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128 a Canta Cavtecu LA MUSICA NELLO STUDIOLO DI LEONELLO D’ESTE tenzione di alle- appena fuori luogo di studio inte dovette essere il con- Studio di Ferrara e pre- Liewenwewy 1988: 46, note 61 ¢ 62. BaxanpaLt 1965: 186-187. ‘Su questa letiera: BAXANDALL 1965; TISSONI BENVENUTI 1991/2: 158- descrizione delle muse offerta da Guarino venne invece seguita da Ag: 1 2 3 129 jo e Melpomene erano state ogni traccia. Cosi Ciriaco Pizzi novi peril coro di San Geminiano a Modena, realizzato tea i sono ben documentati. Si vedano: BAGxTwn 1991: 40; 56, fig. 41; Mant 2001: quel famosissimo org modenese aveva fubbric: aiunge ori certo insigne, regal Invero Ia forma e 1a materia di quell’ organo non sembrano, di bronzo né che termina in certo modo nella forma di Tocca quadrangolare, nel mezzo della q te canne suonano questo nobil ¢ esimia opera, e nuova gloria nel -a, realizz con la propria m per ordine di questo stesso giocon tando di ricavare da un quei tre piccoli legnetti lunghi un mezzo piede, che avevamo pen: nessero i mantici pieni d’aria non altrimenti che i pesi di piombo, una vol sollevata la mano. E affinché nessuno possa ritenere che il bronzo liquido fu- interno del cavo di legno sia di qualche peso, non vediamo appatire al- ccun segno di taglio 0 piccolo foro. Di queste dunque e altre famosissime parti di questo bel tuto parlame, per Ercole, pienamente a sufficienza non solo nostre parole, “ma nemmeno se io avessi dieci lingue e dieci bocch ‘hanno pit volte frainteso il titolo di questo passo, considerandolo parte, © meglio proseguimento del verso di Guarino composto per la musa Clio (si veda per e- sempio Baxannats, 1965: 188). Solo Nigel Wilson ha di recente dimostrato che ‘Ad insirumenti musici genus costituisce il titolo del passo successi "organo; si vedano Wi1SON 1991: 83°86, n particolare 85 e PEVE- RADA 1994: 12, 132 se. Innanzitutto la disposizione a chiocciola delle canne, in legno di acero, 10. “Ad instrumenti musici genus Practerea ornatissimus ipse L(eonellus) pt tempore visum anpenégrarta adderet mplexae plus ‘cum egregius ille artis decus ipsius ira manu nobile instrumentum pertentans jcive voce amoenam divamque illam jer equidem non pot la, quae ut suspensa manu ventosa follea reduce intus aes mehercle dicere nequissem, sed ea quae in ipsum a ‘0 Mutinensi praeclara carmina edita comperimus hoc Méerentibus) (2) reponenda delegimus, ie honor huius artis et ingen 133 color giallo zafferano, doveva essere di grande suggestione. Per quanto ri- guarda la meccanica lo strumento era dotato di tre re re ma La patticol jaco fu maggiorment riguardava la bricazione dei esi di bronzo appunto.'? Eg! cri di legno e, dopo avervi col n ngiuntura fra Sul primo legno Sai perché il legno & cos pesante? Sul secondo ‘Se non sono di legno, di che cosa credi allora che io sia? Sul terzo Spiega, se c°e qualcosa di pesante dentro di me, come vi entro. Nel basamet ‘0 che recitava ina modenese generd I'uomo equi lonore proprio della sua arte e ingegno."* ‘Ad tria gravia ligneola versus ‘Comperias lignum quod tanti ponderis extet? Alibi Lignum ego si non sum quid me tunc esse fateris? Alibi Me grave si quid inest intravit quomodo pande.” 11. L’uso di tre mantici garantiva il regolare e costante rifornimento d'aria al somiere. 12. Di diversa opinione & Enrico Peverada, che intende per “exigua 1884: 216; si trovano si legge lo scorso, che elenca, sulla base dei PEVERADA 1994; ell’organo con canne di carta, conservato in Palazzo Correr a Venezia: si veda Si.va 1984: 367-368, 134 Questo mirabile strumento non ci & pervenuto, ma la singolarita dell sue fattezze doveva essere di certo nota nell’ambiente dei pi Cosme Tura n tra breve, che Benvenuto to il Garofalo rappresentd int: avere vi Queste due grandi nella quale si fanno ordina- © diciamo a voluta, overo a grandezza e misu- i, che sia (ma retta relazione fra l’organo e le muse, jone egli definisce l’organo “melpome- ia relazione con into di Melpomene presente strumento eg! organa illa praectara vidimus, quae Mutinensis arti- appartiene ad una collezione pri- ig. 172. Una variante ova aniche in PRAETORIUS 1619: 79, tav. L 135 squam nostro tempore visum suisque decens et Bene) Mei Suanpenéorara adderet ormamentum, zione musicale. ‘Come informa Angelo Decembrio n re un ornament sin- personale del marchese rappre le muse.” Il componimento poe- creativo, e proprio per questo e; one di sapore omerico, scopium, aut sphaera cosmicam, citharam ve habere non dedecet, si ea quandoque delecteris”. = ‘a musicale di Leonello @ attestata anche dai documenti iano della pratica del marchese su due strumer rende ancor pid evidente tale relazione. Il legame di questo strumento con le muse, integra inoltre con le idee e i muse estensi, marcatamente contraddi stesso modo anche la presenza della mi re i gusti musicali del principe. un pregiato in castello.** Alla morte del per trovare un organista per la Guarino aveva improntato fornita di organo sin dal 143625 € non mancd poi di iche e, per quanto attiene ' i are diversi esemplari di questo strumento.2* tradizione classica contemplava per essa. cupa in maniera diffusa dim noscenze in merito € st rma pid pura, come concetto filosofico. del Quattrocento si assistette gnarl m da una lettera di Leonel ‘cum vero in agrum seced bros revoco, porro cantui conced sector idibus laxandi animi gratia temporis quicqua 17 Lacommissione del!'organo risaliva infatti al 1447, lo stesso anno di progett 1ne dello studiolo di Belfiore. 18 Locewooo 1987: 45-116. 19, Gatto 1992: 95-140. 20 Guarino Veronese sii € bono” in BERTON! e VaNcint 1906: 38, Si veda |, 28, n. 36. in organis ludere scientem summopere habere cura- Lockwoon 1987: 61-62; PevERapa 1994: 6-7. pirava al De ingenuis Pier Paolo Vergerio. In questo tra 26 am. ca] 2 136 137 di certo qualche influenza. La fil ine teologiche, cosmologiche e espresse principe In un importante € noto passo del le catartico della musica in relazione nisono i moti periodic ‘mente il ritmo, che in noi coregge ci fu donato dalle Muse in vista dello stesso scopo. 28 Gani 1967: 69-106; Gartv 1994: 416, nota 2; Tissost BENVENUTI 1991: 63-86; Tate 1994: 16-55. ceasione del concilio di Firenze, per I'unione cone a Ferrara si vedano: BERTOZ21 1994: 60. strumento connesso settepianetie alle tem chordas imer se 31 138 120” di Leonello, collocato nello spazio ideale del- dovette suggestionare Cosmé Tura, tomo al 1460 aveva vescovo Roverella in anticipo, per definire di persona il progetto icono- ‘he avrebbe tramandato la sua memoria ai posteri.?> 34 Sui 35 Borst 1975: 15. 36 Motrent 1999: 105 89; 89-95; Gozza 1989: 16-18, ; CAMPBELL 2002: 219-225. 139 nella fascia centrale a sinistra il frammento raffigurante san Giorgi centro la Madonna col Bambino, a destra Niccolo Roverella cor Maurelioe Paolo; in ako la lunetta con il compianto sul Cristo morto ‘mandata dallo storico ferrarese Girolamo Baruff descrizione del polittico, quando si trovava ancora col originario della chiesa di San Giorgio: Laltra pala, ch'io ho veduto per molti anni, era nella chies delle campane, come anco vien ricordato dal Superbi: era 1956: 32.35 etav. 39. 1982: 577-591, 39 Sulla realizzazione di questo strumento musicale si veda Caviccut 1985: 95-122 40. “Sorgifanciullo, Roverlla bate gid alle porte, rend libero accesso, buss, osserVa, ‘tu sara al sicuro”. BARUFFALDI 1884: 77-78; si veda anche Ricit 1946-49: 96-99. 140 Surge puer: Roverella fores gens pulsat: ‘mondo umano e quello cele- mbro di questo armonioso concerto 2 definito da Cosme Tura in di marca popolaresca, come messaggio della resurrezione, affidando alla musica, the ¢ presente nel slo ‘comparto centrale, un ruolo fondamentale; proprio come avveniva negli antichi rti per Dioniso Trieterik6s, durante i quali il Fisveglio del dio dormiente era affidato al suono di un organo idraulico.® tirpe dei Roverella batte porte: aprit Bussa, 42. Suquesto tema si veda Brock 1999-2000: 61-79, simbolo di mediazione fra Per concludere possiamo ipotizzare che l’organo dello stu lo di Leo fe non solo per la raffina- € soprattutto, ‘mondo umano e quello divino. 142 BIBLIOGRAFIA ANDERSON, JAY Ferrara del Quattrocento”, Carlo Alberto L alla corte degli Estensi, in Vil, a cura di Walter UD ‘musicali, Bologna, Bel Brock, M. nusicale e organaria ferrare- in San Giorgio e la principes- Lo studioto di Urbino, Ieonografia di un microcosmo prine 143 A The Statiolo of Urbino. An Lomo graph Ludwig Reichert, 1986). ve Cua Via,Chatoia 2 “atmo come lous insti: pala Rovere di Cosme Ty Oconee sacs Foran afl Rover mmedeo Quondam, Roma, Bulzons37'8 in La PPE Papagno ¢ A: ta di Cirico Anconitano serita da Francesco Scalamonti, trata da 1b. Delle antichita picene, XV, Ferme, Pact D'AccONE, Frank 1993 “Lorenzo il Mage roe musica”, in La musica a Firenze al tempo ai 54g"? 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