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Aribella, Miranda e Sicorax – trio dei personaggi femminili del dramma, non ce ne sono altri.

Ma
sia Aribella che Sicorax vengono solamente nominate, non agiscono nel dramma.

Riferimenti
L’immaginazione di Shakespeare viene nutrita da una serie di letture che fungono da spunti
immaginativi, suggerendo una serie di situazioni ed elementi che ritroviamo nella Tempesta.
Un dramma, all’epoca molto rappresentato, che alcuni hanno voluto attribuire a Shakespeare
anche se la critica non concorda, Mucedorus, in cui figura un personaggio, Bromio, un selvaggio,
che sembra avere alcuni tratti in comune con Caliban.
L’altro spunto immaginativo potrebbe essere costituito dalla Commedia dell’Arte, in particolare ‘I
Tre Satiri’, in cui i lazzi di Zanni e Burattino, che sono naufraghi su un’isola dominata da un mago,
ricordano le figure di Stefano e Trinculo e la situazione dell’isola. Non è detto che Shakespeare
conoscesse direttamente questa commedia, ma è pur vero però che le commedie della Commedia
dell’Arte avevano una circolazione molto ampia.
Un altro spunto è costituito dai masque, un genere teatrale del teatro di corte, che vede la sua
consacrazione durante il regno di Giacomo I grazie soprattutto alla figura di Ben Johnson, autore di
masque e che per volontà del sovrano e della regina Anna, si impegnò molto nella promozione di
questo genere di spettacolo di corte, al quale i cortigiani stessi, cosi come la stessa regina ogni
tanto, prendevano parte. In particolare, il masque al quale Shakespeare sembra richiamarsi è (vedi
pp), masque nuziale, come sarà il masque del quarto atto (teatro nel teatro, come in Amleto), che
celebra la fertilità, con Iride, Cerere e Giunone e funge da omaggio all’unione di Ferdinand e
Miranda.
Un altro riferimento sicuramente importante sono i saggi di Montaigne, tradotti in inglese da John
Florio, testi fondamentali della cultura rinascimentale europea, che sicuramente Shakespeare
conobbe, in particolare un saggio dedicato ai cannibali, i nativi delle nuove terre, esplorate grazie
ai viaggi di esplorazione, che rappresenta sicuramente un’ispirazione importante per il discorso
che nel secondo atto il nobile Gonzalo rivolge agli altri cortigiani, in cui prospetta una sorta di
società anarchica, un’utopia sociale, che rinvia in maniera molto evidente a un passo specifico del
saggio di Montaigne.
L’altro spunto è rappresentato dalle Metamorfosi di Ovidio, tradotte di in inglese da Arthur
Golding, in particolare un passo delle Metamorfosi del settimo libro, di cui è protagonista Medea,
che invoca gli spirti della notte per aiutarla nei suoi incantesimi; le parole che Prospero pronuncia
nella prima scena del quinto atto sembrano rinviare alla parole con cui Medea si rivolge agli spiriti
della notte.

Onomastica
Un’altra caratteristica del dramma è la presenza di nomi che hanno una funzione allusiva e
simbolica e che a loro volta rinviano a una trama di rimandi intertestuali.
- Miranda, dal verbo latino mirare, ammirare, stupirsi. Miranda è vissuta sempre sull’isola,
se non per la primissima infanzia, ed è in qualche maniera anche lei una sorta di
incarnazione del buon selvaggio, guarda al mondo con meraviglia; non solo, assiste al
dramma che viene messo in scena grazie alle arti magiche del padre, e quindi in qualche
misura il suo ruolo rinvia a quello dello stesso spettatore, che condivide con lei una stessa
posizione, che guarda alle magie a cui Prospero da corpo.
- Ariel, compare nella Bibbia, nel libro di Isaia, dove ha un doppio referente. Con il nome di
Ariel si indica la città di Gerusalemme, ma anche uno spirito dell’aria, come il personaggio
shakespeariano.
- Caliban, anagramma di canibal.
- Prospero, non è inventato da Shakespeare, che probabilmente lo deriva dalla History of
Italy di William Thomas, in cui si parla di un duca di Genova, Prospero Adorno, contro cui i
milanesi, sospettosi per gli accordi che questo duca aveva stretto con Ferdinando re di
Napoli, tramano: una situazione che rinvia a quella della Tempesta.
- I due nomi di Prospero e Stefano ritornano anche nella commedia di Ben Johnson, Every
Men in his Humour, mentre Trinculo è il nome che descrive il personaggio.
- Sebastian, Antonio, Gonzalo e Ferdinando derivano dal testo (vedi pp). Da questo testo
Shakespeare deriva anche il nome del dio demonio Setebos, il padre di Caliban.
- Sicorax, la strega, deriverebbe dal greco sus, porco, e corax, corvo.

Struttura
Una delle caratteristiche della Tempesta, confrontata con il King Lear, è che ha una struttura
drammaturgica molto più compatta. In King Lear non abbiamo il rispetto delle unità aristoteliche,
come quasi mai in Shakespeare, mentre nella tempesta vengono rispettate rigorosamente, al di là
della prima scena del primo atto, che funge da prologo.
La scena si svolge sull’isola, in un arco temporale di circa tre ore, come viene detto molto spesso
nel dramma, infatti ci sono riferimenti precisi sul tempo a disposizione di Prospero per mettere in
atto il disegno, ore che corrispondono alla durata della messa in scena a teatro, uno degli elementi
che hanno contribuito a suffragare una delle interpretazioni più condivise di questo testo, quella
che guarda alla tempesta come a un dramma con una forte dimensione meta-teatrale: il mago
Prospero che, grazie alle sue arti magiche, mette in scena sull’isola un’azione drammatica, che
rinvia alla figura del drammaturgo stesso, che da vita al dramma. La Tempesta come somma
complessiva di tutta l’esperienza teatrale di Shakespeare, come testo che conclude, anche se non
lo è, che sintetizza e distilla tutta la sua esperienza teatrale, che presenta analogie con tutta una
serie di altri drammi precedenti, le commedie, come a Midsummer Night’s Dream, dove troviamo
lo spirito di Puck, le cui somiglianze con Ariel sono molto evidenti, ma anche As You Like It,
Hamlet, per la sequenza del teatro nel teatro: sarà Amleto a convocare presso la corte affinchè
mettano in scena un dramma in cui viene ucciso un sovrano, questo di fatto significa mettere in
scena ciò che si è verificato, l’assassinio del padre di Amleto, per smascherare lo zio.
Se Prospero è il drammaturgo, colui che concepisce il dramma, Ariel è il regista, colui che esegue le
disposizioni che prospero gli da.
L’altra opera con cui la Tempesta presenta delle consonanze, che questa volta riguardano degli
elementi strutturali, ovvero il rispetto delle unità aristoteliche, è l’Othello, dove abbiamo unità
d’azione, l’ambientazione sull’isola di Cipro, in uno dei temi centrali è quello della diversità etnica,
che ritroviamo anche in altre opere, come The Merchant of Venice, che ritroviamo nella figura di
Caliban. Macbeth, con cui The Tempest condivide la centralità del tema dell’esurpazione.
Inoltre, King Lear ha elementi di continuità con tutti i romances, ma The Tempest in particolare.
Una serie di temi ed elementi consente di leggere in parallelo i due testi: come Lear, Prospero si
macchia di una colpa, una responsabilità, ovvero compie l’errore di rinunciare alla responsabilità
del potere. Nel caso di Prospero questa rinuncia viene fatta per perseguire liberamente i propri
studi. C’è il tema del rapporto padre-figlia, come Lear, nel quarto atto, rinasce nel momento in cui
incontra nuovamente Cordelia, analogamente Prospero si salva dalla disperazione dopo
l’usurpazione grazie alla presenza della figlia. La sequenza del quinto atto, in cui Lear, nel chiuso
della cella con Cordelia, pronuncia un monologo in cui invita Cordelia a non disperarsi viene
ripresa da Prospero che fa la stessa cosa con Miranda, raccontando la propria antica storia, ciò che
è successo, di cui Miranda non ha memoria e poi allestisce uno spettacolo del quale Miranda è
spettatrice. Come il King Lear, i romances hanno in comune la centralità del tema padre-figlio, del
rapporto tra le generazioni, della possibilità che la nuova generazione rappresenti una possibilità
di riscatto, di rinascita: è questa la funzione che Ferdinand e Miranda assolvono nel dramma,
attraverso l’unione dei due giovani si consacra l’unione e l’alleanza politica tra il ducato di Milano
e il regno di Napoli, le nozze tra i due giovani, come era costume, rappresenta, prima che una
manifestazione di un sentimento privato, soprattutto un atto politico: in questo senso sono da
leggere le nozze tra Miranda e Ferdinand, che consacrano la possibilità di una riconciliazione, di
una nova alleanza, ma su un piano generale la possibilità di un rinnovamento.
I personaggi del dramma possono essere organizzati in tre gruppi:
1 – Prospero, con i servi, Ariel e Caliban, la figlia Miranda e Ferdinand.
2 – i cortigiani, all’interno del quale riconosciamo un polo negativo, Sebastian, il fratello malvagio
di Alonso, e un polo positivo, Gonzalo.
3 – personaggi comici, in cui ritroviamo i due clown, Stefano e Trinculo, che sono guidati da
Caliban.
Questi tre gruppi li vediamo comparire sulla scena sempre separatamente nel corso di tutto il
dramma, solamente nell’ultima scena del dramma si congiungeranno, a significare anche
visivamente la ritrovata conciliazione.
Dal punto di vista della struttura, quella della Tempesta è una delle opere più lineari di
Shakespeare, l’unico confronto possibile è quello con l’Othello.
La prima scena, a bordo della nave, in cui vediamo agire la ciurma, ha una funzione di prologo.
La prima parte della seconda scena, in cui Prospero narra a Miranda la storia di cui non ha ricordo,
rappresenta quella che secondo la tripartizione del dramma in età classico, è la protasi, la
premessa, la prima parte da cui muove l’azione drammatica.
Cosí come la prima scena rappresenta il prologo, secondo una simmetria di struttura, alla fine del
dramma troviamo l’epilogo, che rappresenta il terzo finale del dramma.
Al centro del dramma, le vicende dei naufraghi reali, in cui fondamentale è l’intervento di Ariel,
hanno la funzione di epitasi, sempre secondo la suddivisione del dramma in età classica, cioè nodo
centrale dell’azione drammatica.
La terza parte del dramma, quella in cui l’azione sviluppata rappresentata dal terzo e quarto,
precedentemente nell’epitasi si sviluppa e si intensifica. E poi abbiamo una serie di elementi che
suggeriscono come la legge di simmetria è di tutto il dramma.
L’utopia di Gonzalo del secondo atto trova un suo corrispettivo comico nell’utopia buffonesca di
Stefano nella seconda scena del terzo atto, cosi come la cospirazione ordita ai danni di Alonso da
parte dei nobili, Sebastian e Antonio, trova un suo corrispettivo comico nella cospirazione ordita
da Stefano e Trinculo, guidati da Caliban, ai danni di Prospero.
A proposito della regolarità della struttura Melchiori ha osservato che se attribuiamo delle lettere
ai tre gruppi di personaggi, troveremmo le sequenze del dramma come a, b, c, c, b, a - principio di
regolarità, una sorta di geometria che governa la presenza sulla scena dei diversi personaggi.

Musica
Nei romances, una funzione fondamentale la svolge la musica, come elemento che si accompagna
sempre alle manifestazioni del meraviglioso e questo è tanto più vero in The Tempest. È abitata
da suoni continuamente, suoni misteriosi, e la musica è una costante e accompagna soprattutto gli
interventi di Ariel, quelli attraverso cui si manifesta la magia di Prospero. Con la musica Ariel attira
Ferdinand alla grotta di Prospero, per fare in modo, cosi come aveva immaginato il mago, che egli
incontri Miranda. Grazie alla musica Ariel fa cadere addormentati Alonso e i cortigiani, lasciando
svegli solo Sebastian e Antonio, che ordiscono la cospirazione, ma sempre grazie alla musica Ariel li
risveglierà nel momento in cui Sebastian sta per uccidere il fratello. Tutta l’azione trova nella
musica l’elemento plasmante, le arti magiche di Prospero si manifestano attraverso l’azione di
Ariel, che grazie alla musica produce gli eventi, fa perdere Stefano e Trinculo, si beffa di loro, grazie
ad essa attira i nobili al banchetto, è la musica ad aprire il masque nuziale e ancora è essa che avvia
l’ultimo incantesimo, che libera tutti quanti e aprirà alla definitiva riconciliazione, ed è sempre la
musica a segnare l’abbandono della magia di Prospero.
In particolare, Ariel incarna il suono della musica, è lui che evoca la musica, ed è anche Ariel colui il
quale intona due canzoni, la prima, nella seconda scena del primo atto, che ha la funzione di
anticipare il successivo sviluppo della trama. Ferdinand giunto sull’isola prenderà per mano
Miranda e la tempesta si calmerà, cosi come viene detto nei versi. Seguirà la danza nuziale degli
spiriti nel masque, birdin (ritornello) allude anche al compito di far progredire la trama.

Linguaggio
Per quanto riguarda il linguaggio, comprende una ricca varietà di registri: lirico, narrativo, tono
colloquiale, buffonesco. A questa varietà corrisponde la ricorrenza di una serie di immagini, parole
chiave, che conferiscono unità alla trama linguistica, che riguardano i quattro elementi. Una parola
è art, con tutti i suoi plurimi significati. L’altra è cell, la caverna di Prospero, ma anche cella, lo
studio del mago. La parola freedom, alla libertà aspira Ariel. Altra ancora è brave, in italiano
tradotta con ad esempio bello, in realtà acquista significati diversi, può significare coraggioso, ma
anche appariscente, vistoso; nel significato di coraggioso è usato soprattutto da Prospero nei
confronti di Ariel e da Trinculo nei confronti di Caliban e da Caliban nei confronti di Stefano. Nel
secondo significato viene utilizzato per indicare gli stracci indossati da Stefano e Trinculo, e poi
abbiamo il termine che si rivela in tutta la sua ambiguità nell’esclamazione di Miranda, ‘’A brave
new world’’, che verrà ripresa da un autore del Novecento, Huxley, autore di un grande romanzo
distopico, ‘’Brave New World’’, che non si riferisce alla visione che ha Miranda, ma piuttosto a un
mondo distopico.

La tempesta
Anche qui abbiamo due tempeste. La tempesta in tutti i romances ha il valore che ha anche nel
Lear, è ovvero metafora del sovvertimento di ogni ordine, il caos. In The Tempest in realtà il titolo
sembra alludere alla tempesta rappresentata nel prologo, quella provocata dalle arti magiche di
Prospero, ma a questa tempesta corrisponde una tempesta pre-esistente, quella che lo ha
allontanato dal suo regno, narrata nella seconda scena del primo atto, verso 144, la tempesta a
seguito della quale Prospero e Miranda naufragheranno sull’isola.

Interpretazioni
Di questo dramma sono state date molte letture.
Prima intepretazione - The Tempest è una straordinaria favola sulla creazione artistica, da ciò la
centralità che assume la parola chiave art, l’arte di prospero, quella magica, ma indica anche più in
generale tutte le attività umane che consentono all’uomo di affrancarsi dalla condizione di natura,
e trova il suo opposto in nature: conflitto arte (sinonimo di civiltà) in opposizione a natura. In
questa interpretazione in chiave meta-teatrale, Prospero, come Shakespeare, allestisce uno
straordinario spettacolo: è un’interpretazione che rinvia anche alla concezione dell’uomo faber,
artefice, artista, mago, che plasma il mondo, tipica della cultura rinascimentale umanistica.
Prospero è l’artista e lo studioso e il rapporto con Ariel e Caliban è stato anche letto come un
rapporto in cui i due rappresenterebbero delle proiezioni dello stesso Prospero, sono due
dimensioni del sé di Prospero, Ariel è il suo sé etero, immateriale, e Caliban è il se materiale, il
corpo. Due proiezioni di due dimensioni diverse di Prospero, materiale e immateriale, la mente
contrapposta al corpo. Anche questa lettura trova riscontro nel testo, in particolare nel passo della
prima scena del quinto atto, v. 278, in cui Prospero, parlando di Caliban, dirà ‘’questa cosa oscura,
io la riconosco come mia, parte di me’’ – verso con molte interpretazioni.
Nel dramma Prospero si rimprovera per aver ceduto alla tentazione di dedicarsi agli studi, alle arti
magiche; in realtà però riconosce anche che è solo grazie a queste arti che ha potuto asservire le
forze misteriose dell’isola, Caliban e Ariel, e diventarne padrone assoluto. In questo senso, la
magia di Prospero non è altro, in questa lettura meta-teatrale, che il potere creativo
dell’immaginazione, capace di creare mondi dal nulla, cosí come, grazie alle magie, Prospero crea
una tempesta dal nulla. La magia di prospero si configura come una riflessione dell’arte e sull’arte
del drammaturgo. In questo senso, The Tempest è metateatro, un teatro che riflette sul suo stesso
essere, che esplora e rivela anche le sue possibilità espressive, i mezzi, i trucchi, che nel dramma
sono gli stratagemmi magici di Prospero con cui da vista all’azione drammatica.
Alla fine del dramma Prospero rinuncia alla magia e torna ad essere uomo tra gli uomini. Ci sono in
questo dramma tre finali, in cui prospero dichiara di rinunciare alla magia, e particolarmente
significativo è l’ultimo finale, l’epilogo.
Seconda interpretazione - in anni più recenti, soprattutto nella seconda metà del Novecento, di
questo testo sono state proposte letture che hanno privilegiato la collocazione di The Tempest nel
contesto socio-culturale del tempo in cui fu scritta, segnato dai viaggi di esplorazione, che
marcano il primo contatto degli occidentali con i nativi delle nuove terre, i quali diventano subito
vittime del colonialismo e sfruttamento europeo. Secondo questa lettura, Prospero, allontanatosi
dal suo regno, si stabilisce sull’isola e di fatto la colonizza, sottraendola ai suoi legittimi proprietari,
Sicorax e Caliban. Le letture in chiave coloniale privilegiano soprattutto la figura di Caliban. Questa
interpretazione è stata proposta a livello della critica, ma ha anche generato una serie di riscritture
del testo, che hanno posto l’accento su questo tema. Una prima riscrittura, del 1878, è di vedi pp,
che scrive un dramma filosofico, Caliban, in cui la sua figura diventa l’emblema del ribelle che si
rivolta contro il proprio padrone. Più che l’aspetto dell’identità etnica, quello che viene privilegiato
in questa riscrittura è una lettura in chiave sociale, sociologica, come l’oppresso che si ribella al
padrone, salvo poi una volta nel dramma di Renane, ottenuto il potere, comportarsi in modo
altrettanto autoritario.
La lettura in chiave coloniale è alla base soprattutto delle riscritture novecentesche, una di queste
è quella di (vedi pp), in cui Prospero incarna la figura del colonizzatore che reprime con la violenza
la ribellino di Caliban, salvo poi che il seme della rivolta darà i propri frutti.
Del dramma sono state anche offerte altre letture, in chiave psicologica, che vedono in Ariel e
Caliban due proiezioni dell’io di Prospero; a questo tipo di interpretazioni si richiamano anche le
riscritture novecentesche, una di queste è vedi pp.
Un film di fantascienza del 1956, The Forbidden Planet di Wilcox, sfrutta la lettura in chiave
psicologica del dramma. L’isola diventa un pianeta sconosciuto, abitato da uno scienziato,
Prospero, Ariel è un robot, Caliban è una sorta di proiezione dell’inconscio di prospero. Questa
cosa buia, oscura, rinvia alle pulsioni inconsce. Questo film accentua questa interpretazione,
guarda a Caliban come una proiezione dell’inconscio di Prospero, con la sua passione incestuosa
per la figlia.
Film del 1991, Prosperus Books.

Analisi
Atto I, scena II
Miranda ha assistito all’inizio dello spettacolo allestito da Prospero, la tempesta, e si rivolge al
padre. Miranda, pur non avendo visto mai altri esseri umani, vedendone altri soffrire, soffre con
loro.
Brave = valoroso, bello
Vien sottolineato il carattere di Miranda come uomo naturale, la sua inconsapevolezza, ingenuità.
Miranda è l’innocenza contrapposta all’esperienza. Il racconto di Prosero è un racconto che la
introduce al mondo dell’esperienza che è anche conoscenza del male. La nozione del male non
appartiene a miranda.
Magico manto – per provocare la tempesta.
Inizio racconto – inizio protasi.
Sorta di rito di passaggio dall’infanzia, età dell’innocenza a quello dell’esperienza, attraverso il
racconto.
Gli eventi narrati risalgono a dodici anni fa, Miranda ha tre anni, quindi ora ne ha quindici.
Prospero si attribuisce la responsabilità di aver risvegliato nel fratello una natura malvagia, di aver
trascurato il bene dello stato per perseguire i propri obiettivi personali.
Verso 128 – metafora teatrale.
Coronet – parola già utilizzata in King Lear, quando il re da le corone a Cornwall e Albany. L’uso
della parola non è causale, qui contrapposta a crown.
Cornet – corona ducale.
Crown – corona regale.
Antonio è doppiamente colpevole: da un lato usurpa il potere di Prospero, il quale a sua volta si è
macchiato della colpa di aver abbandonato il regno affidandoglielo e fidandosi di lui, incapace di
leggere, dall’altro assoggetta il ducato di Milano al regno di Napoli, che fino ad allora era stato
libero.
Educazione anche politica.
Il sonno nel dramma ha una funzione fondamentale: il sonno e la veglia sono strumenti attraverso
cui i personaggi entrano ed escono dall’azione drammatica, qui Miranda esce dall’azione
addormentandosi. Il sonno rimanda poi alla dimensione del sogno, a quella che era un tema molto
presente in tutta la letteratura rinascimentale e poi barocca, quella secondo cui la vita è un sogno,
dove si afferma che l’intera vita è sogno e illusione, tema che ritroviamo anche in The Tempest.
Compare poi Ariel, che ha messo in atto la tempesta, che chiederà a Prospero di liberarlo, dopo
aver di nuovo servito i suoi scopi.
Occhiaie – eufemismo per indicare le donne incinte.
Scambio di battute tra Prospero e Caliban, che illustra le modalità attraverso cui si realizza la loro
relazione e ci aiuta a comprendere anche come questo rapporto, nella lettura coloniale del
dramma, è stato letto come un rapporto tra colonizzato e colonizzatore, dove Caliban rivendica il
proprio diritto alla proprietà dell’isola, e accusa prospero di aver usurpato il suo potere.
Libeccio – si diceva allora fosse il vento che portava la peste
Funzione civilizzatrice di Prospero con Caliban.
Hag-seed – titolo di una delle ultime riscritture della Tempesta, seme di strega, che privilegia la
lettura in chiave neocoloniale ma anche meta-teatrale, fatta da una scrittrice canadese, Margaret
Atwood, che ha proposto una riscrittura della Tempesta all’interno di un progetto editoriale nel
2016, in occasione dei 400 anni dalla morte di Shakespeare, invitando una serie di scrittori a
proporre delle riscritture dei testi shakespeariane, una di queste è appunto Hag-seed.
Prima canzone di Ariel, quella con cui conduce Ferdinand e ha la chiara funzione di anticipare ciò
che poi succederà.
Ferdinand sente dei suoni e non capisce quale sia la provenienza.
Altra canzone di Ariel, che introduce altro tema, della metamorfosi, la canzone con la quale Ariel
fa credere a Ferdinand che il padre sia morto.
Padre si è trasformato in corallo – vita che non muore ma genera nuova vita, tema sotteso a tutto
il dramma.

Atto II, scena I


Compaiono sulla scena i naufraghi e Gonzalo, il nobile napoletano e abbiamo subito la
contrapposizione tra Antonio e Sebastian, che si prendono gioco delle parole di Gonzalo e che si
definiscono per i loro tratti malvagi. Qui Gonzalo per consolare i naufraghi sull’isola prende a
cantarne le lodi, a metterne in evidenza le qualità in un discorso.
Verso 157 – tema coloniale, riferimento alla realtà attuale.
Continua nella descrizione di una società utopica.
Gonzalo pronuncia questo discorso tra il serio e lo scherzoso, ma disegna una società utopica in cui
non esiste proprietà privata, in cui gli uomini vivono in pace allo stato di natura.
Leggendo questi versi i riferimenti intertestuali sono numerosi: uno è sicuramente dal saggio di
Montaigne sui cannibali, in cui Montaigne ribalta la normale visione del nativo in quanto ridotto
alla condizione di natura, assimilato alla dimensione naturale, per proporre un disegno diverso,
sottolineando come la violenza dei cannibali è diversa dalla violenza degli europei o le guerre di
religione, come cita nel testo, che insanguinarono l’Europa nel corso del 500, a cui fa riferimento:
‘’Possiamo dunque ben chiamarli barbari i popoli dei nuovi mondi se li giudichiamo secondo le
regole della ragione, ma non possiamo chiamarli barbari se li confrontiamo con noi stessi, perché li
superiamo in ogni barbarie. La lor guerra è abile e generosa e ha tutte le giustificazioni e la
bellezza che può avere questa malattia dell’umanità, tra loro essa non ha altro fondamento che la
passione per il valore. Non lottano (passo che rimanda a ciò che abbiamo letto nell’opera) per la
conquista di nuove terre perché sono ancora di quella ubertà naturale che li provvede senza lavoro
e fatica di tutte le cose necessarie con tale abbondanze che non hanno alcun interesse ad allargare
i loro confini e sono ancora alla felice situazione di desiderare soltanto quel tanto che le loro
necessità naturali richiedono, tutto ciò che va aldilà è superfluo per loro. Questi lasciano i loro
eredi in comune il pieno possesso dei beni, senz’altro titolo che quello puro e semplice che la
natura dà alle loro creature mettendole al mondo.’’
Sono evidenti gli echi di questo passo nella visione qui di Gonzalo. Non mancano anche echi
biblici: Dio dirà dopo la cacciata di Adamo ed Eva ‘’tu lavorerai con sudore, tu partorirai con
dolore’’. Gonzalo afferma il contrario, ‘’senza sforzo e sudore’’.
I rimandi intertestuali di questo passo sono numerosi.

I tre finali
Primo - nel quarto atto, prima scena, quando Prospero interrompe il masque nuziale che aveva
incaricato ad Ariel di mettere in scena perché si ricorda che Caliban, Stefano e Trinculo stanno
attentando alla sua vita.
Tema sonno e sogno come metafora della vita stessa – la nostra vita è un sogno, circondata da un
sonno.
Prospero si mette i panni del mago artefice, che domina, dell’uomo però ormai anche stanco e c’è
stato chi ha voluto vedere nella tempesta il congedo di Shakespeare drammaturgo dal teatro
attraverso la figura di Prospero, che qui sembra parlare attraverso le parole del personaggio.
Questo è un primo congedo dalla scena di Prospero, che ferma lo spettacolo che lui stesso ha
voluto mettere in scena, e si rivolge a Ferdinand con queste parole, in cui al centro è la metafora
della vita come sogno e anche l’assimilazione del teatro alla vita: ‘’svaniranno le torri…’’.
Secondo - Prospero abbandona la magia, nel quinto atto, prima scena.
Dà ordine ad Ariel di prendere tutti i naufraghi.
Verso 42 – Prospero si rivolge agli spiriti della terra che lo hanno aiutato.
Il mago promette di concludere i suoi incantesimi e una volta ottenuto il suo scopo, la
riconciliazione (ciò che era iniziato come un dramma di vendetta diventa di riconciliazione, di
rinascita), abbandonerà la magia.
(Simmetria struttura, Prospero inizia l’opera con il racconto degli avvenimenti a Miranda, lo
termina con un racconto ad Alonso e il resto dei personaggi).
Terzo – Epilogo, al centro delle questioni circa l’interpretazione dell’intero lavoro in senso
allegorico-autobiografico (Prospero come drammaturgo che abbandona l’arte magica, cioè il
teatro) oppure come apologia di Giacomo I Stuart, sovrano in carica all’epoca in cui la Tempesta
fu rappresentata, che scrisse un trattato sulla demonologia, cultore di esoterismo, demonologia,
quindi la figura di Prospero è stata letta anche come un elogio alla figura del sovrano, forse però
con scarso desiderio di divulgarne la notizia più del necessario.
Tutto l’epilogo può essere letto indipendentemente, cioè come la convenzionale conclusione, una
richiesta di applausi, imposta dal costume.
Vostro incantesimo – incantesimo del pubblico che ancora vuole assistere allo spettacolo e quindi
vuole tenere Prospero ancora prigioniero della scena.
Lettura in chiave meta-teatrale – Prospero/Shakespeare. Il congedo dalle scene del drammaturgo,
che chiede un ultimo spettacolo al pubblico e chiede che non lo lasci ancora imprigionato sulla
scena, ma che lo lasci libero di abbandonare il teatro, di congedarsi.

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