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Un modellino di banco oscillante con turboreattore costruito dai giovani della Scuola

Allievi Fiat

Μ Ο V O
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ΐΆ ί\ ^ α ϊό 4 4 ί - V ia C o n c ilia z io n e , 7 4 - C om o
MODELLISMO CON S U N T IVO
L’Aero Club d’Italia ha pubblicato re- gna dire che un notevole sforzo ě stato
centemente una relazione sull’attivitå compiuto per l’invio delle squadre na­
svolta nel 1953. zionali ai Campionati del Mondo, che
RI V 1ST A M E N S ILE Naturalmente, pensiamo che la parte hanno permesso di stabilire la « quota »
che piu interessi i nostri lettori sia quella raggiunta dall’aeromodellismo italiano.
ANNO X - VOL. VI - NUM. 61 riguardante l’aeromodellismo. I dati in Ma un vanto non meno grande deve
AGOSTO 1954 essa contenuti possono ritenersi senz’al - andare agli Aero Clubs periferici. che
tro soddisfacenti: tra i vari Aero Clubs formano materialmente gli aeromodelli-
D ir e t t o r e :
federati sono state istituite 63 scuole di sti. A quegli Aero Clubs che con la
OASTONI MARTINI
aeromodellismo, con piit di 1500 allievi passione sopperiscono ai mezzi, ancora
iscritti, di cut circa 700 hanno ottenuto deficitari, e oscuramente lavorano, e or-
Dlrez. Redaz. Ammin. Pubblicita l'attestato. Altrettante sono state le li- ganizzano gare, raccogliendo nella loro
cenze sportive rilasciate, cid che dimo- cittå gruppi sempře piit numerosi di ae-
V i a V e s a l i o, 2 - R O M A romodellisti entusiasti.
Cano, via Nomentana, 30) stra come, anche in Italia, le gare non
sono piu disputate da uno sparuto grup­ A questi Aero Clubs, che da Treviso
T e le fo n o N . 8 Í2 .79 6 a Palermo, da Genova a Bari, manten-
pe di concorrenti.
Per quel che riguarda, quindi, la parte gono in vita il nostro aeromodellismo,
TARIFF! Dl ABBONAM1NTO
organizzativa, bisogna dare pieno rico- vada il materiale incoraggiamento del-
I T i L I» : 12 N.rl L. 2.000 - 6 M.rl L. 1.100 l’Aero Club d’Italia!
noscimento alla volontå dell’Aero Club
ESTERO: 12 N.rl L. 3.000 - 6 ».ri L. 1.800
d’Italia, volontå che, finalmente, si é con- Anche quest’anno Vattivita aeromodel-
TARIFF! Dl PUBBLICITA cretata in favore delVaeromodellismo. listica italiana si ě iniziata sotto i mi-
1 pagina L. 35.000 1/4 pagina L. 10.000
gliori auspici. In campo internazionale.
Giova anche soffermarsi sulla parte e stato conquistato un brillante quarto
1/2 „ „ 18.000 1/8 „ „ 5.500
« tecnica » dell’attivitå dell’Aero Club di posto al Campionato Mondiale Veleggia-
D is trib u z io n e : M E S S A G G E R IE N A Z IO N A L I Italia. Innanzi tutto un decisivo contri- tori, e un primato mondiale di veloritå
V ia dei C ro c ife ri 4 4 - Roma buto alla preparazione dei giovani ae- ě stato assicurato alVItalia.
romodellisti é stato portato dalla crea- Sempře migliori le gare nazionali: cen-
A u to r, del T rib u n á le di R om a n. 2233 del 7-7-1951 zione della categoria « Juniores ». tocinquanta concorrenti a Milano alla
Slabilimento T ip o -lito g rafico U. E. S. I. S. A .
V ia IV N ovem bre, 149 - Roma
Per la prima volta abbiamo visto schie- « Coppa Lamberto Rossi », quasi altret-
re di giovani affiancarsi nelle gare agli tanti alia « Coppa Arno » a Firenze, his­
elementi piu anziani, a coloro che veni- sat ben riuscite la « Coppa Supertigre »
vano considerati campioni imbattibili, e le « Giornate Ambrosiane», entrambe
esseri con i quali i giovani non potevano riservate ai modelli V.V.C. Da un punto
S O Μ M A R 1O neanche cimentarsi. E per la prima volta di vista tecnico, buoni tutti i risultati,
tanti giovani campioni sono venuti alla specialmente se si tiene conto d°i re-
Consuntivo....................... Pag. 1787 ribalta delle gare nazionali, tante affer- centi cambiamenti della formula.
mazioni sono state da essi conquistate. Ci auguriamo un ottimo Concorso Na­
Un tele classe A: Io
« Speed King », di A. Prati » 1789 All’Aero Club d’Italia resta il vanto zionale e, se quest’anno sono mancate
di aver saputo disciplinare Vattivitå ae- alcune delle maggiori competizioni in-
Un nuovo punto di vista romodellistica nazionale, brillanterne nte
sulle prestazioni dei mo- ternazionali, pensiamo che Vanno ven-
» 1790 conclusasi con un ottimo Concorso Na­ turo sia veramente « quello buono » per
tori? ....................................
zionale, disputatosi in quel di Reggio portare alVItalia un titolo di Campione
Un veleggiatore A 2: il Emilia.
» 1793 del Mondo.
« Kon Tiki », di P. Nironi Anche in campo internazionale biso- G.
Un carrello comandato, di
P. Capriolo....................... » 1794
Un veleggiatore Junior: L’Aero Club di Catania ha bandito per i giorni 27-28-29 Agosto 1954 la quarta
il « Baby G. S. 11» di edizione del « PREMIO ETNEO > gara a carattere interregionale per modelli a
» 1799 volo libero.
G. S im o n e tti..................
Gli organizzatori sono stati ben lieti di arricchire di nuovi premi la compe-
Ancora sul radiocomando, tizione, stanziando un monte premio complessivo di L. 165.000, oltre a varie coppe,
di R. Cassinis.................. » 1800 messe in palio da Enti.
Il radiocomandato < Sky-
king», di B. Ambrogetti » 1801
La Mercedes 2500 f. 1 . '. 1805
La costruzione di una ca-
la n d r a ................................ » 1806
Una cabina di comando
per il plastico ferroviario > 1809
Vagoni viaggiatori di tipo
aerodinamico.................. » 1810
Motoscafi al pilone e forza
centrifuga ....................... » 1812
Raduno navimodellistico a
R a v e n n a ........................... » 1814
La mostra della naviga-
zione a Napoli.................. > 1815
II rimorchiatore < Atlas » » 1817

IN COPERTINA:
Vn bel modello di velocity classe C,
presentato da una gentile appassionata Il P-38 « Lightning» costruito da Pellegrino Capriolo di Salerno, munito di carrelli
retrattili. di cui pubblichiamo la descrizione nell’interno

178Ϊ
UN MODELLO Dl GRAN GLASS

L O “ S P E E D K IN O ,,
TELE DA V E L OC I T Å CLASSE A DI A M A T O PRATI
Vincitore alle “ G iorn a te A e r o m o d e llis tic h e Ambrosiane „
Detentore del primato mondiale di velocitå con 190,476 kmh.

Abbiamo il piacere di presentare sul­ triangolo, piegata, per ottenere l’alli- za. Il serbatoio ě del tipo a pressione.
la nostra Rivista questo modello, giå neamento con i cavi; il rinvio al ti- Da notáre che, per ottenere la mas-
reso famoso dalla brillantissima affer- mone ě ottenuto con filo di acciaio ar- sima leggerezza, la finitura viene effet-
mazione conquistata alle « Ambrosia­ monico da 1,2 mm. Il profilo alare ě tuata con semplice lucidatura con col-
ne » 1954. un biconvesso simmetrico di spessore lante ed antimiscela a finire. E’ percio
Infatti, come i lettori giå sapranno. 12% (un po’ elevato a causa del forte essenziale che la costruzione sia effet-
avendone noi dato notizia nello scorso allungamento), calettato a 0°. tuata con la massima cura, per non la-
numero, lo « Speed K in g », non pago I piani di coda, di forma simile a sciåre discontinuitå.
di aver conquistato la vittoria nella quella dell’ala, sono ricavati da com­ Ed ora terminiamo augurando ai let­
classe A alle suddette gare, alla piú che pensate di betulla da 2 mm., ed hanno tori che vorranno cimentarsi nella rea-
rispettabile velocitå di 176,470 kmh., un diedro di 8°. La parte mobile ě solo lizZazione di questo modello la miglio-
realizzava dopo la chiusura dei lanci dal lato interno alla rotazione. re riuscita, ed dl raggiungimento dei
un formidabile « exploit », raggiungen- La deriva, secondo le piú recenti ten- p iú . brillanti risultati, che, se la costru­
do la fantastica velocitå di 190,476 kmh., denze, ě completamente abolita. zione sarå stata eseguita a regola d’ar-
veramente tale da far « girare la te­ II motore ě un G 20 Speed. Natural- te, non mancheranno certamente.
sta'». sia in senso metaforico che in mente per ottenere i migliori risultati Ecco le caratteristiche principal] del
senso proprio, al pověro pilota, costret- deve essere ben rodato, ed usare m i- modello:
to, con i cavi della classe A, a girare scele nitrate. Il fissaggio alla fusoliera Lunghezza f.t. cm. 33
come una trottola . intorno al pilone. viene effettuato con le solite quattro Apertura alare » 27,5
Si tratta insomma di un modello di viti, che si impegnano in due blocchet- Superficie alare dmq. 1,12
classe eccezionale, le cui doti, accop- ti riportati nella fusione del semiguscio Superficie piano di coda » 0,43
piate a quelle dell’ottimo motore G. 20 inferiore. L’asse ě calettato di mezzo Peso totale gr.240
Speed, rodato e messo a punto da un grado verso l’esterno della circonferen- L. K.
esperto come Prati, hanno permesso la
magnifica prova, che ha assicurato un
primato mondiale all’Italia.
Passiamo ora alla descrizione:
La fusoliera ě costruita secondo la
moderna tendenza; cioě semiguscio in-
feriore metallico, ricavato in fusione di
electron, e finito con lima e cartave-
trata, e semiguscio superiore, che porta
incorporate l’ala e i timoni, ricavato
da un blocco di balsa duro. La cappot-
tina é costituita da due fiancate in com­
pensate di betulla da 1 mm. e da un
tettuccio in balsa, che lascia scoperta
la testa del motore. Due piccole aper­
ture anteriore e posteriore assicurano la
circolazione dell’aria.
L unione dei semigusci ě realizzata
con un niples che si avvita, da un foro
praticato nella cappottina anteriormen-
te alla testata, su un’astina filettata sal­
data ad una squadretta metallica, a sua
volta fissata con due viti al carter del
motore. Un’ altra vite attraversa il se­
miguscio inferiore, circa a metå fra
Pala ed il piano orizzontale, e si im-
pegna in un dado fissato ad un bloc-
chetto di legno duro incollato al se­
miguscio inferiore. Infine uno spinot-
tino metallico in coda ne assicura il
perfetto allineamento,
L’ala ě fissata in posizione sopraele-
vata rispetto all’asse di trazione. Essa ě
piuttosto allungata, di forma trapezoi-
dale con estremitå tronche.
Strutturalmente ě costituita da tre ta-
volette di balsa, di cui quella di mezzo
porta le scanalature per il passaggio
dei cavi di comandb, in acciaio armo-
nico da 0,8 mm. Nella parte centrale
l’ala ě rinforzata con un longherone di
faggio, al quale viene fissata la squa­ Amato Prati. instancabile motorista, awia il G 21 di Marcenaro alle Giornate Ambro­
dretta di comando, del solito tipo a siane 1954. Natoraimente non fli manea l’inseparabile baschetto

1789
UN NUOVO PUNIO Dl VISTA SULLE PRESTAZIONI DEI MOTOR!?
Crediamo che molti dei lettori di Mo- delle indagini piú accurate, i tecnici di graduato fino a raggiungere I’equilibrio,
dellismo conosceranno, o per averla letta « Aeromodeller » si misero alia ricerca e leggendo il valore risultante sulla
personalmente, o per averne sentito par- del tipo di dinamometro che fosse piú scala.
lare, la serie di analisi di motori chc adatto allo scopo, e fornisse dei valori Una caratteristica interessante di que­
la noia rivista inglese « Aeromodcller » precisi nel campo delle potenze in esame. sto dinamometro ě che variando l’inten-
conduce mensilmente nelle sue pagine, Dopo lunghi studi la scelta cadde su sitå della corrente varia l’ effetto fre­
e probabilmente molti avranno anche un tipo di « dinamometro a corrente nante sull’asse del motore, il che equi-
notáto che, nella maggior parte dei casi, indotta», appositamente progettato dai vale a cambiare l’elica.
la misura della potenza indicata per i signori Heenan e Froude, noti esperti Si possono cosi effettuare le misura-
motori presi in esame veniva piú o meno internazionali nel campo dei dinamome- zioni della coppia a tutte le velocitå di
a coincidere con quella dichiarata dalle tri, che fu realizzato con la massima rotazione senza dover arrestare e rimet-
Case costruttrici. precisione da Ron Warring ed E. Hook. tere in moto il motore, ma semplice-
Nel n. 56 di « Modellismo » riportam- Passiamo ora a descrivere il priricipio mente variando l’intensitå della corrente.
mo anche dalla suddetta Rivista un in­ di funzionamento di questo dinamometro, Seoondo « Aeromodeller » questo tipo
teressante articolo di Ron Warring, che che illustriamo nella figura. di dinamometro ě in grado di fornire
descriveva fra l’altro il sistema con cui Un rotore dentato, costruito con un risultati di notevole precisione (escluso
venivano effettuate le prove dei motori tipo speciale di ferro, viene collegato per i motori di cilindrata molto ridot-
e la misurazione della potenza. all’asse del motore che si vuole provare. ta, per i quali assume importanza la
Ora pero « Aeromodeller » ha iniziato Questo rotore scorre, con poca tolleran- inerzia del rotore). E’ percio interes­
una nuova serie di analisi di motori, za, dentro un involucro cilindrico, il sante apprendere i risultati delle prime
usando un nuovo dinamometro a cor- cui interno ě costituito da un rivesti- esperienze effettuate con esso, tante piú
rente indotta, che vale la pena di de- mento di carbone, che puo essere col­ che esse apportano una vera rivoluzione
scrivere prima di esaminare gli scon- legato con una sorgente di elettricitå. nel campo delle potenze fornite dai mo­
certanti risultati a cui si sarebbe arrivati. L’involucro é libero di oscillare lateral- tori.
Giå da tempo i tecnici di « Aeromo­ mente, e porta un braccio graduate.
deller » si erano resi conto che il sem- Infatti sono risultati valori di potenza
Quando il motore funziona fa girare corrispondenti all’incirca alia metå di
plice apparato da loro usato non po-
il rotore dentato. Nello stesso tempo una quelle che venivano precedentemente
teva portare a risultati molto precisi, corrente elettrica viene condotta al ri-
e ció perchě diversi fattori contribuivano dichiarate! ,
vestimento di carbone dell’involucro. Si Gli stessi tecnici di « Aeromodeller»
a falsarne i valori. I piú notevoli erano genera cosi un campo magnetico nell’in-
l ’effetto di scia dell’elica che, investendo confessano dj essersi sentiti imbarazza-
terno dell’involucro stesso, campo che ti di fronte ai primi risultati ottenuti,
lateralmente il cilindro del motore ed il viene tagliato dai denti del rotore, che
braccio misuratore, variava l’entitå della ma che, dopo un accurate esame della
provocano quindi correnti indotte che questione, sono giunti alia convinzione
coppia; nonchě la spinta di reazione pro- ne ostacolano la rotazione, determinando
vocata dallo scarico del motore (nella che i dati forniti dal dinamometro a
cioě un effetto frenante, che puo es­ corrente indotta dovevano per forza es­
maggior parte dei casi posto in posizione sere regolato variando l’intensitå della
laterale). sere precisi, in quanto tutte le possi-
corrente. bilitå erano state esaminate, tutti gli
Pertanto i valori enunciati nella pre­ Cioě il rotore azionato dal motore esperimenti possibili erano stati effet-
cedente serie di analisi erano un po' tende a trascinarsi appresso l’involucro tuati, ma i risultati ottenuti erano sem­
approssimativi, determinati su una base per effetto di attrazione magnetica, e mi- pře gli stessi; e che pertanto l’errore
di circa 0,1 CV. per ogni centimetro cubo surando la coppia di rotazione ■dell’in­ stava proprio nei precedenti dati che,
di cilindrata, base che corrispondeva piú volucro si ricava il valore della coppia determinati in modo piuttosto empirico,
o meno a quanto dichiarato dalle prin- sull’asse del rotore, cioě in definitiva erano stati presi per base in tutto il
cipali Case costruttrici, e ormai ritenuta della coppia fornita dal motore che lo mondo aeromodellistico.
universalmente accettabile. aziona. I primi due motori studiati con il
Senonchě, volendo avere a disposizio- La misurazione della coppia viene ef- nuovo dinamometro sono stati il K & B
ne un mezzo che consentisse di effettuare fettuata spostando un peso sul braccio Torpedo 15 e TOliver Tiger Club 1,5 cc.
Per il primo si ě ottenuta una potenza
massima di 0,142 CV., cioě circa la metá
di quanto si poteva presumere per il
motore con il quale la squadra ameri-
cana ha conquistato una brillante vit-
toria ai Campionati Mondiali dei Moto-
modelli. Il secondo invece ha fornito
una potenza massima di 0,12 CV., il che,
in base al nuovo orientamento, sarebbe
un valore molto alto per un motore da
1,5 cc., e starebbe a confermare le bril-
lantissime doti di questo motore, ben
noto per le sue affermazioni, principal­
mente nel campo automodeHistico.
Insomma tutti i dati che hanno finora
circolato in merito alia potenza dei m o­
tori sarebbero errati, secondo « Aero­
modeller », la quale infatti, da un an­
no a questa parte, cioě da quando era
giunta a questa convinzione, senza tut-
tavia avere ancora a punto il dinamo­
metro per ricavare i nuovi dati precisi,
aveva pubblicato le analisi dei motori
senza le relative curve di potenza.
Certo questa asserzione ě assai gra­
ve, in quanto smentisce tutti i dati for-

1790
niti dalle varie Case costruttrici di
motori, ma d’altra parte la serietå della
ionte da pensare che effettivamente le
cose stiano cosi. Infatti secondo « Ae-
rom odeller» quasi nessun fabbricante
di motori avrebbe affrontato le spese e
1’impegno necessari per mettere a pun-
to un dispositivo efficiente per la mi-
surazione della potenza, ma bensi, ba-
sandosi sulle velocitå di rotazione ot-
tenute con determinate eliche, avrebbe
ricavato dei dati approssimativi per
confronto con altri motori, per i quali,
a loro volta, era stato effettuato lo stes-
so procedimento. Quelle poche case che
avrebbero cercato di fare delle inda-
gini serie sulla potenza dei motori da
esse costruiti ne avrebbero ottenuto
valori molto phi bassi di quelli imma-
ginati, per cui, presumendo di aver com-
messo qualche errore, si sarebbero aste-
nuti dal renderli pubblici.
La versione ě attendibile, e sta alle
Ditte costruttrici di motor: di darne una
eventuale smentita. Ci farebbe placere
di sentire il loro parere· in merito.
Noi abbiamo riportato la notizia per-
chě l’ abbiamo giudicata di importanza
tale da non poter essere trascurata, an-
che se possono sussistere dei dubbi in
merito. Lasciamo quindi ai nostri let- Due interessantissime reaiizzazioni motoristiche dell'ingegner Augusto Serafíni, di
tori di dare alia questione 1’importanza Genova. Il motore di destra ě un quattro tempi con asse a camme in testa, di grande
che credono. Se avremo delle ulteriori potenza, adatto per automodelli; queilo di sinistra un due tempi con valvola d’aspira-
notizie ritorneremo sull’argomento. Pet- zione comandata; ambedue da 10 cc. di cilindrata
ora ci limitiamo ad aggiungere alcune
considerazioni personal!. le condizioni di rendimento volumetri- pensi ad aecettare le conclusion! cui ě
Finora non avevamo mai messo in co. (Di questo asserto ci si puó con- giunta <■Aeromodeller ». Comunque, co­
dubbio le potenze dichiarate dai fab- vincere semplicemente confrontando le me giá detto, saremo ben lieti di sen-
bricanti di motori, pero piú volte ci era- potenze finora indicate per i motori di tire altri pareri in merito, e soprattutto
vamo sentiti sorpresi per i loro valori, piccola e grande cilindrata del nostro queilo delie nostre Case costruttrici di
in veritá altissimi se esaminati attenta- eampo). Pertanto il rendimento otte- motori, le quali potrebbero spiegare co­
mente. Infatti per i migliori motori nibile dai nostri motori dovrebbe risul- me hanno ricavato ■; dati da loro finora
delle classi B e C venivano dichiarate tare piú basso di quelio ricavato dai dichiarati.
rispettivamente potenze di 0,7-0,8 e 1,4- motori di motocicletta, e la diíferenza Intanto la casa piú direttamente chia-
1,5 CV., corrispondenti a rendimenti di di miscela non puó compensare la forte mata in causa, e cioě la K & B Manu­
circa 150 CV/litro. diversitá di cilindrata e di ciclo. facturing Company, produttric^ del Tor­
Ora se facciamo un confronto con le Per chi non fosse ancora convinto pedo 15, e cioě del primo motore esa-
prestazioni fomite per esempio dai ti­ di ció citiamo un altro esempio, ripor­ minato con il dinamometro a corrente
pi piú moderní di motociclette da ccrsa, tato anche da /< Aeromodeller ». II mo­ indotta, ha giå espresso il suo parere
vediamo che un tale rendimento non tore N.S.U. 49, con il quale la nota Casa favorevole ai risultati ottenuti. Ecco in­
viene mai raggiunto. Le Gilera ed M.’V. tedesca ha recentemente battuto i re­ fatti il testo di una lettera da essa in-
500, 4 cilindri, forniscono potenze di cord di classe sul chilometro e miglio viata ad « Aeromodeller »:
circa 60 OV., corrispondenti a 120 CV/ lanciato, a velocitå superiore ai 130 E' con il massimo interesse che leg-
litro. Si potrå obiettare che questi mo­ kmh., pur usando naturalmente misce­ giamo la lettera da voi indirizzataci,
tori devono per regolamento usare nor­ la libera (come ě consentito per i pri­ riguardo alia misura della potenza del
male benzina 80 N.O., mentre i mo­ máti) sviluppava semplicemente la po­ Torpedo 15 ricavata con il dinamometro
tori per modelli usano miscele libere, tenza di 3,4 CV., pari a 70 CV/litro. In­ a corrente indotta.
certamente piú potenti; ma si puó an- fatti la notevole velocitå ě dovuta so- « Ci congratuliamo vivamente per la
ehe rispondere che si tratta di motori prattutto al tipo della macchina (care- vostra organizzazione. Voi vi siete « rof-
a quattro tempi, dai quali notoriamente natissima e di sezione frontale ridot- ti il colio i), come dice il vecchio pro-
si puo ricavare maggior potenza. tissima, dato che il pilota é completa- verbio, ma definitiv ament e nella giusta
Infatti facendo un altro confronto fra mente sdraiato). direzione.
due motori di motociclette della classe Un’ultima osservazione che faremo ě « Da circa died anni, eravamo giunti
125 Sport, e cioě fra il Mondial ed il che se si applicavano i valori delle po­ alia convinzione che le quote di poten­
Benelli Leoncino, vediamo che mentre tenze finora indicate per i nostri motori za pubblicate per i vari motori erano
il primo, con ciclo a qluattro tempi, alle formule di salita e di durata per i sbagliate ed esagerate di parecchio. Na­
fom isce 12-13 CV., il secondo, con ci­ motomodelli, si ottenevano risultati turalmente noi, come iutte le altre Dit­
clo' a due tempi, si limita a 9-10 CV troppo alti, tanto che per ricondurli te usavamo le quote jorniteci dalle va­
(pari a 80 C V /litro); ed infatti il Mon­ nella normalitå bisognava presumere un rie imprese che effettuavano le prove.
dial 125 sviluppa una velocitå maggio- rendimento delie eliche molto basso. Cio almeno ci teneva alia pari con le
re, anche se, a causa della sua rr.ioore Invece dimezzando o quasi il valore altre marche.
tenuta alla distanza, ha 'dovuto, su ga­ della potenza si rimarrebbe in un cam- « Siamo d’accordo che era ora che ve­
re di fondo, cedere al piú solido avver- po molto piú attendibile. nis sero pubblicate delle misure piú ade-
sario. In conclusione appare completamen- renti alla realtå, e jia m o molto felici
Un’altra osservazione da fare ě che te logico che i rendimenti ricavati dai che il Torpedo 15 sia stato il soggetto
la potenza non é strettamente propor- motori per modelli si aggirino intorno della vostra prima analisi di motori con
zionale alla cilindrata, ma bensi cre- ai 60-70 CV/litro, cioě 0,06-0,07 OV. il dinamometro a corrente indotta ».
sce un po’ piú di quanto non aumenti per ogni cc., e non 0,1-0,15 come finora Senza commenti!
quest’ul'tima, e ció perchě migliorano dichiarato; ed ecco perchě siamo pro- h. K.

1791
ηηηηη
I L V E L E G G 1A T O R E “ Κ Ο Ν -Τ ΙΚ Ι
di P A O L O NIRONI

Vincitore della “ Coppa Arno ,, - Quarto classificato ai campionati mondiali

Questo modello, progettato e costruito diagonali; vi ho quindi inserito le or­ ritte le centine, ě un 3x3 di balsa. Il
nell’inverno scorso, ha dimostrato fin dinate, montando infine i listelli late­ bordo ďuscita ě in balsa 4x20.
dai primi lancj ottime doti di stabilita, rali. Nelle ordinate che si trovano in Stabilizzatore - Profilo piano-conves-
specialmente sotto traino, ed una pla- corrispondenza dell’attacco alare va so spessore 6,5% calettato a 0". Centi­
nata molto buona. praticato un opportuno taglio, per per­ ne in balsa da 0.8. Bordo d’entrata in
In sede di progetto ho cercato di ot- metterne l’inserimento nel traliccio fon­ balsa 3 x 5 . Quattro longheroni in bal­
tenere una salita sicura ed una minima damentale. sa 1,5 X 3 (il primo e il terzo sono po­
perdita di quota in virata: ho quindi Tutta la fusoliera ě coperta in balsa sti superiormente, gli altri due infe-
iimitato il piú possibile, compatibilmen- da 1,5. Particolare attenzione va posta riormente). Copertura in balsa da 0,8
te con una sufficiente robustezza, Xa nell’eseguire la copertura in corrispon­ dal bordo d’entrata al primo longhero­
vista laterale della fusoliera, ed ho adot- denza dell’ attacco alare, dove due bloc- ne. Bordo ďuscita in balsa 3 x 12. Lo
tato un verticale piuttosto piccolo (che chetti opportunamente sagomati com- stabilizzatore poggia su due piastrine
in pratica si ě dimostrato piú che suf­ pleteranno il raccordo. in compensato fissate alla fusoliera.
ficiente). In questo modo viene note- Il muso ě in balsa ed il pattino in Ricopertura e finitura - Ali e stabi­
volmente diminuita la sensibilitå alla compensato di betulla da 3 mm. La lizzatore sono ricoperti in carta silxspan
raffica laterale, con vantaggi non in­ baionetta, fissata alla sesta ordinata con e verniciati con varie mani di collante
different! sia sotto traino che In pla- due bulloncini, ě in durall da 2 mm. diluito e di nitro trasparente. La fuso­
nata; d’ altra parte, essendo il verti­ Ala. - Il profilo ě il solito NACA 6409, liera ě verniciata dapprima con collan­
cale piuttosto ridotto, la perdita di quo­ modificato specialmente nella curva in­ te diluito, scartavetrando fra una manb
ta per scivolata d’ ala risulta quasi tra- feriore per aumentarne la concavitå; lo e l’altra, e quindi con nitro trasparente.
scurabile, specialmente tenendo la vi­ spessore ě del 7%. L’ala ě calettata a CENTRAGGIO
rata piuttosto larga. 2" 30’. L’originale ě risultato centrato fra
Col modello discretamente centrato e
Alle estremitå l’incidenza si annulla il 55 e il 60% della corda con l’ala a
all’ultima edizione della « Coppa Ros­
ed il profilo si evolve in piano-conves- 2" 30’ e lo stabilizzatore a 0°.
si ». Era la prima volta che prendevo
so assottigliandosi. Le centine sono in Per l’ antitermica con incidenza di 35“
parte ad una gara (ho conseguito l’at-
balsa da 1,5. Il bordo ďentrata ě for­ e di 45" non ho ottenuto una rimessa
testato solo nel novembre scorso), e cre­
mato da due listelli in balsa, posti come sufficientemente pronta. Mi ě stato con-
do di poter essere in parte scusato se
indicato nel disegno e sagomati in ope­ sigliato di provare con 30“ di incidenza
solo dopo tomato a casa mi sono accor-
ra. La parte anteriore dell’ala ě· coperta ma, avendo perduto il modello, non ho
to che, essendosi scollato uno spessore,
superiormente con balsa da 1,5. Il primo potuto farlo.
10 stabilizzatore risultava ad incidenza
longherone, a L, ě composto da una Per finire consiglio di dotare il mo­
notevolmente positiva.
soletta in tranciato di pioppo da 2 mm. dello di un dispositivo di virata, di-
Cosi, dopo un lancio di prova di 2,55” ,
e da un listello 3x3, di tiglio, e nel venuto ormai di uso quasi generale.
in gara segnavo tempi molto modesti,
tratto centrale ě irrobustito con com­ Se costruito con cura, questo modello
classificandomi solo al 26" posto.
pensato da 1,5. Il secondo longherone, non mancherå di darvi belle soddisfa-
Alla « Coppa Arno », dopo un primo
che ha il solo scopo di mantenere di­ zioni. PAOLO NIRONI
lancio di' Γ 59” 7/10, a causa anche
della virata troppo stretta, conquistavo
11 1“ posto, segnando due pieni al terzo
e quarto lancio.
Con questo modello ho poi parteci-
pato ai Campionati Mondiali in Dani-
marca piazzandomi al quarto posto, ma
ho dovuto effettuare gli ultimi tre lanci
col modello di riserva, avendo perduto
il « Kon-Tiki ».

DATI CARATTERISTICI
Apertura alare cm. 167
Lunghezza f.t. » 126
Superficie alare dmq. 28,50
Superficie impennaggio oriz-
zontale » 5,00
Peso totale gr. 415
cosi ripartito:
Ali gr. 130
Fusoliera » 120
Stabilizzatore e
derive laterali » 20
Piombo » 145

DATI COSTRUTTIVI
Fusoliera. - L’ossatura ě costituita da
quattro listelli di tiglio 3 x 3 e da 20 or­
dinate, di cui le prime otto sono in com­
pensato e le altre in balsa. Per la co-
struzione ho formato dapprima un tra-
liccio fondamentale coi listelli superio­
re ed inferiore collegati con traversini Paolo Nironi presenta il.suo «Kon Tiki » dopo la vittoria alla «Coppa Arno»

1798
UN INTERESSANTE DISPQS1TIVO
P E R R JP R O D U Z IO N I T E L E C O N T R O L L A T E

UN C A R R ELLO C O M A N D A TO
di PELLEGRINO CAPRIOLO

Coloro che, nel campo dei re e riuscire il carrello di sitivo, che ha dato ottimi ri-
modelli telecontrollati, prefe- un modello telecomandato, sultati, permettendo il rientro
riscono le belle riproduzioni, mediante una semplice strap- contemporaneo di tutte e tre
troveranno oggi, su queste co- pata ad un terzo filo, che si le ruote, nonchě la loro fuo-
lonne, un particolare che po­ trova tra i due cavi di co- riuscita al momento deli’atter-
trå dare maggiore realtå alle mando. raggio .
loro costruzioni. II « Lightning », che si ve­ Benchě i carrelli siano mo-
Presentiamo infatti un di- de in fotografia, ě stato ap- bili, non vi ě alcun timore che.
spositivo capace di far rientrn- punto munito di questo dispo- con Purto contro il suolo, pos-

1794
ne di questo dispositivo ě ab-
bastanza complessa, ma, data
la novitå, riteniamo opportu-
no illustrarla.
Nelle sue linee generali, il
dispositivo ě formato da una
carica, ricavabile da qualsiasi
sveglia, da un arresto, coman-
dato dal terzo filo, e dai vari
assi, che collegano la carica
centrale ai carrelli laterali.
CJuesti pure richiedono una
costruzione particolare e abba-
stanza complessa, ma con un
po’ di pazienza e un po’ di
tempo si superano tutte le dif-
ficoltå. Chi si dedica alle ri-
produzioni, non ě, in genere,
persona da farsi scoraggiare!
Nel caso de'l « Lightning »,
la carica, che fa muovere tut-
to il dispositivo, ě alloggiata
nella gondola centrale, colle-
gata al longherone e a due
centine alari, opportunamente
rinforzate. I carrelli sono an-
ch’essi collegati al longherone
alare.
Passiamo quindi ad illustra­
re la costruzione ed il funzio-
namento del dispositivo.

sano nuovamente richiudersi,


data la loro speciale costru­
zione, ampiamente illustrata
nei disegni.
Inoltre tre portelli, collegati
ai carrelli, permettono di chiu-
dere le feritoie, a carrello re-
tratto, cosicchě la similitudine
con i veri aeroplani risulta
perfetta.
Presentatevi su di un cam-
po con un modello bimotore,
aggiungetegli tutti quei parti­
cular! che possano farlo so-
migliare ad un vero aeropla­
ne, e riscuoterete l ’ammirato
consenso di tutti i present!.
Quando poi, in volo, coman-
derete i movimenti del carrel­
lo, e’e il caso che qualcuno
pensi che sia tutto opera di
una portentosa magia.
Naturalmente la costruzio-

1795
La carica, come si ě detto, si
ricava da una sveglia, utiliz-
zandone alcuni pezzi. Tenendo
presente la figura 1, vediarao
come la ruota 1 e la 3 si la-
sciano cosi come sono giå di­
sposte nella sveglia. Alla ruo­
ta 1 rimane annessa la spi­
rále di caricamento. La 2 ě
identica alia 3, o di diametro
maggiore, mentre per la 4 e la
5 si utilizzeranno parti della
suoneria della sveglia. All’asse
della 3, va saldata la 8. Per
porre i pezzi 3, 4, 5, si forano
opportunamente i supporti. La
2 ě saldata abbondantemente
ad un tubo di ottone di 4 mm.
di diametro, al quale ě fissato
il comando di arresto, che nel­
la figura ě indicate col η. 6.
La leva di arresto 7, fa cer-
niera sull’ asse della 3 e bloc-
ca la 4 median te la 16, per
azione di una molla di ri-
chiamo. Detta leva ě coman-
data da 6 mediante 13.
La levetta 14 viene azionata
dal terzo filo e, sollevando la
7, mette in mote la scarica.
II funzionamento avviene
nel modo seguente: il terzo fi­
lo solleva la 7, mediante 14.
La 4, liberate, permette la ro-
tazione di 10, mentre la 5 ral-
lenta la scarica. Quando 1’asti-
na 13 della leva '7 si trova in
corrispondenza dei tagli del
comando 6, la leva 7 scatta,
bloccando 4. A questo istante
l’albero 10 ha compiuto mez­
zo giro, la manovella 11 ha
percorso il doppio della sua
distanza dall’ asse dell’albero
10 (distanza necessaria ad ef-
fettuare il rientro ed eguale
alia distanza AB di fig. 2).
Tirando ancora il terzo filo
si ha un nuovo arresto nella
posizione fuori, esattamente
dopo mezzo giro, e cosi via.
Basta percio azionare il ter­
zo filo e lasciarlo quasi subito,
perchě la manovra avvenga au-
tomaticamente. E’ poi eviden­
te che una volta scattato l’ar-
resto, ě impossibile porre in
moto il carrello senza tirare
11 filo, e inoltre, data la spe­
ciale costruzione dei carrelli,
in atterraggio non puo veri-
ficarsi il rientro di questi.
La ruota anteriore viene
azionata da 11, mediante la
biella 9.
Le due rubte laterali sono
invece azionate dall’albero 10,
che attraversa le semiali fino
alle gondole.
Tutto il complesso del car­
rello viene fissato su apposite
guance di compensato, co-
struite a scconda della ripro-
FIG -

duzione. A quelle centrali ě


fissata anche la carica, in
prossimitå del longherone. Il
longherone ě fissato anctťesso
a dette guance, sulle quali si

17í>6
incastrano, poi, le ordinate an­
terior!. 1
Le guance, sostenenti le
ruote principali, sono fissate
al longherone, e reggono le
ordinate delle gondole.
Questi particolari devono
essere disegnati accuratamen-
te e studiati caso per caso, a
seconda del modello.
La biella 9 ě costruita con
un filo di acciaio e un tubo
di ottone, scorrevoli 1’uno nel-
l’altro. L’albero 10 é unito
alle manovelle 15 con un tubo
di ottone da 5 mm. (con even-
tuali giunti cardanici se non
ě possibile porre l’albero 10
e le manovelle 15 sullo stes-
so asse).
A montaggio ultimate, dopo
verifies del funzionamento, si
aprono tutte e tre le ruote e
si salda la biella 9 nel punto
indicate, e 1’albero 17 con le
manovelle 15 e con l’ albero 10.
Fatto ciö si prova il funziona­
mento del complesso e si ri-
veste la parte ancora scoperta
del modello.
I Infine occorre adattare i
portelloni. Essi sono richiama-
ti da mollette e sono aperti
dalle stesse ruote nella fase
di uscita. Particolare cura va

PARTICOLARE CARRELLO PRINCIPALE .


rivolta a questi, per evitare
inceppamenti dei carrelli.
Alla ruota anteriore ě adat-
tata una speciale leva, che
mantiene il portello apertø,
facendolo scattare solo quan-
do la ruota ě parzialmente
rientrata .
Tutti i disegni sono in gran­
dezza naturale.
II dispositivo illustrato ě
stato montato, come detto, sul
P 38 « Lightning», ma puo
essere adattato a qualsiasi al-
tro modello.
II modello in questione ě
azionato da due G. 20 Speed,
pesa circa 1400 grammi, ed ě
fornito di tutti quegli acces-
sori che possono far riuscire
meglio una riproduzione.
Vi sono infatti il cruscotto,
le decorazioni, i fanali, ecc.,
oltre natura'lmente al carrel-
lo retrattile, che ne ě la prin­
cipale attrattiva.
A proposito di questo, oc­
corre ancora dire che, ogni
tanto, ě necessario caricare la
molla, ricavata dalla sveglia.
Per « dare la carica » ci ser-
viremo quindi dell’apposita
chiavetta, che innesteremo,
mediante un foro, su di un
lato della gondola centrale.
Augurando buon lavoro a
chi si accingesse a questa bel-
la costruzione, spero di aver
portato un buon contribute
nel settore U - Control - ri-
produzioni.
PELLEGRINO CAPRIOLO
Via Spinosa 4 - Salerno

1797
-f-
VELEGGIATORE JUNI OR"BABY &S.11,ř
APERTURA ALARE m m .1250
LUNGHEZZA ET. » tOOO
SUB ALARE dmq. 15
SCALA 1:5
PROGETTO E DI SEGNO: SIMONETTÍ GIOVANNI

h—120
Un ottimo veleggiatore junior

I L “B A B Y G. S. 5!

di G IO V A N N I SIMONETTI

Il « Baby-G.S.11», che vi presenters in balsa contenente gr. 50 di piombo co­


brevemente, ě un ottimo veleggiatore me zavorra fissa.
Junior realizzato dal giovane Giovann: Per 1’ala e gli impennaggi la ricoper­
Simonetti, un ragazzo ancora alle pri­ tura ě in carta seta rossa, verniciata cjn
me armi, ma che ha dimostrato di sa- 4 mani di collante diluitissimo e una
perci veramente fare. di trasparente, a finire; la fusoliera ě C A R A T T E R IS T IC H E :
Il « Baby-G.S.ll » deriva da altre due verniciata con 6 mani di collante e una Apertura alare mm. 1250
precedent! versioni, e racchiude nelle di trasparente. Lunghezza f.t. „ 1000
sue ottime doti 1’esperienza di oltre un L’ala e 1’ impennaggio orizzontale s >- Sup. alare dmq. 15
anno di assiduo lavoro dedicato ai ve- no fissati alla fusoliera mediante lega- Sup. piano coda „ 3
leggiatori. ture elastiche. Peso gr. 230
Sin dai primi voli il modello si ě di­ La deriva ě protetta dagli urti coi Profilo alare N.A.C.A. 6409 a + 3C
mostrato veramente in gamba, destan- terreno da un baffo in filo d’acciaio da Profilo impennaggio orizzontale piano
do la mia attenzione e facendo prevede- 1,5 applicato con un bulloncino all’e- convesso (8'°/o) a 0°.
re le sue doti. stremitå del pattino.
Il modello (prima versione) fu co- Il peso dell’originale in ordine di vo- MARIO PERRONE
struito a tempo di record: due soli gior- lo era di 230 sr.
ni, e ad altrettanto tempo di record fu
perso in altezza, dopo oltre 10’, il pri­ C E N T R A G G IO : Assicurarsi durante
mo giomo di prova e la prima volta
che veniva lanciato con 50 metri di
la costruzione ohe non vi siano svergo-
lature, ad evitare spiacevoli conseguen- Rivenditori diretti
cavo. ze; controllare che siano rispettate le
Tutto questo alla vigilia di una com- incidenze delPala (3°) e dell’orizzonta-
le (0°); indi lanciare a mano, aggiun- A ero m ed elli
petizione a Napoli alla quale avevamo ROMA - Piazza Salerno, 8 - Tel. 846.786
deciso di partecipare. gendo o togliendo il piombo sino ad ot-
Il buon Simonetti, non per niente sco- tenere una larga planata, altre piccole A viom in im a - Cosm o
raggiato, con una costanza ammirevole correzioni si potranno fare dopo aver ROMA - Via S. Basilio, 49a · Tel. 43.805
Ticostrui il modello, nuovamente in un osservato qualche lancio con poco cavo A erop iccola
tempo record, e si presento alle selezio- e a moderata velocitå. Il traino verrå TORINO - Corso Sommeiller, 24 - Tel. 528.542
ni armatissimo di lunghe micce, e con fatto per le prime volte con poco cavo
il modello munitissimo di sistemi anti- e a moderata velocitå; una volta sicuri A ero p icco la
TORNO - Galleria Nazionale - Tel. 524.744
termica. della planata del modello aumentare
Il nuovo modello si dimoströ non me­ senza nessun timore il cavo sino a 50 E m porium
no degno del predecessore, e con otti- metri, aumentando anche la velocitå di MILANO - Via S. Spirilo, 5
mi voli vinse la selezione. traino sino al limite che la prudenza M icrom odelli
A Napoli il « Baby-G.S.ll », sapiente- suggerisce; si avrå il piacere di vedere il ROM - Via Volsinio, 32
mente sfruttato, ottenne un ottimo suc- modello, dopo una ripida e dritta sa-
cesso, segnando un « pieno» sui due lita, sulla testa, e questo ve lo posso M o io
lanci di gara. garentire, avendo avuto occasione di M ILANO - Via S. Spirito, 14 - Tel. 700.666
>Passo ora alla descrizione costrutti- trainarlo diverse volte. Z en s M odel Foriiiřure
va, premettendo che la costruzione di La deriva in posizione invertita con- BOLOGNA - Via S. Mamolo, 64
questo « Junior » ě quanto mai sempli- ferisce un’ottima stabilitå direzionale
ce e razionale, e quindi alla portata di sottotraino, essendo completamente
tutti coloro che, alle prime armi, si ac- fuori di ogni scia vorticosa dell’impen- Aggiornate Se collezioni!
cingono alla costruzione di un modell > naggio e della fusoliera.
da gara. Con 50 metri di cavo, in assoluta Le copie a rre lrale di "M O D ELLISM O ,,
mancanza di termiche ed in ottime con- vå n n o rapidam ente esaurendosi. Å jfret-
ALA: Bordo d ’entrata in balsa 4x4 dizioni atmosferiche, il «B a b y -G .S .ll» lalevi a com p lelare le voslre collezio ni.
di spigolo sagomato in opera; longhe- non ha mai compiuto tempi inferior! ai I num eri arre lra li ve n g o n o inviati [ra n ­
roni in balsa duro 4x4 affioranti; bor­ 2’, dimostrandosi peraltro ottimo « ter- čo di p o rto die tro rimessa a m ezzo
do ďuscita 3x12 in balsa duro. michiere»; infatti ha sempře sfruttato vaglia postale od assegno bancario.
■Le centine sono in balsa medio da 2 qualsiasi anche piccola ascendenza pre-
mm. e i terminali da 3. N. 1, 2 e 5 esauriti
sente sul campo. N. 3, 4 e 6 50 cad .
Profilo N.A.C.A. 6409 a + 3°.
La struttura si ě dimostrata robustis- Dal 7 al 26 100 „
Tutti in balsa: bordo
IM P E N N A G G I: sima; piú volte, terminato il volo su Dal 2 7 al 33 200 „
d’entrata 3x3, di spigolo sagomato in tetti di case coloniche e su alberi, non Dal 3 4 al 45 250 „
opera’, longheroni 3x3 affioranti, bordo riportava che lievi ammaccature ripa- Dal 4 6 in poi 200 „
d ’uscita 3x10, centine e derivette ter­ rabili sul campo stesso.
minali da 2 mm. Non mi resta che augurare un « Buo- In d irizza re alle E dizioni M O D ELLIS M O
Il profilo ě un piano convesso dise- na fortuna » a chi volesse costruire que­
Via Andrea Vesalio, 2 (ang. Momentana, 32)
gnato ad occhio, spessore max. 3°/o. sto veleggiatore, e raccomandargli di
La deriva, incollata alla fusoliera, ě essere sempře munito di una miccia R O M A
anch’essa tutta in balsa; profilo bicon- anti-termica.
vesso simmetrico: N A .C A 0009. Chi volesse qualsiasi informazione ATTEKZIOllE! Ssno ancora dlsponlblll poche
puö rivolgersi al bravo Simonetti Gio­ copie del Π. 1 che ponlamo in uendita uro
F U S O L I E R A : I' correnti sono in 3x3 vanni Via Oberdan N. 35 Taranto, il a completo esaurimento al prezzo dl L. 500
di pioppo, la ricopertura ě in balsa da quale sarå ben lieto di accontentare franco di porto.
1,5, pattino in compensato da 2, muso chiunque gli si rivolgerå.

179»
ANCORA SUL RADIOCOMANDO
PRECISAZIONI E CONSIGLI

di RENATO CASSINIS

Ho letto suirultimo numero di « Mo- inventore radiotecnico). Riguardo alla


dellismo» un articolo di Giulio Pelegi difficoltå di trovare i transistor, faccio
sul radiocomando che, direttamente od presente che a Roma, nei grandi ne-
indirettamente, mi riguarda. sia dal la­ gozi di articoli radio, si trovano tre tipi
to tecnico che da quello personale. Vor- di transistor: francese, americano e te-
rei pertanto fare alcune precisazioni in desco, dal prezzo variabile fra le tre-
merito. mila e le diecimila lire.
Pelegi afferma che su questa Rivista Quanto a quello che Pelegi chiama il
sono apparsi schemi e fotografie di ra- circuito standard inglese, non ě inglese,
dioccmandi; ma che chi li ha fatti ha ma il classico circuito superrigenera-
pariato molto e concluso poco, non pre- tivo che si trova in qualsiasi libro di
sentandosi poi a gare, etc. Poichě gli radio, e nel quale si possono usare de-
schemi apparsi su « Modellismo », se non cine di tipi di valvole (i triodi a gas
erro, sono solo dj Tortöra e miei, vorrei XFG1 e RK61 si adoperano in radio­
far presente all’amico Pelegi che se Tor- comando solo perché hanno una forte
tora non si ě potuto presentare alle variazione di corrente, ma sono insta-
gare, ě stato perché il suo lavoro non bili e di rapido esaurimento).
giie lo ha permesso, ma che ha rea- In merito vorrei consigliare tuttj co-
lizzato un ottimo modello a cinque co- loro che si dedicano al radiocomando
mandi, ed un sistema di comando mul- di rivolgere la loro attenzione ai cir­
tiplo con un solo canale veramente ec- cuit! a valvole normali (3S4, 3Q4, DL92,
celiente. Per quanto riguarda me, fac- DL94 e simili), che durano anni, sono
cio notáre che sono tornato dalPestero, piu stabili e costano di meno. Spero di
dopo una permanenza per motivi di presentarne in un prossimo numero uno
studio e di lavoro, solo nel 1953, e che che ho giå prováto, che va molto bene
alla prima gara che 6’é stata (la Coppa e mi costa circa duemilacinquecento li­
Rossi a Milano) mi sono presentato e re (premetto che non 1’ho inventato io!). Sopra: Tortora, Cassinis e Mazzolini con
mi sono classificato terzo. il modello radiocomandato di Cassinis.
Inoltre, passando al ramo tecnico, Pe­ Per finire vorrei rivolgere alPamico Sotto: un altro radiocomandato, opera del
legi paria dello schema eoi transistor, Pelegi Pinvito a pubblicare i risultati signor Piazzoli, fdel C.S.I. di Milano
da me pubbiicato nel numero 57, di- e gli schemi da lui riprodotti o inven-
cendo di averlo giå visto su una rivista tati (il tre comandi per esempio); cosi
americana; difatti non ho aicuna diffi- tutti potranno avvantaggiarsi delle espe-
coltå a dichiarare che ě da li che Pho rienze di uno dei piu bravi e vecchi E V u n ic a R iv ista del g e n e r e
preso, e non mi sono mai sognato di modellisti italiani. c h e e s is t e in Europa:
averlo inventato (sono medico e non RENATO CASSINIS
La RIVISTA DEL GIOCATTOLO
Si puhhlica in tre lingue, trimestral-
menle e conliene un repertorio com-

ULTIME N O T IZ IE pleio di lutli i nuuvi giocattoli che


vengono lanciati in tutto il mondo.

La RIVISTA DEL GIOCATTOLO


Gara internationale Caratteristiche tecniche dei modelli:
Sup. max tot. 150 dm.” i; riccamente illuslrala a colori e
Peso max tet. 5 Kg. prgsenla in ogni numeru una spe­
per viaggialori tutťala Carico min. 12 gr. dm.= ciale sezione in cui sono illustrati i
» max 50 gr. dm; cosidetti giocattoli scientilici. insieme
a modelli con relativi disegni in
Il DEUTSCHER AERO CLUB e V. di Telecontrollati a Genova s c a le e schem i c o strut ti vi.
Francoforte sul Meno, ha organizzato un per la “ coppa SHELL
Concorso di aeromodeili — denominato La RIVISTA DEL GIOCATTOLO
Conformemente a quanto giå stabi­
« Ala Volante» — che avrå luogo a lito in sede di Calendario Na'zionale, é la Rivista di tutti gli appassionali
Braunschweig-Waggum nei giorni 11 e avrå luogo a Genova nei giorni 18 e di toanica r di nuove invenzioni.
12 settembre 1954. 19 Settembre c.a. la · gara Nazionale.
« Coppa Shell » per modelli in volo vin-
Gli aeromodellisti che intendessero colato circolare, aperta alle seguenti ca- Ugnl numero . . . L. 200
partecipare a tale gara dovranno comu- tegorie: Abbonamento annuo L. 900
nicarlo a questo Ae.C.I. entro la fine di Velocitå - classi A, B, C, D;
luglio. Acrobazia;
Team Racing. P e r o g n i in fo rm a z io n e s crivete a lla
L’Ae.C.1. si riserva di esaminare la
Gli interessati sono invitati a richie-
possibility di concedere un contri'outo dere il Programma-Regolamento alla “ RIVISTA DEL GIOCATTOLO„
spese di L. 30.000 ad ogni partecipante Segreteria delPAero Club di Genova - VIA CERVA, 23 - MILANO
alla gara, autorizzato. Via X XV Aprile 4-3 - Genova.

1800
RIVISTA P ER GLI INSEGHANTI
D ELLE 8CU0LE ELEMENTARI

LA VITA SCOLASTICA
RASSEGNA QUINDICINALE DELLA
ISTRUZIONE PRIMARIA - ANNO VIII
Direzione e Amministrazione in ROVIGO -
Via Oberdan, 6. Casella Post. 135 - Tel. 18.53
- Conto Corr.. Post. 9/18332
E’ LA NUOVA RIVISTA PER I MAESTRI
ELEMENTARI - Esce nel formato di cm.
22 X 32 con 48 o 60 pagine - E’ composta
da varie rubriche. Ecco le principali:
I Problemi della Scuola;
Questioni Giuridico - Economiche;
Arcobaleno: cantuccio di varietå lettera-
ria e scientifica.
Guida per i candidati ai Concorsi;
La Scuola pratica; didattica partico-
lareggiata delle varie Classi, della Scuola
Pluriclasse e della Popolare compilata da
valenti insegnanti;
Notizie Ufficiali;
Notiziario siciliano, ecc.
'ollaborano valenti uomini della Scuo­
Un ottimo modello da allenamento per il radiocomando la; essa e giå giunta all’ottavo anno di vita
e le simpatie incontrate nella classe magi­
strále ne hanno giå consentito una lar-
ghissima diffusione.

L O “ S K Y K I N G ,, Abbonamento annuo (dal 1° ottobre al


30 settembre) L. 1.300. Pagabili anche in
due rate (L. 850 all’atto dell’abbonamento
e L. 500 entro il 31 marzo).
A richiesta si inviano numeri di saggio gra-
di BRUNO AM BR OG ETTI tuitam ente.

Quando iniziai ia progettaziöne di lavoro si popolo di nuovi arnesi e de- un modello del genere, una volta ulti-
questo modello, la mia esperienza pas­ licati strumenti di misura. Ma alloraYion mato vi ripagherå appieno dei vostri
sata non poteva essermi di alcun aiu- avevo che un’idea vaga di cosa fosse sudori.
to. Infatti provengo dal popolarissimo un circuito radio (ně adesso sono un
Passiamo ora alla descrizione:
campo dei « Telecomandati», e posso esperto!); per questo dovetti ricorrere
assicurarvi che da questi al « Radio-Co- ai lumi dei suddetti « Radiologhi», se ALA: La costruzione ě molto sempli-
mando » c’ě una notevole differenza. volevo portare a compimento la mia ope­ ce: si compone di 20 centine uguali di
ra. Anzi colgo qui Toccasione per rin- balsa da 2,5, della sagorna riportata nel
PRIMO: Il modello deve essere in graziare pubblicamente Mazzolini e
grado di effettuare degli ottimi voli pla- disegno. Unica particolaritå, come si pub
Cassinis per l’aiuto prestatomi. vedere, é costituita dal longherone uni-
nati, che saranno Tunica garanzia con-
tro le scassature del materiale, e con- Pero vi assicuro che, per quante fa- co, e posto esattamente sulTasse longi-
seguentemente contro quelle finanziarie. tiche debba costarvi la realizzazione di tudinale deU’ala.
SECONDO: Per questo genere di mo­
dello il motore non ě la parte piú im-
portante (non si richiede infatti una po-
tenza eccessiva rispetto al peso totale),
ma, direi, ě un accessorio necessario.
TERZO: La parte radio, che richiede
una notevole dote di pazienza, non solo
per costruirla, ma anche per la delica-
tezza della messa a punto e per la diffi-
coltå di procurarsi il materiale neces­
sario (a parte il costo!).
QUARTO: Bisogna tener presente che
in questo specifico campo la leggerezza
conta fino a un certo punto, e che deve
essere senza esitazioni sacrificata a van-
taggio della robustezza. Non sono piú
i 200 o i 300 gr. che voláno, ma i 1500
ed anche piú.
Quando per la prima volta mi trovai
a contatto col gruppo dei « R adiologhi»
romani (che avřete giå visto forse sulla
rivista), e li vidi all’opera intorno ai loro
bei modelloni, le intricate matasse dei
cavi dei miei U-Control se ne andarono
a finire subito nello sgabuzzino delle co­
se messe da parte, e il mio tavolo da

1801
D A L L ’A U T O M O B IL E A L L ’A U T O M O D E LL O
RASSEGNA TECNiCO-SPORTIVA

D 1ΠΓ1 pϋ nΠ uΊ pu PUQU L.K


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F O R M U L A 1

Questa volta ě nostro desiderio far cedes-Benz, batte il record di Agello, quinta prova di campionato mondiale,
conoscere un tipo di macchina, la sua mentre nel 1938 Lang vince ancora Tri­ tormentato di curve, i rossi bolidi della
storia, la storia della sua stessa fabbrica, poli, dopo un indimenticabile duello con « Ferrari » si sonopresi la grande rivin-
bitre che presentarne il modello e fornire l’Alfa del grande Tazio Nuvolari. Poi cita, vincendo con 1’ argentino Gonzales
disegni e suggerimenti per la sua rea- la guerra, e le officine di Untertur Kheim ed occupando i primi due posti. Infatti,
lizzazione, e questo sopratutto nell’in- e Constadt sono letteralmente rase al se queste Mercedes F. 1 sono piu ve-
tento di accostare sempře piíi l’ automo- suolo. Sei anni dopo dalle risorte of­ loci in rettilineo, esse perdono in fre-
dellismo alia maggioranza, e di far co­ ficine Untertur Kheim e Sindelfingen e- nata, proprio per le alte qualitå aerodi­
noscere a tutti gli appassionato quelle scono giá 4000 vetture al mese, ed ora, namiche, mentre le nostre « Ferrari » so­
nozioni tecniche e quelle notizie che cer- dopo tanti anni di assenza ma di co- no piú agili e maneggevoli in curva. Lo
to non devono difettare a coloro che stanti studi, ecco l’argenteo bolide, della dimostra il fatto che in quest’ultimo cir­
vogliono dedicarsi a questo vasto ed in- Mercedes ritornare sulle piste del mondo. cuito la Mercedes di Fangio ě giunta
teressantissimo ramo del modellismo. Questa la storia di questa grande Casa. quarta ad un giro, superata anche dalla
Per questo pensiamo di far cosa gradita Con poche parole abbiamo passato in Maserati. Le prossime gare diranno l’ ul-
ai nostri lettori, e siamo certi di riscuo- rassegna piu di mezzo secolo di lavoro tima parola.
tere il loro consenso, e se queste nostre e di progresso in campo automobilistico. Ed ora veniamo al modello. Il telaio
previsioni si avvereranno, pubblichere- Ed ora che il lettore si ě reso ben conto ě costituito da due tubi in ferro saldati
mo altri articoli che si dedichino com- di cosa era e cosa sia la Mercedes, pas- autogenamente; due traverse di ferro pa­
pletamente ad un tipo di vettura, risa- siamo a parlare della macchina in que- r a lle l ne costituiscono l’elemento rigi-
lendo alia sua storia ed in breve alia stione. do, assicurando anche due solidi soste-
storia della sua fabbrica. La nuova Mercedes formula 1 si pre- gni per il motore. Le ruote anterior;
Abbiamo voluto dare la precedenza al­ senta esternamente con una carrozzeria sono indipendenti, sempře del tipo a
ia « Mercedes », oltre che per un sapore ottimamente carenata con parafanghi in- bracci oscillanti; la molla delle sospen-
di novitå, anche per puro senso sportivo, tegrali. Essa ě stata ufficialmente pre- sioni ě in acciaio di mm. 0,6.
dato che questa grande casa torna que- sentata il 17 febbraio u.s., ma gli studi I due supporti dei bracci oscillanti so­
st’anno per la prima volta, dopo lunghi risalgono fin dall’ anteguerra, e precisa- no pure saldati autogenamente. I fuselli
anni di assenza, alle massime competi- mente al 1939.. Giå allora si collaudava delle ruote anteriori sono in acciaio da
zioni, dopo aver visto la complete sua una vettura avente le stesse caratteri- mm. 3 di diametro, e le ruote sono
distruzione immediatamente dopo la stiche aereodinamiche. Il motore ě un montate su cuscinetti a sfere RIV jEL 3.
guerra; segno questo dello sforzo e della 8 cilindri ad alimentazione atmosferica Il retrotreno ě formato da un asse da
ferma volontå di ripresa dei tecnici e ed iniezione meccanica, senza i classici mm. 6 di diametro, su cui sono montati
delle maestranze. carburatori; esso risulta sensibilmente gli ingranaggi conici, con rapporto 1:2.
Dunque, non sarebbe ragionevole par- inclinato, e la presa di utilizzazione di Anche qui abbiamo due bracci di spinta
lare dell’ultimo grande prodotto di que­ potenza ě al centro dell’albero a gomiti. per parte, in lega di duralluminio da
sta fabbrica senza ritornare prima alle La cilindrata ě di 2500 cc., il cambio, mm. 5. L’organo di sospensione ě co­
sue origini. del tipo « Porsche », ě a cinque rapporti, stituito da due balestre, ottenute per so-
Sara utile ed interessante sapere che ed ě situato all’altezza del retrotreno; vrapposizione di lamelle di acciaio da
la « Mercedes-Benz» risultö dalla fu- i tamburi dei freni sono alloggiati al- 4/10 della larghezza di mm. 6 ciascuna,
sione avvenuta nell’anno 1900 tra le giå l’interno di essi. Il serbatoio, molto ca- mentre degli ammortizzatori ad olio,
esistenti marche « Daimler « e « Benz ». pace, ě disposto in coda. Le ruote, a idraulici, provvedono alia necessaria
II nome « Mercedes » derivb da quello raggi tangenti, hanno gomme da 5,50 morbidezza e all’irrobustimento delle so-
della signorina Jellinek, figlia del console per 16 all’avantreno e 7,00 per 16 al spensioni stesse. Il motore puö avere una
generale Austro-Ungarico, che allora retrotreno. La guida ě al centro, con cilindrata fino a 5 cc.
controllava tutta la produzione. poggiatesta profilato per il pilota e cru-
La prima costruzione tecnica di rilievo II telaio, specie se si vuol preparare
scotto degli strumenti disposto in posi- la vettura per esibirla in una gara, pub
della nuova marca fu la costruzione zione di ottima visibilitå. Queste le ca-
della «vettura benzo-elettrica, su disegni essere anche ricavato da fusione, con ul-
ratteristiche essenziali di questa inte- teriore . semplificazione. In questo caso
degli ingegneri Lohner e Porsche, ed una ressantissima vettura, che molti tecnici
delle prime vittorie Sportive fu quella dovremo ricavare il modello in legno'dal
ritengono poco adatta alle competizioni disegno, ed affidare il lavoro ad una
del G.P. dell’A.C. di Francia a Dieppe, in circuito, date le sue alte caratteri- buona fonderia. Le ruote saranno mon­
vinto da Lantenschlager a 111,525 kmh. stiche aerodinamiche di vettura da re­
di media. La stessa vittoria fu ripetuta tate su assi d’acciaio da mm. 6 di dia­
cord; comunque domenica 4 luglio u.s., metro, e le ruote anteriori munite di
nel 1914 a Lione, proprio dodici giomi nel gran Premio di Francia a Reims, tamponi di gomma dura.
prima che scoppiasse la seconda guerra ha confermato le sue alte possibilitå, ar-
mondiale e che la Germania occupasse rivando prima con Fangio e seconda con Il motore pub essere montato in po-
il Belgio e la Francia. Kling ed aggiudicandosi quel gran Pre­ sizione orizzontale sotto il cofano, op-
Dopo ě ancora la Mercedes che sul- mio alia media di 186,638 kmh. Dopo pure in presa diretta con le ruote p o­
l’autostrada Francoforte-Darmstadt bat­ quella gara, che ha destato molta eco steriori. Nella fusione stesssa vengono
te il record della classe fino ad 8000 cc., per la grave sconfitta subita dalle vet­ ricavati i supporti del motore e del ser­
con la fantastica velocitå di 432,700 ture italiane, giå si parlava di crisi nella batoio. La carrozzeria, data la sua com-
kmh. Intanto il capitano Dieterle, con nostra « piccola » Industrie sportive, se- plessitå pub essere ricavata in due mo-
Papparecchio Heinschel a motore Mer­ nonchě nel Gran Premio di Silverstone, (continuazione a pag. 1807)

1803
DARE IM P O R T A N Z A A l DETTAG LI

FIG -1-

LA C O S T R U Z I O N E
DI UNA CALANDRA
PER RIPRODUZIONI
DI VETTURE SPORT Ferrari. M a s e r a ti.2000 . La n c i a . 3300.

Nei numeri scorsi abbiamo descritto


1’autotelaio e la carrozzeria della Fer­
rari 166, nonchě la carrozzeria della
250 M.M.; poichě dunque abbiamo giå
parlato di uno chassis e della relativa
carrozzeria, prima di passare alia de-
scrizione di altri modelli riteniamo mol-
to utile agli appassionati un articolo Che
si dedichi ai vari particolari costrut-
tivi, nonchě alla realizzazione dei vari
elementi di rifinitura della carrozzeria
in genere e di alcune in particolare. FI A T . 8 . V. J a g u a r . 3 44 0. . Gordi h i .
Abbiamo giå visto quali sono i sistemi
migliori per costruíre una solida e bel-
la carrozzeria; ora vediamo come rea- tone da 4/10, facilmente saldabile a sta- riare in piú o in meno a seconda della
lizzare i vari particolari. gno. Utensili necessari sono una forbice forma e della dimensione della calan­
Cominciamo dunque col descrivere la da stagnaro media, un archetto da tra- dra stessa), quelle a sinistra e a destra
costruzione di una calandra anterio- foro, una limetta semitonda a taglio di quella centrale sono di misura de-
re, o mascherina per radiátore di una dolce, un saldatore elettrico, stagno e crescente, pur conservando la medesi-
vettura sport, tenendo presente che il carta vetro n. 0. Cominceremo con il ma forma.' Avremo dunque quattro la­
loro sistema costruttivo e la loro archi- tracciare il disegno in scale 1: 1 della melle per parte di diverse misure, co­
tettura ě pressochě identica sulla mag- forma voluta secondo il modello, dopo- me mostra il disegno, che traforeremo
gioranza delle vetture sport e corsa mo­ dichě prepareremo le sagome dei vari in doppio a due a due, essendo la ca­
derne; comunque la fig. 1 då una visio­ pezzi. Questi consistono essenzialmente landra di forma simmetrica.
ne chiara delle forme dei modelli piu in un certo numero di lamelle ed un Una volta realizzate queste lamelle
noti. Tenuto percio conto della diffe- bordo che då la sagoma alia calandra. si porteranno sul disegno ciascuna al
renza di sagoma, il sistema realizzativo La mascherina si compone, nel caso del proprio posto, e si faranno dei segni
ě pressochě identico. Come materiale ě modellino della Ferrari (fig. 2), di nove su di esse in corrispondenza dei punti
preferibile usare sempře orpella d’ot- lamelle vertical! (queste possono va- in cui si incontrano con le lamelle oriz­
zontali. In corrispondenza dei punti
segnati si ricaveranno. con un sem-
plice taglio eseguito con la sega delPar-
chetto da traforo, degli incastri, che non
FIG-2-3 dovranno arrivare oltre la metå delle
lamelle stesse; questi tagli servirannc
da incastro per il montaggio delle la­
melle orizzontali, che porteranno anche
esse delle analoghe fenditure per fa-
cilitare il montaggio stesso, che risul-
terá piú preciso e forjnerå un tutto
unico piu resistente, con notevole age-
volazione nell’effettuare le saldatpre. I
tagli su queste lamelle devono essere
effettuati nella parte interna, ossia sul
lato piano (fig. 3): mentre nelle l^nelle
orizzontali (fig. 4) si effettueranno nel­
la parte frontale, in modo da poter for­
incastri mare degli incastri completamente an-
negati nei punti di giunzione.
P0S1ZI0NE D E L L E L A M E L L E SU UNA Per la realizzazione delle lamelle
orizzontali si procede come per quelle
l a m e l l a ver t i c ale tipo verticali, tenendo soltanto presente la
differenza di lunghezza e di forma, che
C A L A N D R A D|"f E R R A R | 30 0 0 c c „ dovremo riportare dal disegno. Nel ca­
so sempře del modello della Ferrari,
FIG - 4 - queste ultime sono in numero di sei,
contro le nove verticali. Formata que-
sta specie di graticciata non ci resterå
che realizzare il bordo, ossia la cornice
di contorno della calandra stessa. Per

1806
fetto estetico con poca spesa. Per rifi-
nire basterå portarlo da un cromatore;
la cromatura, o la ghiacciatura, gli farå
acquistare maggior valore e maggiore
estetica. Chi desidera ottenere un la­
voro ancora piú completo, potrå aggiun-
gere, sempře saldandola a stagno, una
retina sottile d’ottone nella parte poste-
riore. Un altro piccolo particolare de-
|gno di rilievo puo essere quello del
finto foro di presa della messa in moto
a mano; esso ě costituito da un sem-
plice tubetto ďottone di lunghezza mi­
nima, che va incastrato e saldato nella
lamella centrale verticale (vedi fig. 7).
Ed ora prima di finire vediamo i vari
sistemi di fissaggio.
Il primo e piú semplice ě quello da
effettuarsi su una carrožzeria in legno
seguendolo in due modi: o incastrando
Pintera calandra e fissandola con col-
lante, o disponendo due fori da mm. 1,5
e fissando con due vitine a legno sot-
tili. Su una carrozzeria ricavata da fu-
sione si pud mcastrare e fissare con
due viti a ferro di mm. 1 di diametro,
con sede di presa filettata sulla car­
rozzeria stessa. Disponendo invece di
una carrozzeria in lamiera di alhiminio
battuta, bisognerå procedere con piú at-
tenzione, richiedendo il lavoro maggior
pratica. La calandra andrå incastrata
nella carrozzeria, questa porterå due
la realizzazione ed il montaggio di que- sono indicati con A e B, procederemo linguette con due fori che fungeranno
st’ultima, sarebbe meglio disporre di un al ftssaggio con una goccia di stagno da supporto a due viti a ferro da mm. 1-
modellino solido. Si comincerå col rea- alla periferia delle lamelle stesse, nel 1,5 di diametro munite di controdado.
lizzare quest’ultimo in balsa, ed una punto in cui esse toccano la com ice di Anche la calandra in questo caso do-
volta finito si stabilirå la sagoma, dato contorno. Per questa operazione occorre vra disporre di due linguette di sup­
che la presa ďaria ě a forma tronco disporre di un piano molto preciso su porto, in corrispondenza delle due si­
conica. Seguendone il contorno ricave- cui poggiare i pezzi prima della sal- tuate sulla carrozzeria.
remo una sagoma in carta, che ritaglie- datura. E per questa volta riteniamo ci sia
remo poi da lamierino di ottone, dopo Saremo cosi quasi giunti al termine; abbastanza lavoro per gli automodellisti
averne segnato il contorno (fig. 5). Una non resterå che eliminare le bavature forniti di buona volontå, che percio ri-
volta traforata quest’ultima, passeremo con alcuni leggeri colpi di lima. mandiamo al prossimo numero dove ri-
alla sua curvatura, e per questa opera- II lavoro in fondo non sarå risultato prenderemo questo interessante argo-
zione ci serviremo della sagoma in bal­ molto difficile, ed in compenso ci of- mento.
sa. Una volta curvata secondo la forma frirä soddisfazione ed un grande ef- GIUSEPPE CIAMPELLA
voluta, la salderemo in modo che, sfi-
landola dalla sagoma, otterremo una
specie di anello quasi ovale; entro que-
sto passeremo le lamelle incrociate che
in precedenza abbiamo preparato, effet-
tuando qualche ritocco se ce ne sarå
bisogno. Dopo aver incastrato uno den-
tro l’altro i due pezzi che in fig. 6 Lfl mGRCeDGS 2500 P. 1
(continua da pag. 1805) dime ricavate dal disegno si procederå
al lavoro di sagomatura dell’intero mo­
di: da fusione, e per questo sistema, co­ dello. Una volta ultimato, questo verrå
me giå per lo chassis, occorre preparare lisciato con carta vetro, prima del n. 2
il modello in legno; quindi si eseguiranno poi 1 e poi 0 per rifinire. Si procederå
gli opportuni fori per i punti dove van- poi con molta cura, senza intaccare le
no fissati i particolari, nonchě gli or- parti esterne, allo svuotamento dell’ in-
gani di comando e manutenzione del terno della carrozzeria. Ultimato questo
motore. La carrozzeria cosi realizzata, lavoro si procederå all’intaglio delle par­
una nuova pulita, limata e ben lisciata, ti su cui verranno montati la griglia
va stuccata e verniciata a spruzzo alia del radiátore, il posto del pilota, il co-
nitro, color alluminio (essendo La vet- fano ecc. La realizzazione di questa car­
tura tedesca di questo colore). Oppure, rozzeria in lamiera di alluminio battuta
specie nel caso di una semplice ripro- richiede molta pratica, ed un lavoro da
duzione, la carrozzeria si puo realizzare vero certosino, data la complessitå delle
in legno di cirmolo. Preparato un blocco linee della carrozzeria medesima.
delle opportune dimensioni, si stabili- Ed ora, amici lettori, ci sembra che
ranno i contorni delle superfici laterali, non ci sia altro da aggiungere, il di-
delle parti anteriori e posteriori, ed in scorso altrimenti ci porterebbe lontano.
pianta. Sj comincerå a tagliare i con­ senza lasciarci il tempo di metterci al
torni delle parti laterali, poi a sagomare ■lavoro... per questo per ora vi salutiamo,
la vista in pianta; sgrossato il pezzo con un arrivederci al prossimo numero.
con una sgorbia ed una lima, con delle G- C.

1807
Un a cabina di comando
per il plastico ferroviano
Un argomento che ě stato sempře poco trattato, e che sarå
completamente inedito per molti appassionati. ě quello delle co-
struzioni da realizzare per completare il piú possibile il pla­
stico ferroviario, che tutti coloro che si dedicano a questo parti-
colare e tanto caratteristico ramo del modellismo, amano arric-
chire, perfezionare ed ampliare sempře piú. Proprio questo ě lo
scopo che si prefigge questo articolo che, se pur non pretende di
essere la manna del cielo per i trenimodellisti, certo potrå con-
tribuire a dare un’idea chiara dell’argomento che veniamo a
trattare, ed un discreto contributo di suggerimenti utili e di
consigli pratici.
Ciö premesso, passiamo subito ad esaminare la questione.
Si tratta di una costruzione si, ma non della stazione o della
fattoria di campagna, che a suo tempo descriveremo anch’esse,
ma di qualcosa di piú interessante e funzionale, di una costru­
zione delle piú complesse ed utili che un plastico possa avere,
dato che anche al vero esse sono di capitale importanza, as-
solvendo il delicato compito di controllere e smistare il traf-
fico ferroviario nella rete, specie in prossimitå di stazioni. Dd-
rerno subito che si tratta delle « cabine di comando <> o di con-
trollo.
Dunque vediamo come realizzare una di queste cabine, at-
tenendoci il piú possibile alla sagoma di quelle veramente esi-
stenti. Il disegno giå ci fornisce un’idea esatta, non resta che
metterci al lavoro. Innanzitutto dal disegno si ricava un mo-
dello di carta, che va applicato su compensato da mm. 1,5. Si
tratta di riportare le quattro fiancate corrispondenti alle pareti
della costruzione.· Con un archetto da traforo taglieremo le
varie parti, traforando il compensato in corrispondenza dei
finestroni, in modo da ottenere la sftnestratura come indicato
nel disegno. Eseguita questa operazione, costruiremo con cura
un traliccio, che servirå da elemento di forza e da sostegno alle segnalazioni di cui una doppia con luce a due posizioni, rosso
fiancate stesse. Questo traliccio ě formato da listelli di tiglio e verde, ed una semplice ed uno scambio. Oppure due scambi
5 x 5 vertical!, ai quali, ad una altezza di 3-4 cm. dal suolo in serie e due segnalazioni, oppure due scambi ed una segna-
(del plastico) vanno incollati orizzontalmente, per tutte e quat­ lazione. Bisogna tener presente che ogni scambio necessita di
tro le parti, altri listelli 5 x 5 , che si incastreranno con quelli due pulsanti, uno che comanda lo spostamento a destra ed uno
vertical!, che fungono da pilastri di forza (fig. 1). Essi ser- per il ritorno a sinistra. Per chi voglia un numero maggiore di
vono da sostegno al pavimento, che lascia quindi nella. parte comandi, ě oyvio che si possono installere altri pulsanti, ma
inferiore un vano entro cui celare le connessioni. Inizieremo si consiglia di non superare il numero di sei per evitare com-
ora a montare la parete « A » con quella laterale « C », e sotto plicazioni.
il finestrone della parete « A » sistemeremo il quadro di con- E’ assolutamente necessario azionare un comando per volta
trollo. Questo porta dei fori (da due a quattro), che servono per non fare assorbire troppa corrente dal trasformatore, in
per l’ alloggiamento dei pulsanti di comando. quanto se si abbassasse troppo la tensione si verificherebbe il
Il trenimodellista stesso potrå a piacere abbellire e com­ caso che il treno in movimento rallenti troppo la marcia, quando
pletare questo quadro di controllo, con 1’aggiunta di finti stru- addirittura non arrivi a fermarsi; a meno che non si disponga
menti, voltometri ecc. Comunque, ě consigliabile sistemare sotto di due trasformatori separati. Lo schema elettrico ě meno com­
ciascun pulsante una targhetta, con la dicitura che contrassegna plicate di quello che potrebbe sembrare, ed ogni buon trenimo­
il comando con cui ě collegato. L’ampia apertura posta a fianco dellista giå saprå, secondo le proprie esigenze, come ricavare
del quadro stesso permetterå di azionare agevolmente i pul­ il suo. Comunque in fig. 2 viene presentato uno schema elemen­
santi medesimi. Montate tutte le facciate e sistemata la base, tåre, per far ben comprendere il semplice funzionamento.
si passerå alia ricopertura del ťetto, che nella parte anteriore Eisaminiamo il caso in questione: dalla· presa a doppia po-
ě sfinestrato. Per le finte finestre basta incollare dalla parte in­ laritå partono due fili. Il primo ě in contatto diretto sia con
terna dei pannelli di rodoid, dopo aver sagomate le medesime. le segnalazioni che con lo scambio. Il secondo va a collegarsi
Sui lati delle quattro facciate vanno disposte ed'incollate ad un contatto di ciascuno dei quattro pulsanti situati nella
delle strisce ricavate da listelli 1 x 4 , in modo da dare un tono cabina. Il secondo contatto di ciascun pulsante ě in diretto col-
alia costruzione. Consigliabile ě anche il sistema di applicare legamento con il secondo contatto dello scambio e di ognuna
alle facciate stesse 1’ apposita carta stampata a mattoni color delle tre singole segnalazioni. Di conseguenza avverra che pre-
terra o rosso euro, che ě reperibile presso le ditte specializzate. mendo il pulsante n. 1 uniremo i due contatti, chiudendo il cir-
In questo modo si risparmia l’operazione di verniciatura e si cuito che ě in collegamento con l’elettrocalamita dello scambio,
ottiene un grande effetto estetico. Alla base della cabina si facendolo scattare; premendo il n. 3 chiuderemo il circuito della
puo incollare del finto pietrisco da massicciata o l’apposito mu- segnalazione n. 3 che si accenderå, e cosi via. Di conseguenza ot-
schio tritato, anch’esso reperibile in commercio. Questo per la terremo che per far deviare il convoglio azioneremo lo scambio
costruzione; come materiale dunque: compensato da 1,5, listelli col pulsante n. 1, poi daremo contatto col pulsante n. 3 alia
di tiglio 5 X 5 e di balsa 1 x 4 e 25 gr. di collante. Come attrezzi: segnalazione che darå via libera con la luce verde, quasi come
archetto da traforo, una lima, cartavetro n. 1 e n. 0 ed un sulle vere stradě ferrate.
tagliabalsa giå bastano. Insomma con una realizzazione semplice e interessante, che
Vediamo ora in breve l’impianto elettrico. richiede solo un po’ di pazienza, colpiremo i nostri amici.
Innanzitutto bisogna tener ipresente che con la nostra ca­ Pensiamo che questa costruzione vi sia piaciuta, e pertanto
bina di comando possiamo effettuare quattro manovre: le com- vi auguriamo buon lavoro, rimandando il seguito al prossimo
binazioni piú comuni e piú utili che possiamo avere sono: quat­ numero.
tro segnalazioni, di cui due a luce unica e due doppie; due GIUSEPPE CIAMPELLA
COME R E A L I Z Z A R E CON POCA FA TI CA
DEL MATERIALE ROTABILE PER LO S C A R T A M E N T O HO

VAGONI VIAGGIATORI DI TIPO AERODINAMICO


a cura di Nerino Gambuli

Abbiamo visto nei numeri precedent! Questa volta si dirå interno a vagoni di Per i principianti e per coloro non
della Rivista come sia possibile realiz- linee aerodinamiche; vetture cioě di di­ pratici di lavorazione in metallo si con-
zare con poca spesa e fatica, specie per segno piú personale, che ognuno pub pro- siglia la realizzazione in legno; ě possi­
i principianti, del materiale rotabile, con gettare e costruire secondo il proprio bile naturalmente. con i medesimi si-
gusto. Queste note saranno di indirizzo stemi, realizzare le carrozze in lamie-
particolare riferimento ai vagoni viag-
rino di ottone « cotto » da mm. 0,4-0,5 li
giatori di tipo classico e ai carri merci. sia per le forme che per le strutture. spessore. I pezzi da acquistare giå pre-
parati presso i negozi specializzati sono:
ruote, scocche carrelli o carrelli com-
pleti (a seconda se essi sono visibili o
meno), respingenti, ganci, soffietti.
Le misure, puramente indicative, di
tali carrozze ferroviarie per lo scarta-
mento HO sono:
1) lunghezza (senza respingenti) mil-
limetri 300-320;
2) altezza totale dalla rotaia millime-
trj 44-46;
3) altezza senza carrello mm. 39-40;
4) larghezza carrozzeria mm. 36;
5) distanza della coppia di respingen­
ti· mm. 20;
6) altezza fiancata, inferiormente ai fi-
nestrini mm. 18;
7) altezza finestrini mm. 8-10;
8) altezza parte superic re con tetto
mm. 8-9;
9) diametro cerchio ruote mm. 9-12;
10) larghezza massima carrello (com ­
plete) mm. 27;
11) altezza ossatura carrello mm. 5-8;
12) lunghezza totale carrello (comple­
te) mm. 45-50;
13) interasse carrello mm. 28-32;
14) distanza perni carrello dall’estre-
mitå del vagone mm. 30-40.
La numerazione corrisponde a quella
della fig. 1, ove ě rappresentato un va­
gone di tipo aerodinamico, confrontato
con uno di linee piii classiche.
Prima di passare a descrivere la co-
struzione, ě necessario dire qualcosa in­
torno alia forma della carrozza: i va­
goni possono essere fatti su disegno a
piacere, a seconda del proprio gusto; a
titolo indicativo sono rappresentati in
fig. 2 alcuni modelli. I vagoni in que-
stione possono essere o piú bassi o di
altezza uguale a quelli classici: ;1 dia­
metro delle ruote pub essere normale
(mm. 12) o piú piccolo, a seconda della
altezza del vagone: anche se modello,
esso deve essere il piú possibile rispon-
dente al vero, e quindi lo spazio per i
viaggiatori deve essere sempře conside­
rate. Inoltre il carrello, come si rileva
dalla fig. 2, pub essere o esterno e visi-
bile, o coperto dalla carenatura; nel pri­
mo caso si userå un carrello complete
acquistato presso una ditta specializza-
ta, nel secondo caso si userå una scocca
metallica (fig. 3), acquistabile o realiz-
zabile in lamierino da mm. 0.4. Circa il
carrello coperto da carenatura, ě neces­
sario calcolarne l’ angolo di curvatura,
in rapporto alia curva del binario; quin­
di, se le curve sono a raggio un po’ pic­
colo, accorciare l’interasse del carrello
medesimo.

1810
In fig. 4 ě un disegno di un vagone, da mm. 2x2, in modo poi da avere una con carta abrasiva e acqua e infine una
dal quale si rileva la struttura; il telaio curvatura trasversale della fiancata piú. verniciatura alia nitro molto diluita. Puo
ě in compensato da mm. 2, le fiancate accentuate (fig. 13). Anche il rimanente realizzarsi anche un colore « metalliz-
sono in listelli spessi mm. 1, il tetto έ della fiancata, sotto i finestrini, puo es­ zato », aggiungendo al colore stesso un
in balsa sagomato, o a listellini; le fian­ sere curvo, come da fig. 14; in tal caso poco di nitro alluminio e poi diluendo
cate del vagone non terminano sul te­ adoperare in luogo del listello da mil- bene con solvente e mescolando. Even-
laio, ma proseguono verso il basso per limetri 18x1 listelli da mm. 18x2,5, poi tuali correntini longitudinali lungo le
formåre la carenatura inferiore della sagomati con carta vetrata fina. fiancate possono essere realizzati m li­
vettura. Le fiancate medesime ě oppor­ Resta da parlare del tetto: ě consiglia­ stelli da mm. lx l messi in opera a va­
tuno distino mm. 2 dal binario, e il loro bile la realizzazione in balsa da mm. 5 gone allisciato, poco prima della verni­
margine inferiore sarå continuo se il o 6 sagomata. Il tetto puo essere incol- ciatura. Anche le cornici possono essere
vagone ha il carrello coperto, sarå in- lato al resto del vagone o incassato a realizzate in listelli da mm. lx l o in
terrotto, come da fig. 5, se il carrello forzare; in tal caso si fisseranno sotto di carta pesante o in impiallicciatura, e
medesimo ě scoperto. La posizione delle esso alcuni listellini trasversali da mil-
limetri 3x3. vanno anche esse sistemate poco prima
fiancate rispetto al telaio sarå data dopo
della verniciatura.
aver fissato al telaio stesso i carrelli; Per la finitura: carta vetrata, stucco
variera infatti a seconda che si usino diluito passato a pennello e allisciato NERINO GAMBITU
ruote da mm. 12 o 9 di diametro.
Particolare considerazione si dovrå
avere delle due estremitå del vagone,
dalla cui forma dipende l’eleganza delle
linee del modellino; se il vagone ha for­
me curve ě opportuno che le due estie-
mitå siano sagomate da due o tre listel­
lini piuttosto spessi (mm. 3-5) sistemati
come da fig. 6, in modo da ottenere la
forma voluta. I vagoni di tipo aerodi-
namico ě opportuno che abbiano i sof-
fietti rientrabili; per cio si consigliano
questi sistemi, il primo piú semplice e
piu adatto per la lavorazione in legnu, il
secondo piú completo, ma da prefeiirsi
nella lavorazione in metallo. Il pr:mo
sistema ě dato (fig. 7) da una piceola
parete che si pone al centro dell’estre-
mitå del vagone e che porta da una parte
il soffietto, e dall’altra la sagomatura; la
parete stessa ě sfilabile verso 1’alto e ri-
girabile in modo da portare il soffietto
all’esterno, se necessario, o di nascon-
derlo all’interno del vagone. L’altro si-
stema (fig. 8), da realizzare in metallo,
έ dato dalla parte centrale (in lamieiino
da mm. 0,4) formata o da un pezzo scor-
rente verso l’alto e l’ interno della vet­
tura, o da uno o due pezzi scorrenti o
sui lati e all’interno, o aprentisi su pic-
coli cardini verso 1’interno della vettura,
in modo da lasciare uscire il soffietto,
che ě posto, come indica la figura, su un
pezzo di lamierino da mm. 0,8, il quale
ha in basso una linguetta orizzontale
che scorre su apposite guide all’estremitå
del vagone, e che consente di tirarc fm ri
il soffietto medesimo.
I finestrini si costruiscono, in ’egno,
con il sistema giá detto sul numero 58
della Rivista: montantini in listello spes-
so mm. 1, collegati superiormente, con
semplice incollatura o con incastro, me-
diante un listello da mm. 2x3 o 3x3. e
fissati dietro le fiancate del vagon° (fi­
gura 9). La forma dei finestrini ě a pia-
cere; preferibile quella rettangolare con
base piu lunga dell’altezza.
Le porte possono essere fatte o a li-
vello della parete o leggermente piu al­
l’interno di essa, come da fig. 10, e sono
costruite in compensato da mm. 1.
Le pareti del vagone possono essere o
verticali o leggermente inclinate in basso
e all’esterno (fig. 11); in tale caso ě
bene che nel vagone vi sia qualche ordi­
nata trasversale che le mantenga in po-
sizione (fig. 12). La.parte inferiore delle
fiancate ě consigliabile sia arrotondata.
ed ě opportuno allora incollare all’inter-
no del margine inferiore un listeTHno

im
MOTOSCAFI AL PILONE E FORZA CENTRIFUGA
Un interessante studio scientifico su uno dei problemi piú importanti per i costruttori

di RACERS

In massima parte le gare di modelli ma la. forza centrifuga ě data da La velocitá necessaria per raggiun-
di motoscafi si effettuano ormai su un P v2 gere tale effetto sarå tanto piú piccola
percorso circolare, e l’importanza che F= m- ( 2)
tr S V r2 - h2 quanto piú piccolo sarå r e piú grande
esse hanno assunto negli ultimi tempi dove: m ě la massa del modello e g ě h. Per esempio con r = 10 m e con
ě tale che i vari problemi inerenti alia
l'accelerazione di gravitå che vale 9,81 h = 1 metro occorrerebbe una velocitá
realizzazione di modelli stabili, veloci. m /sec2
sicuri, sono stati sempře piu seriamente di 113 km /h circa. Con un cerchio di
e profondamente studiati. 100 m di perimetro, ossia r = 15,925 m,
Vogliamo qui studiare gli effetti del­ allora e con h — 1 m la velocitá occorrente ě
la forza centrifuga, in quanto ci sembra di 179,236 km/h.
che questo argomento non sia ancora E’ interessante notáre che velocitá
abbastanza chiaro per molti. Non ě in- maggiori non sono ottenibili (a meno di
da cui v == ----- !H A m /s e c =
fatti raro sentir parlare di portanza ae- h variare r oppure h) perchě ciö sarebbe
rodinamica, di pesi, di špiňte e contro-
impedito dall’emersione deli’elica dal­
spinte, perfino della legge di Archimede, _ 3;6 V(r~ - h-) g (3)
allo scopo di paragonare fra loro le l’ acqua.
h
piú o měno note forze agenti sul mo­ Abbiamo dunque visto che a una čer­
dello in moto, dimenticando bellamerite Sara questa la velocitá occorrente per
mantenere in moto nelle condizioni vo­ ta velocitá limite il modello non ha piú
quella pověra, ma non innocente, forza bisogno dell’acqua se non per permet­
centrifuga, che gioca quasi sempře un lute il modello. Chiamiamola, per di-
stinguerla dalle altre velocitá, « velo­ tere all’elica di compiere il suo lavoro.
ruolo di grande importanza nell’ anda- In altre parole esso ha perso il suo pe­
mento delle gare, essendo spesso arte- citá critica ». E’ da notáre che ě indi-
peftdente dal peso del modello. so inteso come pressione totale sull’acqua.
fice della vittoria o della « catastrofe ».
Il risultato ottenuto ě applicabile al 'Difatti delle due componenti del pe­
Dobbiamo anzitutto dire che i rego- so P’ e P” la prima ě sopportata dal
lamenti di gara (vedi per esempio quel- moto reale del modello. Vediamo su-
bito che, potendo in qualche modo rag- cavo, la seconda ě perfettamente equi-
10 della M.P.B.A.) concedono ai con- librata dalla F” .
correnti di effettuare l’attacco del cavo giungere la velocitá critica, dati certi
al pilone a qualsivoglia altezza sul pě­ valori di h ed r, il nostro ben bilanciato Per velocitá inferiori questo non puo
lo dell’acqua, entro un massimo di un modello si troverebbe a viaggiare, se avvenire. Infatti allora diminuisce la F
metro. E’ appunto questa concessione mi ě permesso dire, « centrifugato » sen­ la cui espressione contiene v (ved. for­
che fa entrare il piú delle volte in gio- za bisogno del sostentamento dell’ acqua. mula (2) ) quindi diminuisce la F” che
co gli effetti della f.c., ossia tutte le In altre parole noi lo vedremmo correre non puč piú equilibrare la P” . Segue
volte che 1’attacco del cavo al pilone completamente sollevato dall’acqua, con che la differenza P” — F” sarå il « pe­
supera in altezza 1’attacco del cavo al la sola elica immersa, (se anche l’eli- so » del modello sull’ acqua (la P’ ě
modello. E vediamo il perchě. ca emergesse mancherebbe la spinta e sempře sopportata dal cavo).
In fig. 1 ě rappresentato il pilone AB. il modello perderebbe velocitá). La ricerca di questo peso apparente
In B ě attaccato il cavo BC di lunghez-
za r. AlTestremitá C del cavo ě legato
11 modello di peso P. Se questo ruota
nell’aria (caso puramente ipotetico per
ora) con velocitá costante v attorno al
pilone, esso si troverá sottoposto alia
azione di due forze nel piano che con-
tiene il pilone e il cavo: il p e s o P e la
forza centrifuga F. Altre forze che ne-
cessariamente agiscono sul modello sa-
ranno, in un piano normale a quello
considerato, la resistenza dell’aria e la
forza motrice che agisce sul modello. Ma
queste, ad una velocitá costante, si equi-
librano fra loro, e per ora non ci inte-
ressano.
Scomponiamo P ed F secondo la di-
rezione del cavo e la sua normale in C.
Ora siccome le component! P’ ed F ’ so­
no equilibrate dalla reazione del cavo,
affinchě C resti sempře alla stessa di­
stanza da A viaggiando attorno al palo
occorre che sia, con le notazioni della
figura,
F” = P”
ossia F cos Θ = P sen Θ (1)
F = P tg Θ
d’altra parte ě

tg quindi F = P Í Z Z Z
h h

1812
alle varie velocitå ě semplice. Avremo
infatti
W = P” - F” = P sen Θ - F cos Θ =
V
- p H 7 - ha P ' h
r g \ r2 - h2 r

w - P V r= - hs v2 h
\
Γ g (r2 - h2)
e šíccome ě circk
V r2 - h2
- — 1 possiamo scrivere
Γ
V h
W "P i (5)
g (r2 - Ir)
Assumiamo per esempio i seguenti
dati:
— Peso del modello: 4 kg.
— Raggio della circonferenza (o me-
glio lunghezza del cavo): r — 15,925 m.
— Altezza dell’ attacco del cavo al pi-
lorae rispetto all’attacoo al modello:
h = 1 m.
t— yelocitå del modello: 100 km/h,
ossia v — 27,77 m/sec. Otterremo appli-
cando la (5) un peso apparente W =
2,76 kg (diminuzione del 31% ).
Se la velocitå ě di 140 km/h, ossia
v = 38,88 m/sec. avremo un peso ap­
parente W = 1,56 kg (diminuzione del
61%).
Possiamo quindi concludere che col
crescere della velocitå il modello perde
il suo peso e la perdita varia col qua­
drate della velocitå; giunto alla velo­ TJna magnifica fotografia del racer * Alter Ego », costruito dal torinese Gianleone Vaccari
citå critica il modello non ha piú peso.
Piů. sopra ahbiamo fatto un esempio
col modello di peso 4 kg. ma, poichě la ě la velocitå da raggiungere per otte- alla sua forma, possiamo pensare che il
velocitå critica ě indipendente dal pe­ nere il sollevamento per forza centri­ sollevamento si verifichi prima che sia
so, avremmo potuto benissimo conside­ fuga. Se per esempio l’attacco fosse fat­ raggiunta la velocitå critica data dalla
rate un modello di 5 oppure 10 kg ot- to ad un’altezza h = 1,50 m con il rag­ teoria.
tenendo le stesse diminuzioni percen-
gio di cui sopra la velocitå critica si Per la serietå delle gare si puo eli-
tuali del peso alle varie velocitå.
ridurrebbe da 179 a 146 k m /h circa. minare l’ inconveniente (se cosi puö es-
A illustrazione di quanto detto, in sere chiamato) della perdita di peso?
base alla (5’ ) e coi valori: r = 15,925 In pra tica queste velocitå non sono
m, h = 1 m, P = qualsiasi, ě stato ri- facilmente raggiungibili, ma, se tenia- Teoricamente si, riducendo a zero (o
cavato il diagramma di fig. 2V mo conto della portanza idrodinamica quasi) l’altezza h. Vediamo infatti che
che viene ad assumere lo scafo grazie nella (5) per h piccolissimo W tende al
Quanto piú grande ě h tanto piú bassa
valore P, purché la velocitå v non sia
grandissima. Se per esempio diamo ad
h il valore di 2 cm il nostro modello
per perdere il solo 1% del suo peso do-
vrebbe essere animato da una velocitå
di circa 380 km/h.
Le conclusioni a cui si giunge tenen-
do conto di tutto quanto precede sono
ovvie. Il regolamento delle gare non
dovrebbe permettere la libera scelta del-
l’ altezza di attacco del cavo al pilone,
bensi imporre che gli attacchi si effet-
tuino alla stessa altezza.
Dal punto di vista del modellista che
vuol vedere il suo modello « volare » ver­
so la vittoria le cose stanno diversamen-
te: ě opportuno studiare accuratamente
le possibilitå del modello, il perfetto
centraggio, e l’altezza h che piú si addice
alle qualitå nautiche del mdello stesso.
Difatti puo accadere che per un’altez­
za h eccessiva il modello, troppo alleg-
gerito, perda la sua stabilitå e compia
un salto fuori dell’acqua, mentre, se h ě
insufficiente, il modello non raggiungerå
certo la velocitå limite desiderata.
E. M. M.

1813
PRimO RADIM
KAVIMflDElLISTICO
A RADEAAA
II Gruppo Modellistico Ravennate il
giorno 11 luglio 1954 ha organizzato il
1" Raduno navimodellistico sperimentale
jn localitå Staggi.
A tale manifestazione hanno preso par­
te nove imbarcazioni cosi suddivise: un
cutter serie 1 metro, un Moth ed una
Stella, un idroscivolante e cinque mo-
toscafi, di cui uno equipaggiato con ra-
diccomando.
Alle ore 8,30 il gruppo dei parteci-
panti giungeva sul luogo del raduno,
dove giå diverso pubblico era ad atten-
derlo.
Dopo la breve messa a punto dei mo­
delli .si iniziavano i primi lanci. Per as-
soluta mancanza di vente, venivano motoscafo da turisme: il « Joli », munito tenere bene l’acqua, sebbene non molto
messi in acqua prima i motoscafi, dei di un piccolissimo motorino elettrico, stabile.
quali il primo era il « M ižar» di Toni che a piena velocitå riusciva a rag- Verso le 11, essendosi levato un poco
Luciano, che si allontanava immediata- giungere il punto di arrivo, vincendo di vento, venivano messi in acqua i
mente dalla riva, seguito a breve di- una fertissima corrente, con ottimo ri- cutter. Primo a scendere era il modello
stanza dal « Duska » di Alberani Mario, sultato. « T ifon e» di Toni Gino, ottimamente
che, dopo qualche attimo di indugio, si Grande entusiasmo fra i presenti de- erstruito in tutti i particolari: poi ve­
riprendeva e partiva lapidamente rag- stava l’idroscivolante di Alberani, mu­ nivano il « Moth » di Baroncelli Ettore
giungendo il primo, ed' iniziando cosi nito di un motorino a scoppio Movo D 2, e la « Stella » di Alberani, che doveva
una vera fuga a due. che partito come un razzo si allontanava essere subito ritirata, perchě insufficien-
Scendeva poi in acqua un minuscolo dalla riva velocemente, dimostrando di te di zavorra.
Con questa prova si chiudeva il ra­
duno, che a parere di tutti era riuscito
ottimamente, con grande utilita per i
prossimi che seguiranno.
I modelli che hanno preso parte al
raduno non erano molti, pero si poteva
vedere che erano ben costruiti.
Un ringraziamento vada a tutti i par-
tecipanti alia manifestazione, ed in par-
ticolar modo agli organizzatori che
hanno fatto tutto il possibile per otte-
nere un pieno successo.
A. M.

In alto: il cutter «Tifone» classe 1 m., di Gino Toni, in crociera. A sinistra: un gruppo di modelli partecipanti al raduno. A
destra: i modelli presentati aa Mario Aiuciani

1S14
LA MOSTRA DELLA NAVIGAZIONE 1

NAPOLI, MAGGIO-OTTOBRE 1954

Sugli 800.000 mq. della Mostra d’oltre- Nel 1862 il tonnellaggio (s. 1.) era di
mare, che sorge a Napoli nella zona fle- 10.228; nel 1953 di 3.455.785.
grea, ě stata sistemata la Esposizione In- Dalle cifre ritorniamo ora alla visita
ternazionale della Navigazione, rassegna dei padiglioni. Ampio spazio ě dedicato
di cui noi navimodellisti desideriamo anche alla navigazione aerea, con una
parlare anche sulla nostra rivista, in serie di modelli che indicano il progresso
quanto riveste una particolare importan- aeronautico della Fiat: dal biplano Fiat-
za e interesse non solo per i modelli Farman 5B, motore Fiat A 10, al mo­
espqsti, ma anche per i dati e le notizie derno G 80, dai motori a pistoni ai mo­
necessari ad ogni buon navimodellista derní motori a reazione, di cui vi sono
per avere un quadro completo della na­ alcuni esemplari al naturale e sezionati.
vigazione nel mondo dalle origini ai Fra i motori sono presentate molte
giorni nostri. applicazioni per naviglio minore e da
Dalle rotte di Ulisse e di Enea alle diporto: dai fuoribordo agli entrobordo
navi di Nemi e alle navi Vichinghe, dalle nazionali ed esteri fino a 115 HP.
prime navi a vela alle galere venete, dai
Un ampio padiglione ě dedicato al-
bastimenti del periodo aureo della vela
Palluminio e alle sue applicazioni, e am­ isole dell’arcipelago delle Hawai; carat-
ai vascelli, dai primi esperimenti di navi
pio spazio vi ě per il naviglio da diporto teristici esempi di quelli che i nativi
a vapore agli eleganti e finissimi « stea­
a vela e a motore. chiamano « Paikii » o « disegni di appro-
mers » della seconda metå del secolo
scorso, per finire agli imponenti tran­ Nella casa dei Cavalieri di Malta vi d o ». Alcuni di essi sono antichissimi,
satlantic! moderní e alle perfette navi ě la « Storia della navigazione», dalle mentre altri risalgono a uno o due se-
da carico per ogni specialita; in una serie primitive barche alle navi romane, nor- coli fa.
di modelli, particolari, grafici, illustrazio- diche, venete, ai vascelli genovesi e ve­
neti, alle potenti navi da battaglia del In ultimo dobbiamo. ricordare il pa­
ni al visitatore appare tutto il cammino diglione del navimodellismo, appannag-
compiuto dall’uomo, dalle prime epoche 17° e 18° secolo, fino alle fini e veloci
navi a vela del 1800 (Clippers; periodo gio della « Navimodel», con in esso no-
della storia marittima ad oggi.
Fra i padiglioni ricordiamo il primo: aureo della vela), alle prime navi a ruote tevoli lavori dei suoi allievi e soci, sia
« Napoli Marinara », sintesi delle attivitå e ad elica; interessanti per la loro fi- per quanto riguarda le imbarcazioni da
nautiche napoletane dall’epoca dei Du- nezza ed eleganza le navi passeggeri co- diporto a vela e a motore, che le navi a
chi (661-1130) a quella delle famiglie struite da Odero fu A., tipo Venezuela vela, i piroscafi, rimorchiatori eccetera.
(Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, (1868) di m. 103,7x12,6x8.8 Molto ben finito il modello di una Santa
Imperiali, Borboni, Napoleonidi, Savoia; In tale padiglione molto interessanti Maria e un veliero siciliano del secolo
1130-1946), per finire ai nostri giorni. scorso.
le impronte prese dai Petroglifici scoperti
Sale ricche di plastici, modelli, strutture,
riproduzioni delle veloci navi napoletane di recente lungo le coste delle principal! N. G.
dell’Ammiraglio Caracciolo; del primo
transatlantico italiano della casa Florio
(1882); di navi a vela e a vapore dal
1839 al 1900; e per finire i modelli delle
nuove motonavi della SPAN per il ser-
vizio nel golfo (T. 700; vel. 17 n odi/h).
Ricchissime di riproduzioni le sale ri-
•guardanti le navi delle maggiori com-
pagnie di navigazione italiane ed estere;
transatlantici, navi da carico, petroliere,
etc.
Altro gruppo di padiglioni di grande
interesse ě quello riguardante la mecca-
niea e i motori, con tutte le relative
applicazioni marittime; vi sono perfette
riproduzioni di navi (in sezione) dimo-
stranti le sale macchine, i comandi, i
motori, in tutti i loro particolari; da ri-
cordare poi gli « aiuti alla navigazione »:
elettroradio. radar, segnalazioni, elettro-
nica, eccetera. Interessante il confronto
fra il manovellismo di un cilindro 2 tem­
pi a doppio effetto, diametro mm. 650,
potenza HP 18.000 a 1600 giri, dei motori
Fiat montati sulle motonavi Cesare e Au­
gustus; e il manovellismo di un motore
Fiat 500.
La situazione del tonnellaggio delle
nostre navi, confrontata a quella del 1938
ě la seguente:
1954 1938
Navi passeg. emiste 649.932 1.009.705
» da carico secco1.949.732 1.884.152
» cisterna 1.032.604 440.581 Due aspetti della Mostra: in alto, una fedelissima riproduzione della S. Maria. Sopra:
ti speciali 50.826 40.683 una inquadratura del padiglione navimodellistico

1S1Ó
U n m o d e llo di rim o rc h ia to re

V “ A T L A S ,, D I P O R T O S A ID
Il modello che vi presentiamo ě quel- un braccio di sostegno che termina sul- la chiglia, prima dell’asse del timone.
lo del rimorchiatore Atlas di stanza nel e da ambedue i lati; poi si pone la Poichě vi ě una ruota di timone sul
Canale di Suez, costruito da MM. Renn- coperta e da ultimo il parapetto, in li­ ponte scoperto. a proravia, ě opportuno
oldson & Sons (Inghilterra), e avente stelli da mm. 1,5x4. in modo da otte- che il perno del timone vada a forzare
le dimensioni di m. 48,16 x9,75x5,18 nere la curva a poppa. neU’apposito tubo, e quindi lo si regoli
(immersione), un dislocamento di 1185 Il modello ha due assi deli’elica con agendo direttamente sul timone steåso,
tonn. e una velocitå di 13 nodi, fornita eliche a 4 pale; tali assi sono imbocco- oppure che abbia un rinvio in filo di
da due macchine Compound a triplice lati in 'due tubi porta asse pieni di va­ refe alla ruota suddetta; in tale ultimo
espansione, HP 3000, giri 110, pressione selina o grasso, per evitare l’eventuale caso, come anche nell’eventualitå del-
nelle caldaie kg. 12.7. Il modello ě stu- passaggio di acqua neU’intérno dello l’applicazione di un radiocomando, il ti­
diato por l’applicazione di due motori scafo; gli snodi fra asse e motore pos- mone deve essere molto sciolto. Usando
elettrici (Trix) o di una motrice a va- sono essere o cardanici o a « manovel- per i motori due Trix, ě opportuno porli
pore e del radiocomando, che lo rende la ». L’argano verticale di prua puo es­ in serie in modo che siano controrotanti
particolarmente fedele al velo. sere realizzato in faggio tornito e po; (ambedue all’esterno) e quindi collegar-
La costruzione non ě difficile: lo sca- brunito, le ciminiere in lamierino di ot­ li ad una serie di 4 pile piatte (totale
fo é a ordinate e fasciame, le sovra- tone da mm. 0,4 oppure in balsa se- 18 volts), per ottenere una maggiore po-
strutture sono in compensato da mm. 1, miduro; il piano del ponte su cui pog- tenza ě consigliabile che i motorini sia­
listelli e ottone. giano le ciminiere ě levabile, come pure no azionati da due serie di 4 pile piatte,
Chiglia in compensato da mm. 5 (fag- il grosso boccaporto verso poppa, per poste in. parallelo.
gio), ordinate in comip. da mm. 3 al- consentire l’ispezione ai motori.
Naturalmente, ponendo lo scafo in ac­
leggerite come da disegno, paramezzale I tubi porta assi delheliche passano
attraverso gli appositi fori delle ordi­ qua, occorre tarare le eliche, perchě dif-
in listello da mm. 3x10, da sistemare
nate, e quindi attraverso le due sagome ficilmente spingeranno ambedue nello
incollato sulla chiglia dopo avervi po­
in compensato da mm. 3 poste all’in- stesso modo; occorre quindi prima pro-
sto le ordinate; fasciame in listelli di vare a cambiare di posto alle eliche
tiglio da mm. 2x7, coperta in comp. da terno del fasciame e poi riempite di col-
lante e stucco; la parte esterna di essi stesse, e poi, nel caso, limare Pelica che
mm. 1 o listelli mogano mm. 1,5x5. Il
avrå una piccola piastrina di lamierino spinge di piu.
fasciame si pone a cominciare dall’orlo
al tubo stesso, e poi all’estremitå esterna da 4/10 attaccata al fasciame e saldata n.g.

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g o c c i a e s e m ig o c c ia , c a r ta seta a m e r ic a n a forte diesel del momento con i 166,666 km. raggiunti
e J a p tissu e, d e c a lc o s c iv o la n ti, v e m i c i , b a lsa alle « Giomate Aeromodellistiche Ambrosiane ».
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