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Dan 06-11-2011 Pepne 25 Fesio 1/2 Lo sputo di Empedocle Invitato a far visita dopo quasi settant’anni al suo vecchio ginnasio Andrea Camilleri ricorda ilpreside di allora. Disprezzava gli studenti e inscend ilrito, solenne e ridicolo, della «magna infamia» di Andrea Camilleri 12010, durante un breve soggior- ‘noalmiopaese miraggiunse'en- resimo invito a trascorrere una ‘mattina nella mfa vecchia scuola, Empedocle, dove ho frequentato ‘Iginnasioeiiliceo.Stavoltal'invi- {0 ¢racosi cortese e discreto che mi sentiicostretto adaccettare. Due giornt dopo un amicom’accompa- gnd ad Agrigento, che dista appena sei chilometri dal mio paese. Duranteil primo anno diginnasio raggiungevo ascuola con un autobus stracolmo di ragazzi co- ‘meme che partivaalle sette del mattino, dato che impiegava mezzoraa percorrere i sei chilometri. Dentro quell’autobusciscatenavamo, scoppiava- no guerre perbande, volavano libri, cartelle,cala- ‘mal. AlloraT'autista, don Pedro, fermava e jul ei bigliettaio, il signor Lima, tentavano di sedare il tuinulto e soprattutto di placare Vira dei normali viaggfatori che si ritrovavano col cappotto mac- chiato d'Inchiostro o con una tasca strappata. Fu cosi che, da un certo giorno in pol, gl autobus diventarono due, uno dei quali interamente riser vato agli student. Pensavo che le mie pagelle fossero andate distrutte nei bombardamenti del 1943. Invece eccole, con una nota iniziale che parla di un percorso scolastico «un po’ accidentato» La terza liceo Pho terminata nel 1943 e da allora ‘non ci sono piiritornato. liceo si trova sempre nello stesso edificio, perd stato completamente ristrutturato eadesso’# un ‘uovo ingresso. Mi accolyono il preside ¢ il corpo {nsegnanti, gl studenti m’aspertano nella palestra. Comunque,laristrutturazionehamantenutoillun- Shissimo corridoio sul quale si aprono le classi ¢ che termina con una specie di nicchia nella quale eilmezzobustodel ilosofo Empedocled'Agrigen- to. Mitornaamente che fuproprioallaprima ginna- sio che assisteti al rto solenne della "magna infa- ‘mia’ instaurato dal preside di allora. Stavamo fa- cendolezione quando bidello Pancucciinvitd tut tele classi a uscire ea schlerarsi nel corridoio nel ‘Quando tutti fummo schleratl, professor com- presi, apparveil preside che tenevaper un orecchio ‘uno studente del primo liceo che doveva averia fat~ tagrossa Ilpreside comincio apercorrereilcorrido- Jotraleduealidiragazzieragazze con passolentis- simo, quasi conducesse un condannato a morte allesecuzione. Poi arivato davanti al bustod'Em- pedocie, spinse in vantiilreproboe chiamd,agran voce: «Empedocle!». Segui un silenzio di toma. 1o cero atterrito, nvimmaginavo di veder appatire da ‘unmomento ll'altroilfantasma del Mlosofo, Quin- . Ero sbalordito, non mi ero mai accorto di quel bigliettini. noltre non ero stato ioa volere che lei ‘me ll scrivesse, Faveva fatto Glullana spontanea- hy IC. Dan 06-11-2011 Pepne 25 Fesio 2/2 ‘mente. 1 tutore accese uno zolfanelio e Hbrucio. cosi lo non conobbi mai le parole d'amore che Giuliana aveva scritto per me. Comunque il tuto re parld al preside e Giuliana venne cambiata di posto, in modo chenon potesse pit domandarmi ilvocabolario. Naturalmente, !banchi di questa second 8 so- no diversi, la finestra si trova da unaltra parte. 1 ‘mio stato un tentativo ingenuo di concretizzare tun ricordo. Poi arriviamo nella palestra gremita Gli studenti mi guardano con curiosita, compost seri, Hanno sistematoun tavolo, mi fannosede- real posto d’onore. Sul tavolo ce una pila piutto- sto alta di sottili quaderni dalla copertina lucida dun belbluchiaro, Iipreside ne prende uno in mano, mentre un bi- dello cominciaa distribuire glialtritraiprofessorie slistudenti.Ilpresidemi sorride edice che in questi ‘quaderni sono raccolte le fotocopie di tute le mic pagelle, dal primo ginnasioallaterzaliceo. Inorrii- sco. Brosicuroche fossero andate distrutte conI'ul- timo bombardamento del 1943. B invece no, ecco ui, tutte di fil, leprove inopptignabili delmen che ‘mediocre studente che sono stato, ¢°é una breve prefazione a firma del preside dov’e detto che la ‘ia carriera scolastica ha avuto «un percorso un po’ accidentato». Bont sua. quattro si sprecano, 'é anche un bel sel in condotta e, credo che sia un caso unico, un rimando a ottobre, alla prima liceo, nientemeno che in educazione fisica. Non & che in educazione Cel. b)D DOMENICA DELSOLE fisica fossi una schiappa, tut altro, solo che ‘quell'anno mi stava molto antipatico 'insegnante, ‘untale sempre in divisa, sempre col nomediMusso- linisullelabbra.Ripetevain continuazione, impera~ tivo: «Scattarel Scattarel», Un giorno mi bloccat ‘mentre ci stava facendo fare un esercizio estrema~ ‘mente faticoso e gli diss: «Vol sbagliate verbo». Mi ‘guard® aun tempo truce e perplesso: «E quale sa rebbe i verbo glusto?». «Schiattare! Schiattarel» — risposl -.Si vendicd dandomi quattro. ‘Non oso alzare gli occhi dal libretto e guardare glistudenti. Ma all’improvviso esplode un frago- oso applauso. Tuttl, ragazzi e ragazze, sono in pedi, agitano il quadernetto come facevano i ci- resi ol libretto rosso di Mao, mi uzlano: «Bravo! Sei dei nostri». Latmostfera diventa festosa. Ora sono veramen- teun loro compagno ritrovato, solo un po’ tantoin- veechiato, Beato tebs ~ mi dice alla fine dellincontro un. ragazz0 di terzaliceo -. «Che non hai dovuto soste- nereVesamedi maturital, Infatti,nel1943, conlo sbarco deglialleatiin Sicl~ liaimminente, venimmo promossi obocciatiascru~ tinio. Ma 'esame di maturita lo facemmo lo stesso, sottolebombe e!mitragliamenti,inmezzo al morti ealledistruzioni. Fun esame durissimo che davvero cimatur®, cl fecediventare vomini, et cen oe : sD realise (oe

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