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EL-RT01 - Relazione Tecnica Impianti Elettrici
EL-RT01 - Relazione Tecnica Impianti Elettrici
Sommario
1. PREMESSA .............................................................................................................................................. 4
2.2. Definizioni .............................................................................................................................................................. 5
5.2. Flessibilità ............................................................................................................................................................ 15
5.3. Manutenibilità ...................................................................................................................................................... 15
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6.8. Rifasamento ........................................................................................................................................................ 19
6.12. Trasformatori ................................................................................................................................................... 20
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1. PREMESSA
La presente relazione ha per oggetto gli impianti elettrici e speciali che saranno installati a servizio degli edifici destinati a
sede del corso di Laurea in Scienze Motorie e Sportive, con attigua palestra e al centro C.U.R.I.A.MO / Medicina dello
Sport.
il primo stralcio prevede la realizzazione del sede del corso di Laurea in Scienze Motorie e Sportive, con attigua
palestra;
il secondo stralcio prevede la realizzazione del centro C.U.R.I.A.MO / Medicina dello Sport.
Poiché i due fabbricati dovranno essere agibili autonomamente, gli impianti previsti nel primo stralcio dovranno consentire
l’agibilità dell’edificio sede del corso di Laurea in Scienze Motorie e Sportive, con attigua palestra. Inoltre la futura
realizzazione del centro C.U.R.I.A.MO / Medicina dello Sport dovrà poter essere realizzata nel secondo stralcio,
minimizzando le interruzioni dei servizi vitali per gli edifici del primo stralcio.
Le scelte impiantistiche effettuate (tipologia di impianto, logiche di funzionamento, etc…) sono frutto di una serie di
valutazioni che hanno caratterizzato la progettazione preliminare degli impianti.
1. efficienza impiantistica
In ogni caso, gli impianti in oggetto garantiranno un grado di sicurezza, a fronte di evento sismico, congruente con il
grado di sicurezza antisismico previsto dalla normativa vigente per le strutture di prevista realizzazione.
Per quanto riguarda il primo stralcio, la sede del corso di Laurea in Scienze Motorie e Sportive è caratterizzata dale
seguenti funzioni:
Piano terra – area destinata a palestra polivalente, omologata per molte attività sportive di squadra (pallavolo,
pallacanestro, ecc..);
Per quanto riguarda il secondo stralcio, centro C.U.R.I.A.MO / Medicina dello Sport è caratterizzata dalle seguenti
funzioni:
A servizio dei due edifici è prevista, in prossimità del parcheggio, la realizzazione di un’area Energia, costituita da una
nuova Cabina di trasformazione MT/bt e da una macchina polivalente.
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2.2. Definizioni
Le definizioni utilizzate in questa Relazione sono quelle contenute nelle Norme CEI 1 “Glossario 1° Elenco dei termini.”,
prima edizione, pubblicata nel settembre 1997 Fascicolo 3357H, e CEI 64-8/2 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione
nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata a 1.500 V in corrente continua. Parte 2: Definizioni.”, sesta
edizione, pubblicata nel gennaio 2007 Fascicolo 8609. Le Norme contengono un primo elenco dei termini più ricorrenti,
che interessano prevalentemente l'elettrotecnica, in essa sono infatti riuniti i termini che più frequentemente si incontrano
in elaborati o trattati tecnici di diversa natura, nei quali le definizioni talvolta non solo non coincidono, ma addirittura sono
in contrasto fra loro. Valgono inoltre tutte le definizioni contenute nelle Norme in seguito citate. Valgono inoltre le
definizioni eventualmente contenute nella presente Relazione Tecnica. Non valgono altre definizioni se non quelle sopra
esposte.
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Per quanto concerne la distribuzione in bassa tensione, il Quadro Cabina bt alimenta l’unità polivalente posta in
prossimità della cabina di trasformazione MT/bt e il Quadro Generale QGEN posto in locale dedicato al piano terra
dell’edificio. Il Quadro Generale QGEN alimenta:
Le linee di alimentazione e i circuiti sono predisposti per la futura installazione di gruppi di continuità (non previsti in
questa fase): tale soluzione consentirà la futura installazione di due gruppi di continuità a servizio delle postazioni
informatiche, della trasmissione dati, del centralino telefonico e del sistema di controllo dell’edificio.
La linea di alimentazione del Quadro Generale QGEN, della macchina polivalente e le linee in bassa tensione in cabina di
trasformazione sono previste in cavo unipolare isolato in EPR sotto guaina di PVC (CEI 20-13, CEI 20-22II, CEI 20-
35),sigla di designazione RG7R/FG7R 0,6/1kV.
Le linee dorsali interne all’edificio sono previste in cavo resistente al fuoco RF31 ed a ridotta emissione di fumi e di gas
tossici corrosivi, con conduttori flessibili isolati con materiale reticolato speciale sotto guaina termoplastica speciale (CEI
CEI 20-22III, CEI 20-36, CEI 20-35, CEI 20-38, CEI 20-37, CEI 20-45) sigla di designazione FG10(O)M1 0.6/1kV.
I circuiti terminali sono previsti in conduttori a bassissima emissione di fumi e gas tossici del tipo NO7G9-K.
Illuminazione LED
I diodi luminosi (diodi ad emissione luminosa, ingl. Light Emitting Diodes) si basano su connessioni allo stato solido
(semiconduttori) che convertono la corrente direttamente in luce. Per quanto riguarda dimensioni, efficienza, durata utile,
intensità luminosa e qualità della luce, la tecnologia LED è di gran lunga superiore alle lampade tradizionali (alogene,
fluorescenti o le comuni lampadine ad incandescenza). Nei prossimi anni la tecnologia LED è destinata a rivoluzionare
l'illuminotecnica in modo simile a quello in cui la tecnologia dei semiconduttori ha rivoluzionato l'elettronica. Le soluzioni a
LED garantiranno la massima efficienza e il massimo comfort visivo. La soluzione a LED convince offrendo una luce su
misura: luce di colore bianco naturale o bianco caldo offre il massimo comfort visivo e al tempo stesso una stabilità di
colore eccellente per anni. Con luce LED colorata si possono creare atmosfera in modo mirato come mai prima d'ora, per
esempio nei punti dove c'è o si desidera avere più passaggio di pubblico. Ottimizzando la gestione termica, le nuove
ottiche LED ad alta efficienza o sono in grado di fornire alti valori di flusso luminoso, realizzando al contempo massima
efficienza luminosa e la massima qualità di illuminazione con il minimo consumo energetico. Una lunga durata utile e un
basso consumo di energia fanno del LED una forma di illuminazione generale particolarmente economica ed ecologica.
Le lampade a LED possono contare su una durata utile di oltre 50.000 ore, un valore che ne testimonia la grande
economicità, essendo incrementata notevolmente la durata utile dei nostri apparecchi a LED. Inoltre la tecnologia LED,
data la sua esclusiva componente diretta può vantare un'efficienza superiore a quella delle lampade convenzionali.
Le soluzioni LED sono quindi proposte per conseguire i seguenti risultati:
scene di luce ideali a seconda dell’attività o dell’ora del giorno
luce individuale
flessibilità degli spazi
possibilità di ampliare
risparmio energetico e riduzione di CO2 – fino al 50%
costi di esercizio e manutenzione più ridotti
meno costi complessivi per tutto il ciclo di vita degli impianti
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I vantaggi principali dell’uso dell’illuminazione LED + gestione della luce proposto sono riepilogati nei diagrammi seguenti,
per un ambiente tipo:
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Se si considera l’intero sistema di illuminazione, si ottengono le seguenti notevoli economie di gestione:
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Di seguito si riportano le caratteristiche di riferimento dei corpi illuminanti previsti:
• Area con soffitto elevato (palestra grande),
Per l’illuminazione della palestra grande, si prevedono apparecchi a sospensione, con lampade LED 4000K - 700mA -
25920lm - 187W - CRI 70
Si riporta di seguito a titolo di esempio un’immagine della tipologia di corpo illuminante individuato:
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• Illuminazione esterni – ingressi edificio
Per l’illuminazione degli ingressi esterni all’edificio, si prevedono corpi illuminanti tipo applique con struttura in alluminio
pressofuso, HIT-CRI 70W CHIARA G12 6600lm. IP65.
Si riporta di seguito a titolo di esempio un’immagine della tipologia di corpo illuminante individuato:
• Illuminazione esterni – parcheggio
Per l’illuminazione del parcheggio esterno all’edificio, si prevedono armature stradali con ottica asimmetrica installati su
palo (5m), LED 4000K - 700mA - 13584lm 94W CRI>70.
Si riporta di seguito a titolo di esempio un’immagine della tipologia di corpo illuminante individuato:
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• Illuminazione dei bagni
Per l’illuminazione dei bagni, si prevede l’utilizzo di corpi illuminanti con lampade fluorescenti con schermo in lastra piana
di policarbonato opale.
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Si riporta di seguito a titolo di esempio un’immagine della tipologia di corpo illuminante individuato:
• Illuminazione dei locali tecnici
Per l’illuminazione dei locali tecnici, si prevede l’utilizzo di corpi illuminanti con lampade fluorescenti protetti con il grado
IP65IK08 secondo le EN 60529, con corpo in acciaio, imbutito in un unico pezzo di elevata resistenza meccanica e
diffusore In vetro temperato spessore 5 mm resistente agli urti.
Si riporta di seguito a titolo di esempio un’immagine della tipologia di corpo illuminante individuato:
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Caratteristiche dei moduli:
PARAMETRI ELETTRICI:
‐ Potenza di picco: 355 Wp
‐ Tensione alla massima potenza (Vmpp): 40.75 V
‐ Corrente alla massima potenza (Impp): 8,76 A
‐ Tensione a vuoto (Voc): 47.88 V
‐ Corrente di corto circuito )Isc): 9.51 A
‐ Efficienza del modulo: 18.15%
‐ Tolleranza sulla potenza: +1.5%
PARAMETRI MECCANICI:
‐ Dimensioni: 1975 x 990 x 46 mm
‐ Peso: 27 Kg
4. DATI DI PROGETTO
Per l’illuminazione di sicurezza il valore medio richiesto per le vie di esodo, delle uscite di sicurezza, non è inferiore a 5
lux. Nella palestra si prevede l’utilizzo di corpi illuminanti cablati in emergenza per il mantenimento del livello di
illuminazione in emergenza pari al 10% del valore conseguito con illuminazione ordinaria.
riguarda la manutenzione o riparazione degli stessi da parte di personale specificatamente qualificato. In particolare le
apparecchiature di comando e protezione dell'impianto elettrico sono situate in quadri muniti di sportelli chiudibili con
chiavi per evitare che personale non addetto manovri le stesse inopportunamente. Le linee di distribuzione sono tutte
sezionabili dai quadri così che si possono praticare interventi di manutenzione o riparazione in tutta sicurezza mettendo
fuori servizio qualsiasi ramo dell'impianto.
5.2. Flessibilità
Gli impianti sono stati realizzati tenendo conto delle specifiche e precise esigenze attuali considerando comunque parziali
incrementi di potenza dell'ordine del 20% implicabili a eventuali ulteriori richieste da parte dell’utenza.
5.3. Manutenibilità
La manutenibilità è praticabile solo ed esclusivamente da personale specificamente qualificato ed appositamente
addestrato. Vi sono dotazioni ed apparecchiature particolari che implicano l'intervento di personale particolarmente
addestrato ed istruito al fine di garantire la sicurezza delle persone e delle cose ma anche la continuità di esercizio. Nella
struttura dovranno essere presenti i progetti degli impianti con relativi schemi elettrici disponibili proprio per interventi di
manutenzione e/o riparazione da eseguire in tutta sicurezza.
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dove:
kca = 1,00 per un circuito monofase o bifase, con due conduttori attivi;
kca = 1,73 per un circuito trifase, con tre conduttori attivi.
dove coeff è il fattore di utilizzo, per i circuiti terminali, oppure il fattore di contemporaneità, per i circuiti di distribuzione.
La potenza Pn, per i circuiti terminali, è la potenza nominale del carico.
Per i circuiti di distribuzione, la potenza Pn è la somma vettoriale delle potenze di dimensionamento Pd dei circuiti
terminali a valle (ΣPd).
La potenza reattiva delle utenze è calcolata, invece, secondo la:
per i circuiti terminali, mentre per i circuiti di distribuzione è calcolata come somma vettoriale delle potenze reattive
nominali a valle (ΣQd a valle).
Il fattore di potenza per le utenze di distribuzione è valutato, di conseguenza, con la:
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6.2. Protezione contro il sovraccarico
I cavi sono dimensionati per garantire la protezione contro i sovraccarichi, secondo la norma CEI 64-8/4:
dove Ib è la corrente di impiego, In la corrente di regolazione nominale del relè termico del dispositivo di protezione, Iz la
portata del cavo, If la corrente convenzionale di funzionamento del dispositivo di protezione.
In base alla condizione a), a partire dalla corrente Ib, si assume una sezione del cavo che, in funzione della condizione di
posa, dà luogo ad una portata Iz che consenta la scelta della corrente nominale del dispositivo di protezione a monte più
bassa possibile, in base ai valori normalizzati disponibili e più comuni sul mercato1.
Il dimensionamento dei cavi tiene conto anche delle seguenti situazioni:
condutture senza un proprio dispositivo di protezione, derivato da una conduttura principale protetta contro i sovraccarichi
con un proprio dispositivo, in grado di garantire anche la protezione delle condutture derivate;
conduttura che alimenta diverse derivazioni, singolarmente protette contro i sovraccarichi, quando la somma delle
correnti nominali dei dispositivi di protezione delle derivazioni non supera la portata Iz della conduttura principale.
Per i cavi di media tensione si utilizzano i criteri della norma CEI 11-17.
Essa, oltre a riportare la portata Iz in funzione del tipo di isolamento del cavo, del tipo di posa e del numero di conduttori
attivi, riporta anche la metodologia di valutazione dei coefficienti di declassamento.
La portata minima del cavo è calcolata come:
dove il coefficiente k ha lo scopo di declassare il cavo e tiene conto dei seguenti fattori:
• materiale costituente il conduttore;
• tipo di isolamento del cavo;
• numero di conduttori adiacenti, compresi eventuali conduttori in parallelo;
• eventuale declassamento deciso dall'utente.
La sezione è scelta in modo che la sua portata (moltiplicata per il coefficiente k) sia superiore alla Izmin. Gli eventuali
conduttori in parallelo sono calcolati nell'ipotesi che abbiano tutti la stessa sezione, lunghezza e tipo di posa (norma CEI
64-8), considerando la portata minima come risultante della somma delle singole portate (declassate per il numero di
conduttori in parallelo, dal coefficiente di declassamento per conduttori adiacenti).
La costante K è assunta dall’art. 434.3 della norma CEI 64-8 o dalla norma CEI 11-17, per i conduttori di fase e neutro e
dalla norma CEI 64-8/5 o dalla norma CEI 11-17, per i conduttori di protezione.
La costante è data in funzione al materiale conduttore e al materiale isolante. Nel nostro caso, impiegando sempre cavi
con conduttori in rame isolati in gomma etilenpropilenica G7 o equivalente o isolati in PVC, K = 143.
Nel caso in cui si abbiano circuiti monofasi o polifasi e questi ultimi con sezione del conduttore di fase in rame minore di
16 mm2, il conduttore di neutro deve avere la stessa sezione del conduttore di fase.
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La condizione b) non richiede alcuna verifica, perché tutti gli interruttori per uso domestico e similare (norma CEI 23‐3)
hanno un rapporto, tra corrente convenzionale di funzionamento If e corrente nominale In, sempre minore di 1,45 e
costante. Gli interruttori industriali, invece, hanno un rapporto che può variare in base alla corrente nominale, ma che
rimane minore o uguale a 1,45. La condizione b) è quindi sempre verificata.
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In base alle esigenze progettuali, sono stati impiegati tre criteri di dimensionamento del conduttore di neutro:
1. in relazione alla sezione di fase;
2. tramite il rapporto tra le portate dei conduttori;
3. in relazione alla portata del neutro.
Il primo criterio consiste nel determinare la sezione del conduttore in questione secondo i vincoli dati dalla citata norma
64-8.
Il secondo criterio consiste nell'impostare il rapporto tra le portate del conduttore di fase e il conduttore di neutro, e il
programma determinerà la sezione in base alla portata.
Il terzo criterio consiste nel dimensionare il conduttore tenendo conto della corrente di impiego circolante nel neutro come
per un conduttore di fase.
Le sezioni dei conduttori di neutro possono comunque assumere valori differenti rispetto ai metodi appena citati,
comunque sempre calcolati a regola d'arte.
con kcdt = 2 per sistemi monofase e kcdt= 1,73 per sistemi trifase.
I parametri Rcavo e Xcavo sono ricavati dalla tabella UNEL in funzione del tipo di cavo (unipolare/multipolare) ed alla
sezione dei conduttori; di tali parametri il primo è riferito a 80°C, mentre il secondo è riferito a 50 Hz, ferme restando le
unità di misura in Ω/km.
La cdt(Ib) è la caduta di tensione alla corrente Ib e calcolata analogamente alla cdt(Ib).
La caduta di tensione da monte a valle (totale) di una utenza è determinata come somma delle cadute di tensione
vettoriale, riferite ad un solo conduttore, dei rami a monte all'utenza in esame, da cui, viene successivamente determinata
la caduta di tensione percentuale riferendola al sistema (trifase o monofase) e alla tensione nominale dell'utenza in
esame.
Sono adeguatamente calcolate le cadute di tensione totali nel caso siano presenti trasformatori lungo la linea (per
esempio trasformatori MT/BT o BT/BT). In tale circostanza, infatti, il calcolo della caduta di tensione totale tiene conto sia
della caduta interna nei trasformatori, sia della presenza di spine di regolazione del rapporto spire dei trasformatori stessi.
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Se al termine del calcolo delle cadute di tensione alcune utenze risultano avere valori superiori a quelli limite stabiliti
(norma CEI 64-8), si ricorre ad un procedimento di ottimizzazione per far rientrare la caduta di tensione entro i suddetti
limiti. Le sezioni dei cavi sono aumentate cercando di seguire una crescita uniforme fino a portare tutte le cadute di
tensione sotto i limiti.
6.8. Rifasamento
Obiettivo del rifasamento è di portare il valore del fattore di potenza il più possibile sopra il valore di 0,9 e ad un massimo
di 1.
Se un carico assorbe la potenza attiva Pn e la potenza reattiva Q, per diminuire φ e quindi aumentare cosφ senza variare
Pn, si deve mettere in gioco una potenza Qrif di segno opposto a quello di Q tale che:
nella quale θ è l'angolo corrispondente al fattore di potenza a cui si vuole rifasare. Tale valore oscilla tra 0,8 e 0,9,
secondo il tipo di contratto di fornitura.
Il rifasamento può essere distribuito o centralizzato. Tale scelta va valutata al fine di ottimizzare i costi ed i risultati finali,
quindi le batterie di condensatori potranno essere inseriti localmente in parallelo ad un carico terminale, oppure
centralizzato per rifasare un determinato nodo della rete.
Se la rete dispone di trasformatori, possono essere inserite anche batterie di rifasamento a valle degli stessi per
compensare l'energia reattiva assorbita a vuoto dalla macchina.
La corrente nominale della batteria di condensatori è calcolata tramite la:
Tali correnti sono utilizzate in fase di scelta delle protezioni, per la verifica dei poteri di interruzione delle apparecchiature.
e le componenti omopolari:
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6.12. Trasformatori
I dati di targa richiesti sono:
- potenza nominale Pn (in kVA);
- perdite di cortocircuito Pcc (in W);
- tensione di cortocircuito vcc (in %)
- rapporto tra la impedenza alla sequenza omopolare e quella di corto circuito;
- tipo di collegamento;
- tensione nominale del primario V1 (in kV);
- tensione nominale del secondario V2 (in V).
Dai dati di targa si possono ricavare le caratteristiche elettriche dei trasformatori, ovvero:
• Impedenza di cortocircuito del trasformatore, espressa in mΩ:
• L'impedenza a vuoto omopolare del trasformatore è ricavata dal rapporto con l'impedenza di cortocircuito:
In uscita al trasformatore si otterranno pertanto i parametri alla sequenza diretta, espressa in mΩ:
nella quale:
nella quale:
nella quale:
I parametri alla sequenza omopolare dipendono invece dal tipo di collegamento del trasformatore in quanto, in base ad
esso, abbiamo un diverso circuito equivalente. Pertanto, se il trasformatore è collegato triangolo/stella (Dy), si ha:
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Per i trasformatori media-bassa tensione, con verso di potenza positiva, a due avvolgimenti con e senza variazione sotto
carico, si deve introdurre (norma CEI EN 60909-0) un fattore di correzione di impedenza KT tale che2:
dove:
è la reattanza relativa del trasformatore; Cmax è relativa alla tensione di bassa del trasformatore. Tale fattore deve
essere applicato sia all’impedenza di sequenza diretta che all’impedenza di sequenza omopolare.
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Non va applicato agli autotrasformatori.
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- tensione di alimentazione nominale valutata con fattore di tensione Cmax;
- impedenza di guasto minima, calcolata alla temperatura di 20°C.
La resistenza diretta, del conduttore di fase e di quello di protezione, è riportata a 20°C, partendo dalla resistenza a 80°C,
data dalle tabelle UNEL 35023-70, per cui esprimendola in mΩ, risulta:
Assunta, poi, dalle stesse tabelle UNEL, la reattanza a 50 Hz, se f è la frequenza d'esercizio, risulta:
Possiamo sommare queste ai parametri diretti della utenza a monte, ottenendo così la impedenza di guasto minima a
fine utenza.
Per le utenze in condotto in sbarre, le componenti della sequenza diretta sono:
La reattanza è invece:
Per le utenze con impedenza nota, le componenti della sequenza diretta sono i valori stessi di resistenza e reattanza
dell'impedenza.
Per quanto riguarda i parametri alla sequenza omopolare, occorre distinguere tra conduttore di neutro e conduttore di
protezione.
Per il conduttore di neutro, si ottengono da quelli diretti tramite le:
Per il conduttore di protezione viene utilizzato il parametro di reattanza dell'anello di guasto fornito dai costruttori:
I parametri di ogni utenza vengono sommati con i parametri, alla stessa sequenza, della utenza a monte, espressi in mΩ:
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Fase terra:
Da questi valori, si ricavano le correnti di cortocircuito trifase Ikmax, fase neutro Ik1Neutromax, fase terra Ik1PEmax e
bifase Ik2max espresse in kA:
Infine, dai valori delle correnti massime di guasto, si ricavano i valori di cresta delle correnti (CEI EN 60909-0):
dove:
Le impedenze allo spunto dei motori sincroni ed asincroni sommate alle impedenze della linea forniscono le correnti di
guasto che devono essere aggiunte a quelle dovute alla fornitura.
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Valutate le impedenze mediante le stesse espressioni delle impedenze di guasto massime, si possono calcolare le
correnti di cortocircuito trifase Ik1min e fase terra, espresse in kA:
ossia in caso di guasto il valore dell’integrale di Joule sopportabile dal cavo deve essere maggiore o uguale a quello
lasciato passare dalla protezione.
La norma CEI 64-8 - Scelta dei dispositivi di protezioni contro i cortocircuiti, prevede, pertanto, un confronto tra le correnti
di guasto minima (a fondo linea) e massima (inizio linea) con i punti di intersezione tra le curve. Le condizioni sono
pertanto:
a. Le intersezioni sono due:
Iccmin = Iinters min (Ia);
Iccmax = Iinters max (Ib).
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- Tempo di intervento in corrispondenza della minima corrente di guasto alla fine dell'utenza a valle: minimo per la
protezione a monte (determinato sulla caratteristica limite inferiore) e massimo per la protezione a valle
(determinato sulla caratteristica limite superiore).
- Rapporto tra le correnti di intervento magnetico: delle protezioni.
- Corrente al limite di selettività: ossia il valore della corrente in corrispondenza all'intersezione tra la caratteristica
limite superiore della protezione a valle e la caratteristica limite inferiore della protezione a monte (norma CEI
23.3).
- Selettività: è indicato se la caratteristica della protezione a monte si colloca sopra alla caratteristica della
protezione a valle (totale) o solo parzialmente (parziale a sovraccarico se l'intersezione tra le curve si ha nel
tratto termico).
- Selettività cronometrica: con essa, è indicata la differenza tra i tempi di intervento delle protezioni in
corrispondenza delle correnti di cortocircuito in cui è verificata.
Nelle valutazioni, si deve tenere conto delle tolleranze sulle caratteristiche date dai costruttori.
Quando possibile, alla selettività grafica viene affiancata la selettività tabellare tramite i valori forniti dalle case costruttrici.
I valori forniti corrispondono ai limiti di selettività in A relativi ad una coppia di protezioni poste una a monte dell'altra. La
corrente di guasto minima a valle deve risultare inferiore a tale parametro per garantire la selettività.
partendo da essa e nota la regolazione della protezione magnetica è possibile calcolare la massima lunghezza del cavo
protetta in base ad essa.
Pertanto:
Dove:
• U: tensione concatenata per neutro non distribuito e di fase per neutro distribuito;
• r: resistività a 20°C del conduttore;
• m: rapporto tra sezione del conduttore di fase e di neutro (se composti dello stesso materiale);
• Imag: taratura della magnetica.
Si tiene conto, inoltre, dei fattori di riduzione (per la reattanza):
- 0,9 per sezioni di 120 mm2;
- 0,85 per sezioni di 150 mm2;
- 0,8 per sezioni di 185 mm2;
- 0,75 per sezioni di 240 mm2.
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7.3. Protezione contro le sovratensioni
Allo scopo di limitare eventuali danni, alle apparecchiature e agli impianti, dovuti alle sovratensioni provenienti da altre
parti dell’impianto, per cause di origine atmosferica è prevista l’installazione di uno scaricatore di sovratensione, in
parallelo alla linea di alimentazione proveniente dalla rete.
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10.3. Impianto rilevazione incendi
È prevista una centrale antincendio che gestisce i comandi manuali di allarme e le segnalazioni acustiche e luminose.
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