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GUIDA PAESE

ECONOMIA • FISCO • DIRITTO • LAVORO


A cura di Roberto Turchetto
IV Edizione

Sedi Romania: BUCAREST • TIMISOARA • CLUJ


Sedi Italia: TREVISO • TRIESTE • PORDENONE

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o altri, senza l'autorizzarione scritta dall'editore.
PIÙ VICINI ALL' ITALIA, PIÙ VICINI ALL' EUROPA
Il 25 aprile 2005, a Lussemburgo, è stato firmato il Trattato di Adesione della Romania e della Bulgaria all' Unione Europea. Tale
evento ha segnato un passaggio fondamentale sulla strada della piena integrazione della Romania nella grande famiglia europea.
La firma del Trattato è stato un momento storico, che conclude non soltanto un lungo processo di preparazione e negoziato, ma
anche un periodo di modernizzazione della società romena. Inoltre tale firma significa il riconoscimento della Romania come paese
europeo da sempre, che condivide gli stessi valori e standard comuni a tutti i paesi membri dell'Unione. Il processo si concluderà,
dopo la ratifica del Trattato da parte degli stati membri - e qui dobbiamo puntualizzare che l'Italia è stato il primo tra i paesi
fondatori dell'UE a ratificare il documento, con l'ingresso della Romania nell'Unione Europea il 1∞ gennaio 2007.
Ulteriori analisi della Commissione Europea certificano il progresso realizzato dalla Romania per quanto riguarda le aree della
preparazione interna, su tutti i criteri di adesione, e cioè politico, economico e dell' implementazione dell' acquis comunitario.

Per quanto concerne il criterio economico, tali documenti mettono in risalto il successo della Romania nel mantenimento della
stabilità macro-economica e nella promozione delle riforme strutturali. Le rilevazioni statistiche per l'anno 2005 illustrano, a loro
volta, la dinamica dell'economia romena. La ristrutturazione o la privatizzazione di importanti società del settore energetico e
bancario, l'introduzione dell'imposta unica di 16% sui redditi, la ri-denominazione della moneta nazionale, rappresentano ulteriori
passi sulla strada dell' adeguamento dell' economia romena alle esigenze di un mercato moderno.

In questo generoso quadro si proiettano anche i rapporti privilegiati istauratisi tra la Romania e l'Italia soprattutto nell'ultimo
decennio. Infatti, sin dal 1997, l'Italia si è costantemente situata al primo posto tra i partner commerciali della Romania. Il volume
complessivo degli scambi ha raggiunto 9,3 miliardi euro alla fine del 2005 (con un aumento di 9,1% rispetto l'anno precedente),
interessando sia settori ormai consolidati come l'industria del tessile e dell'abbigliamento, il calzaturiero, il metalmeccanico, delle
macchine e apparecchiature elettriche, che settori quali l'energetico, l'industria del legno e dei mobili, la lavorazione dei metalli
comuni, la chimica.
Notevole è pure il peso degli investimenti italiani nell'economia romena, Italia piazzandosi anche nel 2005 al primo posto come
numero di società a capitale misto (oltre 18 mila) e al 5∞ posto tra gli investitori stranieri nell'economia romena. Si sono inoltre
registrati dei mutamenti di rilievo per quanto riguarda la presenza delle società italiane in Romania: dalle piccole e medie imprese,
prevalenti negli anni '90, si è arrivati al coinvolgimento di grandi società, il che ha rappresentato non solo un salto di qualità, ma
anche un elemento catalizzatore dei progressi registrati dall'economia romena negli ultimi anni.

In Romania si produce tanto made in Italy ma se ne vende anche tanto. La presenza di importanti risorse naturali, il mercato di
oltre 22 milioni di abitanti (il 7∞ tra i paesi dell'Unione), la manodopera qualificata e a costi competitivi, la facilità di un'estesa
navigazione fluviale e marittima, i finanziamenti con fondi strutturali europei, gli ampi spazi d'investimento soprattutto
nell'agroalimentare, nelle opere infrastrutturali, nei settori dell'energia, dell'ambiente e del turismo, possono contribuire
ulteriormente alla crescita dell'interesse degli investitori italiani verso alla Romania.

Sono certo che la presente Guida, giunta alla IV∞ edizione - il che dimostra il grande interesse riscontrato -, riesce ad illustrare
ed approfondire in maniera egregia tutti questi sviluppi ed opportunità, costituendo uno strumento professionale di ormai
imprescindibile utilità per gli imprenditori italiani interessati.
Un grazie particolare all'autore e agli editori per l'opportunità offertami di poter interloquire con vecchi e nuovi amici della
Romania, che intendono contribuire allo sviluppo dei rapporti bilaterali, a costruire ponti di solidarietà tra la Romania e l'Italia.

Cristian Colteanu
Ambasciatore di Romania in Italia
BOSCOLO & PARTNERS opera in Romania dal 1994, con l'obiettivo di prestare attività di consulenza fiscale e
societaria a supporto degli investimenti internazionali.

L'assistenza alla Clientela viene direttamente coordinata e seguita da alcuni partners dello Studio che, con la loro
personale presenza e l'aiuto dei migliori professionisti romeni, garantiscono un livello qualitativo dei servizi in linea
con quello delle sedi italiane.

Il riconoscimento della qualità dei servizi e dell'attività svolta all'estero ha trovato conferma nella nomina dello
Studio quale corrispondente esclusivo della per la Romania.

I nostri servizi:
a) Consulenza
Assistenza nelle trattative societarie, nella costituzione di società, negli accordi di joint venture, negli adempimenti
e nelle formalità legali e fiscali;
Operazioni di privatizzazione;
Consulenza contrattualistica;
Consulenza e assistenza nella formazione delle decisioni strategiche e operative delle società;
Contenzioso tributario.

b) Contabilità, controllo di gestione e audit


Formazione dei bilanci, controllo contabile, audit e budgeting;
Tenuta della contabilità e analisi di bilancio;
Dichiarazioni fiscali;
Consulenza fiscale e tax planning;
Valutazioni d'azienda;
Fuzioni ed acquisizioni (Mergers and Acquisitions).

Per poter soddisfare al meglio le esigenze dei clienti, Boscolo&Partners è presente nelle 3 città più importanti della
Romania: BUCAREST, TIMISOARA E CLUJ-NAPOCA.

Sia MTS Boscolo&Partners (Bucarest, Cluj) che Boscolo&Partners Timisoara sono iscritte al “Corpo degli Esperti
Contabili e Contabili Autorizzati di Romania” e alla “Camera degli Auditors”.
GLI UFFICI IN ITALIA
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SOMMARIO
CAPITOLO I CAPITOLO V
INTRODUZIONE LE IMPOSTE SULLE PERSONE FISICHE
PROFILO GENERALE TIPOLOGIE DI REDDITO
I FATTI SALIENTI DEGLI ULTIMI CENT’ANNI
CAPITOLO VI
CAPITOLO II ASPETTI FISCALI INTERNAZIONALI
ECONOMIA E MERCATI LA TASSAZIONE DEI NON RESIDENTI
RISCHIO PAESE GLI ACCORDI CONTRO LE DOPPIE IMPOSIZIONI
I PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI DIVIDENDI DISTRIBUITI A PERSONE FISICHE RESIDENTI IN ITALIA
EVOLUZIONE DEL CAMBIO DIVIDENDI DISTRIBUITI A PERSONE GIURIDICHE RESIDENTI IN ITALIA
MERCATO DEI CAPITALI
LA BORSA CAPITOLO VII
COMMERCIO ESTERO DELLA ROMANIA IMPOSTE INDIRETTE
MERCATI IL REGIME IVA IN BREVE
IMPOSTE E TASSE LOCALI
CAPITOLO III
INVESTIMENTI ED AREE DI INTERESSE CAPITOLO VIII
INVESTIMENTI DIRETTI CON IMPATTO SIGNIFICATIVO SULL'ECONOMIA IL MERCATO DEL LAVORO
IL CODICE DEL LAVORO
CAPITOLO IV
LE IMPOSTE SULLE PERSONE GIURIDICHE CAPITOLO IX
PANORAMICA SULLE IMPOSTE LA COSTITUZIONE ROMENA
UFFICI DI RAPPRESENTANZA IL DIRITTO COMMERCIALE ROMENO
LE MICROIMPRESE LA SOCIETÀ PER AZIONI
LE NORME ANTI EVASIONE LA SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA
CONTENZIOSO TRIBUTARIO
PREFAZIONE

Il 2006 dovrebbe essere l'ultimo anno prima dell' entrata della Romania nell'Unione Europea. La Romania si sta
avvicinando ad una delle tappe più importanti della sua storia, nel cammino del lungo processo di transizione economica,
politica e sociale, intrapreso dopo la rivoluzione del dicembre 1989.

In questi anni abbiamo assistito a fasi altalenanti di sviluppo, nel corso delle quali la classe dirigente ha cercato di
recuperare il profondo gap esistente con i Paesi occidentali ereditato dal regime comunista.
Dopo i primi e difficili anni '90, caratterizzati da una profonda recessione economica, inflazione a tre cifre e smarrimento
generale, la Romania “si è rimboccata le maniche” ed ha dato avvio a profonde riforme socio-economiche. Ciò che da
noi è avvenuto in 40 o 50 anni, in Romania sta avvenendo in poco più di 10, con tutte le conseguenze e le contraddizioni
che ciò comporta. Siamo in pieno boom edilizio: decine di migliaia di appartamenti in costruzione, edifici residenziali che
nascono nelle città, alberghi, centri commerciali.

Anche questo fa parte dello sviluppo; chi governa il Paese però, non deve dimenticare che prima di tutto va
consolidato e potenziato il tessuto industriale. Superata la fase caratterizzata quasi esclusivamente dall'interesse per la
manodopera a basso costo, si deve aprire l'era dell'industria, certo attenta ai costi, ma disposta ad investire nel lungo
periodo, sicura di trovare in Romania le condizioni adatte per poter competere nei mercati internazionali. Infrastrutture,
alleggerimento della burocrazia, disponibilità di professionalità qualificate, certezza del diritto, esistenza di piani di
sviluppo razionali, attenzione all'ambiente: su queste basi il Paese deve trovare la competitività che oggi sembra essere
minacciata da stati molto “aggressivi” come Cina, India e Brasile.

E gli italiani? Che ruolo hanno avuto ed hanno all'interno di questa fase? Di certo la Romania rimane una meta
privilegiata per gli imprenditori italiani. Le statistiche ci danno sempre più numerosi, anche se sempre “leggeri” in termini
di valore dell'investimento. Crediamo nel Paese, ma investiamo poco: è vero che dall'Italia si sono mosse soprattutto le
piccole e medie imprese (certo le più dinamiche), ma è altrettanto vero che non ci siamo dimostrati capaci di entrare nelle
grandi operazioni che si sono concluse in questi anni (salvo rare eccezioni).

Garantiamo comunque occupazione a centinaia di migliaia di lavoratori romeni, abbiamo esportato cultura
imprenditoriale, professionalità ed esperienza, confrontandoci con grandi difficoltà. Purtroppo l'imprenditoria italiana non
è riuscita a far sentire la propria voce presso le istituzioni locali per mancanza di un progetto comune finalizzato alla tutela
dei comuni interessi; nata con l'intento di colmare questo vuoto, segnaliamo quindi Unimpresa Romania, sindacato delle
aziende a capitale italiano, che si propone come interlocutore privilegiato con il mondo romeno.

Dott. Roberto Turchetto


CAPITOLO I
INTRODUZIONE PROFILO GENERALE
I FATTI SALIENTI DEGLI ULTIMI CENT’ANNI

IL 2005 SARÀ L’ANNO DELLA FIRMA DEL TRATTATO DI


ADESIONE DELLA ROMANIA ALL’UNIONE EUROPEA.

AL DI LÀ DEL SIGNIFICATO SIMBOLICO DI QUESTO


APPUNTAMENTO, LA VERA SFIDA SARÀ RAPPRESENTATA
DALL’ABILITÀ DEL NUOVO GOVERNO DI ACCELERARE LE RIFORME
POLITICHE ED ECONOMICHE.
INTRODUZIONE

PROFILO GENERALE

POPOLAZIONE
Abitanti: 22.355.551 (Giugno 2004).
Distribuzione per fasce di età: da 0 a 14 anni, 16,2% (maschi 1.861.801, femmine 1.770.746); da 15 a 64 anni 69.4%
(maschi 7.712.612, femmine 7.791.900), da 65 in su 14.
Popolazione urbana: 55%. Gruppi etnici: Romeni 89,5%, Ungheresi 6,6%, Tedeschi 0,3%, Rom e altri 3,6%. Lingue:
romeno (lingua ufficiale), ungherese, tedesco, rom.
Religione: cristiano/ortodossa 87%, protestante 6,8%, cattolica 5,6%.
Time: GMT +2

GEOGRAFIA
Superficie: 237.500 kmq. (totale); 230.340 kmq. (escluse le acque interne).
Posizione: Europa sud/orientale, sul Mar Nero.
Paesi confinanti: a est Moldavia e Ucraina, a nord Ucraina, a ovest Ungheria, Serbia e Montenegro, a sud Bulgaria.
Topografia: i monti Carpazi circondano l’altopiano centro/settentrionale della Transilvania; vaste pianure a sud e a est delle
montagne: pianura 36%, colli ed altipiani 33%, montagna 31%.
Capitale: Bucarest, oltre 2.000.000 abitanti. Città con più di 300.000 abitanti: Costanta, Brasov, Craiova,
Cluj-Napoca, Iasi.
ORDINAMENTO
Forma istituzionale: Repubblica.
Capo dello Stato: Presidente Traian Basescu, nato il 4.11.1951, in carica dal 12.12.2004.
Capo del Governo: Primo ministro Calin Popescu - Taricianu nato il 14.01.1952, in carica dal 29.12.2004.
Divisione amministrativa: 40 contee (Judet), 1 municipalità (Bucarest).
Spese per la difesa: 900 milioni di Euro nel 2004, e 1.075 milioni di Euro previsti nel 2005.

TRASPORTI
Rete ferroviaria: 11.382 km;
Aeroporti: 17. L’aeroporto principale è il Bucuresti-Otopeni, con il 75% del traffico internazionale.
Porti principali: Costanta (Mar Nero), Braila (Danubio).
Va ricordato che la Romania è situata sulla giunzione di tre futuri corridoi europei del trasporto: Berlino - Praga - Budapest
- Arad - Bucarest - Constanza - Istambul/Salonicco (corridoio 4) -> autoveicoli e ferrovia;
Costanza - Basarabi - Danubio - Reno (corridoio 7) -> corridoio fluviale;
Helsinki - Mosca/Kiev - Odessa - Bucarest/Constanza - Alessandria (corridoio 9 in progetto) -> autoveicoli e ferrovia.

UTENZE E TARIFFE
Energia elettrica: Euro 0,11/kWh circa;
Acqua potabile: Euro 0,34/metro cubo circa,
Acqua industriale: Euro 0,16/ metro cubo circa;
Benzina: Euro 0,88-0,94/litro circa.

DATI DEMOGRAFICI
Vita media alla nascita: 67,6 uomini, 74,8 donne.
Nati (per 1.000 ab.): 10,69.
Morti (per 1.000 ab.): 11,69.
Crescita naturale: -0,11%.
Mortalità infantile (per 1.000 nati vivi): 18,4.

ISTRUZIONE
Istruzione obbligatoria: da 7 a 14 anni di età.
Alfabetizzazione: 98,4%.

FESTIVITÀ
1 e 2 gennaio, il secondo giorno di Pasqua, 1 maggio, 1 dicembre (Festa nazionale della Romania) e 25, 26 dicembre.
1989. Il 16 dicembre a Timisoara, durante una manifestazione, scoppia un’insurrezione popolare subito oppressa
dall’esercito. Il 21 dicembre, Ceausescu, sicuro del suo potere, organizza una dimostrazione a Bucarest nella quale
condanna i fatti di Timisoara.

La manifestazione si trasforma in una rivolta popolare che si estende rapidamente in tutta la Romania. Il regime
crolla e la guida del paese è presa dal Fronte della Salvezza Nazionale.

Ceausescu e la moglie vengono processati e condannati a morte per genocidio.


Comincia per la Romania un difficile periodo di transizione verso la democrazia e l’economia di mercato.

1991. La nuova Costituzione della Romania introduce il sistema del multipartitismo.

1995. la Romania presenta la prima domanda di adesione all'Unione Europea.


Anche se la situazione economico-sociale del Paese era ancora lontana da quella necessaria per un passo cosi
importante, l'obiettivo dell'adesione si _ dimostrato uno stimolo importante per la crescita del Paese e l'avvio di
alcune riforme.

2000. A febbraio, cominciano in modo ufficiale i negoziati per l'adesione della Romania all'Unione Europea. Si
passa ad un nuovo livello di consolidamento dei rapporti tra la Romania e l'Unione, e ad un attento monitoraggio
della situazione del Paese.

2004. La Romania entra nella NATO.

2005. Il 25 aprile, in Lussemburgo, la Romania firma il Trattato di pre-adesione all’Unione Europea. La data
prevista per l’ingresso è il 1 gennaio 2007.
CAPITOLO II
ECONOMIA E
MERCATI RISCHIO PAESE
I PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI
EVOLUZIONE DEL CAMBIO
MERCATO DEI CAPITALI
LA BORSA
COMMERCIO ESTERO DELLA ROMANIA
MERCATI

LA ROMANIA SI STA AVVICINANDO AD UNO DEI MOMENTI PIÙ IMPORTANTI


DELLA SUA STORIA E DOVRÀ DIMOSTRARE DI ESSERE ALL’ALTEZZA DELLA
SITUAZIONE.

GLI OBIETTIVI MACROECONOMICI FISSATI PER QUEST’ANNO SONO


AMBIZIOSI: IN PARTICOLARE, UNA CRESCITA ECONOMICA DEL 5,7% (È
ORMAI NETTAMENTE POSITIVA DA 5 ANNI), UN TASSO DI DISOCCUPAZIONE
ATTORNO AL 6% E UN’INFLAZIONE IN DISCESA, RAPPRESENTANO I PUNTI
CHIAVE SUI QUALI IL GOVERNO INTENDE COSTRUIRE LA CREDIBILITÀ DELLA
ROMANIA.

LE FORZE POLITICHE E L’INTERA SOCIETÀ CIVILE È COSCIENTE


DELL’IMPORTANZA DI QUESTO PASSO CHE IMPONE LA FINALIZZAZIONE
DELLE MISURE CONCORDATE CON L’UNIONE EUROPEA: GIUSTIZIA, SANITÀ,
SICUREZZA INTERNA E AMBIENTE.

IL RAPPORTO SULLA SITUAZIONE DEL PAESE DELL’APRILE 2006


CONFERMERÀ O MENO L’ADESIONE ALL’UNIONE EUROPEA, OGGI ATTESA
PER IL 1 GENNAIO 2007.
ECONOMIA E MERCATI

La Romania e l’Unione Europea

Il 25 aprile 2005, in Lussemburgo, la Romania ha firmato il trattato di adesione con l'Unione Europea. Il parere conforme
del Parlamento europeo non è comunque “una cambiale in bianco”.
L’Unione Europea continuerà a vigilare sui progressi delle riforme che ancora devono essere attuate e, qualora non
venissero rispettati gli impegni, le clausole di salvaguardia previste del Trattato di adesione consentirebbero di rimandare
l’accesso della Romania di un anno.

L’Unione Europea ha previsto stanziamenti per la Romania per i prossimi 8 anni pari a circa 30 miliardi di Euro, ma la
maggior parte dei fondi potranno essere utilizzati solo dopo il 2007.
Per il 2006 la Romania avrà a disposizione circa 1,155 miliardi di euro, principalmente attraverso i programmi SAPARD,
PHARE e ISPA. Tenendo conto della differenza di tempo tra l’allocazione dei fondi e l’effettivo utilizzo, questa somma sarà
erogata in gran parte nel corso del 2007 e del 2008.
Per lo sviluppo dell’economia rurale l’Agenzia SAPARD ha ancora a disposizione finanziamenti non rimborsabili in valore
di 75 milioni di Euro. Una gran parte di questi fondi sono destinati all’ agriturismo e attività connesse.

È difficile fare una previsione circa il grado di utilizzo di questi fondi, perché molto dipenderà dalla capacità delle aziende
di ciascun settore di rispettare ed adempire alle condizioni previste dall’UE. Soprattutto per i progetti di grande impatto,
occorrerà dimostrare una diversa attenzione e sensibilità a questi strumenti.
Basti pensare che nel 2005 sono stati erogati circa il 20% dei fondi ISPA concessi dall’UE, anche a causa della
presentazione di progetti incompleti e/o approssimativi.

CAP II
PAG.16
RISCHIO PAESE
Standard&Poor’s ha migliorato, nel settembre del 2005, il rating della Romania portandolo a “BBB-”, e soprattutto
facendo uscire il Paese dalla categoria speculativa. Le prospettive di rating per il futuro sono stabili.

AREA VALUTA RATING

ROMANIA LEU BBB-/A-3

POLONIA ZLOTY BBB+/A-2


UNGHERIA FIORINO A-/A-2
REP. CECA CORONA A-/A-1
SLOVACCHIA CORONA A/A-1
CROAZIA KUNA BBB/A-3
BULGARIA LEV BBB/A-2

I PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI


II principali indicatori macroeconomici hanno avuto un miglioramento continuo negli ultimi anni:

(%) 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006


PREV.
2007
PREV.

PIL 1,50 4,6 3,5 4,5 6,2 5,2 5,0 5,0


DEBITO PUBBLICO/PIL 31,2 27,1 27,7 26,4 26,3 26,9 27,7 28,6
DEFICIT./PIL n.d -3,2 -2,6 -2,3 -1,6 -2,3 n.d. n.d.
INFLAZIONE 35 30 22,5 15,3 9,3 7,0 6,2 5,4
DISOCCUPAZIONE 12 10 8,1 11,6 7,2 8,2 7,5 7,2
L’inflazione registrata alla fine del 2005 è stata dell’8,6%, mentre l’obiettivo indicato dalla BNR e dal Governo era del
7,5%. Il trend virtuoso dell’inflazione si è arrestato nell’ottobre del 2005 quando il livello ha toccato quota 8,1%; poi,
soprattutto per effetto dell’aumento dei prezzi dell’energia termica (+20%), l’inflazione ha ripreso a salire.

EVOLUZIONE DEL CAMBIO


Il cambio EURO/RON ed USD/RON si è abbastanza stabilizzato nel corso dell’ultimo anno.
Il cambio ufficiale comunicato dalla Banca Nazionale Romena al 31.12.2005 è stato pari a 3,67 RON/EURO rispetto ai
3,96 RON/EURO (39.600 lei vecchi/Euro ) del 31.12.2004. L’evoluzione del cambio ufficiale per il 2005 è la seguente:

CAMBIO UFFICIALE 2005


RON

4.5
4
RON/EUR
3.5
3 RON/USD

2.5
2
1.5
1
0.5
0
GEN. MAR. GIU. SETT. DIC.

A decorrere dal 1 luglio 2005, la moneta della Romania è il Leu pesante, ottenuto applicando un divisore pari a 10.000
al vecchio Leu. Nella nuova moneta, 1 Leu è pari a 100 Bani. Per maggiore chiarezza, nella Guida viene utilizzata
l’indicazione RON per il Leu pesante.
La Banca Nazionale della Romania ha messo in circolazione le nuove banconote e monete dal 1 luglio 2005.
Le tappe del passaggio sono le seguenti:

DOPPIA AFFISSIONE DEI PREZZI 01.03.2005 – 30.06.2006


CIRCOLAZIONE SIMULTANEA DELLE DUE MONETE 01.07.2005 – 31.12.2006
FINE DELLA CIRCOLAZIONE DELLA VECCHIA MONETA 01.01.2007
CAMBIO DELLE VECCHIE MONETE 01.01.2007 – 31.12.2009
(presso le succursali BNR e altri istituti di credito)
MERCATO DEI CAPITALI
In Romania, il mercato dei capitali è regolamentato principalmente dalla Legge n. 297 del 2004 (la corrispondente della
Legge Draghi italiana), che abroga gran parte delle normative precedenti inerenti i fondi di capitale di rischio.
Le norme di applicazione sono state promulgate nel luglio 2005 ed è stato introdotto un sistema di legislazione
secondaria per il Mercato dei capitali.

La materia è in continua evoluzione e le importanti modifiche apportate di recente rappresentano un significativo passo
avanti nella relativa giovinezza dell’economia di mercato del Paese, ove alcuni strumenti finanziari sono da poco apparsi
sulla scena.

LA BORSA
Nel 2005, per il terzo anno consecutivo, il miglior investimento finanziario è stato quello borsistico. Le azioni che hanno
portato i rendimenti più alti sono state anche quelle più trattate sul mercato.

La Borsa di Valori Bucarest (BVB) è stata riaperta, dopo un’interruzione di 5 decenni, nel 1995. Il primo giorno della
ripresa delle transazioni è stato il 20 novembre 1995, e in tale occasione sono state quotate 6 società.
Da quel momento la borsa ha avuto uno sviluppo continuo.

La RASDAQ (Romanian Association of Securities Dealers Automated Quotations) è stata fondata nel 1 novembre 1996
per rispondere alle necessità di un quadro istituzionale e tecnico corretto e trasparente per la transazione delle azioni
distribuite nell’ambito del Programma di Privatizzazione di molte società di stato. Nei primi 6 anni di esistenza, su questo
mercato sono passate di mano più di 11 miliardi di azioni in valore di 1,8 miliardi di dollari.

BVB
NUMERO DI SOCIETÀ QUOTATE
140
120
100
80
60
40
20
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Nel 2005 è iniziato un processo di consolidamento istituzionale del mercato dei capitali romeno. Un primo passo è stata
la fusione tra la Borsa di Valori Bucarest (BVB) e la Borsa elettronica RASDAQ, al fine di presentare agli operatori un’offerta
integrata più efficiente dal punto di vista delle procedure e dei costi, e garantendo una maggiore visibilità in un contesto
internazionale.

Dal lato dei risultati, nel 2005 la Borsa di Valori Bucarest ha continuato il trend ascendente sia dal punto di vista della
liquidità, che ha superato di quasi quattro volte il valore del 2004, sia dal punto di vista del livello delle quotazioni.
La capitalizzazione è arrivata a 15,31 miliardi di € con un incremento del 70% rispetto all’anno precedente.

Anche se i risultati sono positivi, rimane comunque uno scarto significativo rispetto agli altri mercati dell’area, quali le
borse della Polonia, della Repubblica Ceca e dell’Ungheria che registrano rispettivamente capitalizzazioni di 74,7 miliardi
di €, 29,5 miliardi di €, e 28 miliardi di €.

BVB
ANDAMENTO DELL'INDICE BET (RON)
7.000
6.000
5.000
4.000
3.000
2.000
1.000
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

I titoli più compravenduti nella BVB sono stati quelli del settore finanziario e bancario (SIF, Banca Transilvania e BRD-
Group Sociètè Gènèral) e quelli appartenenti alle compagnie petrolifere (Petrom e Rompetrol Rafinare).

La borsa elettronica RASDAQ ha chiuso l’anno con transazioni complessive in valore di 1,07 miliardi di RON, mentre la
capitalizzazione è stata di 8,2 miliardi di RON.

Questi valori rappresentano quasi il doppio rispetto a quelli registrati nel 2004.
milioni
CAPITALIZZAZIONE BVB
di RON

60.000
50.000
40.000
30.000
20.000
10.000
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

L’entrata di capitale straniero nella BVB e nel RASDAQ nel 2005 è stato consistente. Il valore netto delle entrate è stato
di 138,6 milioni di €, pari alla differenza tra nuovi acquisti per 603,8 milioni di € e vendite per 465,2 milioni di €.

COMMERCIO ESTERO DELLA ROMANIA


Il deficit commerciale registrato dalla Romania alla fine del 2005 è stato di 10.313,4 milioni di € in prezzi FOB/CIF, e di
7.806,3 milioni di € in prezzi FOB/FOB.
Questo aumento è dovuto alla forte crescita della domanda dei beni d’importazione ed alla bassa competitività dei
prodotti romeni sia sul mercato interno che su quelli esteri.
L’Unione Europea è stata, anche nel 2005, il principale partner commerciale della Romania.
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (INS):

ESPORTAZIONI:
- le esportazioni FOB realizzate sono state pari a 20.433 milioni di € con una crescita del 17,4% rispetto allo stesso
periodo del 2004;
- nella struttura delle esportazioni 6 tipi di merci rappresentano il 76,2% del totale:

EXPORT: PRODOTTI PRINCIPALI

altri: 24,7%
calzatura: 5,9%
mezzi di trasporto: 7,8% tessili: 19,1%

prodotti minerali: 10,9% macchinari di attrezzatura: 17,6%


prodotti metallurgici: 14,9%
Rispetto allo stesso periodo del 2004, le esportazioni verso l’Unione Europea sono aumentate del 9,4% e
rappresentano il 68,2% del totale esportazioni.

I primi 10 partner commerciali sono stati:

EXPORT: PARTNERS COMMERCIALI

altri: 28,9%
Bulgaria: 2,6%
Olanda: 2,7%
Italia: 19,4%
Austria: 3,1%
USA: 4,1%
Ungheria: 4,2%
Gran Bretagna: 5,6% Germania: 14,1%
Francia: 7,5%
Turchia: 7,8%

IMPORTAZIONI:
- le importazioni CIF nei primi undici mesi del 2005 sono state pari a 29.440 milioni di € con una crescita del 24,2%
rispetto al 2004;
Anche nella struttura delle importazioni 6 tipi di merci rappresentano il 75,7% del totale:

IMPORT: PRODOTTI PRINCIPALI

altri: 24,3%
prodotti chimici: 7,6%

prodotti metallurgici: 8,9% macchinari ed attrezzatura: 23,2%

mezzi di trasporto: 10,3%


tessili: 10,4% prodotti minerali: 15,3%

Rispetto allo stesso periodo del 2004 le importazioni provenienti dall’Unione Europea sono aumentate del 19,2%, e
rappresentano il 62,6% del totale importazioni.
I principali partners commerciali sono stati:

IMPORT: PARTNERS COMMERCIALI

altri: 27,5%

USA: 2,9%
Gran Bretagna: 2,9% Italia: 15,6%
Polonia: 3%
Ungheria: 3,3%
Austria: 3,7%
Cina: 4% Germania: 14,1%
Turchia: 4,9%
Francia: 6,8% Russia: 8,1%

Come si può notare, l’Italia è il principale partner commerciale della Romania, con una percentuale di 17,16% del
commercio estero romeno, valore in continua crescita.

MERCATI
MERCATO IMMOBILIARE
E’ indubbio che nel recente passato questo mercato abbia conosciuto un vero e proprio boom, ma la domanda che
molti si pongono è “quanto durerà ancora?”. L’anno 2005 si è chiuso con un volume di transazioni pari a 7 miliardi di Euro
e il 2006 dovrebbe chiudere con un +14%.
Gli esperti del settore sembrano divisi: alcuni cominciano a parlare addirittura di “bolla speculativa”.
La rivista “Bilant” per esempio, ha messo in evidenza come alla fine del 2005 in alcune città di media dimensione
(Bacau, Baia Mare, Focsani, Slatina, Vaslui ed altre) il prezzo dei terreni edificabili abbia conosciuto una riduzione dal 5 al
60% rispetto all’anno precedente. In città più grandi invece, il valore dei terreni sembra stabile da circa un anno ma,
ricordiamo, nel solo 2003 il valore di questi terreni è salito anche del 200%.

I terreni agricoli più costosi si trovano nella zona Ovest della Romania con prezzi che ormai hanno superato i 2.000€/ha;
nel Sud del Paese, i valori si attestano tra i 1.000€ ed i 1.200€/ha, mentre nel Sud-Est la media si attesta a 1.000€/ha.

Altri analisti invece, sono convinti che le potenzialità del mercato immobiliare siano ancora in buona parte intatte: gli alti
rendimenti attrarranno nel 2006 e negli anni seguenti oltre un miliardo di Euro, provenienti soprattutto da fondi di
investimento esteri.
Questi ultimi, che normalmente preferiscono acquisire fabbricati finiti, potrebbero seguire una politica diversa in
Romania, ovvero investire in nuovi progetti di costruzione. I fondi più attivi sembrano essere quelli austriaci che fino ad
oggi hanno investito oltre 200 milioni di Euro per acquistare edifici direzionali e sembrano ora dirigersi anche verso il
segmento alberghiero.
Il maggior sviluppo è previsto per l'edilizia residenziale dover sono attesi i grandi players internazionali; si passerà
quindi dai piccoli progetti gestiti da imprese medio-piccole, a progetti di dimensioni medio-grandi sviluppati da aziende
leader di settore. I prezzi di vendita indicativi per questi appartamenti nuovi, dovrebbero attestarsi tra i 900 ed i 1.200 €, a
seconda delle finiture.

È probabile comunque che, al di là delle dinamiche domanda-offerta, nel mercato farà sentire i suoi effetti anche la
tassazione introdotta sui plusvalori derivanti dalla cessione degli immobili in capo alle persone fisiche: 16% per i terreni, e
16% per i fabbricati posseduti da meno di 3 anni.

MERCATO AUTOMOBILISTICO
Il trend ascendente del mercato dell’auto sta superando ogni aspettativa.
Nel 2005 il mercato dell’auto ha toccato il 4% del PIL (250.000 auto vendute), registrando un aumento del 48% rispetto
al 2004, a fronte di previsioni che fissavano la crescita tra il 15 ed il 20%.
Nel periodo 2000-2005 il numero di automobili nuove vendute è aumentato di 2,5 volte. Per quanto riguarda il mercato
delle macchine usate, esso rappresenta un quinto del valore complessivo del mercato, e nel 2005 si è triplicato rispetto al
2004.
In parallelo si è sviluppato anche un mercato dei pezzi di ricambio, il cui valore è arrivato nel 2005 a 2 miliardi di €.
Il mercato dell’auto rimane dominato dai prodotti di produzione nazionale (essenzialmente Dacia) anche se la
percentuale è scesa al 52% rispetto al 60% del 2004.

Evidenziamo che attualmente la legge romena permette l’immatricolazione solo di automobili che rispettino le norme
d’inquinamento Euro3, cioè quelle di fabbricazione recente. Questa restrizione potrebbe venir meno con l’adesione della
Romania all’UE, quando il governo potrebbe eliminare tutte le esistenti “barriere all’immatricolazione”, aprendo le porte a
tutte le auto usate oggi circolanti nell’UE. Inoltre, l’eliminazione delle accise pagate in dogana sulle auto usate, comprese
tra il 4% ed il 30%, provocherà una notevole riduzione dei prezzi di queste auto.

IL MERCATO DEI BENI DI LARGO CONSUMO


E’ in continuo aumento il mercato dei beni di largo consumo. L’aumento del reddito medio, la riduzione del carico
fiscale con l’introduzione della flat tax al 16%, ma anche l’affermarsi di un atteggiamento più “consumistico” ha
determinato una crescita della domanda di beni alimentari e non.
Prodotti che fino a qualche anno fa non erano conosciuti sul mercato romeno, come l’ammorbidente per i vestiti o lo
yogurt alla frutta, stanno diventando dei prodotti “indispensabili” per un certo segmento di mercato.
A questo cambiamento delle abitudini dei consumatori contribuisce anche lo sviluppo di centri commerciali che nulla
hanno da invidiare a quelli dei Paesi occidentali più evoluti.

Il 2006 sarà un anno molto difficile per l’industria romena dei beni alimentari. Le società dovranno adeguarsi agli
standard europei o saranno chiuse. Si stima che i settori più colpiti saranno quelli dei prodotti ottenuti dalla lavorazione
della farina, dalla lavorazione della carne e del latte.
In Romania la produzione per il “consumo proprio” o per il mercato nero è ancora largamente diffusa e quindi il
controllo dell’effettiva applicazione delle normative europee sarà molto difficile.
APPARECCHIATURE ELETTRONICHE ED ELETTRODOMESTICI
Il mercato dei prodotti elettronici e degli elettrodomestici è in continuo aumento. Un contributo importante in questo
senso è dovuto ai prodotti IT ed al contemporaneo sviluppo del credito al consumo. La crescita è attesa anche per il 2006,
anno nel quale è prevista l’entrata nel mercato romeno di grandi compagnie straniere.

MOBILI
Il settore dei mobili ha avuto un trend positivo negli ultimi anni, con crescite medie del 20%. Nel corso del 2005 la
crescita si è però arrestata. L’apprezzamento della valuta nazionale ha determinato un aumento delle importazioni di
mobili ed una diminuzione significativa delle esportazioni. Il settore ha registrato una crescita del 10% se i risultati
vengono valutati in Euro, ed una diminuzione del 3% se espressi in valuta nazionale.

IL MERCATO DELL’ENERGIA ELETTRICA


Il sistema energetico romeno si trova in un momento di passaggio da un sistema verticalmente integrato nel quale la
responsabilità della fornitura dell’energia elettrica spettava esclusivamente alla RENEL, verso un sistema decentralizzato
di produzione gestito attraverso un mercato dell’energia completamente liberalizzato e competitivo.
Le riforme sono cominciate a partire dal 1990 con una lenta ma necessaria ridefinizione del quadro legislativo e
normativo volta a creare i presupposti per la liberalizzazione del mercato e successivamente per la privatizzazione del
settore.

Nel 1998, con l’Ordine del Governo n.29/1998 è stata costituita l’ANRE, un’autorità indipendente incaricata di
organizzare e sorvegliare il mercato dell’energia.
La ristrutturazione di Renel, azienda statale, monopolista assoluta nel settore energetico, è cominciata nel 1990 con
l’outsoursing di alcune attività, ma il primo passo significativo è stato realizzato nel 1998 quando, per costruire le basi di
un vero “mercato” dell’energia elettrica, la Renel è stata ristrutturata e trasformata in una compagnia nazionale (CONEL).
La produzione di energia nucleare è stata esternalizzata con la creazione di Nuclearelectrica S.A. e Romag (produzione
di acqua pesante).

Per implementare la decentralizzazione delle attività di produzione, distribuzione e trasporto dell’energia, come
raccomandato dalle direttive dell’Unione Europea, le riforme sono continuate nel 2000 con la divisione della Conel in
quattro compagnie indipendenti:

• Transelectrica (Operatore di Trasporto e Operatore del Sistema ) con la sua filiale Opcom
in qualità di Operatore del Mercato;
• Termoelectrica (produttore di energia termica);
• Hidroelectrica (produttore di energia idrica);
• Electrica (Operatore di distribuzione e fornitura).
CAPITOLO III
INVESTIMENTI ED
AREE DI INTERESSE
INVESTIMENTI DIRETTI CON IMPATTO
SIGNIFICATIVO SULL'ECONOMIA

GLI INVESTIMENTI ESTERI NEL 2005 HANNO RAGGIUNTO IL LIVELLO


RECORD PER LA ROMANIA DI 5,1 MILIARDI DI EURO, CONTRO I 4,1
MILIARDI DI EURO DEL 2004.

LA CRESCITA È DOVUTA SOPRATTUTTO ALLE OPERAZIONI DI


PRIVATIZZAZIONE CHE HANNO INTERESSATO ALCUNI SETTORI
STRATEGICI (UTILITIES E BANCHE).

PER IL BIENNIO 2006-2008 LE PREVISIONI SI ATTESTANO SUI 4


MILIARDI DI EURO/ANNO.
INVESTIMENTI ED AREE DI INTERESSE

La Romania, dal punto di vista degli investimenti esteri, presenta aree non omogenee.

L’economia continua a svilupparsi intorno alle grandi città, dove si registra anche una crescita dei costi dei fattori
produttivi, mentre le piccole città e le campagne si confrontano con la mancanza di finanziamenti e infrastrutture
insufficienti.

Infatti, se a Bucarest, Timisoara o Cluj-Napoca il livello dei servizi si sta avvicinando agli standard europei, a 30 km si
possono trovare villaggi senza gas o acqua corrente.

Questa situazione rende quindi molto difficile attrarre capitali proprio nelle aree in cui il bisogno di investimenti è
maggiore.

INVESTIMENTI ESTERI (miliardi di EURO)

5
5,1
4,5
4
4,09
3,5
3
2,5
2
1,5 1,76
1,62
1 1,14 1,29 1,21
1,07 0,96
0,5

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005


L’autorevole rivista Capital ha condotto una ricerca nel corso del 2005, per cercare di stabilire quali siano le città della
Romania con il più alto costo della vita. I parametri presi in considerazione sono stati 23 (trasporto pubblico, ristoranti,
livello affitti, alimentari, costo terreni e appartamenti, ecc), e sono stati raccolti in diverse città con numero di abitanti
superiore ai 150.000.

In modo inatteso, non troviamo Bucarest al primo posto ma Cluj-Napoca.

CLASSIFICA DELLE CITTÀ PIÙ CARE DELLA ROMANIA:

1- CLUJ-NAPOCA 10 - BACAU
2- BUCAREST 11 - SIBIU
3- COSTANZA 12 - IASI
4- ARAD 13 - PITESTI
5- PLOIESTI 14 - CRAIOVA
6- TIMISOARA 15 - BRAILA
7- ORADEA 16 - GALATI
8- TARGU MURES
9 - BRASOV

Secondo uno studio svolto sempre nel 2005 dall’Economist Intelligence Unit, Bucarest si trova al 95•posto nel mondo
tra le metropoli più care, salendo di ben 14 posizioni rispetto al 109∞ posto dell’anno precedente. Tra le altre città
dell’Europa Centro-Orientale troviamo Mosca al 29•posto, Praga al 58•, Varsavia al 63•e Budapest al 77•.

Vale la pena quindi confrontare la classifica di cui sopra con i dati contenuti nella tabella che segue relativa agli
investimenti realizzati dal 1991 al 2004, divisi per province:

PERIODO '91- '04 CAP. INVESTITO N. SOCIETÀ VARIAZIONE '03 - '04

ALBA 47.153.100 938 90


ARAD 118.965.200 2.861 291
ARGES 743.450.000 870 46
BACAU 111.680.100 836 104
BIHOR 170.998.200 2.852 359
BISTRITA-NASAUT 19.328.400 699 101
BOTOSANI 5.019.500 278 31

segue...
PERIODO '91- '04 CAP. INVESTITO N. SOCIETÀ VARIAZIONE '03 - '04

BRASOV 179.644.800 2.753 331


BRAILA 22.275.000 450 50
BUZAU 29.863.200 531 76
CARAS-SEVERIN 96.282.300 722 49
CALARASI 41.013.300 262 3
CLUJ 330.974.000 3.739 -102
COSTANTA 427.479.500 3.415 1
COVASNA 32.950.900 578 57
DAMBOVITA 130.375.600 492 26
DOLJ 33.772.600 1.205 96
GALATI 577.466.700 766 12
GIURGIU 10.351.400 298 30
GORJ 182.905.00 262 24
HARGHITA 53.557.500 1.416 187
HUNEDOARA 65.168.200 938 23
IALOMITA 10.015.000 243 39
IASI 63.495.800 1.314 22
MARAMURES 78.123.600 1.305 85
MEHEDINTI 25.551.900 418 64
MURES 116.019.900 1.924 158
NEAMT 53.305.900 681 77
OLT 62.205.800 298 -1
PRAHOVA 302.083.100 1.727 176
SALAJ 15.747.500 357 35
SATU MARE 60.975.000 1.125 145
SIBIU 91.272.200 2.001 196
SUCEAVA 41.117.300 872 62
TELEORMAN 43.371.200 220 34
TIMIS 389.553.900 6.718 764
TULCEA 20.061.500 250 7
VASLUI 20.406.500 197 14
VALCEA 41.265.300 431 58
VRANCEA 17.879.000 336 13
BUCAREST 4.916.867.200 49.839 -1.259
ILFOV 956.534.100 2.403 17
Al 31 dicembre 2005, le società di diritto romeno a partecipazione straniera erano 111.579 rispetto alle 99.861 del
dicembre 2004. I Paesi che hanno maggiormente investito in Romania dal 1991 al 2005 sono :

CAP. SOCIALE MEDIO


PAESE CAPITALE INVESTITO N. SOCIETÀ PER SOCIETÀ ( € )

OLANDA 2.191.134.700 2.288 957.663


AUSTRIA 1.916.783.200 3.578 535.713
GERMANIA 1.259.386.000 12.898 97.409
FRANCIA 1.248.458.000 4.060 307.501
ITALIA 766.790.000 18.747 40.902
USA 660.202.400 4.411 149.671

Nel periodo 1991-2005 le società commerciali a partecipazione straniera sono state costituite per esercitare
principalmente le seguenti attività:

ATTIVITÀ %
COMMERCIO ALL'INGROSSO 31,7%
INDUSTRIA 17,8%
COMMERCIO AL DETTAGLIO 14,5%
SERVIZI PROFESSIONALI 18,7%
TURISMO 5,2%
AGRICOLTURA 4,3%
TRASPORTI 3,3%
COSTRUZIONI 4,5%

INVESTIMENTI DIRETTI CON IMPATTO


SIGNIFICATIVO SULL’ECONOMIA
Sono così definiti gli investimenti che superano il valore di 1 milione di USD. Nel periodo 1.10.2001- 30.12.2005
l’Agenzia per lo Sviluppo regionale ha registrato 445 progetti di investimento di valore superiore ad 1 milione di dollari. Il
valore totale di questi progetti è di 5 miliardi di dollari, dei quali la partecipazione straniera vale 3.618 milioni di dollari,
rispettivamente il 70,23% del totale.

Tra gli investitori stranieri che hanno presentato questo tipo di progetti di investimento, gli investitori olandesi occupano
il primo posto con 1.148 milioni di dollari (22,29% del totale), seguiti dagli austriaci con 668 milioni di dollari (12,97%), e
dai francesi con 404 milioni di dollari (7,84%).
La zona preferita dagli investitori per gli investimenti diretti è stata l’area Bucarest-Ilfov, che è riuscita ad attirare il 61%
del valore complessivo.
CAPITOLO IV
LE IMPOSTE SULLE
PERSONE GIURIDICHE
PANORAMICA SULLE IMPOSTE
UFFICI DI RAPPRESENTANZA
LE MICROIMPRESE
LE NORME ANTI EVASIONE
CONTENZIOSO TRIBUTARIO

GLI INTERVENTI LEGISLATIVI DI NATURA FISCALE A CUI ABBIAMO


ASSISTITO NEL CORSO DEL 2005, NON HANNO PORTATO MODIFICHE
SOSTANZIALI IN MATERIA DI TASSAZIONE ALLE IMPRESE.

LA CORPORATE TAX VIENE CONFERMATA AL 16%, LIVELLO CHE PERMETTE


ALLA ROMANIA DI FAR FRONTE ALLA “CONCORRENZA FISCALE” DEGLI
ALTRI PAESI DELL’EX BLOCCO SOVIETICO, E DI FAVORIRE QUINDI
L’ATTRAZIONE DI NUOVI INVESTIMENTI ESTERI.

A FRONTE DI UNA RIDUZIONE DEL PRELIEVO FISCALE, LA ROMANIA AVEVA


ANNUNCIATO UNA DURA BATTAGLIA ALL’EVASIONE FISCALE, CHE SI È
CONCRETIZZATA NELLA LEGGE 241/2005, ENTRATA IN VIGORE NEL CORSO
DEL MESE DI AGOSTO 2005.

PER IL 2007 È STATA PREANNUNCIATA UN’IMPORTANTE REVISIONE DEL


CODICE FISCALE.
LE IMPOSTE SULLE
PERSONE GIURIDICHE

In vista dell’ingresso nell’UE, prevista per il 2007, la Romania sta svolgendo un difficile e complesso lavoro di riforma
nel campo normativo e che, in materia fiscale, ha dato i primi frutti alla fine del 2003 con la pubblicazione del CODICE
FISCALE, una sorta di testo unico per le imposte dirette ed indirette.
Questo codice, contenuto nella L. 571 del 22.12.2003, è entrato in vigore l’1 gennaio 2004 e, nel corso del tempo ha
subito numerose modifiche.

Il Codice Fiscale regolamenta le seguenti materie:


- imposte sulle persone giuridiche;
- imposte sulle persone fisiche;
- imposte sulle microimprese
- imposte sui redditi conseguiti da non residenti e dalle rappresentanze di società non residenti;
- IVA;
- accise;
- imposte e tasse locali.

Sempre nell’ambito del progetto di riforma, subito dopo la pubblicazione del Codice Fiscale, il governo romeno ha
predisposto un’Ordinanza (la nr. 92 del 24.12.2003) contenente il CODICE DI PROCEDURA FISCALE, in cui vengono
definiti in modo chiaro i rapporti tra il contribuente e l’amministrazione finanziaria pubblica.

Infine, con il CODICE ETICO (del 9 dicembre 2003) si è voluto fissare in maniera inequivocabile i principi base di
comportamento che gli ispettori del Ministero delle Finanze e delle unità subordinate devono rispettare nel corso delle
verifiche fiscali.
PANORAMICA SULLE IMPOSTE
IMPOSTA SULLE SOCIETÀ 16%

RITENUTE
DIVIDENDI 15%
COMMISSIONI 15%
ROYALTIES 15%
INTERESSI 15%*
SERVIZI 15%
CAPITAL GAINS 16%
BRANCH REMITTANCE TAX 0
RIPORTO DELLE PERDITE 5 anni
*( 10% in caso di depositi a termine o certificati di deposito )

SOGGETTI PASSIVI
In generale, sono soggetti passivi d'imposta le imprese romene relativamente agli utili derivanti dalle attività svolte sia in
Romania che all'estero, e le stabili organizzazioni di soggetti esteri per l'attività svolta in Romania .
Sono invece esenti le organizzazioni non-profit di culto religioso, le organizzazioni sindacali e patronali; sono inoltre
esenti dall'imposta sui redditi le fondazioni e le associazioni anche per eventuali attività commerciali fino ad un massimo di
15.000 Euro/anno e comunque nel limite del 10% del totale delle entrate esenti.

ALIQUOTE FISCALI RELATIVE ALL'UTILE D'ESERCIZIO


L'aliquota ordinaria è pari al 16%.
Per i soggetti che svolgono attività tipo bar notturni, gestione di discoteche, casinò e scommesse sportive, le imposte
sugli utili non possono essere inferiori al 5% dei ricavi relativi a dette attività.
Le società che svolgono la loro attività nelle zone libere sulla base di apposita licenza e che hanno investito alla data
del 30 giugno 2002 almeno 1.000.000 USD, beneficiano dell'esenzione dall'imposta sui redditi fino al 31 dicembre 2006 a
condizione che per l'intero periodo non venga modificata la struttura societaria.
Le società che svolgono la propria attività all'interno delle cosiddette zone depresse sono invece soggette alle aliquote
ordinarie, a meno che non abbiano ottenuto il relativo certificato di investitore prima del 1 luglio 2003 e attestante il diritto
all'esenzione dalle imposte sui redditi fino ad un massimo di 10 anni.
Le società di produzione cinematografica godono, fino al 31.12.2006, dell'esenzione dalle imposte sui redditi per gli
utili che vengono reinvestiti nel settore cinematografico, e di una riduzione delle imposte del 20% nel caso di creazione di
nuovi posti di lavoro.

DETERMINAZIONE DEL RISULTATO D'ESERCIZIO


Il reddito imponibile viene calcolato a partire dall'utile contabile cui devono essere apportate le variazioni in aumento o
in diminuzione a seconda del fatto che siano presenti costi indeducibili o ricavi non imponibili.
L'eventuale perdita fiscale risultante dalla dichiarazione dei redditi, può essere portata in compensazione degli utili futuri
per un periodo massimo di 5 anni.
RICAVI NON IMPONIBILI
Di un certo rilievo ritroviamo i dividendi erogati da persone giuridiche residenti, anche se sugli stessi grava una ritenuta
in uscita a titolo definitivo del 10%.
La ritenuta deve essere versata entro il 25 del mese successivo a quello in cui è stato corrisposto il dividendo o al più
tardi entro il 31 dicembre dell'anno di approvazione del bilancio*.

COSTI NON DEDUCIBILI


Il principio base contenuto nella nuova Legge è quello relativo all'inerenza: sono cioè deducibili solo i costi sostenuti
per la realizzazione di ricavi imponibili.

DESCRIZIONE COSTI DEDUCIBILITÀ PARZIALE


COSTI PER AUTOVETTURE Nel limite di un’auto per ogni dirigente e/o amministratore.

Fino a 2,5 volte quella stabilita per i dipendenti pubblici e


SPESE DI TRASFERTA PER I DIPENDENTI E AMMINISTRATORI solo nel caso in cui la società realizzi utili.

ISCRIZIONE AD ASSOC. NON GOVERNAMENTALI E SIMILI Nel limite di 2.000 Euro/anno. Non deducibili dal 1/5/2005.

SPESE DI RAPPRESENTANZA Nel limite del 2% dell’utile lordo.

ACCANTONAMENTI A FONDO RISCHI SU CREDITI Solo se ricorrono alcune condizioni.

20% nel 2004, 25% nel 2005 e 30% nel 2006 e solo se ricorrono
ACCANTONAMENTI AL FONDO SVAL. CREDITI particolari condizioni.
Deducibili solo in presenza di contratti scritti e solo nel caso in cui il
SPESE PER SERVIZI/CONSULENZA beneficiario possa giustificare l’effettiva necessità della prestazione.

Nel limite del 5% dell’utile e fino al raggiungimento del 20% del


ACCANTONAMENTI ALLA RISERVA LEGALE valore del capitale sociale.
Nel limite del 3% dei ricavi e comunque non superiore
SPONSORIZZAZIONI al 20% delle imposte dovute.

DESCRIZIONE COSTI INDEDUCIBILITÀ


IMPOSTE SUI REDDITI Completa
Completa, compresi i costi di questa natura derivanti da
PENALITÀ, SANZIONI, INTERESSI DI MORA rapporti commerciali con soggetti non residenti.
Completa, ad esclusione delle vendite di beni e servizi effettuate
COSTI SOSTENUTI A FAVORE DI SOCI a valore di mercato.

SVALUTAZIONI SU PARTECIPAZIONI IN PORTAFOGLIO Completa, fino a loro realizzazione.

BENI PERDUTI O DEGRADATI ED IVA AFFERENTE Completa

*Dopo l’ingresso della Romania nella UE anche i dividendi ricevuti da una società che risiede in uno degli stati membri, non saranno imponibili né si
applicherà alcuna ritenuta alla fonte, se la partecipazione è superiore al 25%.
THIN CAPITALIZATION
Gli interessi passivi sono deducibili solo se il rapporto “debiti con scadenza > 1 anno/capitale proprio” è inferiore o
uguale a tre. Nel caso in cui questo rapporto sia superiore a tre, gli interessi passivi sono integralmente indeducibili e
posso essere “riportati” negli anni successivi fino ad integrale deduzione.
Al fine del calcolo di cui sopra rilevano i finanziamenti con durata superiore ad 1 anno, e sono esclusi i debiti verso le
banche (romene e straniere) e le operazioni con società di leasing.
Inoltre, non è comunque deducibile la quota di interessi passivi (ad eccezione di quelli pagati ad istituti di credito o
società di leasing) che superi i tassi fissati dal governo con un provvedimento ad hoc.
Le perdite su cambi che eccedono gli utili su cambi sono deducibili esattamente con le stesse limitazioni previste per
gli interessi passivi.

AMMORTAMENTI
Il Codice Fiscale elenca ciò che non può essere considerato bene ammortizzabile:

- i terreni
- l'avviamento
- gli oggetti d'arte
- le navi e le aeronavi
- ogni altro bene che non si deprezzi nel tempo.

I beni utilizzati nell'attività, con un valore superiore al minimo stabilito periodicamente con decreto e con vita utile
superiore ad 1 anno, possono essere ammortizzati utilizzando il METODO LINEARE (applicazione di una % costante),
quello ANTICIPATO (con l'applicazione di un moltiplicatore alla % costante) o quello ACCELERATO.

Per ammortamento accelerato si intende la possibilità di dedurre, senza la preventiva autorizzazione degli uffici fiscali,
al massimo il 50% del valore del bene acquistato nel primo anno. Sono esclusi da questo tipo di ammortamento gli
immobili di qualsiasi tipo, per i quali è obbligatorio il metodo dell'ammortamento lineare.

Le società che non hanno optato per l'ammortamento accelerato, e che hanno investito in beni ammortizzabili,
possono dedurre una quota supplementare di ammortamento pari al 20% del valore di acquisto, a condizione che il bene
rimanga di proprietà dell'azienda per un tempo pari almeno alla metà del periodo normale di ammortamento.

LEASING
In caso di leasing finanziario il beneficiario può dedurre solo la normale quota di ammortamento e gli interessi passivi; in
caso di leasing operativo invece, il beneficiario ha diritto alla detrazione dell'intero canone.

REGIME DELLE PERDITE


Le perdite d'esercizio sono riportabili 5 anni.
Non è invece recuperabile la perdita nel caso in cui la società sia oggetto di fusione o scissione.
CREDITO D'IMPOSTA E PERDITE DI FONTE ESTERA
La Romania riconosce un credito d'imposta alle società romene per le imposte pagate all'estero. In tal caso, il credito
d'imposta non può superare il valore delle imposte calcolate sul reddito di fonte estera.

Per le perdite realizzate all'estero, viene riconosciuta altresì una deducibilità limitata ai ricavi della stessa provenienza.

ADEMPIMENTI
Per tutti i soggetti, ad eccezione delle banche, è fatto obbligo di calcolare e di liquidare le imposte trimestralmente,
entro il 25 del mese successivo a quello di chiusura del trimestre.
Per il IV trimestre, deve essere versata un'imposta in acconto pari a quella determinata per il trimestre precedente,
rimandando la determinazione effettiva dell'imposta sui redditi alla data prevista per il deposito del bilancio.

Le banche devono invece determinare e versare le imposte mensilmente, mentre per le organizzazioni non-profit
l'obbligo è fissato su base annua.

UFFICI DI RAPPRESENTANZA
Gli uffici di rappresentanza di società estere sono obbligati alla tenuta di una contabilità di cassa e scontano una
tassazione obbligatoria fissa nella misura di 4.000 Euro/anno da versarsi in due rate uguali entro il 20.06 ed il 20.12 di
ogni anno.
Gli uffici di rappresentanza devono inoltre presentare annualmente una dichiarazione dei redditi entro la fine del mese di
febbraio.

LE MICROIMPRESE
Le “microimprese” calcolano le imposte applicando un'aliquota dell'3% sul totale dei ricavi.

Possono beneficiare dello status di microimpresa (come definito negli artt.103-112 del Codice Tributario) e quindi
essere assoggettati ad un'imposta sui ricavi, le società che cumulativamente rispettino le seguenti condizioni (il
riferimento è la data del 31 dicembre dell'anno precedente):

• hanno personalità giuridica e svolgono un'attività di produzione, di servizi o commerciale;


• hanno almeno 1 dipendente (per le società nuove da assumersi entro 60 giorni
dall'omologa della società) ma non superano il limite massimo di 9;
• realizzano ricavi per un valore annuo non superiore al controvalore di 100.000 Euro;
• presentano un capitale sociale interamente privato;
• nessuno dei soci ha più di 250 dipendenti;
• non hanno mai perduto lo status fiscale di microimpresa.

Si deve sottolineare che la condizione di “microimpresa” è opzionale. Non possono optare per questo regime di
tassazione le imprese che svolgono attività finanziaria (banche, assicurazioni, SIM).
Le persone giuridiche che rispettano le caratteristiche elencate possono comunicare l'opzione agli enti tributari
territoriali entro il 31 gennaio. Per le società che si costituiscono nel corso dell'anno, l'opzione può essere esercitata
direttamente nella richiesta di omologa presso il Registro del Commercio.

Se durante l'anno fiscale, una delle condizioni previste viene meno, la società continua a mantenere questo regime
fiscale fino alla fine dell'anno in corso; dal 1 gennaio successivo invece, la società sarà soggetta al regime fiscale
ordinario.

LE NORME ANTI EVASIONE


La Legge n. 241/2005 pubblicata nella G.U. nr. 672 del 27.07.2005 è entrata in vigore il 26 agosto 2005 e rappresenta il
testo di riferimento per la prevenzione e per lotta all’evasione fiscale.

Tra i provvedimenti introdotti dalla nuova legge, segnaliamo alcuni motivi di preoccupazione:

A) costituisce reato e si sanziona con 1 – 3 anni di carcere oppure con un’ammenda pecuniaria, il mancato o
ritardato versamento intenzionale (per un periodo superiore ai 30 giorni) delle ritenute alla fonte (art. 6) -> si
dovrà quindi porre particolare attenzione soprattutto ai pagamenti all’estero di fatture di servizi dove è prevista
l’applicazione di una ritenuta;
B) costituisce reato e si sanziona con 3 – 10 anni di carcere la richiesta indebita ed in mala fede di rimborsi di
imposte o di contributi (art. 8) -> in questo caso c’è il timore che gli ispettori del fisco possano applicare in modo
ingiustificato questo articolo nei casi in cui non riconoscano il diritto alla restituzione di tutta o parte dell’IVA
chiesta a rimborso;
C) costituiscono reato e si sanzionano con 2 – 8 anni di carcere (ma possono essere aumentati di altri 2 o 3 anni a
seconda del valore accertato) i seguenti fatti finalizzati all’evasione fiscale:
- l’occultamento di beni o fonti di reddito imponibili;
- la mancata registrazione di ricavi in contabilità;
- la registrazione in contabilità di costi e operazioni fittizie (art. 9)

Non sono pochi i timori derivanti dall’introduzione di norme così severe in materia di evasione fiscale. La Romania,
aveva comunque annunciato che con la riduzione della corporate tax al 16%, sarebbe parallelamente iniziata una vera e
propria campagna anti evasione.

Sebbene ci troviamo tutti d’accordo nel condannare e nel combattere questo fenomeno, ciò che temiamo è l’uso
improprio che di questi strumenti possono fare spesso i verificatori. Le “armi” messe a disposizione dal Parlamento agli
Organi Competenti, devono essere usate con l’opportuna prudenza e contro i veri evasori.
CONTENZIOSO TRIBUTARIO
Il Codice di Procedura Fiscale (Ord. 92/2003) disciplina il rapporto fra il contribuente e l'Amministrazione Finanziaria.
Secondo l’art. 1, il Codice disciplina i diritti e gli obblighi delle parti nei rapporti giuridico-fiscali relativi alle imposte e
tasse dovute allo stato, alle amministrazioni locali, doganali ed alle altre entrate del bilancio pubblico.
Gli accertamenti conclusi dall’Amministrazione finanziaria possono essere impugnati dal contribuente: il Codice non
stabilisce in modo limitativo le categorie di atti che possono essere oggetto di ricorso, ma fissa il principio secondo cui
”qualsiasi persona lesa nei suoi diritti da un atto amministrativo-fiscale può agire in giudizio”.
Non rientrano nella sfera degli atti amministrativo-fiscali le forme procedurali messe in atto nel corso di una procedura
di esecuzione forzata, che possono essere contestate solo all'interno della procedura stessa.

Il ricorso si formula per iscritto e comprende obbligatoriamente i dati identificativi del contribuente, l’oggetto della
contestazione, motivazioni di fatto e di diritto, le prove su cui si fonda il ricorso, la firma di chi avanza la contestazione e,
nel caso di persona giuridica, il timbro. Il ricorso deve essere depositato presso l’ufficio fiscale che ha effettuato
l'accertamento, e non è soggetto ad imposta di bollo.
Il termine utile per presentare ricorso è di trenta giorni dalla data di notifica dell'accertamento; il ricorso depositato oltre
tale termine, comporta la nullità del ricorso stesso.
Se il ricorso ha un valore inferiore a 500.000 RON, esso è giudicato dalla Direzione Generale degli uffici competenti
dove il ricorrente è registrato come soggetto fiscale. Oltre tale limite, il ricorso è giudicato dalla Direzione Centrale degli
uffici competenti
Per i “grandi contribuenti” i ricorsi sono giudicati sempre dalle Direzioni Generali che hanno competenza su questa
categoria di contribuenti.

Gli uffici si pronunciano sul ricorso per mezzo di “decisioni” che sono emesse in forma scritta e contengono:
• una parte introduttiva che riporta gli estremi del ricorso;
• le motivazioni di fatto e di diritto che stanno alla base della “decisione”;
• le conclusioni che comprendono la sentenza, le modalità di ricorso ulteriore, il termine entro il quale può essere
depositato e l’istanza competente.
La decisione è firmata dal direttore della Direzione Generale o della Direzione Centrale, dal direttore dell’ufficio fiscale
che ha emesso l’atto amministrativo impugnato o da suoi sostituti. Tale decisione è definitiva per quel che riguarda il
percorso amministrativo (I∞ grado di giudizio).
Per la soluzione di una causa, l’organo competente può interpellare le direzioni di specialità dei ministeri o altre autorità.

Nel I∞ grado di giudizio può essere chiesta la sospensione della causa, nel caso in cui:
a) viene rilevata la possibilità che sia stato compiuto un reato;
b) il giudizio dipende dalla soluzione di un'altra causa in corso;
c) su richiesta (in base a fondati motivi).
In caso di sospensione, essa permane fino al momento in cui vengono meno i motivi che l'hanno determinata.
Per quanto riguarda l’esecuzione dell’atto amministrativo-fiscale, l’introduzione del ricorso per via amministrativa
sospende gli obblighi di pagamento. Ciò nonostante, gli organi competenti per la risoluzione, possono disporre la
sospensione del pagamento sulla base di una richiesta motivata del ricorrente.
L'Ordine del Presidente dell'Agenzia Nazionale per l'Amministrazione Fiscale nr 519/2005, prevede che la sospensione
possa essere concessa anche se è già iniziata una procedura di esecuzione.

Al termine della procedura, il ricorso può essere ammesso in tutto o in parte, oppure respinto.
Nel caso in cui il ricorso sia accolto, viene deciso l’annullamento totale o parziale dell’atto amministrativo-fiscale
impugnato, con la conseguente stesura di un nuovo atto che terrà conto dei contenuti della “decisione”.
La “decisione” sul ricorso viene comunicata al ricorrente, alle altre persone interessate, se è il caso, e all'ufficio fiscale
che aveva condotto l'accertamento.
Queste provvedimento amministrativo (la “decisione”) può essere oggetto di un nuovo ricorso da presentarsi alla
sezione contenzioso del tribunale competente, entro 15 giorni dalla notifica.
La risoluzione per via giudiziale, sia in prima che in seconda istanza, è regolata dalle norme del Codice di Procedura
Civile.
CAPITOLO V
LE IMPOSTE SULLE
PERSONE FISICHE TIPOLOGIE DI REDDITO

LA DECISIONE DI OPTARE PER UNA FLAT TAX DEL 16% A PARTIRE


DAL 2005, RAPPRESENTA SENZ’ALTRO LA PIÙ IMPORTANTE
RIFORMA FISCALE DEL PERIODO POST RIVOLUZIONE.

A DUE ANNI DALL’INTRODUZIONE DELL’ALIQUOTA UNICA, IL


CONTENIMENTO DEL PRELIEVO FISCALE (SOPRATTUTTO PER I
REDDITO MEDIO-ALTI) SEMBRA AVER CONTRIBUITO POSITIVAMENTE
AL RILANCIO DEI CONSUMI ED AL CONTENIMENTO DEL LAVORO
NERO, OVVERO GLI OBIETTIVI PRINCIPALI INDICATI DAL GOVERNO
ALLA PRESENTAZIONE DELLA RIFORMA.
LE IMPOSTE SULLE PERSONE FISICHE

Il principio adottato per la definizione del reddito imponibile è il world wide principle, ovvero viene tassato il reddito
ovunque prodotto per i residenti in Romania, mentre viene tassato solo il reddito prodotto nel Paese per i non residenti.

Per le categorie sottoelencate, esclusi i redditi da investimenti e vincite, dal 1 gennaio 2005 si è passati da un sistema di
tassazione ad aliquote progressive, ad un'unica aliquota del 16% (uguale a quella prevista per le persone giuridiche).

TIPOLOGIE DI REDDITO
Nel Codice Fiscale vengono individuate 8 tipologie differenti di reddito, a cui si applica l’aliquota unica del 16%, con
esclusione delle categorie 4, 7 e 8:

1. da lavoro autonomo: in questa categoria rientrano i commercianti ed i professionisti; hanno l’obbligo di tenere la
contabilità semplificata e determinano il reddito attraverso il principio di cassa;

2. da lavoro dipendente: per questi redditi sono previste alcune deduzioni per i famigliari a carico che riducono il
carico fiscale in modo sensibile soprattutto per i livelli più bassi. L’obbligo di calcolare, trattenere e versare le
imposte spetta al datore di lavoro. Rientrano in questa categoria i compensi percepiti da amministratori e sindaci
di società,

3. da godimento di beni mobili o immobili: si tratta tipicamente dell’affitto/usufrutto per i quale è previsto un
abbattimento forfetario del reddito pari al 25%;

4. da investimenti: comprende i redditi da interessi (esclusi quelli sui titoli di stato), dividendi, capital gain (vedi
prospetto riassuntivo);

5. da pensioni: anche per questi redditi, come per quelli da lavoro dipendente, è prevista una detrazione fissa;

6. da attività agricole;

7. da premi e vincite: per i redditi derivanti da vincite si applica una ritenuta alla fonte pari al 16%, 20% o 25% a
seconda del tipo di vincita e del valore;

8. da trasferimento di beni immobili: vedi prospetto riassuntivo. Nelle compravendite immobiliari, ricade sul notaio
l’obbligo di calcolare, ritenere e vesare le imposte all’erario.

9. diversi: si tratta di una categoria residuale che raccoglie tutte le forme di reddito non classificabili nelle categorie
precedenti.

Per tutte le categorie, sono considerati redditi anche quelli percepiti in natura, così come l'utilizzo a fini personali di beni
e/o diritti afferenti l'attività svolta.
PROSPETTO RIASSUNTIVO CAT. 4 E 8

CATEGORIA DI REDDITO ALIQUOTE D'IMPOSTA APPLICABILI DALLA DATA

se acquistati entro il 31.05.2005, indipendentemente


della data del loro trasferimento;
1% se acquistati dopo l'1.06.2005 ed alienati dopo un
TRASFERIMENTO
periodo di possesso superiore ai 365 giorni;
DEI TITOLI DI VALORE
(AZIONI, QUOTE SOCIALI)
se acquistati dopo l'1.06.2005 ed alienati prima
16% che siano trascorsi 365 giorni di possesso.

LIQUIDAZIONE / SCIOGLIMENTO
SENZA LIQUIDAZIONE DI UNA 16% dall'1.01.2006.
PERSONA GIURIDICA

DIVIDENDI 16% dall'1.01.2006.

INTERESSI 16% dall'1.01.2006.

COMPRAVENDITA DI VALUTA AL TERMINE 16% dall'1.01.2006.

per i fabbricati di qualsiasi tipo e terreno pertinente,


0% alienati oltre i 3 anni dalla data di acquisto;
TRASFERIMENTO
TERRENI E FABBRICATI per i fabbricati di qualsiasi tipo e terreno pertinente,
16% alienati entro i 3 anni dalla data di acquisto;
per tutti i terreni;

ADEMPIMENTI

Il reddito netto annuale si stabilisce separatamente per ogni categoria di reddito, ed ai contribuenti è fatto obbligo di
depositare annualmente la dichiarazione dei redditi entro al 15 maggio dell'anno successivo a quello di riferimento, e di
versare nel corso dell’anno 4 rate trimestrali anticipate sulle imposte dovute.

I contribuenti che iniziano l'attività in corso d'anno, sono obbligati, entro 15 giorni dalla data dell'inizio, a presentare
presso l’ente fiscale competente una dichiarazione relativa ai costi ed ai ricavi stimati per l'anno in corso.

I contribuenti che iniziano l'attività in corso d'anno, sono obbligati, entro 15 giorni dalla data dell'inizio, a presentare
presso l’ente fiscale competente una dichiarazione relativa ai costi ed ai ricavi stimati per l'anno fiscale.
CAPITOLO VI
ASPETTI FISCALI
INTERNAZIONALI
LA TASSAZIONE DEI NON RESIDENTI
GLI ACCORDI CONTRO LE
DOPPIE IMPOSIZIONI
DIVIDENDI DISTRIBUITI A PERSONE
FISICHE RESIDENTI IN ITALIA
DIVIDENDI DISTRIBUITI A PERSONE
GIURIDICHE RESIDENTI IN ITALIA
ASPETTI FISCALI INTERNAZIONALI

LA TASSAZIONE DEI NON RESIDENTI


REDDITI CONSEGUITI DA STABILI ORGANIZZAZIONI:

In Romania la tassazione delle persone giuridiche non residenti con stabile organizzazione è regolata all'interno
delle norme sulla tassazione delle persone giuridiche residenti; il reddito della stabile organizzazione è quello relativo alla
sola attività d'impresa.

Fanno eccezione i redditi relativi a proprietà immobiliari (da cessione, affitto o concessione) e le plusvalenze da
capital gain che vanno determinati separatamente: per i soggetti non residenti, le imposte su questi redditi si ottengono
applicando l’aliquota ordinaria del 16%.
Nel caso in cui il venditore sia una società romena o una stabile organizzazione di una società non residente, tali
imposte devono essere ritenute e versate dal venditore.
REDDITI CONSEGUITI DA NON RESIDENTI:
I non residenti che ottengono redditi in Romania, sono soggetti a diverse ritenute alla fonte, con % diverse a seconda
del reddito:

• 10% per gli interessi relativi a depositi a termine e certificati di deposito;


• 15% per dividendi, interessi, commissioni, provvigioni, servizi, prestazioni professionali;
• 20% in caso di vincite al gioco.

Le persone fisiche non residenti sono tassate sul reddito prodotto in Romania in base alle regole previste per la
tassazione dei residenti (vedi capitolo dedicato).

GLI OBBLIGHI DEL QUADRO RW


Le persone fisiche che detengono attività finanziarie all'estero di ammontare superiore a 12.500€ al termine dell'anno
solare, hanno l'obbligo di compilare il quadro RW presente nella dichiarazione dei redditi annuale (Unico), per evidenziarne
la consistenza a tale data, nonché i trasferimenti effettuati da e verso l'estero.

Se il trasferimento all'estero avviene tramite un intermediario finanziario italiano (banca, SIM, ecc), quest'ultimo è tenuto
a segnalare all'amministrazione finanziaria italiana le operazioni superiori a 12.500€.

Chi non adempie a tali obblighi, è soggetto ad una sanzione amministrativa compresa tra il 5% ed il 25% dei capitali
non dichiarati, oltre alla confisca di una somma equivalente a quella non dichiarata.

GLI ACCORDI CONTRO LE DOPPIE IMPOSIZIONI


L’art. 118 del Codice Fiscale prevede espressamente la prevalenza dei contenuti degli Accordi per evitare le doppie
imposizioni firmati dalla Romania, sulla normativa interna; in particolare, si specifica che "la tassazione di qualsiasi reddito
realizzato in Romania da un non residente non può essere superiore a quella prevista nella convenzione".

Per l’applicazione delle Convenzioni, il non residente ha l’obbligo di presentare il c.d. Certificato di residenza fiscale
(Certificat de rezidenta fiscala) che, per quanto riguarda l’Italia, viene rilasciato dall’Agenzia delle Entrate di competenza
territoriale.

L’elenco delle convenzioni sottoscritte dalla Romania è presente come allegato alla Guida.
DIVIDENDI DISTRIBUITI A PERSONE FISICHE
RESIDENTI IN ITALIA
Il regime di tassazione dei dividendi in vigore dall’1.1.2004 distingue ancora tra partecipazioni “non qualificate” e
“qualificate”, il cui spartiacque è rappresentato dalla percentuale dei diritti di voto esercitabile in assemblea ordinaria o
della partecipazione al capitale sociale: se essa è pari o inferiore al 20% del diritti di voto o al 25% della partecipazione al
capitale (2% o 5% in caso di società quotate in mercati regolamentati), la partecipazione è “non qualificata”, in caso
contrario essa è “qualificata”.

Nel primo caso (non qualificate), i dividendi percepiti dalla società romena sono tassati a titolo definitivo a mezzo
ritenuta del 12,5% sull’intero importo percepito.

Nel secondo caso (qualificate), i dividendi partecipano alla formazione del reddito complessivo della persona fisica nella
misura del 40% del loro ammontare.

Quest’ultimo trattamento è riservato altresì a tutti coloro che detengono le partecipazioni nell’ambito di un’attività
d’impresa (ditta individuale o impresa familiare).

Gli intermediari che intervengono nella riscossione dei dividendi devono operare anche una ritenuta del 12,5%, che
sarà quindi:
- a titolo definitivo, se la persona fisica è detentrice di partecipazioni non qualificate e non relative all’eventuale sua
attività d’impresa;
- a titolo d’acconto, se la partecipazione è qualificata e detenuta al di fuori dell’attività d’impresa, recuperabile in sede
di dichiarazione dei redditi.

La suddetta ritenuta è operata al netto delle ritenute applicate dallo Stato estero.

DIVIDENDI DISTRIBUITI A PERSONE GIURIDICHE


RESIDENTI IN ITALIA
Dal punto di vista del socio-persona giuridica percipiente, la recente riforma fiscale varata in Italia prevede che i
menzionati dividendi concorrano alla formazione del reddito d'impresa in misura pari al 5% del loro ammontare.

Il reddito della società di capitali socia, comprensivo dei dividendi percepiti, sarà quindi assoggettato all'IRES nella
misura del 33%.

Devesi tuttavia osservare come la recente riforma abbia previsto la possibilità di optare, a certe condizioni, per il
“consolidato fiscale”, al fine di neutralizzare gli effetti della doppia imposizione.
TABELLA ESPLICATIVA DIVIDENDI EROGATI DA SOCIETÀ ROMENA VERSO SOCI ITALIANI

- Società romena controllata al 100% da società italiana;

oppure:

- Società romena controllata dalle persone fisiche A e B, con A che detiene l’80% delle quote
(partecipazione qualificata) e B il 20% (non qualificata); A e B non detengono le quote nell’ambito della loro
eventuale impresa;
- Dividendo distribuito dalla società romena: 100
- Aliquota marginale sulle persone fisiche: massima (43%, ovvero 39% più contributo solidarietà del 4%),
senza spettanza della deduzione cd. “no tax area” (ipotesi di lavoro);
- Tassazione sulla società italiana (IRES): 33%

SOCIETÀ DI
PERSONA FISICA A (80%) PERSONA FISICA B (20%) CAPITALI ITALIANA

DIVIDENDI EROGATI
DALLA SOCIETÀ 80 20 100
ROMENA (100)

Ritenuta in uscita Romania 10% (8) 10% (2) 10% (10)


Dividendi in entrata Italia 72 18 90
A titolo di acconto sulla A titolo definitivo sulla
Ritenuta in ingresso quota imponibile e al quota imponibile e al (2,25)
Italia (12,50%) netto ritenuta estera:
(3,60) netto ritenuta estera:
40% x 72 x 12,50% 100% x 18 x 12,50%

DIVIDENDO INCASSATO 68,40 15,75 90


Reddito imponibile 40% del lordo 32 5% del lordo 5
IRPEF lorda
Imposte sui redditi (aliquote 2005 – 43%) (13,76) IRES (33%) (1,65)

Recupero ritenuta romena 40% del lordo: 5% del lordo:


40% x 8 3,20 5% x 10 0,5
Recupero ritenuta italiana 3,60
Imposta dovuta IRPEF (6,96) IRES (1,60)

DIVIDENDO NETTO
PERCEPITO FINALE
61,44 15,75 88,40
CAPITOLO VII
IMPOSTE INDIRETTE
IL REGIME IVA IN BREVE
IMPOSTE E TASSE LOCALI
IMPOSTE INDIRETTE

IL REGIME IVA IN BREVE


Come abbiamo anticipato, anche la normativa IVA è disciplinata dal Codice Fiscale (Legge n. 571/22.12.2003).

OPERAZIONI IMPONIBILI
Come principio base, l’IVA si applica a tutte le cessioni di beni o alle prestazioni di servizi effettuate in Romania da
soggetti imponibili.
Sono previste due aliquote: quella ordinaria è pari al 19%, quella ridotta al 9%. Quest’ultima si applica principalmente
sulle vendite di libri, giornali e riviste, sui prodotti ortopedici, sui medicinali, per l’attività alberghiera, ingresso in musei,
fiere, esposizioni, ecc

OPERAZIONI ESENTI
Tra le operazioni elencate dalla legge, ricordiamo:

- prestazioni ospedaliere, sanitarie, veterinarie, servizi di assistenza sociale, ecc., attività scolastiche,
sportive, programmi radio e televisivi e la vendita di licenze relative a film e programmi;
- i servizi bancari (incluso il factoring) e assicurativi;
- la compravendita di partecipazione e titoli di credito;
- le esportazioni di beni;
- i trasporti internazionali;
- le operazioni poste in essere all’interno delle zone libere.

Sono altresì esenti le operazioni poste in essere da soggetti imponibili con volume d’affari inferiore ai 2 miliardi di Lei
annui, a meno che questi non optino per il regime ordinario.

Per le operazioni di concessione, affitto e locazione commerciale di beni immobili, escluso:


- alloggio negli alberghi;
- parcheggio autovetture
i contribuenti possono optare per l’applicazione dell’IVA. L’opzione può essere espressa anche soltanto per una
porzione dell’immobile, dandone comunicazione all’Ufficio competente.

I soggetti che realizzino sia operazioni esenti con diritto alla detrazione che operazioni senza tale diritto, sono soggetti
al cosiddetto “regime misto”, in cui il diritto al recupero dell’IVA pagata si basa sull’applicazione del pro-rata.
CASI PARTICOLARI
Acquisti di beni immobili: l’art. 160 (1) introduce la c.d. “tassazione inversa”, ovvero l’obbligo per il venditore e
l’acquirente di iscrivere contemporaneamente nei registri acquisti e vendite l’IVA relativa alle operazioni di compravendita
che hanno ad oggetto terreni e fabbricati, senza versarne l’IVA afferente.

Importazione di macchinari, attrezzature, ecc.: per alcuni beni acquistati all’estero, i soggetti importatori possono
essere esentati dal pagamento dell’IVA in dogana richiedendo un certificato di esenzione, a condizione che non risultino
debiti verso l’Erario per imposte, tasse, contributi a carico del richiedente.
Il certificato può essere rilasciato nei seguenti casi:
a) importazioni di macchinari industriali, attrezzature tecnologiche, installazioni, apparecchi per misurazioni e controllo,
automatizzazioni, macchine agricole e mezzi di trasporto destinati direttamente al sistema produttivo dell’importatore;
b) importazioni di materie prime e materiali che risultano deficitarii in Romania, e che sono contenuti in una lista
speciale.
Il certificato di esenzione può essere rilasciato anche per più operazioni di importazione, e la sua validità coincide con
la scadenza presente nel contratto che sta alla base delle importazioni.

ADEMPIMENTI
La dichiarazione IVA deve essere redatta e presentata mensilmente entro il giorno 25 del mese successivo a quello di
riferimento. Sempre entro la stessa data deve essere versato l’eventuale debito IVA.
Nel caso in cui il volume annuo d’affari sia inferiore ai €100.000, gli adempimenti previsti assumono cadenza
trimestrale.
Qualora un soggetto realizzi operazioni imponibili in Romania non avendo una sede o un domicilio stabile in Romania, è
obbligato a nominare un rappresentante fiscale domiciliato nel Paese che adempia agli obblighi IVA per suo conto.

L’eventuale saldo IVA a credito può essere chiesto a rimborso in occasione del deposito della dichiarazione IVA (quindi
mensilmente o trimestralmente) se tale credito supera i 50 milioni di Lei.
Dal 2004 è possibile beneficiare delle procedure accelerate per il rimborso dell’IVA in base ad una sorta di rating che
viene attribuito ad ogni contribuente in funzione della regolarità di quest’ultimo a far fronte agli obblighi fiscali.
Da tali procedure rimangono comunque esclusi i contribuenti che producono/commercializzano alcolici, legno e
materiali di costruzione, e quelli che hanno iniziato l’attività da meno di un anno.

E’ possibile inoltre compensare il credito IVA con altri tributi (imposte dirette e contributi sociali) presentando apposita
richiesta e seguendo le regole previste del Codice di Procedura fiscale.
IMPOSTE E TASSE LOCALI

Il Codice Fiscale regolamenta anche le imposte e le tasse locali, suddividendole nelle seguenti categorie:

a) Imposte sui fabbricati: si tratta di imposte dovute dal proprietario all’amministrazione territoriale locale dove è
situato il bene.
Per le persone fisiche l’imposta si calcola applicando l’aliquota dello 0,2% al valore imponibile dell’immobile in
caso di immobili civili e dello 0,1% in caso di immobili rurali.
Per le persone giuridiche l’aliquota varia dallo 0,5% all’1% (applicata sul valore di bilancio del fabbricato) e viene
stabilita annualmente dall’amministrazione comunale.
Nel caso di fabbricati integralmente ammortizzati, il valore imponibile viene ridotto del 15%.
Nel caso di fabbricati che non sono stato rivalutati nei tre anni antecedenti, l’aliquota d’imposta viene stabilita
(sempre dall’amministrazione comunale) fra il 5 % ed il 10 %. Se invece il fabbricato è stato rivalutato, il valore di
riferimento per il calcolo dell’imposta diventa quello aggiornato.
La dichiarazione deve essere depositata ogni anno presso gli Uffici competenti del Comune entro il 31 gennaio.

b) Imposte sui terreni: vengono calcolate per tutti i proprietari in base alla superficie, alla tipologia, alla zona e/o alla
categoria di utilizzo del terreno, secondo la classificazione stabilita dall’amministrazione comunale.
Nel caso in cui un terreno sia di tipo “intravilan”, l’imposta viene stabilita moltiplicando il numero dei metri
quadrati (mq) con le tariffe previste nelle tabelle del Codice Fiscale.
In caso di terreni tipo “extravilan”, indipendentemente della tipologia, dalla categoria e della zona in cui si trova,
l’imposta l’imposta si calcola moltiplicando il numero di ettari del terreno con il valore che risulta dalla tabella
prevista all’Art. 258 del Codice Fiscale.

c) Imposte sui mezzi di trasporto: si tratta di imposte dovute da tutti i proprietari* di mezzi di trasporto (auto,
autocarri, autobus, trattori, moto, imbarcazioni, ecc.) immatricolati in Romania. In caso di contratto di leasing,
l’imposta è dovuta dal soggetto che concede in locazione finanziaria il bene.
Le imposte sono calcolate sulla base di apposite tabelle che tengono conto del tipo di mezzo, della cilindrata e
del peso.

d) Tassa annuale di affissione: ogni persona che utilizza un pannello, un’affissione o una struttura simile a scopo
pubblicitario in un luogo pubblico, ha l’obbligo di pagare la tassa annuale di affissione all’Erario locale.
L’imposta viene calcolata moltiplicando il numero di metri quadrati (o una frazione di metro quadrato della
superficie di affissione) con la tariffa stabilita dall’amministrazione comunale.

Le imposte descritte devono essere versate nel corso dell’anno in 4 rate trimestrali, fatta salva la possibilità riservata
alle persone fisiche di versare l’intero importo in unica rata, a fronte di una riduzione del 10%.
*Nel caso di automezzi di proprietà di non-residenti con iscrizione temporanea, la tassa viene versata integralmente per l’intero periodo di iscrizione, nel momento della
registrazione del mezzo presso l’ufficio competente.
CAPITOLO VIII
MERCATO DEL LAVORO
IL CODICE DEL LAVORO

IL BASSO COSTO DELLA MANODOPERA RIMANE UNO DEI


PRINCIPALI PUNTI DI ATTRAZIONE PER LE AZIENDE STRANIERE. LO
STIPENDIO MEDIO È ANCORA NETTAMENTE INFERIORE A QUELLO
DEI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA ALLARGATA, PUR IN PRESENZA
DI UN CAPITALE UMANO CON UN GRADO DI SCOLARIZZAZIONE
MEDIO-ALTO.

IL TREND È COMUNQUE IN CRESCITA E, NELL’ULTIMO ANNO, IN


ROMANIA SI È ASSISTITO AD UN INCREMENTO DEL LIVELLO DEGLI
STIPENDI, ESPRESSI IN EURO, DI OLTRE IL 30%.

QUASI LA METÀ DI QUESTA CRESCITA SI SPIEGA PERÒ CON


L’APPREZZAMENTO DELLA VALUTA LOCALE SULL’EURO, PARI A
CIRCA IL 13%.
MERCATO DEL LAVORO

BREVE PANORAMICA
Se nel novembre 2004 lo stipendio medio lordo si attestava a 214 €, nel novembre 2005 era salito a 279 €.
Questo processo di allineamento ai livelli retributivi europei, non sarà immediato e si realizzerà in un arco temporale
medio-lungo; ciò nonostante, alcune aziende internazionali presenti in Romania e che traggono la loro competitività
esclusivamente dal basso costo della manodopera, stanno valutando la delocalizzazione verso altri Paesi emergenti.

In questo quadro evolutivo, la Romania potrà giocare le sue carte puntando sulla maggiore qualità e recuperando
competitività rendendo più efficienti i processi produttivi; un recente studio, dimostra infatti che nel 2005 la produttività del
lavoro è aumentata solo del 5,2 %, un livello ben inferiore all’aumento degli stipendi.

I dati elaborati dall’Istituto Nazionale di statistica presentano il seguente quadro relativo al livello retributivo in alcuni
settori di attività:

REDDITO MEDIO MENSILE LORDO REDDITO MEDIO MENSILE NETTO


SETTORE DI ATTIVITÀ (NOVEMBRE 2005) IN € (NOVEMBRE 2005) IN €

AGRICOLTURA E SERVIZI CONNESSI 181 142


BANCHE 650 534
INTERMEDIARI FINANZIARI 991 728
INDUSTRIA 268 207
TESSILE 190 151
INDUSTRIA METALLURGICA 334 256
INDUSTRIA DI COSTRUZIONI 258 198
METALLICHE E PRODOTTI DI METALLO
INDUSTRIA CHIMICA 363 274
ALBERGHI E RISTORANTI 167 132
SANITÀ E ASSISTENZA SOCIALE 255 197
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 441 329
SALUBRITÀ, NETTEZZA URBANA 183 144
VALORE MEDIO 279 212
Il quadro presentato evidenzia come nel settore dei servizi la crescita sia stata più evidente. Questo dipende soprattutto
dalla scarsa offerta presente nel mercato di personale qualificato e/o con esperienza, assolutamente insufficiente a
soddisfare una domanda in forte crescita.
Anche territorialmente le differenze retributive possono essere marcate; in particolare nella capitale e nelle principali
città della Romania, si possono riscontrare sensibili differenze (+20%).

La Decisione del Governo n. 1766/2005 prevede che dal 1 gennaio 2006, lo stipendio minimo lordo nazionale deve
essere pari a 330 RON (circa 93€)/mensili, per un monte ore medio mensile di 169.

Per determinare il costo-azienda, comprensivo di imposte e contributi sociali, a partire da valori salariali netti, si faccia
riferimento ad alcuni esempi riportati nella seguente tabella (sulla base delle aliquote previste per l’anno 2005):

NETTO CORRISPOSTO € COSTO PER AZIENDA € COSTO/NETTO %

80 130 163%
100 167 167%
120 205 171%
150 262 175%
200 356 178%
250 450 180%
300 544 181%

DETTAGLIO DEI CONTRIBUTI A CARICO DELL’AZIENDA


CONTRIBUTI PER LA PREVIDENZA SOCIALE 20.5%
FONDO DISOCCUPAZIONE 2.5%
FONDO RISCHI E INFORTUNI 0,5%-4%
FONDO SANITÀ 7%
COMMISSIONI ALLA CAMERA DEL LAVORO 0,75%
CONTRIBUTI PER MALATTIA 0,75%
In funzione del tipo di attività (codice CAEN)

CONTRIBUTI A CARICO DEL LAVORATORE


CONTRIBUTI PER LA PENSIONE 9,5%
CONTRIBUTI AL FONDO DISOCCUPAZIONE 1%
FONDO SANITÀ SUPPLEMENTARE 6,5%

ALTRI DATI

ORE LAVORATIVE GIORNALIERE 8


PERIODO MINIMO DI FERIE ANNUO 20 gg.
13MA MENSILITÀ Non prevista
TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO Non previsto
IL CODICE DEL LAVORO
Il Codice del lavoro ( Codul Muncii ) è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Romania n. 72 del 05.02.2003, ed
è entrato in vigore il successivo I marzo (Legge n. 53 del 24.01.2003). Consta di ben 298 articoli, 13 titoli (dalle disposizioni
generali a quelle transitorie e finali, passando per i contratti collettivi ed individuali di lavoro, sicurezza ed igiene, sciopero
e tanto altro ancora), ma ha il pregio di abrogare e sostituire un coacervo di norme non sempre chiare, unificando gli
strumenti di cui deve servirsi l’operatore in materia giuslavoristica.

Nel 2005, l’OUG n. 65, approvata e modificata con la Legge n. 37/2005 ha apportato integrazioni rilevanti sia nel senso
dell’adeguamento alla legislazione europea, sia introducendo nuovi elementi a favore della flessibilità.

La portata del Codice è apparsa subito di grande impatto, dal momento che essa, dal punto di vista oggettivo,
“regola … la totalità dei rapporti individuali e collettivi di lavoro, il modo con cui si controlla l’applicazione della
normativa sul lavoro, nonché la giurisdizione del lavoro” (art. 1); mentre, dal punto di vista soggettivo, prende in esame la
prestazione lavorativa da chiunque svolta in Romania (sia cittadini romeni, che stranieri, che apolidi), oltre che, entro una
certa misura, quella svolta all’estero da romeni.

Merita sottolineare che il Codice del Lavoro dedica ampio spazio, nel primo titolo, ad una serie di principi generali
(artt. 3 e seg.): libertà di lavorare (o di non lavorare), di scegliere un lavoro piuttosto che un altro, di svolgere attività
sindacale; divieto del lavoro forzato e di discriminazioni; uguaglianza di trattamento, tutela della salute, della riservatezza, ecc.
Questi sono esempi di diritti consolidati in Occidente, che in Romania costituiscono situazioni da metabolizzare
gradualmente, e il cui impatto sul sistema complessivo (anche in sede processuale) è tutto da verificare.

IL CONTRATTO INDIVIDUALE DI LAVORO


Il Codice del Lavoro ribadisce (art. 10 e segg.) che l’assunzione del lavoratore avviene attraverso un contratto
individuale di lavoro (c.d. “CIM”), redatto in forma scritta, le cui previsioni non possono derogare a quanto previsto in
sede di contrattazione collettiva (nazionale, di categoria, e/o aziendale). La durata del “CIM” può essere tanto a tempo
determinato (non superiore a 24 mesi), quanto indeterminato, ma quest’ultima soluzione è imposta d’imperio qualora
non sia previsto diversamente.

L’età minima per lavorare è fissata a 16 anni, salvo eccezioni. Il contratto de quo deve indicare i dati del datore e del
prestatore dell’attività lavorativa (che non può essere illecita né immorale), l’ammontare dello stipendio e altro ancora; ma
soprattutto deve enucleare le mansioni specifiche che l’assunto dovrà svolgere.

Memore dei tempi bui, il legislatore ha previsto, all’art. 27, il divieto assoluto per il datore di lavoro di richiedere test di
gravidanza. Secondo l’art. 36, inoltre, cittadini stranieri possono essere assunti presso aziende romene, a mezzo
contratto individuale di lavoro e previo ottenimento del permesso di lavoro rilasciato dalle autorità competenti.
LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO INDIVIDUALE DI LAVORO
Gli art. 55 e seg. della Legge n. 53 indicano le ipotesi in cui il “CIM” si risolve.
Tale risoluzione può avvenire:
• di diritto (ad esempio, in caso di morte del salariato, o di dichiarazione di fallimento dell’impresa),
• per iniziativa del datore di lavoro (si parla allora di licenziamento),
• su richiesta del dipendente (dimissioni).

Un’importante modifica introdotta con l’OUG 65/2005 riguarda la risoluzione del contratto da parte del datore di lavoro
per motivi di inadeguatezza professionale. In precedenza richiedeva un lungo schema burocratico, ovvero: emissione di
una “decisione di licenziamento” (entro 30 giorni dai fatti che vi avrebbero dato luogo) da motivarsi in fatto e in diritto, e
procedendo ad una “indagine disciplinare interna” dai contorni indefiniti.
Esisteva inoltre l’obbligo, per il datore, di offrire altre opportunità nell’ambito della propria azienda al licenziando,
nonché di chiedere “consiglio” all’agenzia territoriale per l’occupazione al fine di allocare la risorsa da qualche altra parte.

In base alle ultime modifiche, il licenziamento del dipendente per motivi di inadeguatezza professionale può essere
deciso dopo la valutazione del dipendente con le modalità previste dal contratto collettivo di lavoro a livello di settore
oppure, provvisoriamente, dal regolamento interno dell’azienda.Il datore di lavoro ha ancora l’obbligo di offrire altre
opportunità nell’ambito della propria azienda, ma se non ha posti disponibili non è più obbligato ad aspettare la risposta
dell’agenzia territoriale per l’occupazione riguardante l’allocazione della risorsa.

E’ stato alleggerito anche il procedimento di risoluzione del contratto durante e alla fine del periodo di prova.
Infatti, basta una notifica scritta da parte di una delle due parti contrattanti senza nessun bisogno di preavviso o altre
procedure preliminari.

Merita sottolineare che il Codice del Lavoro prevede la possibilità di ricorrere al licenziamento per ragioni che
prescindono dalle capacità professionali del singolo prestatore di lavoro (art. 65-67), e riconducibili sostanzialmente a
operazioni di ristrutturazione aziendale (la norma, art. 65, parla testualmente di “difficoltà economiche, innovazioni
tecnologiche, riorganizzazione dell’attività produttiva”). In base a tale previsione è consentito ricorrere alla risoluzione di
singoli contratti di lavoro ovvero al “licenziamento collettivo” (art. 68 e ss.).

Con riferimento, in particolare, a quest’ultimo istituto, la legge impone all’imprenditore che vi procede l’obbligo di
predisporre (e sottoporre a sindacati e rappresentanti dei lavoratori almeno 30 giorni prima dell’adozione del
provvedimento) un “progetto di licenziamento collettivo” indicando tra l’altro numero e categorie di salariati interessati dal
licenziamento collettivo, motivazioni del provvedimento, misure adottate per ridurre al minimo le risoluzioni dei contratti di
lavoro e per attenuarne l’impatto sociale.
Il datore deve quindi coinvolgere al massimo grado l’ispettorato del lavoro competente e le parti sociali, proporre
programmi di formazione professionale (finalizzata evidentemente alla riqualificazione dei lavoratori allontanati), fermo
restando il diritto dei lavoratori di “beneficiare delle misure antidisoccupazione e degli ammortizzatori sociali previsti per
legge o dal contratto collettivo”.
In tale contesto i sindacati e/o i rappresentanti delle maestranze sembrano avere un ruolo particolarmente significativo,
anche considerata la facoltà loro concessa di “controproporre” piani industriali che prevedano un numero minore di
licenziamenti (a cui il datore è tenuto obbligatoriamente a rispondere).
In caso di allontanamento dal lavoro resta fermo l’obbligo del preavviso (pari ad almeno 15 giorni lavorativi nel caso di
licenziamento individuale).
L’art. 76, con una previsione che potremmo definire salomonica, taccia di “nullità assoluta” il licenziamento disposto
“senza il rispetto delle previsioni di legge”: fatto che deve convincere gli imprenditori a rispettare scrupolosamente la
procedura prevista dal nuovo codice del lavoro in caso di licenziamento di propri dipendenti.

ALTRE REGOLAMENTAZIONI RIGUARDANTI IL LAVORO


Gli artt. 87 e seguenti, 101 e seguenti, 105 e seguenti introducono istituti al momento pressoché sconosciuti in
Romania, ma che potrebbero avere in futuro grande sviluppo: rispettivamente, il lavoro interinale, il c.d. part time, il
lavoro a domicilio, mentre è ribadita la definizione di “lavoro notturno” quello svolto tra le 22 e le 6 del mattino.

Per quanto riguarda il “programma di lavoro”: la giornata lavorativa è, salvo diverse indicazioni, di 8 ore al giorno e 40
alla settimana; sabato e domenica, eccetto le consuete variazioni sul tema, sono giorni di riposo; quotidianamente un
assunto ha diritto ad una “pausa pranzo” e, annualmente, ad un minimo di 20 giorni di ferie.

Non sono lavorativi, inoltre, il primo e il secondo giorno di gennaio, Pasqua e Natale (giorni diversi a seconda della
confessione religiosa, che il padrone è chiamato a rispettare attentamente) e i giorni immediatamente seguenti, oltre al 1
maggio e al 1 dicembre (che in Romania è festa nazionale).
A parte sono considerati altri avvenimenti familiari (gioiosi o luttuosi). Previsioni particolari sono riservate, naturalmente,
a chi svolge prestazioni lavorative particolari.

Quanto a tredicesima e liquidazione persiste la mancanza, in Romania, di disposizioni di legge che ne prevedano
l’obbligo, restando l’una e l’altra, pertanto, a totale discrezione del datore di lavoro.
Obblighi (ed oneri) precisi e di non sempre agevole realizzazione pratica sono ancora previsti in materia di igiene e
sicurezza, formazione professionale, buoni rapporti con sindacati e rappresentanze dei lavoratori.

Si ricordi la necessità del contratto collettivo aziendale se vi sono più di 20 dipendenti assunti in azienda: esso non
potrà che stabilire norme e prerogative “superiori” (per i lavoratori) rispetto a quanto contemplato nei contratti collettivi
nazionali e/o di categoria applicabili.

I contratti collettivi di lavoro nazionali e/o di categoria vengono pubblicati periodicamente (annualmente od ogni 2 anni)
e rappresentano un punto di riferimento fondamentale in occasione di trattative tra lavoratori ed azienda.

Oltre al Codice, regolamentano i rapporti di lavoro altri provvedimenti normativi:


- Legge n. 90/1996 relativa alla protezione del lavoro;
- Legge n. 130/1996 relativa al contratto collettivo di lavoro;
- Legge n. 203/1999 relativa ai permessi di lavoro per stranieri;
- Legge n. 168/1999 relativa alla conflittualità sul lavoro;
- Legge n. 19/2000 relativa al sistema pubblico delle pensioni e di altre assicurazioni sociali;
- Legge n. 202/2002 relativa all’eguaglianza fra donne e uomini.
CAPITOLO IX
LA COSTITUZIONE
ROMENA
IL DIRITTO COMMERCIALE
ROMENO
LA SOCIETÀ PER AZIONI
LA SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA

A DODICI ANNI DALLA PRIMA COSTITUZIONE POST COMUNISTA


E A QUASI TRE LUSTRI DALLA RIVOLTA DI TIMISOARA, LA
ROMANIA HA DATO IL BENVENUTO, NELL’AUTUNNO DEL 2003,
ALLA SUA NUOVA CARTA FONDAMENTALE.

A SEGUITO DEL POSITIVO PARERE ESPRESSO DAI CITTADINI


ROMENI, CHIAMATI ALLE URNE PER IL REFERENDUM
CONSULTIVO DEL 18/19 OTTOBRE 2003, È ENTRATA INFATTI IN
VIGORE LA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE
PRECEDENTEMENTE EMANATA DALLA CAMERA DEI DEPUTATI E
DAL SENATO RIUNITI IN SEDUTA CONGIUNTA.
LA COSTITUZIONE ROMENA

Numerose e sostanziali le modifiche apportate al testo originario, frutto di un lungo dibattito. Tali cambiamenti hanno ad
oggetto praticamente tutto l’impianto della costituzione del ’91, e riguardano in modo particolare l’espansione delle
“garanzie” a favore dei cittadini (ad esempio, in relazione alla tutela dell’ambiente, proprietà privata, libertà economica, in
materia di diritto penale e processualpenalistico e di “giusto processo”, minoranze nazionali, ecc.) e l’integrazione europea
e atlantica del Paese subcarpatico.

La mano rinnovatrice del legislatore romeno non ha tralasciato importanti modifiche anche nelle parti relative ai rapporti
tra presidente della repubblica e primo ministro, accentuando il carattere “parlamentarista” del sistema politico nazionale
(il comma 1.1. dell’art. 106, ora vieta al primo – che pure è eletto a suffragio universale diretto – la revoca del secondo).
Compaiono in forma significativa, per la prima volta, concetti come “decentramento” ed “autonomie locali”, si disciplina in
modo approfondito l’iniziativa legislativa del governo, si aumenta a 5 anni, da 4, la durata del mandato presidenziale (ma la
cosa non riguarda l’inquilino di allora di Palazzo Cotroceni, Ion Iliescu), e si innova profondamente la scottante materia
“giustizia”, con la ridefinizione di ruoli e competenze del Consiglio Superiore della Magistratura e dell’Alta Corte di
Cassazione e Giustizia.

Particolare interesse riveste, per gli stranieri, l’art. 44, secondo il quale – testualmente: “La legge garantisce e tutela la
proprietà privata, a prescindere da chi ne sia il titolare. I cittadini stranieri e gli apolidi possono acquisire il diritto di
proprietà sui terreni, esclusivamente in forza dell’adesione della Romania all’Unione Europea e ad altri trattati internazionali,
in base al principio di reciprocità, secondo quanto previsto da una legge quadro in materia, oltre che in virtù di successione
ereditaria”.
Questo articolo costituisce, sulla carta, un grandissimo passo avanti, la cui concreta applicazione – come appare chiaro
– è legata tuttavia alla effettiva adesione del Paese alla casa comune europea, oltre che ad altre condizioni (quali la
reciprocità, ma soprattutto il provvedimento legislativo di cui parla il rinnovato art. 44), su cui è prematuro esprimersi.

La nuova costituzione romena, dunque, pur tra incertezze e difficoltà, rappresenta un significativo passo in direzione
dell’Europa (UE), attraverso la piena adesione ai principi della democrazia economica, del pluralismo politico e culturale,
delle garanzie personali e collettive. Le potenze occidentali, in primis l’Italia, stanno giocando un ruolo importante a favore
della stabilizzazione della Romania e dei benessere dei suoi abitanti, e dovranno continuare a farlo per evitare che alcuni
segnali di malessere diventino una malattia diffusa.
IL DIRITTO COMMERCIALE
ROMENO

PREMESSA

La legge fondamentale sulle società commerciali è la Legge n.31 del 1990, di cui abbiamo considerato opportuno
inserire in calce alla Guida la traduzione integrale del testo (allegato 1).

Nel mese di febbraio 2006 è apparso nel sito web del governo un progetto di riforma di questa legge: infatti, tra gli
impegni assunti dal governo all’interno del programma “Strategia di riforma del sistema giudiziario 2005-2007” c’è anche
quello di rivedere la legge sulle società commerciali, sulla base dei principi elaborati dall’OCSE e dalla Comunità Europea.

Le forme societarie sono sostanzialmente quelle previste dalla normativa italiana:


• società in nome collettivo,
• società in accomandita semplice,
• società in accomandita per azioni,
• società a responsabilità limitata,
• società per azioni.

Per le S.n.c e le S.a.s vigono le stesse regole in merito alla responsabilità per le obbligazioni sociali previste nella
legislazione italiana: responsabilità solidale e illimitata in capo a tutti i soci per la S.n.c. e in capo ai soli accomandatari per
la S.a.s., e responsabilità limitata al valore del conferimento per gli accomandanti.
La responsabilità nella S.a.p.a. segue le stesse regole previste per la S.a.s. con riferimento alle azioni possedute da ogni
singolo socio.
Per quanto riguarda la S.p.A. e la S.r.l. i soci sono responsabili fino al valore delle azioni, o rispettivamente, delle quote
possedute.

Per quanto riguarda la costituzione delle società, ci sembra opportuno sottolineare alcuni aspetti:

1) L’art. 5, comma 6, della legge 31/1990, come sostituito dalla legge di riforma, prevede che “L’atto costitutivo si
stipula in forma di scrittura privata, cui partecipano tutti i soci, ovvero, nell’ipotesi di società aperta, tutti i fondatori.
La forma autentica dell’atto costitutivo è obbligatoria nei seguenti casi: a) tra i beni conferiti a capitale sociale vi è un
terreno; b) si costituisce una s.n.c. od una s.a.s.; c) costituzione di una s.p.a. aperta”. In altre parole questa norma rende
non necessario l’intervento di notai e avvocati al momento della stipula degli atti, salve le ipotesi in cui espressamente si
preveda il contrario.
Si ritiene tuttavia che per motivi di evidente opportunità, sia preferibile comunque il ricorso all’avvocato per la c.d. “data
certa” dell’atto, ovvero al notaio (nel qual caso si parla di “atto pubblico”).
2) Secondo il comma 7 dello stesso articolo, inoltre, “L’atto costitutivo acquista data certa anche con il deposito presso
il Registro del Commercio”. Questa norma fa il paio con quella appena vista, perché si statuisce che la “data certa” è
anche quella conferita all’atto con il materiale deposito presso il registro. Come detto, tuttavia, il ricorso almeno
all’avvocato costituisce un elemento di indubbia ed indefettibile sicurezza.

3) L’art. 17, comma 2, risultante dalla modifica ex lege 161/2003 ora prevede che “Presso la stessa sede potrà operare
più di una società, a condizione che almeno una persona sia, nel rispetto della legge, socio in ciascuna di queste società”.
Si tratta di una norma dall’oscuro significato che ha già generato diverse interpretazioni ed applicazioni pratiche nei vari
registri del commercio romeni.

Nel seguito saranno esaminate in dettaglio solo la S.r.l. e la S.p.A. in quanto rappresentano le forme societarie più
utilizzate dagli investitori straniere per realizzare un’operazione di investimento in Romania.

LA SOCIETÀ PER AZIONI


LA COSTITUZIONE
La costituzione deve avvenire mediante sottoscrizione dell’atto costitutivo da parte di tutti i soci, a meno che non si
tratti di sottoscrizione pubblica, nel qual caso è necessaria la firma dei fondatori.
Il capitale sociale minimo per queste società non può essere inferiore all’equivalente in RON di 25.000 euro, calcolato al
tasso di cambio comunicato dalla BNR alla data della costituzione, mentre cinque è il numero minimo di azionisti.

L’atto costitutivo si conclude come documento autentico e deve contenere una serie di elementi - per un elenco
completo si veda l'art. 8 della legge n. 31/1990 - tra cui:

• il capitale sociale, che deve essere versato per almeno il 30% del valore nominale presso una qualunque
banca autorizzata dalla Banca Nazionale della Romania;
• il valore dei beni conferiti e il modo con cui sono stati valutati;
• il valore unitario delle azioni e la menzione se sono nominative o al portatore.

E' altresì necessaria una perizia di stima relativa ai conferimenti in natura svolta da un perito autorizzato.
Il funzionamento della società deve essere autorizzato dal giudice delegato presso il Registro del Commercio.

Per ottenere detta omologa devono essere presentati al giudice delegato, entro 15 giorni dall'autentica
dell’atto costitutivo, i seguenti documenti:

• l’atto costitutivo;
• la ricevuta che attesta l'avvenuto versamento del capitale sociale;
• i documenti comprovanti la proprietà dei conferenti sugli apporti in natura;
• contratto di affitto della sede o atto di proprietà da parte di uno dei soci.
• autocertificazione per l'amministratore della società costituenda
Inoltre se i soci sono delle persone fisiche:
• copia di un documento d’identità (passaporto o carta di identità);
• originario del casellario giudiziale rilasciato dal tribunale competente (oppure autocertificazione dei soci );

Se invece i soci sono persone giuridiche:


• copia dell’atto costitutivo della società partecipante;
• estratto autentico del verbale d'assemblea o CdA della società che autorizza l'amministratore
o un’altra persona a costituire una società in Romania;
• visura camerale della società in originale;
• lettera di referenze bancarie in originale;

La decisione del giudice delegato che dispone l’iscrizione della società è immediatamente esecutiva, ed impugnabile
soltanto a mezzo ricorso entro 15 giorni.
Se entro questo termine non viene presentato alcun ricorso o altra richiesta di modifica o di opposizione alla nascita
della società, la sentenza diviene definitiva e sarà depositata per essere iscritta presso il Registro del Commercio e
all'Amministrazione Finanziaria. La sentenza e l’atto costitutivo saranno inoltre pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale.

La società acquista personalità giuridica con decorrenza dal giorno della sua immatricolazione al registro del
commercio; poiché secondo l’art 45, comma 1, come modificato, “I legali rappresentanti della società devono depositare
le loro firme presso il registro del commercio al momento del deposito della richiesta di iscrizione se sono stati nominati
con l’atto costitutivo, ovvero entro 15 giorni dalla nomina se scelti successivamente”.

Pare ora necessario provvedere a tale adempimento o invitando i legali rappresentanti presso l’ufficio del registro del
commercio all’atto della richiesta di iscrizione della società, ovvero esibendo una loro dichiarazione autenticata con la
quale si sostituisca l’adempimento in questione.
Tale seconda modalità, in applicazione di principi generali, è accettata in gran parte dei registri del commercio.

AZIONI E ORGANI SOCIETARI

Le azioni possono essere nominative o al portatore, conformemente a quanto stabilito nell’atto costitutivo; è vietata
l'emissione sotto la pari e quelle al portatore devono essere interamente liberate; il capitale non può essere aumentato fino
a che le azioni precedentemente emesse non sono interamente liberate.
La proprietà delle azioni nominative si trasferisce con la dichiarazione resa nel libro delle azioni sottoscritta dal cedente
e dal cessionario o dai rispettivi procuratori e con l'apposita annotazione sull'azione. Il diritto di proprietà sulle azioni al
portatore si trasferisce con la semplice consegna ad altre mani.
Ogni azione da diritto ad un voto nelle assemblee societarie ma può essere prevista per contratto o per statuto una
limitazione al numero dei voti spettanti al socio che possiede più azioni; l'esercizio del diritto è in ogni caso sospeso in
capo agli azionisti non in regola con i versamenti dovuti. Le azioni sono indivisibili ma, ove un'azione appartenga a più
persone, queste sono obbligate solidalmente per l'esecuzione dei versamenti dovuti.

E’ prevista la possibilità di emettere azioni privilegiate che non danno diritto al voto in assemblea.
L'assemblea generale degli azionisti può essere di due tipi: ordinaria o straordinaria. Sono previste la prima e le
successive convocazioni con vincoli di quorum e di maggioranza variabili ai fini, rispettivamente, della valida costituzione e
della validità della delibera assembleare a seconda del tipo di assemblea. La distinzione tra i due tipi di assemblea
afferisce l'oggetto di delibera della stessa.

AMMINISTRAZIONE DELLE S.P.A


La S.p.A. è amministrata da uno o più amministratori con mandato temporaneo, limitato e rinnovabile salvo diversa
disposizione dell’atto costitutivo. Se vi sono più amministratori, questi formano un consiglio di amministrazione. Gli
amministratori nominati con l’atto costitutivo durano in carica al più quattro anni.

Una persona giuridica può essere nominata amministratore di un’altra persona giuridica ma, in tal caso, è necessario
stipulare un "contratto di amministrazione" in cui viene identificato un rappresentante permanente.
Una persona non può ricoprire la carica di amministratore simultaneamente in più di tre consigli di amministrazione a
meno che egli non sia amministratore e proprietario di almeno un quarto del totale delle azioni della società amministrata o
sia amministratore di una società in possesso di detto quarto.

Nella legge in oggetto non è prevista in modo esplicito la figura dell’amministratore delegato: in realtà, è comunque
possibile costruire statutariamente tale figura sulla base della lettera g) dell’art. 8, la quale recita che l’atto costitutivo
" …deve contenere i diritti speciali di rappresentanza ed amministrazione accordati ad alcuni degli amministratori".

La S.p.A. deve avere tre sindaci effettivi e tre supplenti, tuttavia l’atto costitutivo può fissarne un numero maggiore
purché dispari; durano in carica tre anni e sono rieleggibili; devono compiere personalmente il loro mandato e almeno uno
di essi deve essere esperto contabile o contabile autorizzato iscritto all'apposito albo*.

LE VARIAZIONI DEL CAPITALE SOCIALE


La diminuzione del capitale sociale non può essere realizzata prima che siano trascorsi due mesi dalla pubblicazione
della relativa decisione sulla GAZZETTA UFFICIALE; entro tale termine i creditori sociali potranno opporsi alla decisione.

*Facciamo presente che in conformità con l’Ordine del Ministero delle Finanze Pubbliche n. 94/2001 (OMFP 94/2001), le società che applicano i principi contabili armonizzati
con la IV Direttiva Europea, hanno l’obbligo sia di nominaresia un revisore interno che un certificatore esterno, e per queste funzioni sostituiscono il Collegio Sindacale.
Le relative modifiche sono state introdotte anche nella stessa Legge n. 31/1990 (dalla Legge n. 161/2003).
La decisione di aumento del capitale sociale deve essere pubblicata sulla GAZZETTA UFFICIALE essendo concesso
almeno un mese per l'esercizio del diritto di prelazione a partire dalla data della pubblicazione.
L'aumento del capitale avviene seguendo le disposizioni stabilite per la costituzione della società; il denaro contante
versato per l'aumento del capitale non può essere utilizzato dal conto bancario in cui è stato depositato finché
l'operazione non viene perfezionata.

PERDITA DEL PATRIMONIO NETTO


Il nuovo art. 69 prevede che “Qualora si accerti una perdita del patrimonio netto, il capitale sociale deve essere
reintegrato o ridotto prima di qualsiasi erogazione o distribuzione di utili”.
E’ stato riformulato anche l’art. 158, comma 1, secondo cui “Qualora gli amministratori accertino che in seguito a
perdite, il patrimonio netto, determinato dalla differenza fra l’attivo e il passivo totale della società, rappresenta meno della
metà del valore del capitale sociale, essi devono convocare l’assemblea generale straordinaria per la reintegrazione del
capitale, ovvero la sua riduzione al valore rimasto, ovvero procedere allo scioglimento della società”.

I LIBRI SOCIALI E IL BILANCIO


La S.p.A. deve tenere un libro degli azionisti, un libro per le delibere delle assemblee generali, un libro per le delibere del
consiglio di amministrazione, un libro dei sindaci; un libro delle obbligazioni se del caso.

Gli amministratori devono presentare ai sindaci, almeno un mese prima del giorno stabilito per la riunione
dell'assemblea, il bilancio dell'esercizio, composto dallo stato patrimoniale ordinato per liquidità crescente, dal conto
economico in forma scalare e dalla nota integrativa, la loro relazione e i documenti giustificativi.

Dagli utili di esercizio deve essere accantonato ogni anno almeno il 5% per la costituzione di una riserva legale fino alla
concorrenza di quest'ultima con il 20% del capitale sociale. Gli amministratori devono depositare entro quindici giorni
dalla delibera: il bilancio, la loro relazione, la relazione dei sindaci e il verbale dell'assemblea presso la Camera di
Commercio e l'Amministrazione Finanziaria; il bilancio verrà poi pubblicato sulla GAZZETTA UFFICIALE.

Il deposito dei bilanci deve avvenire entro 120 giorni della chiusura dell’esercizio.

La Legge n. 31/1990 prevede ora che i dividendi siano pagati nel termine stabilito dall’assemblea generale dei soci, o
con altra legge speciale, ma - con un termine che pare tassativo - “non oltre otto mesi dall’approvazione del bilancio
annuale relativo all’esercizio finanziario chiuso”.
LA SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA
La disciplina commerciale delle S.r.l. ha alcuni richiami espliciti a quella delle S.p.A; in realtà si è affermata la prassi
(accettata dalla giurisprudenza) di applicare alle S.r.l. alcune norme previste dalla Legge n. 31/90 solo per le S.p.A.
Nell'esposizione a seguire si ometterà la ripetizione di norme comuni rimandando esplicitamente di volta in volta alla
disciplina vigente per le S.p.A..

COSTITUZIONE
La S.r.l. si costituisce per mezzo di un atto costitutivo nella forma di documento autentico.
Il contratto ha lo stesso contenuto previsto per le S.n.c. in più deve essere indicata la ripartizione del capitale in quote
sociali, le quali non possono essere rappresentate da titoli negoziabili. I soci possono impegnarsi di fronte alla società per
lo svolgimento di prestazioni periodiche in natura, nel qual caso il contratto deve stabilirne la modalità, la remunerazione e
le sanzioni gravanti sui soci inadempienti.
Il numero massimo dei soci è pari a 50 unità, ed è prevista anche la possibilità di costituire una S.r.l. con un unico socio
(anche straniero).
Il capitale sociale non può essere inferiore a 200 RON , ed è diviso in quote uguali di importo minimo pari a 10 RON.
Sia i documenti richiesti che l’iter burocratico equivalgono a quanto previsto per la S.p.A..

ASSEMBLEA GENERALE DELLA S.R.L.


Per le S.r.l è previsto un solo tipo di assemblea generale, incaricata di esaminare e deliberare su ogni argomento.
Ogni quota sociale da diritto ad un voto.
L'assemblea validamente costituita in prima convocazione che non riesce a deliberare in quanto non si forma la
maggioranza richiesta, in seconda convocazione delibera a maggioranza dei presenti sullo stesso ordine del giorno,
qualunque sia il numero dei soci presenti e la parte del capitale rappresentata.
Il trasferimento delle quote rappresentanti il capitale sociale è possibile, per prassi consolidata, solamente con
l’approvazione di tutti i soci.

VOTO NELL’ASSEMBLEA
A termini del nuovo art. 192, comma 1, “L’assemblea dei soci decide con il voto favorevole della maggioranza assoluta
dei soci e delle quote sociali, salvo che nell’atto costitutivo si preveda diversamente”.
Con adeguata previsione da inserire nell’atto costitutivo, pertanto, cade il precedente principio della doppia
maggioranza (per teste e per quote). Il comma 2, del medesimo art. 192, pur rimanendo inalterato nella forma, acquista
nuova sostanza in seguito alla modifica dell’art. 204. Il quale suona così: “L’atto costitutivo può essere modificato con
decisione dell’assemblea generale, adottata nel rispetto della legge, o con atto addizionale all’atto costitutivo o con
decisione del giudice…”.
Scompare, in altre parole, il riferimento al rispetto delle “condizioni di forma e di sostanza previste per la sua
stipulazione”, di cui al vecchio testo della Legge n. 31/1990.
AMMINISTRAZIONE DELLA S.R.L.
La società è amministrata da uno o più amministratori che possono essere soci o meno e sono eletti dall'assemblea
generale.
L’atto costitutivo può inoltre stabilire l'elezione di uno o più sindaci; in ogni caso se vi sono più di quindici soci la
nomina dei sindaci è obbligatoria secondo le norme previste per la S.p.A..

Il bilancio della società è elaborato secondo le norme previste per la S.p.A., lo stesso dicasi per la riserva legale e per le
diminuzioni di capitale sociale; relativamente all'aumento del capitale sociale valgono le disposizioni stabilite per la
costituzione della società.

Il nuovo art. 15, prevedendo che “I contratti tra una s.r.l. ed una persona fisica o giuridica, socio unico della s.r.l.
medesima, devono stipularsi in forma scritta, a pena di nullità assoluta”, generalizza di fatto la necessità di regolarizzare in
forma scritta ogni rapporto fra i soggetti indicati.

Come accennato in precedenza, pur non essendo esplicitamente contemplato dalla Legge n. 31/90 che gli
amministratori di una S.r.l. possano formare un Consiglio di Amministrazione, di fatto vengono omologati atti costitutivi
contenenti anche tale previsione.
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