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1. Il testo viene suddiviso in 4 paragrafi non collegati da un ordine cronologico.

Nel primo paragrafo


troviamo una breve descrizione di ciò che sta accadendo ad Auschwitz durante la guerra. Nel secondo il
narratore narra ciò che vede durante la visita al campo di sterminio nel 1900, dopo che i tedeschi durante la
ritirata avevano bruciato tutto come riportato alla riga 22. Mentre nel terzo viene narrata una scena alla
quale il narratore assiste durante la guerra. Ed infine nel quarto e ultimo paragrafo continua la narrazione
durante la visita fatta dal narratore.
2. L’azione si svolge nel più vasto luogo di sterminio, il campo di concentramento di Auschwitz intorno al
1900.
3. In questo testo il protagonista è pari al narratore.
4. Il testo è narrato in prima persona perché l’autore si trova ad Auschwitz e narrare ciò che vede.
5. La focalizzazione è interna perché quella del narratore che racconta i fatti che stanno avvenendo
all’interno del campo di concentramento.
6. Uno dei temi principali affrontati nel testo è quello di Auschwitz. Che possiamo ritrovare nelle parole,
“cameroni a gas”, “finte docce”, “forni crematori. Inoltre il brano è ricco di figure retoriche. All’interno del
testo, precisamente alla riga 9 possiamo trovare un paragone tra la giustizia e la carta igienica; la giustizia di
quel tempo viene paragonata e definita meno importante perfino della carta igienica. Successivamente
troviamo un ossimoro, “non conosco un grido più spietato e santo” dove vengono accostati due termini di
significato opposto. Possiamo individuare anche una personificazione, “una terra sordomuta”. Ed infine
abbiamo altre figure retoriche come “restava l’umido di terra e di terrore” e “l’aria smossa appena da
farfalle nere” riferite al grigiore della vita in quei campi e a tutte quelle vittime innocenti.

Il testo viene suddiviso in 4 paragrafi non collegati da un ordine cronologico. Nel primo paragrafo, troviamo
una breve descrizione di ciò che sta accadendo ad Auschwitz durante la guerra. Nel secondo, il narratore
narra ciò che vede durante la visita al campo di sterminio nel 1900, dopo che i tedeschi durante la ritirata,
avevano bruciato tutto come riportato alla riga 22. Nel terzo viene narrata una scena alla quale il narratore
assiste durante la guerra. Infine nel quarto e ultimo paragrafo, continua la narrazione durante la visita fatta
dal narratore.
L’azione si svolge nel più vasto luogo di sterminio, il campo di concentramento di Auschwitz intorno al
1900.
In questo testo il protagonista è pari al narratore. Il testo è infatti narrato in prima persona, perché l’autore
si trova ad Auschwitz a narrare ciò che vede. La focalizzazione è interna perché è quella del narratore che
racconta i fatti che stanno avvenendo all’interno del campo di concentramento.
Uno dei temi principali affrontati nel testo è quello di Auschwitz. Possiamo ritrovare nelle parole, “cameroni
a gas”, “finte docce”, “forni crematori. Inoltre il brano è ricco di figure retoriche. All’interno del testo,
precisamente alla riga 9 possiamo trovare un paragone tra la giustizia e la carta igienica; la giustizia di quel
tempo viene paragonata e definita meno importante perfino della carta igienica. Successivamente troviamo
un ossimoro, “non conosco un grido più spietato e santo” dove vengono accostati due termini di significato
opposto. Possiamo individuare anche una personificazione, “una terra sordomuta”. Infine abbiamo altre
figure retoriche come “restava l’umido di terra e di terrore” e “l’aria smossa appena da farfalle nere”
riferite al grigiore della vita in quei campi e a tutte quelle vittime innocenti.
In questo brano troviamo una frase molto profonda e significativa che l’autore ha inserito per farci capire
quanto abominevole è stato ciò che accaduto. “nessuna giustizia successiva, nessuna sconfitta dei
responsabili poteva pareggiare la dannazione consumata” fa capire che nessuna giustizia nei confronti dei
responsabili avrebbe mai potuto colmare tutto il male e le vittime innocenti causate.

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