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LE CONCHIGLIE VIVE | CHITONI MEDITI DI PAOLO COLANTONI E MARCO TAVIANI ERRANI LEL EO Nel numero scorso del Subacqueo abbiamo introdotto il nostro ricer- catore di conchiglie a quel gruppo di Molluschi troppo spesso ingiu- stamente dimenticato che sponde al nome di Poliplacofori o Chitoni. Vogliamo riprendere questa volta Pargomento soffer- mandoci sulle specie _ presenti nelle nostre acque fornendo al tempo stesso sia gli element indi- spensabili al riconoscimento delle singole specie, sia le indicazioni sullhabitat delle stesse. Ovvia- mente non € questa la sede per indagini molto approfondite su questo 0 su altri gruppi di Mollu- schi, Abbiamo tuttavia ritenuto indispensabile introdurre alcune nozioni fondamentali relative alla nomenclatura dei Chitoni, e delle varie parti della loro conchiglia, per una migliore comprensione dei caratteri distintivi fra le varie specie. Per non appesantire troppo il di scorso rimandiamo il lettore, al quale interessa approfondire me- gio questo argomento, alla scheda tecnica che accompagna Tarticolo. La classe dei Poliplacofori & assai ben rappresentata nelle nostre ac- que, dove vivono pit di una quin- dicina di specie. Queste appartengono a due ordini (cioe raggruppamenti_ sistematici inferiori alla classe) distinti, L’or- dine dei Lepido-Pleurida é carat- terizzato da specie prive di denti dinserzione al perinoto ¢ com- prende poche specie ripartite a diversa profondita. Il rappresen- tante pit comune é il Lepidopleu- rus cajetanus (Poli); diffuso in tutto il Mediterraneo, vive a mo- destissima profonditd sotto le pietre ed altri corpi sommersi ap- poggiati sulla sabbia o sul fango, spesso in condizioni asfittiche. Ha una forma generale abbastanza allungata ¢ la sua conchiglia, di colore bruniccio, @ ornata sulle piastre anteriore ¢ posteriore ¢ sulle are laterali di quelle inter- medie, di grosse pieghe concentri- che. Questo carattere serve a di- stinguerlo agevolmente da qua- lungue altra specie mediterranea. Raggiunge dimensioni di tutto ri- spetto, rinvenendosi esemplari di 3 em di lunghezza. A puro titolo di curiosit” ricordiamo che il nome specific cajetanus fu confe- ito @ questa specie in quanto i primi esemplari ad essere descritti provenivano dalle acque di Gae- ta. Assai pid raro della specie prece- dente € di dimensioni nettamente inferiori (5-6 mm) & il L. cancella- tus (Sowerby) diffuso qua ¢ Li nel Tirreno ma soprattutto in Adriai co; in questo mare si trova con maggiore frequenza soprattutto su corpi sommersi (come ae con- crezioni e altre conchiglie) im- piantati in quei fondali essenzial- mente sabbiosi, spesso ingiusta- mente snobbati dai subacquei, che occupano una vasta fascia al largo nell’alto e medio Adriatico. Molto rari 0 alquanto localizzati, infine, sono gli altri tre Lepido- pleurus accertati in Mediterraneo e cioe il L. algesirensis (Capellini), tipico dei litorali della Spagna meridionale e Nordafrica (soprat- tutto Marocco), il L. asellus (Gmelin), anch’esso ricordato per le acque spagnole, ed il rarissimo L. africanus (Niestraz). Come ultimo rappresentante me- diterraneo dellordine ¢ da ricor- dare T'Hanleya hanleyi (Bean). Ampiamente’diffusa in tutto A: tlantico € nel Pacifico aleutinico, questa forma di profondita viene rinvenuta sempre pill spesso nelle nostre acque in quanto un nu- mero sempre crescente di appas- sionati si dedica all’esame di cam- pioni di fondo (sedimenti, concre- zioni ec.) portati a galla dai pe- scatori che operano in profondita. Diversi esemplari sono stati recen- temente trovati allinterno di con- crezioni provenienti dai fondi cir- calitorali (sul centinaio di metri cirea) dell’Arcipelago Toscano, ma sporadici rinvenimenti sono segnalati in tutto il Mediterraneo, La specie @ caratterizzata da una conchiglia cosparsa di evidenti granuli; il perinoto_ presenta il margine spinuloso. Gli esemplari nostrani raggiungono i 10 mm di lunghezza, dimensioni che sono inferiori a quelle degli individui atlantici di questa specie Lordine dei C1 com- prende le rimanenti specie, diffuse perlopitt nella zona litorale. Molto caratteristici sono gli Acantochi toni con apofisi molto sviluppate, perinoto ampio e setoloso e piastre disseminate di granuli. Le due specie mediterranee sono molto simili fra loro distingue! dosi in pratica per la forma e disposizione dei granuli, a goccia © ben spaziati in Acanthochttona fascicularis (L.), subcircolari e pitt addensati in 4. communis (Risso). Quest’ultima specie & piuttosto frequente e si rinviene perlopit fra 0,50-40 metri sopra oggetti diversi; spesso esemplari_ anche molto grandi sono attaccati alle valve delle Pinne (Pinna nobilis L., le ben note Gnacchere). E il pitt grande dei Chitoni mediterra- nei potendo raggiungere i 5 cm di lunghezza. Sui substrati rocciosi della zona di marea sara piuttosto facile rinve- nire la Middendorffia caprearum (Scacchi) che subisce senza danno anche periodi di _emersione. Questa specie sfugge spesso all’os- 68 SCHEDA TECNICA DEI POLIPLACOFORI DIVERSI TIP! DI ORGANIZZAZIONE. DEL PERINOTO —~ PERINOTO PIASTRA | NISEE ANTERIORE O CEFALICA PIASTRA I a PIASTRE II-Vill INTERMEDIE INTERMEDIE Sy x ke PIASTRE PIASTRA Vill VISTA LATERALE POSTERIORE © ANALE NOMENCLATURA DI UNA PIASTRA INTERMEDIA AREA MEDIANA E APOFISI y \ SENO —~.JUGALE 77 pe ae f = \ SOLGO RADIALE AREA LATERALE ‘AREA JUGALE \ VISTA DORSALE DENTE D'INSERZIONE VISTA VENTRALE Chiton Olivaceus (Spengler) Middendorffia Caprearum (Scacchi) Lepidopleurus Cajetanus. Acanthochitona Communis servazione a causa delle incrosta- ioni calcaree ¢ delle alghe pre- senti sulla conchiglia che la ren- dono quasi indistinguibile dal substrato, Negli esemplari giovani © poco incrostati si possono notare granulazioni sulle piastre; questa omamentazione tende ad oblite- rarsi negli esemplari pith adulti che, dato il particolare habitat, subiscono Tazione erosiva_del moto ondoso. Pud superare i 2 em di lunghezza. Il genere Chiton conta nelle nostre acque tre specie. C. olivaceus (Spengler) & sicuramente il pid comune Poliplacoforo mediterra- neo. E infatti estremamente facile trovarlo sotto le pietre della zona Titorale. Le piastre presentano dei neti solchi sulle aree laterali. La colorazione & assai variabile: da esemplari verdastri, in ossequio alla denominazione specifica, ad altri arancioni, azzurri, bruni ¢ via dicendo: gli ibridi con piastre di diverso colore sono peré la norma, Le dimensioni oscillano fra i 20- 40 mm. Molto simile a questa specie é il C. corallinus (Risso) che presenta pero le aree laterali prive di sol- chi, E anche pid piccolo, non superando i 15 mm, Tl colore rossastro della conchiglia per- mete all’animale di mimetizzarsi nel suo ambiente tipico rappre- sentato dalle alghe rosse coralline, diffuse in Mediterraneo fra i 40: 80 m di profondita circa. Nel medesimo habitat é presente talora anche il Callochiton achaii- nus (Brown) caratterizzato fra Yaltro da una conchiglia con le piastre prive di un’arca jugale. Fra le altre specie mediterranee degne di nota sono da ricordare il piccolissimo e raro Chiton phaseo- linus (Monterosato), presente nel Mediterraneo occidentale sotto le pietre della zona litorale; P'/schno- chiton rissoi (Payraudeau), fre- quentemente associato a C. oliva- ceus e fornito di una conchiglia clegantemente soleata da. strie granulose; infine la Lepidochitona Cinerea (L.) che si rinviene nel medesimo habitat di M. caprea- rum ¢ la cui conchiglia, di dimen- sioni ridotte (15-20 mm), ha le piastre esilmente granulate. Come si é visto la stragrande maggioranza dei _Poliplacofori mediterranei vive nelle acque lito- rali, alla portata dunque del su- bacqueo malacologo. La ricerca di molte specie richiede perd atten- zione © un occhio esercitato, Bi- sogna quindi armarsi di pazienza e attenzione —_particolarmente quando si sollevano ed esaminano Ie pictre per cercare i Molluschi. Anche l'esame di alghe calcaree di concrezioni organogene potra riservarei delle gradite sorprese. Consigliamo quindi di prelevare durante Pimmersione dei blocchi di coralligeno da esaminare con calma al termine della siessa. Come ultimo non dobbiamo tra- scurare la ricerca di piastre, ovvia- mente disarticolate, nei detriti or- ganogeni, che possiamo facil- mente raccogliere durante le nostre sommozzate. L’esame dei detriti sara un ottimo passatempo nel periodo invernale quando do- vremo sospendere o ridurre la nostra attiviti in mare. Del resto | recentemente molte specie assai | rare sono slate trovate in questo modo. 70

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