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Teologia Trinitaria Parte II
Teologia Trinitaria Parte II
Metodo
PERIODO PRE-NICENO
IPPOLITO DI ROMA
Esplicita la struttura Trinitaria della preghiera cristiana, per
sottolineare che tutta l’esistenza della chiesa ha un risvolto Trinitario,
afferma: la preghiera cristiana è rivolta al Padre per mezzo del Figlio
nello Spirito Santo. Puntualizza anche che Padre e Figlio…. ( vedere)
Scrive una bellissima preghiera dove rende grazie al Padre per averlo
reso partecipe del martirio do Cristo con lo Spirito Santo.
PRIMI TEOLOGI
2ª Metta dell II Secolo.
In questo periodo si avverte la necessità di un approfondimento
teologico per ciò che riguarda il Padre il Figlio e lo Spirito Santo, per
due motivi fondamentali:
Difendere la fede apostolica da deviazione ed errori;
Presentare il mistero Trinitario che appare de cosi difficile
comprensione.
CLEMENTE ALESSANDRINO
Non IN
ERESIE
L’eresie si portano dietro la difficoltà delle dispute terminologiche e
culturali.
Nell II- III secoli le eresie riguardano Gesù Cristo e il mistero di Dio.
Hanno origene da due fronti:
La mentalità greco-ellenistica
La mentalità Giudaica;
L’idea di un Dio fattosi uomo, morto in croce e l’idea della Trinità
creava non pochi problemi all’ideale di un Dio essenzialmente
UNO, immutabile, trascendente e separato dalla sfera
dell’immanenza.
Le eresie che da queste premesse si svilupperanno, saranno:
Monarchianismo dinamico
Il Figlio e lo Spirito Santo sono una forza a energia Divina promana
dall’unico princípio (Padre) e che è venuto a dimorare nell’uomo Gesù
per renderlo il Messia.
In questo concezione non c’è distinzione tra Padre e Figlio.
Monarchismo modalista
Non concepiscono una reale distinzione tra Padre, Figlio e Spirito
Santo. Esponente furono: Noeto, Prossea, ma soprattutto Sobellio
da cui questo filone prende il via.
Affermando che il Padre, Figlio e Spirito Santo sono solo tre diversi
modi di manifestarsi dell’unico Dio che è il Padre, ed è quindi il Padre
a indicarsi e patire in croce sotto la forma del Figlio.
SOBORDINAZIONISMO
Esempio delle due opposte visioni anche ad alti livelli è il frammento che
possediamo della disputa tra i due DIONIGI: Dionigi vescovo di
Alessandria e Dionigi vescovo di Roma.
Con l’inizio di queste eresie c’è l’inizio della separazione tra economia e
immanenza.
PRIMI CONCILI ECUMENICI
CONCILIO DI NICEA
PREMESSA: Ario cerca di spiegare la fede cristiana in forma molto
semplice, inserindola nelle categorie umane: DIO/ REALTÀ CREATA/
MEDIATORE (FIGLIO); in questo modo era facile di spiegare e di capire.
Con l’editto di Milano, il cristianismo diventa RELIGIOLICITA, di
conseguenza le controversia non erano gradite, perche potevano creare
dissidi all’interno dell’imperio, Costantino decide quindi di convocare un
concilio per mettere d’accordo le varie parti ( i concili del 1º millennio
sarrano convocati dall’imperatore, quelli del 2º Millennio dal Papa).
Il simbolo che poi ne emergerà sará un simbolo basatto probabilmente su
quello di Cesareia e rielaborato in funzione antiariana.
CONVOCAZIONE E SVOLGIMENTO:
Fu convocato nel 325 per rispondere alla questione ariana.
Ne possediamo due testimonianze, quella di Eusebio di Cesarea e
quella di Atanasio (che poi sostituirà Alessandro vescovo di Alessandria
assumendo il ruolo di difensore della fede nicena)
Il Simbolo Niceno compreende 3 articoli:
1º Dio
2º Figlio ( distinto in due parti):
- Il Figlio prima dell’incarnazione, quindi nel rapporto con il Padre e
con il mondo.
- Il Figlio nell’economia della Salvezza
3º Spirito Santo
Il simbolo si conclude con gli anatemi finali che indicano le condane para
eresia (verso Ario)
Comento al testo:
Primo articolo
- la professione nel testo originale è al plurale
- Il simbolo si sprime con la professione seguita dalla proposizione
IN per indicare una partecipazione alla fede trinitaria.
- Il Padre e definito “onnipotente” e creatore delle cose celesti e
della realtà del mondo probabilmente in funzione anti gnostica.
Secondo articolo
PROBLEMATICHE APERTE
I teologi ariani compongono una professione di fede filonicena ma
vaga nei termini e questo gli permetterà di essere riammesso nel
clero Alessandrino.
Atanasio ormai divenuto vescovo di Alessandria rifiuta di accettarlo e
cosi verrà mandato in esilio- Ario muore dentro la chiesa e se chiude
la prima fase.
La seconda fase se conclude con la vittoria degli Ariani (perché gli
imperatori guidati dagli interessi saranno più vicini ad Ario che a
Nicea.
Si arriva cosi a Giuliano l’Apostata che ripristinando il paganesimo
permette ai vescovi niceni di tornare dal esilio.
Nicea risolve le cosa a livello dottrinale ma il problema
dell’OMOUSIOS rimane.
I vescovi ariani combattano Nicea perché introduce termini filosofici, a
questi vescovi sarà indirizzata la risposta di Atanasio.
I Padri Niceni, infatti non hanno ellenizzato la fede, anzi vollero
eliminare una visione strettamente ellenistica dall’interpretazione di
Ario.
Utilizzando il termine OUSIA a Nicea si volle partire dalla
preesistenza per giungere all’intento soteriologico – Ario infatti
andando contro Nicea sta minando l’orizzonte di salvezza, se Cristo
non è vero Dio non può salvare.
Intorno al termine OMOUSIOS si svilupperanno problemi e partiti di
pensiero:
- ANOMEI (Eunomio) – rifiuto totale di Nicea, il Figlio è
completamente dissimile al Padre.
- OMEUSIANI (Basilio di …. ) – gruppo moderato Il Figlio è simile
nella sostanza al Padre, ma non uguale (OMOIOUSIOS);
- OMEISTI –(Eusebio di Cesarea) Il figlio e simile al Padre in senso
generico.
Le questioni rimasti aperte riguarderanno IPOSTASI e OUSIA: Se il Figlio
è della stessa sostanza del Padre è anche della stessa IPOSTASI?
Bisogna quindi aprire ad un chiarimento terminologico e approfondire la
questione sullo Spirito Santo.
GREGORIO DI NISSA
Affermerà che nonostante le caratteristiche proprie non c’è diversità, la
differenza di ipostasi non rompe la comunione di Natura.
CONCILIO DI COSTANTINOPOLI I
La riflessione dei Padri Cappadoci sullo Spirito avrà notevole influsso sul
simbolo formulato nel Concilio Constantinopoli I, convocato nel 381
dall’imperatore Teodosio contro gli pneumatomachi.
La sequenza sullo Spirito Santo elaborata da Basilio troverà ecco nel
Concilio Constantinopoli I, che si celebrerà quando Basilio era già morto.
Il simbolo costantinopolitano presenterà delle parti nuove rispetto a Nicea,
in particolare sullo Spirito Santo che a Nicea era stato liquidato in pochi
parole e verranno fatte delle aggiunte per ciò che riguardava anche la
l’umanità di Cristo, in risposta anche ad Apollinare che per salvare la
divinità l’aveva messo in secondo piano l’umanità, erano nate eresie
cristologiche, se produce quindi ad un ampliamento, a Nicea non c’era
stato bisogno perché Ario non aveva messo in discussione l’umanità.
- Non si afferma che procede dal Figlio perché il rapporto con lui non
era importante
- Viene detto che CON il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, ma
in greco rende meglio poiché è CON_ADORATO e
CON_GLORIFICATO, come fece Basilio.
- Lo spirito Santo ha parlato per mezzo dei profetti come nell’ AT
solo Dio faceva
- Si crede nella chiesa che è opera dello Spirito Santo
- Si confessa UN SOLO Battesimo perché con esso si entra nella
chiesa
- Si aspetto ciò che verrà (scatologia) per l’opera dello Spirito Santo
nella Chiesa.
Greco Latino
IPOSTASI - substantia
OUSIA - SUBSTANTIA
I latini pero per tradure il concetto di IPOSTASI usavano persona -in Greco
era PROPOSON
Nel Concilio di Costantinopoli II verranno assunti questi termini ma non se
ne dà una definizione, chi non accettava le istanze del concilio era
accusato di eresia.
Il concilio afferma che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo hanno una Sola
OUSIA, una sola divinità da adorarsi in tre ipostasi a PROSOPA (persona)
TEOLOGIA OCIDENTALE
Padr
Figlio
e
S. S.
le due correnti greca e Latina andavano avanti senza problemi fino a
Carlo Magno, quando in funzioni polemica con Bisanzio, decide
unilateralmente Di aggiungere il FILIOQUE occhi al simbolo Nisseno
costantinopolitano.
LA PERICORESI
LA SCOLASTICA MEDIEVALE
TOMMASO D’AQUINO
SANTO AGOSTINO
IL DE TRINITATE
È una opera scritta dal 399 al 420, è un trattato composto da 15 libri che
ebbe una storia piuttosto travagliata, come si invece dal Prologo (che in
realtà era una lettera che Agostino scrive al vescovo Aurelio e poi utilizzata
come prologo dell’opera):
qualcuno rubò questi scritti prima che l’opera fosse completata e li
pubblicò – Agostino seccato per non creare confusioni decide di
correggere il 12 libri già usciti e di continuare gli altri 3 fino a portarli a
pubblicazione.
L’opera dapprima venne richiesta ad Agostino dalla chiesa primitiva, infatti
la teologia Trinitaria latina aveva bisogno di questo di questo
approfondimento. Agostino prima di battesarsi era retore imperiale e
professore di retorica, quando diverrà vescovo la sua diocesi era molto
piccola, ma lui era una personalità molto importante e quindi veniva
consultato. Agostino infatti era un teologo in cui l’esperienza spirituale,
l’esperienza di vita e la riflessione teologica sono una cosa sola. Per capire
la teologia di Agostino bisogna tenere in considerazione anche la sua vita.
- Agostino fa una cosa che per coloro che si erano formati nel
neoplatonismo è sconvolgente e cioè per esprimere la distinzione
nell’unità parla al negativo: Il Padre, Il Figlio e lo Spirito Santo CON
LA LORO PARITÀ NON SONO TRE DEI MA UN DIO SOLO.
Questo modo di esprimersi mostra anche la libertà intellettuale di
Agostino che non era vincolata alla sua formazione.
In questa fase è ancora attaccato al dato di fede e svilupperà tutta
sulla relazione.
Agostino divide la Trinità immanente ed economica.
Espone il lavoro fato precedentemente scrivendo quello che era
stato studiato dai Padri latini e greci. Usa i termini di Nicea parte da
Padre, Figlio e Spirito Santo che sono la medesima sostanza
benché il Padre non è Figlio, il Figlio non è Padre e lo Spirito Santo
non è né Padre né Figlio, sono distinti perché uno non è altro
(linguaggio de negazione).
Agostino esprime anche il distinto operare che non è una
separazione. Agostini presenta la fede in modo paradossale:
DISTINTA E INSEPARABILE.
- Agostino problematizza ciò che è espresso nella fede cristiana.
Poiché in Occidente se era ancora detto poco dello Spirito Santo,
Agostino non dedica una sezione ma lo approfondisce con le varie
tematiche gettando la base per la tradizione latina pneumatologica.
LIBRO QUINTO
Agostino nei libri 1-4 considera la Trinità economica, nei libri centrali (5-7)
tratta quella immanente.
Agostino parte dalla logica aristotelica, egli infatti era un retore, argomenta
quindi prima dal punto di vista linguistico poi da quello ontologico.
Agostino partendo dalla Trinitaria istituisce il concetto relazionale.
Agostino (in senso linguistico) afferma che Dio è sostanza a essentia e
che in Greco questo è detto OUSIA.
Ai Latini il termine essenza non piaceva, preferivano sostanza (perché era
qualcosa che potevano identificare praticamente)
Secondo Agostino invece sostanza non era indicato perché indicava
qualcosa che poteva essere soggetto a cambiamento e quindi non
esprimeva qualcosa espresso al massimo grado, lui comunque userà
anche sostanza perché era un termine già di uso.
Agostino parte dall’etimologia da termini essenza, ossia radice del verbo
ESSERE, che è il verbo con cui Dio si è presentato. Agostino espone
questi questioni terminologiche come indubbie.
Successivamente pone i dubi tirando in ballo gli ariane che portavano dal
fatto che in Dio non ci sono accidenti e usavano le categorie aristoteliche:
TUTTO ciò che predichiamo di Dio è a livello sostanziale ossia il Padre è
ingenerato e il Figlio (a livello di sostanza) è generato allora la loro
sostanza è diversa.
Agostino pero dice che non basta contrapporre passi della scrittura, ma
bisogna smontare le tesi ariane a livello teologico-concettuale.
Agostino passa poi all’argomentazione, cercando di aprire una via su
sostanza e accidenti, partendo dalla cose mutevole nelle quali applica la
logica aristotelica.
Nel Mondo creato infatti, sono presenti o le sostanze o gli accidente
poiché è un rapporto verso qualcosa, ma allo stesso tempo è lontano dalla
sostanza, infatti la relazione non modifica la sostanza.
Parte infatti a spiegare facendo una riflessione antologica sulle parole
Padre e Figlio.
PADRE – dice una relazione non si è Padre senza Figlio;
FIGLIO- è in relazione al Padre, infatti non c’è Figlio senza un Padre.
Questi soni due termini relazionali ma non assoluti, in Dio infatti Questi
sono termini relativi perché essendo la generazione eterna, il Padre è
sempre Padre ed il Figlio e sempre Figlio. Il Padre non è mai stato Figlio e
il Figlio mai Padre.
Agostino da quindi una svolta decisiva alla categoria della relazione
aristotelica.
Anche nella scrittura dobbiamo distinguere i termini assoluti da quelli
relazionali. Dio è nome assoluto, infatti il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo
Spirito Santo è Dio ma insieme sono UNO SOLO DIO e non tre dei, questo
distingue il nome assoluto da quello relativo, che è sempre al singolare
perché posseduti dall’unico Dio.
Agostino distingui quindi Padre, Figlio e Spirito Santo in base alla
relazione, ma se i nome devono esprime una relazione (come Padre e
Figlio) Spirito Santo in che relazione è poiché che sia SPIRITO SANTO
possono essere attribuiti sia al Padre che al Figlio?
Agostino trova che per lo Spirito Santo è usato anche il termine DONO e
capisce che la relazione è quella il dono infatti è tale solo se c’è una
doppia relazione tra chi dona e chi riceve. La concezione tra Padre e
Figlio è la base per la pneumatologia latina.
LIBRO OTTAVO
Ci spiega il motivo del bisogno di riposo che descrive nel libro VIII.
Fa una specie di riassunto del cammino fatto fino qui.
Fa una analisi critica e ci dice l’importanza del libro VIII, secondo Agostino
è un libro di svolta.
Il discorso della Caritas è frutto della rinnovata esperienza della luce.
Questa luce è ora Charitasn (amore stesso)
Questa luce abbaglia il suo Spirito e Agostino capisce che non puo
raggiungerla cosi vuole riposo.
La luce che ha sperimentando gli ha fatto conoscere Dio Caritas
Allora aggiunge una digressione dal libro IX al XIV, dove ci sono la
moltitudine che ci possono dire qualcosa del creatore. Quindi attraverso le
perfezioni create possiamo vedere quello che è Dio creatore.
O sottofondo di Agostino rimane un sottofondo neoplatonico
intersoggettivo, mentre ma non le avene gli servivano categorie aperte alla
relazionalità. Ripiega su un discorso dell’animo umano che gli fornisce
tutte le categorie di cui ha bisogno per rifletere.