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LEONARDO DA VINCI

è considerato il genio per eccellenza del rinascimento.


Figlio illegittimo di un notaio nacque a Vinci, nei pressi di firenze e si formò nella bottega del
Verrocchio insieme a Botticelli, Perugino e Ghirlandaio.
Fu un uomo poliedrico. Si definiva un uomo “senza lettere” poiché non aveva alcuna conoscenza
letteraria o che comunque riguardasse il latino ma era curioso della conoscenza.
Inizia il suo percorso formativo a Firenze, ma col tempo si trasferì a Milano, per poi ritornare nella sua
terra. Verrà chiamato anche a Roma ma deluso dell'ambiente si trasferirà in Francia dopo la morte di
Giuliano de' Medici, suo “protettore”.

STILE
si occupa di disegno e di pittura. Ciò che lo caratterizza è:
-lo studio anatomico dei personaggi che notiamo nei gesti, questi risultano comunicativi
-contrapposto
-sfumato, derivato dalla prospettiva aerea che favorirà un'integrazione tra l'uomo e il paesaggio
-moti dell'animo: uno strumento che l'artista utilizza per comunicare i sentimenti e provocare un
coinvolgimento emotivo.

ANNUNCIAZIONE
La scena è quasi in movimento. L'angelo è appena arrivato, ha le ali spiegate che muovono le pagine del
libro sfiorato dal braccio della Vergine (tòpos nell'arte=>Annunciata di Antonello da Messina) e facendo
un cenno di saluto con l'altro braccio.
Il dipinto è ambientato all'aperto, cosa innovativa per il tempo, ma questo servì a Leonardo per
dimostrare lo studio che lui aveva compiuto sulla natura (studio botanico) e sui modelli classici
(sarcofago).
Notiamo anche la prospettiva aerea, caratterizzata dallo sfumato sugli elementi più lontani del paesaggio
che rendono difficile distinguere l'oggetto in lontananza (critica all'arte fiamminga, troppo nitida nel
definire i dettagli, che invece dovevano apparire sfumato quanto più fossero stati lontani).
Qui notiamo uno studio prospettico particolare, dato che non è perfettamente centrale, ma spostata più a
destra. Cosa che notiamo anche dalla smisurata lunghezza del braccio se osservato dal centro dell'opera.
Leonardo prevedendo la posizione che il dipinto avrebbe avuto, data anche la sua grandezza 98x217 cm,
giocò con la prospettiva a suo vantaggio, spostandola appunto più a dx.

ADORAZIONE DEI MAGI


Leonardo venne raccomandato da Lorenzo il Magnifico a Ludovico il Moro, duca di Milano, dove gli
venne commissionato questo dipinto per il monastero di San Donato a Scopeto, opera che rimase
incompiuta per le lunghe tempistiche che caratterizzavano l'artista. Infatti Leonardo spesse volte non
portava a compimento un lavoro sia per la sua indecisione riguardante l'opera (oltre che per la tecnica),
sia perché date le lunghe attese i committenti o morivano o ritiravano la commissione.
Questo dipinto fu grandioso sia per le dimensioni che per il numero di personaggi al suo interno (circa
60). Per tradizione la scena avveniva al chiuso, ma Leonardo decide di ambientarlo an plain air.
Rimase in stato di abbozzo con solo un primo strato di colore. Questo permise di capire agli studiosi il
metodo che adottava Leonardo; lui procedeva a strati, dal più scuro al più chiaro, dunque lavorava prima
sulle ombre e solo successivamente sui punti di luce.
Il personaggio naturale forse voleva essere simbolico, poiché le fanciulle e i cavalieri ricorderebbero
l'umanità prima della redenzione divina, mentre le rovine la fine dell'epoca pagana.
In quest'opera, anche se incompiuta, notiamo la resa psicologica dei personaggi i MOTI DELL'ANIMO,
che esprimono emozioni che vanno dalla tristezza, angoscia allo stupore.
SIMBOLI:
Palma=sofferenza/martirio di cristo
Alloro= trionfo
VERGINE DELLE ROCCE
Leonardo nel 1482 giunge a Milano alla corte degli Sforza, diventandone un artista di punta.
Gli venne commissionata dalla confraternita dell'immacolata concezione un polittico da collocare nella
cappella della chiesa di San Francesco grande.
Vi è però una sorta di mistero intorno a questo dipinto dato che ad oggi ne abbiamo due, che seppur
diversi sono molto simili:
-collocato al Louvre di Parigi (allievi di L)
-collocato alla National Gallery di Londra PRIMA VERSIONE
si presuppone che quello collocato nella chiesa fosse il dipinto realizzato dagli allievi.

La scena narrata è tratta dal vangelo, più precisamente da uno dei racconto apocrifi.
Nella prima versione la scena si svolge in una grotta buia, collocata in un paesaggio roccioso e selvaggio
(studio botanico). Le fonti di luce sono due, la prima proviene dal fondo, la seconda avanti da sinistra.
Notiamo come sia presente la prospettiva aerea, ma anche uno studio (se cosi possiamo dire) dell'aria
che trasuda umidità.
I moti dell'animo sono incredibilmente realistici e realizzati su un gioco di sguardi e gesti che coinvolge
lo spettatore.
Maria funge da “cerniera” tra Giovannino, che abbraccia con il braccio dx, e Gesù, che protegge con la
mano sx sospesa. Gesù benedice il cugino e la scena è indicata dall'angelo che per coinvolgere lo
spettatore volge lo sguardo verso quest'ultimo.

Le differenze tra la versione di Leonardo e quella degli allievi sono molteplici:


FIGURE
chiave monumentale, risaltano rispetto al Chiave armonica
paesaggio si fondono con il paesaggio
TECNICA
meno raffinata Sfumato
chiaro scuro, tonalità meno calde prospettiva aerea
DIFFERENZE ICONOGRAFICHE
il gesto dell'angelo = ELIMINATO
sguardo dell'angelo= puntato verso la scena
cambiano le piante a sx
sono inserite, anche se successivamente, le aureole
e il bastone di san giovanni

CENACOLO
L'opera venne commissionata a Leonardo dai confratelli della chiesa di Santa Maria delle grazie a
Milano tra il 1494 e il 1498, stesso periodo in cui Bramante lavora all'architettura della stessa.
Leonardo raffigura l'attimo in cui Gesù durante l'ultima cena afferma che qualcuno di loro l'ha tradito;
ciò provoca agli apostoli diverse emozioni, tra loro contrastanti; spicca la figura di Giuda che viene
rappresentato seduto al tavolo in mezzo agli altri apostoli e non in disparte come accadeva
tradizionalmente. Questo tocca la sacca dei denari in modo sibolico.
Venne usata la tecnica a secco: tempera e olio su intonaco; però l'umidità della parete fece si che il
colore colasse e si rovinasse prima del tempo, si ebbero infatti diversi restauri, il più importante quello
del 1978 (-1999).
La composizione vede come punto di fuga Gesù. Notiamo come la monumentalità dell'affresco abbia
permesso all'artista di continuare l'architettura del refettorio oltre a far sembrare l'osservatore parte
integrante della scena con la monumentalità dei personaggi, raggruppati a gruppi di 3.
SANT'ANNA, LA VERGINE, IL BAMBINO E SAN GIOVANNINO
cartone realizzato quando Leonardo torna a Firenze dopo la cacciata dei Medici.
Si pensa che a commissionarla fu la moglie del re di Francia Luigi XII o la stessa repubblica.
Notiamo nella composizione l'uso del contrapposto: una parte del corpo volge in una direzione diversa
da quella dell'altra parte.
Sant'anna, che indica verso il cielo (Dio), ha lo sguardo rivolto verso la vergine che guarda Gesù,
impegnato a benedire Giovannino.
Il significato di tutto questo gioco di sguardi sta tutto all'inizio: tutto è iniziato dal dio (gesto sant'Anna).
Uso dello sfumato: profondità, rende morbidi i contorni, accentua i panneggi e da luce.

L'opera verrà finita solo 10 anni dopo, con alcune modifiche. Al posto di Giovannino viene posto un
agnello, simbolo del sacrificio di cristo. L'opera avrà una struttura piramidale e verrà anche eliminato il
contrapposto che caratterizzava Maria nel cartonato.
Mentre è accentuato il contrapposto di Sant'Anna e il bambino.
Inoltre notiamo un chiaro studio del paesaggio.

GIOCONDA
commissionata nel 1503 dal Giocondo, che chiede di ritrarre sua moglie; come al solito Leonardo inizia
il lavoro ma procede abbastanza lentamente. Nel frattempo gli viene commissionato un altro ritratto,
quello dell'amante di Giuliano de Medici, Isabella Gualandi.
Leonardo lavorerà sul lavoro della Gioconda; in effetti negli esami fatti a raggi x si notano 3 figure.
Però Giuliano de Medici muore, e Leonardo si è affezionato a questo ritratto tanto da farne oggetto dei
suoi studi, cosi alla fine lo porterà con lui a Parigi.
Questo ritratto è stato un lavoro in continua evoluzione, simbolo anche della continua evoluzione umana
e della natura (rappresentata sullo sfondo) .
Le novità di questo ritratto sono:
-il busto ruotato parzialmente a 3/4 (leonardo da questo pov fa scuola)
-lo sfondo: la natura
La Gioconda si presenta priva di gioielli, che non fanno d indicatore al suo stato sociale, e priva di una
reale espressione. Questo perché a seconda del punto di vista che noi abbiamo della gioconda, cambierà
anche l'espressione che essa avrà, ma ci seguirà sempre con lo sguardo.
Notiamo l'uso della prospettiva aerea per rappresentare il paesaggio (comprimario); il lago è reso
sfumato dalla nebbia, insieme alla stradina tortuosa. È un paesaggio enigmatico.
I colori utilizzati per la figura e il paesaggio sono gli stessi; i contorni e le espressioni sono
impercettibili, questo è dovuto si alle sfumature che al lavoro continuo che L ha apportato sul dipinto.

DUCHAMP: monna Lisa con i baffi 1917/19


fa una polemica nei confronti della critica e del mercato dell'arte contemporanea che è sempre al ribasso.
L.H.O.O.A => lei ha caldo al culo

PERUGGIA: pensa di poter rubare la Gioconda per restituirla all'Italia nel 1911. Lavorava al Louvre, la
terrà nascosta sotto il letto di casa. Cercherà di venderla al mercato nero, ma sarà beccato e nel 1914
l'Italia restituirà la Gioconda alla Francia.
Nel 1504 Soderini affida a Leonardo e Michelangelo due affreschi celebrativi nella sala del gran
consiglio del Palazzo Vecchio a Firenze.
Entrambe le opere dovevano rappresentare due storiche vittorie dell'esercito fiorentino contro le truppe
lombarde, ma entrambi gli artisti non portarono a compimento l'intento di celebrare la capacità di
mantenere la libertà contro i tentativi di invasione.
BATTAGLIA DI ANGHIARI-LEONARDO
il cartone andò perduto ma abbiamo un'idea dell'opera realizzata dal maestro grazie a delle riproduzioni
del tempo.
Leonardo sceglie di rappresentare la lotta allo stendardo.
Per la realizzazione di quest'opera ha dovuto studiare dei reperti zoomorfici.
Le espressioni dei componenti si prestano ad essere arcigne e furiose; troviamo uno studio della
forza/energia/bestialità della battaglia.
In quest'opera quindi Leonardo mette tutto ciò che sa fare.
Leonardo usa la tecnica dell'encausto, ovvero olio e cera mescolato a caldo, che però portarono al
fallimento dato che il colore tendeva a colare.

BATTAGLIA DI CASCINA-MICHELANGELO
Si differenzia da leonardo poiché quest'ultimo aveva dato maggiore importanza alla resa espressiva dei
volti, mentre per Michelangelo è importante evidenziare la monumentalità dei corpi che risultano vivi di
forza ed energia poichè nel vivo della battaglia. Il corpo veniva considerato come espressione della
bellezza divina e lo notiamo proprio nello studio anatomico che Michelangelo dedica ai personaggi.
Anche questo cartone sarà perduto, ma riusciremo ad avere una chiara idea delle intenzioni dell'artista
dai vari disegni preparatori e dalle copie dei suoi allievi del tempo.
MICHELANGELO
Michelangelo Buonarroti nasce a Caprese, vicino ad Arezzo da una famiglia fiorentina di titolo nobiliare.
Venne messo a bottega dal Ghirlandaio dove apprese l'arte del disegno.
La sua prima formazione è ispirata ai modello antichi e agli artisti del primo rinascimento italiano: da
Donatello apprese la tecnica dello stiacciato e il suo pathos, da Masaccio l'interesse per il plasticismo
delle figure.
Era però interessato alla scultura, considerata arte suprema poiché univa l'ingegno e lo sforzo fisico.
Fino al 1520 è attratto dalla fisionomia e dalla bellezza del corpo come espressione divina.
A 13 anni realizza la Madonna della scala, dove erano già presenti la monumentalità, il drammaticismo e
uno schema mentale già ben definito.

ZUFFA DEI CENTAURI


A 17 anni invece realizza quest'opera, la sua prima autonoma commissionata da Lorenzo il Magnifico.
Sarebbe un rilievo in marmo ispirato ai sarcofagi classici.
Leonardo sceglie di raffigurare una battaglia tra uomini, non tra uomini e centauri, quasi a voler
accentuare l'allegoria secondo la quale nell'essere umano ci sono due aspetti opposti che tenderanno a
lottare per l'eternità: la ragione e la violenza cieca, l'intelligenza e la brutalità bestiale.
Notiamo subito il plasticismo e il dinamismo delle figure. Il pathos e la drammaticità vengono espressi
tramite l'aggrovigliarsi dei corpi.
La figura centrale dovrebbe raffigurare apollo, mentre tutti gli altri rivolgono i loro movimenti verso di
lui e le figure stesse sembrano emergere dal marmo, alcune infatti restano incompiute (volutamente).
Lo sfondo lo ritiene quasi insignificante, lasciato in modo rozzo e ritenuto di poca importanza affinchè si
desse la giusta attenzione al centro dell'opera.

PIETÀ
quella esposta nella basilica di S. Pietro è una copia, l'originale è conservata all'interno dei musei vaticani.
La sua pietà sarà la prima tra tante.
Questo tipo di scultura appartiene alla cultura tedesca, solita usare statuette per i riti religiosi serali.
Rappresenta una madonna giovane, simbolo dell'eternità e della perfezione del suo essere non corrotto dal tempo.
Inoltre vediamo come il dolore della madre che ha appena perso il figlio sia reso dignitoso.
La struttura si presenta piramidale, caratterizzata da un panneggio piuttosto ampio che risulta morbido alla vista
ma che in realtà permette una certa stabilità della struttura stessa, questo per sorreggere il peso del braccio di
cristo.
Questo diverrà un tòpos nell'arte da quel momento a venire (Raffaello, Caravaggio...)
ma anche all'interno della sua arte stessa, produrrà varie pietà ma l'ultima resterà incompiuta, dove riprenderà il
concetto di nascita nella rappresentazione della morte.
Vasari stesso dirà “un miracolo che adesso un marmo parli”.

DAVID
Nel 1501 l'arte della lana commissionò a Michelangelo una statua da porre dinanzi al duomo, il David,
tema caro a Firenze che diventerà simbolo delle aspirazioni politiche e verrà posto dinanzi a Palazzo
vecchio, dato che l'opera venne finita nel 1505, dopo la cacciata dei Medici.
A Michelangelo venne affidato un costo esiguo per il marmo da comprare, dunque se ne procurò uno già
sbozzato da Agostino che si rende conto di alcune vene cave all'interno del blocco e lo lascia.
Secondo il metodo di Michelangelo, l'opera sarebbe già dentro al blocco di marmo, toccherà a lui farla
uscire; nel senso che conoscendo le caratteristiche del materiale riesce a capire in quale posizione
raffigurare il soggetto.
David è rappresentato come un giovane, non un bambino; l'artista predilige il pensiero sull'azione stessa,
la capacità dell'uomo di decidere il suo destino ragionando.
La posa è chiastica, lo sguardo concentrato, accentuato dalle sopracciglia aggrottate, è volto verso il
nemico e nel mentre elabora la sua strategia.
In questa scultura Michelangelo esalta i valori e la volontà dell'uomo.
Lo studio anatomico è approfondito, oltre che quello prospettico, dato che Michelangelo rende volto e
mani più grandi per poter permettere allo spettatore che lo osserva dal basso di avere una migliore
visuale. Una deformazione finalizzata a migliorare il pov dell'osservatore.
TONDO DONI
Gli venne commissionato da Agnolo Doni, ricco mercante fiorentino in occasione delle sue nozze.
Raffigura la Santa Famiglia, ci permette di capire quali siano i colori utilizzati da Michelangelo:vivaci e
brillanti ne enfatizzano la monumentalità delle figure.
Si sviluppa sue due piani, e tecnicamente dovremmo leggere il dipinto dal fondo in avanti: notiamo
come ci sia un muretto tra i due piani dell'opera, questo serve per marcare la differenza delle due epoche
“prima e dopo la nascita di cristo”.
Gli ignudi disposti a semicerchio simbolizzerebbero gli uomini pagani.
San Giovanni sarebbe la figura che unisce queste due epoche, dato che battezzerà Gesù.
Mentre la sacra famiglia simbolizzerà l'umanità dopo la nascita di Cristo.
Tutti i personaggi seguono un movimento elicoidale che parte dalla Vergine fino ad arrivare agli altri
personaggi.
Notiamo come Michelangelo tratti la pittura al pari della scultura, dato che da:
– più importanza ai gesti
– meno importanza allo sfondo
– scultoreità alle figure
TOMBA GIULIO II
Nel 1505 M viene chiamato da Giulio II per la realizzazione di una tomba monumentale basata sugli
antichi modelli (Mausoleo di Alicarnasso). Il progetto appare sin da subito molto costoso, e quando M
sarà a Carrara per la scelta dei marmi viene richiamato da Giulio II stesso per annullare, o perlomeno
restringere il progetto originale, data la mancanza di denaro, impiegato nella basilica di San Pietro
(affidata in origine a Bramante). Nel frattempo gli viene proposto di dipingere la sistina, ma rifiuta e
viene inizialmente scomunicato dal Papa.
Tre anni più tardi si riconcilierà col pontefice e si dedicherà agli affreschi della cappella Sistina fino al
1512, anno della morte di Giulio II.
Viene chiamato dagli eredi per portare a termine un progetto più ridotto dell'originale, che quindi sarà
concluso 30 anni dopo.
Non si tratterà più di una struttura monumentale, bensì di una tomba a parete. Michelangelo si occupa
della realizzazione del progetto e del Mosè e gli ignudi, il resto lo lascia agli allievi.
MOSÈ
Inizialmente doveva essere posto in alto, motivo per il quale la testa e le mani risultino più grandi ora
che è stata posta in basso alla tomba.
Si presenta come massiccia e gigantesca, in grado di trasparire austerità e tormento interiore. Lo sguardo
è severo e corrucciato.
PRIGIONI
Sono 3 e in tutti Michelangelo esprime il tormento interiore di quegli anni. Le statue è come se venissero
letteralmente fuori dal marmo, a esprimere tensione.
Per la prima volta si inizia a parlare di anima per le sculture.

CAPELLA SISTINA
I lavori durarono solo 4 anni: 1508-1512 e furono eseguiti solo da Michelangelo, che ci rimise anche dal punto di vista della
salute.
In origine quella era la cappella privata del papa, a cui avevano già lavorato altri artisti; erano presenti le storie dell'AT e del
NT. Sulla volta era già presente un cielo stellato ma Giulio II propone di ridipingerlo con un programma iconografico basato
sulle storie della genesi, ben 500mq.
Michelangelo organizza lo spazio secondo un sistema di architetture dipinte.
-9 quadrati al centro: dalla genesi al diluvio universale
-nei pennacchi angolari: racconti miracolosi che hanno salvato Israele
-vele: 40 generazioni prima dell'avvento di cristo
-per unire i vari elementi vennero utilizzate le figure di profeti e sibille, mentre gli ignudi erano alternati ai quadrati centrali.
Dato che la botte è ribassata, M sviluppa il lavoro in base alla prospettiva dell'osservatore posto 20 m più sotto, dunque il
lavoro risultava deformato da vicino.
M inizia a lavorare al contrario, sicuramente a causa del montaggio dei ponteggi, e vediamo come ci sia un graduale sviluppo
all'interno dell'opera stessa: man mano che M va avanti inizia a non accalcare troppe figure insieme, a renderle più grandi, a
rendere lo sfondo meno importante per portare all'attenzione dell'osservatore il personaggio centrale.
Ecco perché più avanti si parla di gigantismo michelangiolesco.
LA CREAZIONE DI ADAMO
è posto quasi al centro di tutta l'opera ed è la scena più famosa.
Adamo è rappresentato in una posa chiastica e allunga il braccio verso Dio Padre, che a sua volta allunga
un braccio ma le dita non si toccao, simbolo che l'umanità non potrà mai arrivare alla perfezione divina.
Si passa dall'ideale di bellezza del corpo, all'inizio del percorso artistico di M, alla ricerca della
razionalità e della rappresentazione dei sentimenti umani.
Le due braccia sono il fulcro di tutta la scena.
Dio padre è trasportato da angeli senza ali, volano in virtù della loro leggerezza.
Dopo la chiusura del concilio di Trento, vennero poste delle censura all'opera di M, dato che vennero
coperti i nudi.
IMPORTANTE fu il lavoro di restauro avuto dal 1980 al 1989.
questo ha rivelato i colori, seppur in parte, originari dell'epoca.

GIUDIZIO UNIVERSALE
continuerà poi il lavoro all'interno della cappella Sistina negli anni tra il 1536 e il 1541 per volere di
Papa Clemente III e poi di Papa III forense.
Posizionato sulla parete di fondo, rappresenta la crisi spirituale che stavano vivendo Roma (dopo il
saccheggio), la Chiesa e lo stesso M.
la scena è composta da oltre 400 figure. Al centro c'è Cristo giudice che con un gesto da movimento a
tutta la scena con il suo gesto che indica il moto ascendente e discendente delle anime, scosse dalla
potenza di cristo.
Lo schema è rotatorio, il movimento è in senso orario, i personaggi a dx scendono verso l'inferno mentre
quelli a sx salgono verso il cielo in modo faticoso appoggiandosi alle nuvole. Alcuni personaggi sono
spinti da demoni.
Vi sono vari simboli:
-s.Andrea= croce
-S.Pietro=chiavi
-S.Giovanni battista la pelle
-S.Lorenzo la graticola
S.Cristofaro il coltello, in procinto di chiedere a cristo cosa dovesse fare della sua aima appesa.
Minosse, uno dei giudici dell'inferno viene rappresentato con il volto di Biagio da Cesena, sostenitore di
Bramante, rivale di M.
Caronte, traghettatore di anime.

Post mortem di Michelangelo, vengono coperti i nudi da i BRAGHETTONI, mettevano le braghe, erano
alunni di M.

TOMBE MEDICEE
Si occupa della loro costruzione nell'intervallo di tempo che intercorre tra la cappella sistina e il giudizio
universale, avvero tra il 1512 e il 1536.
Papa Clemente III lo chiama a Firenze per lavorare alle tombe dei medici. Il lavoro si svolge all'interno
della sagrestia nuova.
Sulla parete occidentale c'è la tomba di Lorenzo duca di Urbino; mentre su quella orientale vi è la tomba
di Giuliano duca di Nemours.
Entrambi i personaggi sono idealizzati.
Lorenzo è rappresentato sopra al sarcofago nelle vesti di generale romano.
Sul coperchio sono reclinati due figure allegoriche: l'Aurora e il crepuscolo.
Giuliano invece indossa abiti antichi ma ha il bastone del comando sulle ginocchia.
Anche sul suo coperchio sono raffigurate due figure allegoriche: la notte e il giorno.
Le quattro allegorie alludono anche alla differenza caratteriale tra i due personaggi.

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