando sentono
la voce.
Risultati e commenti
Tutti i bambini alzeranno la mano: si mostra così che il suono si propaga in ogni direzione.

E7 – La propagazione del suono nell’aria


Concetto
Il suono si propaga nell’aria
Materiale necessario
Una scatola di latta, un palloncino, un pezzo di spago, un po’ di zucchero, un coperchio di pentola,
un mestolo di legno o metallo
Procedimento
Tagliare via il collo di un palloncino, avvolgere la parte rimasta su una scatola
di latta e fissarla con lo spago in modo da costruire un tamburo artigianale.
Spargere lo zucchero sulla membrana del tamburo; prendere in mano il
coperchio di una pentola e percuoterlo con il mestolo a poca distanza dal
tamburo.
Risultati e commenti
Dopo che il coperchio è stato percosso con il mestolo la membrana del
tamburo inizia a vibrare, provocando a sua volta il movimento dei granelli di
zucchero. Con il colpo dato dal mestolo sul coperchio viene prodotta una vibrazione che si propaga
dal coperchio alle molecole d’aria circostanti le quali, a loro volta, propagano la perturbazione a
quelle vicine fino a farla arrivare alla membrana elastica del tamburo che entra in vibrazione,
provocando il movimento dei granelli di zucchero.

E8 – Il telefono con lo spago


Concetto
Il suono si propaga nei solidi
Materiale necessario
Due bicchieri di plastica, un chiodo, un martello, alcuni metri di spago
Procedimento (parte I)
Costruire un telefono artigianale costituito da due bicchieri di plastica collegati tra loro da uno
spago che viene inserito sul fondo del bicchiere a livello di un foro prodotto con un chiodo; le
estremità dello spago vengono annodate in modo che non possano fuoriuscire dal foro. I due
bicchieri vengono assegnati a due bambini i quali si allontanano per la distanza consentita dallo
spago; uno dei due bambini è invitato a parlare sottovoce all’interno del bicchiere mentre l’altro
avvicinerà il proprio bicchiere all’orecchio.
Risultati e commenti (parte I)
Il secondo bambino riuscirà a percepire perfettamente quanto detto dal compagno.

Procedimento (parte II)


Successivamente un altro bambino viene invitato a stringere lo spago tra le dita e viene ripetuto
l’esperimento.
Risultati e commenti (parte II)
Ora il secondo bambino riesce a percepire le parole ma non gli è possibile comprenderle.

Procedimento (parte III)


Togliere infine lo spago e far riprendere nuovamente la comunicazione
Risultati e commenti (parte III)
Ora non si percepiscono più le parole.
Si comprende in tal modo come il suono si propaga nei solidi, in questo caso lo spago. La
perturbazione prodotta dalla voce umana si propaga al bicchiere e quindi allo spago fino a
raggiungere l’altro bicchiere, come succede nel primo caso. Nel secondo caso il terzo bambino,
tenendo tra le dita lo spago, impedisce la normale propagazione della vibrazione riducendo
l’elasticità del filo. Nel terzo caso i bicchieri non sono più collegati e non si possono percepire le
parole.
E9 – Il suono nell’acqua
Concetto
Le vibrazioni si propagano nei liquidi
Materiale necessario
Bacinella, acqua
Procedimento
Si fa mettere un orecchio nell’acqua ad un bambino e si chiede se sente che l’insegnante batte la
mano sul fondo della bacinella.
Risultati e commenti
Nel liquido si possono osservare delle vibrazioni che risultano la visualizzazione delle onde sonore.
Il suono prodotto dalla mano contro il fondo della bacinella si sente nell’acqua. Dunque, il suono si
propaga non solo nell’aria e nei solidi, ma anche nei liquidi.

E10 – La velocità di propagazione nei materiali


Concetto
Le vibrazioni si propagano con diversa velocità in materiali solidi, liquidi e aeriformi.
Materiale necessario
Bacinella, acqua, tavolo
Procedimento
Si chiamano tre volontari: uno di loro metterà l’orecchio sul tavolo, un altro nella bacinella con
l’acqua e un terzo in piedi. L’insegnante batterà la mano sul tavolo per tre volte, chiedendo ai
bambini di scambiarsi le postazioni, e infine chiederà se, secondo loro, la velocità di propagazione
nei tre materiali è stata la stessa o meno.
Risultati e commenti
Il suono si propaga con velocità diversa a seconda del mezzo attraverso il quale avviene la sua
propagazione. La velocità maggiore è nei corpi solidi, minore nei liquidi e ancora inferiore nei gas e
questo perché nei solidi le molecole sono strettamente legate tra loro e quindi trasmettono
meglio le oscillazioni rispetto ai liquidi e ai gas dove le molecole sono via via più lontane le une
dalle altre.

E11 – La campanella sottovuoto


Concetto
Il suono nel vuoto non si propaga
Materiale necessario
LIM oppure schermo dal quale mostrare il seguente filmato da youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=qyuOx7_FswQ (dal minuto 0:35 a 3:37)
Procedimento
Si mostra il filmato in cui viene applicato il tappo alla macchina del sottovuoto, che contiene un
altoparlante. L’altoparlante si sente finché non viene aspirata tutta l’aria. Se, successivamente,
l’aria viene reinserita, l’altoparlante si sente di nuovo.
Risultati e commenti
Il suono nel vuoto non si propaga: togliendo l’aria dal vaso non si percepisce il suono come prima
poiché esso per propagarsi necessita di un mezzo, in questo caso l’aria.

Ø Il rilevatore di suoni: l’orecchio

E12 - L’imbuto
Concetto
Descrizione dell’orecchio esterno
Materiale necessario
Un imbuto, un pezzetto di tubo di gomma lungo 10cm, un pezzetto di lattice, un elastico, qualche
granello di zucchero, una radio
Procedimento
Inserire e fissare in fondo all’imbuto un piccolo tubo di gomma (lungo
circa 10 cm). Ricoprire l’estremità del tubo con un pezzo di gomma di
palloncino rotto o con un pezzo di lattice. Cospargere di granelli di
zucchero la membrana posta all’imboccatura del tubo di gomma.
Accendere la radio nei pressi dell’apertura dell’imbuto.
Risultati e commenti
Al rumore prodotto dalla radio, i granelli di zucchero saltano sulla membrana.
È possibile paragonare l’imbuto all’orecchio esterno. In particolare, l’imbuto riproduce il
padiglione auricolare, il tubo di gomma riproduce il condotto uditivo e la membrana in lattice il
timpano. La vibrazione sonora viene raccolta e convogliata dal padiglione verso il condotto uditivo
che lo trasmette fino al timpano il quale, per le sue specifiche caratteristiche, percepisce la
perturbazione ed inizia ad oscillare.

Ø Parametri del suono

E13 – Suonare con diversa energia


Concetto
Intensità del suono dipende anche dall’ampiezza delle onde sonore
Materiale necessario
Una chitarra, un flauto, coperchi di pentole, tamburi, batacchi.
Procedimento
Si chiede ai bambini di suonare gli strumenti e percuotere i materiali in modo da creare un suono
con differenti intensità. Si chiede poi una riflessione su come hanno fatto a creare un suono più
forte e più debole.
Risultati e commenti
L’intensità del suono dipende dall’ampiezza dell’oscillazione della sorgente sonora: il suono
generato è più forte se l’ampiezza è maggiore. Si farà l’esperimento successivo per mostrarlo
visivamente.

E14 – L’intensità del suono


Concetto
Intensità del suono dipende anche dall’ampiezza delle onde sonore
Materiale necessario
Una lamina metallica, un pennarello, un foglio da disegno, nastro adesivo
Procedimento
Bloccare un’estremità della lamina sul banco quindi abbassare l’estremità libera di alcuni
centimetri e poi lasciarla andare; ripetere il procedimento abbassando la lamina di un centimetro
o due al massimo. Fissare perpendicolarmente alla lamina il pennarello con il nastro adesivo e
appendere il foglio da disegno al muro all’altezza del banco; appoggiare la lamina al banco e
avvicinare quest’ultimo al muro in modo che il pennarello possa lasciare un segno sul foglio.
Vengono ripetute le prime tre fasi del procedimento.
Risultati e commenti
Il suono prodotto dalla lamina è tanto più forte (intenso) quanto più in basso è portata la lamina
che poi viene rilasciata. Il segno lasciato dal pennarello quando la lamina viene abbassata molto ha
un’ampiezza maggiore del segno lasciato dal pennarello quando la lamina viene abbassata poco.
Si è mostrato, a livello visivo, che l’intensità del suono dipende dall’ampiezza dell’oscillazione della
sorgente sonora: il suono generato è più forte se l’ampiezza è maggiore.

E15 – La durata del suono


Concetto
La durata del suono
Materiale necessario
Xilofono di legno, Xilofono di metallo, batacchi, un violino, un arco.
Procedimento (parte I)
Si percuote lo stesso tasto dei due xilofoni con stessa forza, e si registra quale dei due suoni dura
più a lungo.
Risultati e commenti (parte I)
La durata del suono dipende dall’elasticità del corpo sonoro che lo produce (una piastra di metallo
risuona più a lungo di una di legno).

Procedimento (parte II)


Si percuote lo stesso tasto di uno xilofono con intensità diversa, e si registra quale dei due suoni
dura più a lungo.
Risultati e commenti (parte II)
La durata del suono dipende dalla forza con cui si fa vibrare il corpo sonoro (una superficie sonora
percossa debolmente produce un suono più breve di una percossa con forza).

Procedimento (parte III)


Si pizzica la corda di un violino e poi si perturba la corda utilizzando l’archetto: si registra quale dei
due suoni dura più a lungo.
Risultati e commenti (parte III)
La durata del suono dipende dal tipo di sollecitazione al quale viene sottoposto il corpo sonoro per
produrre il suono (una corda di violino pizzicata con le dita produce un suono più breve di una
corda sfregata con l’archetto).

E16 – La durata del suono


Concetto
La durata del suono
Materiale necessario
Una lamina metallica, un pennarello, un foglio da disegno, nastro adesivo
Procedimento
Bloccare un’estremità della lamina sul banco quindi abbassare l’estremità libera di alcuni
centimetri e poi lasciarla andare, fissando perpendicolarmente alla lamina il pennarello con il
nastro adesivo e appendendo il foglio da disegno al muro all’altezza del banco; appoggiare la
lamina al banco e avvicinare quest’ultimo al muro in modo che il pennarello possa lasciare un
segno sul foglio. Registrare la durata del suono.
Ripetere il procedimento, toccando e bloccando la lamina: si registra come si modifica la durata
del suono.
Risultati e commenti
La durata del suono diminuisce se si ostacola o si blocca la propagazione delle vibrazioni.
E17 – Musica con i barattoli
Concetto
L’altezza del suono dipende dal numero di oscillazioni nell’unità di tempo
Materiale necessario
Alcuni vasetti di plastica di dimensioni diverse, un cucchiaino
Procedimento
Collocare ordinatamente sulla cattedra una serie di vasetti di plastica dal più piccolo al più grande;
percuotere i vasetti con un cucchiaino.
Risultati e commenti
I suoni prodotti sono caratterizzati da una diversa altezza; colpendo i vasetti più piccoli vengono
generati suoni acuti mentre colpendo i vasetti più grandi vengono generati suoni gravi.
La differenza fra i suoni prodotti è dovuta al diverso numero di oscillazioni nell’unità di tempo. Il
numero di vibrazioni nell’unità di tempo è maggiore per gli oggetti piccoli che, di conseguenza,
producono un suono più acuto ed è, invece, minore per gli oggetti grandi che producono suoni più
gravi.

E18 – Musica con i barattoli riempiti d’acqua


Concetto
L’altezza del suono dipende dal numero di oscillazioni nell’unità di tempo
Materiale necessario
Alcuni vasetti di vetro della stessa dimensione, acqua, un cucchiaino
Procedimento
Collocare ordinatamente sulla cattedra una serie di vasetti di vetro, riempiti con diversa quantità
d’acqua; percuotere i vasetti con un cucchiaino.
Risultati e commenti
I suoni prodotti sono caratterizzati da una diversa altezza; colpendo i vasetti con meno acqua
vengono generati suoni acuti mentre colpendo i vasetti più pieni vengono generati suoni gravi.
La differenza fra i suoni prodotti è dovuta al diverso numero di oscillazioni nell’unità di tempo. Il
numero di vibrazioni nell’unità di tempo è maggiore per gli oggetti piccoli che, di conseguenza,
producono un suono più acuto ed è, invece, minore per gli oggetti grandi che producono suoni più
gravi.

E19 – I tasti dello xilofono


Concetto
L’altezza del suono dipende dal numero di oscillazioni nell’unità di tempo
Materiale necessario
Uno xilofono, un batacchio.
Procedimento
Si percuotono i tasti dello xilofono e si nota il suono diverso che emettono in relazione alla
dimensione dei tasti.
Risultati e commenti
I suoni prodotti sono caratterizzati da una diversa altezza; colpendo i tasti più piccoli vengono
generati suoni acuti mentre colpendo i tasti più grandi vengono generati suoni gravi.
La differenza fra i suoni prodotti è dovuta al diverso numero di oscillazioni nell’unità di tempo. Il
numero di vibrazioni nell’unità di tempo è maggiore per gli oggetti piccoli che, di conseguenza,
producono un suono più acuto ed è, invece, minore per gli oggetti grandi che producono suoni più
gravi.
E20 – Gli strumenti
Concetto
Il timbro è la voce caratteristica degli strumenti.
Materiale necessario
Chitarra, altri strumenti musicali di facile reperibilità (es. flauto dolce), xilofono di legno e di
metallo.
Procedimento
L’insegnante suona la stessa nota (Do) con i vari strumenti a disposizione; i bambini, voltando le
spalle all’insegnante, devono prendere nota della loro ipotesi (rispetto allo strumento utilizzato).
Risultati e commenti
Il timbro distingue il “colore” del suono: esso è la qualità del suono che lo fa distinguere come
“voce” di strumenti diversi pur avendo uguale altezza e intensità.

RISORSE
• A.Toffolo, M.Michelini, Esplorare per interpretare nella scuola primaria. Il Suono. Gli
Esperimenti, Forum
• A.Toffolo, M.Michelini, Esplorare per interpretare nella scuola primaria. Il Suono. Strumenti
didattici, Forum
• Appunti e slides delle lezioni di “Didattica della Fisica” del corso di laurea magistrale a ciclo
unico della facoltà di Scienze della Formazione Primaria (a.a. 2017-2018)
• https://deascuola.it/che-musica/archivio/novembre-dicembre-2014/percezione-dei-suoni-
e-parametri-musicali/la-durata.html

NODI CONCETTUALI
I nodi concettuali attorno ai quali concentrare l’attenzione dei bambini sono:

1. Necessità di una sorgente sonora (nell’uomo è rappresentata dalle corde vocali)


2. Il ruolo della vibrazione di un corpo nella produzione di un suono
3. Necessità di un mezzo per la propagazione del suono
4. La trasmissione del suono avviene in tutte le direzioni
5. La trasmissione del suono varia nei diversi mezzi
6. Necessità di un rilevatore di suoni (nell’uomo è l’orecchio)
7. L’intensità di un suono dipende dall’ampiezza dell’oscillazione
8. La durata di un suono è il tempo in cui un sistema continua a vibrare e dipende
dall’elasticità del corpo che lo produce, dall’intensità con cui si produce e dal tipo di
sollecitazione
9. L’altezza di un suono dipende dalla frequenza dell’oscillazione
10. Il timbro di un suono dipende dalla natura della sorgente sonora e dal modo in cui vibra

CONTESTO CLASSE
Le classi destinatarie dell’intervento, alla fine, erano una parte di due classi prime della scuola
Secondaria di Primo grado “A. Manzoni” (III Comprensivo di Udine), i ragazzi che fanno strumento
nell’indirizzo musicale.
L’insegnante di riferimento titolare della cattedra di Strumento Musicale (essendo una scuola ad
indirizzo musicale) in entrambe le classi prime presenti nella scuola, mi ha comunicato la mattina
stessa dell’intervento che una delle due classi sarebbe entrata alle ore 9.00. Di conseguenza una
parte dei ragazzi ha partecipato a tutto il percorso, l’altra parte dalle 9.00 in poi.
Analisi dati

Esperienze e conoscenze pregresse


Domanda stimolo: come fate a produrre un suono?

Nome Risposta
alunno
L. P. Facendo vibrare l’ancia del clarinetto
C. S. Dipende, puoi fare un suono con la voce o magari con un oggetto
T. S. Creando una vibrazione (nel mio caso con l’archetto)
S. L. Muovo l’archetto
D. S. Con degli oggetti e con tutto ciò che abbiamo intorno
A. M. Strofino l’archetto o pizzico le corde o soffio o percuoto lo strumento
R. P. Muovendo qualcosa genero un suono
M. N. Suonando uno strumento e muovendo degli oggetti
V. V. Con le vibrazioni
S. M. Con le vibrazioni

Esempio specifico
Esempio generico
Risposta generica

D1:Come fate a produrre un suono?


0%

20%

80%

Un solo elemento Risposta non data Interazione tra due elementi


Le sorgenti sonore
Domanda stimolo: che cosa serve per produrre un suono? (E1: La mano sul tavolo)

Nome Risposta dopo E1 Risposta dopo aver battuto la mano


alunno senza tavolo
L. P. La mano La mano e il tavolo
C. S. La mano La mano e il tavolo
T. S. La mano La mano e il tavolo
S. L. La mano La mano e il tavolo
D. S. La mano La mano e il tavolo
A. M. La mano e il tavolo
R. P. La mano La mano e il tavolo
M. N. La mano e il tavolo
V. V. La mano La mano e il tavolo
S. M. La mano La mano e il tavolo

Un solo elemento
Risposta non data
Interazione fra due elementi

D2:Cosa serve per produrre D2:Come fate a produrre


un suono? (prima) un suono? (dopo)
0% 0%
20%

80%
100%

Un solo elemento Un solo elemento


Risposta non data Risposta non data
Interazione tra due elementi Interazione tra due elementi
Domanda stimolo: se muovo la stecca da disegno sentirò un suono? (E2: La stecca da disegno)

Nome Risposta prima Risposta dopo Spiegazione dopo E2


alunno di E2 E2
L. P.
C. S. Interagisce con l’aria
T. S.
S. L. Crea vibrazioni nell’aria
D. S.
A. M.
R. P. Il secondo elemento è l’aria
M. N. Ha mosso l’aria
V. V.
S. M.

No, perché non c’è un secondo elemento in interazione


Si

D3: Se muovo la stecca da D3: Se muovo la stecca da


disegno sentirò un suono? disegno sentirò un suono?
(prima) (dopo)

0% 0%

40%

50% 50%

60%

No Sì Interpretazione No Sì Interpretazione
Domanda stimolo: se muovo l’elastico sentirò un suono? (E3: L’elastico vibrante)

Nome Risposta prima di E3 Risposta dopo E3


alunno
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.

No, perché non c’è un secondo elemento in interazione


Si, è come prima

D4: Se muovo l’elastico D4: Se muovo l’elastico


sentirò un suono? sentirò un suono?
(prima) (dopo)

0%
10%

90%
100%

No Sì No Sì
Domanda stimolo: e come facciamo noi a produrre suono con la voce? (E4: La voce)

Nome Risposta prima di E4 Risposta dopo E4


alunno
Con le vibrazioni Interagendo con Con le vibrazioni Interagendo con
l’aria l’aria
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.

D5: come facciamo noi D5: come facciamo noi


a produrre suono con a produrre suono con
la voce? (prima) la voce? (dopo)

40% 40%

60% 60%

Con le vibrazioni Interagendo con l'aria Con le vibrazioni Interagendo con l'aria
Domanda stimolo: qualsiasi vibrazione produce suono? (E5: La maglia)

Nome Risposta prima di E5 Risposta dopo E5


alunno
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.

No
Si
Risposta non data

D6: qualsiasi vibrazione D6: qualsiasi vibrazione


produce suono? (prima) produce suono? (dopo)

0% 0%

30%

50% 50%

70%

No Sì Risposta non data No Sì Risposta non data


La propagazione del suono
Domanda stimolo: disegna in quale direzione si propaga il suono (E6: il suono si propaga in tutte le
direzioni).

Nome Risposta prima di E5 Risposta dopo E5


alunno
Monolaterale Bilaterale Trilaterale Ogni Altro Monolaterale Bilaterale Trilaterale Ogni Altro
direzione direzione
L. P.
C. S.
(ha disegnato
T. S. la riflessione
del suono)

S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
Quadrilaterale
S. M.

D7: Disegna in quale D7: Disegna in quale


direzione si propaga il direzione si propaga il
suono (prima) suono (dopo)

0%
10%
20% 20%

10%

30%

20%
90%

Monolaterale Bilaterale Trilaterale Monolaterale Bilaterale Trilaterale


Ogni direzione Altro Ogni direzione Altro
Domanda stimolo: di che cosa ha bisogni il suono per propagarsi? (generica, da E7 a E9).

Nome Risposta
alunno
L. P. Ha bisogno dell’aria
C. S. Un luogo, aria, spazio
T. S. L’aria
S. L. Spazio
D. S. Aria, volume, spazio
A. M. Volume, spazio, aria
R. P. L’aria
M. N. L’aria o l’acqua
V. V. Dell’aria
S. M. Spazio e di una secondo

Esempio specifico: un mezzo


Esempio specifico: due mezzi
Risposta generica
Risposta non pertinente

D8: Di che cosa ha bisogni il suono per


propagarsi?

20%

40%

30%

10%

Esempio specifico: un mezzo Esempio specifico: due mezzi


Risposa generica Risposta non pertinente
Domanda stimolo: il suono si propaga nell’acqua? (E9: il suono nell’acqua).

Nome Risposta prima di E9 Risposta dopo E9


alunno
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.

No
Si

D9: Il suono si propaga D9: Il suono si propaga


nell’acqua? (prima) nell’acqua? (dopo)

0%
10%

90%
100%

Si No Si No
Domanda stimolo: il suono si propaga nei solidi? (E8: il telefono con lo spago).

Nome alunno Risposta prima di E8 Risposta dopo E8


L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.
P. C.
D. C.
P. S.
M. S.
Ce. S.
F. V.
R. S.
F. R.
C. D. M.
S. C.
T. V.
L. T.
D. R.

No
Si

D10: Il suono si propaga D9: Il suono si propaga


nei solidi? (prima) nei solidi? (dopo)
0%
17%

83%
100%

Si No Si No
Domanda stimolo: il suono si propaga più velocemente nell’acqua, nell’aria o in un solido? (E10: la
velocità di propagazione nei materiali).

Risposte prima di E 10
Nome Aeriformi, Aeriformi, Liquidi, solidi, Liquidi, Solidi, liquidi, Solidi,
alunno solidi, liquidi liquidi, solidi aeriformi aeriformi, aeriformi aeriformi,
solidi liquidi
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.
P. C.
D. C.
P. S.
M. S.
Ce. S.
F. V.
R. S.
F. R.
C. D. M.
S. C.
T. V.
L. T.
D. R.

D11: Il suono si propaga più velocemente


nell’acqua, nell’aria o in un solido? (prima)
4%
Aeriformi, solidi, liquidi

26% 35% Aeriformi, liquidi, solidi

Liquidi, solidi, aeriformi

Liquidi, aeriformi, solidi


0%
Solidi, liquidi, aeriformi

Solidi, aeriformi, liquidi

35%
Risposte dopo E 10
Nome Aeriformi, Aeriformi, Liquidi, solidi, Liquidi, Solidi, liquidi, Solidi,
alunno solidi, liquidi liquidi, solidi aeriformi aeriformi, aeriformi aeriformi,
solidi liquidi
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.
P. C.
D. C.
P. S.
M. S.
Ce. S.
F. V.
R. S.
F. R.
C. D. M.
S. C.
T. V.
L. T.
D. R.

D11: Il suono si propaga più velocemente


nell’acqua, nell’aria o in un solido? (dopo)
4%

26% Aeriformi, solidi, liquidi

26% Aeriformi, liquidi, solidi

Liquidi, solidi, aeriformi

Liquidi, aeriformi, solidi

Solidi, liquidi, aeriformi

5%
Solidi, aeriformi, liquidi
0%

39%
Mi sono resa conto che l’esperimento E10 non aveva sciolto i dubbi relativi alla velocità di
propagazione del suono nei vari materiali, così ho inserito, sul momento, l’esperimento E10 bis,
che ha fornito un modello macroscopico. L’esperimento è stato compreso appieno dai ragazzi, e i
risultati sono i seguenti:

Risposte dopo E 10 bis


Nome Aeriformi, Aeriformi, Liquidi, solidi, Liquidi, Solidi, liquidi, Solidi,
alunno solidi, liquidi liquidi, solidi aeriformi aeriformi, aeriformi aeriformi,
solidi liquidi
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.
P. C.
D. C.
P. S.
M. S.
Ce. S.
F. V.
R. S.
F. R.
C. D. M.
S. C.
T. V.
L. T.
D. R.

D11: Il suono si propaga più velocemente


nell’acqua, nell’aria o in un solido? (dopo bis)
0%
Aeriformi, solidi, liquidi

Aeriformi, liquidi, solidi

Liquidi, solidi, aeriformi

Liquidi, aeriformi, solidi

Solidi, liquidi, aeriformi

Solidi, aeriformi, liquidi


100%
Domanda stimolo: secondo te il suono nel vuoto si propaga? (E11: la campanella sottovuoto).

Risposte prima di E11 Risposte dopo E11


Nome Si No Si No
alunno
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.
P. C.
D. C.
P. S.
M. S.
Ce. S.
F. V.
R. S.
F. R.
C. D. M.
S. C.
T. V.
L. T.
D. R.

D12: Secondo te, il suono nel D12: Secondo te, il suono nel
vuoto si propaga? (prima) vuoto si propaga? (dopo)

4%

39%

61%

96%

Si No Si No
Domanda stimolo: Quindi oltre alla sorgente, di che cosa ha bisogno il suono per propagarsi?
(generica, da E7 a E9).

Nome alunno Risposta


L. P.
C. S.
T. S.
S. L. Spazio
D. S. Aria e spazio
A. M. Spazio, aria
R. P. L’aria
M. N.
V. V.
S. M.
P. C. Di un conduttore
D. C. Vibrazioni, aria
P. S.
M. S. Un elemento di comunicazione
Ce. S. Di un conduttore
F. V. Di una frequenza
R. S. Di diversi elementi che cambiano il suono
F. R. Comunicazione
C. D. M. Mezzo di propagazione
S. C. Di un altro elemento
T. V. Un mezzo di propagazione
L. T. L’aria
D. R. Aria, vibrazioni

Risposta pertinente generica


Risposta pertinente precisa
Risposta generica
Risposta non data
Risposta non pertinente

D13: Quindi oltre alla sorgente, di che cosa ha bisogno il suono


per propagarsi?
13% Risposta pertinente generica
17%

9% Risposta pertinente specifica

Risposta generica

30% Risposta non data


31%
Risposta non pertinente
Il rilevatore di suoni: l’orecchio
Domanda stimolo: oltre alla sorgente e al mezzo di propagazione, di che cosa ha bisogno il suono
per essere rilevato? (E12: l’imbuto).

Nome alunno Risposta prima di E12 Risposta dopo E12


L. P.
C. S.
T. S. Le orecchie, un microfono
S. L.
D. S.
A. M.
R. P. Una membrana presente
nell’orecchio
M. N.
V. V. Lo spazio Lo spazio
S. M. Lo spazio
P. C. Palazzo
D. C. Aria, impulso
P. S.
M. S.
Ce. S. Qualunque oggetto
F. V. Spazio Di percepire
R. S. Di un mezzo di propagazione
F. R.
C. D. M.
S. C. Ascolto
T. V. Di qualcosa
L. T.
D. R.

Orecchie: risposta pertinente Risposta generica


Risposta non pertinente Udito: risposta pertinente generica
Risposta pertinente specifica

D14: oltre alla sorgente e al mezzo di D14: oltre alla sorgente e al mezzo
propagazione, di che cosa ha bisogno il suono di propagazione, di che cosa ha
per essere rilevato? (prima) bisogno il suono per essere
rilevato? (dopo)
Orecchie: risposta
pertinente
22% 22%
Risposta non
pertinente
39%
Risposta pertinente
4% 4%
specifica
0%
4%
Risposta generica 61%
13%

Udito: risposta
31% pertinente generica
Parametri del suono
Domanda stimolo: da che cosa dipende l’intensità del suono? (E13: suonare con diversa energia
ed E14: l’intensità del suono).

Nome Risposta prima di E13 Risposta dopo E13 Risposta dopo E14
alunno
L. P.
C. S. Dalla potenza del fiato/ Dalla forza che diamo Dalla forza che diamo
Dalla potenza del
pizzicato
T. S. Dalla forza con cui si Dalla forza con cui si Dalla forza con cui si
genera il suono genera il suono genera il suono
S. L. Dallo strumento Dal impulso che li dai Dal impulso che li dai
D. S. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
A. M. Nel mio caso dalla forza
R. P. La forza La forza
M. N.
V. V.
S. M. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
P. C. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
D. C. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
P. S. Dall’altezza Dall’altezza
M. S. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
Ce. S. Forza Forza Forza
F. V. Dalla forza delle onde Dalla forza delle onde Dalla forza delle onde
R. S.
F. R. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
C. D. M. Dall’aria
S. C. Dalla forza che Dalla forza che Dalla forza che
applichiamo sullo applichiamo sullo applichiamo sullo
strumento strumento strumento
T. V. Dalla forza Dalla forza Dalla forza
L. T. Dalla forza con cui si crea Dalla forza con cui si crea Dalla forza con cui si crea
D. R.

Esempio specifico Risposta non pertinente

Risposta generica Risposta non data


D15: da che cosa dipende l’intensità del suono? (prima)

13%
22%
Esempio specifico

Risposta generica

Risposta non pertinente 17%

48%
Risposta non data

D15: da che cosa dipende l’intensità del suono? (dopo E13)

4%

30%
Esempio specifico

Risposta generica

Risposta non pertinente 57%


9%

Risposta non data

D15: da che cosa dipende l’intensità del suono? (dopo E14)

5%

Esempio specifico

39%
Risposta generica

Risposta non
pertinente 52%

Risposta non data

4%
Domanda stimolo: da che cosa dipende l’altezza del suono? (E17: musica con i barattoli, E18:
musica con i barattoli riempiti d’acqua, E19: i tasti dello xilofono).

Nome Risposta prima di Risposta dopo E17 Risposta dopo E18 Risposta dopo E19
alunno E17
Dalla nota suonata
L. P.
Dalla vibrazione alla Dal meno materiale Dal meno materiale
C. S. grandezza di uno strumento
T. S. Dalla nota Dalla grandezza Dalla quantità di materia da
muovere
Dalla quantità di materia da
muovere
Dipende che suono ha quella
S. L. corda
D. S. Dall’oggetto Dall’oggetto Dall’oggetto Dall’oggetto

A. M. Dipende dalla nota che suoni

R. P. Con meno materia Con meno materia

M. N.
V. V.
Dalla forza Dalla quantità di materia Dalla quantità di materia
S. M.
C’è meno acqua
P. C.
D. C. Perché il suono ha più spazio Dalla grandezza Dalla grandezza Dalla grandezza

P. S.
M. S. Se il suono è acuto o grave Dalla piccolezza o dalla
grandezza di uno strumento
Dalla piccolezza o dalla
grandezza di uno strumento
Dalla piccolezza o dalla
grandezza di uno strumento
Dipende da la grandezza Dipende da la grandezza e la Dipende da la grandezza e la
Ce. S. vibrazione vibrazione
F. V. Dal tipo di strumento Dal tipo di strumento e di
vibrazione
Dal tipo di strumento e di
vibrazione
Dal tipo di strumento e di
vibrazione
Dipende se il suono è acuto o Dipende se il suono è acuto o
R. S. grave grave
F. R. Dipende dall’intensità Dalla quantità di materia Dalla quantità di materia Dalla quantità di materia

C. D. M.
S. C. Dalla grandezza dello
strumento
Dalla grandezza Dalla grandezza Dalla grandezza o spessore
T. V. di una corda
L. T. Dalla posizione della fonte Dalla dimensione dello
strumento
Dalla dimensione dello
strumento
Dalla dimensione dello
strumento
Dalle note Dalla grandezza Dalla grandezza Dalla grandezza
D. R.

Esempio specifico Risposta non data

Risposta generica pertinente Risposta non pertinente

Risposta pertinente
D16: da che cosa dipende l’altezza del suono? (prima)

Esempio specifico 26%


30%
Risposta generica pertinente

Risposta pertinente
0%
Risposta non data

Risposta non pertinente


44%

D16: da che cosa dipende l’altezza del suono? (dopo E17)

9% 9%
Esempio specifico

Risposta generica pertinente

Risposta pertinente
35%

Risposta non data 43%

Risposta non pertinente


4%

D16: da che cosa dipende l’altezza del suono? (dopo E18)

9%
17%
Esempio specifico

Risposta generica pertinente

Risposta pertinente
39% 22%
Risposta non data

Risposta non pertinente


13%

D16: da che cosa dipende l’altezza del suono? (dopo E19)

9%
17%
Esempio specifico

Risposta generica pertinente

Risposta pertinente
17%
Risposta non data 44%

Risposta non pertinente


13%
Domanda stimolo: che cos’è il timbro? (E20: gli strumenti).

Nome Risposta prima di E20 Risposta dopo E20


alunno
L. P. È la “voce” dello strumento È la “voce” dello strumento
C. S. È “la voce di uno strumento”
T. S. Il suono
S. L. Il tipo di “voce” che ha un suono Il tipo di “voce” che ha un suono
D. S. È un tipo di voce di un suono È un tipo di voce di un suono
A. M. È il tipo di voce che ha un suono È il tipo di voce che ha uno strumento
R. P. È il suono che produce lo stomento È il suono che produce lo stomento per farsi
distinguere
M. N. La forza imposta su uno strumento La forza imposta su uno strumento
V. V.
S. M.
P. C. È il suono che ci fa riconoscere lo strumento
D. C. Il timbro è la modalità di altezza Il timbro è la modalità di altezza del suono
dello strumento
P. S.
M. S. È il suono di uno strumento È il suono di uno strumento, la sua voce
Ce. S. Tipo di suono È il tipo di suono di uno strumento
F. V. È il tipo di suono
R. S. Sono i versi di uno strumento È la voce di uno strumento
F. R. È il volume della voce o strumento
C. D. M. Il suono caratteristico di uno strumento
S. C. Il suono caratteristico di uno strumento Il suono caratteristico di uno strumento
T. V. Il timbro è il suono caratteristico di uno
strumento
L. T. Il suono caratteristico di uno strumento Il suono caratteristico di uno strumento
D. R. Dello strumento

Risposta pertinente Risposta generica


Risposta non pertinente Risposta non data

D17: che cos'è il timbro? (prima) D17: che cos'è il timbro? (dopo)

Risposta generica Risposta generica 9% 9%


23%
Risposta 27% Risposta
pertinente pertinente

Risposta non data Risposta non data 27%

Risposta non Risposta non


pertinente 23% pertinente
55%
27%
Monitoraggio degli apprendimenti

Esperienze e conoscenze pregresse


D1: come fate a produrre un suono?

Le sorgenti sonore
D2: che cosa serve per produrre un suono? [dopo E1 e dopo aver battuto la mano a vuoto]
D3: se muovo la stecca da disegno sentirò un suono? [prima e dopo E2]
D4: se muovo l’elastico sentirò un suono? [prima e dopo E3]
D5: e come facciamo noi a produrre suono con la voce? [prima e dopo E4]
D6: qualsiasi vibrazione produce suono? [prima e dopo E5]

Nome D1 D2 D2 D3 D3 D4 D4 D5 D5 D6 D6
p d p d p d p d p d
alunno
L. P.
C. S.
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.

ELENCAZIONE RISPOSTA INERENTE

DESCRIZIONE RISPOSTA NON INERENTE

INTERPRETAZIONE RISPOSTA NON DATA

RISPOSTA CORRETTA
La propagazione del suono
D7: disegna in quale direzione si propaga il suono? [prima e dopo E6]
D8: di che cosa ha bisogni il suono per propagarsi? [domanda generica, da E7 a E9]
D9: il suono si propaga nell’acqua? [prima e dopo E9]
D10: il suono si propaga nei solidi? [prima e dopo E8]
D11: il suono si propaga più velocemente nell’acqua, nell’aria o in un solido? [prima, dopo E10 e dopo E10
bis]
D12: secondo te il suono nel vuoto si propaga? [prima e dopo E11]
D13: Quindi oltre alla sorgente, di che cosa ha bisogno il suono per propagarsi? [generica, da E7 a E9]

Nome D7 D7 D8 D9 D9 D10 D10 D11 D11 D11 D12 D12 D13


p d p d p d p d d2 p d
alunno
L. P. x1
C. S.
T. S. x1
S. L.
D. S.
A. M.
R. P. x1 x1
M. N. x2
V. V. x1
S. M.
P. C.
D. C. x2
P. S.
M. S.
Ce. S.
F. V.
R. S. Alunni non presenti
F. R.
C. D. M.
S. C.
T. V.
L. T. x1
D. R. x2

ELENCAZIONE RISPOSTA INERENTE

DESCRIZIONE RISPOSTA NON INERENTE

INTERPRETAZIONE RISPOSTA NON DATA

RISPOSTA CORRETTA
Il rilevatore di suoni: l’orecchio
D14: oltre alla sorgente e al mezzo di propagazione, di che cosa ha bisogno il suono per essere rilevato?
[prima e dopo E12]

Parametri del suono


D15: da che cosa dipende l’intensità del suono? [prima e dopo E13, dopo E14]
D16: da che cosa dipende l’altezza del suono? [prima e dopo E17, dopo E18 e dopo E19]
D17: che cos’è il timbro [prima e dopo E20]

Nome D14 D14 D15 D15 D15 D16 D16 D16 D16 D17 D17
p d p d1 d2 p d1 d2 d3 p d
alunno
L. P.
C. S. x2
T. S.
S. L.
D. S.
A. M.
R. P.
M. N.
V. V.
S. M.
P. C.
D. C.
P. S.
M. S.
Ce. S.
F. V.
R. S.
F. R.
C. D. M.
S. C.
T. V.
L. T.
D. R.

ELENCAZIONE RISPOSTA INERENTE

DESCRIZIONE RISPOSTA NON INERENTE

INTERPRETAZIONE RISPOSTA NON DATA

RISPOSTA CORRETTA
Commenti

Data l’età degli alunni, è stata adottata la strategia delle domande poste in forma scritta e raccolte
su fogli protocolli. È stato chiesto ai ragazzi di scrivere la prima risposta (quella cioè ingenua, prima
dell’esperimento) con la matita e la seconda con la penna. Le risposte orali sono state poche e
occasionali. Si è cercato di formulare il più possibile domande “dicotomiche” in modo da
richiedere ad ogni alunno di esprimersi in modo molto semplice, ma comunque tutte le risposte
“divergenti”, di specificazione o di interpretazione, sono state registrate tal quali.
Il percorso è stato svolto nel modo più lineare possibile, ma purtroppo non tutti gli alunni hanno
potuto partecipare dall’inizio: il gruppo era formato da parti di due classi, i ragazzi che
frequentano l’indirizzo musicale della scuola in questione. Una delle due classi, per l’assenza
dell’insegnante della prima ora, è stata fatta entrare alle 9.00, perdendo così la prima mezz’ora del
percorso. Quando è arrivato il secondo gruppo, ho cercato di fare un riassunto di quanto era stato
mostrato nella prima parte del percorso, ponendo domande ai nuovi arrivati e facendo
confrontare le loro risposte con quelle dei compagni che c’erano dall’inizio.
Alcuni esperimenti del percorso non hanno avuto alcun esito: nel caso dell’E4, ad esempio (la
voce), i ragazzi non hanno modificato il loro pensiero da prima a dopo l’esperimento. Altri
esperimenti, invece, hanno confuso le idee (è il caso dell’E5:la maglia).
L’E10 non è servito a chiarire le idee, così come era impostato: per questo motivo ho inserito, sul
momento, l’esperimento E10 bis: ho diviso i ragazzi in due gruppi da 8 e uno da 7 e li ho disposti in
modo da creare un modello macroscopico con i loro corpi. Il primo gruppo aveva i componenti
seduti uno accanto all’altro (molecole nei solidi), il secondo gruppo li aveva uno dietro l’altro
(molecole nei liquidi) e il terzo li aveva tutti seduti ad una distanza di un metro circa li uni dagli
altri (molecole negli aeriformi). Ho fatto il gioco del telefono senza filo: grazie all’aiuto delle
insegnanti presenti è stata sussurrata una parola al capofila di ogni gruppo nello stesso istante, e
l’ultimo ragazzo, appena arrivato il messaggio, doveva alzare la mano. Questo esperimento
sembra essere riuscito a sciogliere i dubbi sulla velocità di propagazione del suono nei diversi
materiali.
In corrispondenza dell’E12, una bambina mi ha chiesto da che cosa dipende la sordità. Anche se la
domanda non era collegata direttamente al percorso, le ho risposto, con l’aiuto delle insegnanti, e
le ho spiegato il funzionamento degli impianti cocleari, in modo molto semplice.
Alcuni ragazzi hanno smesso di collaborare dalla parte dei “parametri del suono”: forse è stata la
stanchezza, oppure lo scarso interesse per qualcosa che ritenevano di sapere già.
Dato che i ragazzi avevano portato i loro strumenti, ho pensato di coinvolgerli facendoli suonare e
formulando richieste precise (come suonare una nota acuta o grave, in modo più intenso o più
debole e così via). Dunque, sui parametri ho aggiunto alcune esperienze in cui i ragazzi e i loro
strumenti sono stati i veri protagonisti.
Ho dovuto tagliare la parte sulla durata del suono: ho iniziato il percorso alle 8.30 per motivi
organizzativi, e ho dovuto finirlo alle 10.20 perché le insegnanti avevano bisogno di lavorare con i
ragazzi nella terza ora.
I ragazzi e le insegnanti, malgrado tutte le criticità, hanno apprezzato il percorso, e hanno chiesto
un intervento in classe sul medesimo argomento anche nei prossimi anni, se possibile.
Nella prima parte di analisi dei dati, si sono raggruppate le domande stimolo per macroargomenti
(“Esperienze e conoscenze pregresse”, “Le sorgenti sonore”, “la propagazione del suono”, “Il
rilevatore di suoni: l’orecchio” e “Parametri del suono”) in maniera da rendere conto della
coerenza del percorso e dei risultati in termini di conoscenza cui porta la metodologia PEC
utilizzata. Si sono riportate le risposte scritte e orali classificandole / raggruppandole in base alla
tipologia di risposta.
Nella scelta della tipologia dei grafici, si è tenuto conto di quello che si riteneva interessante far
emergere (ad esempio il prima e dopo di certe esperienze, la quasi unanimità nella condivisione di
un modello, la risposta più condivisa, ecc.)
Nell’analisi finale dei dati, sono state inserite idealmente in un’unica tabella (ma divisa in tre parti
per questione di spazio) tutte le domande e tutte le tipologie di risposte di ogni ragazzo,
classificandole, laddove possibile, secondo categorie di complessità crescente:
- ELENCAZIONE (elenco degli oggetti osservati)
- DESCRIZIONE (racconto di quello che si è osservato / sperimentato)
- INTERPRETAZIONE (spiegazione del fenomeno osservato)
Le risposte sono state inoltre categorizzate in RISPOSTA INERENTE, RISPOSTA NON INERENTE,
RISPOSTA CORRETTA se si richiedeva una previsione o un’attestazione della natura di quanto
osservato.
La tabella finale quindi orizzontalmente evidenzia l’intero percorso realizzato da ciascun ragazzo,
mentre verticalmente rende conto delle differenti tipologie di risposte date da tutti i bambini ad
ogni singola domanda stimolo.

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