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Cittadinanza digitale

La ”Cittadinanza digitale” è, in generale, quell’insieme di diritti/doveri che,


grazie al supporto di una serie di strumenti elettronici e servizi, mira a
semplificare il rapporto tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione
tramite le tecnologie digitali.

Il” Codice dell’amministrazione digitale (CAD)” sancisce il diritto/dovere di


cittadini e imprese ad accedere a dati, documenti e servizi di loro interesse in
modalità digitale”, attraverso l’uso delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione, al fine di garantire la semplificazione nell’accesso ai servizi
della persona, riducendo la necessità dell’accesso fisico agli uffici pubblici.

Il Codice dell’Amministrazione Digitale, nato nel 2005, è un testo unico che


riunisce e riordina diverse norme, riorganizzando la materia delle informazioni
e dei documenti in formato digitale. L’ultima versione, con gli ultimi
aggiornamenti è stata pubblicata nel 2018.

Già nel 1997 l’Italia, tramite la Legge Bassanini, si era posta l’obiettivo di
semplificare la comunicazione tra PA e cittadini. Fino al 2005 sono state
emanate diverse norme, successivamente riorganizzate nel Codice
dell’Amministrazione Digitale, promulgato tramite il con decreto legislativo 7
marzo 2005, n. 82. In sostanza è stato il primo strumento legislativo finalizzato
a privilegiare l’informatica nei rapporti tra la pubblica amministrazione italiana
e i cittadini. Da allora è cambiato il mondo, sono arrivati Smartphone e Social
Network, divenuti parti integranti delle nostre vite e anche il CAD necessitava
di evolversi. Il CAD pone le premesse giuridiche per l’attuazione di molti servizi
previsti nel Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione:
il timone della trasformazione digitale del paese, il documento strategico ed
economico che indirizza la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione:
linee operative di sviluppo dell’informatica pubblica, modello strategico di
evoluzione del sistema informativo della PA, e investimenti ICT del settore
pubblico secondo le linee guida europee e del Governo.

I diritti digitali dei cittadini

Il codice dell’amministrazione digitale (CAD) li identifica chiaramente:

o il diritto all’uso di soluzioni e di tecnologie per potere colloquiare in


modalità digitale con le Amministrazioni
o il diritto alla identità digitale
o il diritto di accesso telematico ai dati, alle informazioni e ai documenti
o il diritto di conoscere in rete la situazione relativa alle proprie istanze;
o il diritto all’amministrazione digitale
o il diritto alla sicurezza informatica dei propri dati personali e del
patrimonio informativo pubblico
o il diritto alla qualità dei servizi erogati in rete;
o il diritto alla partecipazione democratica elettronica

Non si tratta quindi di una legge sull’informatica nelle P.A. Il CAD è un


provvedimento che prevede per le P.A. un cambio del loro modello
organizzativo volto a creare un’amministrazione pubblica digitale, semplificata
e trasparente, un’amministrazione accessibile in rete, un’amministrazione che
eroga servizi in rete, un’amministrazione che corrisponde quindi ad un nuovo
modello di relazione con i cittadini e le imprese.

La posta elettronica certificata (P.E.C.)

La Posta Elettronica Certificata (P.E.C.) è il sistema che consente di inviare e-


mail con valore legale equiparato ad una raccomandata con ricevuta di ritorno,
come stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica (D.P.R 11 febbraio
2005 n.68).

Rispetto alla Posta Elettronica ordinaria, il servizio PEC presenta delle


caratteristiche aggiuntive che forniscono agli utenti la certezza a valore legale
dell’invio e della consegna (o mancata consegna) delle e-mail al destinatario:

o ha lo stesso valore legale della raccomandata con ricevuta di ritorno


con attestazione dell'orario esatto di spedizione;
o grazie ai protocolli di sicurezza utilizzati, è in grado di garantire
la certezza del contenuto non rendendo possibile nessun tipo di modifica
né al messaggio né agli eventuali allegati (mediante un certificato cifrato
allegato al messaggio)
o La Posta Elettronica Certificata garantisce, in caso di contenzioso,
l'opponibilità a terzi del messaggio.

Il termine "Certificata" si riferisce al fatto che il gestore del servizio rilascia al


mittente una ricevuta che costituisce prova legale dell’avvenuta spedizione r
ricezione del messaggio ed eventuali allegati, esattamente come farebbe il
portalettere alla consegna.
Innanzitutto, affinché una pec vada a buon fine è necessario che
sia mittente che destinatario siano in possesso di una casella di posta
elettronica certificata presso uno dei gestori autorizzati iscritti all’elenco
pubblico tenuto dall’Agenzia per l’Italia Digitale.

Per fare in modo che integrità del contenuto, data e ora di invio siano garantiti,
una volta che il mittente ha compilato il suo messaggio entra in gioco il
suo gestore di pec che, al momento dell’invio, crea un messaggio esterno,
denominato busta di trasporto, nel quale vengono inseriti il messaggio del
mittente e tutti gli eventuali documenti allegati.

Il gestore pec del mittente invia una ricevuta di accettazione al mittente; allo
stesso tempo, invia la busta di trasporto al gestore pec del destinatario che
verifica l’attendibilità della comunicazione pec, consegna il messaggio nella
casella destinataria ed invia al mittente la ricevuta di consegna, o, in caso di
problemi, invia, entro 24 ore, la ricevuta di mancata consegna.

In caso di esito positivo, il destinatario trova nella sua casella pec il messaggio
inviato dal mittente completo di tutti i documenti allegati in completa sicurezza
ed efficienza.

Il mittente, invece, riceve la notifica che attesta che il suo messaggio è stato
ricevuto o preso in carico dal gestore di pec del destinatario.

I gestori certificano, tramite un opportuno protocollo di comunicazione


crittografato, con le proprie "ricevute”, che il messaggio:

o È stato spedito
o È o non è stato consegnato
o Non è stato alterato

In ogni avviso inviato dai gestori è inserito anche un riferimento temporale che
certifica data ed ora di ognuna delle operazioni descritte. I gestori inviano avvisi
anche in caso di errore in una qualsiasi delle fasi del processo (accettazione,
invio, consegna) in modo che non possano esserci dubbi sullo stato della
spedizione di un messaggio. Nel caso in cui il mittente dovesse smarrire le
ricevute, la traccia informatica delle operazioni svolte, conservata dal gestore
per 30 mesi, consentirà la riproduzione delle ricevute stesse con lo stesso valore
giuridico.
Un altro degli innumerevoli vantaggi delle pec è quello di poter essere
rintracciati all’interno di alcuni pubblici registri.
Gli indirizzi di posta elettronica certificata sono pubblici: per trovarli, è
sufficiente consultare uno dei registri pubblici (ad esempio, Ini-pec) e inserire il
codice fiscale o la partita iva del soggetto a cui vogliamo inviare una pec.

Il domicilio digitale

Il domicilio digitale, obbligatorio dal 1° ottobre 2020 per imprese e


professionisti, è il luogo virtuale in cui cittadini, imprese e professionisti
indicano alla Pubblica Amministrazione di voler ricevere le proprie
“comunicazioni” online con valenza legale.
Dopo essere stato introdotto nel CAD del 2005, è stato ulteriormente definito
e ampliato con la riforma del 2017 (D.Lgs. n. 217/2017) e ci presenta il domicilio
digitale digitale come categoria più ampia di quella della PEC. Alle Pec si
aggiunge un Servizio Elettronico di Recapito Certificato Qualificato
(denominato SERCQ o SERC), anche se di fatto quest’ultima categoria di servizi
non è ancora operativa in Italia, dato che non è stata ancora emanata a livello
UE la normativa esecutiva sui SERC. Per tale motivo, è stata anche sospesa dal
legislatore italiano l’abrogazione della PEC (era prevista per il 1° gennaio 2019)
in attesa di nuove regole.

La comunicazione da parte dei professionisti deve essere fatta, rispettivamente,


agli ordini o collegi di appartenenza e alle Camere di Commercio, a pena di
sanzione amministrativa, trasformata addirittura in prerequisito per l’iscrizione
al Registro delle imprese per tutte le imprese costituite in forma societaria.
Per attivare il domicilio digitale quindi
o si deve avere un indirizzo di PEC o un servizio elettronico di Recapito
Certificato Qualificato (SERCQ) in linea con la normativa UE;
o è necessario richiedere l’attivazione del domicilio al proprio Comune di
residenza, compilando l’apposito modulo di domanda;
o una volta ricevuta la richiesta, il Comune provvederà a inserire l’indirizzo
PEC nell’elenco dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente
(ANPR) e reso disponibile alle Pubbliche Amministrazioni e ai gestori di
pubblici servizi per le comunicazioni con i cittadini.
Per quanto riguarda le imprese (individuali e costituite in forma societaria) e
i professionisti (iscritti in Albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato), per
essere in regola con l’obbligo di comunicazione del proprio domicilio digitale
(previsto dal Decreto Semplificazioni con scadenza 1° ottobre), essi avrebbero
dovuto essere in regola con il previgente obbligo di dotarsi di una PEC,
acquistando il relativo abbonamento da un gestore abilitato iscritto nell’elenco
pubblicato sul sito dell’AgID.
A differenza della PEC, il Servizio elettronico di recapito certificato
qualificato (SERCQ) renderà certe le identità di mittente e destinatario - si dice
che integri in maniera nativa la certezza delle loro identità - ma richiederà dei
meccanismi di autenticazione (strong authentication) da parte di ognuno di essi
(mittente/destinatario) che, come accennato, devono ancora essere
compiutamente definiti a livello Ue, conformemente al Regolamento Eidas (in
pratica coniugando insieme i sistemi di S.P.I.D (identità digitale) e P.E.C.

La carta di identità elettronica

La Carta di Identità Elettronica (CIE), documento di identificazione emesso dal


Ministero dell’Interno, attraverso l’integrazione delle più avanzate tecnologie
disponibili coniuga in un unico strumento elementi di sicurezza fisici e digitali
che assicurano il massimo livello di garanzia e accuratezza nei processi di
accertamento dell’identità delle persone.
Dotata delle più avanzate tecnologie di sicurezza e anticontraffazione, tra cui
un microchip contactless, la CIE è il più sicuro e versatile strumento per la tutela
dell’identità fisica e digitale dei cittadini in diversi scenari di utilizzo:
o strumento di verifica dell’identità;
o chiave di accesso ai servizi online;
o fruizione di servizi ad accesso veloce (p.es.: badge identificativi e
abbonamenti elettronici).
La CIE si può richiedere alla scadenza della propria carta d’identità (dal
centottantesimo giorno anteriore alla data di scadenza) o in seguito a
smarrimento, furto o deterioramento presso il Comune di residenza o di
dimora.
La CIE può essere rinnovata a decorrere dal centottantesimo giorno precedente
la scadenza.
Le carte di identità rilasciate su supporto cartaceo e le CIE rilasciate in
conformità al decreto del Ministro dell’interno 8 novembre 2007, recante
“regole tecniche della Carta d’identità elettronica”, possono essere rinnovate,
ancorché in corso di validità, prima del centottantesimo giorno precedente la
scadenza.
Per i Comuni che hanno attivato il servizio di prenotazione
www.prenotazionicie.interno.gov.it, è possibile verificare online la disponibilità
e fissare un appuntamento. In caso contrario, occorre rivolgersi al proprio
Comune. La CIE è spedita direttamente al cittadino che la riceverà, presso il
recapito fornito al Comune, entro 6 giorni lavorativi dalla richiesta.
La validità della CIE varia a seconda all’età del titolare ed è di:
o 3 anni per i minori di età inferiore a 3 anni;
o 5 anni per i minori di età compresa tra i 3 e i 18 anni;
o 10 anni per i maggiorenni.
Il costo della CIE è di euro 16,79 oltre i diritti fissi e di segreteria, ove previsti,
stabiliti da ciascun Comune, comprese le spese di spedizione.

SPID - Sistema Pubblico di Identità Digitale

SPID permette ai cittadini di accedere ai servizi online delle Pubbliche


Amministrazioni e dei soggetti privati con un'unica Identità Digitale.
L’identità SPID è rilasciata dai Gestori di Identità Digitale (Identity Provider),
soggetti privati accreditati da AgID che, nel rispetto delle regole emesse
dall’Agenzia, forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli
utenti. Puoi richiedere l’identità SPID al gestore che preferisci e che più si adatta
alle tue esigenze. Il gestore, dopo aver verificato i tuoi dati, emette l’identità
digitale, rilasciando le credenziali.
Il gestore cui ti rivolgerai ti chiederà, oltre ad un documento di identità valido,
anche la tessera sanitaria o, qualora non ne avessi diritto, il tesserino del codice
fiscale. Può sembrarti sia una strana richiesta, ma non è così. Tali tesserini non
servono per conoscere il tuo codice fiscale (può essere calcolato, è presente
nella carta di identità elettronica), ma costituiscono uno degli elementi per
contrastare il furto di identità. Il gestore, infatti, controllerà se quello specifico
tesserino corrisponde effettivamente a quella specifica persona.
Può sembrare un'inutile complicazione, ma non è così, aiuta a proteggerci da
furti di identità.
Il sistema prevede tre livelli di sicurezza che corrispondono a tre diversi livelli
di identità Spid. Il primo livello permette l’autenticazione tramite ID e password
stabilita dall’utente, il secondo aggiunge la generazione di una one time
password aggiuntiva e il terzo prevede l’aggiunta di una smart card. E proprio
nel terzo livello che si potranno realizzare sinergie con la carta di identità
elettronica che il governo ha appena rimesso in marcia. Sebbene l’identità
digitale contenga una serie di informazioni sul cittadino, Spid risponde al
principio di condivisione minima degli attributi.
Il gestore dell’identità digitale fornire le informazioni sul Cittadino solamente
previo consenso esplicito dello stesso. Un gestore di servizi potrebbe richiedere
la conoscenza del nome, del cognome e la data di nascita del titolare per poter
accedere al proprio servizio: i dati verranno passati dal Gestore dell’Identità
Digitale solamente se vi sarà l’esplicito consenso del cittadino. Nel caso
contrario nessuna informazione sarà fornita. Spid potrà essere utilizzato anche
solo per la verifica delle credenziali, fornendo quindi anche un servizio di
“Pseudonomity”. In ogni caso, i gestori dell’identità digitale saranno tenuti a
trattare le informazioni dei cittadini secondo elevati criteri di sicurezza, secondo
le regole di Agid.
Tutti i servizi online della PA con un unico account
Si possono o potranno Richiedere documenti e certificati a enti pubblici e
locali (municipio, regioni, etc.)
Pagare direttamente tramite web ticket sanitari, Imu e bollo auto
Accedere ai servizi del tuo fascicolo cassetto fiscale INPS e INAIL
Sfruttare le credenziali SPID per accedere ai servizi bancari
Gli enti certificatori abilitati sono:
o Aruba PEC S.p.A.
o Intesa. S.p.a.
o InfoCert S.p.A.
o Lepida S.c.p.a.
o Namirial S.p.a.
o Poste Italiane S.p.A.
o Register S.p.A.
o Sielte S.p.A.
Alcuni gratuiti, altri a pagamento con la possibilità di registrazione on line e
identificazione in ufficio oppure direttamente via videoconferenza
direttamente dalla propria abitazione (quest0ultimi a pagamento)

Difensore civico digitale


Si prevede la costituzione di un solo ufficio centrale, autorevole ed
indipendente presso l’Agenzia per l’Italia Digitale AgID (prima erano previsti
tanti difensori civici per ciascuna amministrazione coinvolta), per raccogliere le
segnalazioni e garantire il rispetto dei diritti di cittadinanza digitale. Per non
generare illusioni è bene ricordare che al difensore civico non sono attribuiti
poteri coercitivi, ma unicamente di “moral suasion” rispetto alle
amministrazioni inadempienti.
Fisco digitale
Precisazione importante: il Codice dell’Amministrazione Digitale è applicabile
agli atti tributari e di riscossione. Soprattutto ora, in virtù delle modiche
contenute nel provvedimento di modifica. I documenti firmati digitalmente dal
capo ufficio e inviati tramite PEC hanno piena efficacia giuridica dal momento
che il destinatario viene messo in condizioni di verificare la provenienza e
l’autenticità della copia informatica. Inoltre le norme si applicano a tutti gli atti
di liquidazione, rettifica, accertamento e irrogazione delle sanzioni di natura
tributaria.

Riciclo del software


Tra le varie declinazioni dell’economia del riciclo (o circolare) vi è anche questa:
riutilizzare software già sviluppati e utilizzati in passato dalle PA, per risparmiare
soldi e guadagnare tempo. Grazie al decreto correttivo del CAD il software
destinato a formare oggetto di riuso deve venir pubblicato in una o più
piattaforme, capaci di facilitare la vita alle Amministrazioni. In questo modo
prima di procedere a nuovi acquisti si verificherà “in casa” se altre
Amministrazioni abbiano già sviluppato un prodotto riutilizzabile.
Home banking
L’Internet banking, o home banking, è una funzione ormai disponibile per tutti
i conti correnti bancari, che lascia a ciascuno la scelta di gestirli come meglio si
crede: con il supporto di un bancario allo sportello o autonomamente da casa.
La “banca virtuale” si visualizza nella schermata del nostro pc nel momento in
cui inseriamo le credenziali d’accesso al nostro conto corrente on line.
Appaiono quindi una serie di menu, il più delle volte legati alla gestione del
conto corrente, del conto deposito, del conto titoli, degli strumenti finanziari
nei quali si è scelto di investire.
L'home banking è un servizio che non solo ha avuto un forte impatto
sulle banche tradizionali, tra le prime ad adottarlo, ma ha consentito anche la
nascita di banche 100% online, che permettono ai clienti di svolgere tutte le
principali operazioni legate al proprio conto esclusivamente in rete.
L'abbattimento delle infrastrutture fisiche legate all'internet banking, inoltre, ha
reso possibile offrire tassi di rendimento superiori o costi di gestione del conto
nettamente inferiori, con benefici tangibili tanto per i clienti quanto per le
banche stesse.
Con l’home banking è possibile effettuare operazioni e transazioni per le quali
prima ci si recava allo sportello, ma spesso senza pagare commissioni. Si salta
infatti il costo legato all'intermediazione, rendendo così possibile offrire servizi
di pari qualità a costi inferiori.
Tali operazioni sono ad esempio il controllo del saldo sul proprio conto
corrente, il giroconto per il trasferimento di denaro tra conti dello stesso cliente,
l’emissione di bonifici nazionali e internazionali, il pagamento di bollette ed
imposte tramite moduli precompilati (es F24), addebiti e accrediti
automatici, ricaricare il cellulare. Si tratta di operazioni che, come detto,
possono essere generalmente effettuate a costo zero, con un notevole
risparmio per il cliente. Se si considera, ad esempio, che il costo medio per
effettuare un bonifico nazionale recandosi allo sportello è di circa 3 euro,
scegliendo di effettuare questa operazione online anche una sola volta al mese
è possibile risparmiare 36 euro in un anno, coprendo interamente il costo
dell'imposta di bollo. In aggiunta, vale la pena segnalare che alcune banche
applicano addirittura tre differenti voci di spesa (commissione per il bonifico,
spesa di registrazione del bonifico e spesa di registrazione della commissione),
facendo lievitare i costi. È evidente, quindi, che per chi utilizza spesso questi
servizi, il risparmio è ancora più consistente.
Effettuare tutte queste operazioni è semplice e sicuro: non è necessario avere
una conoscenza approfondita di internet e sono previsti molteplici sistemi di
sicurezza per proteggerti dalle potenziali minacce presenti.
Attenzione, non tutte le banche permettono di usufruire degli stessi servizi:
alcuni conti gestibili tramite home banking, ad esempio, non offrono ai clienti
la possibilità di accedere alle piattaforme di trading online. Se sei interessato
ad investire in borsa operando direttamente dal tuo conto via web, quindi,
scegli fin da subito per una banca che metta a tua disposizione questo servizio,
oggi sempre più diffuso.
Le app rendono più accessibile e semplice la gestione in remoto del proprio
conto corrente, includendo funzioni quali invio di bonifici e pagamenti,
ricariche on line, collegamento a PayPal per pagamenti immediati,
monitoraggio dei propri investimenti o della situazione di mutui o prestiti
eventualmente contratti. Non tutte le app offrono gli stessi servizi e sono ad
oggi meno complete. Dopo l’iniziale scetticismo, la diffusione della connettività
ad Internet e in particolare il boom dei dispositivi mobili quali smartphone e
tablet ha spinto l’online banking ad essere sempre più capillare e raggiungibile
anche attraverso applicazioni mobili per Ios e Android.
Generalmente, infatti, esse includono la funzione "mobile token", una soluzione
tecnologica che genera in maniera automatica delle password (dette OTP - One
Time Password) valide per un solo utilizzo, rendendo nei fatti impraticabili i
tentativi di falsificare le credenziali di accesso alle aree personali.
Per situazioni d’emergenza, come lo smarrimento di una carta di credito o
bancomat, hai a disposizione una linea diretta con la filiale della banca.
Esiste sempre la paura latente che i dati del proprio conto finiscano in mani
sbagliate e truffaldine. Si tratta del cosiddetto phishing, ossia il tentativo di
appropriarsi con l'inganno dell'identità digitale, per compiere azioni illecite o
ottenere credito. A tal proposito, è buona norma ricordare che le banche non
chiedono mai informazioni personali (come data di nascita, indirizzo di posta
elettronica, numero di telefono o di conto corrente) tramite sms, e-mail o
telefono.
Per tutelare i propri clienti, le banche installano molte protezioni all’accesso dei
conti on line, raccomandano la riservatezza sui propri dati e l’attenzione nello
scaricare sul proprio pc programmi di dubbia provenienza, che potrebbero
contenere malware che rubano dati. Si raccomanda, inoltre, di modificare
frequentemente la propria password di accesso al conto e di effettuare il log
out una volta concluse le operazioni sul sito, in modo da terminare la sessione.
Con l'autenticazione a due fattori possiamo accedere ai nostri siti con una
sicurezza maggiore rispetto al semplice inserimento di username e password:
ad ogni accesso infatti ci verrà inviato un codice via SMS da utilizzare insieme
alle credenziali. Se l'SMS tarda ad arrivare o non viene ricevuto, rischiamo di
rimanere fuori dal nostro account! Per evitare ciò possiamo sostituire l'invio
degli SMS con un sistema di autenticazione tramite codice monouso (OTP sta
per One Time Password), generato in maniera sicura tramite l’app del nostro
home banking.
Smart City

Una Smart city” o città intelligente è un’area urbana in cui, grazie all’utilizzo
delle tecnologie digitali e più in generale dell’innovazione tecnologica, è
possibile ottimizzare e migliorare le infrastrutture e i servizi ai cittadini
rendendoli più efficienti.

“La città intelligente è l’insieme di strategie di pianificazione urbanistica volte


all’ottimizzazione e all’innovazione dei servizi pubblici per mettere in relazione
le infrastrutture delle città con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le
abita attraverso l’uso delle nuove tecnologie”.

La definizione di smart city parte quindi dalla digital transformation e


dall’utilizzo della tecnologia IoT – Internet of Things nelle diverse sfere della
Pubblica Amministrazione: trasporti pubblici e mobilità; gestione e
distribuzione dell’energia; illuminazione pubblica; sicurezza urbana; gestione e
monitoraggio ambientale; gestione dei rifiuti; manutenzione e ottimizzazione
degli edifici pubblici come scuole, ospedali, musei ecc.; sistemi di
comunicazione e informazione e altri servizi di pubblica utilità.
Riferito alla città, il significato di smart è però molto ampio. Smart city fa
riferimento sì a una città intelligente, ma soprattutto a una città sostenibile,
efficiente e innovativa, una città in grado di garantire un’elevata qualità di vita
ai suoi cittadini grazie all’utilizzo di soluzioni e sistemi tecnologici connessi e
integrati tra loro.

Le caratteristiche della città intelligente


Quando l’Unione Europea parla di Smart Cities include 6 dimensioni:

1. Smart People – le persone (i cittadini) vanno coinvolti e resi partecipi. Si


parla di processo decisionale bottom up (dal basso all’alto) e di politica
partecipativa.
2. Smart Governance – l’amministrazione deve dare centralità al capitale
umano, alle risorse ambientali, alle relazioni e ai beni della comunità.
3. Smart Economy – l’economia e il commercio urbano devono essere
rivolti all’aumento della produttività e dell’occupazione all’interno della
città attraverso l’innovazione tecnologica. Un’economia basata sulla
partecipazione e sulla collaborazione e che punta su ricerca e
innovazione.
4. Smart Living – il livello di comfort e benessere che deve essere garantito
ai cittadini legato ad aspetti come la salute, l’educazione, la sicurezza, la
cultura ecc. sono anch’essi di prioritaria importanza.
5. Smart Mobility – le soluzioni di mobilità intelligente, dall’e-mobility alla
sharing mobility ad altre forme di mobility management, devono
guardare a come diminuire i costi, diminuire l’impatto ambientale e
ottimizzare il risparmio energetico.
6. Smart Environment – sviluppo sostenibile, basso impatto ambientale ed
efficienza energetica sono aspetti prioritari della città del futuro.
Il modello di Smart City

Secondo le statistiche di Eurostat, oggi il 75% della popolazione europea vive


nelle città. Un dato destinato a crescere anche a livello mondiale. Stando ai
rapporti delle Nazioni Unite, entro il 2050 il 70% della popolazione globale vivrà
in città.

Allo stesso tempo, e pur occupando uno spazio al 2-3% del totale terre emerse,
per via di questa concentrazione di persone e attività, le città sono responsabili
del 70% delle emissioni di anidride carbonica e sostanze inquinanti nonché di
un’importante consumo energetico e hanno quindi un forte impatto sui
cambiamenti climatici.

Per questo motivo, il modello di smart city della società moderna deve andare
di pari passo con gli obiettivi di efficienza energetica (che include
efficientamento energetico di edifici e aziende) e di sostenibilità ambientale.
Obiettivi che sono chiaramente espressi nell’Agenda 20 - 30.
Come funziona una smart city

Tra i punti fondamentali e le caratteristiche principali di una città intelligente,


troviamo infatti:

1. Partecipazione e responsabilità condivisa:

Informazione e comunicazione sono fondamentali per permettere ai


cittadini di interagire, dialogare e partecipare allo sviluppo della città e
alle decisioni dell’amministrazione locale. Per questo motivo la città
intelligente deve potersi appoggiare a un sistema informatico che
permetta a chiunque di inviare in tempo reale una segnalazione su un
problema o una richiesta. Il primo fondamento della smart city è quindi
di essere inclusiva e massimizzare il capitale umano e sociale anche
attraverso azioni volte a promuovere lo sviluppo delle attività e del
commercio in città.

2. Smart building o edifici intelligenti: gli edifici di nuova costruzione o che


subiscono un intervento di riqualificazione devono rispondere a precisi
standard di efficienza energetica e smartness. Lo smart building è il
tassello fondamentale per la costruzione di una smart city e fa parte del
capitale infrastrutturale e sociale.
3. Efficienza energetica e sostenibilità ambientale: per gestire in modo
efficiente l’energia e ottenere risultati di risparmio energetico bisogna
puntare alla creazione di una smart grid o di sistemi di smart energy. Una
città intelligente deve anche puntare sull’uso delle energie rinnovabili e
su sistemi intelligenti di gestione dei rifiuti in un’ottica di economia
circolare. Importante anche il ruolo delle aree verdi e dei parchi, perché
anche il capitale ambientale va ottimizzato e reso efficiente.
4. Sicurezza Integrata: in una città intelligente, la sicurezza è un aspetto
importantissimo. Sicurezza significa minore criminalità e maggiore
attenzione alle aree critiche come le periferie ad esempio. L’utilizzo di
tecnologie innovative e sistemi di sicurezza sempre più interconnessi e
integrati permette di raggiungere risultati importanti in questo ambito.
5. Trasporto e mobilità: smart mobility, e-mobility ma anche soluzioni di
smart parking. Perché una città sia efficiente, più vivibile e intelligente,
bisogna andare verso soluzioni che snelliscano il traffico e riducano
l’inquinamento.

Tecnologie abilitanti per le smart city: Internet delle cose e


Big Data

Tra le tecnologie digitali fondamentali per far funzionare al meglio le Smart City
del presente e del futuro c’è sicuramente l’IoT, l’Internet of Things, che ha tutte
le carte in regola per essere applicato su larga scala nei centri urbani.

Per fare questo tipo di analisi e monitoraggio strutturati, una smart city deve
potersi appoggiare su reti di sensori. Sono infatti i sensori a rappresentare le
terminazioni di tutto il sistema intelligente. Sensori IoT ovviamente, capaci di
rilevare ad esempio le condizioni ambientali (come qualità dell’aria, rumore,
umidità) o sensori di movimento ma che integrano tecnologie Internet of
Things per la comunicazione dei dati.

Qui entrano in gioco anche le Wireless Sensor Network (WSN) ovvero le


tecnologie wireless che permettono la comunicazione tra gli oggetti e i
protocolli di comunicazione IoT.

La Wireless Sensor Network è caratterizzata da una architettura distribuita e si


realizza con un insieme di dispositivi IoT che raccolgono dati dall’ambiente,
comunicano tra loro e inviano le informazioni su piattaforma.

Il motivo è semplice: la sensoristica IoT rende possibile acquisire – a costi


contenuti – una immensa quantità di dati che – opportunamente elaborati –
possono essere impiegati per prendere decisioni che permettono di migliorare
la vita all’interno delle città.

Ad esempio i dispositivi IoT possono essere impiegati per garantire il


monitoraggio affidabile e in tempo reale di parametri come la qualità dell’aria
e dell’acqua, l’inquinamento acustico, la situazione dei rifiuti, ecc.

Un ruolo ancora più immediatamente percepibile dell’Internet delle cose è nel


campo della viabilità e dei trasporti: nelle smart city del domani gli utenti
potranno visualizzare sul proprio smartphone la mappa real time dei parcheggi
disponibili in città, degli ingorghi presenti e così via. Tutti dati che saranno resi
disponibili proprio grazie all’IoT, che può rendere anche più performante la
gestione dei mezzi pubblici, monitorandone le performance e segnalando con
prontezza eventuali guasti/disservizi.

Data Analytics al servizio delle città intelligenti e degli


abitanti connessi

Come accennato in precedenza, però, i dati non devono essere soltanto raccolti
ma, piuttosto, devono essere utilizzati, in modo da poter dare a vita a nuovi
prodotti/servizi utili per le smart city. È chiaro, dunque, che altre tecnologie
fondamentali per lo sviluppo delle città intelligenti sono Big Data e Analytics.

Facciamo qualche esempio concreto: nel campo della sicurezza dei cittadini
l’analisi dei dati raccolti dalle più svariate fonti può permettere di individuare
con esattezza quali aree siano più soggette ad attività criminali e siano dunque
da presidiare maggiormente da parte delle forze dell’ordine. L’analisi dei flussi
di traffico può invece permettere di comprendere quali siano i punti critici della
viabilità e, dunque, di agire di conseguenza.

In poche parole, tutti i dati raccolti dai dispositivi IoT e non solo (pensiamo ad
esempio alla percezione dei servizi pubblici che può scaturire dai social)
possono essere opportunamente analizzati e interpretati per consentire
l’evoluzione in senso smart delle nostre città. Il problema messo in luce
dall’Osservatorio del Politecnico di Milano è che questa modalità non è ancora
automatica nel nostro Paese: ben due comuni italiani su tre non utilizzano i dati
raccolti all’interno dei progetti di Smart City, perdendo importanti opportunità
per abilitare nuovi servizi per i cittadini.

Ma quali sono i dati (i big data) di una città? I dati ad esempio sul traffico,
sull’utilizzo di un certo servizio, ma anche sulla qualità dell’aria, sul livello delle
acque dei fiumi, sulle vibrazioni e i rumori… O, ancora i dati relativi alla
geolocalizzazione di infrastrutture (come parcheggi per disabili, colonnine per
la ricarica dei veicoli elettrici ecc) oppure sulla frequenza di transito dei mezzi
di trasporto o sull’accesso a una piattaforma digitale.

Lampioni intelligenti

Tra i vari cambiamenti che devono essere apportati all’interno di una città per
renderla da semplice cittadina una vera e propria smart city c’è quello
dei lampioni intelligenti, questi si ritroveranno ad essere non più dei semplici
strumenti atti all’illuminazione delle strade, il cui unico collegamento è quello
alla rete elettrica, ma apparecchi in grado di acquisire dati dall’ambiente
circostante, di integrarsi in una rete IoT (Internet of things) e scambiare
informazioni in modo tale da tenere tutto connesso e costantemente
aggiornato.

Quali sono i cambiamenti, in modo specifico, che dovrebbero essere apportati


ai nostri sistemi di illuminazione cittadini per renderli davvero “smart”?

Il primo è la sostituzione della tecnologia di illuminazione dalle normali


lampadine alogene a luci al led, queste non solo assicurano un’illuminazione
migliore che consente una maggior visibilità, apportano anche un risparmio in
termini di energia elettrica consumata del 50%, oltre ad una ridotta necessità
di manutenzione, dal momento che le lampadine LED hanno una vita ben più
lunga di quelle normali.

Il risparmio non viene assicurato unicamente dalla qualità delle lampadine, ma


anche dal sistema di luminosità adattiva, rilevando vari fattori, come traffico,
condizioni atmosferiche ed ambientali, il lampione sarebbe in grado di adattare
l’intensità della luce in modo tale da assicurare una visibilità sempre adeguata,
al contempo incentrata sull’ottimizzazione atta a generare il minor consumo
possibile di energia. Oltre al semplice cambiamento della tecnologia
illuminotecnica, un lampione smart, monterebbe tutta una serie di funzionalità
aggiuntive che fin’ora non avremmo mai pensato.

Immaginate un lampione che offre una connessione wi-fi pubblica, alla quale
chiunque potrebbe connettersi in totale libertà, oppure uno su cui sono
montati dei sensori in grado di rilevare la presenza di automobili nell’area in
cui opera, in modo tale da restituire in tempo reale dati aggiornati sulla
situazione del traffico, queste sono solo alcune delle possibilità ma lo spettro
si estende con sensori per la qualità dell’aria, dell’inquinamento acustico, o
sistemi “push-to-talk” per la sicurezza pubblica che permetterebbero con un
solo pulsante di entrare in contatto con forze dell’ordine o ospedali in caso di
emergenza.

Semafori intelligenti

Un concetto simile a quello dei lampioni verrebbe applicato ai semafori


intelligenti. Questi sarebbero in costante comunicazione, non solo tra loro ma
anche con le automobili stesse, così sarebbero in grado di gestire il traffico nel
modo ottimale, aumentandone la fluidità e la scorrevolezza, con la possibilità,
inoltre, di tenere conto della presenza di veicoli speciali, come ambulanze o
macchine della polizia/carabinieri.
I semafori potrebbero rilevare le condizioni della zona in cui sono montati, ad
esempio la quantità di automobili, le velocità a cui si muovono, le condizioni
ambientali, oltre a montare un sistema di luci a led, che come per i lampioni
apporterebbe un grande risparmio.

Ciò però non basterebbe, i dati raccolti da un unico semaforo non sarebbero
sufficienti a determinare le condizioni del traffico e ad assicurarne la giusta
scorrevolezza, è così che entra in gioco la connessione alla rete IoT, che farebbe
capo ad un’intelligenza artificiale atta a raccogliere ed elaborare i dati dai
semafori, ma anche dalle automobili, che dovrebbe comunicare la direzione in
cui si tanno spostando, la velocità, etc. L’intelligenza si occuperebbe poi di
incrociare i dati e di utilizzarli per regolare il funzionamento della rete stradale.

Smart parking

Pensate ad un mondo in cui la ricerca interminabile di un parcheggio non esiste


più, in cui vi basterebbe recarvi nel posto che desiderate sapendo già dove
posizionare la vostra automobile in tutta comodità e poterla lasciare senza
pensieri, sembra un sogno vero? Eppure diventerà realtà grazie allo Smart
Parking (parcheggi intelligenti).

Immaginate un sistema, sempre connesso tramite una rete IoT, in cui i vari posti
di parcheggio, muniti di una centralina, sono in grado di comunicare tra loro e
aggiornare la loro situazione, rilevando se sono occupati o meno. Tramite
un’app sui cellulari, o perché no, compresa direttamente all’interno del
computer di bordo delle automobili, saremmo in grado di visualizzare una
mappa che indica tutti i posti ancora liberi e di “prenotarli” in modo tale da
potercisi in tranquillità e trovare lo spazio pronto per noi.

Potremmo anche visualizzare quelli già occupati, o quelli che si stanno


liberando, insomma lo cambio di dati avverrebbe in tempo reale. Il risparmio
che una tecnologia di questo tipo potrebbe apportare non solo in termini
meramente monetari, ma anche di tempo e di inquinamento sarebbe enorme.

Niente più giri infiniti alla ricerca del posto libero, finite le attese per aspettare
che qualcuno liberi il suo posto, oltre ad una diminuzione dello spreco di
carburante, quindi meno spese e meno inquinamento. I vantaggi non
riguarderebbero esclusivamente chi cerca un parcheggio, ma anche le forze
dell’ordine, i vigili sarebbero ampiamente facilitati nel rilevare effrazioni o
violazioni, il sistema potrebbe identificare un’automobile che si sta iniziando a
spostare senza il proprietario a bordo, ed allertare i vigili che conoscerebbero
benissimo la posizione di partenza del veicolo e che quindi potrebbero
intervenire in modo più repentino e indirizzato.

Monitoraggio ambiente e controllo qualità dell’aria

Ne abbiamo già parlato quando abbiamo toccato l’argomento dei lampioni


intelligenti, il monitoraggio dell’ambiente. I sensori, montati sui lampioni, sui
semafori, ma anche sule nostre automobili, permetterebbero alla rete di tenere
sempre sotto controllo tutti i valori ambientali, come inquinamento dell’aria,
condizione meteorologica, inquinamento sonoro o luminoso.

Le analisi devono essere effettuate in modo capillare, ottenere queste


informazioni vuol dire, infatti, tutelare la salute umana e dell’ambiente stesso. I
sensori sarebbero in grado di segnalare alterazioni nei livelli di ossido di
carbonio, azoto, ozono e biossido d’azoto, oppure potrebbero monitorare
variazioni nell’inclinazione o vibrazioni del suolo, diventando anche un
importante mezzo per anticipare i terremoti nelle zone altamente sismiche.

Smart car

Cosa sono le smart car? Le smart car sono auto “intelligenti”, che hanno
funzionalità automatizzate da diversi punti di vista. In un imminente futuro le
nostre automobili entreranno integralmente a far parte del sistema IoT. Al
giorno d’oggi sono già molteplici i sensori montati a bordo che permettono
alle auto di rilevare parecchi dati, come la distanza dai bordi della strada o dalla
macchina di fronte la nostra, il grado di attenzione del conducente o il suo tasso
alcolico, la posizione geografica dell’automobile stessa e via dicendo. Un altro
esempio di smart car, o auto intelligente, sono le auto a guida autonoma,
ovvero veicoli senza conducente che si guidano “da soli”.

La grande differenza è che questi dati rimangono isolati nel sistema e vengono
sfruttati solo internamente per la regolazione delle sue stesse funzioni, in una
smart city verrebbero condivisi con l’intera città, incrociati con quelli degli altri
utenti della strada, per creare un’esperienza di utilizzo delle reti stradali
migliore, più fluida e sicura. Immaginate ad esempio, un camion che sia in
grado di rilevare la stanchezza del conducente e che, incrociando i suoi dati
con quelli rilevati dall’intelligenza artificiale della città, possa segnalare il punto
di sosta libero più vicino, o un sistema che, in relazione alle informazioni
acquisite dalle altre automobili, possa consigliarci la strada meno trafficata e
sicura per raggiungere la nostra meta. Questi erano solo alcuni esempi di ciò
che potrebbe apportare l’integrazione delle automobili in una smart city.

Smart buildings

Il raggiungimento di una città davvero smart non passa solo dall’integrazione


dei sistemi a livello stradale ma anche delle nostre abitazioni private. Case,
palazzi, uffici green che rispettano l’ambiente e riescono a rilevare dati
dall’esterno per adeguare il funzionamento dei loro sistemi interni di
conseguenza, è questo infatti il concetto portante della nascita degli smart
building e della loro integrazione nelle smart cities: l’ottimizzazione dei
consumi. Palazzi in grado di regolare l’intensità dell’illuminazione interna in
base alla luce esterna, sistemi di termoregolazione che aumentano o
diminuiscono la temperatura facendo riferimento a quella dell’ambiente
esterno, rivelatori di inquinamento ambientale, di condizioni climatiche e
inquinamento acustico che comunicano informazioni ad un’intelligenza
artificiale che raccoglie informazioni da tutta la città. Insomma, le possibilità
anche in questo ambito sono infinite.

Il paradigma della Smart Mobility

Uno degli aspetti più cruciali per le smart city è senza dubbio rappresentato
dalla mobilità, di persone ma anche di merci. È evidente, infatti, che gli
spostamenti di cose e persone all’interno delle città, sono sempre più frequenti
e numerosi, con un impatto notevole sia dal punto di vista della qualità dell’aria
che della vivibilità e fruibilità delle nostre città.

Alle Smart city, dunque, è demandato il difficile compito di individuare un


nuovo modo di concepire e organizzare la mobilità e i trasporti, dando vita a
una mobilità intelligente, molto diversa da quella incentrata su vetture private
alimentate a combustibili fossili e un apporto residuale del trasporto pubblico
locale. Smart mobility, dunque, significa nel concreto riuscire a gestire i flussi di
mobilità per ridurre congestioni, tempi morti, disservizi e rischi, progettando in
maniera più moderna le infrastrutture di trasporto.

In questa complessa sfida, è evidente, l’utilizzo e integrazione delle tecnologie


ICT può portare un cospicuo valore aggiunto alla mobilità sostenibile, che passa
innanzitutto dalla valorizzazione del dato. Che a sua volta permette di
disegnare politiche di trasporto cittadine più in linea con le esigenze di imprese
e cittadini. Molto concretamente, questo significa attivare nelle città servizi che
favoriscano la condivisione dei mezzi (car sharing, car pooling, bike sharing,
ecc), nonché di soluzioni digitali che permettano di usufruire più agevolmente
dei mezzi pubblici (ad esempio tramite app che consentano il pagamento dei
biglietti) o che favoriscano l’introduzione di mezzi di trasporto alternativi e più
sostenibili (come le colonnine di ricarica pubbliche per i veicoli elettrici).
I pagamenti digitali per le Smart City

Un altro elemento abilitante lo sviluppo delle smart city è senza dubbio


rappresentato dalla diffusione dei sistemi di pagamento contactless. È infatti
praticamente impossibile pensare che i cittadini possono usufruire dei servizi
resi possibili dalle città intelligenti effettuando pagamenti in contante, con tutte
le complicazioni che questo comporta.

Servono, piuttosto, soluzioni che consentano immediatamente di effettuare le


transazioni e di accedere ai servizi richiesti, senza perdere tempo a contare le
monete giuste. In particolare nell’ambito della smart mobility la tendenza è
quella di eliminare l’obbligo di utilizzo dei contanti a tutto favore di dispositivi
di pagamento accettati internazionalmente e testati per essere sicuri, così da
favorire l’accesso di residenti e turisti in treni, autobus, traghetti, sistemi di bike-
sharing, parcheggi pubblici, ecc.

La Smart city Platform

Il punto fondamentale è che oggi la smart city passa dall’integrazione di diversi


livelli di servizio: i pagamenti, la mobilità, la sicurezza, la gestione delle
infrastrutture pubbliche, le risorse legate al facility management, la gestione
dei consumi energetici, o, più in verticale, con le componenti legate
all’illuminazione pubblica o alla raccolta dei rifiuti.

In questo senso è possibile coniare il concetto di Smart City Platform, che


presuppone il passaggio da soluzioni tecnologiche pensate per migliorare
singoli servizi a piattaforme pensate per sviluppare e promuovere l’innovazione
a 360 gradi. Per effettuare questo passaggio occorre mettere a fattor comune
le conoscenze e le esperienze raccolte, innanzitutto tramite la condivisione dei
dati. Permettendo così alle diverse soluzioni verticali di concorrere nativamente
e in modo integrato alla creazione di una nuova lettura della città.
In quest’ottica il mondo dei pagamenti digitali, come si è visto in occasione di
un recente convegno organizzato nell’ambito del recente Salone dei Pagamenti
2019, offre tantissime opportunità di sviluppo per favorire la crescita di
innovazioni per le Smart City. Il pagamento costituisce infatti una componente
importantissima di una strategia di innovazione che non si ferma alla sola
gestione delle transazioni, ma che abilita un nuovo rapporto tra città e pubblici
servizi e che incide in modo diretto sulla user experience in tantissimi ambiti e
che è a tutti gli effetti uno dei pilastri sui quali si basano le logiche delle smart
city Platform.

Sicurezza e Risk management nelle Smart City

Una degli aspetti prioritari dell’azione di qualsiasi amministrazione locale


riguarda la sicurezza dei suoi cittadini e, più in generale, del territorio. Come
abbiamo anche accennato nei paragrafi precedenti, le tecnologie innovative di
cui sono dotate le smart city permettono di fare passi in avanti significativi dal
punto di vista del Risk Management, ovvero delle prevenzione dei svariati tipi
di rischi a cui le comunità locali possono andare incontro.

Ad esempio, le applicazioni basate sull’IoT e sui Big Data possono essere di


estremo aiuto nel limitare i rischi ambientali o idrogeologici, per non parlare
della sicurezza fisica di persone e imprese. Allo stesso tempo, però, l’avvento
delle smart city porta con sé un rischio non da poco: dal momento che tutti i
servizi sono connessi diventano così automaticamente alla portata
del cybercrime, ossia una delle grandi minacce di questo secolo.

Che, tra l’altro, si è già dimostrato capace di colpire servizi e infrastrutture


critiche. L’avvento delle smart city, dunque, deve passare necessariamente per
una rigorosa politica di sicurezza informatica, che eviti la sottrazione dei dati
degli utenti o – scenario ancora peggiore – la paralisi dei servizi stessi. Senza
addentrarci eccessivamente nei dettagli, è evidente che la protezione digitale
delle smart city deve ruotare attorno a quattro principi cardine: gestione del
rilevamento e dell’accesso ai dispositivi, segmentazione intelligente della rete,
prevenzione delle minacce e integrità dei dati.

I benefici della Smart City

Una città smart è una città più efficiente

La capacità di attuare una strategia di analisi dei dati e di raccogliere ed


elaborare i “big data” a livello urbano consentono alle città di accedere a
informazioni che non erano mai state disponibili prima. Poter monitorare le
metriche desiderate in tempo reale e anticipare eventuali situazioni di disagio
o eventuali problematiche, permette inoltre di innalzare i livelli di
servizio consentendo allo stesso tempo un processo decisionale più veloce e
più efficace.

Una smart city è più sicura

L’utilizzo di tecnologie di videosorveglianza e altre tecnologie innovative


permette un maggiore controllo delle diverse aree urbane e una diminuzione
della criminalità.

Una città intelligente è una città più partecipata e inclusiva

La possibilità di avviare un dialogo con i propri cittadini è fondamentale. Ne


stiamo vedendo un esempio ora, ai tempi del coronavirus, con sindaci collegati
in chat e social media o streaming per avere un filo diretto con i propri
cittadini… Ma pensiamo anche all’utilizzo di mappe interattive, dashboard sulla
mobilità urbana o sull’efficienza energetica. Un modo per abbattere le distanze
tra amministrazione pubblica e cittadini e aumentare il livello di fiducia e
coinvolgimento.

Una smartcity è anche una città più sostenibile

Lavorando nel modo giusto, le nuove tecnologie possono diventare uno


strumento prezioso per ridurre l’inquinamento e le emissioni di CO2. E
ovviamente anche per aumentare i risultati di efficienza energetica attraverso
l’utilizzo di fonti rinnovabili in modo integrato.

La Smart city per servizi e infrastrutture ottimizzati

Una città smart può offrire servizi a valore aggiunto, come un miglior servizio
di trasporto pubblico, e migliori infrastrutture, ad esempio un sistema di
illuminazione pubblica adattivo. Ma può anche monitorare meglio situazioni di
difficoltà, edifici con problemi strutturali o ponti e strade da manutenere. E
controllare real time i consumi di energia, acqua e gas.

Una smart city è più connessa e più digitale

La rete di informazioni e telecomunicazioni è alla base dello sviluppo di una


smart city. Per cui una città intelligente è sicuramente una città più connessa,
in grado di creare un ambiente digitale per i propri cittadini, in cui il wi-fi è
accessibile in vari punti della città.

Una città intelligente offre maggiori opportunità economiche e di lavoro

Investire in tecnologie smart city può avere un effetto moltiplicatore sulle


imprese e sui lavoratori. Azioni di questo tipo possono giocare un ruolo
importante nell’aumentare il livello di competitività. Inoltre, l’adozione di
sistemi intelligenti può diminuire la necessità di lavoro manuale e spingere
l’utilizzo di risorse umane verso iniziative più strategiche.

Una città con meno costi e più tempo

Una smartcity taglia i costi e ha un notevole ritorno sull’investimento, calcolato


in pochi anni. Ma oltre ai vantaggi sopra citati ce n’è un altro molto prezioso
anche se nascosto: il risparmio di tempo. Una città intelligente offre infatti la
possibilità di ridurre i tempi nelle interazioni con la Pubblica amministrazione e
con il sistema sanitario (e-Gov) piuttosto che nello spostamento da un punto
all’altro della città o nella ricerca di parcheggio. (attraverso sistemi ad esempio
di monitoraggio traffico e smart parking o di un migliore trasporto pubblico).

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