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EL AMOR EN PLUTARCO ests M* Nieto Ibanez Raiil Lopez Lopez (Catores UNIVERSIDAD DE LEON SECRETARIADO DE PUBLICACIONES 2007 ISBN: 978-84-9773-349-6 AFRODITE E LA LUNA IN PLUT., AMAT. 19 (764B-D) Rosario SCANNAPIECO Université di Salerno el cap. 19 dell’Amatorius (764B-D) Plutarco fornisce un esempio molto interessante di quella tendenza al sincretismo filosofico-religioso, di cui il De Iside et Osiride costituisce la prova pitt complessa e sistematica’. In virti di una ormai consolidata attitudine al confronto e all’integrazione di jstemi di pensiero diversi, Plutarco sembra intensionato a verificare la validita e la pertinenza delle simbologie egize alla luce della tradiione scientifica, filosof- ca e letteraria ellenica; il suo ragionamento appare cosi dettato dalla volonta di rivendicare la ricchezza ¢ la precisione delle conquiste del pensiero greco, proprio, nel momento in cui ess0 pareva cedere agli apporti sia pure affascinanti di altre civilea, di cui invece si cerca orgogliosamente di individuare i limiti 1 La volonta di cogliete nelle tadizioni non greche una traccia della verti unica e comune ‘tutti @ testimoniata anche dal fe. 157 SaNORACG, in eu, in una forma pit: didascaliea, si cerea di fornire una spiegacione coerente di iti e mit alla luce della tradizione flosofca naturalstica. I si cretismo, come osserva L. SIMONI, 1986, p. 20, &espressione “di un momento storico di una civilta che avverte malinconicamente di ewere giunta al declino e si ripercorre nella sua secolare tadizione, mostrandone la riccheza e la continuita anche attraverso il confronto e 'accordo con forme di pen: sero estrance alla pi fine grecit, git evolutasi nell ampia e poliedica hoiné culturaleellenistica. Ed {pure un estremo tentativo di sntes di un mondo pia vasto, quello pagano, per taffermare se stesso, i propri valorie la propria vitalita. Peril sincrerismo religiso in Plutarco, eft. D. Basu, Phaareo ¢ lo Stocismo, edi. i. a cura di A. BELLANTI, Milano, 2003, pp. 499-502. Sullinteresse in eth traianea per lo tgp 2605 di side e Osiride eft. F E. BReNx, “Religion under Trajan. Pluareh’s Resurrection ‘of Osiris" tn PHP A. STADTER S&L. VaN eR Srocer (eds.), Sage and Emperor. Plutarch, Greek Inel- Tectuls, end Roman Power in the Time of Trajan (98-117 A.D.), Leuven, 2002, pp. 73-92. ee — a2 ‘Afri ela luna in Pha. Amat. 19 (764B-D) La demsitd concettuale di un test di per non immune de aleune evident corruttele ha contribuito perd a produrre su di esso una <7 i interventi, nel correigo di renlere pi expicto il pensiero plutarcheo, for anche 1a dove non. eee coeur’ Il testo gui presentaro cera invece di mito al minimo gli sarcavenei correttivi e di dimostrare che esso pub apparre coment, coerente sneer yntenata dell Amatorus. Viene di seguito foi ras questione cost come & stato da me costituito in base ala reeensio sistem at et dei codici che ta cotton Fopuscolo € delle edizioni a stampa antiche © moderne’: eoutvov 88 xa xv &aRov Bn & macip Gs /ALTORNOL Boo pv “EXAnOL Ha pence, “Epona, tov 4 sévEmov wal toy ODPEVN Youst, witov BE voui- Zouet Epora tov How" ’Ageabieay BE Kal BePHOTE Moneta. wat YONOS A ev Gxt ExeivoD GEOR 3 tu napezer TORY rpg wok aBEROW, HBL Gd voOron woRaKS, ‘Os 3 ffaiog ex veoGY Kat Nee wun GeppoTEPEG, HG "EPOG HET OPT xa Crorunias éponevor wee perevtog ABiov Koi SpUUTEpES. “Ext 8 Gonep TOY Gnteobat Ka 10 opervvcdan Boxobowy Eek, sabre Kak nepi "EMOTE Jog Gynrod Ka GBeBaiow cae rpoveat Kai way obee oouaras dyouvaros Eis Foe ‘obte "Epore. 80- ara pepe Gono, pons GaxBevron wens icra B pois éxterepov sre er thy 70d Geod Biv, ob thy a#rod weHeSHEYEN dove vey. Thy ee ar augexey Gv Brapépery f Betxvuow HAtos ey ER, yg ta xerhin Ke TOL 15 laypertofg, Gpaow, “Epa BE wove tv KOAGY GETS dori Kai mpeg tabta Mt role epaveag cwarei@e Bhenewv eal owplvecnoN ov 8 GAAOY RAVTOY wemepan. Tay Be Kaw obBey “Agpobicay Kanodvees URTV -ewog SNoLdentOs" wee fap dco>ta xa oipavie: Kai wibems XOPS rod GOaveetou RPS tO eunrbv, abpavi BE xa" Eaueiy wa axonbng AMET HA ‘mpoohapnovtos, GOnEP 20 “Agposiem wh Rapovees “Epwras Eoxxevat ev oby “agpoditn ceivny, Foy setepont av eanhey Gedy NOAhov eis Gon. 00 HAY eivai ye Ravecroot sobs adr00G* 2 Lambiguita espressiva di questa pagina pluarches spe, nata come digrssione,rinuncia lla sce aise a lang esonisione,sembrapresurporte un PULA Oo ‘i muoversi come gexec je competenaa nel campo delle sible io oe mon vari ambiti del Teaee pecs Putarco sta al assim Fe posers “ells lingua grees testimoniando in quest Saree eo rad di olsen acu ea era gana ea 0 ‘i icondue a un sistema il Ihe poi coerente element aprarenentt atalino! cultural e religiose different site coer erasmettono TAmatoris sono il Pans. 1672 (E)eil Pans. gr. 1675 (B) pet «rapport semmatck ef FLACELERE, pp. 39-4, Pet le ede fantiche e moderne si rimanda alle ror on bibliografiche’. Non ¢ qui possibile dscuters i problemi testualirelativi a questa ey aa usticae le scele operate, mai disoro mien solo ala ricostrurione ¢ allesegesi dele Il. 3 ¢ 17-22 vars dele Ma rare del pass: "Su ricieta del al eet eg padre disse che alist ceme 1 Gees, conoscono due Eros uno vga © ‘altro celeste, ma eredono anche in un Rosario Scannapieco 23 Riprendendo la distinzione operata da Pausania nel Simposio di Platone (180e-l) tra Venere Obpavier e Venere M&vénHios, a cui si accompagnano un Eros Celeste e un Eros Volgare, Plutarco afferma che gli Egiziani conoscono anche un ter20 Eros, il sole (Il. 1-3); nelle Il. 4-17 questa associazione viene analizzata ¢ rite- ruta nel complesso accettabile anche per i Greci, pur se con qualche precisazione da parte dellautore’. Pid difficile appare la ricostruzione delle Il. 3 ¢ 17-20 dedica- te ad Afrodite e al suo rapporto con Eros-sole. Secondo l'esegesi tradizionale Plutarco non riterrebbe corretta Passociasione cgitia tra Afrodite e la terra perché, come egli afferma alla fine della sua esposi zione (Il, 20-22), & preferibile paragonare Afrodite alla luna e i motivi di questa somiglianza sarebbero contenuti nelle Il. 18-20. Con Vespressione igews xopa tod &Bavéirov xpos to Ovytdv (I. 18) Plutarco si riferirebbe, infatti, alla natura demonica della luna’, che gioca un terzo Eros, i sole; come AMrodite considerano la tera, che & oggetto di una particolare veneratione, "Noi vediamo che grande & Ia somiglianca di Eros con il sole: infatt,entrambi non sone fuoco, come ‘itengono alcuni; anz il calore dolee e fecondante fornisce nutrimento, luce e accrescimen: 10, quello che proviene dal sole al corpo, quello che proviene da Eros all anima. Come il sole che fa capolino tra nubi e nebbia é pit caldo, cos dopo un momento di irae gelosia, quando T'amato si iconcilia con il suo amante, Eros &piii dolce e pi intenso, Inolere, come alcuni ritengono che il sole prenda vigore e poi si spenga, allo stesso modo anche riguardo a Eros pensano che sia mortale ed instable. Ed ancora, la natura di un corpo non esetitato non pub sopportare senza fatica il sole, ni Pindole di un'snima volgare pud sopportare Eros. Entrambi alterano ¢ conducono alla malattia Uno il corpo Flo anima, eppure Tome accusa di questa sua condivione la potenza del dio, non la propria inadeguatezza, Sennonch® i ole ed Eros sembrerchbero essere different in questo, in quanto il primo mostra sia cid che & bello sia cid che & brutto sulla terra a chi € dotato di visa, Eros invece luce delle sole cose belle, a queste sole induce gli amanti a guardare ea rivolgersi mentre trascurano tutto il resco. Quanto alla terra, anche se gli Egiiani non la chismano assolutamente Arodite, pure ccolgono una cerca somiglianza con questa deat la loro, infat,& una terra santa e celeste ed & il luogo, in cui si uniscono elemento immortale con quello che immortale non & & debole di per sé e oscura se il sole non la illumina, proprio come Affodite in assenza di Eros. Pertanto, rspetto a tuti gl altri si, ad Afrodite sarebbe pid verosimile assomigliare la luna, il sole ad Eros, anche se la somiglianza rnon & del tutto complet 5. Cf}. Boutccve, 1999. Per la funcione delle similirudini nell’Amatorus eft. M. VaLveRne ‘Sancta, “Los similes en el Ertico de Plucarco", in .C. Monres-M. Sancwtz Orr De Lannattice SER. J. Gate Cesuno, Plutarco, Dionso y e vino, Actas del VI simposo espaol sobre Phare, Cadi, 14-16 de mayo de 1998, Madrid, 1999, pp. 501-516. 6 Cir def. or. 16E nerdy 66 aac Kai piymuer Baytovioy Sveag ty aedsjvmy: In fc, lun. 945D Vanima @ un elemento misto intermedio come la luna, mescolansa e fusione dell alto ce del basso. Cit. anche ff. 107 SaNoaace: la luna ha in comune com la terra la possibilita di essere ‘scurata, con il sole il fatto di avere una luce propria, pertanco esa é wean augotv. Percid Panimale che le pud essere asimilato @ la mula, che nasce dallincrocio del cavallo,sacto al sole perché buon corridore, con 'asino, animale ctonio e per questo caro a Tfone e incline all'accoppiamento. Viene «os1spiegato il motivo per cui la luna @ rappresentata su un carro trascinato da mule, Nel fi. #103 Saxnkaci & stavolta il maiale ad essere un animale ctonio e portato alla procreazione e per questo es legato alla luna, che instaura con il sole lo stesso rapporto che la fernmina ha con il maschio, I imiale invece in Is, et Os. 353F-354A & un essere impuro (dvtepdv Gov) e legato a Seth-Tifone, i 44 Afrodie¢ la hina in Plt. Amat. 19 (764B-D) ruolo centrale nell’escatologia plutarchea, come risulta dal mito di Silla con cui si conclude il De facie quae in orbe lunae apparet (940D-945D). anima dopo la sepa- razione dal corpo ritomna alla luna, sede sua propria; qui Fintelletto la abbandona per amore dlell'immagine che & nel sole, a cui luce & rappresentazione terrena del principio primo, meta di ogni desiderio umano’. La luna, signora della vita e della ‘morte (fac. lun. 942C), vicina ai prati dell’Ade’, ha due poteri, quello di assembra- re e quello di dividere, operazione compiuta da Cloto che li risiede®; pertanto essa pud essere identificata contemporaneamente con Ilitia e con Artemide™. principio del Male. I cambiamenti a cui la luna ® soggetta sono una prova della sua natura demonica ‘e della sua vieinanzaall'vomo, le cui etaBokai sono rappresentace simbolicamente appunto dalle fasi unari: cf Act. Rom. 282A ¢ Is. et Os. 369C-D: 6 nepiyeiog obt05 Kai netic deAivng v6 adog wai noxwihos yeyove Kei weraBohi Rous SeyA Ne iepir mpd &v@pwoxov vouZoutvn. Proclo, in Tim. 1, p. 147, 1 8s. Dis. atesta che secondo Porfirio Ia tna & chiamata dag Epsiani “cera celeste” (ai@epta); eft. anche in Tim Ip. 48, IL 17 21 Dina, in cui questa defi a ad Orfeo (fr. BL Kee); bid, ID, p. 142, 1. 12ss, 172, 1.21 Dati, dove si afferma invece che fu Orfeo a chiamare la luna obpavie. Laggettivo obpvi0 & riferio alla luna anche nei testi magic: ef. PMag. 4, 1.2853 Paeisesnanz, 426 Afrodie ela luna in Plat, Amat. 19 (764B-D) Questa ricostruzione del pensiero plutarcheo & estremamente suggestiva, ma se siammette che nelle Il. 18-20 Plutarco si stiariferendo alla luna, la frase yfiv 8& kat’ odSéy “Agpodithy KakobvtEs Gxrovrai ttvog 64orbrNG0G (|. 17) risulta la- Cunosa, mancando in essa qualsiasi accenno alla luna. Di qui i numerosi tentativi di correzione ed integrazione del testo, che vengono di seguito riportati: — edtvay 8 'Agpoditny KaAodvtes Stovrai tives Suordentog (Xylan der, Meziriach, Amyot) — oekivny 88 thy ‘Agpoditny KakoOvtes entoveai Tivos Spororntos (Reiske) — iy 88 xerxovsaiav A@poditny Kakodvtes Gxrovea tIvos Sporoemtos (Wyttenbach, dubitanter) _ Gednvay BE KaTobsey “AgpOditHY KaOdVTES GxroVTAi TIVOS dpordetog (Winckelmann) _ Gexnvay de xaTovsev "AgpOBiTHY KaAODVTES GntoVTai TLVOS Syordentog (Dibner) _ thy BE Kérobev 'AqpoBieMy KaROdvEES GRTOVEaK TIvOE djororNtOS (Madvig, Adversaria critica, vol. I, Hauniae 1871, p. 658) = yay BE Kat OdBEV, ‘A@pOBiTHY KaRODVTES &mtoveat *t- Vog Opowdentog (Bernardakis: ie. yy 8& xaaodvtec "Agpod. Kat obBEv Grtovtai tivo; Guorsentes, GEARY 8 "AGP. KaRODVTEG, dent. tIVOg ouordent0<) — piv BE KaTodBEY ‘Agpoditmy KahodvtEs Greovtai tWvog SHoLdtmtos (Wilamowits, Fla celiére) = iy BE KoodBev < “Agpodien ovYZ@poiny Gv Eouxé var HARROW TEP Ot tiv aedfay> ‘Agpoditny KeRodvTeS Gntovtai twos SuordtntOG (Poblenz) = Yay BE Kat odBev ‘AgpoBieny, KanodvtEs Gnrovtat cuvog 6pordentos (Barigazzi) = yy 88 KaToUBEv “AGPOBI- any Kahodvtes Gmtovtai twos Spordentog (Gorgemanns) ‘A parte la correzione del Wyrtenbach (“sotterranea”, che lo studioso doveva considerare come epiteto di Afrodite), tutti gli studiosi introducono il rferimento flla luna o obliterando la terra (Xylander, Meziriach, Amyot, Reiske, Dubner, Madvig) o stabilendo il duplice confronto tra Afrodite-luna e Afrodite-terra (Ber- nardakis, Wilamowitz, Flacelitre, Poblene, Barigazzi, Gorgemanns), a discapito di quest'ultimo. Inoltre, proprio sulla base del pregiudizio in base al quale Plutareo doveva ri- tenere inaccettabile Pidentificazione tra Afrodite e la terra & stata integrata anche Rosario Scannapieco a7 la L. 3, dove Plutarco avrebbe introdotto Vassociazione egizia di Afrodite almeno con la terra, se non anche con la luna, ripresa e poi smentita nelle Il. 17-21. Seb- bene non ci sia traccia di lacuna nei codici, alla luce del ragionamento plutarcheo @ assai probabile che in questa sequenza sia caduto il riferimento alla terra e per tanto il testo necessita di un sia pur minimo aggiustamento!% numerosi sono stati i tentativi di correzione: ~ ‘Agpoditny Eover péiha. oeBaopt0v (Mezitiach, Amyot) ~ ‘Agpodizny 8° Exover Wédtota GeBaohiov (Reiske) ~ “A@podimny Exouer pécher ceBdoptov (Bernardakis) — ‘Agpoditny Exover péiha ceBéoptov (Hubert, Flacelitre, Géngeman- ns) — “Agpoditny <8 thy Yhy KahodvtEs Becv> Exovor Wha eBeopLoV (Pohlenz) — ‘Agpodimy Exovet pda GeBéopLOY (Barigazzi) Lintegrazione minima del Bernardakis 8 tiv yf appare la pitt accettabile; tuttavia, ci sono i margini per un intervento ancor pili economico: infatti, si pud aggiungere solo tiy Viv dopo "Agpoditny ammettendo un asindeto tra le due pro- posizioni, fenomeno che & ampiamente attestato nella koind"”. 16 Il solo anon integrate il testo & Dower, p. 934, che riproduce la tradurione dello XYLAN- ben “ee Vererem valde venerantur’. La stesatradusione & anche in BEawagbakis, p. 63. Analoghe Te traduzioni di Auvor (“et ont Venus en grande reverence”, p. 609) e di Heuascen (“Aphrodite they reverence greatly", p. 397). 17 Per Fuso delfasindeto nella prosa darce delletd imperale eft. W. Scrat, Der Autcismus in seinen haupevertretem, V, Sachverzechnis, sv. "Asyndeton” e per Plutarco in particolae, G. Gist (GRANDE, “Linguaggioe stuttura nelle «Amatoriae Narrationes»", in G, D'lreoutTo & I. Gato (eds), Seracure formal dei -Moralia» di Phaarco, At del III Convegno plutarcheo, Palermo, 3-5 mags 1989, Napoli, 1991, pp. 273-294, in part. 279-280. Per alee esempi di asindeto nella prosa plutarchea eft Plutareo, De Isde et Osiide, introduccién, texto crtico, traduccién y comentario por M. Gatcia ‘Vatoés, Pisa-Roma, 1995, pp. 263 (comm, ad 368C), 279 (comm. ad 375D). La caduta di vay ry si ’Pud spiegare agevolmente come un error di aplografia forse prodottos in fase molto antics, quando 'Ucesto era ancora in maiuscola, per a presenza del precedente ‘Agpoditny (A@POAITHNTHNTHN >A@POAITHN). Questa tipologia di errore giustiicherebbe anche altrecorresioni che si impongono {in questa sia pur breve porzione di testo: ad esempio, alla 19 € necessarioscrivere €xt mentre t cael danno 6rt (ETI>OTI). Alla |. 4 i codicitrasmettono entrambi ti Yiv al posto di tov #atov, che appare qui necessario riprstinare. Gik Amyot aveva giustamente scitto sul margine dell Alina in ‘suo posseso tv HfAtov come correzione del tito THY YW. Si potrebbe ipotizzare che le parole thy ‘Tv omesse da un copista dopo 'Agpodieny dovessero citcolare ui margin del testo 0 supra linea, {integrate ope ingen o per collaione con altri esemplari ma ese furono fraintese eanvdarono a sos. tire per un accidente della tradizione tbv tov. 428 Afri ela hana in Phat. Amat, 19 (7648-D) Inoltre la lesione pé1o7a. trasmessa da B rispetto a pacha di E, che & accet- tato da tutti gli editori eccetto il Reiske, potrebbe restituire un testo pitt coerente con il ragionamento che Plutarco sta sviluppando. Infatti, affermare che gli Egi- siani hanno una veneracione particolare (1étota oeBéopt0v) per la terra, po: trebbe implicare tra le righe la volonta di ridimensionare il culto di Iside, a favore di quello del sole che Plutarco identifica, nel solco del pensiero platonico, con Eros-Bene e di cui egli tende a sottolineare trascendenza ¢ inattingibilitd. Questa precisazione, inoltre, rispecchierebbe la concezione greca dell'inferiorita della componente femminile della coppia, che come si veda, implica la sua debolezza e la sua dipendenza da quello maschile’®. Lassunto di fondo dell’Amatorius & che Punione completa di Eros e Afrodite, cio l'armoniosa fusione della componente spiritual e fisica dell'amore, si realizza nel rapporto coniugale™. La necessita e la naturalezza dell'unione dell’elemento maschile con quello femminile & dimostrata sul piano fisico-naturale dall'incontro: di secco e umido® che produce la vita, su quello mitico dalle copie Urano-Gaia” ¢, sul versante egizio, Osiride-Iside. Appare pertanto funzionale al ragionamento plutarcheo Videntificarione di Ositide-Nilovsole con Eros da un lato e di Iside-ter- ra con Afrodite dalPaltro 18. U. Braxci, 1986, pp. 117 © 119, ha osservato che nel De Ise t side si pd coliee un cero sidimensionamento deecellneae dela superior di sie, a dispetto del mportanca ass frdal suo culo inet ellenstico-imperale, anche se la dea continua a svolgere un rulo di primo Plano neg event del mito. Per Uimportanca del eulto di Orie, superiore anche a quello di lide Fella pratica quotdiana eft. FE, BREN, In the Image, Reflection and Reason of Ost Plutarch fra the Egypetan Calin A. PExtz Jez & F Casabesds Bornoy (eds), 2001, pp. 83-98. Pe i fuolo comungue subordnato della donna interno della coppia cf. anche on, prac. MOA, 142E: sullinferortt del sesofemminile nella cultura greca cf. G. Sssa, “Filosoe del gener: Patone, “Aristotle ela differenca de ses" in G. Dry &M. Prasor, Storia dele donne Aracit (a cura di P,Scumirr Pas), Bar, 1990, 2005%, pp 58-100 in part. 80-98 e, per ls poisione plutarchea, 95 97. Ch anche ina. 43, 19. Cit anche ama, 7S2A-B EL 8. od Zot dgpodioioy maxbixay Kowovie, ig “Epog Fort Agpobieg 1 Ropobers.c 759F bray dadevis Kak Gvixopos Eom A ‘Agpodieng xépxs “Epotos yh emunvesouvios. 20 "nls et Os, 364A Osirde viene defini “il principio ela forza generatricedelelemento amido, causa dell generacione e sostansa del seme” (yponotos dpxn cai Sdvaquts. aitia ‘yeveotag ral onépjatos oboLa), mente la natura uma &considerata principio e oigine di tutte Tecose (Yap Opa gvorg dp Kai YevEaig oa Raven, 365C), 21" Cit, Hes, Theor 126128. 32. Inis, er Os. STAC Osi & chiaramente iemtifcaro com I Eros di Esodo (eft: Teng 120), mente side ¢ la Terra; in mat. 756F Phitarco acceta la tes esioden dela primoyenicra inché rate attraverso di hi partecipase dela generacione” (Hoiobog && @vaux@repov iol Soxet rowel “Epota naveay xpoyevtoraroy, va Rava dt éxeivow nerdy YEvEOEOS) tila natura di Osrde-Erex coxmogonic ct. J Boutooxe, 1999, pp 216-217. Sulla trasformaione Gi Eros da principio cosmogonico collaborator di Afrodite dopo Tevirasone di Urano da pare 4 Grono, eft JR VeswanT, "One, Two. Thee: Eos, in D. M, Hausen ~). J. Winkie S&F I. Zerun (eds), Before Seuaity. The Consoucton of Erotic Experience in the Ancient Grek World, Rosario Seanmapieco 429 Plutarco, dunque, non voleva criticare l'identificazione della terra con Afto- dite; la terra, infatti, era considerata dagli Egiziani una eixdy di Iside”; ma la dea, in quanto legata alla cura delle faccende amorose (f tov épottxdv Expéhero,, Is. et Os. 377A), poteva essere identificata da un greco con Afrodite™, Le equa- tioni Iside=terra ¢ Iside=Afrodite implicano dunque Pidentita tra Afrodite ¢ la terra. Plutarco, pertanto, pur cogliendo i limiti del culto egitio di cui & pronto a fornire, come si vedra, delle correzioni, trova in esso una giustificacione alla sua concezione dellamore, che gli appariva confermata anche dalla pid genuina tradi- zone poetica ¢ filosofica cllenica, Infatti, al cap. 13 (756D-E) nella secione dedicata alla dimostrazione della divinita di Eros, Plutarco cita i wv. 449-450 dell'Ippolio di Euripide, in cui Afrodi- te indicata come colei che donando Eros semina nuove vite, dando cost origine a tutti gli uomini; insomma & la forza generatrice ¢ fecondante della @voig, che ne garantisce la conservazione. Subito dopo Vautore ricorda che Afrodite era per Empedocle (ft. 31B 151 D-K.) Gei8apos, e, pit giustamente, pet Sofocle (fr. 647 Radt) ebxapnog®. E chiaro, dunque, che 'identificazione tra natura (pOoi<)-terta ¢ Afrodite & condivisa da Plutarco in quanto ampiamente attestata, soprattutto nella tradisione del pensiero fisico-naturalistico, A questa tradizione scientifico-filosofica egli fa riferimento anche al cap. 24 (770A): qui, citando Euripide (fr. 898 N= 898 Kannicht), Plutarco sottolinea come l'unita completa tra maschio e femmina sia un‘esigensa assolutamente nate rale (¢ per questo giusta e sacra); la prova pitt evidente di questa tesi ¢ fornita dalla natura stessa, in quanto la terra desidera la pioggia, il cielo ama la terrae il sole la Princeton, 1990, pp. 465-478; lo., Lumivers, gl di, gli womini, Il racconto del mito (ed. of. 'Univers, les Dieux, les Hommes. Récis grec des orgies, Paris, 1999), ead, it. di I. BARA, Torino, 2000, pp. 10-11, 17-19. 23. Cli Is. et Os. 366E, 374C. 24 Afrodite viene invece identiticata dagli Eyisiani con Nephtys, sposa di Seth-Tifone ed & anche asimilata a Mort e Vittoria (cf. supra n, 9 infran. $9). Secondo J. BOULOGNE, 1999, p. 217, la stesa Ise sarebbe identificabile con Eros pandemos. Perla scstansile identi di tutti gli dei eft. del resto Is. et Os, 375F-376A, 37D, 377F-378B. 25 IIsignificato del’aggettivo CetBupos, che & spess IL 2. 548; Od. 5.463), olla tra quello di “dispensatore di biade” e “datore di vita” (eft. LSJ, ss Hd. 9.22 con riferimento al Nilo; F CAssova, 1994, p. 233-234); Plutarco lo usa in questultimo senso anche in esi cam. 993F come attributo della quercia che “madre e nutrice” (jitenp xa 1pops) {forni le ghiande ai primi uomini. In questa accezione Tso dell aggettvo & coerente con Timmagine sella terra fornia dalla precedente citatione euripides. Anche in con. pragc. 144B Plutarco sostiene che Fattriburo ebxapaos utilizzaro da Sofocle per Afrodite & quanto mai adatto alla natura di questa dlivinita. In ambito orfico Natura e Aftodite sono assimilate nei poteri e neal epiteti:cft. Hymn. corph. 10. 2, 8; 55. 45 e G, Ricciarnett, 2000, pp. 276, 443; PMag. 4, Il 3230-3235 PResennane, "Naturalmente Faggettivo eXxapnos nel contesto dell'opuscolo plutarcheo allude alla fecondita del rapporto eterosessuale rispetto alla sterile) di quello omosessuale, ito alla rera (eft ad esempio Hom. +0 Afrodite ela ain Phe. Amat. 19 (764B-D) luna’, La terra, madre degli uomini ¢ causa della nascita (yéveors) di piante ed animali, non pud essere soggetta a completa distruzione, perché mai viene meno il Bewvog Epag ¥ inepos del dio per la bAn, che a sua volta non smette mai di desiderare e inseguire in lui il principio del divenire (noBod0a Kai Svxovee. Thy éxef@ev Gpziiv kai ivnow) A sottolineare [identita tra terra-fAn ¢ Iside concorre anche l'uso dei verbi ro8éw © 61xe che sono utilizzati da Plutareo proprio per indicare la ricerca di Osiride a cui Iside @ spinta dal desiderio¥, mentre ricorrendo a termini come apxh ¢ kivnorg Plutarco fa slittare impercettibilmente il ragionamento dal piano miti- co-teligioso e scientifico-naturalistico a quello piti propriamente filosofico, suppor- tato perd dalle immagini fornite dalla tradizione poetica. ‘Sgombrato cosi il campo dal pregiudizio in base al quale Plutarco doveva trovare inaccettabile 'omologia Afrodite-terra, non sara piti necessario ritenere lacunosa lespressione Pv 8€ Kot’ obSév ‘A@pobithy Kaobvtes GmtovTaK TOS ‘Syor6rHt0¢ (I. 17).Se anche alla L. 17, come alla |. 3, si intende yijv come comple- mento oggetto di xaaobvtes © 'Agpoditny come predicativo dell'oggetto” € se si 26 Nel fr. 105 Saxpancit si legge che “sl piano naturale primo matrimonio & Vunione della luna con il sole” (guauxds ivan xpatov .. 7éqlov Ti GetWNE RPS HHhiov GovOBoY) ed & per {questo che gli Ateniesi sceglievano come giorni propis pe il matrimonio quelli vicini alla congiun sone di sole e luna e celebravano allora le Teogamie. Perle questioni amorose le donne invocavano la lana, gh vomini il sole: eft. ad esempio lilo II di Teoeritoe Pi. fr. 104 S.-M. Lareligiosta greca vedeva in Aftodit la garante e la tutrice del matrimonio: ft. F CAssoU, 1994, pp. 227-228. 27 Cir. Arist, Metaph. 1072b 3: il principio primo & motore della realta in quanto oggetto Pamore (xive’ dg épouévov), 28. Cir Is. et Os. 372 DE e ina n. 46; 370F-3714, in cui Plutarco fornisce una lertura perso: nale del pensiero di PL Lg, 897e-d, 898c: il mondo sareblbe mosso da due anime, una causa del bene, le; il filosofo ammerterebbe poi una tera natura intermedia (wpitn Tg petagv oven), che rende all'anima mighore, la desiderae la insegue (ro0oVea Kai Biioxoved). Per Fanalisi del passo platonico e dell interpeeravione plutarchea eft. L. Toraaca, 1994, pp. 210-214 c infra, 36. In 383A Plutarcoafferma che Iside innamorata della bella la cerea (BxdxovoG) € le si umisce,riempiendo la terra di tute le cose belle e buone che prendono parte alla generstione (Gc, ‘yevécus wertoznse). [side sembra proprio la variegatarealeh naturale percorsa da forse di vitae di distruzione, la pa platonica, ma anche la poor aristoteica (eft. infra, p. 433). 29 Lo Xrtannix traduce (p. 764): “Terram autem cum Veneris ffciunt vocabulo, similitud nem quandam assequuntur™. Questa tradusione viene pot ristampata da WincksLMann, WyTTevRaCH © DUBNER, ma, come si vede, pur avendo il pregio di considerate yiwv come oggetto € ‘Agpodizny Come predicativo, rinuncia a tradurre at” ob8év. Sia HsLwioxo ("Now if they call Aphrodite fearth, in no respect do they attain any verisimiitude...", p. 399), che presuppone una lacuna e in rota riporta la tradusione della proposta di integraione del Wilamowite, sia Facet (*Quane 3 ‘Aphrodite, stelle n'a rien de commun avec la terre, ceux qui donnent son nom «la lune: peuvent faire état dune certaine analogic..." p. 88) incendono invece ‘Agpodisny come oggetto. Per un, andamento sintattico identico a quello del passo che sista qui discutendo eft. Is et Os. 377D danep 04 Atévuaoy tiv oivoy, “Heaiotoy 8 thy gROye (sc.-KahodvtEg) Rosario Seanmapieco 1 riferisce kat ovdév a Kahovtes ¢ non ad GextovEan™, come invece generalmente si intende, il senso del testo implichera che gli Egiziani, pur non chiamando la terra Afrodite (ma Iside), hanno colto una somiglianza tra le carattetistiche della terra (Iside) e quelle di Afrodite”. A questo punto, se queste osservazioni sono corrette e se si vuole rispettare il testo tradito dai codici, solo la terra pud essere il soggetto della successiva propo- sizione kai Yap ... tpookuRovtos, ma occorrerd verificare se quanto @ affermato alle Il. 18-20 si possa riferire anche alla terra, non solo alla luna, Leespressione pigems xdpu 100 GOavértov npOg tO OvntdY, che, come si & isto, sembra adattarsi perfettamente alla luna, pud tuttavia riferitsi anche alla terra egizia, se leggiamo questo passo alla luce di altri luoghi tratti dal De Iside et Osiride. Iside-terra ha i connotati della yépq platonica, la natura che accoglie tutti i corpi, lo spatio indistinto che @ ricettacolo ¢ madre, pronta a ticevere il modello che @ il padre, per produrre la natura intermedia, il figlio™ la terra & infatt il cor- podi Iside, almeno quella che riceve il limo del Nilo, effusione di Osiride”. Iside & il principio femminile della natura, che accoglie ogni forma di generazione: la dea, 30_ Il Wancxs1atan, pp. 212-213, intende “nulla in te", cio’ Yomnino non, prorsus non” € ‘cos interpreta il testo (aceettando la corretione di Yin oedrivny proposta da Xylander, ma cons setvando wat’ o®6Ey): "vocantes lunam Venerem securdiom nihil de milo, assequuntur quandam, similitudinem, ie. ets! qui vocant lunam Venerem, hoe faciunt nullam certam et iconeam rationem, sccuti sed cast potius delat, amen quodammodo luna similis ext Veneris". Anche il GoRGEMANNS, proponendo la corresione kat ob8ev, intende che l'identificatione degli Egiziani di erra e luna con. Afrodite, pur avendo colto una certaanalogia, non si fonda su una chiara gius- tifcatione. Lo studioso (p. 168, n, 305) sostiene poi che Kat ob8éV non & mai usato da Plutarco, come negasione: tutavia lespressione ricorre nel corpus plucacheo in cans. Ap. 107D e fv. 1161E, smentre Naw’ & integrato dinanci a ob8€v in comm. not. 1075E; inoltre, sono atestati in greco casi in ui ket” o88¢V @ rfeito, proprio come in questo passo plutarcheo, aun participio, con i sigificato Ai “assolutamente non” (ft PL, Po. 302b; D. XVIII 166; XXXVI 24: Luctanus, Luct. ly Hk, 7.34 ‘nella stesso Pltarco, Stoic ep. 1038 D). 31._A. Baricaza, "Note crtiche ed esegetiche all Evtios di Plutatco", Prometheus, Xil, 2 (1986), 97-122, in part. 120-122, rtiene che non si possaassolutamente integrate il testo identifi- ceando Aroite con la terrae che tale associacione sarebhe per gli Egisans “cosa arbitraria (p. 120) 32. Cf PL, Tim. 50b-. In quaest. cons. 729B il Nilo, che gl Egisiani chiamano "emanasio- ne di Osiride” (Ooipi60g éanoppon), & padre esalvatore (rep Kai aertp) della xapaegiciana; per questo c'8 Vabitudine di piangere la morte del Nilo nel mare (ft. Is, et Os. 363D-E). Per 1 rapport era Ise e la zdpat cfr. C. Frowerond, Phuargue. CEueres Morales V —2éme parte. Iss et Osiris, Paris, 1988, pp. 115-116; FE. BReNk, “isis is a greek Word”. Plutarch’s Allegorization of Egyptian Religion”, in A. Pésez Jucentz, J. Garcia Love? & R. M. AGUILAR (edd), Phuarco, Pladn 1y Aristteles, Actas del V Congreso Internacional de la I-P.S, (Madiid-Cuenca, 4-7 de Mayo de 1999), Madkid, 1999, pp. 232-233; M. Garcia Vatoes, “Isis y lo isiaco en Plutarco segiin el principio ‘metafsico del dualismo”, in A. Pexez Juénez & F. Casanests Boanoy (eds.), 2001, pp. 111-130, impart. 116, 119. 33. Cit Is, et Os. 366A: tg Bé NevRov “Osipt8os anoppoty, obras “larBos oa Yiv Bou xai voigovaw, ob naa, GAH’ Fs 6 NeTiog émBaiver axepaivoy Kai jeryviqevos:

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