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61modellismo August 1954
61modellismo August 1954
Allievi Fiat
Μ Ο V O
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ΐΆ ί\ ^ α ϊό 4 4 ί - V ia C o n c ilia z io n e , 7 4 - C om o
MODELLISMO CON S U N T IVO
L’Aero Club d’Italia ha pubblicato re- gna dire che un notevole sforzo ě stato
centemente una relazione sull’attivitå compiuto per l’invio delle squadre na
svolta nel 1953. zionali ai Campionati del Mondo, che
RI V 1ST A M E N S ILE Naturalmente, pensiamo che la parte hanno permesso di stabilire la « quota »
che piu interessi i nostri lettori sia quella raggiunta dall’aeromodellismo italiano.
ANNO X - VOL. VI - NUM. 61 riguardante l’aeromodellismo. I dati in Ma un vanto non meno grande deve
AGOSTO 1954 essa contenuti possono ritenersi senz’al - andare agli Aero Clubs periferici. che
tro soddisfacenti: tra i vari Aero Clubs formano materialmente gli aeromodelli-
D ir e t t o r e :
federati sono state istituite 63 scuole di sti. A quegli Aero Clubs che con la
OASTONI MARTINI
aeromodellismo, con piit di 1500 allievi passione sopperiscono ai mezzi, ancora
iscritti, di cut circa 700 hanno ottenuto deficitari, e oscuramente lavorano, e or-
Dlrez. Redaz. Ammin. Pubblicita l'attestato. Altrettante sono state le li- ganizzano gare, raccogliendo nella loro
cenze sportive rilasciate, cid che dimo- cittå gruppi sempře piit numerosi di ae-
V i a V e s a l i o, 2 - R O M A romodellisti entusiasti.
Cano, via Nomentana, 30) stra come, anche in Italia, le gare non
sono piu disputate da uno sparuto grup A questi Aero Clubs, che da Treviso
T e le fo n o N . 8 Í2 .79 6 a Palermo, da Genova a Bari, manten-
pe di concorrenti.
Per quel che riguarda, quindi, la parte gono in vita il nostro aeromodellismo,
TARIFF! Dl ABBONAM1NTO
organizzativa, bisogna dare pieno rico- vada il materiale incoraggiamento del-
I T i L I» : 12 N.rl L. 2.000 - 6 M.rl L. 1.100 l’Aero Club d’Italia!
noscimento alla volontå dell’Aero Club
ESTERO: 12 N.rl L. 3.000 - 6 ».ri L. 1.800
d’Italia, volontå che, finalmente, si é con- Anche quest’anno Vattivita aeromodel-
TARIFF! Dl PUBBLICITA cretata in favore delVaeromodellismo. listica italiana si ě iniziata sotto i mi-
1 pagina L. 35.000 1/4 pagina L. 10.000
gliori auspici. In campo internazionale.
Giova anche soffermarsi sulla parte e stato conquistato un brillante quarto
1/2 „ „ 18.000 1/8 „ „ 5.500
« tecnica » dell’attivitå dell’Aero Club di posto al Campionato Mondiale Veleggia-
D is trib u z io n e : M E S S A G G E R IE N A Z IO N A L I Italia. Innanzi tutto un decisivo contri- tori, e un primato mondiale di veloritå
V ia dei C ro c ife ri 4 4 - Roma buto alla preparazione dei giovani ae- ě stato assicurato alVItalia.
romodellisti é stato portato dalla crea- Sempře migliori le gare nazionali: cen-
A u to r, del T rib u n á le di R om a n. 2233 del 7-7-1951 zione della categoria « Juniores ». tocinquanta concorrenti a Milano alla
Slabilimento T ip o -lito g rafico U. E. S. I. S. A .
V ia IV N ovem bre, 149 - Roma
Per la prima volta abbiamo visto schie- « Coppa Lamberto Rossi », quasi altret-
re di giovani affiancarsi nelle gare agli tanti alia « Coppa Arno » a Firenze, his
elementi piu anziani, a coloro che veni- sat ben riuscite la « Coppa Supertigre »
vano considerati campioni imbattibili, e le « Giornate Ambrosiane», entrambe
esseri con i quali i giovani non potevano riservate ai modelli V.V.C. Da un punto
S O Μ M A R 1O neanche cimentarsi. E per la prima volta di vista tecnico, buoni tutti i risultati,
tanti giovani campioni sono venuti alla specialmente se si tiene conto d°i re-
Consuntivo....................... Pag. 1787 ribalta delle gare nazionali, tante affer- centi cambiamenti della formula.
mazioni sono state da essi conquistate. Ci auguriamo un ottimo Concorso Na
Un tele classe A: Io
« Speed King », di A. Prati » 1789 All’Aero Club d’Italia resta il vanto zionale e, se quest’anno sono mancate
di aver saputo disciplinare Vattivitå ae- alcune delle maggiori competizioni in-
Un nuovo punto di vista romodellistica nazionale, brillanterne nte
sulle prestazioni dei mo- ternazionali, pensiamo che Vanno ven-
» 1790 conclusasi con un ottimo Concorso Na turo sia veramente « quello buono » per
tori? ....................................
zionale, disputatosi in quel di Reggio portare alVItalia un titolo di Campione
Un veleggiatore A 2: il Emilia.
» 1793 del Mondo.
« Kon Tiki », di P. Nironi Anche in campo internazionale biso- G.
Un carrello comandato, di
P. Capriolo....................... » 1794
Un veleggiatore Junior: L’Aero Club di Catania ha bandito per i giorni 27-28-29 Agosto 1954 la quarta
il « Baby G. S. 11» di edizione del « PREMIO ETNEO > gara a carattere interregionale per modelli a
» 1799 volo libero.
G. S im o n e tti..................
Gli organizzatori sono stati ben lieti di arricchire di nuovi premi la compe-
Ancora sul radiocomando, tizione, stanziando un monte premio complessivo di L. 165.000, oltre a varie coppe,
di R. Cassinis.................. » 1800 messe in palio da Enti.
Il radiocomandato < Sky-
king», di B. Ambrogetti » 1801
La Mercedes 2500 f. 1 . '. 1805
La costruzione di una ca-
la n d r a ................................ » 1806
Una cabina di comando
per il plastico ferroviario > 1809
Vagoni viaggiatori di tipo
aerodinamico.................. » 1810
Motoscafi al pilone e forza
centrifuga ....................... » 1812
Raduno navimodellistico a
R a v e n n a ........................... » 1814
La mostra della naviga-
zione a Napoli.................. > 1815
II rimorchiatore < Atlas » » 1817
IN COPERTINA:
Vn bel modello di velocity classe C,
presentato da una gentile appassionata Il P-38 « Lightning» costruito da Pellegrino Capriolo di Salerno, munito di carrelli
retrattili. di cui pubblichiamo la descrizione nell’interno
178Ϊ
UN MODELLO Dl GRAN GLASS
L O “ S P E E D K IN O ,,
TELE DA V E L OC I T Å CLASSE A DI A M A T O PRATI
Vincitore alle “ G iorn a te A e r o m o d e llis tic h e Ambrosiane „
Detentore del primato mondiale di velocitå con 190,476 kmh.
Abbiamo il piacere di presentare sul triangolo, piegata, per ottenere l’alli- za. Il serbatoio ě del tipo a pressione.
la nostra Rivista questo modello, giå neamento con i cavi; il rinvio al ti- Da notáre che, per ottenere la mas-
reso famoso dalla brillantissima affer- mone ě ottenuto con filo di acciaio ar- sima leggerezza, la finitura viene effet-
mazione conquistata alle « Ambrosia monico da 1,2 mm. Il profilo alare ě tuata con semplice lucidatura con col-
ne » 1954. un biconvesso simmetrico di spessore lante ed antimiscela a finire. E’ percio
Infatti, come i lettori giå sapranno. 12% (un po’ elevato a causa del forte essenziale che la costruzione sia effet-
avendone noi dato notizia nello scorso allungamento), calettato a 0°. tuata con la massima cura, per non la-
numero, lo « Speed K in g », non pago I piani di coda, di forma simile a sciåre discontinuitå.
di aver conquistato la vittoria nella quella dell’ala, sono ricavati da com Ed ora terminiamo augurando ai let
classe A alle suddette gare, alla piú che pensate di betulla da 2 mm., ed hanno tori che vorranno cimentarsi nella rea-
rispettabile velocitå di 176,470 kmh., un diedro di 8°. La parte mobile ě solo lizZazione di questo modello la miglio-
realizzava dopo la chiusura dei lanci dal lato interno alla rotazione. re riuscita, ed dl raggiungimento dei
un formidabile « exploit », raggiungen- La deriva, secondo le piú recenti ten- p iú . brillanti risultati, che, se la costru
do la fantastica velocitå di 190,476 kmh., denze, ě completamente abolita. zione sarå stata eseguita a regola d’ar-
veramente tale da far « girare la te II motore ě un G 20 Speed. Natural- te, non mancheranno certamente.
sta'». sia in senso metaforico che in mente per ottenere i migliori risultati Ecco le caratteristiche principal] del
senso proprio, al pověro pilota, costret- deve essere ben rodato, ed usare m i- modello:
to, con i cavi della classe A, a girare scele nitrate. Il fissaggio alla fusoliera Lunghezza f.t. cm. 33
come una trottola . intorno al pilone. viene effettuato con le solite quattro Apertura alare » 27,5
Si tratta insomma di un modello di viti, che si impegnano in due blocchet- Superficie alare dmq. 1,12
classe eccezionale, le cui doti, accop- ti riportati nella fusione del semiguscio Superficie piano di coda » 0,43
piate a quelle dell’ottimo motore G. 20 inferiore. L’asse ě calettato di mezzo Peso totale gr.240
Speed, rodato e messo a punto da un grado verso l’esterno della circonferen- L. K.
esperto come Prati, hanno permesso la
magnifica prova, che ha assicurato un
primato mondiale all’Italia.
Passiamo ora alla descrizione:
La fusoliera ě costruita secondo la
moderna tendenza; cioě semiguscio in-
feriore metallico, ricavato in fusione di
electron, e finito con lima e cartave-
trata, e semiguscio superiore, che porta
incorporate l’ala e i timoni, ricavato
da un blocco di balsa duro. La cappot-
tina é costituita da due fiancate in com
pensate di betulla da 1 mm. e da un
tettuccio in balsa, che lascia scoperta
la testa del motore. Due piccole aper
ture anteriore e posteriore assicurano la
circolazione dell’aria.
L unione dei semigusci ě realizzata
con un niples che si avvita, da un foro
praticato nella cappottina anteriormen-
te alla testata, su un’astina filettata sal
data ad una squadretta metallica, a sua
volta fissata con due viti al carter del
motore. Un’ altra vite attraversa il se
miguscio inferiore, circa a metå fra
Pala ed il piano orizzontale, e si im-
pegna in un dado fissato ad un bloc-
chetto di legno duro incollato al se
miguscio inferiore. Infine uno spinot-
tino metallico in coda ne assicura il
perfetto allineamento,
L’ala ě fissata in posizione sopraele-
vata rispetto all’asse di trazione. Essa ě
piuttosto allungata, di forma trapezoi-
dale con estremitå tronche.
Strutturalmente ě costituita da tre ta-
volette di balsa, di cui quella di mezzo
porta le scanalature per il passaggio
dei cavi di comandb, in acciaio armo-
nico da 0,8 mm. Nella parte centrale
l’ala ě rinforzata con un longherone di
faggio, al quale viene fissata la squa Amato Prati. instancabile motorista, awia il G 21 di Marcenaro alle Giornate Ambro
dretta di comando, del solito tipo a siane 1954. Natoraimente non fli manea l’inseparabile baschetto
1789
UN NUOVO PUNIO Dl VISTA SULLE PRESTAZIONI DEI MOTOR!?
Crediamo che molti dei lettori di Mo- delle indagini piú accurate, i tecnici di graduato fino a raggiungere I’equilibrio,
dellismo conosceranno, o per averla letta « Aeromodeller » si misero alia ricerca e leggendo il valore risultante sulla
personalmente, o per averne sentito par- del tipo di dinamometro che fosse piú scala.
lare, la serie di analisi di motori chc adatto allo scopo, e fornisse dei valori Una caratteristica interessante di que
la noia rivista inglese « Aeromodcller » precisi nel campo delle potenze in esame. sto dinamometro ě che variando l’inten-
conduce mensilmente nelle sue pagine, Dopo lunghi studi la scelta cadde su sitå della corrente varia l’ effetto fre
e probabilmente molti avranno anche un tipo di « dinamometro a corrente nante sull’asse del motore, il che equi-
notáto che, nella maggior parte dei casi, indotta», appositamente progettato dai vale a cambiare l’elica.
la misura della potenza indicata per i signori Heenan e Froude, noti esperti Si possono cosi effettuare le misura-
motori presi in esame veniva piú o meno internazionali nel campo dei dinamome- zioni della coppia a tutte le velocitå di
a coincidere con quella dichiarata dalle tri, che fu realizzato con la massima rotazione senza dover arrestare e rimet-
Case costruttrici. precisione da Ron Warring ed E. Hook. tere in moto il motore, ma semplice-
Nel n. 56 di « Modellismo » riportam- Passiamo ora a descrivere il priricipio mente variando l’intensitå della corrente.
mo anche dalla suddetta Rivista un in di funzionamento di questo dinamometro, Seoondo « Aeromodeller » questo tipo
teressante articolo di Ron Warring, che che illustriamo nella figura. di dinamometro ě in grado di fornire
descriveva fra l’altro il sistema con cui Un rotore dentato, costruito con un risultati di notevole precisione (escluso
venivano effettuate le prove dei motori tipo speciale di ferro, viene collegato per i motori di cilindrata molto ridot-
e la misurazione della potenza. all’asse del motore che si vuole provare. ta, per i quali assume importanza la
Ora pero « Aeromodeller » ha iniziato Questo rotore scorre, con poca tolleran- inerzia del rotore). E’ percio interes
una nuova serie di analisi di motori, za, dentro un involucro cilindrico, il sante apprendere i risultati delle prime
usando un nuovo dinamometro a cor- cui interno ě costituito da un rivesti- esperienze effettuate con esso, tante piú
rente indotta, che vale la pena di de- mento di carbone, che puo essere col che esse apportano una vera rivoluzione
scrivere prima di esaminare gli scon- legato con una sorgente di elettricitå. nel campo delle potenze fornite dai mo
certanti risultati a cui si sarebbe arrivati. L’involucro é libero di oscillare lateral- tori.
Giå da tempo i tecnici di « Aeromo mente, e porta un braccio graduate.
deller » si erano resi conto che il sem- Infatti sono risultati valori di potenza
Quando il motore funziona fa girare corrispondenti all’incirca alia metå di
plice apparato da loro usato non po-
il rotore dentato. Nello stesso tempo una quelle che venivano precedentemente
teva portare a risultati molto precisi, corrente elettrica viene condotta al ri-
e ció perchě diversi fattori contribuivano dichiarate! ,
vestimento di carbone dell’involucro. Si Gli stessi tecnici di « Aeromodeller»
a falsarne i valori. I piú notevoli erano genera cosi un campo magnetico nell’in-
l ’effetto di scia dell’elica che, investendo confessano dj essersi sentiti imbarazza-
terno dell’involucro stesso, campo che ti di fronte ai primi risultati ottenuti,
lateralmente il cilindro del motore ed il viene tagliato dai denti del rotore, che
braccio misuratore, variava l’entitå della ma che, dopo un accurate esame della
provocano quindi correnti indotte che questione, sono giunti alia convinzione
coppia; nonchě la spinta di reazione pro- ne ostacolano la rotazione, determinando
vocata dallo scarico del motore (nella che i dati forniti dal dinamometro a
cioě un effetto frenante, che puo es corrente indotta dovevano per forza es
maggior parte dei casi posto in posizione sere regolato variando l’intensitå della
laterale). sere precisi, in quanto tutte le possi-
corrente. bilitå erano state esaminate, tutti gli
Pertanto i valori enunciati nella pre Cioě il rotore azionato dal motore esperimenti possibili erano stati effet-
cedente serie di analisi erano un po' tende a trascinarsi appresso l’involucro tuati, ma i risultati ottenuti erano sem
approssimativi, determinati su una base per effetto di attrazione magnetica, e mi- pře gli stessi; e che pertanto l’errore
di circa 0,1 CV. per ogni centimetro cubo surando la coppia di rotazione ■dell’in stava proprio nei precedenti dati che,
di cilindrata, base che corrispondeva piú volucro si ricava il valore della coppia determinati in modo piuttosto empirico,
o meno a quanto dichiarato dalle prin- sull’asse del rotore, cioě in definitiva erano stati presi per base in tutto il
cipali Case costruttrici, e ormai ritenuta della coppia fornita dal motore che lo mondo aeromodellistico.
universalmente accettabile. aziona. I primi due motori studiati con il
Senonchě, volendo avere a disposizio- La misurazione della coppia viene ef- nuovo dinamometro sono stati il K & B
ne un mezzo che consentisse di effettuare fettuata spostando un peso sul braccio Torpedo 15 e TOliver Tiger Club 1,5 cc.
Per il primo si ě ottenuta una potenza
massima di 0,142 CV., cioě circa la metá
di quanto si poteva presumere per il
motore con il quale la squadra ameri-
cana ha conquistato una brillante vit-
toria ai Campionati Mondiali dei Moto-
modelli. Il secondo invece ha fornito
una potenza massima di 0,12 CV., il che,
in base al nuovo orientamento, sarebbe
un valore molto alto per un motore da
1,5 cc., e starebbe a confermare le bril-
lantissime doti di questo motore, ben
noto per le sue affermazioni, principal
mente nel campo automodeHistico.
Insomma tutti i dati che hanno finora
circolato in merito alia potenza dei m o
tori sarebbero errati, secondo « Aero
modeller », la quale infatti, da un an
no a questa parte, cioě da quando era
giunta a questa convinzione, senza tut-
tavia avere ancora a punto il dinamo
metro per ricavare i nuovi dati precisi,
aveva pubblicato le analisi dei motori
senza le relative curve di potenza.
Certo questa asserzione ě assai gra
ve, in quanto smentisce tutti i dati for-
1790
niti dalle varie Case costruttrici di
motori, ma d’altra parte la serietå della
ionte da pensare che effettivamente le
cose stiano cosi. Infatti secondo « Ae-
rom odeller» quasi nessun fabbricante
di motori avrebbe affrontato le spese e
1’impegno necessari per mettere a pun-
to un dispositivo efficiente per la mi-
surazione della potenza, ma bensi, ba-
sandosi sulle velocitå di rotazione ot-
tenute con determinate eliche, avrebbe
ricavato dei dati approssimativi per
confronto con altri motori, per i quali,
a loro volta, era stato effettuato lo stes-
so procedimento. Quelle poche case che
avrebbero cercato di fare delle inda-
gini serie sulla potenza dei motori da
esse costruiti ne avrebbero ottenuto
valori molto phi bassi di quelli imma-
ginati, per cui, presumendo di aver com-
messo qualche errore, si sarebbero aste-
nuti dal renderli pubblici.
La versione ě attendibile, e sta alle
Ditte costruttrici di motor: di darne una
eventuale smentita. Ci farebbe placere
di sentire il loro parere· in merito.
Noi abbiamo riportato la notizia per-
chě l’ abbiamo giudicata di importanza
tale da non poter essere trascurata, an-
che se possono sussistere dei dubbi in
merito. Lasciamo quindi ai nostri let- Due interessantissime reaiizzazioni motoristiche dell'ingegner Augusto Serafíni, di
tori di dare alia questione 1’importanza Genova. Il motore di destra ě un quattro tempi con asse a camme in testa, di grande
che credono. Se avremo delle ulteriori potenza, adatto per automodelli; queilo di sinistra un due tempi con valvola d’aspira-
notizie ritorneremo sull’argomento. Pet- zione comandata; ambedue da 10 cc. di cilindrata
ora ci limitiamo ad aggiungere alcune
considerazioni personal!. le condizioni di rendimento volumetri- pensi ad aecettare le conclusion! cui ě
Finora non avevamo mai messo in co. (Di questo asserto ci si puó con- giunta <■Aeromodeller ». Comunque, co
dubbio le potenze dichiarate dai fab- vincere semplicemente confrontando le me giá detto, saremo ben lieti di sen-
bricanti di motori, pero piú volte ci era- potenze finora indicate per i motori di tire altri pareri in merito, e soprattutto
vamo sentiti sorpresi per i loro valori, piccola e grande cilindrata del nostro queilo delie nostre Case costruttrici di
in veritá altissimi se esaminati attenta- eampo). Pertanto il rendimento otte- motori, le quali potrebbero spiegare co
mente. Infatti per i migliori motori nibile dai nostri motori dovrebbe risul- me hanno ricavato ■; dati da loro finora
delle classi B e C venivano dichiarate tare piú basso di quelio ricavato dai dichiarati.
rispettivamente potenze di 0,7-0,8 e 1,4- motori di motocicletta, e la diíferenza Intanto la casa piú direttamente chia-
1,5 CV., corrispondenti a rendimenti di di miscela non puó compensare la forte mata in causa, e cioě la K & B Manu
circa 150 CV/litro. diversitá di cilindrata e di ciclo. facturing Company, produttric^ del Tor
Ora se facciamo un confronto con le Per chi non fosse ancora convinto pedo 15, e cioě del primo motore esa-
prestazioni fomite per esempio dai ti di ció citiamo un altro esempio, ripor minato con il dinamometro a corrente
pi piú moderní di motociclette da ccrsa, tato anche da /< Aeromodeller ». II mo indotta, ha giå espresso il suo parere
vediamo che un tale rendimento non tore N.S.U. 49, con il quale la nota Casa favorevole ai risultati ottenuti. Ecco in
viene mai raggiunto. Le Gilera ed M.’V. tedesca ha recentemente battuto i re fatti il testo di una lettera da essa in-
500, 4 cilindri, forniscono potenze di cord di classe sul chilometro e miglio viata ad « Aeromodeller »:
circa 60 OV., corrispondenti a 120 CV/ lanciato, a velocitå superiore ai 130 E' con il massimo interesse che leg-
litro. Si potrå obiettare che questi mo kmh., pur usando naturalmente misce giamo la lettera da voi indirizzataci,
tori devono per regolamento usare nor la libera (come ě consentito per i pri riguardo alia misura della potenza del
male benzina 80 N.O., mentre i mo máti) sviluppava semplicemente la po Torpedo 15 ricavata con il dinamometro
tori per modelli usano miscele libere, tenza di 3,4 CV., pari a 70 CV/litro. In a corrente indotta.
certamente piú potenti; ma si puó an- fatti la notevole velocitå ě dovuta so- « Ci congratuliamo vivamente per la
ehe rispondere che si tratta di motori prattutto al tipo della macchina (care- vostra organizzazione. Voi vi siete « rof-
a quattro tempi, dai quali notoriamente natissima e di sezione frontale ridot- ti il colio i), come dice il vecchio pro-
si puo ricavare maggior potenza. tissima, dato che il pilota é completa- verbio, ma definitiv ament e nella giusta
Infatti facendo un altro confronto fra mente sdraiato). direzione.
due motori di motociclette della classe Un’ultima osservazione che faremo ě « Da circa died anni, eravamo giunti
125 Sport, e cioě fra il Mondial ed il che se si applicavano i valori delle po alia convinzione che le quote di poten
Benelli Leoncino, vediamo che mentre tenze finora indicate per i nostri motori za pubblicate per i vari motori erano
il primo, con ciclo a qluattro tempi, alle formule di salita e di durata per i sbagliate ed esagerate di parecchio. Na
fom isce 12-13 CV., il secondo, con ci motomodelli, si ottenevano risultati turalmente noi, come iutte le altre Dit
clo' a due tempi, si limita a 9-10 CV troppo alti, tanto che per ricondurli te usavamo le quote jorniteci dalle va
(pari a 80 C V /litro); ed infatti il Mon nella normalitå bisognava presumere un rie imprese che effettuavano le prove.
dial 125 sviluppa una velocitå maggio- rendimento delie eliche molto basso. Cio almeno ci teneva alia pari con le
re, anche se, a causa della sua rr.ioore Invece dimezzando o quasi il valore altre marche.
tenuta alla distanza, ha 'dovuto, su ga della potenza si rimarrebbe in un cam- « Siamo d’accordo che era ora che ve
re di fondo, cedere al piú solido avver- po molto piú attendibile. nis sero pubblicate delle misure piú ade-
sario. In conclusione appare completamen- renti alla realtå, e jia m o molto felici
Un’altra osservazione da fare ě che te logico che i rendimenti ricavati dai che il Torpedo 15 sia stato il soggetto
la potenza non é strettamente propor- motori per modelli si aggirino intorno della vostra prima analisi di motori con
zionale alla cilindrata, ma bensi cre- ai 60-70 CV/litro, cioě 0,06-0,07 OV. il dinamometro a corrente indotta ».
sce un po’ piú di quanto non aumenti per ogni cc., e non 0,1-0,15 come finora Senza commenti!
quest’ul'tima, e ció perchě migliorano dichiarato; ed ecco perchě siamo pro- h. K.
1791
ηηηηη
I L V E L E G G 1A T O R E “ Κ Ο Ν -Τ ΙΚ Ι
di P A O L O NIRONI
Questo modello, progettato e costruito diagonali; vi ho quindi inserito le or ritte le centine, ě un 3x3 di balsa. Il
nell’inverno scorso, ha dimostrato fin dinate, montando infine i listelli late bordo ďuscita ě in balsa 4x20.
dai primi lancj ottime doti di stabilita, rali. Nelle ordinate che si trovano in Stabilizzatore - Profilo piano-conves-
specialmente sotto traino, ed una pla- corrispondenza dell’attacco alare va so spessore 6,5% calettato a 0". Centi
nata molto buona. praticato un opportuno taglio, per per ne in balsa da 0.8. Bordo d’entrata in
In sede di progetto ho cercato di ot- metterne l’inserimento nel traliccio fon balsa 3 x 5 . Quattro longheroni in bal
tenere una salita sicura ed una minima damentale. sa 1,5 X 3 (il primo e il terzo sono po
perdita di quota in virata: ho quindi Tutta la fusoliera ě coperta in balsa sti superiormente, gli altri due infe-
iimitato il piú possibile, compatibilmen- da 1,5. Particolare attenzione va posta riormente). Copertura in balsa da 0,8
te con una sufficiente robustezza, Xa nell’eseguire la copertura in corrispon dal bordo d’entrata al primo longhero
vista laterale della fusoliera, ed ho adot- denza dell’ attacco alare, dove due bloc- ne. Bordo ďuscita in balsa 3 x 12. Lo
tato un verticale piuttosto piccolo (che chetti opportunamente sagomati com- stabilizzatore poggia su due piastrine
in pratica si ě dimostrato piú che suf pleteranno il raccordo. in compensato fissate alla fusoliera.
ficiente). In questo modo viene note- Il muso ě in balsa ed il pattino in Ricopertura e finitura - Ali e stabi
volmente diminuita la sensibilitå alla compensato di betulla da 3 mm. La lizzatore sono ricoperti in carta silxspan
raffica laterale, con vantaggi non in baionetta, fissata alla sesta ordinata con e verniciati con varie mani di collante
different! sia sotto traino che In pla- due bulloncini, ě in durall da 2 mm. diluito e di nitro trasparente. La fuso
nata; d’ altra parte, essendo il verti Ala. - Il profilo ě il solito NACA 6409, liera ě verniciata dapprima con collan
cale piuttosto ridotto, la perdita di quo modificato specialmente nella curva in te diluito, scartavetrando fra una manb
ta per scivolata d’ ala risulta quasi tra- feriore per aumentarne la concavitå; lo e l’altra, e quindi con nitro trasparente.
scurabile, specialmente tenendo la vi spessore ě del 7%. L’ala ě calettata a CENTRAGGIO
rata piuttosto larga. 2" 30’. L’originale ě risultato centrato fra
Col modello discretamente centrato e
Alle estremitå l’incidenza si annulla il 55 e il 60% della corda con l’ala a
all’ultima edizione della « Coppa Ros
ed il profilo si evolve in piano-conves- 2" 30’ e lo stabilizzatore a 0°.
si ». Era la prima volta che prendevo
so assottigliandosi. Le centine sono in Per l’ antitermica con incidenza di 35“
parte ad una gara (ho conseguito l’at-
balsa da 1,5. Il bordo ďentrata ě for e di 45" non ho ottenuto una rimessa
testato solo nel novembre scorso), e cre
mato da due listelli in balsa, posti come sufficientemente pronta. Mi ě stato con-
do di poter essere in parte scusato se
indicato nel disegno e sagomati in ope sigliato di provare con 30“ di incidenza
solo dopo tomato a casa mi sono accor-
ra. La parte anteriore dell’ala ě· coperta ma, avendo perduto il modello, non ho
to che, essendosi scollato uno spessore,
superiormente con balsa da 1,5. Il primo potuto farlo.
10 stabilizzatore risultava ad incidenza
longherone, a L, ě composto da una Per finire consiglio di dotare il mo
notevolmente positiva.
soletta in tranciato di pioppo da 2 mm. dello di un dispositivo di virata, di-
Cosi, dopo un lancio di prova di 2,55” ,
e da un listello 3x3, di tiglio, e nel venuto ormai di uso quasi generale.
in gara segnavo tempi molto modesti,
tratto centrale ě irrobustito con com Se costruito con cura, questo modello
classificandomi solo al 26" posto.
pensato da 1,5. Il secondo longherone, non mancherå di darvi belle soddisfa-
Alla « Coppa Arno », dopo un primo
che ha il solo scopo di mantenere di zioni. PAOLO NIRONI
lancio di' Γ 59” 7/10, a causa anche
della virata troppo stretta, conquistavo
11 1“ posto, segnando due pieni al terzo
e quarto lancio.
Con questo modello ho poi parteci-
pato ai Campionati Mondiali in Dani-
marca piazzandomi al quarto posto, ma
ho dovuto effettuare gli ultimi tre lanci
col modello di riserva, avendo perduto
il « Kon-Tiki ».
DATI CARATTERISTICI
Apertura alare cm. 167
Lunghezza f.t. » 126
Superficie alare dmq. 28,50
Superficie impennaggio oriz-
zontale » 5,00
Peso totale gr. 415
cosi ripartito:
Ali gr. 130
Fusoliera » 120
Stabilizzatore e
derive laterali » 20
Piombo » 145
DATI COSTRUTTIVI
Fusoliera. - L’ossatura ě costituita da
quattro listelli di tiglio 3 x 3 e da 20 or
dinate, di cui le prime otto sono in com
pensato e le altre in balsa. Per la co-
struzione ho formato dapprima un tra-
liccio fondamentale coi listelli superio
re ed inferiore collegati con traversini Paolo Nironi presenta il.suo «Kon Tiki » dopo la vittoria alla «Coppa Arno»
1798
UN INTERESSANTE DISPQS1TIVO
P E R R JP R O D U Z IO N I T E L E C O N T R O L L A T E
UN C A R R ELLO C O M A N D A TO
di PELLEGRINO CAPRIOLO
Coloro che, nel campo dei re e riuscire il carrello di sitivo, che ha dato ottimi ri-
modelli telecontrollati, prefe- un modello telecomandato, sultati, permettendo il rientro
riscono le belle riproduzioni, mediante una semplice strap- contemporaneo di tutte e tre
troveranno oggi, su queste co- pata ad un terzo filo, che si le ruote, nonchě la loro fuo-
lonne, un particolare che po trova tra i due cavi di co- riuscita al momento deli’atter-
trå dare maggiore realtå alle mando. raggio .
loro costruzioni. II « Lightning », che si ve Benchě i carrelli siano mo-
Presentiamo infatti un di- de in fotografia, ě stato ap- bili, non vi ě alcun timore che.
spositivo capace di far rientrn- punto munito di questo dispo- con Purto contro il suolo, pos-
1794
ne di questo dispositivo ě ab-
bastanza complessa, ma, data
la novitå, riteniamo opportu-
no illustrarla.
Nelle sue linee generali, il
dispositivo ě formato da una
carica, ricavabile da qualsiasi
sveglia, da un arresto, coman-
dato dal terzo filo, e dai vari
assi, che collegano la carica
centrale ai carrelli laterali.
CJuesti pure richiedono una
costruzione particolare e abba-
stanza complessa, ma con un
po’ di pazienza e un po’ di
tempo si superano tutte le dif-
ficoltå. Chi si dedica alle ri-
produzioni, non ě, in genere,
persona da farsi scoraggiare!
Nel caso de'l « Lightning »,
la carica, che fa muovere tut-
to il dispositivo, ě alloggiata
nella gondola centrale, colle-
gata al longherone e a due
centine alari, opportunamente
rinforzate. I carrelli sono an-
ch’essi collegati al longherone
alare.
Passiamo quindi ad illustra
re la costruzione ed il funzio-
namento del dispositivo.
1795
La carica, come si ě detto, si
ricava da una sveglia, utiliz-
zandone alcuni pezzi. Tenendo
presente la figura 1, vediarao
come la ruota 1 e la 3 si la-
sciano cosi come sono giå di
sposte nella sveglia. Alla ruo
ta 1 rimane annessa la spi
rále di caricamento. La 2 ě
identica alia 3, o di diametro
maggiore, mentre per la 4 e la
5 si utilizzeranno parti della
suoneria della sveglia. All’asse
della 3, va saldata la 8. Per
porre i pezzi 3, 4, 5, si forano
opportunamente i supporti. La
2 ě saldata abbondantemente
ad un tubo di ottone di 4 mm.
di diametro, al quale ě fissato
il comando di arresto, che nel
la figura ě indicate col η. 6.
La leva di arresto 7, fa cer-
niera sull’ asse della 3 e bloc-
ca la 4 median te la 16, per
azione di una molla di ri-
chiamo. Detta leva ě coman-
data da 6 mediante 13.
La levetta 14 viene azionata
dal terzo filo e, sollevando la
7, mette in mote la scarica.
II funzionamento avviene
nel modo seguente: il terzo fi
lo solleva la 7, mediante 14.
La 4, liberate, permette la ro-
tazione di 10, mentre la 5 ral-
lenta la scarica. Quando 1’asti-
na 13 della leva '7 si trova in
corrispondenza dei tagli del
comando 6, la leva 7 scatta,
bloccando 4. A questo istante
l’albero 10 ha compiuto mez
zo giro, la manovella 11 ha
percorso il doppio della sua
distanza dall’ asse dell’albero
10 (distanza necessaria ad ef-
fettuare il rientro ed eguale
alia distanza AB di fig. 2).
Tirando ancora il terzo filo
si ha un nuovo arresto nella
posizione fuori, esattamente
dopo mezzo giro, e cosi via.
Basta percio azionare il ter
zo filo e lasciarlo quasi subito,
perchě la manovra avvenga au-
tomaticamente. E’ poi eviden
te che una volta scattato l’ar-
resto, ě impossibile porre in
moto il carrello senza tirare
11 filo, e inoltre, data la spe
ciale costruzione dei carrelli,
in atterraggio non puo veri-
ficarsi il rientro di questi.
La ruota anteriore viene
azionata da 11, mediante la
biella 9.
Le due rubte laterali sono
invece azionate dall’albero 10,
che attraversa le semiali fino
alle gondole.
Tutto il complesso del car
rello viene fissato su apposite
guance di compensato, co-
struite a scconda della ripro-
FIG -
17í>6
incastrano, poi, le ordinate an
terior!. 1
Le guance, sostenenti le
ruote principali, sono fissate
al longherone, e reggono le
ordinate delle gondole.
Questi particolari devono
essere disegnati accuratamen-
te e studiati caso per caso, a
seconda del modello.
La biella 9 ě costruita con
un filo di acciaio e un tubo
di ottone, scorrevoli 1’uno nel-
l’altro. L’albero 10 é unito
alle manovelle 15 con un tubo
di ottone da 5 mm. (con even-
tuali giunti cardanici se non
ě possibile porre l’albero 10
e le manovelle 15 sullo stes-
so asse).
A montaggio ultimate, dopo
verifies del funzionamento, si
aprono tutte e tre le ruote e
si salda la biella 9 nel punto
indicate, e 1’albero 17 con le
manovelle 15 e con l’ albero 10.
Fatto ciö si prova il funziona
mento del complesso e si ri-
veste la parte ancora scoperta
del modello.
I Infine occorre adattare i
portelloni. Essi sono richiama-
ti da mollette e sono aperti
dalle stesse ruote nella fase
di uscita. Particolare cura va
1797
-f-
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APERTURA ALARE m m .1250
LUNGHEZZA ET. » tOOO
SUB ALARE dmq. 15
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h—120
Un ottimo veleggiatore junior
I L “B A B Y G. S. 5!
di G IO V A N N I SIMONETTI
179»
ANCORA SUL RADIOCOMANDO
PRECISAZIONI E CONSIGLI
di RENATO CASSINIS
1800
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LA VITA SCOLASTICA
RASSEGNA QUINDICINALE DELLA
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Questioni Giuridico - Economiche;
Arcobaleno: cantuccio di varietå lettera-
ria e scientifica.
Guida per i candidati ai Concorsi;
La Scuola pratica; didattica partico-
lareggiata delle varie Classi, della Scuola
Pluriclasse e della Popolare compilata da
valenti insegnanti;
Notizie Ufficiali;
Notiziario siciliano, ecc.
'ollaborano valenti uomini della Scuo
Un ottimo modello da allenamento per il radiocomando la; essa e giå giunta all’ottavo anno di vita
e le simpatie incontrate nella classe magi
strále ne hanno giå consentito una lar-
ghissima diffusione.
Quando iniziai ia progettaziöne di lavoro si popolo di nuovi arnesi e de- un modello del genere, una volta ulti-
questo modello, la mia esperienza pas licati strumenti di misura. Ma alloraYion mato vi ripagherå appieno dei vostri
sata non poteva essermi di alcun aiu- avevo che un’idea vaga di cosa fosse sudori.
to. Infatti provengo dal popolarissimo un circuito radio (ně adesso sono un
Passiamo ora alla descrizione:
campo dei « Telecomandati», e posso esperto!); per questo dovetti ricorrere
assicurarvi che da questi al « Radio-Co- ai lumi dei suddetti « Radiologhi», se ALA: La costruzione ě molto sempli-
mando » c’ě una notevole differenza. volevo portare a compimento la mia ope ce: si compone di 20 centine uguali di
ra. Anzi colgo qui Toccasione per rin- balsa da 2,5, della sagorna riportata nel
PRIMO: Il modello deve essere in graziare pubblicamente Mazzolini e
grado di effettuare degli ottimi voli pla- disegno. Unica particolaritå, come si pub
Cassinis per l’aiuto prestatomi. vedere, é costituita dal longherone uni-
nati, che saranno Tunica garanzia con-
tro le scassature del materiale, e con- Pero vi assicuro che, per quante fa- co, e posto esattamente sulTasse longi-
seguentemente contro quelle finanziarie. tiche debba costarvi la realizzazione di tudinale deU’ala.
SECONDO: Per questo genere di mo
dello il motore non ě la parte piú im-
portante (non si richiede infatti una po-
tenza eccessiva rispetto al peso totale),
ma, direi, ě un accessorio necessario.
TERZO: La parte radio, che richiede
una notevole dote di pazienza, non solo
per costruirla, ma anche per la delica-
tezza della messa a punto e per la diffi-
coltå di procurarsi il materiale neces
sario (a parte il costo!).
QUARTO: Bisogna tener presente che
in questo specifico campo la leggerezza
conta fino a un certo punto, e che deve
essere senza esitazioni sacrificata a van-
taggio della robustezza. Non sono piú
i 200 o i 300 gr. che voláno, ma i 1500
ed anche piú.
Quando per la prima volta mi trovai
a contatto col gruppo dei « R adiologhi»
romani (che avřete giå visto forse sulla
rivista), e li vidi all’opera intorno ai loro
bei modelloni, le intricate matasse dei
cavi dei miei U-Control se ne andarono
a finire subito nello sgabuzzino delle co
se messe da parte, e il mio tavolo da
1801
D A L L ’A U T O M O B IL E A L L ’A U T O M O D E LL O
RASSEGNA TECNiCO-SPORTIVA
F O R M U L A 1
Questa volta ě nostro desiderio far cedes-Benz, batte il record di Agello, quinta prova di campionato mondiale,
conoscere un tipo di macchina, la sua mentre nel 1938 Lang vince ancora Tri tormentato di curve, i rossi bolidi della
storia, la storia della sua stessa fabbrica, poli, dopo un indimenticabile duello con « Ferrari » si sonopresi la grande rivin-
bitre che presentarne il modello e fornire l’Alfa del grande Tazio Nuvolari. Poi cita, vincendo con 1’ argentino Gonzales
disegni e suggerimenti per la sua rea- la guerra, e le officine di Untertur Kheim ed occupando i primi due posti. Infatti,
lizzazione, e questo sopratutto nell’in- e Constadt sono letteralmente rase al se queste Mercedes F. 1 sono piu ve-
tento di accostare sempře piíi l’ automo- suolo. Sei anni dopo dalle risorte of loci in rettilineo, esse perdono in fre-
dellismo alia maggioranza, e di far co ficine Untertur Kheim e Sindelfingen e- nata, proprio per le alte qualitå aerodi
noscere a tutti gli appassionato quelle scono giá 4000 vetture al mese, ed ora, namiche, mentre le nostre « Ferrari » so
nozioni tecniche e quelle notizie che cer- dopo tanti anni di assenza ma di co- no piú agili e maneggevoli in curva. Lo
to non devono difettare a coloro che stanti studi, ecco l’argenteo bolide, della dimostra il fatto che in quest’ultimo cir
vogliono dedicarsi a questo vasto ed in- Mercedes ritornare sulle piste del mondo. cuito la Mercedes di Fangio ě giunta
teressantissimo ramo del modellismo. Questa la storia di questa grande Casa. quarta ad un giro, superata anche dalla
Per questo pensiamo di far cosa gradita Con poche parole abbiamo passato in Maserati. Le prossime gare diranno l’ ul-
ai nostri lettori, e siamo certi di riscuo- rassegna piu di mezzo secolo di lavoro tima parola.
tere il loro consenso, e se queste nostre e di progresso in campo automobilistico. Ed ora veniamo al modello. Il telaio
previsioni si avvereranno, pubblichere- Ed ora che il lettore si ě reso ben conto ě costituito da due tubi in ferro saldati
mo altri articoli che si dedichino com- di cosa era e cosa sia la Mercedes, pas- autogenamente; due traverse di ferro pa
pletamente ad un tipo di vettura, risa- siamo a parlare della macchina in que- r a lle l ne costituiscono l’elemento rigi-
lendo alia sua storia ed in breve alia stione. do, assicurando anche due solidi soste-
storia della sua fabbrica. La nuova Mercedes formula 1 si pre- gni per il motore. Le ruote anterior;
Abbiamo voluto dare la precedenza al senta esternamente con una carrozzeria sono indipendenti, sempře del tipo a
ia « Mercedes », oltre che per un sapore ottimamente carenata con parafanghi in- bracci oscillanti; la molla delle sospen-
di novitå, anche per puro senso sportivo, tegrali. Essa ě stata ufficialmente pre- sioni ě in acciaio di mm. 0,6.
dato che questa grande casa torna que- sentata il 17 febbraio u.s., ma gli studi I due supporti dei bracci oscillanti so
st’anno per la prima volta, dopo lunghi risalgono fin dall’ anteguerra, e precisa- no pure saldati autogenamente. I fuselli
anni di assenza, alle massime competi- mente al 1939.. Giå allora si collaudava delle ruote anteriori sono in acciaio da
zioni, dopo aver visto la complete sua una vettura avente le stesse caratteri- mm. 3 di diametro, e le ruote sono
distruzione immediatamente dopo la stiche aereodinamiche. Il motore ě un montate su cuscinetti a sfere RIV jEL 3.
guerra; segno questo dello sforzo e della 8 cilindri ad alimentazione atmosferica Il retrotreno ě formato da un asse da
ferma volontå di ripresa dei tecnici e ed iniezione meccanica, senza i classici mm. 6 di diametro, su cui sono montati
delle maestranze. carburatori; esso risulta sensibilmente gli ingranaggi conici, con rapporto 1:2.
Dunque, non sarebbe ragionevole par- inclinato, e la presa di utilizzazione di Anche qui abbiamo due bracci di spinta
lare dell’ultimo grande prodotto di que potenza ě al centro dell’albero a gomiti. per parte, in lega di duralluminio da
sta fabbrica senza ritornare prima alle La cilindrata ě di 2500 cc., il cambio, mm. 5. L’organo di sospensione ě co
sue origini. del tipo « Porsche », ě a cinque rapporti, stituito da due balestre, ottenute per so-
Sara utile ed interessante sapere che ed ě situato all’altezza del retrotreno; vrapposizione di lamelle di acciaio da
la « Mercedes-Benz» risultö dalla fu- i tamburi dei freni sono alloggiati al- 4/10 della larghezza di mm. 6 ciascuna,
sione avvenuta nell’anno 1900 tra le giå l’interno di essi. Il serbatoio, molto ca- mentre degli ammortizzatori ad olio,
esistenti marche « Daimler « e « Benz ». pace, ě disposto in coda. Le ruote, a idraulici, provvedono alia necessaria
II nome « Mercedes » derivb da quello raggi tangenti, hanno gomme da 5,50 morbidezza e all’irrobustimento delle so-
della signorina Jellinek, figlia del console per 16 all’avantreno e 7,00 per 16 al spensioni stesse. Il motore puö avere una
generale Austro-Ungarico, che allora retrotreno. La guida ě al centro, con cilindrata fino a 5 cc.
controllava tutta la produzione. poggiatesta profilato per il pilota e cru-
La prima costruzione tecnica di rilievo II telaio, specie se si vuol preparare
scotto degli strumenti disposto in posi- la vettura per esibirla in una gara, pub
della nuova marca fu la costruzione zione di ottima visibilitå. Queste le ca-
della «vettura benzo-elettrica, su disegni essere anche ricavato da fusione, con ul-
ratteristiche essenziali di questa inte- teriore . semplificazione. In questo caso
degli ingegneri Lohner e Porsche, ed una ressantissima vettura, che molti tecnici
delle prime vittorie Sportive fu quella dovremo ricavare il modello in legno'dal
ritengono poco adatta alle competizioni disegno, ed affidare il lavoro ad una
del G.P. dell’A.C. di Francia a Dieppe, in circuito, date le sue alte caratteri- buona fonderia. Le ruote saranno mon
vinto da Lantenschlager a 111,525 kmh. stiche aerodinamiche di vettura da re
di media. La stessa vittoria fu ripetuta tate su assi d’acciaio da mm. 6 di dia
cord; comunque domenica 4 luglio u.s., metro, e le ruote anteriori munite di
nel 1914 a Lione, proprio dodici giomi nel gran Premio di Francia a Reims, tamponi di gomma dura.
prima che scoppiasse la seconda guerra ha confermato le sue alte possibilitå, ar-
mondiale e che la Germania occupasse rivando prima con Fangio e seconda con Il motore pub essere montato in po-
il Belgio e la Francia. Kling ed aggiudicandosi quel gran Pre sizione orizzontale sotto il cofano, op-
Dopo ě ancora la Mercedes che sul- mio alia media di 186,638 kmh. Dopo pure in presa diretta con le ruote p o
l’autostrada Francoforte-Darmstadt bat quella gara, che ha destato molta eco steriori. Nella fusione stesssa vengono
te il record della classe fino ad 8000 cc., per la grave sconfitta subita dalle vet ricavati i supporti del motore e del ser
con la fantastica velocitå di 432,700 ture italiane, giå si parlava di crisi nella batoio. La carrozzeria, data la sua com-
kmh. Intanto il capitano Dieterle, con nostra « piccola » Industrie sportive, se- plessitå pub essere ricavata in due mo-
Papparecchio Heinschel a motore Mer nonchě nel Gran Premio di Silverstone, (continuazione a pag. 1807)
1803
DARE IM P O R T A N Z A A l DETTAG LI
FIG -1-
LA C O S T R U Z I O N E
DI UNA CALANDRA
PER RIPRODUZIONI
DI VETTURE SPORT Ferrari. M a s e r a ti.2000 . La n c i a . 3300.
1806
fetto estetico con poca spesa. Per rifi-
nire basterå portarlo da un cromatore;
la cromatura, o la ghiacciatura, gli farå
acquistare maggior valore e maggiore
estetica. Chi desidera ottenere un la
voro ancora piú completo, potrå aggiun-
gere, sempře saldandola a stagno, una
retina sottile d’ottone nella parte poste-
riore. Un altro piccolo particolare de-
|gno di rilievo puo essere quello del
finto foro di presa della messa in moto
a mano; esso ě costituito da un sem-
plice tubetto ďottone di lunghezza mi
nima, che va incastrato e saldato nella
lamella centrale verticale (vedi fig. 7).
Ed ora prima di finire vediamo i vari
sistemi di fissaggio.
Il primo e piú semplice ě quello da
effettuarsi su una carrožzeria in legno
seguendolo in due modi: o incastrando
Pintera calandra e fissandola con col-
lante, o disponendo due fori da mm. 1,5
e fissando con due vitine a legno sot-
tili. Su una carrozzeria ricavata da fu-
sione si pud mcastrare e fissare con
due viti a ferro di mm. 1 di diametro,
con sede di presa filettata sulla car
rozzeria stessa. Disponendo invece di
una carrozzeria in lamiera di alhiminio
battuta, bisognerå procedere con piú at-
tenzione, richiedendo il lavoro maggior
pratica. La calandra andrå incastrata
nella carrozzeria, questa porterå due
la realizzazione ed il montaggio di que- sono indicati con A e B, procederemo linguette con due fori che fungeranno
st’ultima, sarebbe meglio disporre di un al ftssaggio con una goccia di stagno da supporto a due viti a ferro da mm. 1-
modellino solido. Si comincerå col rea- alla periferia delle lamelle stesse, nel 1,5 di diametro munite di controdado.
lizzare quest’ultimo in balsa, ed una punto in cui esse toccano la com ice di Anche la calandra in questo caso do-
volta finito si stabilirå la sagoma, dato contorno. Per questa operazione occorre vra disporre di due linguette di sup
che la presa ďaria ě a forma tronco disporre di un piano molto preciso su porto, in corrispondenza delle due si
conica. Seguendone il contorno ricave- cui poggiare i pezzi prima della sal- tuate sulla carrozzeria.
remo una sagoma in carta, che ritaglie- datura. E per questa volta riteniamo ci sia
remo poi da lamierino di ottone, dopo Saremo cosi quasi giunti al termine; abbastanza lavoro per gli automodellisti
averne segnato il contorno (fig. 5). Una non resterå che eliminare le bavature forniti di buona volontå, che percio ri-
volta traforata quest’ultima, passeremo con alcuni leggeri colpi di lima. mandiamo al prossimo numero dove ri-
alla sua curvatura, e per questa opera- II lavoro in fondo non sarå risultato prenderemo questo interessante argo-
zione ci serviremo della sagoma in bal molto difficile, ed in compenso ci of- mento.
sa. Una volta curvata secondo la forma frirä soddisfazione ed un grande ef- GIUSEPPE CIAMPELLA
voluta, la salderemo in modo che, sfi-
landola dalla sagoma, otterremo una
specie di anello quasi ovale; entro que-
sto passeremo le lamelle incrociate che
in precedenza abbiamo preparato, effet-
tuando qualche ritocco se ce ne sarå
bisogno. Dopo aver incastrato uno den-
tro l’altro i due pezzi che in fig. 6 Lfl mGRCeDGS 2500 P. 1
(continua da pag. 1805) dime ricavate dal disegno si procederå
al lavoro di sagomatura dell’intero mo
di: da fusione, e per questo sistema, co dello. Una volta ultimato, questo verrå
me giå per lo chassis, occorre preparare lisciato con carta vetro, prima del n. 2
il modello in legno; quindi si eseguiranno poi 1 e poi 0 per rifinire. Si procederå
gli opportuni fori per i punti dove van- poi con molta cura, senza intaccare le
no fissati i particolari, nonchě gli or- parti esterne, allo svuotamento dell’ in-
gani di comando e manutenzione del terno della carrozzeria. Ultimato questo
motore. La carrozzeria cosi realizzata, lavoro si procederå all’intaglio delle par
una nuova pulita, limata e ben lisciata, ti su cui verranno montati la griglia
va stuccata e verniciata a spruzzo alia del radiátore, il posto del pilota, il co-
nitro, color alluminio (essendo La vet- fano ecc. La realizzazione di questa car
tura tedesca di questo colore). Oppure, rozzeria in lamiera di alluminio battuta
specie nel caso di una semplice ripro- richiede molta pratica, ed un lavoro da
duzione, la carrozzeria si puo realizzare vero certosino, data la complessitå delle
in legno di cirmolo. Preparato un blocco linee della carrozzeria medesima.
delle opportune dimensioni, si stabili- Ed ora, amici lettori, ci sembra che
ranno i contorni delle superfici laterali, non ci sia altro da aggiungere, il di-
delle parti anteriori e posteriori, ed in scorso altrimenti ci porterebbe lontano.
pianta. Sj comincerå a tagliare i con senza lasciarci il tempo di metterci al
torni delle parti laterali, poi a sagomare ■lavoro... per questo per ora vi salutiamo,
la vista in pianta; sgrossato il pezzo con un arrivederci al prossimo numero.
con una sgorbia ed una lima, con delle G- C.
1807
Un a cabina di comando
per il plastico ferroviano
Un argomento che ě stato sempře poco trattato, e che sarå
completamente inedito per molti appassionati. ě quello delle co-
struzioni da realizzare per completare il piú possibile il pla
stico ferroviario, che tutti coloro che si dedicano a questo parti-
colare e tanto caratteristico ramo del modellismo, amano arric-
chire, perfezionare ed ampliare sempře piú. Proprio questo ě lo
scopo che si prefigge questo articolo che, se pur non pretende di
essere la manna del cielo per i trenimodellisti, certo potrå con-
tribuire a dare un’idea chiara dell’argomento che veniamo a
trattare, ed un discreto contributo di suggerimenti utili e di
consigli pratici.
Ciö premesso, passiamo subito ad esaminare la questione.
Si tratta di una costruzione si, ma non della stazione o della
fattoria di campagna, che a suo tempo descriveremo anch’esse,
ma di qualcosa di piú interessante e funzionale, di una costru
zione delle piú complesse ed utili che un plastico possa avere,
dato che anche al vero esse sono di capitale importanza, as-
solvendo il delicato compito di controllere e smistare il traf-
fico ferroviario nella rete, specie in prossimitå di stazioni. Dd-
rerno subito che si tratta delle « cabine di comando <> o di con-
trollo.
Dunque vediamo come realizzare una di queste cabine, at-
tenendoci il piú possibile alla sagoma di quelle veramente esi-
stenti. Il disegno giå ci fornisce un’idea esatta, non resta che
metterci al lavoro. Innanzitutto dal disegno si ricava un mo-
dello di carta, che va applicato su compensato da mm. 1,5. Si
tratta di riportare le quattro fiancate corrispondenti alle pareti
della costruzione.· Con un archetto da traforo taglieremo le
varie parti, traforando il compensato in corrispondenza dei
finestroni, in modo da ottenere la sftnestratura come indicato
nel disegno. Eseguita questa operazione, costruiremo con cura
un traliccio, che servirå da elemento di forza e da sostegno alle segnalazioni di cui una doppia con luce a due posizioni, rosso
fiancate stesse. Questo traliccio ě formato da listelli di tiglio e verde, ed una semplice ed uno scambio. Oppure due scambi
5 x 5 vertical!, ai quali, ad una altezza di 3-4 cm. dal suolo in serie e due segnalazioni, oppure due scambi ed una segna-
(del plastico) vanno incollati orizzontalmente, per tutte e quat lazione. Bisogna tener presente che ogni scambio necessita di
tro le parti, altri listelli 5 x 5 , che si incastreranno con quelli due pulsanti, uno che comanda lo spostamento a destra ed uno
vertical!, che fungono da pilastri di forza (fig. 1). Essi ser- per il ritorno a sinistra. Per chi voglia un numero maggiore di
vono da sostegno al pavimento, che lascia quindi nella. parte comandi, ě oyvio che si possono installere altri pulsanti, ma
inferiore un vano entro cui celare le connessioni. Inizieremo si consiglia di non superare il numero di sei per evitare com-
ora a montare la parete « A » con quella laterale « C », e sotto plicazioni.
il finestrone della parete « A » sistemeremo il quadro di con- E’ assolutamente necessario azionare un comando per volta
trollo. Questo porta dei fori (da due a quattro), che servono per non fare assorbire troppa corrente dal trasformatore, in
per l’ alloggiamento dei pulsanti di comando. quanto se si abbassasse troppo la tensione si verificherebbe il
Il trenimodellista stesso potrå a piacere abbellire e com caso che il treno in movimento rallenti troppo la marcia, quando
pletare questo quadro di controllo, con 1’aggiunta di finti stru- addirittura non arrivi a fermarsi; a meno che non si disponga
menti, voltometri ecc. Comunque, ě consigliabile sistemare sotto di due trasformatori separati. Lo schema elettrico ě meno com
ciascun pulsante una targhetta, con la dicitura che contrassegna plicate di quello che potrebbe sembrare, ed ogni buon trenimo
il comando con cui ě collegato. L’ampia apertura posta a fianco dellista giå saprå, secondo le proprie esigenze, come ricavare
del quadro stesso permetterå di azionare agevolmente i pul il suo. Comunque in fig. 2 viene presentato uno schema elemen
santi medesimi. Montate tutte le facciate e sistemata la base, tåre, per far ben comprendere il semplice funzionamento.
si passerå alia ricopertura del ťetto, che nella parte anteriore Eisaminiamo il caso in questione: dalla· presa a doppia po-
ě sfinestrato. Per le finte finestre basta incollare dalla parte in laritå partono due fili. Il primo ě in contatto diretto sia con
terna dei pannelli di rodoid, dopo aver sagomate le medesime. le segnalazioni che con lo scambio. Il secondo va a collegarsi
Sui lati delle quattro facciate vanno disposte ed'incollate ad un contatto di ciascuno dei quattro pulsanti situati nella
delle strisce ricavate da listelli 1 x 4 , in modo da dare un tono cabina. Il secondo contatto di ciascun pulsante ě in diretto col-
alia costruzione. Consigliabile ě anche il sistema di applicare legamento con il secondo contatto dello scambio e di ognuna
alle facciate stesse 1’ apposita carta stampata a mattoni color delle tre singole segnalazioni. Di conseguenza avverra che pre-
terra o rosso euro, che ě reperibile presso le ditte specializzate. mendo il pulsante n. 1 uniremo i due contatti, chiudendo il cir-
In questo modo si risparmia l’operazione di verniciatura e si cuito che ě in collegamento con l’elettrocalamita dello scambio,
ottiene un grande effetto estetico. Alla base della cabina si facendolo scattare; premendo il n. 3 chiuderemo il circuito della
puo incollare del finto pietrisco da massicciata o l’apposito mu- segnalazione n. 3 che si accenderå, e cosi via. Di conseguenza ot-
schio tritato, anch’esso reperibile in commercio. Questo per la terremo che per far deviare il convoglio azioneremo lo scambio
costruzione; come materiale dunque: compensato da 1,5, listelli col pulsante n. 1, poi daremo contatto col pulsante n. 3 alia
di tiglio 5 X 5 e di balsa 1 x 4 e 25 gr. di collante. Come attrezzi: segnalazione che darå via libera con la luce verde, quasi come
archetto da traforo, una lima, cartavetro n. 1 e n. 0 ed un sulle vere stradě ferrate.
tagliabalsa giå bastano. Insomma con una realizzazione semplice e interessante, che
Vediamo ora in breve l’impianto elettrico. richiede solo un po’ di pazienza, colpiremo i nostri amici.
Innanzitutto bisogna tener ipresente che con la nostra ca Pensiamo che questa costruzione vi sia piaciuta, e pertanto
bina di comando possiamo effettuare quattro manovre: le com- vi auguriamo buon lavoro, rimandando il seguito al prossimo
binazioni piú comuni e piú utili che possiamo avere sono: quat numero.
tro segnalazioni, di cui due a luce unica e due doppie; due GIUSEPPE CIAMPELLA
COME R E A L I Z Z A R E CON POCA FA TI CA
DEL MATERIALE ROTABILE PER LO S C A R T A M E N T O HO
Abbiamo visto nei numeri precedent! Questa volta si dirå interno a vagoni di Per i principianti e per coloro non
della Rivista come sia possibile realiz- linee aerodinamiche; vetture cioě di di pratici di lavorazione in metallo si con-
zare con poca spesa e fatica, specie per segno piú personale, che ognuno pub pro- siglia la realizzazione in legno; ě possi
i principianti, del materiale rotabile, con gettare e costruire secondo il proprio bile naturalmente. con i medesimi si-
gusto. Queste note saranno di indirizzo stemi, realizzare le carrozze in lamie-
particolare riferimento ai vagoni viag-
rino di ottone « cotto » da mm. 0,4-0,5 li
giatori di tipo classico e ai carri merci. sia per le forme che per le strutture. spessore. I pezzi da acquistare giå pre-
parati presso i negozi specializzati sono:
ruote, scocche carrelli o carrelli com-
pleti (a seconda se essi sono visibili o
meno), respingenti, ganci, soffietti.
Le misure, puramente indicative, di
tali carrozze ferroviarie per lo scarta-
mento HO sono:
1) lunghezza (senza respingenti) mil-
limetri 300-320;
2) altezza totale dalla rotaia millime-
trj 44-46;
3) altezza senza carrello mm. 39-40;
4) larghezza carrozzeria mm. 36;
5) distanza della coppia di respingen
ti· mm. 20;
6) altezza fiancata, inferiormente ai fi-
nestrini mm. 18;
7) altezza finestrini mm. 8-10;
8) altezza parte superic re con tetto
mm. 8-9;
9) diametro cerchio ruote mm. 9-12;
10) larghezza massima carrello (com
plete) mm. 27;
11) altezza ossatura carrello mm. 5-8;
12) lunghezza totale carrello (comple
te) mm. 45-50;
13) interasse carrello mm. 28-32;
14) distanza perni carrello dall’estre-
mitå del vagone mm. 30-40.
La numerazione corrisponde a quella
della fig. 1, ove ě rappresentato un va
gone di tipo aerodinamico, confrontato
con uno di linee piii classiche.
Prima di passare a descrivere la co-
struzione, ě necessario dire qualcosa in
torno alia forma della carrozza: i va
goni possono essere fatti su disegno a
piacere, a seconda del proprio gusto; a
titolo indicativo sono rappresentati in
fig. 2 alcuni modelli. I vagoni in que-
stione possono essere o piú bassi o di
altezza uguale a quelli classici: ;1 dia
metro delle ruote pub essere normale
(mm. 12) o piú piccolo, a seconda della
altezza del vagone: anche se modello,
esso deve essere il piú possibile rispon-
dente al vero, e quindi lo spazio per i
viaggiatori deve essere sempře conside
rate. Inoltre il carrello, come si rileva
dalla fig. 2, pub essere o esterno e visi-
bile, o coperto dalla carenatura; nel pri
mo caso si userå un carrello complete
acquistato presso una ditta specializza-
ta, nel secondo caso si userå una scocca
metallica (fig. 3), acquistabile o realiz-
zabile in lamierino da mm. 0.4. Circa il
carrello coperto da carenatura, ě neces
sario calcolarne l’ angolo di curvatura,
in rapporto alia curva del binario; quin
di, se le curve sono a raggio un po’ pic
colo, accorciare l’interasse del carrello
medesimo.
1810
In fig. 4 ě un disegno di un vagone, da mm. 2x2, in modo poi da avere una con carta abrasiva e acqua e infine una
dal quale si rileva la struttura; il telaio curvatura trasversale della fiancata piú. verniciatura alia nitro molto diluita. Puo
ě in compensato da mm. 2, le fiancate accentuate (fig. 13). Anche il rimanente realizzarsi anche un colore « metalliz-
sono in listelli spessi mm. 1, il tetto έ della fiancata, sotto i finestrini, puo es zato », aggiungendo al colore stesso un
in balsa sagomato, o a listellini; le fian sere curvo, come da fig. 14; in tal caso poco di nitro alluminio e poi diluendo
cate del vagone non terminano sul te adoperare in luogo del listello da mil- bene con solvente e mescolando. Even-
laio, ma proseguono verso il basso per limetri 18x1 listelli da mm. 18x2,5, poi tuali correntini longitudinali lungo le
formåre la carenatura inferiore della sagomati con carta vetrata fina. fiancate possono essere realizzati m li
vettura. Le fiancate medesime ě oppor Resta da parlare del tetto: ě consiglia stelli da mm. lx l messi in opera a va
tuno distino mm. 2 dal binario, e il loro bile la realizzazione in balsa da mm. 5 gone allisciato, poco prima della verni
margine inferiore sarå continuo se il o 6 sagomata. Il tetto puo essere incol- ciatura. Anche le cornici possono essere
vagone ha il carrello coperto, sarå in- lato al resto del vagone o incassato a realizzate in listelli da mm. lx l o in
terrotto, come da fig. 5, se il carrello forzare; in tal caso si fisseranno sotto di carta pesante o in impiallicciatura, e
medesimo ě scoperto. La posizione delle esso alcuni listellini trasversali da mil-
limetri 3x3. vanno anche esse sistemate poco prima
fiancate rispetto al telaio sarå data dopo
della verniciatura.
aver fissato al telaio stesso i carrelli; Per la finitura: carta vetrata, stucco
variera infatti a seconda che si usino diluito passato a pennello e allisciato NERINO GAMBITU
ruote da mm. 12 o 9 di diametro.
Particolare considerazione si dovrå
avere delle due estremitå del vagone,
dalla cui forma dipende l’eleganza delle
linee del modellino; se il vagone ha for
me curve ě opportuno che le due estie-
mitå siano sagomate da due o tre listel
lini piuttosto spessi (mm. 3-5) sistemati
come da fig. 6, in modo da ottenere la
forma voluta. I vagoni di tipo aerodi-
namico ě opportuno che abbiano i sof-
fietti rientrabili; per cio si consigliano
questi sistemi, il primo piú semplice e
piu adatto per la lavorazione in legnu, il
secondo piú completo, ma da prefeiirsi
nella lavorazione in metallo. Il pr:mo
sistema ě dato (fig. 7) da una piceola
parete che si pone al centro dell’estre-
mitå del vagone e che porta da una parte
il soffietto, e dall’altra la sagomatura; la
parete stessa ě sfilabile verso 1’alto e ri-
girabile in modo da portare il soffietto
all’esterno, se necessario, o di nascon-
derlo all’interno del vagone. L’altro si-
stema (fig. 8), da realizzare in metallo,
έ dato dalla parte centrale (in lamieiino
da mm. 0,4) formata o da un pezzo scor-
rente verso l’alto e l’ interno della vet
tura, o da uno o due pezzi scorrenti o
sui lati e all’interno, o aprentisi su pic-
coli cardini verso 1’interno della vettura,
in modo da lasciare uscire il soffietto,
che ě posto, come indica la figura, su un
pezzo di lamierino da mm. 0,8, il quale
ha in basso una linguetta orizzontale
che scorre su apposite guide all’estremitå
del vagone, e che consente di tirarc fm ri
il soffietto medesimo.
I finestrini si costruiscono, in ’egno,
con il sistema giá detto sul numero 58
della Rivista: montantini in listello spes-
so mm. 1, collegati superiormente, con
semplice incollatura o con incastro, me-
diante un listello da mm. 2x3 o 3x3. e
fissati dietro le fiancate del vagon° (fi
gura 9). La forma dei finestrini ě a pia-
cere; preferibile quella rettangolare con
base piu lunga dell’altezza.
Le porte possono essere fatte o a li-
vello della parete o leggermente piu al
l’interno di essa, come da fig. 10, e sono
costruite in compensato da mm. 1.
Le pareti del vagone possono essere o
verticali o leggermente inclinate in basso
e all’esterno (fig. 11); in tale caso ě
bene che nel vagone vi sia qualche ordi
nata trasversale che le mantenga in po-
sizione (fig. 12). La.parte inferiore delle
fiancate ě consigliabile sia arrotondata.
ed ě opportuno allora incollare all’inter-
no del margine inferiore un listeTHno
im
MOTOSCAFI AL PILONE E FORZA CENTRIFUGA
Un interessante studio scientifico su uno dei problemi piú importanti per i costruttori
di RACERS
In massima parte le gare di modelli ma la. forza centrifuga ě data da La velocitá necessaria per raggiun-
di motoscafi si effettuano ormai su un P v2 gere tale effetto sarå tanto piú piccola
percorso circolare, e l’importanza che F= m- ( 2)
tr S V r2 - h2 quanto piú piccolo sarå r e piú grande
esse hanno assunto negli ultimi tempi dove: m ě la massa del modello e g ě h. Per esempio con r = 10 m e con
ě tale che i vari problemi inerenti alia
l'accelerazione di gravitå che vale 9,81 h = 1 metro occorrerebbe una velocitá
realizzazione di modelli stabili, veloci. m /sec2
sicuri, sono stati sempře piu seriamente di 113 km /h circa. Con un cerchio di
e profondamente studiati. 100 m di perimetro, ossia r = 15,925 m,
Vogliamo qui studiare gli effetti del allora e con h — 1 m la velocitá occorrente ě
la forza centrifuga, in quanto ci sembra di 179,236 km/h.
che questo argomento non sia ancora E’ interessante notáre che velocitá
abbastanza chiaro per molti. Non ě in- maggiori non sono ottenibili (a meno di
da cui v == ----- !H A m /s e c =
fatti raro sentir parlare di portanza ae- h variare r oppure h) perchě ciö sarebbe
rodinamica, di pesi, di špiňte e contro-
impedito dall’emersione deli’elica dal
spinte, perfino della legge di Archimede, _ 3;6 V(r~ - h-) g (3)
allo scopo di paragonare fra loro le l’ acqua.
h
piú o měno note forze agenti sul mo Abbiamo dunque visto che a una čer
dello in moto, dimenticando bellamerite Sara questa la velocitá occorrente per
mantenere in moto nelle condizioni vo ta velocitá limite il modello non ha piú
quella pověra, ma non innocente, forza bisogno dell’acqua se non per permet
centrifuga, che gioca quasi sempře un lute il modello. Chiamiamola, per di-
stinguerla dalle altre velocitá, « velo tere all’elica di compiere il suo lavoro.
ruolo di grande importanza nell’ anda- In altre parole esso ha perso il suo pe
mento delle gare, essendo spesso arte- citá critica ». E’ da notáre che ě indi-
peftdente dal peso del modello. so inteso come pressione totale sull’acqua.
fice della vittoria o della « catastrofe ».
Il risultato ottenuto ě applicabile al 'Difatti delle due componenti del pe
Dobbiamo anzitutto dire che i rego- so P’ e P” la prima ě sopportata dal
lamenti di gara (vedi per esempio quel- moto reale del modello. Vediamo su-
bito che, potendo in qualche modo rag- cavo, la seconda ě perfettamente equi-
10 della M.P.B.A.) concedono ai con- librata dalla F” .
correnti di effettuare l’attacco del cavo giungere la velocitá critica, dati certi
al pilone a qualsivoglia altezza sul pě valori di h ed r, il nostro ben bilanciato Per velocitá inferiori questo non puo
lo dell’acqua, entro un massimo di un modello si troverebbe a viaggiare, se avvenire. Infatti allora diminuisce la F
metro. E’ appunto questa concessione mi ě permesso dire, « centrifugato » sen la cui espressione contiene v (ved. for
che fa entrare il piú delle volte in gio- za bisogno del sostentamento dell’ acqua. mula (2) ) quindi diminuisce la F” che
co gli effetti della f.c., ossia tutte le In altre parole noi lo vedremmo correre non puč piú equilibrare la P” . Segue
volte che 1’attacco del cavo al pilone completamente sollevato dall’acqua, con che la differenza P” — F” sarå il « pe
supera in altezza 1’attacco del cavo al la sola elica immersa, (se anche l’eli- so » del modello sull’ acqua (la P’ ě
modello. E vediamo il perchě. ca emergesse mancherebbe la spinta e sempře sopportata dal cavo).
In fig. 1 ě rappresentato il pilone AB. il modello perderebbe velocitá). La ricerca di questo peso apparente
In B ě attaccato il cavo BC di lunghez-
za r. AlTestremitá C del cavo ě legato
11 modello di peso P. Se questo ruota
nell’aria (caso puramente ipotetico per
ora) con velocitá costante v attorno al
pilone, esso si troverá sottoposto alia
azione di due forze nel piano che con-
tiene il pilone e il cavo: il p e s o P e la
forza centrifuga F. Altre forze che ne-
cessariamente agiscono sul modello sa-
ranno, in un piano normale a quello
considerato, la resistenza dell’aria e la
forza motrice che agisce sul modello. Ma
queste, ad una velocitá costante, si equi-
librano fra loro, e per ora non ci inte-
ressano.
Scomponiamo P ed F secondo la di-
rezione del cavo e la sua normale in C.
Ora siccome le component! P’ ed F ’ so
no equilibrate dalla reazione del cavo,
affinchě C resti sempře alla stessa di
stanza da A viaggiando attorno al palo
occorre che sia, con le notazioni della
figura,
F” = P”
ossia F cos Θ = P sen Θ (1)
F = P tg Θ
d’altra parte ě
tg quindi F = P Í Z Z Z
h h
1812
alle varie velocitå ě semplice. Avremo
infatti
W = P” - F” = P sen Θ - F cos Θ =
V
- p H 7 - ha P ' h
r g \ r2 - h2 r
w - P V r= - hs v2 h
\
Γ g (r2 - h2)
e šíccome ě circk
V r2 - h2
- — 1 possiamo scrivere
Γ
V h
W "P i (5)
g (r2 - Ir)
Assumiamo per esempio i seguenti
dati:
— Peso del modello: 4 kg.
— Raggio della circonferenza (o me-
glio lunghezza del cavo): r — 15,925 m.
— Altezza dell’ attacco del cavo al pi-
lorae rispetto all’attacoo al modello:
h = 1 m.
t— yelocitå del modello: 100 km/h,
ossia v — 27,77 m/sec. Otterremo appli-
cando la (5) un peso apparente W =
2,76 kg (diminuzione del 31% ).
Se la velocitå ě di 140 km/h, ossia
v = 38,88 m/sec. avremo un peso ap
parente W = 1,56 kg (diminuzione del
61%).
Possiamo quindi concludere che col
crescere della velocitå il modello perde
il suo peso e la perdita varia col qua
drate della velocitå; giunto alla velo TJna magnifica fotografia del racer * Alter Ego », costruito dal torinese Gianleone Vaccari
citå critica il modello non ha piú peso.
Piů. sopra ahbiamo fatto un esempio
col modello di peso 4 kg. ma, poichě la ě la velocitå da raggiungere per otte- alla sua forma, possiamo pensare che il
velocitå critica ě indipendente dal pe nere il sollevamento per forza centri sollevamento si verifichi prima che sia
so, avremmo potuto benissimo conside fuga. Se per esempio l’attacco fosse fat raggiunta la velocitå critica data dalla
rate un modello di 5 oppure 10 kg ot- to ad un’altezza h = 1,50 m con il rag teoria.
tenendo le stesse diminuzioni percen-
gio di cui sopra la velocitå critica si Per la serietå delle gare si puo eli-
tuali del peso alle varie velocitå.
ridurrebbe da 179 a 146 k m /h circa. minare l’ inconveniente (se cosi puö es-
A illustrazione di quanto detto, in sere chiamato) della perdita di peso?
base alla (5’ ) e coi valori: r = 15,925 In pra tica queste velocitå non sono
m, h = 1 m, P = qualsiasi, ě stato ri- facilmente raggiungibili, ma, se tenia- Teoricamente si, riducendo a zero (o
cavato il diagramma di fig. 2V mo conto della portanza idrodinamica quasi) l’altezza h. Vediamo infatti che
che viene ad assumere lo scafo grazie nella (5) per h piccolissimo W tende al
Quanto piú grande ě h tanto piú bassa
valore P, purché la velocitå v non sia
grandissima. Se per esempio diamo ad
h il valore di 2 cm il nostro modello
per perdere il solo 1% del suo peso do-
vrebbe essere animato da una velocitå
di circa 380 km/h.
Le conclusioni a cui si giunge tenen-
do conto di tutto quanto precede sono
ovvie. Il regolamento delle gare non
dovrebbe permettere la libera scelta del-
l’ altezza di attacco del cavo al pilone,
bensi imporre che gli attacchi si effet-
tuino alla stessa altezza.
Dal punto di vista del modellista che
vuol vedere il suo modello « volare » ver
so la vittoria le cose stanno diversamen-
te: ě opportuno studiare accuratamente
le possibilitå del modello, il perfetto
centraggio, e l’altezza h che piú si addice
alle qualitå nautiche del mdello stesso.
Difatti puo accadere che per un’altez
za h eccessiva il modello, troppo alleg-
gerito, perda la sua stabilitå e compia
un salto fuori dell’acqua, mentre, se h ě
insufficiente, il modello non raggiungerå
certo la velocitå limite desiderata.
E. M. M.
1813
PRimO RADIM
KAVIMflDElLISTICO
A RADEAAA
II Gruppo Modellistico Ravennate il
giorno 11 luglio 1954 ha organizzato il
1" Raduno navimodellistico sperimentale
jn localitå Staggi.
A tale manifestazione hanno preso par
te nove imbarcazioni cosi suddivise: un
cutter serie 1 metro, un Moth ed una
Stella, un idroscivolante e cinque mo-
toscafi, di cui uno equipaggiato con ra-
diccomando.
Alle ore 8,30 il gruppo dei parteci-
panti giungeva sul luogo del raduno,
dove giå diverso pubblico era ad atten-
derlo.
Dopo la breve messa a punto dei mo
delli .si iniziavano i primi lanci. Per as-
soluta mancanza di vente, venivano motoscafo da turisme: il « Joli », munito tenere bene l’acqua, sebbene non molto
messi in acqua prima i motoscafi, dei di un piccolissimo motorino elettrico, stabile.
quali il primo era il « M ižar» di Toni che a piena velocitå riusciva a rag- Verso le 11, essendosi levato un poco
Luciano, che si allontanava immediata- giungere il punto di arrivo, vincendo di vento, venivano messi in acqua i
mente dalla riva, seguito a breve di- una fertissima corrente, con ottimo ri- cutter. Primo a scendere era il modello
stanza dal « Duska » di Alberani Mario, sultato. « T ifon e» di Toni Gino, ottimamente
che, dopo qualche attimo di indugio, si Grande entusiasmo fra i presenti de- erstruito in tutti i particolari: poi ve
riprendeva e partiva lapidamente rag- stava l’idroscivolante di Alberani, mu nivano il « Moth » di Baroncelli Ettore
giungendo il primo, ed' iniziando cosi nito di un motorino a scoppio Movo D 2, e la « Stella » di Alberani, che doveva
una vera fuga a due. che partito come un razzo si allontanava essere subito ritirata, perchě insufficien-
Scendeva poi in acqua un minuscolo dalla riva velocemente, dimostrando di te di zavorra.
Con questa prova si chiudeva il ra
duno, che a parere di tutti era riuscito
ottimamente, con grande utilita per i
prossimi che seguiranno.
I modelli che hanno preso parte al
raduno non erano molti, pero si poteva
vedere che erano ben costruiti.
Un ringraziamento vada a tutti i par-
tecipanti alia manifestazione, ed in par-
ticolar modo agli organizzatori che
hanno fatto tutto il possibile per otte-
nere un pieno successo.
A. M.
In alto: il cutter «Tifone» classe 1 m., di Gino Toni, in crociera. A sinistra: un gruppo di modelli partecipanti al raduno. A
destra: i modelli presentati aa Mario Aiuciani
1S14
LA MOSTRA DELLA NAVIGAZIONE 1
Sugli 800.000 mq. della Mostra d’oltre- Nel 1862 il tonnellaggio (s. 1.) era di
mare, che sorge a Napoli nella zona fle- 10.228; nel 1953 di 3.455.785.
grea, ě stata sistemata la Esposizione In- Dalle cifre ritorniamo ora alla visita
ternazionale della Navigazione, rassegna dei padiglioni. Ampio spazio ě dedicato
di cui noi navimodellisti desideriamo anche alla navigazione aerea, con una
parlare anche sulla nostra rivista, in serie di modelli che indicano il progresso
quanto riveste una particolare importan- aeronautico della Fiat: dal biplano Fiat-
za e interesse non solo per i modelli Farman 5B, motore Fiat A 10, al mo
espqsti, ma anche per i dati e le notizie derno G 80, dai motori a pistoni ai mo
necessari ad ogni buon navimodellista derní motori a reazione, di cui vi sono
per avere un quadro completo della na alcuni esemplari al naturale e sezionati.
vigazione nel mondo dalle origini ai Fra i motori sono presentate molte
giorni nostri. applicazioni per naviglio minore e da
Dalle rotte di Ulisse e di Enea alle diporto: dai fuoribordo agli entrobordo
navi di Nemi e alle navi Vichinghe, dalle nazionali ed esteri fino a 115 HP.
prime navi a vela alle galere venete, dai
Un ampio padiglione ě dedicato al-
bastimenti del periodo aureo della vela
Palluminio e alle sue applicazioni, e am isole dell’arcipelago delle Hawai; carat-
ai vascelli, dai primi esperimenti di navi
pio spazio vi ě per il naviglio da diporto teristici esempi di quelli che i nativi
a vapore agli eleganti e finissimi « stea
a vela e a motore. chiamano « Paikii » o « disegni di appro-
mers » della seconda metå del secolo
scorso, per finire agli imponenti tran Nella casa dei Cavalieri di Malta vi d o ». Alcuni di essi sono antichissimi,
satlantic! moderní e alle perfette navi ě la « Storia della navigazione», dalle mentre altri risalgono a uno o due se-
da carico per ogni specialita; in una serie primitive barche alle navi romane, nor- coli fa.
di modelli, particolari, grafici, illustrazio- diche, venete, ai vascelli genovesi e ve
neti, alle potenti navi da battaglia del In ultimo dobbiamo. ricordare il pa
ni al visitatore appare tutto il cammino diglione del navimodellismo, appannag-
compiuto dall’uomo, dalle prime epoche 17° e 18° secolo, fino alle fini e veloci
navi a vela del 1800 (Clippers; periodo gio della « Navimodel», con in esso no-
della storia marittima ad oggi.
Fra i padiglioni ricordiamo il primo: aureo della vela), alle prime navi a ruote tevoli lavori dei suoi allievi e soci, sia
« Napoli Marinara », sintesi delle attivitå e ad elica; interessanti per la loro fi- per quanto riguarda le imbarcazioni da
nautiche napoletane dall’epoca dei Du- nezza ed eleganza le navi passeggeri co- diporto a vela e a motore, che le navi a
chi (661-1130) a quella delle famiglie struite da Odero fu A., tipo Venezuela vela, i piroscafi, rimorchiatori eccetera.
(Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, (1868) di m. 103,7x12,6x8.8 Molto ben finito il modello di una Santa
Imperiali, Borboni, Napoleonidi, Savoia; In tale padiglione molto interessanti Maria e un veliero siciliano del secolo
1130-1946), per finire ai nostri giorni. scorso.
le impronte prese dai Petroglifici scoperti
Sale ricche di plastici, modelli, strutture,
riproduzioni delle veloci navi napoletane di recente lungo le coste delle principal! N. G.
dell’Ammiraglio Caracciolo; del primo
transatlantico italiano della casa Florio
(1882); di navi a vela e a vapore dal
1839 al 1900; e per finire i modelli delle
nuove motonavi della SPAN per il ser-
vizio nel golfo (T. 700; vel. 17 n odi/h).
Ricchissime di riproduzioni le sale ri-
•guardanti le navi delle maggiori com-
pagnie di navigazione italiane ed estere;
transatlantici, navi da carico, petroliere,
etc.
Altro gruppo di padiglioni di grande
interesse ě quello riguardante la mecca-
niea e i motori, con tutte le relative
applicazioni marittime; vi sono perfette
riproduzioni di navi (in sezione) dimo-
stranti le sale macchine, i comandi, i
motori, in tutti i loro particolari; da ri-
cordare poi gli « aiuti alla navigazione »:
elettroradio. radar, segnalazioni, elettro-
nica, eccetera. Interessante il confronto
fra il manovellismo di un cilindro 2 tem
pi a doppio effetto, diametro mm. 650,
potenza HP 18.000 a 1600 giri, dei motori
Fiat montati sulle motonavi Cesare e Au
gustus; e il manovellismo di un motore
Fiat 500.
La situazione del tonnellaggio delle
nostre navi, confrontata a quella del 1938
ě la seguente:
1954 1938
Navi passeg. emiste 649.932 1.009.705
» da carico secco1.949.732 1.884.152
» cisterna 1.032.604 440.581 Due aspetti della Mostra: in alto, una fedelissima riproduzione della S. Maria. Sopra:
ti speciali 50.826 40.683 una inquadratura del padiglione navimodellistico
1S1Ó
U n m o d e llo di rim o rc h ia to re
V “ A T L A S ,, D I P O R T O S A ID
Il modello che vi presentiamo ě quel- un braccio di sostegno che termina sul- la chiglia, prima dell’asse del timone.
lo del rimorchiatore Atlas di stanza nel e da ambedue i lati; poi si pone la Poichě vi ě una ruota di timone sul
Canale di Suez, costruito da MM. Renn- coperta e da ultimo il parapetto, in li ponte scoperto. a proravia, ě opportuno
oldson & Sons (Inghilterra), e avente stelli da mm. 1,5x4. in modo da otte- che il perno del timone vada a forzare
le dimensioni di m. 48,16 x9,75x5,18 nere la curva a poppa. neU’apposito tubo, e quindi lo si regoli
(immersione), un dislocamento di 1185 Il modello ha due assi deli’elica con agendo direttamente sul timone steåso,
tonn. e una velocitå di 13 nodi, fornita eliche a 4 pale; tali assi sono imbocco- oppure che abbia un rinvio in filo di
da due macchine Compound a triplice lati in 'due tubi porta asse pieni di va refe alla ruota suddetta; in tale ultimo
espansione, HP 3000, giri 110, pressione selina o grasso, per evitare l’eventuale caso, come anche nell’eventualitå del-
nelle caldaie kg. 12.7. Il modello ě stu- passaggio di acqua neU’intérno dello l’applicazione di un radiocomando, il ti
diato por l’applicazione di due motori scafo; gli snodi fra asse e motore pos- mone deve essere molto sciolto. Usando
elettrici (Trix) o di una motrice a va- sono essere o cardanici o a « manovel- per i motori due Trix, ě opportuno porli
pore e del radiocomando, che lo rende la ». L’argano verticale di prua puo es in serie in modo che siano controrotanti
particolarmente fedele al velo. sere realizzato in faggio tornito e po; (ambedue all’esterno) e quindi collegar-
La costruzione non ě difficile: lo sca- brunito, le ciminiere in lamierino di ot li ad una serie di 4 pile piatte (totale
fo é a ordinate e fasciame, le sovra- tone da mm. 0,4 oppure in balsa se- 18 volts), per ottenere una maggiore po-
strutture sono in compensato da mm. 1, miduro; il piano del ponte su cui pog- tenza ě consigliabile che i motorini sia
listelli e ottone. giano le ciminiere ě levabile, come pure no azionati da due serie di 4 pile piatte,
Chiglia in compensato da mm. 5 (fag- il grosso boccaporto verso poppa, per poste in. parallelo.
gio), ordinate in comip. da mm. 3 al- consentire l’ispezione ai motori.
Naturalmente, ponendo lo scafo in ac
leggerite come da disegno, paramezzale I tubi porta assi delheliche passano
attraverso gli appositi fori delle ordi qua, occorre tarare le eliche, perchě dif-
in listello da mm. 3x10, da sistemare
nate, e quindi attraverso le due sagome ficilmente spingeranno ambedue nello
incollato sulla chiglia dopo avervi po
in compensato da mm. 3 poste all’in- stesso modo; occorre quindi prima pro-
sto le ordinate; fasciame in listelli di vare a cambiare di posto alle eliche
tiglio da mm. 2x7, coperta in comp. da terno del fasciame e poi riempite di col-
lante e stucco; la parte esterna di essi stesse, e poi, nel caso, limare Pelica che
mm. 1 o listelli mogano mm. 1,5x5. Il
avrå una piccola piastrina di lamierino spinge di piu.
fasciame si pone a cominciare dall’orlo
al tubo stesso, e poi all’estremitå esterna da 4/10 attaccata al fasciame e saldata n.g.
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