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SCAMBIO TERMICO PER

IRRAGGIAMENTO
Prof. Ing. Vittorio Ferraro
DIMES
Università della Calabria
vittorio.ferraro@unical.it

Bibliografia
• V. Marinelli, G. Oliveti, A. Sabato, “Elementi di Trasmissione del
Calore”, Pitagora Editrice, Bologna.
• L. De Santoli, “Fisica Tecnica Ambientale, Trasmissione del Calore”,
Volume secondo, Casa Editrice Ambrosiana.
• G. Guglielmini, C. Pisoni, “Elementi di Trasmissione del Calore”,
Editoriale Veschi.
IRRAGGIAMENTO TERMICO

Il meccanismo di emissione di energia per irraggiamento è


dovuto a fenomeni che avvengono a livello elettronico,
dipendenti dalla temperatura del corpo.

La natura di queste radiazioni dipende dalla modalità di


eccitazione degli atomi e delle molecole e dalle loro
specifiche proprietà.

Tutti i corpi emettono energia per irraggiamento in


relazione al proprio stato termico.
Il trasferimento della radiazione termica non richiede la
presenza di un mezzo materiale ma si trasmette anche nel
vuoto.
Sono possibili due interpretazioni della natura della radiazione
termica:

• teoria corpuscolare: secondo la quale la radiazione termica si

propaga per mezzo di fotoni o di quanti di energia;

• teoria elettromagnetica: tale teoria fa riferimento alle onde

elettromagnetiche in un definito campo di frequenze.

I gas ed i vapori presentano emissione volumetrica mentre le superfici


solide ed i liquidi sono caratterizzati da emissione superficiale.
La lunghezza d’onda l è legata alla frequenza f della
radiazione termica ed alla velocità della luce c nel mezzo,
dalla relazione:

c
l
f
La velocità della luce:

• nel vuoto è pari a: c0 = 3 x 108 m/s = 300.000.000 m/s = 300.000 km/s


c0
• in un mezzo di indice di rifrazione n: c
n
La Radiazione Termica è di natura spettrale essendo
costituita da un insieme di radiazioni monocromatiche e di
natura direzionale, in quanto generalmente l’emissione
superficiale non è uniformemente distribuita nello spazio.

L’emissione termica avviene a spese dell’energia interna del


corpo che può essere mantenuta invariata fornendo al corpo
una quantità di calore pari a quella emessa. Fissata la
natura del corpo e lo stato della sua superficie, la radiazione
è puramente termica se dipende soltanto dalla temperatura
della superficie e non da altre cause.

I corpi a temperatura ambiente emettono radiazioni termiche


nel campo dell’infrarosso (invisibile) e se vengono riscaldati
sufficientemente emettono anche nel campo del visibile
VISIBILE

O,4 mm Violetto

O,7 mm Rosso
Giallo
Verde
Blue
UV IR

Raggi 
Onde Radio
Raggi cosmici Radiazione Microonde
Termica

Raggi X

l, (mm)
10-10 10-8 10-6 10-4 10-2 0,1 1 100 104 106 108 1010

Dalla figura si nota che la radiazione termica viene emessa nel campo
delle lunghezze d’onda comprese tra 0,1 e 100 mm (1mm = 10-6 m) e
comprende tutto il visibile, e parte dell’ultravioletto e dell’infrarosso. Si
nota inoltre che il campo del visibile occupa solo una piccola parte della
radiazione termica.
GRANDEZZE FONDAMENTALI DELL’IRRAGGIAMENTO

Potere Emissivo Monocromatico El : energia di lunghezza d’onda l


emessa dall’unità di area nell’unità di tempo e per unità di intervallo di
lunghezza d’onda dl su tutte le direzioni nell’emisfero sovrastante l’area
(W/m2 mm); dipende dalla lunghezza d’onda, dalla temperatura assoluta
T, dalla natura chimica e dallo stato dello strato superficiale esterno del
corpo.

Potere Emissivo Totale E: rappresenta l’energia emessa su tutto lo


spettro, ed è pari alla somma dei contributi energetici associati alle varie
lunghezze d’onda dell’intero spettro della radiazione termica:


E   E l ( l )  dl (W/m2)
0
Irraggiamento Monocromatico Emisferico Gl : energia di

lunghezza d’onda l incidente sull’unità di area nell’unità di tempo

e per unità di intervallo di lunghezza d’onda dl proveniente da

tutte le direzioni dell’emisfero sovrastante l’area (W/m2 mm).

Irraggiamento Totale Emisferico G: rappresenta l’energia incidente

sul corpo su tutto lo spettro della radiazione termica


G   G l (l ) dl (W/m2)
0
Quando una radiazione termica incide su un corpo, una
frazione della potenza totale incidente è riflessa rG, cioè
rinviata senza penetrare all'interno del materiale, un'altra
frazione aG è assorbita e costituisce un apporto energetico
ed una terza frazione tG può essere trasmessa attraverso il
corpo.

Fig. 2 – Bilancio energetico di un corpo sul quale incide energia raggiante


L’energia totale incidente sul corpo G si può scrivere in
funzione delle tre frazioni di energia (fig. 2):

rG+aG+tG=G (5)

Per il principio di conservazione dell’energia si ha:

a + r + t = 1 (6)

I solidi trasparenti (vetri) presentano un elevato valore del


coefficiente di trasmissione t e un basso valore del
coefficiente di assorbimento a.
La maggior parte invece dei solidi non si lascia attraversare
dalla radiazione incidente, la quale viene parzialmente
assorbita e riflessa; si ha t = 0 e di conseguenza a + r = 1.
Radiosità Monocromatica Jl: energia di lunghezza d’onda
l rilasciata dall’unità di area nell’unità di tempo e per unità
di intervallo di lunghezza d’onda in tutte le direzioni
dell’emisfero sovrastante l’area (W/m2 mm).
E’ somma dell’energia emessa e dell’energia riflessa dalla
superficie:

Jl= E l+ rl Gl (7)

Radiosità Totale J: rappresenta l’energia rilasciata su tutto lo


spettro della radiazione termica ed in tutte le direzioni.
E’ somma dell’energia totale emessa e dell’energia totale
riflessa dalla superficie:

J=E+rG (W/m2) (8)


Intensità di Radiazione Monocromatica Il: descrive la
natura direzionale della radiazione.
Si consideri un angolo solido attorno alla direzione r e sia dq
il flusso di radiazione termica emessa dall’area elementare
dA nell’intervallo di lunghezza d’onda e compreso nell’angolo
solido.
Si definisce Intensità di Radiazione Monocromatica
Il nella direzione (, ) la grandezza:
dq dq
Il (l,,)  
dA  cos   d  dl dA n  d  dl

cioè la quantità di energia di lunghezza d’onda l, emessa per


unità di intervallo di lunghezza d’onda dl, per unità di tempo,
per unità di area normale alla direzione di propagazione r e
per unità di angolo solido d (W/m2 mm Sr), dove  è
l’angolo zenitale e l’angolo azimutale.
Fig. 3 - Radiazione emessa da una superficie elementare dA in un angolo solido
La potenza monocromatica emessa per unità di area della
superficie emittente (flusso termico), contenuta nell’angolo
solido d attorno alla direzione (, ) è:

dq
dq"l   Il (l,,)  cos   d (10)
dA

Conoscendo la distribuzione spaziale dell’intensità di


radiazione, si può valutare il flusso termico associato
all’emissione monocromatica della superficie in un angolo
solido finito.
L’angolo solido si può scrivere mediante gli angoli  e 
con la relazione (fig. 4):

dA n (r  d)  (r  sen)  d (11)


d  2
 2
 sen  d  d
r r

Sostituendo l’eq. (11) nell’eq. (10) e integrando si ricava il


flusso di radiazione di lunghezza d’onda l, emesso in tutto
l’emisfero dall’unità dell’area della superficie:

22
q " (l )    Il (l,,) cos   sen  d  d (12)
00
Fig. 4 - Emissione da un elemento di area dA nell’emisfero sovrastante
Il flusso termico associato con l’emissione su tutto lo spettro
delle lunghezze d’onda è:


q "   q " ( l )  dl (13)
0

Il Potere Emissivo Monocromatico El rappresenta il flusso


di radiazione di lunghezza d’onda l emesso dall’unità di area
e per unità di intervallo dl in tutte le direzioni dell’emisfero
sovrastante l’area, e in base all’eq. (12) si può esprimere
come: 
2 2
E l (l )    Il (l,,)  cos   sen  d  d (14)
00
In generale l’intensità di radiazione varia con la direzione
secondo le caratteristiche della superficie emittente.
Nella pratica molti casi possono essere trattati supponendo
che l’intensità di radiazione sia indipendente dalla direzione,
assumendo cioè una emissione diffusa della superficie.
Integrando l’eq. (14) con Il costante, si ottiene:

E l (l )    I l (l )

Se I è l’intensità totale di radiazione, ottenuta per


integrazione su tutto lo spettro, il Potere Emissivo Totale
E risulta:
E  I
RADIAZIONE DEL CORPO NERO

Sulla base di considerazioni basate sulla teoria di Planck, è


possibile valutare la massima energia termica emessa per
irraggiamento da un corpo ad ogni temperatura (del corpo) e
lunghezza d’onda.
Il corpo nero è il corpo ideale che emette la massima
energia termica ad ogni temperatura e lunghezza d’onda e
costituisce un riferimento standard per la valutazione della
radiazione termica. Inoltre:

• La radiazione emessa da un corpo nero è indipendente


dalla direzione (l’emissione è di tipo diffuso), ma dipende
dalla temperatura e dalla lunghezza d’onda;

• Tutta la radiazione incidente sulla superficie di un corpo


nero, viene assorbita da esso (assorbitore ideale) (a=1 e
t=r=0).
Alcune superfici reali, in certi intervalli di lunghezza d’onda, hanno
comportamento che si avvicina a quello del corpo nero.
Nella fig. 5a è riportata la realizzazione di un corpo nero, tramite una
cavità di materiale opaco, la cui superficie interna è mantenuta a
temperatura costante. La radiazione entrante attraverso un piccolo foro,
dopo riflessioni multiple (accompagnate ogni volta da un assorbimento),
viene assorbita quasi completamente. La cavità si comporta dunque come
un assorbitore integrale.

Fig. 5 – a) principio della cavità b) realizzazione di un corpo nero.


Se si inserisce all’interno di una cavità un piccolo corpo nero ideale, di
dimensioni tali che la sua presenza non perturba l’energia esistente nella
cavità ed alla stessa temperatura delle pareti della cavità, esso assorbirà
ed emetterà energia raggiante.
Essendo in condizioni di equilibrio termico (energia emessa pari a quella
incidente per non avere variazione di temperatura) si ha:

En  G (17)

Questo indica che l’irraggiamento esistente all’interno della cavità è pari


al potere emissivo del coro nero.
Se si pratica un foro alla cavità, da questo foro fuoriesce una radiazione
con le caratteristiche di un corpo nero.
La radiazione proveniente dal foro della cavità dipende soltanto dalla
temperatura superficiale della cavità ed è indipendente dalla direzione;
il foro si comporta quindi come un corpo nero.
LEGGE DI EMISSIONE DEL CORPO NERO - LEGGE DI PLANCK

Stefan ha misurato sperimentalmente l’energia emessa da corpi neri


realizzati mediante cavità portate a temperature diverse, analizzando
l’energia proveniente da un piccolo forellino praticato nelle cavità.
Tale analisi ha dimostrato che tale energia non dipende dalla natura del
corpo ma dipende soltanto dalla sua temperatura.
Secondo Planck, il potere emissivo monocromatico di un corpo nero
alla temperatura T, in un mezzo di indice di rifrazione unitario, assume la
forma:
C1  W 
E n ,l   
 C2   m mm 
2
 
l5   e lT 1
  (18)
 

  m 4
C2  1,439 104 K  mm 
Dove: C  3,74 108 
W m  e
1  m 2 
 
Nella fig. 6 è riportato l’andamento del potere emissivo
monocromatico del corpo nero per diverse temperature.

Come si può notare dal grafico, la radiazione emessa varia


con continuità con la lunghezza d’onda, e per ogni l
l’emissione aumenta all’aumentare della temperatura.

Per temperature elevate l’emissione più intensa avviene nel


campo delle lunghezze d’onda più piccole, per cui lo spettro
del sole (che può essere considerato un corpo nero alla
temperatura di 5800 K) interessa il campo del visibile con
circa il 50% dell’energia totale.

Le radiazioni emesse da corpi a temperature inferiori a


700 - 800 K sono praticamente invisibili in quanto l’energia
della radiazione corrispondente al campo del visibile è molto
piccola.
Fig. 6 - Andamento del potere emissivo monocromatico del corpo nero per diverse temperature
LEGGE DELLO SPOSTAMENTO DI WIEN

Nella fig. 6, riportante la distribuzione spettrale dell’energia (Legge di


Planck), ad ogni curva corrispondente ad una temperatura, esiste un
massimo associato ad un valore di lunghezza d’onda , variabile con T.
La lunghezza d’onda che rende massimo il potere emissivo monocromatico
soddisfa l’equazione:

2897,6
l max  T  2897,6 (mm K )  l max  (19)
T

Questa legge è nota come legge dello spostamento di Wien e


rappresenta il luogo dei massimi delle curve in figura 6.
Il Potere Emissivo Monocromatico Massimo di un corpo nero per una
temperatura T si ottiene inserendo nell’eq. (18) le costanti C1e C2 e
l’espressione di lmax fornita dall’eq. (19) ed è pari a:

11  W 
E n ,l max  1,29 10 T 5  
 m 2  mm 
 
Dalla conoscenza del potere emissivo monocromatico, dato dalla legge
di Planck (eq. 18), si può ricavare l’espressione del potere emissivo
totale del corpo nero En mediante integrazione su tutto il campo delle
lunghezze d’onda
 
C1
E n   E nl  dl  E n    dl
 C2
0 5  lT

l  e 1
0
 
 
Dall’integrazione si ricava

E n T     T 4 (legge di Stefan - Boltzmann)

4
   C1  W 
dove:      5,67 10 8  
 C 2  15  m K 
2 4

La legge di Stefan - Boltzmann permette di valutare la radiazione


emessa in tutte le direzioni e su tutte le lunghezze d’onda conoscendo
soltanto la temperatura del corpo nero.
Essendo questa emissione diffusa, l’intensità totale di radiazione
associata al corpo nero è:
En
In 

EMISSIONE DELLE SUPERFICI REALI

L’energia emessa dai corpi reali risulta sempre inferiore a quella del
corpo nero e può essere valutata mediante l’introduzione di una proprietà
radiativa nota come emissività monocromatica o coefficiente di
emissione monocromatico el.
Essa è definita come rapporto tra la radiazione monocromatica emessa
da una superficie reale e quella emessa dal corpo nero alla stessa
temperatura e lunghezza d’onda.
E l (T )
e l (T ) 
E nl (T)

L’emissività di una superficie reale dipende sia dalla lunghezza d’onda e


dalla direzione in quanto l’emissione di una superficie reale non è diffusa.
Il potere emissivo totale di una superficie reale, ad una temperatura T,
è:
E (T )  e ( T )  E n ( T )  e    T
4

Dove e(T) è l’emissività totale emisferica.


L’APPROSSIMAZIONE DEL CORPO GRIGIO

L’emissività dei corpi reali dipende dalla lunghezza d’onda e presenta


variazioni pronunciate con andamenti caratteristici per ogni materiale e
stato superficiale.
Sostituendo all’andamento reale un valore medio costante indipendente
dalla lunghezza d’onda si introduce l’approssimazione del corpo grigio.
Il coefficiente di emissione monocromatico emisferico e l(T) del corpo
grigio è indipendente dalla lunghezza d’onda:

eT   e l T   cos t

Nessuna superficie reale ha comportamento diffuso come il corpo nero,


tuttavia anche in questo caso l’approssimazione del corpo grigio
introduce un comportamento diffuso con valore costante dell’emissività
indipendente dalla direzione (fig. 7).
Fig. 7 - Potere emissivo monocromatico del corpo nero, di una superficie reale e del
corpo grigio alla stessa temperatura
Nella figura 8 è riportata l’emissività spettrale (in funzione della
lunghezza d’onda) per due superfici reali (alluminio ossidato ed acciaio),
per il corpo nero e per il corpo grigio. Si può notare come per il corpo
nero e quello grigio l’emissività spettrale è costante.

Fig. 8 - Emissività spettrale per due superfici reali (alluminio ossidato ed acciaio),
per il corpo nero e per il corpo grigio
L’emissività ha caratteristiche direzionali, anch’esse dipendenti dal
materiale e dallo stato superficiale. Nella figura 9 sono riportati gli
andamenti tipici dell’emissività totale direzionale e per materiali metallici
(conduttori) e isolanti: sono riportate inoltre l’emissività direzionale totale
(indipendente dalla direzione) del corpo nero e del corpo grigio.

Fig. 9 - Andamenti tipici dell’emissività totale direzionale e per materiali metallici


(conduttori) e isolanti.
L’emissività delle superfici metalliche presenta valori bassi per piccoli
angoli rispetto alla normale alla superficie ed aumenta per angoli
maggiori diventando zero per =90 °.

I materiali isolanti presentano andamento opposto: valori elevati per


angoli vicino alla normale e valori tendenti a zero per =90 °.

Nei calcoli dello scambio termico per irraggiamento è usualmente


utilizzata l’approssimazione del corpo grigio secondo cui l’emissività
delle superfici reali viene considerata indipendente dalla lunghezza
d’onda e dalla direzione.
RELAZIONE TRA EMISSIONE ED ASSORBIMENTO
PRINCIPIO DI KIRCHHOFF

Le proprietà di assorbimento e di emissione dei corpi sono tra loro legate


da un fenomeno comune che, in particolari condizioni, si descrive
mediante una relazione nota come principio di Kirchhoff.

Secondo questo principio, per ogni lunghezza d’onda ed ogni direzione


dell’irraggiamento emesso da una superficie o su di essa incidente,
l’emissività e l’assorbimento monocromatici e direzionali sono uguali.

Quindi il coefficiente di emissione monocromatico di un corpo ad una


certa temperatura T è pari al coefficiente di assorbimento monocromatico
alla stessa temperatura e lunghezza d’onda:

e l (T )  a l (T )
Il principio di Kirchhoff afferma che tanto più grande è il coefficiente di
assorbimento tanto più grande è il coefficiente di emissione (emissività)
del corpo.
Poiché il valore massimo di al è 1, il valore massimo di el è 1, il che
significa che non esistono corpi i quali abbiano un potere emissivo
superiore a quello del corpo nero.

I metalli lucidati hanno una emissività più bassa, che aumenta se sono
ossidati. Siccome r+a=r+e=1 (perché t=0), essendo il coefficiente di
riflessione r più elevato deve essere il coefficiente di emissività e più
basso.
Se i metalli sono molto ossidati (r risulta basso e di conseguenza e
elevato) la loro emissività si avvicina a quella del corpo nero.
SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO

Lo scambio termico per irraggiamento tra i corpi dipende in


generale dalle caratteristiche geometriche delle loro superfici,
dall’orientazione relativa, dalla temperatura e dalle proprietà
radiative delle stesse.

Il mezzo interposto tra le superfici può partecipare allo scambio


con le proprie caratteristiche di assorbimento e di emissione.

In seguito si suppone che fra le superfici ci sia il vuoto oppure il


mezzo esistente sia trasparente alla radiazione termica.
SCAMBIO TERMICO TRA DUE SUPERFICI NERE
FATTORI DI VISTA

Consideriamo due superfici nere Ai e Aj che emettono diffusamente. La


potenza emessa nell’intero spettro dalla superficie elementare dAi e
incidente sulla superficie elementare dAj è:

q i j  Fi j  E ni  A i

1 cos i  cos  j
Dove il termine Fi  j    dA i  dA j (31)
  Ai A A r 2
i j

prende il nome di fattore di vista della superficie i rispetto alla


superficie j ed è un parametro puramente geometrico.
Fig. 10 - Fattore di vista tra due superfici i e j
La potenza termica emessa dalla superficie j ed incidente sulla
superficie i è

q ji  Fji  A j  E nj

Analogamente il fattore di vista tra la superficie j e quella i è:

1 cos i  cos  j
Fji    dA i  dA j (33)
Aj A A r 2
i j
PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ

L’eq. (31), si può scrivere anche come:

1 cos i  cos  j
A i  Fi  j      dA i  dA j
 AA r 2
i j

lo stesso per vale per l’eq. (33):

1 cos i  cos  j
A j  Fji    dA i  dA j
 AA r 2
i j

Si nota che i secondi membri delle eqq. (34) e (35) sono uguali.
Il principio di reciprocità è espresso dalla relazione:

A i  Fi  j  A j  Fji (36)
La potenza netta scambiata tra le due superfici:

q i, j  q i  j  q ji  Fi  j  A i  E ni  Fji  A j  E nj

Tenendo conto del principio di reciprocità (eq. 36) e della legge di


Stefan-Boltzmann (eq. 22), si ha:

   
q i, j  Fi j  Ai  E ni  E nj  Fi j  Ai    Ti4  Tj4 

q i, j 

  Ti4  Tj4  (39)
1
A i  Fi j
La determinazione dello scambio termico netto tra superfici nere si
riduce ad un problema geometrico di valutazione del fattore di vista.

Dall’eq. (39) si nota che si può utilizzare l’analogia elettrica anche nello
scambio termico per irraggiamento dove questa volta la resistenza tra
le due superfici nere è:

1
A i  Fi  j

q i, j 

  Ti4  Tj4 
R irr
SCAMBIO TERMICO IN CAVITÀ NERA

Il bilancio termico relativo alla superficie Ai di temperatura Ti facente


parte di una cavità di superfici nere, si effettua uguagliando la somma
dei flussi termici radianti scambiati con le rimanenti superfici della
cavità.
La potenza radiante emessa dalla superficie i è pari a A i  Eni  mentre
quella ricevuta dalle altre pareti, è la somma dei contributi provenienti
dalle n superfici della cavità:
n
 A j  Fji  E nj
j1
Pertanto la potenza netta scambiata tra la superficie i e la cavità sarà:

n n  n 
q i cav  A i  E ni  A j  Fji  E nj  A i  E ni  A i  Fi  j  E nj  A i  E ni  Fi  j  E nj 

(40)
 
j1 j1  j1 
Nel caso in cui n superfici j costituiscono una cavità, tutta l’energia
emessa dalla superficie i deve essere raccolta dalle n superfici j per il
principio di conservazione dell’energia.
Quindi per una cavità:
n
 Fi j  1
j1

Il termine vale zero se la superficie emittente è piana o convessa ed è


diverso da zero se è concava.

Con queste considerazioni, l’eq. 40 diventa:

   
n n
q icav   Ai  Fi j  E ni  E nj   Ai  Fi j    Ti4  Tj4 (41)
j1 j1
Di queste equazioni (eq. 41) se ne possono scrivere n, tante quante
sono le superfici costituenti la cavità. Se sono note le temperature, il
sistema di equazioni permette di calcolare le potenze nette scambiate.

Fig. 11 - Circuito elettrico equivalente per una cavità costituita da 5 superfici nere
SCAMBIO TERMICO TRA SUPERFICI GRIGIE

In questo caso, la potenza radiante che rilascia la superficie grigia i, è


definita dalla radiosità Ji, dovuta alla emissione diretta della superficie
ed alla riflessione di una parte dell’irraggiamento Gi incidente su di essa.

J i  E i  ri  G i

Per il corpo grigio: E  e  En

e r  a  1  r  e  1  r  1 e

J i  ei  E ni
Si ha: J i  ei  E ni  1  ei   G i  G i  (42)
1  ei
Il flusso termico netto uscente dalla superficie (vedi fig. 12) è:

q i  A i  J i  G i  (43)

Fig. 12 - Cavità costituita da superfici grigie a) bilancio termico della superficie b)


resistenza superficiale alla radiazione
Se si sostituisce l’espressione di Gi fornita dall’eq. (42) nell’eq. (43), si
ricava la Potenza netta rilasciata da una superficie grigia:

E ni  J i
qi 
1  ei
(44)
A i  ei

Il denominatore dell’eq. (44) si può interpretare come una resistenza alla


radiazione termica (superficiale), il numeratore come una differenza di
potenziale e la potenza come una "corrente". Nel caso di superficie nera
tale resistenza è pari a zero (eni=1, rni=0, Eni=Jni).

La potenza termica scambiata tra due superfici grigie è pari a:


q i  j  A i  Fi j  J i  J j  (45)
Per esempio, per una cavità formata da due superfici grigie (fig. 13),
tenendo conto del circuito elettrico equivalente, si ha:

q12 

  T14  T24 
1  e1 1 1  e2
 
A1  e1 A1  F12 A 2  e 2

Fig. 13 – Cavità formata da due superfici grigie e relativo circuito elettrico


equivalente
CAVITÀ COSTITUITA DA N SUPERFICI GRIGIE

Il problema consiste nella determinazione delle radiosità delle superfici


grigie, dalla cui conoscenza si possono ottenere i flussi termici che
interessano le singole pareti.
Per ogni superficie i della cavità si può scrivere:

 
 
E ni  J i n
 Ji  J j 
qi    
1  ei j1 
1
 A i  Fi  j 
A i  ei  

In alternativa la radiosità della superficie i è pari a:

n n
J i  ei  E ni  1  ei    Fi j  J j  ei    Ti4  1  ei    Fi j  J j
j1 j1
Per esempio, per il circuito della figura il bilancio relativo al nodo J1 dà:

E n1  J1 J1  J 2 J1  J 3
 
1  e1 1 1
A1  e1 A1  F12 A1  F13

n n
Oppure: J1  e1  E n1  1  e1    F1 j  J j  e1    T14  1  e1    F1 j  J j
j1 j1

Fig. 14 - Circuito elettrico equivalente per una


cavità costituita da tre superfici grigie

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