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Una soluzione allo 0,9% è una soluzione che contiene 0.9 gr di soluto in 100 ml di solvente.
Bisogna pesare 4,5 gr di NaCl e scioglierli in 500 ml di acqua distillata.
4. Preparare 150 ml di una soluzione 0,4 M di NaCl (per diluizione da una soluzione 2 M).
Il fattore di diluizione è pari a 2M/0,4 M = 5. Quindi, 150 ml/5 = 30 ml.
Bisogna misurare 30 ml della soluzione 2 M e portarli a 150 ml con acqua distillata.
Essendo piuttosto disagevole pesare un liquido, se si divide il valore in grammi ottenuto per la
densità della soluzione si ottiene il volume di soluzione che corrisponde a 11,72 g di essa:
I0 It
A= e C l
L’Assorbanza (A) dipende dalla concentrazione molare del cromoforo (C), dal
cammino ottico in cm (l) e da un parametro e (coefficiente di estinzione molare
tipico del cromoforo; coincide con l’A di una soluzione 1M del cromoforo letta in
una cuvetta con l = 1 cm).
• •
•
3 0,31
4 0,42
1 2 3 4
BSA (mg)
Molti dosaggi enzimatici
sono eseguiti con lo
spettrofotometro
La concentrazione di un enzima è direttamente proporzionale alla velocità con
cui il S scompare o il P si forma durante la reazione. Se il S o il P sono
cromofori (nell’UV o nel VIS), possiamo utilizzare lo spettrofotometro. Si
prepara la miscela di reazione contenente il S (a concentrazione saturante) ed
eventuali cofattori; si imposta la lunghezza d’onda di assorbimento del
cromoforo e, dopo aver aggiunto l’Enzima, si registra la variazione di A nel
tempo (DA/min). A questo punto, dividendo DA/min per l’e del cromoforo,
avremo le mmoli di cromoforo/min (in base alla legge di Lambert-Beer), cioè le
Unità enzimatiche.
T
La preparazione dell’omogenato
Si comincia, di solito, con l’estrazione delle proteine dalle cellule per ottenere
un omogenato. Se un frullatore basta per rompere cellule animali, le tecniche
saranno più drastiche nel caso di cellule vegetali e batteriche che presentano
una parete cellulare (pressione elevata, ultrasuoni, enzimi).
Nel caso di cellule eucariotiche, la centrifugazione differenziale dell’omogenato
consente di separare gli organelli subcellulari.
R
E
Pompa peristaltica immette il S
tampone sulla resina ad un I
N
flusso costante (ml/min) A
0,8
0,6
0,4
0,2
1 2 3 4 5 6 7
frazioni
Quali sono le caratteristiche delle proteine che sono sfruttate per ottenere
la loro separazione mediante cromatografia ?
La cromatografia a scambio ionico separa le proteine in base alle differenze
di pI (punto isoelettrico è il valore di pH a cui la proteina ha carica netta zero
perché il numero delle cariche negative uguaglia quello delle cariche positive).
Esistono resine con carica negativa (CM, carbossi metil, legano cationi) e
resine con carica positiva (DEAE, DiEtilAminoEtil, legano anioni). Le
proteine assumono carica netta negativa a valori di pH > pI e carica netta
positiva a valori di pH < pI.
Se creiamo le condizioni giuste (scelta della resina e del pH della soluzione
tampone) possiamo ottenere il legame della proteina di interesse alla resina.
frazioni
Ancoretta
Tampone +
Tampone magnetica
NaCl 1 M
colonna
rubinetto
Agitatore
magnetico Formatore di gradiente di
forza ionica
La cromatografia per affinità separa le proteine in base all’affinità per una
molecola (ligando) legata covalentemente ad una resina (agarosio, cellulosa,
destrano, sefarosio) per mezzo di un braccio spaziatore che favorisce
l’interazione. L’efficienza di questa cromatografia è molto alta, con la
possibilità di separare in one-step una specifica molecola da molte altre.
Resina HO
O OH
O O
HO OH
Ligando
OH
OH
OH
Braccio
spaziatore
STEP. 1. Scelta della resina con il ligando “giusto”
STEP 2. Carica del campione contenente la proteina che vogliamo separare
dalle altre
STEP 3. Lavaggio della resina con tampone per allontanare le proteine non
legate
STEP 4. Distacco della proteina dal ligando indebolendo il legame (aggiunta
nel tampone di NaCl o di una molecola per la quale la proteina ha
affinità maggiore).
Purificazione di un antigene mediante cromatografia x affinità
che ha l’anticorpo come ligando.
La cromatografia per gel filtrazione (esclusione molecolare) separa le
proteine in base alle diverse dimensioni molecolari. La resina è costituita di
granuli di gel con pori di dimensione controllata. La reazione tra destrano e
epicloridrina determina la formazione di un polimero chiamato Sephadex
ampiamente utilizzato come resina per gel filtrazione. Il rapporto tra i reagenti
determina la porosità del gel e, quindi, i suoi limiti di esclusione. Ad esempio, il
Sephadex G-100 ha limiti di esclusione 1000-100,000 Da; il Sephadex G-75 ha
limiti di esclusione 1000-50,000 Da.
Le molecole che non possono entrare
nei pori del gel utilizzano il volume
vuoto (Vo) della resina e sono eluite
per prime; quelle che riescono ad
entrare completamente nei pori
utilizzano il volume totale (Vt) della
resina e sono eluite per ultime.
Quindi, il volume di eluizione ed il
Vo Vi Vt peso molecolare sono inversamente
correlati.
Il volume di tampone necessario per l’eluizione delle molecole da una
gel filtrazione (ml, Ve) è regolato dalla formula
Ve = Vo + Kd Vi
Kd è il coefficiente di distribuzione (può assumere tutti i valori
compresi tra 0 e 1) della molecola in questione.
Le molecole di dimensioni maggiori dei pori del gel non penetrano nei
pori (Kd = 0) e sono eluite per prime; il Ve di tali molecole viene
definito Vo (volume vuoto o escluso).
Ve = Vo
A (OD)
0,6
0,4
0,2
Frazioni
Ve =Vo
Ve = Vt
I CRITERI DI PUREZZA
Ad ogni passaggio di purificazione possiamo calcolare
l’attività specifica = [proteina da purificare]
[proteine totali]
TEtraMEtiletilenDiammina
In assenza di O2 e a
bassa temperatura
1. Scegliere il pH del tampone;
2. Caricare nei pozzetti un’aliquota della soluzione
proteica e un tracciante che migra più velocemente
delle proteine;
3. Applicare un voltaggio costante fino a quando il
tracciante esce dal gel;
4. Recuperare il gel dalle lastrine di vetro e colorarlo con
Coomassie;
5. Eliminare l’eccesso di colorante (lavaggi con acido
acetico/metanolo fino a che il fondo del gel è
trasparente).
La determinazione del
peso molecolare
La cromatografia per gel filtrazione consente di determinare il peso
molecolare nativo di una proteina (quello derivante dall’associazione di
tutte le eventuali subunità).
Si effettua una cromatografia di calibrazione con proteine a peso
molecolare noto, si calcola il Ve di ciascuna di esse, e si riporta in
grafico il Log PM di ciascuna proteina in funzione del suo Ve. Si
sottopone la proteina in esame alla stessa cromatografia e si ottiene il suo
Ve da cui, per estrapolazione sulla retta di taratura, si ricava il peso
molecolare.
••
• ••
LogPM
• •• •
Ve
L’SDS-PAGE (Sodium Dodecyl Sulfate- PolyAcrylamide Gel Electrophoresis)
consente di determinare il peso molecolare minimo di una proteina (quello della/e
subunità). L’SDS-PAGE è una elettroforesi denaturante che permette la separazione
delle proteine SOLO in base al peso molecolare.
100 °C x 5 min
Si effettua una corsa di calibrazione con proteine a peso molecolare noto
e si calcola la mobilità di ciascuna banda; si riporta in grafico Log PM
in funzione della mobilità. Conoscendo la mobilità della proteina in
esame, si ricava il peso molecolare della subunità per estrapolazione
sulla retta di taratura.
mobilità, cm