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a entrare qui nel dettaglio dei risultati ottenuti, si pub dire che queste ve- ‘fiche dottrinali hanno permesso di arrivare a un «consenso fondamentale «iil Evangelon, Le difficolta che permangono concernono piuttosto le con- Soguenze della piustficazione nella vita del giustficato e nella Chiesa. Esse si cristallizzano attorno al termine «cooperazione> TIL. La DOTTRINA CATTOLICA DELLA GRAZIA DOPO IL CONCILIO DI TRENTO Dopo il decreto tridentino sulla givstificazione, la teclogia cattolica con- cemente Fantropologia cristiana ¢ Ja grazia si stabilizad poco per volta. Se- ripando, ad esempio, si mantenne tra Agostino ¢ Lutero. Beli si impegnd a commentare le lettere di Paolo ai Romani e ai Galati, ¢ scrisse nel 1593 il soo ttattato La liberta cristiana, una serie di annotazioni sul libro dal mede vo titolo scritto da Lutero nel 15207, Quest'ultina opera si presenta in forma di dibattito, sette o otto anni dopo ia morte di Lutero. Le differenze le due opere consentono di osservare che, dopo la chiusura del concilio di Tremto, la problematica si era profondamente modificata, La scuola ago- Stiniana yon si occupava pia delle distinzioni tra Lutero, Agostino e gli ‘Agostiniani, ma si erano imposte all'attenzione altre questioni, concementi la grazia (con la controversia detta De aul), la lttura di Agostino fatta da Bao, il movimento spiticuale di Port-Royal che sfocid nell’ Augustinus di Giansenio, lo sviluppo della teologia controversistica. 1. La formazione dei trattati «Sulla grazia» ¢ su «Dio creante ed elevante 'uomo» In un certo senso, & nel 415 che, nella ricerca teologica, prese avvio la formarione di un trattato sulla grazia, Infatti con la sua opera La natura ¢ Ja qrazia Agostino comincid a crearsi un yocabolario tecnico sulla natura umana, erede di Adamo e «ferita», cosi come su «la grazia del Cristo». 1 ine of Seqetariato per Unit det cristo dea Chiesa cattolon romana, in «ll Regno Document», (ious pn 6132; Chee e giatifecione. La comprensione dele Chiesa alla ce dele dttnt dels Ghetiltone. Docemento della conemsioneinternaionae eatoicolteraa, tx Enchiidion owen: ant a cora cb], Voien -G. Ceret, Dehoniane, Bologna 1994, pp, 591-695. Un bilancio della megsior VITTORINO GROSSI . BERNARD SESBOUE, ee «Dio creante ed elevante l'uomo» (De Deo creante et elevante). D. Pal- mieti (1829-1909), nel quadro degli sviluppi della neo-scolastica, fu il pri- mo a concepirlo, nel 1878. Egli fondd la seconda parte del trattato (De Deo elevante) sulle tesi della controversia baiano-giansenista. Se un lavoro come il trattato «Dio creatore» (De Deo creatore) di Suérez, ad esempio, aveva situato il concerto di natura a livello cosmologico, il De Deo elevan- te definiva i due ordini in rapporto al concetto di soprannaturale, oppo- nendoli. Questa presentazione aveva tutti i meriti di un discorso analitico chiaro e distinto, ma teologicamente, opponendo natura e soprannatura Je, essa li rendeva estranei l’una all’altro. 2. La controversia De auxiliis Indicazioni bibliografiche: G. Scvtemans, Controversianum de divinae gratize liberique arbitrii Concordia initia et progressus, Freiburg iB, 881; C. Cxsvora, La fnterpretacion dada a 5. A, en las digpntas «De auiliis», in «dbrchivo Teol6gico Granading», 13 (1950), pp. 5-171; H. RONDET, Prédestination, grace et liberté, NRT, 69 (1947), pp. 449-474. L’opera del teologo gesuita Luis Molina (1536-1600), aveva tentato di elaborare in un sistema teologico il rapporto tra la grazia di Dio e la liber: fA umana. In due edizioni successive, Molina aveva pubblicato la sua di- scussa opera dal titolo: Accordo del libero arbitrio con i doni della graxia, la divina prescienza, la provvidenza, la predestinazione e la riprovazione”. La questione posta apparteneva all’eredita agostiniana: essa verteva sull’effi- cacia della grazia, ma era svolta secondo un punto di vista nuovo. Come conciliare la grazia di Dio ¢ la liberta dell’uomo? Pitt esattamente: come conciliare la prescienza di Dio che conosce infallibilmente l’'avvenire e la liberta dell’uomo? Come comprendere che l’'uomo possa rendere vana la gravia? La tesi di Molina si rifaceva all’idea di scienza media e si opponeva a quella della predestinazione fisica, sostenuta dai Domenicani. ‘La predeterminazione fisica (dove il termine fisica deve essere inteso nel senso di una causalita efficiente) era insegnata dal domenicano Bajiez (morto nel 1604). Questa teoria affermava che il libero decreto di Dio di apportare a ogni atto deil’uomo il necessario soccorso, comportava una «eptemozione fisica» — come Pascia che non pus tagliare senza ricevere un impulso fisico -, secondo la quale il soggetto umano é infallibilmente de- tetminato nella sua propria natura, in modo che Dio sa cid che 'uomo sta per fare liberamente. Per la scuola tomista, questa predeterminazione non © Liber’ arbitrit cum grative donts, divine praescientie, providentia, praodestinatione et reprobatione concordia, 1" edizione, Lisbona 1988; 2* edizione, Anverse 1995. GRAZIA..: DAL CONCILIO DI TRENTO ALL'EPOCA CONTEMPORANEA 315 sopprime la liberta della creatura: essa @ in relazione intrinseca al libero arbitrio e consente all’atto libero di essere libero. L’atto salvifico é il frut- to della grazia efficace. Tuttavia, la difficolt& che questa teoria ha sempre posto riguarda il rispetto della libert§ umana. Molina partiva, al contrario, dall’esistenza del libero arbitrio e dalla capacit’ dell’ uomo di fare questo 0 quello. L’uomo perd non pud eserci tare la sua liberta che mediante un soccorso divino. Oltre a un concorso generale che appartiene all’ordine della creazione, Dio aiuta Tuomo con tuna grazia preveniente di ordine soprannaturale, Questo concorso non @ una «premozione» fisica, ma un concorso simultaneo. Per evitare di cade- re nel pericolo di semi-pelagianesimo, Molina faceva allora appello alla scienza media di Dio, vale a dire alla scienza dei futuribili: Dio sa cid che potrebbe fare un tale se fosse collocato in quella situazione, o se questa o quella condizione fossero realizzate. Questa scienza & infallibile senza comportare alcun decreto predeterminante. La predestinazione degli uni ¢ la riprovazione degli altri non si spiega pet un decreto divino, ma pet la libera azione della creatura. L'importanza assunta dalla polemica tra Domenicani e Gesuiti spinse Clemente VII ad affidare P’affare al suo tribunale. Una commissione ro- mana segreta si riuni nel 1597 ¢ portd a una delibera in favore della con- ‘ana di Molina; poi i dibattiti ripresero in maniera contraddittoria: dopo pid di centoventi riunioni, tenute tra il 1598 ¢ il 1607, Paolo V decise di pon condannare nessuno ¢ interdisse alle due parti di censurarsi vicende- volmente®. Un decreto del Sant’Uffizio, nel 1611, arrivera a interdire di trattare la questione sotto qualsiasi pretesto; interdizione rinnovata sotto Urbano VII nel 1625 ¢ nel 1641. La controversia De auxiliis riprese di nuovo dopo la pubblicazione dell’ Augustinus di Giansenio. Queste deci- sioni erano frutto di vera saggezza, perché la sottigliezza di una discussio- ne divenuta senza via duscita mostrava in fondo che occorreva rivedere le premesse stesse della questione. 3. Da Baio a Giansenio e al giansenismo Indicazioni bibliografiche: .. Grossi, Bato e Bellarmina interpreti dis. Agostino nelle que- stions del soprannaturale, Augustinianum, Roma 1968; L. Cevssens, Autour de fa Bulle Unige initus, La declaration, derniére illusion ot ultime désillusion de Lowis XIV, REIE, 84 (1989), pp. 5-29; A. VANNESTE, Pour une relecture critique de l’Augustinus de Jansénius, in «Augustinian, 44 (1994), pp. 115-136; B. Neveu, E’Errewr et som juge, Remargues sur les censures doctrinales 4 Pépoque moderne, Bibliopolis, Napoli 1993; Ip., Erudation et religion auex xvir et xvur scles, Albin Michel, Paris 1994 © Cie, DaS 1997 316 — VITTORINO GROSS! - BERNARD SESBOUE | | | | | | pai ae rs, es i Ashe II pensiero antropologico di Baio, fondato sui testi anti-pelagiani di Agostino, fu considerato come un prodromo del giansenismo”, Quest ul- timo in effetti riprese dal primo la tesi secondo la quale la giustizia origi- nale & dovuta all’ uomo innocente. Baio e Giansenio, lettori assidui delle opere del vescovo di Ippona, particolarmente delle opere anti-pelagiane di quelle degli ultimi anni, gravitarono nella tradizione agostiniana di Lovanio. Tuttavia essi non lesserg il concetto di natura secondo l'idea ayostiniana esistenziale di nascita, ma piuttosto secondo l'idea del fine da ottenere, In quest'ottica, questi da@telebri teologi del Nord Europa, ri- dussero alla natura la grazia che Adamo aveva ricevuto al momento della creazione. La prazia del Cristo 0 auxilinm quo, di cui Agostino parla nel trattato La correrione e la gratia, fu tradotta da Giansenio con grazia efficace, alla quale la volonta umana non pud resistere. Questa grazia é infallibile necessitante; essa sottomette iThibers arbitrio che non resta tale se non pérché non € sottomesso ad alcuna costrizione. Della grazia concessa ad ‘Adamo innocente, grazia che restava sottomessa alla decisione della sua libert’i, 0 auxilium sine quo non, Giansenio fece la grazia sufficiente. Nella teologia controversistica, questa categoria voleva salvaguardare la libertad umana ¢ l'universalita della grazia. Perd, siccome questa grazia non diventa mai effettiva dopo il peccato di Adamo, poiché la volonta ha perduto la sua liberta e segue necessariamente l’attrazione malvagia, Giansenio la considerd come inutile. Egli la criticé fino a suggerire di pregare perché si sia liberati da questa grazia «sufficiente». Avendo cost messo da parte questa grazia, la teologia della grazia di Giansenio si tro- vO ridotta al fatto che Dio predestina solamente qualcuno, La predes! nazione alla gloria ha per controparte logica una forma di predestina- zione al male ¢ alla condanna. La distinzione tra «grazia efficace» ¢ «gra zia sufficiente», nata col giansenismo, non ebbe dunque avvenire nella riflessione teologica. I giansenismo, condannato nel 1653 da Innocenzo X in cinque propo- sizioni tratte dall’Augastinus®, pud riassumersi in tre punti principali: non si possono osservare i comandamenti di Dio senza l'idea di grazia; 'uomo non pud opporsi alla grazia, perché & irresistibile; il Cristo non & morto per tutti, alfermazione questa che contraddiceva la soteriologia costante- mente mantenuta nella Chiesa. [I movimento si distingueva inoltre per un 61 Tl pensiero di Baio sara ripteso nel capitolo seguente a proposito della questione del soprannatura Ie, pp. 348-350, © Costcuzione Cum occasione del 1653, concemente gli error: di Giansenio sulla grazia; Dz 2001- 2001, Vi, GRAZIA..2 DAL CONCILIO DI TRENTO ALL'EPOCA CONTEMPORANEA 317 forte rigorismo morale, unito a un grande pessimismo e a una spiritualita | della paura. Successive condanne furono portate dai papi contro il giansenismo: anzitutto Alessandro VIE (1656)®; sotto Alessandro VIII (1690) il Sant Uf- fizio condannd l’affermazione che una posizione dottrinale di Agostino poteva essere assuinta ¢ insegnata senza tener conto di aleuna bolla ponti- ficia; Clemente XI nel 1713 si soffermé sugli errori di Pasquier Quesnel, oratoriano legato a Port-Royal, che limitava la grazia alla pura volonta di Dio: «La grazia non é altro che la volonta onnipotente di Dio che coman- dae compie cid che comanda»® ¢ riduceva la grazia data ad Adamo alla i semplice grazia della creazione: «La grazia di Adamo é una conseguenza della creazione ed era dovuta alla natura sana ¢ integra». Tl giansenismo italiano, che si era espresso al sinodo di Pistoia nel 1786, fu condannato dal papa Pio VI nel 1794, con la bolla Auctorem Fidei”. ii i Nella storia della teologia, mai l'orizzonte della grazia era stato cosi ri- al [ dotto, senza contare il grande pregiudizio che si cre6 verso le opere del vescovo di Ippona, Infatti la condanna papale delle proposizioni di Baio e Giansenio produsse in numerosi teologi una autentica diffidenza verso ali scritti di Agostino, Sotto influenza di questa lettura giansenista, e fino a tempi recenti, i teologi pid: benevoli hanno compreso la distinzione ago- stiniana della gravia auxilium sine quo non e auxalium quo come due eco nomie della grazia stessa“. | 4. La scuola degli «Agostiniani» La scuola degli «Agostiniani» (Augustinenses), particolarmente lega- ta alleredita spirituale ¢ teologica del vescovo di Ippona, conobbe due distinte fasi: la prima, da Egidio di Roma (1243-1316) a Girolamo Seri- | pando (1539-1951), si situd teologicamente tra sant’ Agostino e san Tom maso d’Aquino; la seconda si sviluppd dal concilio di Trento al Vati- cano I. © Costituzione del 16 ottabre 1656, DzS 2010-2012; essa afferma che le proposizioni di Giansenio sono state condannate rel significato che dava loro autor. ‘& Decreto del Sant Uffizio del 7 dicerbre 1690 sugli exvori di Giansenio; DeS 2330. © Costituzione dell8 serembre 1713; DzS 2411 & DoS 2435. © Bolla Auctorem Fide: DiS 2616-2626 & A, Sace, Les deux temps de grice, REA, 7 (1961), pp. 209-230; J. LeBOuRLIER, Grace et liberé chez 5. A. La grice 'Adane dan le «De correptione et grativo, in Augustinus Magister, Uy Paris 1955, pp. 789. 793, Cut Bove, L'aintonium sie quo non. Sa nature et son importance dens la doctrine de s.A,,in «Doctor Communiss, 13 (0960), pp. 518 318 —VITTORINO GROSSI - BERNARD SESBOUE | nS Re Quando, in antropologia teologica, si parla della scuola degli «Ago- stinianb», cissi riferisce principalmente a questa seconda fase. Sulle orme di Agostino, questa scuola fondd la sua riflessione teologica sul corso storico dell’umanita. Il metodo storico in tcologia, che si appoggiava sulla tivelazione biblica dell’ uomo, fu un punto fermo del pensiero di Agostino, che lo precisava cosi: vedere le questioni in gioco (il fatto della ia di Dio e del libero arbitrio dell’uomo) ¢ l’autorita capace di dare qualche indicazione (vale a dire la Sacra Scrittura). Si ritrova tutta la profondita del metodo storico di Agostino nella sua polemica con Por- firio®, Per questo la scuola agostiniana non pose la sua riflessione par: tendo dai concetti di natura e di soprannatura, ma piuttosto dal fatto della creazione € della redenzione dell’uomo, cosi come ci sono presen tati nelle Scritture. Fondandosi sul racconto biblico che mette in rap- porto l’elevazione dell’uomo con l'ordine soprannaturale della sua crea- zione, essa coniuga il rapporto natura-soprannatura nella realta esisten- viale concreta ¢ nella totalita dell’essere umano. L’idea agostiniana é di riflettere sull’uomo partendo da un rapporto tra lui e Dio che esiste gia fin dal primo momento della creazione, evitando di preferirgli un ipote- tico rapporto d’antitesi che si oppone ¢ si unisce per determinare gli clementi essenziali dei due ordini, naturale e soprannaturale. La scuola degli Augustinenses é legata soprattutto ai nomi dei teologi dell’Ordine di sant’Agostino, come Enrico Noris”, F, Bellelli”, Gian Lorenzo Berti” e, piti recentemente, padre Agostino Trapé”. Questa scuola sopravvisse fino al Vaticano I, facendo fronte alle accuse persi- stenti di baianesimo e di giansenismo, 0, ancora, di debole capacit® in- tellettuale, in quanto sospettata di non essere sensibile nel suo metodo storico che alla cronologia. Daltra parte, la mentalita teologica generale pensava allora che Pipotesi della natura pura costituiva una mediazione necessaria per difendere l’ordine soprannaturale, ritenendola come il pensiero del magistero della Chiesa, ¢ non una opinione teologica™. © Cfr. B. SrupEn, La wcognitio historals» ai Porfirio nel De civitate Dei di Agostino (Civ 10,32), in La orrativa cristiana antica, Bugustinisnum, Roma 1995, pp. 529-554, 7 Autore, nella seconda meta del xvrisccolo, delle Vindiciae Auguatinianae € della Historia Pelagians 7 Autote della Mens Augustin de statu creaturee rationalic ante peccatuns, del 171 7 Autore del De theologies discilinis, del 1792. D Cit. A. Tenet, De gratuitate ordinis supernaturalis apud theologos «cHurseni generis» praclacentis, in wAnalecta Augustiniana>, 21 (1953), pp. 217-265, °F solamente verso gli anni Cinquanta che lo studio di M. Waene, Die Méglicbkeit des Status Natu rae Purae im Lichte der irchlich verurteilten Size des Bajis wom Urstand, Druckerei der Palloiner, Lim. burg 1953, avanzd a tesi che «non si pud dire con certezza» che Ia condanna di Baio costitusea un’affer- mazione del magistero della Chiesa considerando Pipotesi della natura pura come categoria necessaria per Uifendere lordine sopraanatutale, Si vedra fufra, pp. 357-359 lo sviluppo della teologia scolastica € neo. scolasiica, cosl come la posizione di H. de Labac sul argomento. stinenses litteris eneyelics VL GRAZIA.; DAL CONCILIO DI TRENTO ALLEPOCA CONTEMPORANEA 319 TV. QuesTIONI CONTEMPORANEE E BILANCIO ' ‘Al termine di questo itinerario, non @ inutile proporre un certo bilan- | cio ¢ fare spazio a qualche questione posta oggi alla teologia della grazia. 1. Agostino e il Vaticano If (1962-1965) Superando i] primo schema della commissione teologica, composto nella linea dell’enciclica Hamani generis, il concilio Vaticano TI orienta la ricerca antropologica verso una visione unitaria ¢ integrale dell'uomo, cos come promana soprattutto dalla rivelazione divina. L’uomo reale, preso in se stesso ¢ unito agli altri, considerato nella realta della sua creazione a immagine di Dio inserita in quella del mondo, quest’uomo che pecca, che vive, che stato riscattato, che costruisce la sua propria storia nel tempo eal di la del tempo: ecco la base della comprensione del suo essere miste- tioso. cosi che la costituzione dogmatica Lamen Gentium sotvolinea la vocazione comune dell’umanit& a questo fine soprannaturale, che @ con- giuntamente quello della Chiesa ¢ del mondo (n. 48). Benché incentrata sulla Chiesa, la costituzione pastorale Gaudium et spes approfondisce gli elementi comuni a tutti gli uomini: una comune creazione ed elevazione al soprannaturale; una comune legge del peccato; tuna comune speranza di redenzione; una comune vocazione alla perfezio- ne nel Cristo, 'uomo perfetto (GS 1-2 ¢ cap. 1 ¢ 4). Il Vaticano HI de- scrive cosi Pantropologia dell’'uomo integrale, individuale ¢ colleitivo, sto- ricamente situato nel mondo, ma in tensione verso Dio In questa presentazione dell’antropologia cristiana, si € potuto ricono- scere un’ispirazione agostiniana, portata al concilio dai grandi teologi moderni, pressoché presenti in tutte le commissioni, quali H. de Lubac, Y. Congar, A. Trapé. «Ma quando il concilie, dopo i cambiamenti del mondo comincia a considerare 'uomo in se stesso, nella comunita e nelle sua attivita, si manifesta agostiniano, L’uomo creato a immagine di Dio, creato buono, creato uno, ma non lasciato solo; Puome che pecca, che oscura l'immagine di Dio. Il peccato entra a far parte dell’attivita dell’ uo- mo, ¢ quelle due presenze e due dimensioni dell’uomo agostiniano otten- gono qui una sua conferma. Nell’analisi degli elementi costitutivi— corpo, interiorita, intelligenza, veritd e sapienza, coscienza morale, grandezza della liberta — ci pare sentir parlare Agostino, tanta é la somiglianza non soltanto di pensiero ma anche di espressione»”. Se, nel passato, alcuni ssa inc Saad 5 J, Moran, Presenze di sant’ Agostino nel Concilio Vaticano I], in «Augustinianum», 6 (196), p. 485. 320 VITTORINO GROSSI - BERNARD SESBOUE, 8 teologi hanno avuto qualche dubbio su questa presentazione agostiniana Jell'antropologia, in quanto poco soddisfacente per uno spirite filosofico™, Popinione & oggigiorno notevolmente trasformata”. Tn realta, risituando l'antropologia cristiana secondo il punto di vista ayostiniano, il Vaticano IT ha optato per una riflessione teologica sull'uomo che si insctive piuttosto in un orizzonte storico. Senza insistere eccessiva- mente sui problemi relativi al racconto della Genesi¢ sulla teologia paolina dei due Adamo, non si pud sfuggire a una antropologia che prenda in conto la realta dell’umanita: le Scritture parlano infatti della storia di Dio con Puo- mo, Anche se questa antropologia non ha la chiarezza della scolastica, tut- tavia un tale approccio aderisce maggiormente alla storia dell'uomo. 2, Visione @insieme sulla dottrina della grazia Cerchiamo ora di proporre una sintesi complessiva che non si limiti setnplicemente a registtare la storia. Indicheremo dunque i dati di fede concernenti la grazia; il ruolo svolto dai Padri della Chiesa e, in Occiden- te, da Agostino; i dati sottolineati dal magistero, il pit delle volte in occa- sione di polemiche particolati; ¢ infine gli elementi propri delle diverse scuole teologiche Dalla Scrittura ai Padri greci La dottrina della grazia di Dio e del Cristo affonda le sue radici nella fonte della rivelazione. Nelle Scritture, PAlleanza di Dio con Pumanita, {ilo conduttore della rivelazione ¢ categoria secondo la quale i Padri della Chiesa leggevano la Bibbia ai catecumeni, esprime sia la benevolenza di Dio verso gli uomini (concetto di grazia, di miscricordia), sia una santita particolare in colui che beneficia di una tale Alleanza. Nel primo caso, «gravia» ¢ «misericordia» sottolineano la salvezza dell’eletto come testi- monianza della fedelta di Dio alla sua Alleanza; nel secondo caso, queste parole designano «il giusto per la fede», come Abramo, di cui il reto agire morale ne costituisce un aspetto e una testimonianza. In questo contesto, il mondo cristiano poteva esptimersi come l’apostolo Paolo: per Ja fede in Cristo, i fedeli divengono «giustizia di Dio» (2 Cor 5, 21), civé coloro nei quali si manifesta Ja fedelta di Dio all'umanita. 16 G. Gauzora, Bellarmino contro Baia a Lovenio, Fetder, Roma 1966, pp. 114-113. VF Gnossr, La coscinta stovice ira Bibbia e Tradizione, in «Latecanum N.S, 66 (1990), pp. 653-678 VI. GRAZIA..: DAL CONCILIO DI TRENTO ALLEPOCA CONTEMPORANEA 321 Se la Bibbia mette in risalto il primato della misericordia di Dio ¢ la giustizia che viene dalla fede nel Cristo (Rvs 3, 27; 1 Cor 4, 7), la riflessio ne orientale previlegia l’idea di divinizzazione, distinguendo nell’ uomo un proceso che va dall’immagine alla somiglianza, per l'azione comune del dono dello Spitito e della volonta dell’'uomo. Nella «similitudines del Verbo incarnato, modello del cristiano, si radica tutta la concezione asce- tica del monachesimo orientale. La categoria della «divinizzazione» (theopoiesis) fu senza dubbio quella che, nella Chiesa greca, diede la massima importanza alla grazia come san- tificazione totale”, Molto comune nella liturgia orientale, questa categoria tuttavia non fu molto utilizzata nella riflessione della Chiesa occidentale. Agostino e Vapporto di nuove categorie Nella storia della teologia della «graziam, @ a giusto titolo che si consi- dera a parte la figura di Agostino. Con lui infatti la discussione sull’insie- me della salvezza dell’ uomo si concentra su questo termine. Cid divenne occasione per l'antropologia cristiana di numerose precisazioni. Toccan- do il tema della liberti/libero arbitrio, si sono affrontate una infinia di questioni, il cui dibattito continua ancora oggi; si & formata l’anima stessa della cultura occidentale, sempre attenta a difendere la sua autonomia antropologica. Senza dubbio, dal punto di vista dell'inculturazione, il pro: blema era centrale, ma la mediazione teologica del primato di Dio con la liberta dell’uomo, cosi come emerge dalla rivelazione biblica, @ una dia- leitica cosi forte da rassomigliare a quella del Dio d'Isracle sempre fedele all’Alleanza con il suo popolo che si dibatte nella tentazione di una infe- delta senza fine. La scelta di queste categorie privilegia naturalmente un punto di vista antropologico, fortemente interpersonalizzato, La complessa dialettica di un tale rapporto, trattato con queste categorie, spiega le difficolta sollev. te senza interrazione a partire dalla polemica pelagiana. Due volonta, due liberta, quella di Dio e quella dell’uomo, vennero contrapposte secondo termini suscettibili di molteplici accezioni. I diversi schemi successivamen- te utilizzati da Agostino indicano le molteplici possibilita di far procedere la riflessione teologica sulla grazia e sulla giustificazione. Molto spesso, i suoi lettori ne hanno scelto uno solo ¢ hanno ristretto Porizzonte appog- giandosi esageratamente sulle ultimissime opere del vescovo di Ippona. Da parte sua, Agostino sapeva armonizzare teologicamente quattro prin- cipi della dottrina della grazia: la necessita della grazia medicinale del 78 Ci. vol, pp. 310317, 322 VITTORINO GROSSI - BERNARD SESBOUE L z Cristo; la necessit® della preghiera di supplica; la distinzione tra natura®) ini © natura decadut; la fagilita dell omo, anche gisto, e dunque @) Fimperlezione della giustizia nel tempo presente, cid che Paolo chiara aredenzione nella speranza>, | principali dati dogmatici In occasione della polemica pelagiana, la teologia della grazia e della xiustificazione & dunque divenuta una questione interamente a parte nel mondo occidentale, Essa segné tutta 'antropologia teologica a partire da sant’ Agostino, facendola letteralmente esplodere al tempo della Riforma. Due concili fornizono le indicazioni di base: quello di Cartagine e quello di Trento. A partire di qui si organizzarono le letture antropologiche della twologia cattolica, che si appoggiarono su Cartagine fino alla Riforma, ¢ su Trento fino ai nostri giorni. Riguardo alla grazia e alla giustificazione, il concilio di Cartagine forni la terminologia e il loro significato. Si tratta della «grazia per la quale noi siamo giustificati da nostro Signore Gesit Cristo», «della grazia di Dio», della «grazia della giustificazione», precisata come un «aiuto» per non peceare come un amore per i! quale il libero arbittio possa compiere i comandamenti divini. Di fronte alla teoria di una giustificazione solamente imputata, il conci- lio di Trento precisd il carattere d’interiorita della gravia e la realtd della mediazione sacramentale. Fondandosi sulla dottrina paolina, esso seppe situare la dottrina della giustificazione nel quadro generale della storia della salvezza e applicare la logica universale della priotiti del dono di Dio al uomo nel Cristo al caso particolare della giustificazione personale. Esso ha inoltre coniugato con coerenza Particolazione del ruolo della gra- zia e della liberta, sempre evitando di mettetle in conflitto. La sua defini- zione della giustificazione e delle sue cause & un inno alla gratuita del dono di Dio. Esso ha tolto tutti i sospetti di «pelagianesimo» che si potevano nutrire all'indirizzo della Chiesa cattolica a partire da certe sue pratiche ¢ ha saputo mostrare che il dogma della giustificarione per la grazia, me- diante la fede, non @ una dottrina protestante, ma una dottrina semplice- mente cristina, Una costante ripresa dei dibattiti TLmondo occidentale ha seguito Agostino nel bene e nel male. Il vesco- vo di Ippona @ un autore difficile da classificare, Molte incomprensioni del suo pensiero furono dovute a delle sistematizzazioni che lui stesso non ‘VI. GRAZIA... DAL CONCILIO DI TRENTO ALL'EPOCA CONTEMPORANEA 323, si permise mei di fare. Si@ visto che il magistero della Chiesa fece suo Pessenziale del suo pensiero sul primato della grazia di Dio e sul rispetto della liberta umana, dal concilio di Cartagine fino al decreto di Trento sulla giustificazione. Le soluzioni perd di Baio e di Giansenio sulle que- stioni della grazia e della predestinazione, gettarono sull’opera di Agosti- no e sulla scuola degli Agostiniani un sospetto di collusione con queste dottrine, sospetto che durd fino al Vaticano II. 'A partire dal xvt secolo, Ia teologia cattolica sulla grazia conobbe uno sviluppo quasi violento. La radicalizzazione di Agostino fatta dai Rifor- matori protestanti indusse la teologia cattolica ad utilizzare di meno Per dita del vescovo di Ippona. Se Lutero aveva dato a Calvino gli elementi di tuna dottrina della predestinazione assoluta, Giansenio artivd al concetto di indefettibilita della grazia in rapporto alla liberta umana. Baio ¢ Gian- senio ravvicinarono considerevolmente i concetti di natura e di grazia, a tal punto che si accusd il primo di sidurre la grazia a natura e il secondo di esagerare il potere della grazia sulla natura decaduta e sul libero arbi- trio La teologia controversistica segui le indicazioni del decreto di Trento, ma abbandonando il suo metodo biblico e pattistico. Essa insisté soprat- tutto sulla definizione concettuale dei termini di natura, grazia, giustifica- zione, merito. Questo approccio ebbe i] merito di offrire chiarezza nelle difficili questioni del tempo € prevalse anche nella ricerca antropologica fino al Vaticano II, Della correzione di traiettoria compiuta da quest’ulti- mo concilio si @ gia fatto cenno. 3. Le attuali domande poste alla teologia tradizionale della grazia Le domande che la teologia contemporanea pone alla teologia tradizio- nale della grazia corrispondono, in buona parte, a quelle poste alla teolo- gia di tradizione agostiniana. Ci sono anzitutto le domande di sempre. Considerare la grazia come un dono senza appello, senza altra condizi ne, sembra a molti mettere in Dio una nota di ingiustizia, Questa fu la costante accusa dei pelagiani. Agostino aveva coscienza che, data la gran- dezza del mistero della grazia e della liberta, si poteva semplicemente ten- tare di porre correttamente il problema. Perd la difficolta relativa alla sal- vaguardia della libert’ umana, che si trova inscritta nella dialettica del rapporto tra uomo e Dio, risorgeva regolarmente contro Agostino. La teologia moderna pone ad Agostino anche nuove questioni sulla grazia, in particolare due di natura sacramentaria: si accusa anzitutto il 324 — VITTORINO GROSSI - BERNARD SESBOUE vescovo di Ippona di aver ridotto la comprensione della grazia a quella data ai bambini nel loro battesimo e di averne fatto un parametro genera- lc, mentra essa si diversifica nei differenti stati ed eta della vita. Si timpro- vera quindi alla visione insistente del battesimo dei bambini di far perde- tc alla grazia la sua connotazione interpersonale, ¢ di ridurla a una ogget tvazione o a una «cosificazione»”. Alcuni autori si domandano anche se Agostino non ha rotto con la dottrina tradizionale della grazia, rottura che andrebbe ben al di 1a dello sviluppo del dogma™. Questa questione radicale, gia posta dopo la sua morte, riemerse in molti problemi teologici a partire dagli anni Cinquan- ta. Tuttavia, la teologia ha piuttosto la tendenza a considerare Agostino come un maestro, anche se, su questo terreno della grazia, fu compreso in modo molto diverso. Ci sono anche delle questioni poste alla teologia scolastica post-triden- tina, Questa si impegnd il pit delle volte per difendere il carattere sopran- naturale e trascendente della grazia, il suo carattere gratuito ¢ la santit’ interiore che essa procura. I primi due punti (soprannaturalit2 ¢ gratuita) hanno di mira soprattutto il giansenismo, il terzo il protestantesimo. Il Iegame ta questi diversi concetti, in particolare tra natura e soprannatu- ta, fu elaborato in modo chiaro, troppo chiaro senza dubbio, e domind la teologia fino alla meta di questo secolo. II rimprovero fatto a questa posi- zione teologica riguarda la sua radice concettuale, vale a dire il fatto di considerare la grazia di Dio ¢ la liberta umana piti come dei concetti che come una storia vissuta, quella appunto di Dio e dell’ uomo. 4, La riflessione odierna La riflessione teologica si tinnova continuamente, soprattutto nelle fasi acute dei cambiamenti culturali, ¢ le compete allora di aiutare ad aprire muovi orizzonti di riflessione per la grazia di Dio nel mondo d'oggi. Si riconosce d'altronde che nel corso della storia, la teologia della grazia & stata sottoposta a interpretazioni unilaterali e a distorsioni in rapporto alle indicazioni ufficiali della Chiesa, Oggigiorno, la teologia ama pitt che mai comprendere il rapporto tra Dio ¢ Puomo cosi come ce lo presentano le Scritture, La coscienza dei limiti del linguaggio analitico invita a dare un carattere meno assoluto all’espressione teologica. Ugualmente, Pimpiego PB Cit, V. Gross, Battesino dei bambini e teologi, in «Augustiniamamns, 7 (1961), pp. 323-327. % G.Rwne, Bruch oder Entwicklung in Gnadenbegriff Augastins? Kritsche Bemerkingen zr K. Flash, Logi des Scbrokitens > eAngustinianay, 44 (1994), pp. 31-113, VE, GRAZIA... DAL CONCDLIO DI TRENTO ALL'EPOGA CONTEMPORANEA 325

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