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John Bevere - Spinto Dall'Eternità
John Bevere - Spinto Dall'Eternità
mancare d i vivere quelle cose che contano di più. Cintenso libro di John
Bevere Spi nto dall'eternità vi motiverà, ispirerà, ed equipaggerà per vi
vere la vostra v i ta ogg i in modi che carnbieranno la vostra eternità.'
CRAIG GROESCHEL, Pastore della Life Church e autore di
# Struggles: Following Jesus in a Selfie-Centered WorLd
"Spinto dall'eternità è la risposta alla tua ricerca di una vita che abbia
uno scopo. Questo messaggio vitale ti porterà a pensare oltre la tua vita
quotidiana. È qualcosa che devi leggere!"
)OHN C. MAxwELL, autore di best-seller e oratore
"La decennale edizione del libro Spinto dall'eternità, scritto dal mio
amico John Bevere, ci ricorda che la vita è più che la somma dei nostri
giorni. Troverete pace e speranza mentre questo libro vi rammenterà di
allineare la vostra vita ad una chiamata più alta."
STEVEN FuRTICK, Pastore della Elevation Church e autore di best-seller
del New York Times
"In Spinto dall'eternità, John usa la Scrittura per spiegare che impor
tanza abbia per noi avere una mentalità incentrata sull'eternità. Credo
che il suo insegnamento aiuterà i credenti in Cristo ad acquisire mag
giore sapienza e conoscenza su come poter vivere in questo modo oggi."
JOYCE MEYER, autrice di best-seller e insegnante biblico
"In Spinto dall'eternità, John Bevere sfida i lettori ad essere sempre mo
tivati dall'eternità. John è un caro amico ed io sono onorato di potervi
raccomandare questo libro."
]ENZEN FRANKLIN, Pastore Senior della Free Chapel, Gainnesville, GA,
ed autore di best-seller del New York Times
clEZIONE 1
Capitolo 1: Leterno................................................................... 5
, Capitolo 2: Il regno di Ajfabel - La vita a Endel.......................... 21
clEZIONE 4
, Capitolo 8: Il regno di Ajfabel- Il giorno del giudizio 11.............. 149
Capitolo 9: Il Cielo ............ ........ ............................................... 173
Capitolo 1 O: Il trono del giudizio di Cristo ............................... 191
clEZIONE fJ
i .................... ·..................
Capitolo 11: La casa su misura di D o 207
.........................
Capitolo 12: Chiamati da Dio.......................... 221
c',EZIONE 6
Capitolo 13: Moltiplicazione..................................................... 245
Capitolo 14: Influenza persona le ............................................... 271
X
INFO�M�ZIONI SU QUESTO UB�O INTE�KTTIYO
Se stai leggendo questo libro come parte dello studio Spinto dall'eter
nità, ti consigliamo di guardare o ascoltare la sessione didattica di ogni
settimana e di rispondere in un gruppo di discussione alle domande
relative alla sessione corrispondente. Quindi invita ciascun membro del
gruppo a leggere i relativi capitoli del libro prima della sessione succes
siva. C'è una sessione didattica per ogni settimana di studio.
Per illustrare l'insegnamento contenuto in Spinto dall'eternità,
John ha incluso un'avvincente storia-parabola del regno di Affabel,
governata dal grande re Jalyn e popolata da personaggi la cui natura
esiste ed influenza la nostra vita quotidiana. È un'illustr azione ener
gica e dinamica del messaggio di Spinto dall'eternità che, con i suoi
personaggi immaginari, ma assolutamente realistici, metterà il lettore
i n grado di riconoscere e comprendere più chiaramente i segreti e i
Xl
8 di questo libro. Sono contrassegnati da questo simbolo � nell'ind·
Questa storia è stata anche interpretata in modo realistico nell' a I� .
e
u d io
teatro di Affabel incluso nel libro e disponib ile anche in l
altre ingue
. . b. · .
'1 nsorse sul
sito we 1n stream1ng d d'1 John B evere: CloudLib rary.org
Buona lettura
Xlii
JNT�ODVZIONE
�----�
CAPITOLO 1
'L'ETEftNO
Insegnaci a sfruttare al massimo il nostro tempo . ..
e concedi successo alle nostre fatiche.
Sì concedi successo alle nostre fatiche!
Salmo 90: 12 e 17 NLT
l desiderio della maggior parte delle persone è di vivere una vita che con
I
ti. È un'aspirazione santa e giusta. Fu la richiesta implicita nella preghiera
di Mosè citata in apertura. Mosè chiese saggezza per trarre il massimo dal
tempo concessogli. Molte cose perse nella vita possono essere recuperate;
tuttavia il tempo sprecato non potrà mai più essere recuperato. Quando
il sole tramonta quel giorno finisce per sempre. Mosè conclude la sua
preghiera: ''E concedi successo alle nostre fatiche': Poi ripete esattamente la
stessa frase. Perché ripeterla? Mosè non aveva problemi con la grammatica
o con la memoria. Si _tratta piuttosto di uno stile letterario della scrittura
ebraica. La ripetizione è una forma di enfasi.
Nella nostra lingua quando vogliamo sottolineare l'importanza di
una parola o di una frase abbiamo diversi metodi. Possiamo scriverla in
grassetto, in corsivo, sottolinearla, o usare maiuscole o aggiungere un
punto esclamativo. Sono tutti modi per attirare l'attenzione del lettore
su qualcosa di veramente importante. Gli scrittori ebrei, invece, pone
vano l'enfasi su una parola o su una frase scrivendola due volte e non
erano certo noti per esagerare le cose, ma piuttosto per la cura nell'uso
delle parole. Il fatto che l'espressione citata sia ripetuta due volte nella
Bibbia mostra non soltanto che Dio vuole che abbiamo successo nella
vita, ma che lo desidera intensamente. È stato lui stesso a porre l'enfasi
su quella frase.
Sia1no stati creati per il successo. Dio vuole che la nostra vita sia
significativa! È stato un desiderio di Dio, non nostro. E ce lo rende noto
in tutta la Scrittura. Ti farò se1nplicemente due esempj: Il primo: "Il
Signore, il tuo Dio, ti farà avere successo in tutto ciò che fai " (Deu tero
non1io 30:9 NLT) . Nota la parola tutto. Non in alcune cose, ma in tutto
ciò che fai! E ancora: "Questo libro della legge non si allontani mai dalla
tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica
tutto ciò che vi è scritto; poiché allora renderai l a tua via p rosp era, e
quindi avrai un buon successo" (Giosuè 1 :8).
Per avere successo è necessaria la saggezza divina. La Seri ttura afferma
ancora: "Colui che ama la saggezza ama il proprio migliore interesse e
sarà un successo" (Proverbi 1 9 :8 TLB) . La saggezza ci dà la conoscenza e
la capacità per compiere le scelte giuste al momento opportuno. La vera
saggezza non viene data a chi ha un cervello fine, ma è a disposizione di
tutti coloro che temono il Signore e si trovano in Cristo. Se vuoi vivere
una vita dal significato eterno devi farlo mediante la saggezza divina e su
questo è incentrato il messaggio di questo libro.
La saggezza porta al successo, che a sua vol ta procura soddisfazione
duratura e ricompense: "Se sei saggio, la tua saggezza ti ricompenserà"
(Proverbi 9: 12 NIV). Non soltanto Dio vuole che tu abbia successo,
ma desidera anche ricompensarti per esso. Leggiamo ancora: "Giorno
per giorno il Signore osserva le azioni - giuste degli uomini santi, e dà
loro ricompense eterne" (Salmo 37: 1 8 TLB) . Il fatto che Dio desidera
il nostro successo è stato enfatizzato in buona parte della chiesa negli
ultimi anni ed è giusto che sia così. Tuttavia il successo viene spesso
percepito secondo il modo in cui il mondo lo considera, piuttosto che
nel modo in cui Dio lo vede. Viene considerato da un punto di vista
temporale piuttosto che eterno. Ciò offusca il nostro discernimento e
fuorvia i nostri obiettivi. Un giorno dovremo presentarci tutti davanti
al giu dice dell'universo, Gesti Cristo, e se avremo fa tto conta 1;e la nostra
vita mediante la saggezza divina saremo eterna1nente ricompensati. Se
invece saremo stati incauti nelle nostre faccende saremo p uniti o subi
remo perdite eterne. È perciò saggio dedicare qualche ora alla sco p erta
di ciò che Dio vuole da noi. Questo è lo scopo del libro che h ai i n mano:
fare in modo che la tua vita conti, non sol tan to oggi , ma per l'etern i tà.
La B ibbia è ch iara riguardo al modo in cui puoi farlo. Se deve e sere
l'eterno a motivarci iniziamo cercando di com prenderlo.
!!eternità
'L'ETUNO 9
Una cosa è sostenere fermam ente una convi nzione a livello men tal e
perch é si resta co1nun qu e aperti al ca.rnbiam ento, ma tutt'alt ra co a è in
durire compi tamente il proprio cuore. I l d izionari o bibl ico New Unger
dà questa defin izio ne: "Nella Bibbja lo <stolto> è prima d i tutto la persona
che re.spinge il tintore di Dio e pensa e agisce come se potesse cLJsprezzare i
3
principi eterni della giustizia di Dio senza conseguenze." Uno stol to può
riconoscere Dio a livello mentale, ma ne nega l'esistenza nel suo cuore e
que.sto si riflette nel modo in cui vive. Il timore di Dio è ciò che mantiene
il nostro cuore accessibile allo Spirito Santo; se lo perdiamo, non abbiam o
più alcuna speranza. [apostolo Paolo scrisse: "Fratelli, figli della discen
denza di Abrahamo, e tutti voi che avete timore di Dio, a noi è stata man
data la Parola di que.sta salvezza" (Atti 13:26). Soltanto coloro che temono
Dio sono in grado di ascoltare parole di vita eterna.
Definiamo l'eternità
"Tu, Signore, nel principio hai posto le fondamenta della terra e i cieli
sono opera delle tue mani. Essi periranno, ma tu rimani per sempre.
Essi si consumeranno come vecchi abiti. Li ripiegherai come un vecchio
cappotto. Essi svaniranno come abiti vecchi; ma tu rimani lo stesso e
non invecchi mai" (Ebrei 1 : 1 0- 1 2 NLT).
Dio è eterno e perciò quello che dice è eterno. Non può mentire, né
ciò che dice venire meno. Se non fosse così tutto sprofonderebbe nella
astie ne ogn i co a con la sua Par la .
tot al e o s cl 1 r·, t a' , poich é Egli è l u e e
, altri men t i Egl i non sa reb be pit1
Ciò eh dice non potrà mai cambi are
su cu i possia mo costru i re la
ete rno. E que sto e un fondam ento sicu ro
nostra v ita .
Giudizi eterni
Molti oggi non stanno edificando la prop ria vita sull'eterno - suUa Pa
rola di Dio - ma piuttosto su opinioni culturali, tradizioni, ipotesi e
sensazioni emotive riguardo a Dio. Non mi riferisco soltanto a chi non
è cristiano, ma anche a molti credenti. È una cosa spaventosa essere
convinti che una cosa temporale sia una verità eterna.
Se qualcuno fa questo le sue fondamenta sono instabili. Si sta pre
parando per un crollo garantito. Crede a una menzogna ed è in una
condizione di inganno.
Di _ tutte le persone che incontro, sono sorpreso di vedere quante
siano quelle che basano la loro vita su ciò che non è eterno. Alcuni mi
parlano di Dio e mi dicono di credere in suo Figlio, ma in realtà quello
di cui stanno parlando non è Colui che la Bibbia rivela. [inganno si dif
fonde indisturbato. Come possono credere a ciò che è solamente frutto
della loro mente, idee inculcate da una società che è già stata dichiarata
contraria alla natura di Dio? Gesù disse:
Esiste un giorno del giudizio che è stato stabilito sin dalla fonda
zione del mondo (Atti 17:3 1 ) . In quel giorno non ci saranno nuove
rivelazioni della verità; , ci sarà piuttosto la valutazione di ogni cosa in
base a ciò che è già stato detto. La Parola di Dio, che già possediamo, ci
giudicherà in quell'ultimo giorno. È eterna. È definitiva. Non ci sono
Non dobbi amo affron tare il giudiz io con pa u ra, perché possiamo avere
fiducia:
"E sicco me viviam o in Dio, il nostr o amore matu ra e divien e perfe tto.
Perciò noi non avrem o paura nel giorn o del giudizio, ma possi amo
affro ntarl o con fiduc ia, perch é in questo mond o siamo come Cristo"
( 1 Giovan ni 4: 1 7 NLT) .
'L'ETEaNO 1�
Nota l'espressione: "E sicco 1ne viviamo i n Dio, i l no tro a m re m _
tura e diviene perfetto". La ch iave che ci fa rà avere fiducia nel 0 ior no del
giudizio è l'a1nore d i Dio reso perfetto, o maturo, in noi .
È qui che 1nolti nella chiesa inciampano. Vedono l'amore di io
alla luce del tetnporale, non dell'eterno. Ci sono amore e bon ta ten uti
in gran conto dalla società e da molti nel l a chiesa che sono determi nati
da valutazioni umane e che sono contrari al l 'amore dj Dio. Vogl io farti
qualche esempio comune:
"Ci amiamo cosl tanto che intendiamo sposarci". Ad affermarlo
sono spesso persone che p raticano l a sessu alità fuori del matrimonio.
Non soltanto questo è un pecca to, anche se d anno seguito alla cosa e
si sposano, m a molte volte chi fa tali affermazioni nemmeno si sposa.
Dimenticano la chiara esortazione: "Il matrimonio sia tenuto in onore
da tu tti e il letto coniugale si a mantenuto puro; poiché Dio giudicherà
i fornicatori e gli adul teri" (Ebrei 13:4) .
Nota che l'au tore della_ lettera agli Ebrei non dice: "I fo rnicatori e
gli adulte ri che non frequentano la chies a". No, si riferisce a chiunque
pratichi qu esto stile di vita .
"So che non è proprio l a verità, ma mi aiuterà a concl u dere l'affare
e ci assicureremo che tutte le loro richieste si ano rispetta te". Gli uomjni
d'affari si esp rimono spesso così quando vogliono assicurarsi una tran
sazione che reputano davvero valida per il cliente, m a h anno bisogno di
distorcere u n po' i fatti per contrastare l'eventuale indec isione dell'alt ro.
Non soltanto q uesta è menzogn a e quind i pecca to, ma molto spesso
l'affare è b uono soltanto pe r l a perso n a che fa quel la dich iarazi one. Ma
hanno dimenticato l' avvertimento che dice: "Ma per. . . tutt i i bugia rdi
(coloro che consapevolmente trasme tton o falsità con pa o
r l e o azioni)
[tutti questi avranno] , l a l oro parte nello stagno ardente
di fuoco e di
zolfo" (Apocalisse 2 1 :8 AMP) .
eri't'a,, . s·1 d'ice spesso
"Tutto ciò che ho detto di lui corrisponde a v
quando s1. p arla m .
modo negativo (pe ttegolezzo O calunnia) un colleoa
di
di lavoro, di un amico, di un datore di l avo ro
e Il f:a ttO e, Ch e puoi· anc1°1e
,
16 dflNTO DML'ETDNITA
bun a le di fron te al gi u et ice
· e ere d e con tutto il cuore che i tratti di una
cosa da nu lla. I l giu dic e p ronu n c1a. _ tenz a: colp evole . Il giov ne e
1 a sen
stravolto e dice: "Vo stro onore, ne 1 paese d
a cm. vengo non e e alcun
p rob lem a a fu rna re m ariJ· uan a con gl i' am i' ci· " Il · -1 d · ·
. gi uwce
! tee: ('Non sel ·1 n
Ola nda , sei a S inga po re e i n que sta nazi one è con tro la legg La fid ucia
>
e!'
�el t � �an � ese sv� isce . Non ha nulla a cui aggrappars i. Non ha la pos
.
s1 b ihta di fare ncors o, perché è già nella Corte Supre ma della nazio ne,
condannato senza appel lo.
Men tre ero a Singap ore diversi anni fa un giovane statunitense fu
arrestato lì per atti vandalici contro un'autom obile. Fu processato , giu
dicato colpevole e condannato a svariati colpi di Rotan. È una punizione
inflitta con un particolare tipo di frusta che causa danni permanenti alla
schiena della persona colpita. Il Rotan, infatti, consiste in una canna
di bambù trattata con sostanze chimiche. Persino il presidente Clinton
intervenne chiedendo una pena più mite per il ragazzo, ma non ebbe
successo. Il giovane aveva infranto le leggi di Singapore e doveva scon-
tare la pena.
Tutti noi dovremo presentarci davanti alla Corte Suprema del Cielo.
Le decisioni prese in quella Corte saranno eternamente definitive. Molti
saranno scioccati dal verdetto sulle loro vite. Ma non devono esserlo.
Tu non dovresti esserlo. Sei pronto ? Secondo la Parola di Dio possiamo
presentarci con fiducia davanti al Giudice dell'universo. Questo libro
vuole aiutarti a essere pronto per quel giorno . Se quel giovane olan
dese si fosse preso il tempo di informarsi prima di partire per Singapore
avreb be evitato la cond anna . Quanto più è importante per noi prepa
rarci, sape ndo che la deci� ione che verrà presa dal tribunale di Cristo
varrà per l'eter nità.
Ricompense
'L'EnaNO 11
. a d cs m 1 p re me p rre
Pi ù avan ti ne I I cu tere n1 ·1 n p ro fo n d i c� m "
e rne . n l l i n ce r,
l'en fasi u l fatt o h l de isi o 1 1 i a ra n n et .
. n l m e n te d e n ce t d i
mai tra} po. erca d t n uovo d 1. a ffic n·a r e me . ta .
e co n os i a m o 1 0 a n c r
. c t p c .1 , ch e c c -
etern o. E la volo ntà d i Dio ch
e l P lo
drà e che c i d iam o da fare i n vi ca del le r i co m p e n c . L p
afferma:
.
N on sapete tutti , ch e qu ell 1' cl 1 e co r rono nello s tad io , c orr o n o tutti ma
. .
uno s o l o omene I 1 p remi. o �. Co rrete dun que [la vo s tra ga ra] i n mod o
cl1 e p ossiat a: rarI o [i' l pre mi' o ] e fa r lo vos tro . O r a, og n i ad e ta c h e
· e auer . . .
va all'all e namento si co mp o rta in mod o te mpe r ato e SI. l i m i ta 1 0 tu tte
le cose. Loro lo fann o pe r v i nce re una corona che p res to app ass i rà , m a
noi [lo facciamo p e r ricevere una corona di e te r na b e at i tud i n e ] p e r una
che non può appassire . Dunque i o non corro in modo incerto (s enza
uno scopo preciso). Io n o n faccio pugilato come uno che batte l'aria e
colpisce senza un avversario. Ma [come un pugile profe s sionis ta] colpi
sco il mio corpo [l o tratto duramente, lo disciplino in privazioni] e lo
sottometto . . . (1 Corinzi 9:24-27 AMP) .
Spinto dall'eternità
Pensare che tutto si risolverà per il megli
o ne l gio rn o de l o-iu dizi o n on
è sufficiente . Non ab biamo scuse perch
é Dio ci ha resa n:ra la sua vo
lon tà. Ci saranno tante perso ne al
giu diz io , che cre de ran no di avere
fatto bene in confronto ad altri attorn
o a loro , ep pti re 1 oro non avrann 0
permesso all 'eterno di dirigere ed ali
me nt are le loro vtte.
· D a qui· 1· 1 nto
· lo
che ho dato a questo lib ro: Spinto
dall'eternità.
t'EH�NO 19
q uesto sarà se gu ito da p ro1nesse, s p eranza e consolazione. e hai corag
g io, se brami la verità e se il tuo cuore cerca Dio, allora andiamo ava n ti.
Sarai conten to di averlo fu tco! Prendi a cuore la seg uen te esortazione:
IL j\EGNO DIJ{ff/IBEL:
Ln VIT� n ENDEL
E [Gesù} insegnava loro molte cose in parabole
(illustrazioni o paragoni messi vicini
a verità per spiegarle) . . .
M a rc o 4 : 2 AM P
e' era una volta un mondo simile al nostro, ma per molti aspetti molto
diverso. In questo mondo non c'erano nazioni indipendenti, ma
soltanto un grande regno di nome Affabel. Sebbene questo regno si
estendesse su tutto il mondo conosciuto, aveva un'unica capitale da cui
emanava ogni autorità. Si chiamava La Grande Città di Affabel e da ora
in poi ci riferiremo ad essa chiamandola semplicemente Affabel.
Questa città incantata era governata da uno straordinario re di nome
Jalyn. Il re Jalyn era adorato e grandemente ammirato dai suoi sudditi.
Emanava una p rofondità d'amore che pareva inesauribile. Era forte e
saggio, ma allo stesso tempo benevolo e con un grande senso dell'umo
rismo. Sebbene il suo portamento fosse regale, Jalyn era anche molto
affabile. Stare con lui significava ritrovarsi avvolti in un'atmosfera di
bontà. La sua presenza elevava ogni aspetto della vita a un livello supe
riore. La sua lungimiranza e la sua capacità di proiezione erano sbalor
ditive e aveva una straordinaria capacità di vedere oltre le azioni delle
persone fino alle motivazioni del cuore.
Il padre di Jalyn, che aveva fondato Affabel, era noto come il Re
Padre Fondatore. Una volta stabilito l'ordine egli affidò ogni autorità
al figlio. I residenti della grande città collaboravano con Jalyn nell'aro-
2.1
te rrit ori p iù rem o t i del regn o. A qu es to
mi nistrazio n e occu p an d os .i de j
po vig eva ad ror a b e I u n si ste m a ge ra rc h i· co d i leadershi p con dive rs 1·
sco A ir.
n ella provi ncia di Endel. La loro prima settima n a di vita non era ancora
trascorsa che venivano affidati alle balie del Re. Quando questi giovani
cittadini, o Endeliti, raggiungevano l'età di cinque anni, venivano por
tati alla Scuola di Endel, dove venivano formati per un periodo di dieci
anni. Lì apprendevano le leggi di Affabel e del grande re Jalyn.
Soltanto le balie del re e i suoi insegnanti avevano l'opportunità di
incontrare Jalyn. All'incirca ogni cinque anni il re visitava Endel in se
greto per riversare il suo amore sulla scuola e sui bambini. Sebbene non
rendesse mai nota la sua presenza a tutti, in ogni caso la sua bontà si
palesava in ogni aspetto della vita della comunità di Endel.
I dieci anni di scuola a Endel servivano a preparare gli studenti alla
vita che li attendeva. All'età di quindici anni avrebbero avuto a dispo
sizione un breve periodo di tempo per mettere in pratica tutto ciò che
avevano imparato. In quell'arco di tempo gli sarebbero state affidate
porzioni di ricchezza e responsabilità. Il modo in cui avrebbero am
ministrato la loro giovane vita e le risorse a loro affidate avrebbe deter
minato come e dove avrebbero trascorso il resto della loro vita, che nel
l�ro mondo corrispondeva a centocinquanta anni. Sebbene il periodo
di prova fosse esattamente di cinque anni, nessuno degli studenti era al
corrente della sua durata. Tutto ciò che sapevano era che non avrebbe
,
superato i dieci anni. Alla fine di quel periodo ognuno di essi sarebbe
comparso dinanzi al re ·p er rendere conto delle proprie scelte di vita.
Quel periodo di prova determinava la fedeltà degli studenti. Coloro
che seguivano le ordinanze di Jalyn con le parole e le azioni ne ricono
scevano l'autorità. Questi venivano ammessi come residenti di Affabel.
Le loro scelte gli avrebbero pertanto assicurato le giuste ricompense.
Se tuttavia, durante il periodo di prova, gli studenti si erano ribellati
Indip endente
Indip enden te me tte costan temen te in dub bio l' esistenza di Affab el.
Non riesce davvero a credere che qualcuno che non ha
mai inco ntrato e
ch e vi ene chiamato Jalyn richi eda da lui non solt ant
o fede ltà, ma an ch e
la rigida oss ervanza di u n el en co di regole. Sos
pet ta che sia un o strata
gemma p er te n ere lui e gli altri s o tto il co nt
ro ll o deg li ins egnanti. C on
dis
. prezzo ' si rifiu ta di partec1'pare alie 1 ez1on1
· · e d 1' app rend e re noz1· on 1· su
qu el regn o "im maginario".
Indip endente sch ern isce gli altri pe
rché cre do no in un a co sa così
p riva di s enso. Inten de vive re co me gli
pare meg1·10 e restare l'b 1 e ro dalle
leggi. d1. Jalyn . Fara, eccezi on e s o lta n
to se qu egli ed itt i se rv i ran n o al s uo
scopo . In quel caso li o sserverà, ma
so ltan to pe rch é lo ha de ciso l ui. No n
Ingannato
Debole
Debole è la più entusiasta degli studenti. Interviene spesso durante le
lezioni e ottiene regolarmente i voti migliori. È molto attiva ed è soli
tamente lei a dare il via ad attività extrascolastiche che contribuiscono
a un maggior coinvolgimento degli studenti nella vita della comunità.
Chiunque sia preposto alla valutazione degli studenti indicherebbe lei
come la più appassionata alla causa d� Jalyn.
Egoista
Anche Egoista crede in Jalyn e nei suoi insegnamenti. Non dubita dell' e
sistenza di Affabel e non ha difficoltà a parlarne pubblican1ente. Crede
pna · percezione
· ·
1·1m1tata · gnam enti e del carattere di Jalyn • H a
deg1·1 mse
dime nticato che Jalyn è un sovrano santo e giuSt o oltre che am orevo le e
misericordioso. Perciò Egoista ha svilup pato una vision e distorta di ch i
Jalyn è davvero. Crede che Inganna to, Debol e e Carità farann o si cura
mente parte di questo regno glorioso, ma ha qualche dubbio riguard o
alla strenua resistenza di Indipenden te.
Egoista crede che tutti coloro che riconoscono Jalyn �erbalmente e
vivono una vita che non infrange le leggi più importanti avranno accesso
ad Affabel. Tuttavia, per tener fede al suo nome, è parecchio incentrato
su se stesso e spesso il bene che compie è motivato dai benefici personali
che può ricavarne. A volte è davvero la compassione a spingerlo, ma
messo alle strette bada soltanto ai propri interessi.
Carità
rultima giovane, Carità, prende a cuore le leggi del re Jalyn e le osserva
in tutto e per tutto. Non soltanto ha appreso i principi di Jalyn, ma
cerca di scoprire il suo cuore dietro ogni editto. Trascorre molto tempo a
cercare di conoscere e di compren dere la volontà di Jalyn. Ciò si traduce
in lunghe ore di studio e nella dedizio ne spontanea al bene della scuola
e della comun ità di Endel. Sa che quando avrà raggiun to i quindici anni
di età le resterà poco tempo per adempiere i deside ri del grande re a En
del. Il suo scopo è di vivere comp letam ente per la gloria di Jalyn e non
perm etterà ad alcun benefi cio otten uto di intralciare il suo princip ale
proposito.
Carità ama Jalyn e brama il giorno in cui lo inco ntrerà. Gli ubb idi
sce con fervore e parla spesso ad altri della sua bontà. Per ques to mo tivo
vien e spesso ridicolizzata e isola ta. Ma sebb ene abbi a soffe rto p er il su o
atteggiame nto di irremovibile lealtà alle leggi di Jalyn , n ulla po trà mai
far veni r men o la sua fedeltà al re.
Il venditore
Sebbene Indipendente avesse freque ntato le lezioni soltanto di rado,
seritiva ·a ncora come se alcuni degli ins egnamenti gli pe ndess e ro sulla
testa. C'erano dei momenti in cui si chiedeva se alcun e delle follie della
scuola potessero ess ere effettivamente vere. E se lo fossero state, sperava
che il suo comportamento non influisse sulla somma che avrebb e rice
vuto alla fine del corso di studi.
Le_ mani di Indipendente tremarono quando ricevette la busta piena
dei suoi Affidamenti. Ali'apertura di essa dovette trattenere la sua sorpresa
ed il suo sollievo per la somma che gli era stata affidata. Fu ancor
a più
�ntusiasta quando realizzò che ne aveva ricevuti quindicimila in pi� di
Debole e più del doppio di quanto era stato dato a Carità. Pensò: Che
spreco! Carità e Debole hanno trascorso tutto il loro tempo a quelle inutili le
.
zioni, hann ofatto persi no gli straordinari e allafine hanno otten uto così poco
ione ch e Jalyn
Questo fatto non fece che rinforzare la sua convinz
ri, scomparsi molti
non esisteva. Secondo lui erano stati i loro ge nito
ava la sua tesi che si trat
ann i prima, a lasciare quei soldi. Ciò avvalor
e le loro giovani esist e nze e
tasse di una truffa della scuola per controllar
ori.
impedire loro di diventare dei liberi pensat
IL j\EONO Dl]ffMEL: LA v,rn � ENDU 2.1
. d 1" se tum• ne dopo i festeggiamen ti p er il dip l o ma, In dipen-
Un paio a
• a i n iziare un'at tività. Stava
de nt e s1 rese co nto ch e avre bb e fatto me glio
•
s e name nte com1· nc1a · ndo a preoccuparsi p er la rapid ità con cui stava
fin e ndo i suoi fondi.
Indip endente aprì una concession�ia e si rese co n to di ess ere un
grande ve nditore . Gli affari andavano so rprendente m e nte bene . Mo lti dei
nuovi diplomati usavano le somme ri cevute p er comp rare da lui auto usate
o persino nuove. Mentre il suo capitale aumentava, I ndipen den te si allargò
in altre attività imp renditoriali ch e gli garantiro no un successo analo go.
Di pari passo co n l'aum ento del suo patrim on io m igli o rò e valorizzò
il s uo stil e di vita p e rso nal e. Si res e rapidam en te conto che qu ei fon di
eran o u n e no rm e mezzo di i nfluenza e pa reva addi r ittur a poss ede re in
sé il pote re di acqu istare la feli cità. La sua ric chezza, il s uo patr imonio,
il tenore di vita s e mpre più stravagant e , aveva no il p o t ere di att rarre le
donn e , le quali re ndevano la vita a nco ra più e n t usiasma n te.
Indipend e nte non frequentava le ri un io n i settima nali della comu
n ità. Tuttavia e ra consid e rato un ottimo c ittadi no dalla maggio r parte
Il sindaco di Endel
E adesso o cc up iamo ci di Egoi sta
. Fu se m pl ic e m en te sb
quan tità di fo ndi che aveva ricevu alo rdi to d al la
to . Festeggiò an ch e lu
abbastanza gli ins egnament i di i, m a co n os ceva
Jalyn e s tette al la la
cite. D o po una pausa di qualch rga d a baldo rie ille
e gio rn o in iziò a in
s ue o perazio ni si rivelarono profi vestire il denaro . Le
cue e in breve m o lti
pl i cò il s uo capitale
i n iz i ale. Men tre le s ue fi nanze aum entavano , aum en tava anch
e la sua /
p op o l a ri tà tra i s u o i coetanei .
Egois ta comp rò una cas a in uno dei quart ieri più es cl usivi di En
del e co ininc iò a i nv i tare le perso ne più p o tenti e i n A.uen ti. Fu nzio nari
govern ativi , atleti pro fess io ni s ti, diri gen t i d'azi enda e altre pers o ne im
po r tanti ne apprezzaro n o la generos a ospitalità. Stava diven tand o rapi
datnen te uno degl i uom in i più in vi sta nella co mun i tà.
D o po tre anni Ego ista decis e di candidars i co me s ind aco di Endel
e fu eletto s enza problem i grazie alla sua inA.uenza econ o mica e alle sue
co noscenze. Una volta ins ediatosi s i trovò a d over affrontare m o lte deci
sioni. Una di queste aveva a che fare con la s cu ola d i Endel.
La popolazione era cres ciuta ed era necessario più spazio . Ques to si
gnificava acqui s tare terren i , cercare appaltato ri, sti lare preventi vi e prov
vedere a tutto il neces sario per attrezzare la s cuola. Il pri m o passo fu la
raccolta dei fondi da des tinare allo scop o . Nelle ri uni oni settimanali
della città Egoi s ta veniva messo al co rrente della necess ità di ulteri o ri
fo ndi. Al termine della campagna d i raccòlta fondi, tutto ciò che lui
aveva dato n o n raggiungeva i m i lle Affidamenti.
Po i giunse l'ardua decis ione. La s cuola aveva finalmente raccolto abba
stanza per acquistare un certo appezzamento di terreno ; era un vero affare
e la so mma necess aria rientrava amp i amente nei preventivi. Tuttavia c'era
un grande magazzino interessato ad acqùistare lo s tesso terreno . Il co ns i
glio cittadino era diviso ; la s cuola era un'is tituzio ne senza scopo di lucro
e perci ò n on avrebbe pagato impos te; il grande magazzi n o invece avrebbe
pagato un mucchio di tasse e avrebbe dato lavo ro alla cittadinanza.
Po iché il con s igl i o era diviso in parti ugual i , s pettava al sindaco
prendere la decis i o ne finale. Egoista era combattuto. I proprietari del
grande magazzin o avevano s ostenuto la s ua campagna eletto rale co n
grandi s o mme d i denaro e avevan o esercitato la loro influenza in s uo
favo re. Spess o eran o s ta t i o spiti a casa sua.
Egoista vo tò per il grande magazz i no e giustificò la s ua decis i o ne
affermando che era nel migli o re in teres s e della co n1unità di Endel. In
quest o modo aveva aperto la st rada a nu ove opp o rtunità di impiego e
. . .
Il suo i ncar ico b'1enn al e stav a per giun gere al termine ed er a ti m o -
ment o di pensare a11 a ne • I ezi· o ne. Ego ista stava per concl ude re 11 s uo
. .
pen o d o d1 prova, se bb ene no n ne fosse co nsapevole . Con un po , d 1.
. . .
nm o rs o , Ego •1 sta d'1ed e all a scuola di Endel un contribu to perso nale d 1
· .
cmquem1·1 a Affidamenu,· promet tendo al co ntempo che s1 sare b be d ato
d a erare per trovare un altro terreno adatto per i nuovi edifici . In q uesto
. .
m o d o rico nquistò la fiducia di mo l ti seguaci d1 Jalyn. A quest pun to
�
sembrava molto probabile che il gi ovane sindaco s a rebbe stato rieletto .
rebbe giunto così presto. Quel giorno iniziò come qualsiasi altro giorno,
ma terminò in modo molto differente.
A notte fonda le guardie reali di Affabel portarono via duemil a di
plomati. Il loro trasferimento segreto ebbe luogo mentre gli altri en
del iti dormivano. I duem ila giovan i cittadini vennero accompagnati
attraverso un passaggio segreto. Era un lungo tunne l c he li po r tò sotto
il fiume Adonga. Una volta superato il canale viaggiaro no per altri dt1e
giorni attraverso un a rido deserto.
Durante il viaggio il capo delle gua rdie p rovvide a ogni loro bisogno
atti ngen do dalle scorte di cibo, a cqua e alt ri beni di prima necessità . Le
gua rdie erano gentil i , ma riservate allo stesso tempo. Conc entravano
tutte le loro energie sul compito che gli e ra stato affidato. Rispo ndevano
Non appe na �arcata la sogl ia della Sala sulla sinis tra, Indi pendente s i
ò
scoprì leggerm ente turb ato, quas i al pun to d i essere terro rizzato. Torn
a
con la men te ai tem pi della scuo la e cercò di cons olars i con ciò che avev
loro vita in un posto così glorioso? Per avere un tale onore ognuno di
loro sarebbe stato di sposto a pul i re i pavimenti! Tutti coloro che attende
vano in quella sala sapevano che avevano seguito Jalyn, ma con il passare
del tempo un'atmosfera solenne pervase quel luogo. Erano stati fedeli?
Presto l'avrebbero saputo. Sì, l'entusiasmo si intrecciò con un pizzico di
timore mentre quei fedeli servitori attendevano di vedere il loro re.
I primi ad essere giudicati furono coloro che attendevano nella Sala
della Vita. Tuttavia ce ne occuperemo in seguito. Per adesso il nostro
racconto ci porterà alla Sala della Giustizia.
Le convocazioni
Era mezzogiorn o. Gli occupanti della Sala della Giust izia recuperarono
una certa fiduc ia nel fatto che tutto sarebbe andato per il meglio. Qualsi
asi cosa semb rasse disor ientarli e farli sentire inadeguati , la attrib uivano
alla mise ri cord ia di Jalyn o alle sue vie misteriose . Questi ragio namenti
bastavano a con fortarli.
II primo de i mille ci nquecento e ndeliti ad essere chiamato fu Indi-
pendente. Quattro guardie reali lo accompagnarono nella grande Sala
del Giu dizi o. Nel tentativo di alleggeri re quel l'aria cosl austera, egli sor-
Il giudizio di Indipendente
La grande sala era più spettacolare di qualsiasi cosa Indipendente avesse
mai visto O immaginato. Se avesse avuto la possibilità di riferire l' espe
rienza agli altri millecinquecento ancora in attesa non avrebbe trovato
le parole O un termine di paragone per descriverne lo splendore. La sua
architettura rendeva obsoleta qualsiasi cosa egli avesse mai visto a Endel.
41
o n e. Non ne aveva
it d alm en o c e nt om ila p e rs
I.:a ud i tor i u1n e r a g r em o i
s o la.
m ai v is te così tan te in un a vo lta
o s gu ard o s ui cit tadini d i
t e si avv ici nava, Ind i pe nd en te gettò un
M en r
l'aspetto regale e i vo lti lu mi n o si. Poi ,
Affabel. Ne notò pr i ma di tutto
ato dalla loro b eltà s �rabil ia n te . Era
ripensandoci attentamente, fu sp i azz
esta trasfo rm azi one e ra dovuta
co me se p rovenisse ro da un altro m o ndo. Qu
frutto dell 'alb ero della vi ta.
al fatto che era lo ro concesso di mangiare del
Ind ipen den te s i chies e: È mai possibile che una
volta fossero endeliti?
a n
Poi s co rse qualcuno che un tem po con os ceva. Si chiamav Bo tà. Aveva
qualche anno p i ù di l ui e si ri cordò di c o me ve nisse regol arm ente p resa
in gi ro pe r il s uo aspetto goffo . Adesso era m e ravigliosa. I lineam enti
e rano i medes i m i e la rendevano ricono scibi le , ma in qual che modo
era p i ù be ll a di quals i asi person a egl i avesse mai con os ciuto a Ende l.
D i fatto ch i unque vedesse, p ers i n o il meno b ell o, aveva p i ù fas c i no di
ch i unque egli avesse mai vi s to n el suo paese.
Dopo es se rsi r ipres o dall o stup o re i n iz i ale notò che tutti i presenti
erano concentrat i su un'area prop r io davan ti a l u i. Era qualco s a che non
aveva mai vis to.
Era un trono. Ma questa descriz i on e n o n gli rendeva g i u s t izia, per
ché era un tro no di gl orioso spl e ndore. I s uoi occhi vid e ro colu i che
vi stava seduto sopra e in un istante egli riconobbe la fonte di tutta la
maestà dell a c i ttà. Proced eva tutta da l ui. Dev' essere Jalyn, p e nsò In
dipendente. Al l 'improvviso credette profo ndamente i n co l ui che aveva
' .
cosi ostmatamente negato.
I l i neame nti di Jalyn erano bell i, ma seve ri; meraviglio s i, ma s pave n
tosi, per usare una descrizione più. accurata. I l Suo as p e tto e ra in ca n te
vo l e, eppu re ad o gn i passo che Indip ende nte muoveva ve rs o di Lu i , il
terro re gli montava nel cuo re . Ogn i traccia di fiduc ia ch e aveva o ra era
sco mp arsa com pl etam e nte . Che ne sare bb e stat o d i l ui?
Indip ende nte cercò di dars·1 un contegno rip · et endo a s e stess o ehe si·
. .
stava avv1 c1nando a un sovran0 mise · ncor· d'10 s 0. Era in confl tto , p oi· che'
. . i
com 1nc1ava a dub i tare che avrebb e ott e nuto
u n giud izio favo revole.
Me ntre con tin uava ad avv1c · 1· nars 1• g1.1 fìu
ordi nato di ferma rsi s u u na
stretta piatta fonna a m tà strada . l mp nente opra d i l u i , su l u crono
e' era Jalyn . Era l'essen za del la determ i nazion e e si ri ol e e l all' s em
blea: "Tutti • • . ricono sc eranno e sapra n no che I ono olui che scruta
le n1enti (i pensie ri, i sentim enti e le motiva zioni) e [le profon d i tà] i
cu ori, e darò a ciascun o d i voi [la ricom pensa per d o che avete facto ]
secondo ciò che i l vostro operato merita'' 1 •
Indipendente stava ascoltando insieme agl i al tri quando all'i mprov
viso Jalyn lo fi s sò dritto negli occhi e gli chiese: " Rendi con to del la tua
amministrazione" 2 •
Prima che Indipendente potesse dire una sola parola, una proiezione
olografica tridimensionale al di sopra del trono cominciò a ripercorrere
la sua vita a Endel dal primo giorno di scuola fino al giorno precedente.
Ogni parola, ogni azione e ogni motivazione vennero mostrate e rivelate
a quella folla di testimoni. Fu impressionato da questa rivelazione che
ora aveva di Jalyn: "E non vi è nessuna creatura che possa nascondersi
dalla sua vista; ma tutte le cose sono nude, scoperte e indifendibili da
vanti agli occhi di Colui al quale dobbiamo rendere conto" 3 •
Indipendente rabbrividì mentre osservava scorrere nella proiezione
tutto ciò che di stolto, malvagio ed egoista aveva compiuto. Non si sa
rebbe mai aspettato di ritrovarsi di fronte a tutto questo davanti a quell'e
norme folla. Lo metteva in imbarazzo, lo sconvolgeva. Cose che gli erano
parse insignificanti e persino innocue a Endel, adesso apparivano orribili
davanti al glorioso giudice e ai cittadini regali di Affabel. Era inorridito dal
suo stesso comportamento. Come poteva essere stato così sviato, insensi
bile, stolto? Cercò di cogliere un barlume di speranza; sentiva che le sue
buone azioni erano comunque più numerose di quelle cattive.
Quando la rassegna della sua vita fu terminata si sentl sollevato seb
bene si aspettasse qualche tremendo rimprovero e qualche forma di pu
nizione. Lavrebbe reso felice ritrovarsi almeno nell'assemblea. Era certo
che Jalyn avrebbe visto che nella sua vita il bene aveva superato il male.
Jalyn chiese allora al capo scriba: "Il nome di Indipendente si trova
nel libro della vita?"
Senza alcuna esitazione il capo scriba rispose: "No, n1 io si g nore,, .
Ciò che seguì suscitò una reazio ne lapidaria su tutta l'assem blea.
Allora il re disse ai servito ri: "Legatelo mani e piedi e portatelo via,
gettatelo nelle teneb re di fuori. Lì sarà il pianto e lo strido re dei denti.
11•
Poiché mol ti sono i chiamat i, ma poch i gli elett i"
Urla di terrore e un' angoscia di morte afferrarono Indipendente
buo n o nel suo carattere era adesso inghiottito completamente dalla tem
pra morale che lui stesso aveva scelto. Il suo comportamento stava degene
rando rapidamente in quello di un cane rabbioso. Senza l'influenza del re
fu abbando nato co mpletamen te alla mercé di una mente malvagia.
�6 dflNTO DUL'ETE�NITA
D o p o esse re stato istru it o i n mer i to al
pro t o col l o le por te del la /
Sala d e l Giud izio si sp a 1 ancar·o no e I ngann ato c.
1u accom pagna to lungo
la nav ata c e n trale • P rovo' sensaz1· on1· ana 1 og h e a quelle speri
. m e ntate
da Indip e n de n t e . Co1ne lui, notò le dimens ioni e lo splend
ore della
sala e l' espression e sul volt o dei cittadini . Men tre percorreva la n avata
ricon obbe dive rs e pers one ch e aveva cono sciut o alla scuo la di End el
e ch e si e rano diplo mate un anno o due
prim a di lui. Rico nobbe più
cittad ini di I ndip e nden te in quan to non aveva mai perso una riunion e
a scuola.
Ricono bbe anche una person a che non frequentava le lezioni , un
uomo di nome Spietato. Era noto come uno degli uomini più malvagi
d ella comunit à. Inganna to si fermò di colpo chiedendosi: Che ci fa lui
qui? Il capo d ell e guardie f ec e cenno a Ingannato per comunicargli che
se avesse voluto avrebbe .potuto parlare con quell'uom o.
Ingannato si avvicinò all'uomo e gli chiese: "S ei Spietato?"
I..:uomo rispos e : "Una volta ero noto come Spie tato, ma dal trono
del giudizio Jalyn ha cambiato il mio nome in Riconciliato".
Ingannato sbottò: "Ma come sei riuscito a entrare qui? La maggior
parte dei m e mbri della comunità ti considerava malvagio. Non hai mai
freque ntato la scuola e ti s ei opposto a Jalyn più di chiunque altro io
conosca.I "
Riconciliato replicò: "Sì, è vero, ma odiavo chi ero e quello ch e fa
c evo. Non frequentavo la scuola, non avevo mai ascoltato la parola di
Jalyn che trasforma la vita. Tuttavia una settimana prima del mio giorno
del giudizio sono andato a consumare un pasto al ristorante di Carità.
Lei sapeva che la mia vita era un disastro e in qualch e modo riuscì a
scorge re la mia sofferenza. Mi offrì la cena a una condizion e : ch e restassi
a parlare con lei. Poi mi parlò per due ore di Jalyn, della sua bontà, della
sua salvezza e di questo posto chiamato Affabel".
Ricon ciliato con tinuò: "Mi spiegò ch e non era troppo tardi perché
io dessi la mia vita a questo grande Signore. Potevo ancora ess e re p erdo
nato incon dizionatame nte e accolto com e cittad ino del suo regno. Fui
sopraffatto dall'am ore di Jalyn e sottom isi il resto della n1ia vita alla sua
app e na s e ntito . Gli era stato detto della grand e mise rico rdia di Jalyn , ma
adess o ne era stato testimo n e in maniera strabiliante . Quel l'uom o era
stato u no dei p eggi o ri che avess e mai cono sciuto e o ra e ra regale quan to
gli altri. Ingannato si co nvins e più che mai che avre bbe trovato favo re
presso Jalyn perché era stato un vero credente.
Quando si trovò dinanzi al trono, Ingannato ricevette lo s tess o o rdine
impartito a Indipendente : "Rendi conto della tua amministrazio ne."
Pro pri o com e era accadu to a Indip endente, ripe rco rse tutta la s u a
vita attravers o l' ologramma tridimensi o nal e , dal primo giorno di scu ola
al gi o rn o p reced ente . Che sollievo vedere come aveva fre quentato fed el
mente la scuola e come aveva sostenu to ap ertamente Jalyn durante le
ass emblee. -·
Tu ttavia fu ben presto sbigo ttito . Aveva s empre gius tificato l e s ue
azi o ni, ma m entre venivano portate alla l uce davanti a q u el giudice ma
esto so e a quei testim oni .moralmente p uri si s e ntì imbarazzato e pieno
di vergogna. Quando la s ua promiscuità s essuale fu resa nota davanti a
quell ' ass embl ea regale , desiderò strisciare in un b u co e restarvi nasc osto .
Non furo no s oltanto le s ue azio ni a ess e re p o rtate alla l u ce,
ma an
ch e e l s u e m o tiva zioni. Come poteva Jalyn ess e re al co rren te
di certe
cos e ? Co m e P o t�va giudic�re Ingannato per cose che n essu
. _ _ no sap eva?
I s uo i s egreti p iu p ro fo nd i n o n e rano più nascos ti. Lin
ter a ass em bl ea
fu testimo ne d ella s ua avidità di guadagn o nei suoi·
aff:an,· n e 11 a vend'1ta
d e lle s ue cas e e nello svilupp o territorial e . As sis te tte ro
alle cal un ni e e alle
dice rie a cui faceva abit ualm ente rico rso per otte n
. ere c10
· , ch e d es1' derava.
Pareva che o gnt c o sa ch e faceva fos se mo
tivata da1 desi' den• o d'i ere 1
av d'
46 �flNTO D�LL'ETUNITA
P iù. Vol eva fare a mo do suo in · ogni· cosa e vo leva ogni· cosa per sé. Non /
, . ·
c era marg ine di disc uss1o ne al nguar· do. 1ìuttavia si consolava al pen-
siero che nul la di tutto cio ·
· ' aveva davvero importa ·
nza, pote· h e, ere deva m
Jalyn e professava la sua lealtà nei suoi con fron ti.
Quan do la sua vita fu riperco rsa compl etamente Jalyn si volse verso
il capo scriba e gli chiese : "Ingannato si trova nel libro della vita?"
Lo scrib a rispo se: "No , mio signo re".
" Jalyn annunciò : "Ingannato , sei colpevole di avermi rinnegato e do
vrai essere condotto nella terra desolata di Solitario per trascorrervi il
resto della tua vita nelle tenebre più cupe, nella disperazion e e nella
solitudine" .
, Ingannato rimase paralizzato dal tremendo shock. La sua mente an
dava a mille: No, deve esserci un errore. Non può essere! Io credo in Jalyn.
Che cosa vuole dire che l'ho rinnegato?
Sbottò: "Come ti avrei rinnegato?"
Jalyn disse allora: "Non hai prestato ascolto quando i tuoi insegnanti
,. ti hanno messo in guardia nei confronti di coloro che 'professano di co
noscere Jayln, �a lo �innega_no con il modo in c�i vivo!!o"' 13 •
Ingannato ribatté: "Ma, grande re, io sono stato fedele, ho frequen
tato la tua scuola. Non ho mancato una lezione e ho preso parte a nu
merose attività. Ti ho persino chiamato Signore!"
1
, Jalyn disse immediatamente: "Perché mi chiamate: 'Signore, Si-
, gnqre!' e non fate quello che dico? Non hai prestato ascolto alle mie
14
parole quando ho detto: Non tutti quelli che sembrano credenti sono
davvero person e consacrate. Posson o anche chiamarmi Signore ma non
entreranno ad Affabe l. Perché la questione decisiva è se hanno ubbidito
al Padre mio. Nel giorno del giudizio molti mi diranno 'Signore, Signore,
abbiamo detto ad altri di te e usato il Tuo nome'. Ma io risponderò: 'Non "' 1 5
siete mai stati miei. Andate via, perché le vostre opere sono malvagie •
Inga nnat o era fuori di sé: "Ma io avevo la fede . . . Credevo in te, per-
.
ciò seco ndo la tua paro I a d ovret essere salvato.I "
Jalyn era pazie nte, ma risolu to. Volse lo sguardo verso un cittad ino
n ell'as semb lea, un ex insegnante della scuo la che ora sedeva su un trono
Ten1 eva q u a lche ri 1np rove ro, rna non ciò che stava per accadere.
Jalyn si rivolse al c a po sc r iba: " I l n ome di Debole si trova nel libro
de lla vita?,,
8� �flNT O DML'EH�NITA
scritto nel libro della vita. Com'è possibile che non ci sia più? Perché il
tuo scriba non riesce a trovarlo? Come può essere stato cancellato?"
Paziente, ma risoluto, il signore Jalyn rispose: «Non hai sentito ciò
che ho affermato prima? 'Chi avrà perseverato sino alla fìne sarà sal
vato' 24 . Coloro che perseverano fìno al giudizio sono coloro che vin
cono. Io ho detto chiaramente: ' Chi vince sarà dunque vestito di vesti
bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita' 2 5 . Se ho
affermato che non cancellerò il loro nome dal libro della vita, significa
che può essere cancellato. Altrimenti avrei detto: «Se mi confessi come
Signore il tuo nome sarà scritto per sempre nel libro della vita."
Debole supplicò: «Come puoi mandarmi a Solitario, il posto dove si
mandano i morti viventi?"
Jalyn si rivolse a uno dei sotto-governanti: «Leggi gli antichi scritti
che sono stati resi noti ai cittadini di Endel."
Il governante lesse: «Luomo che smarrisce la via del buon senso,
riposerà in compagnia dei morti" 26 •
Debole rimase ammutolita. Allora il re disse ai servitori: «Legatela
mani e piedi e gettatela nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stri
dore dei denti. Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti" 27 .
Mentre il capo delle guardie si avvicinava, Debole maledisse Jalyn.
Era sopraffatta dalla violenza della sua amarezza e in preda alla sua na
tura due volte decaduta (vedi Giuda 1 2) . Era come un albero in au
tunno inoltrato tirato via dalle radici e senza più alcun frutto residuo.
Debole fu legata mani e piedi e condotta verso la porta laterale dell' au
ditorium. Anche lei fu sistemata in una delle celle. Quando ebbe lasciato
l'auditorium il capo scriba illuminò la congregazione di testimoni:
"Cari amici, se deliberatamente continuiamo a peccare dopo aver rice
vuto la piena conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio
che copra i peccati. Non resterà nient'altro da aspettare che la terribile
attesa del giudizio di Jalyn e del fuoco divampante che consuma i Suoi
nemici. Poiché conosciamo Colui che ha detto: 'A me appartiene la
vendetta ! Io darò la retribuzione.' E ancora: 'Il Signore giudicherà il Suo
popolo. È terribile cadere nelle mani del Jalyn vivente . "' 28
86 drlNTO DML'ETE�NITA
Dopp i a Vita suppl icò: "Ma Jaly n , capisco che devo essere esiliato
a Solitario, r11 a perché devo subire i peggiori torme n ti? Perché sei così
to di fu o c o , d ove il calore
· g10
Il v1ag · li c o ndu s s e attrave rs o 1· 1 gran d e des e r ,. . .
Al l im p , 1 11 mezzo
che s aliva dal su olo ria rs o era ins op p ortabile.
ro vv iso
e, un a st r ut tur a enorme
al nu lla, lì dove il cal ore era più in so pp o rta bil
n o p iù vic ini p o tero no
e sin istra si pro filò al i ' orizzonte. Qu ando furo
leggere il cartello: "La terra deso lata di S o l i tari o" •
che l'en orm e s truttura
Oss ervando con più attenzione si resero co nto
ata alla base.
non aveva finestre né aperture, ma soltanto un'a mp i a entr
Varcando ne la soglia ognuno di essi sentì proven ire dall' i nter n o que llo che
semb rava il suono di migliaia di urla. Nel giro di qualche istante ri u s cirono
a distinguere le suppliche che i prigionieri più vi cini all'ingresso rivo lge
vano al capo delle guardie: "Non è trascorso abbastanza tempo ? Ti s uppli
chiamo: chiedi la grazia per noi. Questa punizio ne è i n so pportab i le!"
"Da quanto tempo s ono qui?" chies e Ind i pendente a una guardia.
"La loro permanenza qui varia da un anno a centoventi n ove ann i."
Ingannato era sconvolto. In qualche m o do aveva sperato che tutt o
ciò che era accaduto nelle ultime due settimane si s arebbe rivelato un
incubo o una tattica persuasiva per mettergli paura. Chiese alla stessa
guardia: "Davvero tras correrò qui il resto della m i a v ita?"
"Sì, è esattamente come a Endel ti avevano avverti to che s arebb e stato."
Que lli destinati alle punizi oni maggiori furon o p o sti i n alto nell' edi-
ficio di metallo , lì dove il calore era più inten s o . Co 1 oro eh e non avevano
co n os c i uto la verità, ma avevano compi" uto az1o · n1· mente ·
· vo 1 1· d e 11' es t· 1 10
furono po sti ai l ivell i più bassi dell 'eno rme e d'fi . .
1 c10 d"1 metall o. 1ìu ttav1a
anche quel la collo cazi one era inso pp orta b .1 1 e per .
. ., . un giorn o soltant o , fi-
gurars1 per p1u d1 cento anni !
L agonia de l luogo di dim ora d i Dopp .
. . ia ytta · supe rava ogni imm a-
g1naz10ne.
Fu condotto nei sotterran ei nei· pr .
' es si clelle arde nti. rocce sulfu ree. G"1a'
solamente l'odore era m · sopp orta b'ile e i
n mancan za d1. ven ti lazio n e il ca-
Riflessioni
I quattro cittadini di Endel rimpiansero per il resto della loro esistenza la
scelta di non avere dato ascolto alla verità. Da soli, meditarono costan
temente sulla stoltezza di non avere prestato ascolto attentamente alle
parole di Jalyn a cui avevano avuto libero accesso nella terra di Endel.
Avrebbero fatto qualsiasi cosa per avere la possibilità di torn are i!}dietro
e cambiare il proprio destino. Oh, come avrebbero voluto non aver dato
ascolto alle opinioni più diffuse e comuni ai loro tempi! Se avessero
potuto ricominciare, avrebbero rifiutato i loro folli ragionamenti per
abbracciare gli antichi scritti, immutabili e eterni.
I condannati erano tormentati dalle immagini di quel regno mera
viglioso. Pur soffrendo costantemente, erano ancora in grado di perce
pire la bellezza della città, malgrado l'avessero sperimentata per qualche
istante soltanto, e questo rendeva ancora più intenso il loro tormento. Il
calore infuocato, il puzzo acre e le tenebre non facevano che accentuare
la verità. Avrebbero potuto scegliere la bellezza, ma nella loro follia le
avevano voltato le spalle.
e
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O L I 1 -3
SE ZIO N E 1 : CA P IT
ro , co m e avres ti de finito
a I 1e com 111c
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· a 1 gg ere qu es to lib
1 . Pnm • e ss e
o rità e le t ue abitu-
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· bi e ttivi , le t ue pri
i·1 successo. ? n e l1 e o
. ·
d 1n1· nspeccl11an · o qu es ta defin izi o ne ? In ch e m o do la tu a p ros p et tiva
è sta ta s fidata al cambiam e nto o co
nfermata da ciò ch e ha i l etto in
qu esta sezion e ?
erni tà, sem
2. Qu ando cons ideriamo la seri età di un co nce tto co me l'et
bra quasi imp o ssibil e pen s are che qual cun o p o ssa esse re fidu cio so
verso il giudizio che de termina il pro p ri o desti no e t ern o . Eppure è
es attamente ciò che prom e tte 1 Giovanni 4: 17. Esami ne re mo in
s toria?
60 �flNTO DML'ETE�NITA
clEZIONE 2
� ----- �
CA P I TO LO 4
Verità fondamentale
Nella nostra allegoria Jalyn rappresenta Gesù Cristo e il Re Padre è in
vece l'onnipotente, Dio Padre. Dagon è satana; la vita a Endel rappre
senta la vita di un essere umano sulla terra, mentre Affabel rappresenta
la città celeste di Dio. La terra desolata di Solitario rappresenta lo stagno
di fuoco, dove ogni individuo privo della grazia salvifica di Gesù Cristo
trascorrerà l'eternità. Gli individui di cui ci siamo occupati nei capitoli
precedenti rappresentano vari esempi di coloro che subiranno una con
danna eterna; la Parola di Dio lo illustra molto chiaramente.
Sì, hai letto bene: condanna eterna. Mentre scrivevo di questo ar-
6a
, plic e per m e tr o var e il mo do p e r con d urre te ,
go mento, n o n e stato sem
ere ap p i e na il concetto bibli co
letto re ' al punto 1. 11 cui. potess i. co inp ren d
. seg ue n te 6 rana 6'61 ' ..
1 tco
d i "giu d izi o eter no" . Leggi attent ain ente il
e nra re d egli ins egna m e nti
Perciò cont inui�uno e supe n. a mo lo sta d'10 e l em
. ) ' ava nza ndo rego l arm e nte verso l a
e della dottr ina di Cristo ( 1. 1 Messia . , . . al
etezza e la .
perfezi on che
. pp . . n e alla ma tun ta sp1 ncu e . Non
compl e a arue
Eter no e d e li a pu-
ponen do nuovamente 11. fon dam ento de I · · · Giu dizi o
nizione. [Queste sono tutte qu esnom . • d 1' cm· già da mol to, m olto te mpo
.
dovreste essere pienamente consap evoli] (Ebre i 6: 1 -2 AMP) ·
\
"Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta per l'inferno e spa
ziosa la via che conduce facilmente ad essa, e molti sono quelli che la
percorrono. Ma stretta è invece la porta per la vita e difficile la via che
conduce ad essa, e pochi la trovano" (Matteo 7: 1 3- 1 4 TEV).
--
luta man canza di sp eran za . Se avevi viss uto nel mo1)1o� e _ E�!_ti
loro l o avevano .fatto_, e ti ritr�vavi a vivere in un luogo del gener' e per il
'---
----- -
res to della tua vita) il to rmen to s are bbe stato
- -----
.
. ass olut o.
Men tre ero lì p ensai ch e, pe r quan to fosse orr ibile ,· quel luogo era
m e raviglioso se paragonato all'i nferno. Alm eno que dete
i nut i avevano
dei co mpagn i e i raggi di s ole che filtravano dal le
sba rre delle piccol e fi
n es tre p os te i n alto . All 'infe rn o
n o n ci s ono com pag ni, né luc e, fatta ec
cezi one per il fuo co i nes tin gu ibile Nello
. stagno di fuo co no n c'è s ollievo
p er l' e tern ità; le an im e s aran n o tor
me nta te in pe rp etu o! All'in ferno le
p ersone no n p osson o nean che pe ns
are: Un giorno uscirò da uesto posto.
Hann o ricevuto un a pun izi on e e q
terna!
Po iché s i tratta di uno �ei Suoi
i n segnam en ti el em en tar i, G es ù parlò
s ss o de ll' i n ferno, m
�� o lto pi ù sp ess o
di qu an to oggi venga fatto d�i p ul-
p 1 t1 . Non co nsid e rava affatto
la su a descr1· z10 · ne d 1. to rm en to ete rno co m e
un a man ca nza di compassio
ne · p·iu ttos to I a repu
to cca rci. da Buon Pastore tava 1n • d1· spensa b r. l e p er
"' · I s uo 1· d'1sc ors 1· e in · se gn am en ti al riguardo ,
erc10 , �o m
� otivati dal suo amo r
msegnava veniva da un e, da to ch e tu tto ci ò ch faceva e
cuo re colm o di co e
mp assi o ne. Quindi la mia do -
66 dff NTO DML'ET EltNITA
ma nda è: oggi s tiain o r e nde ndo u n b u on
_ s e rviz io alla ge nte tras curando
q ues to in segna m e nto dai nos tri p ulpit i? Si trat
ta di vero am ore?
Nella Scr ittu ra ve ngo no dati 1no lti nom i all'i nf
e rno . Sceol, usato sol
tanto n e ll'A ntic o Tes tam e nto , Ade
s e la fossa s ono alc uni dei nom i attri
iti
b u alle cam e re inte rme die d e lla morte. Geenna e sta no di f
g uoco sono
i nom i dat i all'in fe rno e te rno. F ra breve ci occ up ere mo della diffe renza
tr� inte rm e- dio e etero.o .
(f"
AMP) . Non furono soltanto le loro anime .a finire in quel l uogo; ma i loro
corpi fis ici furono gettati nello stag�o di fuoco insieme con le loro anime .
uomo ricco. " Inol tre us a il nome di Abrahamo e ci s e cifica il nome del
��dica nte ·iazzaro.- Ges ù non aveva l'abitud
---- ' -- . �
ine di dare- nomi e cifici
-----sp- -- --- -
o menz ionare��e reaff nélle parab ole.
Lazzaro morì e fu condo tto dagli angeli nel seno di Abrahamo, ch e
nell'Antico Tes tamen to rappres entava il luogo di ripo so dei s anti fino al
mom en to in cui Gesù avreb be provveduto la via per farli accedere alla
presenza di Dio in cielo . Morì anche l'uom o ricco e s i ritrovò n e ll'Ade s.
Leggiamo:
alzò gl i occh i e
"E n ell'Ades, in cui era in una profo nda sofferenza,
o u ue mò:
vid e da lont ano Abrahamo e Lazzaro al suo fianc . D nq escla
aro ad intin ge re il
Padre Abrahamo! Abb i pi e tà di m e, e man da Lazz
66 ctffNTO DML'ETE�NITA
n
. nfrescarm 1. 1 a li ngu a, perché sono in una pro fo nd a
dito nell'ac qua per
soffere nza in qu esto fu oco" (L
uca 1 6 : 2 3 -24 TEV)
I
ffe re nza. Al tre trad uz io ni usan o i te r-
11 ricco e ra 1n una pro ieo n da s o
.
. cr
o le, la s o ne re nza e ra e n o rm
me nto · I altr e par e
min i agonia, angoscia, tor n
. . '
. . n3.::��
n�e�n�t�o'..2i�n�u�n�a�c�o;,ni:;:d:::1z 1=0:::: d 1-=c:;;-;;j•o n=ws::;.;ap�
e�ol e zza
L i nfe rno e, un l uogo d1 to L= ·m
:; � � .
L azza ro ch e a l o ro vol t
l
N· o ta anc · · h-- -
:- o r
e c11e 1:l- ncc 1• -
c ono bb e A brah a rn o e
a
. · . .
nco n obb ero 1 u1.• Gt t t· ndi' vidui co ns e rvan o l e l o ro ca r a tt e risti che uman e
,.
all mree rno ; s o no an co ra in grado di ragi o n a re , co ns e rvan o e m oz io n i,
volo ntà, caratte ristiche fisich e e s e nsi. Que ll'uo m o p oteva ve de re, se n-
.
t1re e provare dolore . Co ns e rvano in o ltre un a qualche fo rm a di carn e ,·
. . .
ì
.
lo si intuisce dall'intenso desideri o d el ncco d 1 aver nnfre scata la lin gua.
G esù afferma che l' an im a e il co rp o subiscono entrambi l a distruzio ne
eterna all'infern o (M atteo 1 0 :28) . In altre p ar o le l a car n e de gli individui
sarà conti nuamen te afflitta e deturp ata dal fuo co e dai ve rmi.
Nota inoltre che il ricco implorava miserico rdi a, pro pri o co m e co
loro che implo ravano mis erico rdia dai so tterrane i di S o litario n ella nostra
storia. Dall'inferno no n si scappa, p er l' eternità! Nessuno giungerà mai
dall' esterno p er recare confo rto ai suo i abitanti, anche se que sti ultimi lo
desiderano grandemente . Pare inoltre che ques ta realtà no n venga mai ac
cettata co mpletamente . Infatti Abrahamo dovette ricordare al ricco : "Fra
di noi vi è p osta una grande yo ragine. Chiunque da qui vo
glia attraversare
per giungere a voi [per portare conforto] viene ferm
ato ai suo i co nfini, e
non vi è nessuno che da lì po ssa giungere a
no i" (Luca 1 6:2 6 NLT}.
Co n osco un uo mo che ha sp e rimentat
o l'in fern o ; racco ntò ch e tutti
gridavan o in quel luogo p erché
e ra un a c o n d izio n e ins o pp o rta b ile . È
esattamen te ciò che dice il ricc
o nel vers e t to che abb iam
o let to . Co n ti
nui am o a leggere :
"Ma Abrahamo disse, figlio
m io , ricordati che tu ne lla tua vita hai rice-
vuto tutti i be ni , mentre ·L .
azzaro ha ric evuto tutte cose cattive. Ma ora
qui egli è consolato e t ·
u set neIl a son rrerenza.
E il ricco disse: 'Ti prego
dunque, Padre Abraham
o , m an d a Lazzaro a casa
h o cm. q ue fratel. li · Lasci di mio padre, perch e
. a eh e vada e li avverta affin ché
anche essi. m questo luogo di so non ve ngan o
fferenza, ,, (Luca 1 6: 25 e 27 -28 TEV) .
66 �fl NTO DU L'E
H�N IIA
Avrai �ià sen tito il vecchi o detto: "M
al comune mezzo gaudio."
Come ma t non trova appI 1caz
· 1one · . � perehe, 11. ricco non voleva altri lì
. . qui.
con lui? �osta è che all' 1n · fierno non c, e, compagnia e non c'è comu-
. , . � -- - ·
n tone . Cer ti pen san o eh e alt ' 1nrern
· e o 9· s_�ranno delle feste; altri pensano
�. . .
che s1--
--� .
ncong
- 1unge_ ranno
- · · s e cosi, rosse
_ _ _ e__Ql}._ g 1·1 af!}!Cl. e, ·
·11 ncco avrebbe
esid -. -' ' :-· .
erato ìnio rno
--------- a_ sé _ tutt _ '1_ �· suoi· compa gni d un tempo e mvece im-
- · -
plorava Abrahamo affi neh e' venisse · · - ·ato
· l oro nsparm1 -
quel tormento.
, . ,
L infern o e un luogo di estrema solitudine e disperazione. Inoltre è
un luogo di ricordo eterno, che secondo la mia opinion e rappresenta
uno dei suoi maggiori torment i. Osserva come Abrahamo risponde alla
supplica del ricco per i suoi fratelli :
''Abrahamo disse: 'I tuoi fratelli hanno Mosè e i profeti che li avvertono;
i tuoi fratelli dovrebbero ascoltare quello che loro dicono'. [uomo ricco
rispose: 'Non è sufficiente padre Abrahamo, ma se qualcuno dai morti
va a loro, si ravvederanno dai loro peccati'. Abrahamo rispose: 'Se non
ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno
dei morti resuscità" (Luca 1 6:29-3 1 TEV).
- - ------ - ---
r rcmamente imporrante i nsegnare
--" e predicar�a �arola d i Dio e non
--
oltanto le nostre esperienze.
Dal l'altro lato, avendo chiarito questo, vogl io sottolineare che: se
le esperienze integrano o contribuiscono ad amplificare la Parola di Dio,
sono meravigliose e persino necessarie. Le testimonianze hanno u n ruolo
enorme nell'annuncio dell'Evangelo, ma è l a Parola d i Dio accolta e
creduta che farà sì che la nostra trasformazione sia definitiva.
16 dmm om'EH&NITA
Disse che le tenebre erano talmente fitte che non riusciva a vedere la sua
mano davanti al proprio viso; il buio era cale che gli pareva di indos
sarlo. Ci disse: "La paura era talmente grande che pensavo che le cose
non potessero andare peggio, eppure più cadevo in basso, più diventava
intensa. Sulla terra non ho mai sperimentato una paura del genere; non
esiste modo per esprimerla con le parole."
Continuò: "Poi vidi uno sfarfallio di luci e mi resi conto che ero
diretto all'inferno. Presi a urlare: 'Perché sto andando da questa pane?
"'
Sono cristiano!
Suo padre e sua madre erano veri credenti, ma lui andava in chiesa
soltanto perché i suoi genitori non gli lasciavano scelta.
Poi ricordo che raccontò di aver sentito urla di paura e di tormento.
Ci disse: "John, Lisa, ci sono urla normali, ma ce ne sono altre che ti
fanno raggelare il sangue nelle vene. Le urla che udii erano così. Poi mi
ritrovai faccia a faccia con una creatura ricoperta di squame che non
la smetteva di dirmi: 'Vieni, sei mio'. Lottai con quella creatura. Sulle
prime non riuscii a dire nulla per via della paura, ma alla fine gridai:
'Lasciami andare, lasciami andare!"'
"Poi m i ritrovai improvvisamente ad urlare nel mio corpo, e morsi
il dottore che mi aveva infilato le dita nella gola (me lo disse in seguito
:ffiia madre dopo che le ebbi raccontato la mia esperienza) . In quegli
stessi istanti mia madre era seduta fuori dalla sala operatoria (mi ave
vano portato in ospedale) e gridava a Dio: 'Padre, se mi restituisci mio
"'
figlio te lo consacrerò per sempre! In seguito il nostro amico fondò u n
m i nistero nei Caraibi.
Potresti mettere i n dubbio questa esperienza, tuttavia non sono po
chi gli uomini, le donne e i bambini che hanno sperimentato situazioni
analoghe. Dato che queste esperienze di premorte avvengono spesso i n
presenza d i medici, sono stati svolti degli studi al riguardo.
Uno l'ha condotto un medico di nome Melvin Morse, che si è oc
cupato di bambini reduci da esperienze di premorte. Ha studiato due
gruppi di bambini in particolare. Il primo gruppo comprendeva 1 2 1
pazienti gravemente malati, ma non vicin i alla morte. Erano collegati a
Voglio prima di tutto far notare che tutti coloro che si trovano nel
luogo intermedio di tormento, l'Ades, saranno sottoposti al giudizio.
Una volta ultimato il giudizio ogni cosa che reca oltraggio a Dio e rutti
Mia moglie e io abbiamo degli amici greci. La mogl ie, Joy, è u n m i n istro
di terza generazione. Sua nonna era nata e cresciuta in Grecia e s i n da
piccola aveva cercato Dio. Le domande che rivolgeva a chi aveva intorno
incontravano i ndifferenza o pura e semplice deris ione. Avrebbe vol u to
frequentare una ch iesa, ma le veniva detto che "Dio n o n esiste" e di
smetterla con certe sciocchezze.
Un giorno stava ballando u na danza folcloristica co n l e sue amiche
nella piazza del suo villaggio nel corso di un festival quando sentì u n a
voce di rle: "Efrosyni , cerca l a danza eterna."
Era spaventata! ' Chi ha parlato? ' si chiese. Sn1ise d i danzare im me
diatamente e corse a casa sperando di trovare un po' di l ucidità. Men
tre correva si sentì oppri mere da un peso enonne; come se un grosso
fardel lo le fosse stato posto sulle spalle. Una volta i n casa, raggiunse l a
sua camera, si gettò i n gi nocchio e cominciò a piangere. Voleva parl are
con quella voce. Chi le aveva parlato? Che cosa significavano le parole
che le aveva rivolto? Che cosa cercava d i co municarle? Qu este domande
tormentarono la sua mente, ma non a lu ngo. Non appena Efrosyn i ebbe
tocca to il pavi mento sen tì qualcosa di sim ile a un fu oco entrare nella
stanza e avvolgerla. Cadde all'i ndietro ed ebbe una visione.
Vide un essere angel ico giungere a lei vestito di bi anco. La sollevò e
la t rasporrò i n un l uogo poco illum inato e la lasciò Il. Qu ando si riebbe
si accorse con assoluto stupore di trovarsi i m mersa nella scena del Gol
gota. Il S ignore era appeso alla croce e i l sa ngue colava dalle sue ferite.
Vide l 'agonia sul suo volto men tre ven iva tormen tato.
Contemporaneamente senrl delle urla proven i re da lontano. Si voltò
per vedere da dove p roveni ssero e notò u n grande abisso tra la croce e
quel luogo, dove enormi onde di fuoco eru ttavan o dalla terra. Era u n
oceano di fuoco. Sentiva le urla d i quelle che parevano essere m o l citu-
dini di persone. Maledicevano Dio. I n quell'istante sentì u n a forza spin
gerla i n basso attraverso un grosso squarcio nel suolo e l a voce che aveva
sentito prima le disse: ''Anche tu appartieni a questo l uogo" .
Era terrorizzata! Cominciò a piangere e a implorare misericordia.
Si gettò ai piedi della croce portando sulle spalle l'enorme fardello che
aveva sentito prima. Restò lì a piangere per parecchio tempo . Poi l a
voce, piena d'amore e compassione, le parlò di nuovo e l e disse: "Lo ha
fatto per te! È morto per te. Se chiedi perdono e accetti il Suo sacrificio
per te, non dovrai andare lì nello stagno di fuoco!"
Allora Efrosyni pianse ancora più intensamente e rispose immedia
tamente a ciò che la voce le aveva detto. Chiese perdono e il fardello fu
immediatamente rimosso e portato ai piedi della croce.
Alzò lo sguardo e vide il Signore Gesù in piedi davanti a lei, rive
stito di gloria. Il Signore la prese su e la trasportò su una verde collina
di bellezza ineffabile. A quel punto era in grado di comunicare con lui
mentalmente. Gli faceva domande ed Egli rispondeva. Era strabiliante!
Gli chiese dove stessero andando ed Egli le disse:
"A incontrare il tuo Padre celeste!"
Mentre si avvicinavano alla cima del monte lei notò una luce uscire
da u n cancello. Splendida musica angelica e canti proveniva no dai fiori
e dagli alberi tutt'intorno. Raggiunsero la vetta e superarono il ca ncello.
Era i ncredibile. La bellezza era indescrivibile! Si recarono direttam ente
al trono. Efrosyni non vide il volto di Dio, perché era velato, m a vide
un grosso libro e una mano venir fuori dalle nuvole. La mano prese a
scrivere. Lei si piegò in avanti per vedere che cosa scriveva e con sua
somma sorpresa si rese conto che era il suo nome che veniva scritto nel
libro della vita! (Sebbene al tempo non conoscesse neanche l'esistenza
del libro della vita) .
Quando il Padre celeste ebbe finito di scrivere il suo nome nel libro
della vita le disse: "Benvenuta in famiglia!" e le diede u n bacio sulla
fronte. In quell'istante lei vide gli angeli formare cerchi e iniziare a dan
zare e a cantare e a esultare! Riconobbe il suo nome cantato dagli angeli
che danzavano. Si unì a loro. Poi ricordò ciò che il Signore le aveva
detto: "Cerca la danza eterna!" Soltanto molto più tardi si rese conto
che ciò che gli angeli s tavano facendo era una grande festa in suo onore
perché era stata salvata.
Dopo un po' il Signore le parlò e le disse che era il momento per lei
d i ritornare sulla terra perché Egli aveva un grande piano per lei. Avrebbe
dovuto superare grandi prove per amore del suo nome, ma Egli sarebbe
stato al suo fianco e alla fine di tutto lei sarebbe ritornata lì per restare con
lui per sempre. In quel momento Efrosyn i si ritrovò nella sua s tanza. Fu
grandemente delusa di ritrovarsi sulla terra dopo il meraviglioso viaggio i n
cielo appena speri mentato, ma non aveva scelta al riguardo.
Quando la voce d i quella esperienza si di ffuse, nel vil laggio i n iziò la
persecuzione. Ebbe inizio da suo padre, che minacciò di ucciderla con
un'accetta se non avesse rinunciato alla sua fede. Lei gli disse che non
avrebbe mai potuto rinunciare a ciò che aveva sperimentato. La persecu
zione divenne molto più intensa, fi no alla sera i n cui sua sorella la rag
giunse e la avve rtì che certe persone avevano i n mente di andare da lei il
mattino dopo per condurla nella piazza del villaggio, dove s i trovava l a
chiesa greco-ortodossa. Avrebbero portato fuori l'icona d i Maria e s e lei
non si fosse i ngi nocchiata a baciarla l'avrebbero cosparsa di benzina e le
avrebbero dato fuoco.
Lei non credeva che si sarebbero spinti a tanto, ma pareva che fos
sero determ inati a fa rlo, poiché quella stessa notte un angelo del Signore
si presentò alla giovane Efrosyni e la svegliò dandole un colpetto sulla
spalla. Una volta sveglia, le disse di vestirsi e di raggiungere la porta d'in
gresso. Lei ubbidl e giunta sul portico sentl che qualcuno la sollevava da
terra. Fu trasportata fisicamente da casa sua alla sicurezza di un villaggio
distante chil ometri dal suo.
"Se l'occhio tuo ti fa peccare, cavalo via; meglio e pili vantaggioso per
te entrare con un occhio solo nel regno di Dio, che avere due occhi ed
essere gettato all'inferno (geenna)" (Marco 9:47 AMP).
"E se i l tuo occhio ti fa perdere la fede, toglilo via! .È molto meglio per te
entrare nel regno di Dio con un solo occhio, che tenere entrambe gli oc
chi ed essere gettati all'inferno. Lì i vermi che li mangiano non muoiono
mai, cd il fuoco che li brucia non si spegne" (Marco 9:47-48 TEV).
I vermi che li mangiano non muoiono. Ciò vuol dire che avra n n o
sem pre qualcosa da mangiare. Faccian10 un paragone con i l m o ndo na
t ur.ile. Quando una persona muore fisicamente i vermi ne mangiano l a
. rne fino a consurn:ub, quando restano solo le ossa i vermi muoiono.
I ve rmi nella geenna non muoiono mai perché ciò che mangiano non
cc.-.sa mai cl i csi tcre. Uno di quelli che sperimentò l'inferno d isse d i aver
visto vermi enormi mangiare la carne degli individui tormentati dalle
fiamme, e ind ipendentemente dal tempo trascorso da quando vi erano
stati gcu :t t i , :wcv:mo ancor.i addosso carne che ven iva consu1naca.
1 , hai c:ipico bene: è un luogo inim magi nabile! Ciò che dobbiamo
tenere mente è che in o rigine Dio non creò lo scagno di fuoco per gli
L
oscri umani. Leggi che cosa Gesti dice di coloro che vengono gettati i n
ques to luogo pavcncoso:
..Allor:1 dir.t :inc.hc a quelli dcll:t sua .s inistra: Andare via da me, ma
ledet t i . nd fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!"
(r,. b uco 25:4 l ) .
Abbiamo visto quanto sia palese l'ira di Jalyn nel capitolo p recedente.
La Bibbia afferma che l'uomo e la donna che bevono: " i l vino dell'ira di
Dio . . . saranno tormentati con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e da
vanti all'Agnello. Il fumo del loro tormento sale per sempre, in eterno"
(Apocalisse 14: 1 0- 1 1 ) .
Ancora una volta pensa: per sempre e i n eterno. Ritorna con la
mente a ciò che ho serino dell'eternità nel primo capitolo. Vuoi cercare
di afferrare il conceno di eternità? Non puoi farlo con la mente, ma con
il cuore sì. Per questo motivo Dio si lamentò di un'intera generazio n e
che non ]o ascoltava rivolgendo loro queste parole:
16 �rlNTO DALL'EH�NITA
giudizio. Nessuno potrà mai trovarsi di fronte a Dio e dire: "Ho vissuto
una vita degna del tuo regno e non merito di essere punito per l'etern ità".
La ragione di questa nostra mancanza s i trova nel principio, nel giar
dino.
Luomo disubbidì deliberatamente e nel farlo assunse una natura
peccaminosa. Con quel tradimento si rese schiavo di satana, si legò al
suo dominio e in nessun n1odo avrebbe mai potuto redimersi o salvare
sé stesso. Quella natura decaduta fu tramandata a ogni discendente di
Adamo, cioè l'intera umanità, poiché ognuno di noi è nato con la na
tura dei propri gen itori .
Per puro amore, Dio prornise che sebbene l'uomo fosse pienamente
responsabile del suo stato decaduto, Egli avrebbe mandato un Salvatore
i n nostro ai uto. Il Salvatore è Gesti Cristo. Fu annunciato centinaia di
anni prima della sua nascita che sarebbe stato partorito da una vergine
( Isaia 7: 1 4) . Suo Padre è Dio e sua madre fu una vergine di nome Ma
ria, discendente del re Davide. Doveva essere così, poiché se entrambi
i geni tori fossero stati umani Gesti sarebbe stato legato alla natura di
Adamo, e sarebbe stato schiavo del peccato, non avrebbe potuto vivere
una vira perfetta e quindi non avrebbe mai potuto red imerci.
Tu ttavia doveva nascere da una donna poiché era stato un uomo a
etdcre e doveva essere un uomo a pagare il prezzo del tradimento. Perciò
Gesti era al cento per cento Dio e al cento per cento uomo. Quando Gesti
andò alla croce prese su di sé rutti i nostri peccati e versò il Suo sangue
fino alla morte, pagando cosl il prezzo del peccato. Ma, poiché visse una
vira pcrfcrra di giustizia, il Padre lo risuscitò dalla morte e lo fece sedere
alla propria destra. Il re Davide, che fu anche un profeta e un antenato di
Gesù, vide e scrisse mille anni prima di ciò che sarebbe accaduto dopo la
crocifissione di Gesù. Pietro lo citò i l giorno di Pentecoste dichiarando:
Gesù fu risuscitato dai morti per liberarci. Nota che Pietro dice che
Gesù non fu lasciato nel soggiorno dei morti, il che ci fa capire auto
maticamente che è stato nell'Ades. Quando arrivò lì, in un periodo di
tempo compreso tra la crocifissione e la risurrezione, Gesù assaporò l a
morte e l'inferno per tutti, affinché non dovessimo ricevere l a nostra
giusta punizione eterna. Adesso quando rinunciamo alla vita i ncentra�a
su noi stessi e ci consacriamo completamente alla Sua signoria, ciò che
Egli fece per noi, spargendo il Suo sangue e assaporando la morte, di
venta il riscatto per riacquistarci e anche la nostra giustificazione davanti
a Dio. A questo punto siamo messi in pari con la Sua giustizia e pos
siamo accostarci con fiducia al Suo trono del giudizio. Dio sia lodato
per sempre!
Per questo motivo ci viene detto esplicitamente: " Dio vi h a salvati
mediante il Suo favore speciale quando avete creduto. E voi non potete
prendervi il merito di questo; è un dono di Dio. La salvezza non è una
ricompensa per le cose buone che abbiamo fatto, affinché nessuno se ne
possa vantare" (Efesini 2:8-9 NLT) .
Se non ti sei mai pentito di avere vissuto in modo indipendente da
Dio, se non hai mai rinunciato ai tuoi peccati fino a oggi, e se non hai
mai consacrato la tua vita completamente alla signoria di Gesù, al lora
vai dir�ttamente all'Appendice al termine del libro, dove ti spiego il
piano di salvezza di Dio e prego con te affinché tu riceva Gesù Cristo
come tuo personale Signore e Salvatore.
La maggior parte dei credenti conosce già molto bene ciò che ho spie
gato in queste pagine. Ma ciò di cui mi occuperò nei prossimi due capitoli
non è ancora stato compreso da molti credenti. Di fatto, molti di coloro
che si professano cristiani saranno sconvolti dalle semplici verità bibliche
che verranno rivelate nelle prossime pagine. Nei prossimi capitoli sco p ri
remo anche perché la punizione eterna è una conoscenza fondamentale
che ogni credente deve possedere al fine di una crescita sana.
CAP I T O LO 5
IL GIUDIZIO DI INGJ\NNJ\TO
Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che
fanno tali cose è conforme a verità
Roman i 2:2
{! esù venne a salvarci per l iberarci dalla condanna eterna per i l p eccato,
::J. i n tesa i n origine per satana e i suoi subalterni . La Sua vita data per
noi rivela lo straordinario amore di Dio nei nostri confronti. Pensaci.
In principio il Signore creò in un mondo perfetto, l'umanità i nsieme
con gl i animali, gli uccelli, gli insetti, le creature del mare e tutto il resto
della terra i nclusa la sua atmosfera. Leggiam.o : " Dio vide tutto quello
,,
che aveva fatto, ed ecco, era molto buono (Genesi 1 :3 1 ) . Poi affidò
all'uomo u na creazione perfetta affi nché la custodisse e ne avesse cura.
Come afferma il Salm ista: " I cieli appartengono al Signore soltanto, m a
la terra l'ha data agli uomini" (Sal mo 1 1 5 : 1 6 TEV) . Adamo aveva la
responsabi lità di p roteggere non soltanto sé stesso, ma l'intera creazione
dal grande nemico di Dio, Lucifero.
Dio non voleva per se degl i automi incapaci di scegliere liberamente
di amarlo, di ubbid irgl i e avere com unione con Lui, perciò tra una mi
riade di al beri solo s u uno pose il seguente comando: " Mangia p ure da
ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del
m ale n o n ne mangiare; perché nel giorno che tu n e m angerai, certa
m e n te morirai" (Genesi 2: 1 6- 1 7) .
La m o rte di cui parlava Dio n o n era la morte fisica, perché Adamo
sperimentò la morte fisica soltanto anni dopo (anch'essa conseguenza della
sua disubbidienza) . Dio mostrò i nvece all'uomo che sarebbe stato escluso
dalla vita di Dio e avrebbe acquisito la natura di Lucifero, cioè la m orte.
61
Dopo un po' di tempo Lucifero ingannò Eva pervertendo l'im m agine
del carattere di Dio ai suoi occhi. Riuscì a distogliere il suo i nteresse da
tutti gli alberi del giardino di cui poteva mangiare il frutto e a concentrarlo
sull'unico proibito. Non appena ebbe giudicato l'albero buono, bello e
desiderabile, ne mangiò il frutto, perché a quel punto percepì il Signore
come un egoista "sottrattore" anziché vederlo come Egli è in realtà, cioè u n
generoso "donatore". Ma l'umanità non era ancora caduta quando questo
accadde. Fu soltanto quando Adamo si unì a lei nel m angiare il frutto, che
la creazione di Dio assunse la natura di morte. Per questo motivo il suo
peccato fu più grande: lei fu ingannata, lui no (1 Timoteo 2: 14).
Di conseguenza non soltanto Adamo, m a tutta la creazione a lui
sottoposta assunse la natura di morte. Prim a del tradi m ento di Adamo
gli animali non divoravano altri animali, non mangiavano carne e n em
meno morivano. Tornado, terremoti, uragani, carestie, malattie e pesti
lenze non esistevano. Furono la conseguenza del fatto che l'uomo s m ise
di custodire ciò che Dio aveva affidato alle sue cure. Non fu soltanto l'u
manità ad assumere la natura di morte, ma tutta la creazione. Leggiamo:
"Contro la propria volontà, la terra e tutto ciò che era in essa, fu sog
getta alla maledizione di Dio. Tutta la creazione attende con ansia il
giorno in cui si riun irà insieme ai figli di Dio nella gloriosa liberrà dalla
morte e dal decadimento" (Romani 8 :20-2 1 NLT) .
Gesti non ha soltanto pagato il prezzo per i nostri peccaci, ma c'è dell'al
tro: in Lui assumiamo una nuova natura a immagine di Dio e non
siamo pili schiavi del peccato. Quando una persona consacra la p ropria
vira completamente a Gesù diventa una creatura nuova di zecca .
"Non amare le cose del mondo. Non amate i beni del mondo. L'amore
per il mondo strizza via l'amore per il Padre. Praticamente tutto ciò che
accade nel mondo - volere a modo vostro, volere tutto per voi stessi,
volere apparire importanti - non ha nulla a che fare con il Padre. Vi
isola solo da Lui . Il mondo, e tutto il suo voglio, voglio, voglio, sta per
finire, ma chiu nque fa ciò che Dio vuole, ri mane in eterno" (1 Giovanni
2: 1 5- I 7 The Message) .
La tipica "conversione"
IL GIUDIZIO DI INGMmnro 66
Signore!' entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio
che è nei cieli" (Matteo 7:2 1 ) .
Se soltanto prestassimo ascolto a questa affermazione, senza filtrarla
attraverso anni di predicazioni, insegnamenti, scritti e canti p rivi di
equilibrio, noteremmo come sia in contraddizione con il n ostro Evan
gelo moderno. Le parole di Gesù non potevano essere p i ù chiare. No n
tutti coloro che hanno recitato la preghiera di salvezza e l o hanno con
fessato come Signore andranno in cielo. E se non andranno in cielo resta
un'unica alternativa, quella che abbiamo visto nel capitolo precedente.
)
Consideriamo una tipica evangelizzazione. Il messaggio p redicato
invita ad andare a Gesù per ricevere "benedizioni". Dice che G esù ci
I
darà gioia, pace, prosperità, felicità, salute, il cielo e così via. Non frain
tendermi. Dio desidera benedirci, ma Gesù non usò mai le benedizioni
per indurre le persone a seguirlo.
Poi, dopo circa trentacinque minuti di discorsetto, chi predica i nvita
i presenti a chinare il capo e chiede loro se, nel caso in cui m orissero
quella notte stessa, sarebbero certi di andare in cielo. Li incoraggia per
sino a porre la domanda a chi sta alla loro destra e alla loro sini tr.l in
modo da favorire l'opera di convincimento. "Se la loro risposta è n ega
tiva", li esorta, "prendeteli per mano e conduceteli qui".
Mentre si fanno avanti vengono intonati vecchi cane.i com e: Cor} come
sono. Oppure i presenti battono le mani e sorridono mentre gli strumenti
intonano note trionfanti per accompagnarne la marcia verso il pulpito.
Quando tutti sono davanti il ministro di culto li csorra a chinare il
capo e a ripetere una preghiera come questa: "Padre, confesso di es ere
un peccatore, perdona il mio peccato. Chiedo oggi a Gesti di c n r r.uc
nella mia vita come Signore e Salvatore. Grazie per avermi reso un ruo
figliolo. Nel nome di Gesù, amen".
I presenti applaudono, la musica aumenta di volume e i nuovi "con
vertiti" ritornano ai propri posti, "così coi:n' erano". Solo che adesso sono
.ingan_!!ati. �ulla è stato dicco ri gu ardo al pentimento e al ra.vvedj!_Tl enro
aa -
stili di. ;ira ribelli, riguardo alla ri��ncia ai propri desideri per abbrac-
-
Perdere p er guadagnare
Il GIUDIZIO DI INOMIN�T0 69
figli noleggiò una versione integrale del film u n a sera e quando lo ve
demmo in famiglia notai un parallelo sorprendente.
Nel film Matrix viene posta una domanda i n teressante: "Come po
tresti riconoscere la differenza tra il mondo oniri co e il mondo reale se
non ti risvegliassi dal sogno?" 1
In questo film la vita del ventesimo secolo scorre nella n o rm alità,
o così pare. In realtà, la storia comincia verso la fi n e del ventunesimo
secolo. Gli uomini sviluppano l'intelligenza artificiale (a cui s i fa riferi
mento semplicemente come le "Macchine"). Le Macchine assumono il
controllo della Terra e l'uomo oppone loro resistenza. Nella conseguente
lotta di potere l'umanità viene decimata e le Macchine han no la m eglio.
Queste macchine scoprono di poter riuscire a sopravvivere usand o l'e
lettricità generata dal corpo umano, perciò creano una grande illusione
per indurre con l'inganno gli umani a servi rle. Il mondo ''semb ra" essere
ancora normale, ma in realtà i corpi degli umani sono contenuti den tro
delle incubatrici in grandi "allevamenti cibernetici", e le loro m enti sono
collegate ad un programma di realtà virtuale mondiale chiamato Ma
trix, che simula la vita normale. Perciò, in sostanza, la loro libertà non è
reale; sono sostanzialmente schiavi.
È a questo punto che nel film compare un gruppo selezionato di
uomini e donne che sono riusciti a trovare il modo di usci re da M atrix,
scoprendo la loro vera identità. Formano una colonia ch iamata Zion nel
mondo reale (altrimenti senza vita). Alcuni di essi rientrano i n M atrix
per combattere le Macchine e liberare l'umanità.
La battaglia è intensa e la vita non è facile; ma i crociati sono più in
teressati alla vera l ibertà piuttosto che a vivere la menzogna di una falsa
libertà. Preferiscono guadagnarsi la libertà a caro prezzo piuttosto che
arrendersi a una schiavitù con ingannevoli consolazioni.
A questo punto notiamo il parallelo. Molti non credenti conside
rano i cristiani schiavi, privi di libertà e reputano sé stessi liberi. Tuttavia
la verità è che gli individui senza Cristo sono schiavi, i n modo non d is
simile da coloro che nel film vivono una menzogna nelle " incubatrici",
schiavi di una macchina. Sono schiavi del peccato.
La difficoltà di essere cristi a n i
Non sono schiavi solamente coloro che non hanno mai udito l'Evangelo
o che si sono rifiutati di credere, ma anche molti "convertiti" di questa
generazione. Abbiamo creato questo dilemma trascurando di sottolineare
il prezro che comporta seguire Gesù. Molti credono di essere li beri, m a i n
realtà n o n lo sono e l a prova di ciò è nel loro stile d i vita. Gesù dice:
I L GIUDIZIO D I INGI\Ntil\TO 91
Altre traduzioni usano le parole pericolosi o terribili per descrivere
i tempi in cui viviamo. Perché è così? Esaminando i tempi i n cui visse
l'apostolo Paolo, sappiamo che egli i ncontrò grandi opposizi on i . Rice
vette trentanove frustate sulla schiena i n cinque occasioni differenti. Tre
volte fu battuto con le verghe. Una volta fu lapidato; e trascorse a nn i i n
carcere. Dovunque si voltasse incontrava grandi persecuzioni. Eppure
scrisse che ai nostri giorni sarebbe stato più difficile essere cristiani. Per
ché? Ce ne spiega il motivo:
Perché gli uomini saranno amami di sé stessi, amanti del denaro, va
nagloriosi, superbi, violenti, ribelli ai genitori, ingrati, profani, senza
amore, impietosi, calunniatori, senza controllo, spietati, senza amore
per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi , amanti del piacere anzi
ché di Dio . . . (2 Timoteo 3:2-4 NIV) .
Confini invisibili
L1.
difficoltà s t a n e l fu c ro c h e cerci con fi n i n o n s o n o per n iente netti.
Con ideriamo o ra u n indi viduo che è sostanzia lmente egoista. Questo
p rofc sa di ave r sperimentato la nuova nascita, parla come u n vero cre
dente, ha a micizie consacrate e partecipa con en tusiasmo alle r i u n i o n i
cri r b ne; t u tcavia la s u a natura non è ca m biata. l n sostanza, q uesto i ndi
viduo i: i ncon apcvolmcnrc un i m post ore e la d i fficol tà s ta nel fatto che
i l suo autoi nga n n o si di ffonde come una n1ala ttia.
Al t r i foncb no la loro vita sul "modello" della cultura cristiana, ma
qu · co "mode llo" non è i n armonia con il ciclo e perciò di venta d i fficile
es ere veri credenti. /\i tempi cl i Paolo, se cri un credente la tua vita era
co cantemcntc a rcpcn cagl io. Non c'era no dubbi al riguardo: se seguivi
G esL1, mcc ccvi a rischio la tua vita. L:apostolo Paolo prosegue:
r-. b tu, co no ci ciò che in cgno, lì mo reo, e come vivo, e qual è il mio
copo ndb vita. Conosci l:1 mia fede e per quanto tempo ho sofferto.
Conosci il mio amore e b mia paziente persevera nza. Sai quanta persecu
zione e sofferenza ho sopportato. Sai rucro di come sono stato persegui caro
ad Anùochia, Ico nio e Liscria, ma il Signore mi ha liberato da runo. Sì, e
IL GIUDIZIO DI INGMiN,U O 9J
chiunque voglia vivere una vita santa in Cristo Gesù, subirà persecuzione.
Ma uomini malvagi e impostori aumenteranno. Continueranno ad in
NLn.
gannare altri, ed essi stessi saranno ingannati (2 lìmoteo 3:10- 1 3
Miei cari amici, s tavo facendo del m io meglio per scrivervi della salvezza
che abbiamo i n comune, quando ho subito avvertito la necessità di scri
vervi per incoraggiarvi a conti nuare a combattere per la fede, che una
volta per tutte, Dio ha dato al Suo popolo (G iuda 3 TEV) .
Nota l'urgenza del suo tono. Aveva voglia d i d iscutere i vari meravi
gliosi aspetti della salvezza, ma era costretto a scrivere riguardo a qual
cos'altro. Doveva incoraggiare i suoi lettori a combattere strenuamente
per l a fede. Di che combattimento si trattava? Lo spiega subito dopo:
1 1 affermazioni _c ome: "So che non vivo come dovrei, m a ri ngr.tz.io io per
1 ·1a sua grazia" .. È' un grave inganno. La Bibbia non i nsegna affi t t o che b
grazia è come u� g�ande cerotto, ..ma p iu ttosto come /11 p rrJell:A di Dio
\
in noi che ci mette in grado difare ciò che !tr verità esige dn noi.
I
j E stato insegnato che la grazia è semplicemente il favore in1 mcri-
tato di Dio. È indubbiamente il suo favore e non la i pu · a q u ist=irc
o guadagnare. Tuttavia ci mette anche in grado di u b b i d i re e la p rova
che l'abbiamo realmente ricevuta è il nostro stile d i vita on a r.t t o. L,
nostra ubbidienza alla Parola di Dio conferma la rca l r:'i ddla g razi a n ella
nostra vita. Per questo motivo Giacomo afferma:
96 drlt'HO DAU'[TUNIU
Tu credi che Dio è uno; e fai bene. Questo lo credono anche i demoni
e rabbrividiscono . . . (Giacomo 2: 1 7- 1 9 AMP) .
Perciò, ricevendo il regno che non può essere scosso, abbiamo la grazia,
mediante la quale possiamo servire Dio in modo accettevole (Ebrei 1 2:28,
NKJV).
96 drlNTO ourEnaNJTA
zione che s i è moltiplicata a causa della concupiscenza (des i deri umani
contrari a Dio) . Non permettere a nessuno, con parole o azion i , di d is
suaderti dal vivere secon do la natura divina i mpartita nel tuo essere.
Lapostolo Paolo afferma chiaramente:
Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è man ifestata, e
ci i nsegna a rinunziare al l'emp ietà e alle passioni mondane, per vivere
in quesro mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspet
tando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande
Dio e Salvatore, Cristo Gesù. Egli ha dato sé stesso per noi per riscat
tarci da ogni iniquità e pu rifica re per sé u n popolo che gl i appartenga,
zelante nelle opere buone. Parla di queste cose, esorta e riprendi con
piena amorid. Ness uno t i disprezzi (Tito 2: 1 1 - 1 5 ) .
IL GI OIZIO Ol lNGANNi\TO 99
Insisti con forza
Nota che, con il versetto citato sopra, la Parola di Dio ci esorta a i nsi
stere con forza su queste cose, ad insegnarle senza tregua, ad affermarle
costantemente e incessantemente. Ci hai fatto caso? Mi pare che di que
ste cose si parli invece molto poco dai nostri pulpiti o tra i credenti oggi,
figuriamoci se ci si insiste sopra!
Per questo motivo abbiamo perso di vista l'importanza del dedi
carsi alle buone opere per mezzo della grazia di Dio. In sostanza stiamo
lasciando che la potenza che è in noi rimanga assopita a causa della
mancanza dì fede e della scarsa capacità di riconoscere e discernere certe
cose. La nostra fede, che ci dà accesso alla grazia, deve restare attiva
mediante la verbalizzazione dì ciò in cui crediamo. Lapostolo Paolo af
ferma: "Chiedo a lui che la fede che ci è comune diventi efficace n el farti
riconoscere tutto il bene che noi possiamo compiere, alla gloria di Cristo"
(Filemone 6) .
Se non affermiamo queste cose incessantemente, ci allontaneremo
dalla verità. Lo vediamo chiaramente nella lettera agli Ebrei:
Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per
timore di essere trascinati lontano da esse. Infatti , se la parola pro n u n
ziata per mezzo d i angeli s i dimostrò ferma e ogni trasgressione e d i
subbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se
trascuriamo una così grande salvezza? . . . (Ebrei 2: 1 -3).
Qualcuno penserà: Pare che questi tizi non abbiano letto il M-1ovo
Testamento. E invece lo fecero. Nel suo Ubro La prova che esige un ver-
Sul finire degli anni ottanta Dio mi diede una v1s1one. Vidi una
moltitudine talmente numerosa che mi era i mpossibile scorgerne la
fine. Era un oceano di esseri umani. Sapevo che tra loro non c'erano
atei, peccatori confessi o seguaci di altre religioni; si professavano tutti
cristiani. Quelle persone erano giunte al trono del giudizio e o gnuna di
esse attendeva trepidante che Gesù dicesse: "Entra nella gioia del tuo Si
gnore" (Matteo 25: 2 1 ) . E invece le parole di Gesù. furono: "Allontanatevi
da. me, voi che praticate l'illegalità!" (Matteo 7:23).
Vidi lo shock e il terrore sui loro volti . Riesci a i m maginare che
cosa voglia d..ire sentirsi sicuri di una salvezza che non si possiede? Ri
esci a immaginare che cosa voglia dire essere esiliati per semp re tra le
fiamme dell'inferno quando credevi pienamente di essere desti nato al
paradiso? Per sempre dovrai affrontare la consapevolezza che tu ste ss o
(e probabilmente anche coloro che hanno predicato a te) h a i p reso
così alla leggera il tuo destino eterno. Credi ancora che ci sia s pazio
per messaggi "amichevoli" che evitano di menzionare le ammonizi o n i
d i Gesù?
Capisci adesso perché dobbiamo predicare tutto il consiglio di Dio e
4. Nel quinto capitolo, abbiamo discusso del fatto che tendiamo troppo
spesso a condividere solo le promesse del Vangelo senza parlare del
costo che la decisione di seguire Gesù avrà n ella vita di qualcu no.
Perché una vita di sottomissione alla signoria di Cristo è molto pit1
abbondante di una vita in cui si ricevono semplicemente promesse
di benefici spirituali senza dover cambiare il modo in cui viviamo?
5. Pensa a tutto ciò che hai imparato finora riguardo alla salvezza, al
giudizio e all'impatto che le nostre scelte d i vita hanno s ull'eternità.
In che modo, l'approfondimento del quinto capitolo sulla natura
della grazia, cambia la tua prospettiva futura s u questi argomenti?
c§EZIONE éJ
� ---- �
CA P I T O L O 6
111
leggere dal trentaduesimo capitolo". Andai i mmediatam e n te a quel ca
pitolo e notai che era l'inizio del messaggio d i Eliu.
Dopo aver sperimentato la tragedia, l a percezio n e che G i o b b e
aveva di Dio era rapidamente p eggiorata a causa della s o fferenza e
delle disgrazie. A quel punto aveva cominci ato a vedere D i o attraverso
le proprie esperienze i nvece di cercarlo p er la sua saggezza (vedi Gia
como 1 :2-8) . Con il passare del tempo le consideraz i o n i che t rasse,
lo portarono verso l'autogiustifìcazione. I tre amici di G i o b b e che
si erano espressi nei capitoli p receden t i a quello che s tavo leggendo
erano diventati dei teologi autodidatti che tentavan o d i i n te r p re tare
le tragedie di G iobbe. Ciò non fece che p eggiorare l e cose. Gli a m i ci
non trovarono alcun modo per confutare i ragionamenti ostin ati di
Giobbe e invece lo condannarono.
Eliu, essendo il p i ù giovane, attese a l un go p rima di parlare, per
udire la saggezza divi na dai tre amici di G iobbe, ma quando p e rcepì
che i tre non avevano p i ù n ulla da dire p rese final m e n te la parola e
disse: "Ecco, ho aspettato i vostri discorsi, ho ascoltato i vostri argo
menti, mentre andavate cercando altre parole. Vi ho seguito atten
tamente, ed ecco, nessuno di voi ha con v i n to G i o bbe, n essu n o ha
risposto alle sue parole. Non avete dunque ragione di d i re: Abbiamo
trovato la saggezza! Dio soltanto lo farà cedere; non l ' u o m o ! " ( G i o bbe
32: 1 1 - 1 3).
Eliu proseguì rimproverando tutti. Disse: "Deve fo rse Dio adattare
la Sua giustizia alle tue richieste? Ti dirà forse: Scegli ru, non io, quello
che sai, dillo?" (Giobbe 34:33 NLTI . Oh, che modo accurato, il suo,
di rispondere all'errore che al giorno d'oggi è così diffuso. È una delle
principali radici della teologia fuorviata nella chiesa; pen11ettian10 alle
nostre esperienze di interpretare la Parola di Dio piuttosto che pennettere
alla Parola di Dio di stabilire la verità!
Eliu non espresse ragionamenti umani o una teologia p lasmata dagli
eventi e da preconcetti su chi Dio è, ma piuttosto, senza i nterferire c o n
la veri� enunciò l a pura Parola d i Dio. Dopo c h e ebbe ulti mato il suo
intervento leggiamo:
Allora dalla tempesta Dio rispose a Giobbe, "Chi sei tu per mettere i n di
scussione la mia sapienza con le tue ignoranti parole vane? Ora, in piedi,
da uomo, e rispondi alle domande che ti pongo!" (Giobbe 38: 1 -3 TEV) .
"So che tu sei potente; che tu puoi fare tutto ciò che vuoi. Tu chiedi,
come oso mettere in discussione la ma sapienza dato che sono così igno
rante. Ho parlato di cose che non capivo, di meravigl ie troppo grand i
per m e d a conoscerle. lvii hai detto d i ascoltare mentre parlavi e d i
provare a rispondere alle rue domande. I n passato ho conosciuto solo
ciò che altri mi hanno decto, ma ora ti ho visto con i miei scessi occhi.
Dunque, mi vergogno di cucco ciò che ho decco, e mi pento nella pol
vere e nella cenere" (Giobbe 42:2-6 TEV).
Nota che Giobbe dice: "In passato ho conosciuto solo ciò che altri
mi hanno detto, ma ora ti ho visto con i miei stessi occhi". C'è una po
tente verità in questo.
La Bibbia afferma che ven iamo trasformati di gloria in gloria mentre
contempliamo il Signore (vedi 2 Corinzi 3: 1 8), non quando sentiamo
parlare di lui. Gesù è la Parola vivente di Dio. Vederlo è conoscerlo,
conoscere le sue vie.
Questo è ciò che la verità rivelata fa a una persona. Sentiamo la Pa-
Seguire p er convenienza
Ora akuni Ebrei che andavano in giro a scacciare gli spiriti maligni dai
malati pensarono di servi rsi del nome del Signore Gesù nei loro scon
gi uri. Di cevano agli spiriti maligni: 'Nel nome di quel Gesù che Paolo
predica, io vi comando di uscire da questi malati'. Così facevano, ad
esempio, i sene figli di un certo Sceva, Ebreo e capo dei sacerdoti. Ma
una volta lo spirito maligno rispose loro: 'Gesù lo conosco, e Paolo so
chi è! Ma voi, chi siete?' Poi l'uomo posseduto dallo spirito maligno si
scagl iò contro di loro e li afferrò; li picchiò con tale violenza, che essi
fugg irono da quella casa nudi e pieni di ferite" (Atti 1 9: 1 3 - 1 6 ICL00D).
"Fratelli miei, se qualcuno tra di voi si svia dalla verità e uno lo ricon
duce indietro, costui sappia che chi avrà riponato indietro un peccatore
dall'errore della sua via salverà l'anima del peccatore dalla morte e co
prirà una gran quantità di peccati" (Giacomo 5 : 1 9-20).
'U GMND[ U
, OSTi\SIA 119
Questo verso dei Proverbi conferm a le parole dell'apostolo Gia
como most rando quale sarà la dimora ultitna di una persona che si
st1in da Dio senza pentirsi: l'assemblea dei defunti, cioè l'Ades, e in fine
lo st agno di fuoco.
C'è un uomo di Dio che ha servito fedelmente nel ministero per circa
settan t'anni nel ventesimo secolo. La sua influenza nel corpo di Cristo
è stata enorme, con sessantacinque milioni di libri stampati e la scuola
biblica che ha contato più di 20.000 diplomati.
Egli trattò proprio questo argomento in uno dei suoi libri . Scrisse
che nel 1 9 52, Gesù gli apparve i n visione per rivelargli alcune verità
bibliche. Nella visione i l Signore gli mostrò la moglie di un pastore di
sua conoscenza. La donna aveva creduto alla menzogna che i suoi talenti
e la sua bellezza erano sprecati nel ministero. Con il passare del tempo
aveva cominciato ad accarezzare il pensiero della fama, della popolarità
e del benessere di cui avrebbe potuto godere nel mondo. Finì per cedere,
lasciò il marito e andò alla ricerca del successo che bramava.
I l Signore disse specificamente a questo ministro: "Quella donna era
una mia figliola" e poi lo esortò a non pregare per lei. Il brano che segue
è un estratto dal suo libro:
Pietro si rivolge a cristiani che sono tornati alla schiavitù del peccato.
Sarebbe stato meglio per loro che non avessero mai conosciuto la realtà
della salvezza attraverso Gesù Cristo. Essi hanno definitivamente scelto
i piaceri. le concupiscenze e l'orgoglio di questa vita, invece che l'ubbi
dienza e il vivere una vita santa.
Perché sarebbe stato megJ io per loro non aver mai conosciuto la via
della giustizia? Giuda ci risponde. Come nel caso di Pietro, anche Giuda
parla di coloro che abbandonano la salvezza. Afferma: "Guai a loro!
Perché si sono incammi nati per la via di Caino, e per amor di lucro si
sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la ribellione di
Core" (Giuda 1 1 ) .
Cai no, Balaam e Core avevano tutti un tempo avuto una relazion e
con il Signore. Due di loro erano ministri. Lerrore di Caino fu la sfac
ciata disubbidienza a Dio; quello di Balaam fu l'amore del denaro;
quello di Core fu la ribellione ali' autorità delegata. Giuda prosegue:
Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi
senza ritegno, pascendo sé stessi; nuvole senza acqua:, portate qua e là
dai venti; alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; onde
furiose del mare schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è riser
vata l'oscurità delle tenebre in eterno (Giuda 1 2- 1 3).
Nella prima chiesa le agapi erano pasti serali durante i quali i mem
bri si riunivano per esprimere la loro comunione intima con Dio e con
gli altri. Un'agape terminava di solito con la celebrazione della santa
cena.2 Da questo apprendiamo un fatto che dovrebbe farci molto ri
flettere: non tutti coloro che abbandonano la salvezza lasciano la chiesa
organizzata come fece la donna della visione di quel ministro. Questo li
rende ancora più pericolosi perché la loro influenza sui piccoli, su chi ha
una coscienza debole e su chi è ferito può essere fatale.
Core è un esempio di questo genere di persone. Era un ministro
associato di Aaronne, ma disse ad Aaronne e Mosè: "Avete esagerato!
Tutti i n Israele sono stati appartati per il Signore, ed Egli è con tutti noi.
Che diritto avete di comportarvi come se foste più importanti di chiun
que altro tra queste persone del Signore?'' (Numeri 1 6:3 NLT) . La sua
influenza determinò un giudizio di morte su 250 capi e 1 4.700 membri
della congregazione!
Giuda ci informa che questi apostati, chiamati da lui macchie, re-
qud crvo verrà nd giorno che non se lo aspetta e neJl 'ora che non sa,
e lo punir.:i s�er.uncnte, e gli assegnerà la sorte degli infedeli. Quel
�crvo che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non ha preparato
st stesso né fatto nulla per compiere la sua volontà, riceverà molce per
etlss� ma colw che non l'ha conosciuta e ha fatto cose degne di castigo,
ne riù:'Vcrà poche . . . " (Luca 1 2:37, 45-48).
Abbandonare la fede
Anche nel caso di qualcuno che ha fatto le più grandi buone azioni
nella vita, ma alla fine si è genaco a capofitto nell'empietà, tutte le sue
precedenti sofferenze sono vane per lui. Perché al culmine del dramma
ha rinunciato aJ suo ruolo.
- Clemente di Alessandria 4
Alcuni credono che Dio abbia la necessità di concedere ciò che ha p ro
messo [di dare] anche agli immeritevoli. Perciò trasformano la sua li
beralità nella sua schiavitù ... Non sono forse molti coloro che dopo
cadono [dalla grazia] ? Questo dono non viene forse tolto a molti?
- Tertulliano 5
Dopo aver preso atto della mia posizione riguardo a queste verità
bibliche certuni mi hanno detto sbagliandosi: "John, sei un arminiano."'
Questo è un termine che il dizionario definisce come segu e: "Della o re
lativo alla teologia di Jacobus Arminius e dei suoi seguaci, che respinsero
le dottrine calviniste della predestinazione e dell'elezione, e reputavano
il libero arbitrio dell'uomo compatibile con la sovranità di Dio" 8-
A queste persone rispondo semplicemente: "Non sono calvinista né
arminiano, ma un cristiano che considera la Bibbia l'infallibile Parola
di Dio".
Jacobus Arminius visse molto tempo dopo gli scrittori della Bibbia
e i padri della chiesa citati sopra. Dunque, potreste considerare allora
arminiani questi scrittori? Ovviamente no , perché vissero e scrissero
AJcuni sono rimasti scossi da questo messaggio così chiaro nella Bibb ia.
Dopo aver sentito che è possibile cadere dalla grazia sono venuti da me
in p reda al panico e mi hanno detto: "Pensavo di possedere la sicurezza
,,
eterna .
La mia riposta è: "Hai assolutamente ragione! Abbiamo la sicurezza
eterna! Gesù disse che non avrebbe perduto nessuno di quelli che il
Padre gli ha dato (Giovann i 1 8 :9) perché non ci lascerà e non ci abban
donerà mai . Ma non disse che noi non avremmo potuto lasciarlo". D i
solito reagiscono con espressioni preoccupate. Allora aggiungo: " S e ami
davvero Gesù Cristo perché mai dovresti chiamarti fuori? Se davvero lo
ami non lo rinnegherai!"
Se ami Dio non avrai problemi a osservare i suoi comandamenti!
Se per te servire Dio è un obbligo, sei entrato in una relazione legalista
e avrai difficoltà a osservare i suoi comandamenti. Non dobbiamo ser
vire Dio per guadagnarci la Sua approvazione; dobbiamo servirlo perché
siamo in.namorati di lui!
Giuda prosegue scrivendo come possiamo mantenere vivo quell'a
more, anche se nella chiesa ci sono cattive influenze: "Conservatevi
nell'amore di Dio, cercando la misericordia del nostro Signore Gesù Cri
sto, a vita eternà' (Giuda 2 1 ) . Dobbiamo cercare il Signore i n ogni mo
mento della giornata. Dobbiamo desiderarlo e cercarlo continuamente
affinché si riveli a noi sempre di più, perché " . . . chiunque ha questa spe
ranza in lui, si purifica come Egli è puro" (1 Giovanni 3:3). Giovann i
fece chiaro riferimento alla rivelazione d i Gesù Cristo.
Quando lo cerchi e sei in comunione con il suo Spirito non vorrai
A cr1l ui hc pub pre,.ervarvi da ogni cad uta e furvi comparire i rrcprc nsi
hi l i e c<m �inia davanti alla ·ua gloria. al Dio u nico, nostro Salvatore per
meno di c,u rhto no ·rro ign a re, siano gloria, maestà, forza e po-
1ert" prima di tuai i tempi, ora e per rutti i secoli. Amen (Giuda 24-25).
IL FONDRMENTO
colui che è [incompromettibilmmte] giusto
ha un fondamento eterno
Prove r b i 1 0 : 2 5 A M P
" Perciò tutto quello che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce;
e quel che avete detto all'orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato
sui tetti. Ma a voi, che siete miei amici, io dico: non temete quelli che
1�1
uccidono il corpo ma, oltre a questo, non possono far di più. Io vi
mostrerò chi dovete temere. Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il
potere di genare nella geen na. S1, vi dico, temete lui" (Luca 1 2:3-5).
Paolo non si riferiva al giudizio del grande trono bianco (di cui par
lava Gesù in Luca 1 2) in cui gl i individui saran no condannati all'in
ferno, ma al giudizio dei credenti di cui ci occuperemo nel prossimo
capitolo. Nota comunque che l'apostolo Paolo sottolinea la corrispon
denza tra il tribunale di Cristo e il timore del Signore. Di fatto egli
,
chiama il tribunale di Cristo "i] timore del Signore' . Il punto è ch e non
puoi separare il timore del Signore dalla comprensione del giudizio, e il
timore del Signore è la chiave per una vita sana_
Leggi le parole del profeta Isaia: "Egli sarà il fondamento sicuro per
i tuoi giorni, un ricco deposito di salvezza e giustizia e conoscenza; il
timore del Signore è la chiave di questo tesoro" (Isaia 33:6 NIV) .
Il santo timore è la chiave del saldo fondamento di Dio. Ricorda di
quando Gesù parlò della moltitudine che pur avendo compiuto cose
miracolose nel suo nome non sarebbe scampata alla punizione eterna_
Non sorprende che subito dopo, in Matteo 7, Gesù fornì la ragione
della loro rovina: dipendeva dalle loro fondamenta. Avevano edificato
la propria vita su una mentalità e su delle convinzioni che non erano in
grado di resistere alle tempeste della vita. Ecco le parole di Gesù:
"Perciò chiunque ascolta queste nùe parole e le mene in pratica sarà pa
ragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia.
La pioggia è caduta, sono venuti i fiunù, i venti hanno soffiato e hanno
investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia
[stabile fondamento di Dio, il timore del Sign ore] . E chiunque ascolta
queste mie parole e non le mene in pratica sarà paragonato a un uomo
stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono
venuti i fiumi, i venti hanno soffiato e hanno fa.no impeto contro quella
casa, e1 essa è caduta e la sua rovina è stata grande" (Matteo 7:24-27) .
Il FONDAMENTO 1a9
sicura stabilità. È un magazzino colmo delle ricchezze di Dio: l a sua
salvezza, la sua saggezza e la sua conoscenza sono in esso.
Ci impedisce di sviarci
"Essi saranno mio popolo e io sarò loro Dio; darò loro uno stesso cuore,
una stessa via, perché mi temano per sempre, per il loro bene e per quello
dei loro :figli dopo di loro. Farò con loro un pano eterno, che non mi al
lontanerò più da loro per cessare di far loro del bene; metterò il mio timore
nel loro cuore, perché non si allontanino da me" (Geremia 32:38-40) .
Nota che Dio dice: "Perché mi temano per sempre. . . Perché non si al
lontanino da me". Ricordo una riunione i n Malesia i n cui lo Spirito del
timore del Signore si manifestò in modo potente. C'erano persone da
tutto l'emisfero orientale; studenti di scuola b iblica, pastori e molti altri
erano ammassati nell'auditorium in cui parlavo. Verso la fine del servi
zio molti piangevano a dirotto, per terra sul pavimento sotto il palco.
Il terrore del Signore era enorme in quelr atmosfera. Pensai: fohn Be
vere, fai una mossa sbagliata, dici una cosa sbagliata e sarai morto! Sarebbe
accaduto davvero? Non lo so, ma posso certamente dire che un uomo e
IL FONDAMENTO 1lf1
un::i donna fecrro una mossa sbasliata in un'atmosfera an aloga ai te mpi
dd . ·uoYo Testamento e morirono. La conseguenza del loro giudizio
immediato fu: ..A/lor.i un gran timore ve1111e su tutta. la chiesa e su tutti
q:ull: du :u:lir·.:1110 queste cose.. (Atti S: 1 1 ) .
Dopo la riunione fui raggiunto d a una coppia proveniente dall'In
dia. • 1i dis!-�ro: ..John, ci entiarno così puri dentro".
Ri 5posi: ..S, . anch'io...
Jl pomo dopo ero nella mia camera d'albergo e trovai i l verseno: "Il
t i more del Signore è puro, sussiste per senzpre . . . " (Salmo 1 9 :9).
Lo Spiri to Santo parlò im mediatamente al mio cuore e mi disse: "li
capo dell 'adorazione in cielo era Lucifero; era unto, bellissimo e bene
detro. l\ia non ha a,'Uto timore di me; non durò per sempre. "
!vieditai su questo. Poi sentii: "Un terzo degli angeli che circon dava
il mio trono e contemplava la mia gloria non ha avuto timore di me; non
durarono per sempre. "
Rimasi colpito da ciò che Dio mi aveva rivelato. Poi sentii ancora:
....\da.mo e Eva camminavano alla presenza della mia gloria, avevano co
munione con me., ma non hanno avuto timore di me; non restarono alla.
. ,,
muz presenza per sempre.
Il timore del Signore ci dà la capacità di resistere. Ci mantiene co
stantcmenre ubbidienti alla Parola di Dio. I credenti sono avvertiti:
.. Perciò, poiché rimane ancora una promessa di entrare nel suo riposo,
abbiamo rimore perché quakuno di voi non ne resti escluso" (Ebrei 4: 1 ) .
È interessante notare che scrive "'timore" anziché "amore". È il timore
dd Signore che ci impedisce di ricadere nel peccato, non l'amore di Dio.
Un noto evangelista
Non dimen ticherò mai la volta in cui andai a trovare un noto evangeli
sta che stava scontarido l 'ultimo anno di una pena detentiva di cinque
anni. Il suo ca.so era stato reso noto in tutto H mondo e aveva arrecato
molto disonore al regno. Tuttavia durante il primo anno di carcere aveva
avuto un gen uino incontro con H Signore.
Quando andai a trovarlo in quel luogo, quattro anni dopo, una delle
prime cose che mi disse fu: "John, questa prigione non è stata il giudizio
di Dio sulla mia vira, ma piur-cosco la sua misericordia. Se avessi conti
nuato a vivere come facevo sarei finito all'inferno per l'eternità".
Adesso aveva tu tta la mia attenzione. Sapevo che scavo parlando con
un uomo di Dio che aveva sperimentato la rottura, un vero servitore di
Cristo. Sapevo che aveva i niziato i1 ministero spinto da un autentico amore
per Gesù. La sua passione era palese. Mi chiedevo come potesse essersi al
lon tanato in quel modo dal Signore mentre era ancora al a.tlmine del suo
ministero. Perciò gli domandai: "Quando hai perso l'amore per Gesù?�
M i guardò e rispose senza esitazione: "Non è mai successo!"
Perplesso replicai: "Ma che mi dici della frode postal e e dei sene anni
di adulterio, i motivi per cui sei in carcere?"
Disse: "John, non ho mai smesso di amare Gesù, m a non avevo
timore di Dio. Lui non era l'autorità suprema nella m i a vita." Poi disse
qualcosa che mi inchiodò: "John, ci sono milioni di cristiani staruni
tensi proprio come me. Chiamano Gesù il loro Salvatore e lo amano,
m a non lo temono come Signore supremo".
A quel punto mi si accese una l uce. Mi resi conto che possiamo
amare Gesù, ma questo da solo non basta a impedirci di sviarci. Dob
biamo anche temere Dio . Ricorda le parole di Mosè: "Non temete, per
ché Dio è venuto per mettervi alla prova, affinché il timore di Lui stia
davanti a voi, e così non pecchiate" (Esodo 20:20). È il timore del S ignore
che ci dà la capacità di resistere e di perseverare nell'ubbidienza a Dio e
non allontanarcene come fecero Lucifero, un terzo degli angeli, Adamo
e molti nella chiesa che apostateranno in questi ultimi tempi.
IL fONDi\M[NTO ll/a
ru tto ciò che può offendere Dio e screditare il non1e di Cristo ) " (Filip
p -.i 2: 1 2 A1\ 1 P) . Compiamo la nosrra salvezza con riverenziale tùnore e
trcmorr. Questo ci mantiene consapevoli che ogn i pensiero, ogni parola
e ogni azione aranno re5i manifesti nel giorno del giudizio. Questa con
�pe"·ol eu.a ci con'-erva umili, prudenti, ragi onevo li, sensibili, accorti a
fu gf.ire la tentazione. Ci spi ngerà a stare alla larga da ciò che . è sgradito
a Dio.
• ota che l'apostolo Paol o non à dice d i compiere la nostra salvezza
1
La nostra influenza
Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promess� ma
le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere �anim e
pellegrini sulla terra. Infatti, chi dice così dimosrra di cercare una patria;
e se avessero avuto a cuore quella da cui erano usciti, cerro avrebbero
avuto tempo di ritornarvi! Ma ora ne desiderano una migliore, cioè
quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio,
poiché ha preparato loro una cinà (Ebrei 1 1 : 13- 1 6).
IL FONOi\MfNTO 11/f>
• <( 3-)0MRNDE fEfi IL GKUffO DI STUDIO )
J . Quali dei van taggi di egui re Cristo pensi saresti più ten tato di rag
giungere rispetto al desiderio di ricercare l'i nti 111ità con Gesù stesso?
Co a potrebbe aiutarti a mantenere il tuo cuore allineato al giusto
obiettivo?
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_,,
C A P ITO LO 8 I
IL KEGNO DI)IFFJIBEL:
IL GIOKNO DEL GIUDIZIO Il
lo sono colui che scruta le menti (i pensieri, i sentimenti e
gli scopi), e i cuori [nelle loro profondità}, e darò a ciascuno
di voi [la ricompensa per ciò che avetefatto] secondo ciò
che merita la sua opera
Apocalisse 2 : 2 3 AMP
Questo giudizio ebbe luogo la mattina poco dopo l'arrivo degli endeliti
nella grande sala. Circa cinquecento endeliti attendevano nella Sala della
Vita pregustando con ansia il loro primo incontro con il re Jalyn. Carità
ed Egoista avevano entrambi ritrovato amici vecchi e nuovi ed avevano
appena cominciato a chiacchierare con loro quando all'improvviso le
guardie reali entrarono nella sala. Tutte le conversazioni cessarono e il
capo delle guardie si rivolse al gruppo.
"Tra breve incontrerete il vostro re. Vi ha sempre amato e ha desi
derato ardentemente l'arrivo di questo giorno che vi avrebbe visti riu
niti. Sebbene non vi siate mai incontrati prima, egli vi ha visti. Egli ha
scrutato il vostro cuore e ha riconosciuto il vostro frutto. Egli conosce il
vostro cuore, le vostre motivazioni, i vostri pensieri, i vostri sentimenti
I �
1'/9
\ e anche le vostre opere. Niente è rimasto nascosto. Sappiate che il suo
giudizjo è giusto. Nulla sarà trascu rato o travisato."
I l capo delle guardie procedette qui ndi a istruirli sulle p rocedure di
ingresso nella grande sala e sul protocollo da seguire una volta entrati.
Quando ebhe terminato di istruirli annunciò: "Il primo ad andare da
Ya nti al re Jalyn sarà Egoista. Vieni avanti così possiamo accompagnarti
nella grande sala .''
Un vecchio amico
Sconvolto, Egoista gridò: "Cittadino più umile? Vuoi dire che qui
vige un sistema di classi?"
Contento sorrise e disse: "Sì, una cosa del genere. Ci era stato in
segnato a Endel, ma molti di noi non lo avevano mai preso sul serio.
Ma in fondo al nostro cuore lo sapevamo. Infatti anche tu hai preso
in considerazione questa verità quando sei entrato nell'auditorium. Ho
sentito i tuoi pensieri. Ti aspetti che ti venga assegnato un trono. Sapevi,
grazie agli antichi scritti che ti hanno insegnato a scuola, che questo era
possibile. Ma dubito che avresti ammesso le tue convinzioni riguardo la
tua posizione futura, mentre eri a Endel."
"Coloro che furono fedeli a Jalyn durante la nostra breve perma
nenza a Endel, ora sono delle autorità, i cittadini che ricoprono le posi
città e hanno il privilegio di interagire spesso con il re. Chi di noi invece
zioni più interessanti in questa società. Vivono nella parte più bella della
Un insegnante popolare
Egoi ta fece qualche passo e notò u n'altra persona che conosceva e am
m i rava e il cui nome era Sprone. Era stato u n i nsegnante della scuola di
Endel ed Egoista lo aveva tenuto i n enorme considerazione. Era capace,
eloquente e ogni volta che apriva bocca Egoista si sentiva ispirato. Quel
meraviglioso istruttore insegnava i n modo tale da m otivare gli studenti
e furli sentire bene con sé stessi. Anche gli altri insegnanti sapevano mo
tivarli , ma a volte parevano un po' rigidi e le loro parole suscitavano una
dolorosa convinzione di peccato. No n con Sprone i nvece. Gli studenti
si sentivano al settimo cielo quando uscivano dalle lezioni. Infatti era di
gran l unga l'insegnante preferito di Egoista.
Egoista guardò n uovamente il capo delle guardie per chiedere il per
messo di parlare al suo ex insegnante. La guardia ann uì . Egoista si avvi
cinò a Sprone e i due si salutarono calorosamente.
Egoista non poté fare a meno di chiedere: "Come mai ti trovi n elle
ultime file?"
"Questo è il mio posto, questa è la mia posizione. Sono uno degli
ultimi rra i cittadini di Affabel. Vivo nella pianura e faccio l' idraulico."
UChe cosa?" gridò Egoista. "Eri uno dei migliori insegnanti di Jalyn!
Con1e puoi essere uno dei suoi sudditi più umili? Dovresti essere seduto
su uno di quei uoni."
"'Ci sono svariate ragioni perché non sono più avanti nelle file della
grande assemblea e perché non regno con Jalyn!" disse Sprone. "Per
questione di tempo ti spiegherò semplicemente la radice della mia follia.
Ricordi che tutti coloro che dan no la propria vita a Jalyn sono parago-
nati a costruttori? Ci è stato insegnato tutto a scuola. Una delle nostri
principali responsabilità a Endel era di edificare la vita degli altri. Lo
facevamo con i messaggi che comunicavamo. Sia mediante le parole che
mediante la condotta o le opere."
" Come insegnante, avevo sia grandi privilegi che grandi responsa
bilità. Insegnavo agli studenti i principi e le vie di Jalyn." "Ma fallii in
molti modi."
" Prima di tutto i miei insegnamenti erano sbilanciati. Ponevo I' en
fasi soltanto sugli aspetti convenienti del servire Jalyn. Spronavo molti
dei miei studenti a perseguire il successo senza considerare gli effetti a
lungo termine. Non insegnavo loro che il vero obiettivo della vita era di
essere graditi a Jalyn.lnsegnavo loro come usare le sue vie per avere suc
cesso nella vita. Di conseguenza non l i misi mai in guardia nei confronti
delle trappole e delle insidie della società."
"Gli antichi scritti affermavano chiaramente che avrei dovuto predi
care tutto il consiglio di Jalyn. Quindi anche: 'Proclamiamo avvenendo
ciascun uomo e ciascun uomo istruendo i n ogni sapienza, affinché pre
sentiamo ogni uomo perfetto in Jalyn.' 3 Istruivo, sì, ma trascuravo di
avvertire. Poiché ero un insegnante esclusivamente positivo, tacevo ri
guardo ai necessari avvertimenti e in questo modo formai numerose
vite che arrecarono poca gloria a Jalyn." A questo punto abbassò la testa.
"Un buon numero di essi è ora in perdizione."
Vedendo lo sho�k sul volto di Egoista, l'insegnante ribadì il con
cetto. "Sì, sono andati in perdizione. Molti di loro dimorano adesso
nella terra desolata di Solitario, in pane per colpa del mio insegnamento
sbilanciato. Non diedi agli studenti ciò di cui avevano bisogno, diedi
loro solo ciò che volevano. Non volevo perdere i l loro consenso e la mia
popolarità. Ciò mi portò a tirarli su in modo inadeguato. Non sradicai
le aree deboli e mancanti nella loro vita. Le coprii invece con idee che
servivano soltanto ad alimentare i loro desideri egocentrici."
"Rico rda l'avvertimento rivolto agli istruttori negli antichi scritti:
' Proprio perché sviano il . mio popolo , dicendo: 'Pace!' quando non c'è
alcuna pace, e perché, quando il popolo costruisce un muro, ecco che
Una governatrice
Egoista stava percorrendo la sezione centrale della grande sala. Notò che
lì i cittadini avevano, se possibile, un aspetto ancora più regale. Tutti lo
guardavano con grande amore e accettazione. Trasse conforto dai loro
sguardi e dalle loro espressioni. Gli furono di grande aiuto, perché a quel
punto era alquanto insicuro riguardo a sé stesso e a ciò che lo attendeva.
Egoista ebbe l'impressione di avere camminato un'eternità per riu
scire ad arrivare davanti al trono. A ogni passo aveva riconsiderato vari
La ricompensa di Carità
Quando anche gli ultim i pensieri, parole e azioni furo n o passati i n ras
iegna il re si rivolse a un sono-governante seduto vici n o e gli chiese:
..Quante vice ha influenzato Carità per il mio regno?"
Il sono-governante rispose: "Mio Sign ore, 5 . 1 83 persone; p oco più
di un sesto della popolazione della comunità."
Carità ne fu sorpresa: "Come possono essere così tanti?"
Jalyn rispose: "Ricordi? Negli antichi scritti promisi 'di moltiplicare
il seme che avete seminato, e di accrescere i frutti della vostra giu.sti
,,
zia.' 1 2 Carità, il mio regno funziona secondo il principio della moltipli-
.
caz1on e.
Il re le mostrò poi nel dettagl io come i suoi ubbidienti sforzi erano
stati moltiplicati per infl uenzare le masse sebbene lei non fosse un'auto
rità della comunità. Gli effetti a catena erano sbalorditivi.
Jalyn aggiunse: "Come sta scritto: ' [la persona benevolente] sparge; dà
ai poveri ; la sua opera di giustizia e di bontà e generosità e benevolenza,
continuerà e durerà per sempre.' 1 3 Una vita a me sottomessa avrà come
conseguenza un cale effetto di diffusione di cui i cinadini non sono piena
mente consapevoli finché non si ritrovano davanti al trono del giudizio.
Per questa ragione molti non ubbidiscono nelle piccole cose per
ché le considerano insignificanti, eppure sono spesso le cose apparente
mente i nsignificanti che producono i raccolti maggiori per il regn o. La
chiave è stata la tua ubbidienza a prescindere dalle circostanze."
Jalyn disse poi: "Carità, vedi il trono libero alla tua sinistra, quello
vicino a me?"
Carità rispose: "Sì, mio Signore."
"Sarà il tuo trono sul quale siederai, e governerai con m e per il resto
della tua vita."
Carità era completamente sconvolta. "Signore, io non sono degna
di regnare. Possedevo semplicemente un ristorante. Ci sono molti che
hanno molto più talento di me i n questo. Come potrei governare con
te un regno così magnifico? Egoista era un grande leader nella nostra
comunità. Che ne dici di lui? Ti prego, dammi u n lavoro al servizio tuo
e del popolo."
Jalyn rispose: "Egoista è in fondo alla grande sala e sarà un paesag
gista nella pianura, una sezione della nostra città. Inoltre fo rmerà altri
paesaggisti in città esterne prescelte. Tu i nvece governerai per l'amore
mostrato verso di me e verso il mio popolo. La tua perseveranza, la tua
umiltà e la tua lealtà ti hanno assicurato questo o nore. Non ricordi le
IL CIELO
Quanto a me, nella giustizia, io vedrò il tuo volto; sarò
soddisfatto a sazietà quando mi risveglierò nella tua presenza
Salmo 1 7: 1 5
Cf\ iscutiamo a questo punto della di partita dei giusti. Come c'è una
<rJ dimora temporanea per i non credenti, chiamata Ades, e in seguito
una dimora definitiva, lo stagno di fuoco, così ci sono due luogh i di
residenza anche per i credenti che sono morti. La di mora attuale è chia
mata comunemente cielo, ma nella Scri ttura è chiamata la Gerusalemme
celeste. La dimora definitiva dei giusti si chiamerà anche questa Gerusa
lemme, ma sarà ubicata sulla terra. È la cinà che scenderà giù dal cielo
dopo il giudizio finale. È la Nuova Gerusalemme (Apocalisse 2 1 :2).
La Gerusalemme di lassù
Voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente. che è
la Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'assemblea universale e
alla chiesa dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di
tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, e a Gesù, il mediatore del nuovo
patto . . . (Ebrei 1 2:22-24 NO) .
11�
Ì'ota poi che nella cinà si trovano anche gli 'sp iriti dei giusti resi per
fctr, -. hi �ono qu c..c.te persone, visto che l o scrittore del l'e p istola ha già
nominJto i ,a.nti dell'Antico e del Nuovo Testarnento che sono arrivati
fino alla loro ricompcn�a?
R icorda che quando nasciamo di n uovo, per m ezzo dello Spirito
d i Dio. di'venriamo creature nuove di zecca. Il nostro spirito vie n e reso
perfetto a �omi glianz.a di Cri to e noi ci troviamo i n lui. In q uesto ver
�ctto lo �rittore della 1ettera non fu riferimento ad anime e corpi, ma
"'ll tanto a spiriti. Credo personaln1ente, che il riferimento sia ai santi
che -.crYono Gesù qui sulla terra. Pensaci! Lo scrittore della lettera agli
E.'-, rci ci esorta: 'liccostiamoci dunque cora&,<riosamente al trono della grazia
. . . - (Ebrei 4: 1 6). Il rrono della grazia è ubicato al centro della città di
Dio e questo in,;to è rh-olro a noi che siamo sulla terra. È p ossibile che
molri che ,;,•ono ancora sulla terra siano ben noti n ella sala del trono
perché ,·i si accostano spesso mediante la preghiera?
iamo spiriti con anime O'anima è l'insieme combinato di i n telletto,
volonci ed emozioni), ch e adesso vivono in corpi fisici . Gesù disse che
il olo modo in a.ti possiamo adorare davvero Dio è "in spirito e verità"
f Gio\'·anni .:24 ). I..:aposrolo Paolo lo ribadisce: " Poiché D i o m i è testi
mone. colui che io servo nel mio spirito, nel Vangelo di suo Figli o . . ."
(Romani I :9). Poiché il nosrro spirito è stato creato a i mmagine di Dio
e noi siamo nari di nuo\·o, adesso abbiamo la facoltà, mediante il sangue
dj Gesù Cristo e la potenza dello Spirito Santo, di accedere alla sala del
trono di Dio ogni volta che abbiamo biso gn o o desiderio di adorare.
Visite in cielo
Gli studiosi della Bibbia concordano sul farro che qui l'apostolo
stava scrivendo di sé stesso. Infatti, la versione New Living Translation
dice: " Quattordici anni fa fui rapito fino al terzo cielo." Nota che l'apo
stolo Paolo non sapeva se fosse nel suo corpo o fuori di esso, perciò è ov
vio che il cielo è un posto reale e fisico. Molti credono che sia un luogo
i nvisibile dove gli in dividui fluttuano neU'aria come spiriti. Invece no. è
un luogo fisico con strade, alberi, animali, edifici, acqua e così via.
Conosco diverse persone che sono andate in cielo e sono ritornate
indietro, p roprio come l'apostolo Paolo, e voglio condividerti una delle
esperienze che più mi hanno colpito. Ho un amico pastore di nome
Greg. Al termine della sua prima giornata da ministro - era l'ottobre
del 1 979 - ritornò a casa dalla riunione e trovò la moglie piegata in due
suUe scale che p iangeva in modo incontrollabile.
Si rese im.mediatamente conto che era accaduto qualcosa di grave
e infatti di lì a poco seppe che Jusrin, 1 il loro bambino di dieci anni si
era ponato un piccolo televisore nella stanza da b� ono per seguire una
partita di football mentre fà.ceva il b� ono. Tirò accidentalmente la ìV
nella vasca e rimase folgorato.
Quando il mio amico Greg trovò suo figlio, Justin non aveva p iù
polso, la pelle era fredda e blu e gli occhi erano completamente dilatati,
cosa che indicava l'assenza di attività cerebrale. Greg aveva seguito una
formazione per paramedico e p rimo soccorso quando aveva lavorato
come vicesceriffo per il dipartimento di giustizia della contea di Los
Angeles, e aveva constatato molti decessi. Se si fosse imbattuto i n una
situazione analoga in veste di funzionario di poli2ia avrebbe dichiarato
la vittima morra e avrebbe chiamato il medico legale.
Ma Greg era un credente che conosceva la potenza della preghiera.
Cominciò perciò a pregare e a eseguire la rianimazione cardiopolmonare
su suo figlio. Dopo qualche minuto arrivarono i paramedici e lasciò che se
IL cmo 118
ne occupas�ero gli esperti. n,cnrre lui continuava a p regare. I paran,edici
si diedero da fure per quarantaci nque n,inuti senza successo. Sul tno n i tor
ddl'dettrocardiogra.n,ma la linea era rin,asta piatta per tutto il ternpo. A
que:.o;ro punto i paran,edici erano irrequieti e attendeva n o soltanto che
quello che consideravano u n fanatico si arrendesse ali'evidenza.
G rcg alla fine p regò: " Padre, non ho più fede. H o esaurito la mia,
ma o che ndb rua Parola parli di u n'altra fede" , riferendosi al dono
della fede di cui si l egge in 1 Corinzi 1 2 :9. D isse poi che sentl q ualcosa
come una mano sulla sua testa, dopodiché u n a fo rza dirompente e una
grande auto rità fl uirono da dentro il suo spi rito e gridò a suo figlio: "Nel
nome d i Gesù vivrai e non morirai!"
All'improvviso il monitor dell'elettrocardiogram m a c o m inciò a
em ettere dei segnali acustici e a indi care il ritorno delle p ulsazioni. I
paramedici saltarono di entusiasmo. I l tempo d i trasportare il ragazzo
dalle scale all'ambulanza e il suo colore passò d a b l u a rosa, i suoi occhi
ritornarono alla normalità e il suo corpo riacquistò calore.
Greg era pieno di entusiasmo. Adesso suo figlio era vivo e vegeto.
Adesso aveva anche lui un grande miracolo divin o da testimo niare ai
suoi amici. Ciò che ancora non sapeva era che la lotta per la vita di suo
figlio era appena iniziata.
I dottori gli riferirono che suo figlio era i n coma. D o p o gli esami
scoprirono che dal catetere usciva del tessuto renale e ciò, in parole po
vere. significava che il suo corpo aveva subito un tracollo. D issero a Greg
che se suo figlio fosse sopravvissuto sarebbe stato come u n vegetale. I n
seguito fu info rmato che la sua età socialmente funzio nale sarebbe stata
quella di un bimbo di tre mesi, con un quoziente i ntellettivo pari a 0,0 l .
Per farla breve, dopo sette mesi di incessanti p reghiere della famiglia,
che si rifiu tava di arrendersi , Justin usd dal coma. Suo padre era accanto
al suo letto quando ciò accadde e prese a tempestare il figlio di do
mande che ottennero immediata risposta. I n seguito i l ragazzo proseguì
gli studi, completando la scuola superiore, l'UCLA e la scuola biblica
con il massimo dei voti. Fu persino capoclasse durante l'ultim o anno di
scuola superiore. Oggi è felicemente sposato e ha due figli.
Tre giorni dopo l' uscita di suo figlio daJ J'ospedaJe, Greg non poteva fare
a meno di notare che il volco del ragazzo era radioso. Gli chiese: "Che
succede J ustin?"
Suo figlio rispose: "Papà, sono stato con Gesù. Quando il televisore
è caduto nella vasca non ho sentito nulla. Un angelo enorme mi ha af
ferrato per il braccio destro e mi ha tirato fuori dal corpo. Abbiamo fatto
un lungo volo attraverso un tunnel a una velocità incredibile. Abbiamo
raggi unto la velocità della luce prima di atterrare sulle strade del cielo."
Justin proseguì raccontando aJ padre che le strade lì non erano
semplicemente dorate, ma d'oro puro; poteva vedere attraverso di esse.
Sulla terra l'oro non può essere raffinato allo stesso grado di purezza che
possiede i n cielo; tuttavia spesso sulla terra l'oro è usato per dare una
tonalità dorata alle finestre (o come la visiera delle vecchi e maschere da
astronauta, i parabrezza delle cabine di pilotaggio di certi jet, le finestre
di alcuni edifici e così via). Perciò l'oro allo stato p uro è trasparente.
Justin disse che i primi a salutarlo su quella strada in cielo furono i
parenti che erano già morti. Fece i nomi di ognuno di essi, persino di
qualcuno che non aveva mai incontrato e di cui non aveva mai saputo
il nome, ma che suo padre e sua madre conoscevano. In quel comitato
�i benvenuto c'era anche una signora di nome Phyllis. Era una vicina di
casa con cui la madre di Justin aveva pregato per ricevere Gesù proprio
un mese prima dell' incidente di Justin. Era morra due settimane dopo
la sua conversione.
Justin stava parlando con loro quando udì un fruscio improvviso e il
gruppo si divise. Era arrivato Gesù.
Il Signore accompagnò il ragazzo a fare un giro del cielo. Era pieno
di strade ed edifici; era una città enorme. Fiori, erba e pietre erano vivi e
cantavano armoniosamente. Disse che pareva come se lodassero Dio. Se
calpestava un fiore o un filo d'erba non si spezzava, subito dopo ritor
nava nella posizione di prima. Notò che i colori erano vivaci e brillanti,
molto più che sulla terra. C'erano persino colori che non aveva mai
IL CIELO 177
,·j qo prima. Ebbe persino j) privilegio di vedere le d i rnore d i sua rn adrc,
di �uo padre e dei suoi due fratelli.
Poi arrivò In batosta: Gesù disse al ragazzo che doveva rito rnare sulla
t erra. Justin non voleva pit1 lasciare il cielo, 1na Gesù lo condusse i n u n
luogo dove sco tò un velo affinché il ragazzo vedesse c h e s u o padre lo
,tava richiamando. Poi Gesti disse: "Lui è tuo padre e ha l'au torità di
richiamarti."
Da qud momento, Jusrin ha detto a suo padre di non richiamarlo
mai più . e dovesse di nuovo n1orire. Ho trovato spassosa questa parte
della storia quando Greg me l'ha raccontata. Il cielo è un posto decisa
mente migliore della terra e ho scoperto che chi ne ha fatto l'esperienza
ha 2vuto sempre molte difficoltà a ritornare.
Successe anche all'apostolo Paolo, che scrisse ai Filippesi: "Il m i o
{!rande desiderio è di dipartire (essere libero d a questo mondo, m e ttermi
in ,·iaggio) ed essere con Cristo, perché è molto, molto meglio" (Filippesi
I :23). Non solamente meglio o molto meglio, ma dice m o lto, m olto
megl io! Paolo aveva fatto l'esperienza della città di Dio e voleva ritor
n:uvi . ma decise di restare sulla terra per il bene del regno.
Jusrin disse in seguito a suo padre che quand'era i n cielo non aveva
dicci anni. Aveva il corpo di un adulto. Molti, incluso Justin, sosten
gono che avremo rutti circa trentatré anni quando avre m o un corpo glo
rificato. Ha senso, perché questa era l'età di Gesù quando fu crocifisso, e
la Bibbia dice: "Si, cari amici, siamo già figli d i Dio, e non possiamo ne
anche immaginare come saremo quando Cristo ritorna. Ma sappiamo
che quando viene saremo come l ui" ( I Giovanni 3 : 2 NLT) . È soltanto
una ddle tante storie vere che potrei raccontare e m ostra, insieme alla
Scrirrura, la realtà del cielo. I fedeli servitori di Gesù entreranno in que
sta cinà dopo aver lasciato la terra.
Come ho già detto, lo spirito delle persone diventa una creazione n u ova
di zecca nel momento in cui ricevono Gesù come l o ro Signore. Essi
"Perché sappiamo che quando questa tenda terrena in cui viviamo viene
disfatta - quando moriamo e lasciamo questi corpi - avremo una di
mora in cielo, un corpo eterno fatto per noi da Dio stesso e non da
mani d'uomo. Nei nostri presenti corpi ci stanchiamo, e desideriamo
il giorno in cui indosseremo i nostri corpi celesti come abiti nuovi.
Poiché non saremo spiriti senza corpi, ma indosseremo i nostri corpi
nuovi. I nostri corpi mortali ci fanno gemere e sospirare, però non è
che vogliamo morire per non avere affatto un corpo. Vogliamo scivolare
IL cmo 119
ne, no·t ri nucr.·i corpi. affinché quesri corpi morta l i vengano ingh io t t i t i
dalb ,·ita eterna. Dio stcs� ci h a prepara to per questo, e come garan7.ia
ci h:1 d�to il Suo Santo � pirico. Così siamo sempre fiduciosi, anche se
r.a.ppi�mo chC' finché \'iviamo in questi corpi non sia.mo a casa co n il
Si�norc. È per questo che YiYiamo credendo e non vedendo. Si, siamo
p1C'n:imentc convinti, e preferi remmo essere lo ntani da q uesti corp i,
pC'r hé allora ,a.remo a casa con il Signore" (2 Corinzi 5: 1 -8 NLT) .
Dio. ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che
quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui . . . " ( 1 Giovanni 3 : 2) .
Consideriamo il corpo di Gesù dopo la risurrezione; ogni caratteri
stica posseduta dal suo corpo fisico l'avremo anche noi dopo aver speri
mentato la salvezza del nostro corpo. Cominciamo con ciò che accadde
al sepolcro la mattina della sua risurrezione. Maria Maddalena scoprì
per prima la tomba vuota e pianse, pensando che i l corpo del S ignore
fosse stato rubato.
-si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù.
Gesù le disse: Donna, perché piangi? Chi cerchi? Lei pensando che fosse
l'onolano, gli disse: Signore, se ru l'hai portato via, dimmi dove l'hai
d eposto, e io lo prenderò" (Giovanni 20: 1 4- 1 5).
IL CIUO 161
carne e ossa. Come poté Gesù trovarsi i mprovvisam e n te in 1nezzo a loro
se le pone erano chiuse? Passò attraverso i 1nuri e apparve con la stessa
fucilirà con cui poreva scomparire, al tra cosa di cui rife riscono i va ngeli.
Dopo che ebbe spezzato il pane con gl i uornini i ncontrati s ulla via di
Emmaus •· . . . i loro occhi furono aperti e lo rico nobbero; ma egli scom
pan·e dalla loro vi ta" ( Luca 24:3 1 ) .
Anche noi a,Temo la capacità di scon1parire nel nostro corpo di ri-
urrez.ione e riapparire in un altro luogo. Questo spiega come saremo
in grado di coprire enormi distanze nel nuovo cielo e nella nuova terra.
Non potremmo fare altrimenti poiché la città di Dio m isura 2.250 km
in lunghezza e in larghezza, per non menzio nare le d istanze che sarà
necessario coprire per raggiungere altre galassie. Saremo i n oltre i n grado
di fluttuare nell'aria. Ricorda che Gesù ascese in cielo dopo essere stato
con i suoi discepoli per quaranta giorni. Una delle cose che Justin disse
al padre (lo stesso riportano altri che come lui sono andati in cielo) , era
che lì puoi camminare, flunuare nell'aria o trasferirti istantaneamente
da un luogo ad un altro. Durante il suo giro della città con Gesù a volte
camminò e altre volte raggiunse le destinazioni volando.
I L CIELO 16a
I .a Hihhia mn. t ra che d u rante q u esto te1n po ci sarà la pace ,n o n
d i ::. l t·. d i :1 n n b pJcc unrvc r�alc. Po ich é sata n a e l e s u e schi ere s a ra n n o
lq:Jti pC'r mille anni, n n ci . ara. n n o guerre, p regiudi zi , odio, vergogna,
cr i m i n i . mJlarr ì a e coo.,i via perché t u tte le nazio ni si volge ra n n o a Dio.
Jl p tPft"ta t\1ichca affe rma:
· , b nq:li ultimi tempi. il Tempio del Signore a GerusaJc1n n1e sarà il
lunt=n più i mponantc della terra . Popoli da ru tto il in ondo andran n o lì
pt"r �dorare. �1 01tc n;izioni verranno e diran no, 'Veni te, salia1110 al monte
del Si1_:norc. al T�mpio del Dio dj Israele. Lì Egli ci insegnerà le sue vie,
;,fli n hé' pot,.iJmo ubbidirlo.' Poiché in quei giorn i gl i insegnam enti de)
�i�norc e la sua Parola uscir.inno da Genisalemme. Egli sarà giud ice in
di pUtc intcmarional i. Turrc le naz.io ni fabb richeranno vomeri dalle loro
padc e roncole dalle loro lance. Turre le guerre cesseranno e gli addestra
menti mjliuri avranno fine. Turri vivranno tranqwllamen te n elle proprie
o-.c. nella pace c nella prosperità, poiché non ci sarà nulla da temere. Il
i�'TIOT'C Onni p otente lo ha promesso!" (Michea 4: 1 -4 NLn .
IL cmo t6t>
uquatt:m cubiti (circa 66 mt), a misura d'uomo, adoperata dall'angelo.
Le mura erano costruite con diaspro e la città era d'oro puro, sitnile a
1cTW cr�tallo. I fondamenti delle mura della città erano adorni d'ogni
��'ic di pietre preziose ... Le dodici porte erano dodici perle e ciascuna
crJ fatta cL1 una perla sola. La piazza della città era d'oro puro, simile a
CTÌS"tallo tr.isp;u-entc- (Apocalisse 2 1 : 1 0-2 1 ) .
'" Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e una n uova terra; non ci si ricorderà
più delle cose di prima; esse non torneranno più in memoria. Gioite,
Ora Isaia comincia invece a parlare delle persone esterne alla Nuova
Gerusalemme:
"Non ci sarà più, in avvenire, bimbo nato per pochi giorni, n é vecchio
che non compia il numero dei suoi anni; chi morirà a cent'anni morirà
giovane e il peccatore sarà colpito dalla maledizione a cent'anni. Essi
costruiranno case e le abiteranno; pianteranno vigne e ne mangeranno
il frutto. Non costruiranno più perché un altro abiti, non pianteranno
più perché un altro mangi; poiché i giorni del mio popolo saranno
come i giorni degli alberi; i miei eletti godranno a lungo l'opera delle
loro mani. Non si affaticheranno invano, non avranno più figli per ve
derli morire all'improvviso; poiché saranno la discendenza dei benedetti
del Signore e i loro rampolli staranno con essi. Avverrà che, prima che
m'invochino, io risponderò; parleranno ancora, che già li avrò esauditi.
Il lupo e l'agnello pascoleranno assieme, il leone mangerà il fo raggio
IL cmo 161
Quc.-stc n:u.i onì popoleranno la nuova terra, arricche n dola con se
mine c.- r.ic olt i e co. truzion ì. Si moltipl icheranno e riern p i ra n no la terra
in<l isturh;n i , proprio come :wrchhcro fotto J\darno e la sua progenie se
egli non fosse c:1duto.
ome si può spiegare questo in modo logico? Una possibilità è che con
l' inizio del millennio b vira umana naturale verrà prolungata poiché il no
stro ultimo nemico, b mone, san\ distrutto (vedi 1 Corinzi 1 5 :26) . Gesù
avrà distrutto la maledizione della morte, sia spirituale che fisica. Perciò
l'urnanit;t potrebbe potenzial mente vivere per un periodo di mille anni.
Al termine del m illennio potrebbero vedersi assicurato questo dono
per cmprc se non si ribdleranno a Dio quando satana verrà liberato per
un breve tempo. Il salmista scrive: "Perciò le nazioni ti loderanno per
sempre, in eterno'' (Salmo 45: 1 7). Un modo per comprendere questa
possibil ità è consi derare quelle persone come Adamo ed Eva p rima della
caduta. Adamo non fu creato per morire, ma per vivere i n eterno. Egli
perse questo dono per la sua disubb idienza, condann ando tutta la sua
razza alla maledizione della morte e al decadimento.
Soltanto i redenti di Cristo, con il loro corpo glorificato, dimore
ranno nella nuova Gerusalemme. Tuttavia, la Bibbia lascia i ntendere
che le persone con un corpo naturale saranno in grado d i percorrerne le
strade e mangiarne i frutti, e adorare il Signore. Lo si evince dagli scritti
di Giovanni:
il Signore,
"Infatti come i n uovi cieli e la nuova terra che io sto per creare rimarranno
il
stabili davanti a me, dice cosl dureranno la vostra discendenza
sabato, ogni carne verrà a prostrarsi davanti a me, dice il Signore. Quando
e vostro nome. Avverrà che, di novilunio in novilunio e di sabato in
ri
il il loro fuoco
gli adoratori usciranno, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono
bellati a me; poiché loro verme non morirà, e non si estin
guerà; e saranno i n orrore a ogni carne" (Isaia 66:22-24).
IL CIELO 169
e della ribel lione. Pensaci: satana si ribellò senza che nessuno l'avesse
rentato. e se J'in rera creaz ione avrà davanti a sé que1 1 a realtà per tutta
l 'eternità. �.arà certamente d i uasa dal cadere nel terri bile peccato in cui
addcro lu cifero e i suoi angeli.
Come ho già a ffermato. i a n t i glori fi cati vivranno ne1la ci ttà di Di o
fa n u o,·a Gcru alcmmc. Prima del mi llen nio, davanti al tron o del giu d i -
zio d i Cri -;to. rice\·eran n o le loro ricompense e verranno l o ro ass egnate
per l 'etern ità po iz.ioni di scnrizio alla corre del Re eterno. D i ques to ci
occuperemo a fo ndo nel pros imo capitolo.
190
CAPITOLO 1 0
191
Oj nuon,. è evident e che Paolo non sta parlando del gi u d izio dei
pt'Cc.J tori. mJ dei cristiani. La sua affermazio ne: " . . . prcferi ren1 1no cs
\e'lc lontani d::1 questi corpi. perché all ora sarerno a casa con il Signore"
non )a_.., cia adiro a dubbi rigu ardo ai destinatari. Nessun n o n credente
arà a ca.,;i con il .._ ignorc qu ando lascerà il corpo; sarà invece immedia
t a mente r ra,pon ato ndl'Ades, la sua dimora eterna è lo stagno di fuoco.
omc ho già det to prima, gl i empi affronteranno il giud izio cono
,cimo come il grande trono bianco che avrà luogo 1nolto tempo dopo il
giudizio dei credenri a cui si riferiscono i versetti sopra citati.
Ria'i�miamo brevemente ciò che abbiamo visto nel cap itolo p rece
dente. Gesù ritornerà su questa terra con gli eserciti del cielo, sconfig
gerà I"ant icristo, getterà satana in prigione e poi stab il irà il suo regno a
GcrusaJcmme per mille anni. Dopo, satana verrà rilasciato dall'abisso
:cm_.a fondo e gli sarà. permesso di sedurre le nazioni per u n b reve tempo.
Il fuoco dal cielo li consumerà, il diavolo verrà scagliato nello stagno di
fuoco per tutta l'eternità. A quel punto tutti gl i empi e i n o n credenti
verranno richiamati dall'Ades e saranno condotti davanti al grande
trono bianco per essere giudicati. Gesù chiama questa la "risurrezione
di giudizio (vedi Giovanni 5:29). Tutti coloro i cui n o m i non saranno
'tt
trovati scritti nel libro della vita saranno gettati nello stagno di fuoco.
Invece, il giudizio dci credenti avrà luogo molto tempo p rima del giu
di7io dd grande trono bianco. Il momento esatto non è indicato chiara
mente ndla Bibbia, comunque sappiamo che avrà luogo dopo il rapimento
ddl.a chiesa tra le nuvole e prima che abbia inizio il regno millenario di
Crisro. Ci sono quindi all'incirca mille anni tra un giudizio e l'altro. Que
sto è uno dci punti non trattati nella nostra allegoria di Affabel.
Ricordando le parole di Romani 1 4 , anche 2 Corinzi 5 : 1 O dice che:
"'Noi r urci infuni dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo. " Il
termine rribunal.e, sia nella lenera ai Romani che in quella ai Corinzi,
viene dal greco bema. La definizione di questa parola nella " Concor
d:inz.a Strong" è: ..un gradino, una tribuna, un rostro [piattaforma ele
v.1,a]," ' cioè un cribunale o una corte di giustizia. Il comm entario UBS
affe rma: .. Il tribunal e era il banco del giudice d i una corte ci ttadina
nell'im pero romano. Paolo usa questa i m magine come ri feri m ento al
ruolo giud icante di Cristo."2 Basandoci su questo, faremo riferimento al
giud izio dei credenti com e aJ "trono del giudizio di Cristo".
I l tro n o del giudizio di Cristo è letteralmente il tribunale di D io. La
Scrittura afferma che il Padre ha affidato ogn i giudizio al Figlio (vedi
Giova nni 5 : 22). Gesù Cristo non è sol tanto il nostro Salvatore. Egli è
anche il nostro giudice e presto giudicherà i suoi. I l modo più semplice
per definire la parola originale tradotta con gi udizio è: " Una decisione
derivante da una i nvestigazione. Una decisione a favore o contro. "
Molte persone nella chiesa non sono consapevoli che un giorno do
vranno rendere conto d i ciò che hanno fatto nella loro breve permanenza
sulla terra. Molti hanno l'idea errata che la salvezza Ji esoneri da ogni fu
turo giudizio. È vero che il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato che
ci avrebbe altrimenti impedito l'accesso al regno; tuttavia non ci esenta dal
giudizio per come ci s iamo comportati come credenti, nd bene o nd male.
Decisioni etene
.. Tuno ciò che è ben nascosto verrà portato allo scoperto, e tutto ciò
che è occultato sarà trovato e portato alla luce. State attenti dunque a
come �lt.ate; perché a duunque ha qualcosa sarà dato di più, m a chi
non h2 nulla gli sarà tolto anche quel poco che pensa di avere" (Luca
8: 1 7-1 8 TEV).
Gc:su ci dice che ciò a cui diamo ascolto (prestiamo attenzion e) pe
netra nd nostro cuore e modella i nostri pensieri e i n ostri sco p i e di
con�guenza questo determinerà il modo in cui costruiamo la nostra
v ita. Dobbiamo prestare attenzione al la Parola d i Dio p erché è la l uce
dd nostro sentiero. Senza di essa ci perderemo i n evi tabilmente, co m e
si perderebbe chiunque, percorrendo u n sentiero in u n a n otte oscura.
Magari riesci a seguire il percorso per un po', ma è assolutamente certo
che finirai per perderti.
Quando ci perdiamo è facile che la nostra costruzione fin isca per es
sere mo tivata da ciò che è temporaneo, ma non ce ne renderemo conto
fin ché la Paro la di Dio non farà luce al riguardo. I.:apostolo Paolo af
ferma: "Ma quando qualcosa è man ifesta è accusata dalla luce, è resa
visi bile e chiara" (Efes ini 5 : 1 3 AMP) . Se ci sviamo, possono accadere
due cose. Pri mo (e tra le due è la prospettiva migliore) , ascoltando la
Parola di Dio, predicata, letta o parlata da un amico o da un ministro,
la nostra coscienza viene convinta di peccato. Per questo motivo è così
importante mantenere una dieta ferrea a base di Parola di Dio. Se siamo
saggi, saremo veloci a pentirci e a chiedere perdono per i nostri pensieri,
le nostre motivazioni, le nostre intenzioni. Se invece la nostra coscienza
è diventata totalmente insensibile a causa dei riperuti errori sarà più dif
ficile ascoltare la Parola di Dio. E se la nostra coscienza è praticamente
marchiata a fuoco, sarà addirittura impossibile. Per questa ragione la
Bibbia sottolinea l'importanza di mantenere una coscienza pura (vedi
Proverbi 4:23 e 2 Timoteo I :3) . Se proteggiamo e manteniamo pulita
la nostra coscienza percepiremo con facilità l'intervento della Parola vi
vente nel nostro cuore.
La seconda cosa che può accadere quando ci sviamo {ed è la pro
spettiva meno auspicabile) , è che le nostre motivazioni vengano rese
manifeste davan ti al trono del giudizio, quando ormai sarà tardi per
rimediare. Se questo accade perdiamo la nostra potenziale ricompensa.
Devi perciò chiederti: vale la pena resistere alla convinzione interiore
prodotta dalla Parola di Dio? Perché ogni volta che lo fai il tuo cuore si
indurisce sempre di più e lascerà entrare un inganno maggiore. Allora
non ci renderemo conto della nostra condizione finché non sarà la luce
della gloria di Dio a denunciarla davanti al trono del giudizio.
Il giudizio della nostra vita non lascerà nulla di nascosto. Tutto sarà reso
visibile e chiaro. Perciò l'apostolo Paolo chiama il trono del giudizio il
santo timore del Sign ore. Sarà un'indagine approfondita delle nostre mo-
°
2.00 drlNTO DALL ETUNITA
uomo che un giorno preciso va in pensione? Primo, la previdenza so
ciale fa bancarotta e non gli restano fondi per garantirgli un minimo
mensile. Non solo questo. La banca in cui tiene il suo denaro chiude le
porte e dich iara falli mento. Tutti i suoi risparmi andranno persi. Poi lo
stesso giorno q uest'uomo si sveglia tra le fiamme. Riesce a fuggire dalla
sua casa con nient'altro addosso che i suoi vestiti, solo per guardarla
bruciare interamente, mentre rutto ciò che possiede viene distrutto. Sa
rebbe un giorno tristissimo nella vita di quell'uomo. Eppure questo è il
quadro esatto che ci dipinge Paolo, ed è quello che accadrà veramente
ad alcuni cristiani nel giorno del trono del giudizio di Cristo. Ascolta
ancora le sue parole:
Coloro che sono davvero saggi nel regno, realizzano che qui non
stiamo semplicemente lavorando per garantirci un futuro per quando
saremo in pensione. Ci stiamo preparando per l'eternità! I saggi a cui mi
riferisco, sono coloro che stanno pianificando il loro destino eterno. Vi
vono con un proposito, perché sanno che il loro destino eterno dipende
da come vivono sulla terra. Questo gli garantirà un'entrata trionfale nel
regno di Dio, piuttosto che infilarsi dentro a stento per vedere arso e
distrutto tutto ciò che hanno fatto. Leggi cosa afferma l'apostolo Pietro
a riguardo:
eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo" (2 Pietro 1 : 1 0-1 1).
questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno
Di cosa ci occuperemo
"Tutto ciò che rientra in una vita che è gradita a Dio ci è stato mira
colosamente donato attraverso la conoscenza, personale cd intima, di
colui che ci ha invitato a Dio . . . Dunque non perdere un solo minuto,
costruite su ciò che vi è stato donato, completando la vostra fede. che
è la base, con un buon carattere, discernimento sp irituale, solerte di
sciplina, fervida pazienza, rispettosa ammfrazione, calorosa cordialità,
e amore generoso, ciascuna dimensione adattabile alle altre e utile a
svilupparle. Con queste qualità attive e i n crescita nelle vostre vite, non
crescerà certo erba sotto i vostri piedi, non trascorrerà un solo giorno
senza ricompensa, mentre maturerete nella vostra esperienza del nostro
Signore Gesù . . . Dunque, amici, date conferma all'invito che Dio vi
h a fatto, la sua scelta siete stati voi. Non rimandate; fatelo ora. Fare
questo, e po rrete la vostra vita su una base solida, su vie ben asfaltate e
una strada spalancata nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore,
Gesù Cristo. Poiché la posta i n gioco è così alca, anche se siete aggior
nati su tutta questa verità e la mettete i n pratica sia denrro che fuori,
non smetterò un solo minuto di richiamare la vosrra attenzione verso
d i essa. Questo è l'incarico a cui sono stato assegnato - tenervi all'erta
con frequenti solleciti - e mi ci atterrò finché vivo" (2 Pietro I :3, 5-8,
I 0 -1 3 The Message)
J . Forse uno dei n1omenti pii1 entusiasmanti del giudizio dei cittad ini
ad Affabel è quando ricevo no il loro nuovo nome. Pensa a chi e
come eri prima di arrivare a Cristo e a com e Gesù ha trasformato
la tua vita. Quale pensi possa essere la storia raccontata dal cambia
mento del tuo nome fino ad ora?
2. Perché credi che il cielo possa essere un luogo di gioia in cui ogni
lacrima è asciugata, nonostante i credenti possono subire una grande
perdita a causa del modo in cui hanno vissuto?
3 . Con parole tue spiega cosa distinse Carità da tutti gli altri al giu
dizio. Cosa ci insegna il suo esempio in merito a come dovremmo
vivere?
� ---- �
C A P I TO LO l 1
2.f:)1
costruire a prescindere dallo Spiri to di Dio, ma l a nostra opera sarà va na
aJla luce delrctern i tà; Yerrà arsa davanti al trono del giudizio. Compren
derlo è estremamente importante.
NeirAntico Testamento Dio disse a un gruppo di p ersone i n tente a
seni rio:
Collaboratori
Ecco il fatto sbalorditivo: per quanto il Signore Dio sia maestoso e tre
mendo, Egli stesso, per sua scelta, limitò la Sua azione sulla terra quando
in principio diede all'uomo autorità suJ nostro pianeta. Di conseguenza.
Dio può essere limitato.
Questo po trebbe sconvolgerti, ma la Bibbia è piena di esempi al
riguardo. I discenden ti di Abrahamo "limitarono i l Santo d' Israele"
(Salmo 78:4 1 ) . E ancora, Gesù disse alle autorità spirituali della sua
nazione: " . . . invalidando così e rendendo nulla e di nessuna efficacia
[autorità] la Parola di Dio tramite le vostre tradizioni" (Marco 7: 1 3
AMP) . Abbiamo la responsabilità di collaborare con Dio per raggiun
gere l'obiettivo che desidera, che consiste principalmente nell'avere per
sé un popolo co nforme all'immagine e alla somiglianza di Gesù, e nel
quale Egli possa dimorare per l'eternità. Per questa ragione siamo chia
mati collaboratori:
In merito alla rua chiamata, non sarai giudicato sulla base di ciò che hai
fatto, ma piuttosto sulla base di ciò che eri chiamato a fare!
Voglio farti un esempio. Dal trono del giudizio Gesù p otrebbe dire
qualcosa tipo: "Evangelista Anderson, fa' per favore u n passo avanti e
rendi conto di tutte le anime che sei stato chiamato a i n fluenzare per
me.
Quel l'uomo potrebbe farsi a�anti un po' confuso e tremante e· dire:
"Signore, intendi dire contabile Anderson, giusto? Ero un contabile
nella mia ditta. Era quella la mia occupazione. Ho supportato molte
chiese e organ izzazioni benefiche. Quei ministeri hanno attirato molte
anime nel tuo regno. Forse mi hai scambiato per qualcun altro?"
.2.21
Dopo avere ricevuto la salvezza , n ella inia co n fraternita aHa Purdue
Un iversiry, comi nciai immediata me nte a cercare di scoprire quale fosse
la volontà di Dio per la mia vita. Studiavo ingegneria e u n semestre sì
e uno no lavoravo all'IBM. Una deHe ragioni per cui vol evo scoprire la
mia vocazione, a parre i l desiderio di ubbidire a Dio, fu u n a cosa che
accadde appena qualche mese dopo essere stato salvato. Mi ero ritrovato
in un ufficio con u n gruppo di otto o dieci ingegneri per festeggiare i
trentotto anni di servizio d i u n collega. Stavamo parlan d o del più e del
meno quando quest'uomo disse rivolto a tutti noi: "Ho odiato ven i re a
lavorare qui ogni giorno per trentotto anni." G l i altri p resenti con corda
vano o ridevano sotto i baffi, ma non io. Io ero scioccato.
Come novell i no rra quei veteran i mi chiedevo come mai n essuno
ribattesse a quell'uomo e perciò sbottai: " Perché hai fatto questo lavoro
per trentotto anni se lo odiavi?"
Mi guardò e mi disse: "È un lavoro."
Anch' io avevo cominciato ad avere una sorta di avversione ad andare
al lavoro. M io padre era u n ingegnere e m i aveva detto che quella era
una professione sicura e ben pagata. Ma quell' i ncontro m utò la mia
prospettiva. Pensai: Non c'è denaro, sicurezza o qualsiasi altra cosa che
possa trattenermi dalla ragione per cui mi trovo su questa terra. I n quel
momento m i persuasi che avrei dovuto scoprire cosa ero chiamato a
fare, e quale era i l prossimo passo da compi ere per raggiungerlo.
Ho imparato che Dio ci concede la visione globale della sua chia
mata per la n ostra vita se la cerchiamo agli i nizi del nostro camm ino
con lui. In al tre parole, ci mostra la fine sin dal principio. Da giovane,
a Giuseppe fu mostrato che sarebbe diventato u n grande leader; per
sino suo padre e i suoi fratelli lo avrebbero servito. Successe soltanto
molti anni dopo. Mosè seppe che avrebbe guidato Israele almeno qua
rant'anni prima che questo accadesse. A Davide fu mostrato che sarebbe
diventato re mentre era ancora u n piccolo guardiano di pecore. Soltanto
anni dopo diven ne il re d'Israele. E l'elenco potrebbe conti n uare.
I miei piani erano di laurearmi in ingegneria alla Purdue, ottenere
un master i n scienze commerciali ad Harvard e fare carriera fino a di-
W dflNTO DALL'EH�NITA
ventarc un manager di prestigio in una grande azienda statunitense. Mi
sarei sposato e mi sarei concesso qualche vacanza ogni anno e avrei dato
la deci ma di rutti i miei guadagni a Dio. Qu ella era la mia idea di servire
Dio.
Più cercavo Dio, però, più mi sentivo spinto verso il min istero. Li
dea non mi allettava affatto, ma ero abbastanza intelligente da sapere che
ubbidendo a Dio avrei trovato appagamento e soddisfazione. Quando
mi presi con Dio l'impegno serio di ubbidirgli a ogni costo, Egli comin
ciò a mostrarmi una visione generale di ciò che mi aveva chiamato a fare
Nei primi anni ottanta Dio mi aveva già mos trato che un giorno
su questa terra.
Questo a porta alla seconda ragione per cui molti non scopro n o la
volontà di Dio per la propria vita. Non piantano sé stessi nella chiesa
locale. La Parola di Dio afferma: " Quelli che sono piantati nella casa del
Signore fioriranno nei cortili del nostro Dio" (Salmo 92: 1 3) .
Chi pianta sé stesso nella casa del Signore, che i n questa vita cor
risponde alla chiesa locale, fiorirà nei cortili del nostro Dio. Uno degli
aspetti dei cortili del nostro Dio è il trono del giudizio di Cristo. Perciò
fioriremo sia adesso, sia al giudizio, se siamo fermamente p iantati i n una
chiesa locale. È il piano di Dio.
È il Signore che ha stabilito la chiesa, non sono stati gli uomini.
Gesù dice: "Edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades n o n la potranno
vincere" (Matteo 16: 1 8). Nota il termine edificherò. Come p uò edificare
la sua chiesa senza essere fisicamente presente? La risposta è che lo fa
attraverso il suo corpo, cioè noi credenti. Ecco, di nuovo, perché siamo
chiamati collaboratori (subappaltatori). La grazia, la capacità e i doni
vengono da lui ed è lui che ci provvede la potenza soprannaturale. Ma
ha bisogno di vasi sottomessi e ubbidienti per comp iere la sua opera. La
domanda è: stia.mo ed i fi cando la sua chiesa in collabo razi one con lui o
siamo piu ttosto mo tivati dai nos tri progr-ammi?
Gesti ha una chiesa globale suddivisa in chiese local i. Uno dei nume
rosi esempi di questo sono le parole da lui rivolte a ognuna delle sette
chiese locali nell'Apocalisse: Efeso, S mirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Fi
ladel fi a e Laodicea.
La chiesa è anche definita i l corpo di Cristo. Come la chiesa globale
è suddivisa i n chiese locali, così il corpo globale di Cristo è suddiviso
anch'esso i n corpi locali.
È il S i gnore colui che colloca il suo popolo: "Ma ora Dio ha collocato
ciascun membro nel corpo, come ha voluto" ( 1 Corinzi 1 2: 1 8) . Porrebbe
sembrarti un'affermazione scioccante: Non siamo noi a scegliere dove an
da re in chiesa. È Dio a deciderlo!
Fermati e rifletti su questo per qualche istante. Molti scelgono la
chiesa così come scelgono un negozio d i alimentari, piuttosto che chie
dere a Dio dove desidera che stiano. M a come puoi comp iere il tuo de
stino se n o n sei nemmeno nel posto dove dovresti essere nel suo corpo?
Ogni parte del corpo umano è ben connessa dal p rogetto di Dio . Una
mano avrebbe seri problemi se fosse attaccata alla rotula. E oltretutto
dovre m m o persino consultare i l programma di Dio prima di trasferirci
i n una città o u nirci ad una chiesa locale.
Ognuno d i noi ha un ruolo nella chiesa locale. Leggiamo:
"Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.
E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo ..." ( 1 Corinzi 1 2:27-28).
Hai notato che i credenti erano piantati nel corpo locale? Adoravano
insieme:, ascoltava.no lo stesso messaggio, avevano una visione com une
� vivevano insieme. Questo si trasformava in una sana crescita della
d1ics3. I fedeli servivano il Signore attraverso la chiesa locale, che si
csten d<::V3 anche alla loro vita privata.
Per i primi credenti fare pane della chiesa locale era la loro vita. Di
fan o :i u n ceno punto sorse un problema concernente alcune vedove che
venivano trascurate nella distribuzione del cibo. In quella circostanza gli
apostoli convocarono il corpo dei credenti e d issero che non era bene
per loro trascurare il min istero di Dio per servire alle mense. "Pertanto,
frnulli, rrrrau di rrovnre fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona
"Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro
le mani. La Parola di Dio si diffondeva, e il numero dei discepoli si
moltiplicava grandemente a Gerusalemme; e anche un gran numero di
sacerdoti ubbidiva alla fede" (Atti 6:6-7) .
" I l Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che veni
vano salvati" (Atti 2:47).
"Questo durò due anni. Così tutti coloro che abitavano nell'Asia, Giu
dei e Greci, udirono la Parola del Signore" (Atti I 9: I O).
Tutti gli abitanti! Quando la Bibbia dice tutti vuol dire ogni per
sona. Non parliamo di una città, ma di un'intera regione. Non avevano
satell iti, radio, televisioni, social, auto e biciclette. Questa è crescita
esponenziale.
Occorre un corpo di credenti sano per sperimentare la crescita espo
nenziale. Un corpo sano è costituito da credenti piantati in una chiesa
locale, e questo include servire in quella chiesa locale, per esempio ser
vendo ai cavoli delle vedove, facendo gli uscieri, lavorando nel parcheg
gio, accogliendo le persone, evangelizzando nelle carceri, collaborando
con il ministero dei bambini... l'elenco delle possibilità è enorme. Inol
tre, coloro che servono raggiungono persone sul posto di lavoro o nella
zon a i n cui vivono e le inseriscono nella chiesa locale. Ricorda che Gesù
ci dice d i fare discepoli di tutte le nazioni, non soltanto di convertirli.
Dobbiam o i nserire coloro che raggiungiamo nella chiesa locale, affinché
vengano loro i nsegnate tutte le cose che Gesù ci ha comandato (vedi
Matteo 2 8 :20) . È necessario tutto il corpo locale con i suoi doni per far
maturare le persone in Cristo.
La chiave è essere piantati nella chiesa locale. Lì fioriremo. Avrai
notato che Filippo era tra i sette scelti per servire ai cavoli delle vedove .
Tuttavia, più avanti nel libro degli Atti, viene chiamato Filippo l' evange
lista. I l suo m i nistero si era esteso fino a includere molce città. "Ripartiti
il giorno dopo, giungemmo a Cesarea; ed entrati in casa di Filippo l' e
vangelista, che era uno dei sette, restammo da lui" (Atti 2 1 :8) .
CHl�Mm o� :D IO 2.19
Sebbene adesso fosse u n gra nde evangelista, ed era stato trasportato
dal Signore in u n'al tra città, veniva ancora ricordato co111e uno dei Sette
che �erv iva le vedove. Il servizio nella chiesa locale aveva giocato u n
ruolo fondamentale nel furlo entrare nella sua chiarnata. Dico questo
Jlle persone : " l v1ag-ari sei stato chi atnato a fare qualcosa di grande, ma
non giungerà a un'adeguata maturazione se prima non sei piantato i n
una chiesa locale.''
Permettimi di ripetere le parole del salmista: " Quelli che sono piantati
nella casa del Signore fioriranno nei co,·tili del nostro Dio" (Salmo 92: 1 3) .
Pensa alla parola piantati. Per comprendere come i l regno opera devi
considerare la legge della semina e del raccolto. Gesù disse ai d iscepoli
che se non si comprende il principio del seme, del terreno e del raccolto
non si possono comprendere tutte le sue parabole (Marco 4: 1 3 ) . In altre
parole:
"Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme nel terreno, e dorma
e si alz.i, la none e il giorno; il seme intanto germoglia e cresce senza
che egli sappia come. La terra da sé stessa dà il suo frutto: prima l'erba,
poi la spiga, poi nella spiga il grano ben formato. Quando il frutto è
maturo, subito il mietitore vi mene la falce perché l'ora della mietitura
è venuta" (Marco 4:26-29).
\Xlow! Che risposta potente! Qualcuno penserà che G esù fosse in
sens ibile e un po' duro, ma dobbiamo comprendere l a cultura di quei
tempi. Gli studiosi affermano che, secondo la tradizione, quando u n
primogenito adempiva l'obbligo d i seppellire il padre riceveva una por
zione di eredità doppia rispeno a quella spettante agli altri figli. Se tutta
via non adempiva l'obbligo la porzione doppia andava al seco ndogenito.
Quell 'uomo pensava ai soldi. Probabilmente gli p iaceva stare bene e
ciò gli avrebbe infine impedito di seguire Gesù. Sarebbe stato distrano
o avrebbe preso decisioni basate sulle finanze piuttosto che sul piano di
Dio.
Penso che nelJ'udire quelle istruzioni dal Maestro quell'uomo abbia
"Un altro ancora gli disse: 'Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salu
tare quelli di casa mià. Ma Gesù gli disse: 'Nessuno che abbia messo la
mano all'aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di
Dio"' (Luca 9 : 6 1 -62) .
La piena ricompensa 1
Se la tua opera supera l'ispezione, bene; se non la supera, la tua pane della
costruzione verrà rimossa e ricominciata daccapo. ( I Corinzi 3: 1 4- 1 5)
Vegliate, affinché non perdiate il premio per cui noi abbiamo lavorato
così duramente. Siate diligenti affinché così riceverete la vostra piena
ricompensa. (2 Giovanni 8 NLTI
I l Signore stesso lo ha fatto affinché ognuno dei suoi figli avesse l' op
portunità di ricevere una p iena ricompensa per avere costruito la Sua
casa. La vostra opera non deve svanire, invecchiare, essere rimpiazzata_
Se fai affidamento sulla grazia di Dio e costruisci bene, il tuo contributo
sarà ammirato da miriadi di angeli e di persone per sempre in eterno.
J . Sappbmo che Dio non ha bisogno che noi faccian1.o n ulla per Lui
- ma vuole che lavorian10 con Lu i. Cosa ci dice questo d i Lui? Del
suo regno? Di noi stessi?
� ----- �
CA PITOLO 1 3
cMOLTifLICJ\ZIONE
"I mietitori vengono pagati con buoni salari ed ilfrutto che
raccolgono sono persone portate alla vita eterna. Che gioia che
attendono sia il seminatore che il mietitore! Conoscete il detto:
'Una persona pianta e qualcun'altra raccoglie. ' Ed è vero. "
G i ov a n n i 4 : 3 6 - 3 7 N LT
Nel 56 d.C., circa. dieci anni prin1a di finire il suo percorso, l'apostolo
Paolo scrisse di considerarsi "il minimo degli apostoli " ( 1 Corinzi 1 5 :9).
Suona strano � chi ha studiato la storia della chiesa. Paol o aveva avuto
un grande impano su tuno il mondo allora conosciuto, e compi uto
più di chiunque altro ai suoi tempi. Non vi erano dubbi che fosse il
più grande apostolo del suo tempo. Con1e poteva allora fare u n'affer
mazione simile? Stava esagerando? Non è possibile. N o n p u o i mentire
mentre scrivi della Parola. Lunica ragione per cui lo Spirito Santo h a
permesso una tale dichiarazione è perché Paolo credeva d i esserlo.
Troviamo la risposta continuando a leggere: 'Ua per la. grazia di Dio
io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi,
ho faticato più di tutti ÙJro; non io però, ma la. grazia di Dio che è con me"
( 1 Corinzi 1 5: 1 O).
È i nteressante notare che l'apostolo Paolo riconosceva di aver fatto
di più di ogni altro apostolo, eppure continuava a considerarsi i l mi
nimo degli apostoli. La spiegazione di tale ossimoro si trova nelle parole:
"Per la grazia di Dio io sono quello che sono. " Fu i n grado di separare sé
stesso da runo ciò che Dio faceva per mezzo di lui. Lapostolo Paolo era
assolutamente consapevole di non poter aggiungere n ulla alla chiamata
di Dio per la sua vi� né compiere nulla al di là dell'abilità che gli era
stata data. Tuno si riassumeva in una sola parola: grazia. Lo stesso vale
per tuni i credenti in riferimento alla loro chiamata.
Lascia che ti spieghi meglio, sulla base della mia esperienza nel m ini
stero. I libri che ho scritto sono attualmente disponibili in oltre novanta
lingue. Le copie scampate sono milioni e le testimonianze di vite trasfor
mate sono incalcolabili.
Spesso le persone mi chiedono quale sia il segreto del mio successo
nello scrivere. Dentro di me rido e penso a quanto ero terribile come
studente di inglese e scrittore prima che la grazia di Dio si manifestasse
nella mia vita. Mi ci volevano ore per scrivere un tema d i due paginette
e dovevo rivedere metà dei miei appunti prima di riuscire a elaborare il
cMOlTlrLICi\ZIONE 2.l/'f
Luomo che m i inrerv israva. anch'egli responsabile di un m 1 n 1stero 1 1 1 -
tcrn azionale. afferrò ciò che avevo detto e per il resto dell'inte rvista tor
nammo a parlare dell'opera del m i n istero.
È Yero per chiunque. Se sei stata chiatnata a essere una rnoglie, una
madre, la rcspon abile dell'asilo n ido della ch iesa locale o a i n tercedere
in preghiera nella tua catnererta e lo hai fatto fedel1nente sino alla fine,
aJ lora verrai grandemente ricompensata per la tua ubbidienza. Oppure
e sei ·taro chi amato a servi re nel m i nistero per le carceri o rganizzato
daJla tua chiesa, a toccare vite nel n1ondo degli affari e a fare donazioni
generose ad u n m i nistero, e lo hai fatto con il cuore fedelmente sino alla
fi ne come se lo facessi per iJ Signore e sarai ricompensato come un evan
gelista che con altrenanta fedeltà ha condotto moltitudini al la salvezza.
Lelenco è interminabile. Personalmente credo che nelle prime file, a
ricevere le più grandi ricompense dal Maestro, vedremo madri, uomini
e don ne d'affari, operai e quant'altro in numero superiore a quello che
avevamo immaginato.
"Chi fra voi è saggio e intelligente? Mostri con la buona condona le sue
opere compiute con mansuetudine e saggezza. Ma se avete nel vostro
cuore amara gelosia ed egoistica ambizione, non vi vantate e non men
tite contro la verità. Questa non è la saggezza che scende dall'alto; ma è
terrena, non spi rituale e diabolica. Infatti dove c'è invidia ed egoistica
ambizione, c'è disordine e ogni cattiva azione" (Giacomo 3: 1 3- 1 6) .
JfOLTlrLICAZIONE 2.l/9
stica, l'obiettivo spi nge a concentrarsi su se stessi piuttosto c h e sul bene
degli altri. È una motivazione che non produrrà al tro c h e disordine e
dispute e aprirà la po rta a ogni cattiveria.
La saggezza clivina, invece, al imenterà la passione per il regno, non
egoistica ambizione. Edificherà secondo i desideri del Maestro Proget
tista, motivata da ciò che egli ha nel cuore. Riguardo a questa saggezza
l eggiamo: ... La saggezza che viene dall'alto, anzitutto è p ura; poi pacifica,
mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale,
senza ipocrisia� (Giacomo 3: 1 7) .
La saggezza di Dio è prima di tutto pura. In altre parole n o n h a una
doppia faccia, con un'apparenza di santità mista a m o tivazioni invidiose
o egoistiche. Le sue motivazioni portano a essere fedeli al Maestro e ciò
fa sì che i suoi incarichi siano accolti con gioia. Il suo o biettivo non è
essere il più grande, ma l'ubbidienza alla chiamata. Questo compo rterà
che ci rallegreremo per l'avanzamento del regno, sia che avvenga per
mezzo di noi che per mezzo di qualcun altro.
La saggezza di Dio ha sempre come obiettivo il bene degli altri, non
il proprio. È pacifica, non è litigiosa, prepotente, critica o dispotica. La
sua motivazione di base è il desiderio di vedere gli altri camminare in
santità e compiere il proprio destino. Ci sono quelli che amano il mi
nistero e sopportano le persone; e ci sono altri che amano le persone e
considerano il ministero un mezzo per servirle. Questi ultimi fanno cosl
perché sono motivati dalla saggezza divina.
Un'altra caraneristica della saggezza divina è la sottomissione. Quando
siamo contenti della nostra chiamata saremo sottomessi alf autorità di
rena e delegata di Dio. Vediamo il quadro generale della casa di D i o in
costruzione e sappiamo che c'è un solo architetto, un solo p rogettista,
un solo costrunore a capo di tutto. Egli ha delegato la sua autorità, ca
pacità e incarichi a svariate persone della sua chiesa. Coloro che saranno
stati sonomessi a chi ricopriva una posizione superiore alla loro, rice
veranno una grande ricompensa davanti al trono del giudizio. Pastori
associati che hanno diviso chiese, persone che si sono messe in p roprio
mentre erano dipendenti dei loro datori di lavoro e via di questo passo:
subiranno tutti tremende perdite al giudizio, anche se avessero prodotto
grandi risultati nella loro ribellione.
Non lasciarti ingannare dai risultati. Possiamo ottenere grandi suc
cessi ed essere comunque ribelli all'autorità di Dio. Pensa a Mosè. I1
Signore gli disse di parlare alla roccia e l 'acqua sarebbe miracolosamente
uscita da essa. Non ubbidì. Piuttosto, in preda alla collera colpì la roccia.
Lacqua uscì lo stesso, a sufficienza per dissetare tre milioni di persone
nel deserto. Mentre bevevano, gli Israeliti si dicevano probab ilmente
l'un l'al tro: "Wow! Dio dà proprio ascolto a Mosè! Che forza!"
Ma dopo che tutti ebbero bevuto Dio chiamò Mosè da parte e gli
disse che non sarebbe entrato nella terra promessa poiché non aveva
ubbidito. Mosè aveva ottenuto dei risultati; risultati miracolosi infani.
Ma i risultati non sono indice di successo. Lubbidienza, sì che lo è. La
saggezza di Dio è radicata nel timore del Signore, che pone la volontà
di Dio al di sopra di tutto e di tutti. Chi teme Dio è completamente
sottomesso alla Sua autorità.
Ritorniamo alla visione di mia moglie. Quella manina di buon'ora
mi disse: "John, tutti i guerrieri avevano esanamente la stessa faccia."
I n altre parole era un esercito senza volto. Questo ci mostra che Dio
non prevede posizioni da superstar. Comprendere questo ci trattiene
dal desiderare la posizione di qualcun altro nella chiesa o dal ribellarci
all'autorità per raggiungere posizioni più prestigiose. Otterremo la no
stra promozione dall'alto soltanto se resteremo piantati.
Livelli differenti
JfOLTlrLICi\ZION[ 2.[)l)
Moltiplicare ciò che abbiamo ricevuto
Abbiamo dettagl iatam ente discusso sul fatto che non possiamo aggi u n
gere n ulla alla ch iamata e ai talenti che abbiamo ricevuto. Adesso rivo l
giamo la nostra attenzione alla moltiplicazione di ciò che noi credenti
abbiamo ricevuto. La parabola delle m i ne è simile a quella dei talenti
appena citata, ma del tutto differente e m ostra questa verità. Gesù dice:
.. Un uomo nobile se ne andò in uh paese lontano per ricevere l ' i nvesti tura
d i un regno e poi tornare. Chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci
mine e disse loro: Fatele frunare fino al mio ritorno" (Luca 1 9: 1 2- 1 3) .
.. Quando egli fu tornato, dopo aver ricevuto l'investitura del regno, fece
ven ire quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto
ognuno avesse guadagnato mettendolo a frutto. S i presentò il primo e
tere su dieci città.' Poi venne il secondo, dicendo: 'La tua mi na, Signore,
fatto, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi po
ha fru ttato cinque mine.' Egli disse anche a questo: 'E tu sii a capo di
Jf OL rnuc�ZIONE 2.88
quelli che potrei farti, ma soltanto pochi apriranno la po rta del tuo
cuore a questa verità spirituale. Ma pritna andiamo a fondo, e guar
diamo )e parole dell'apostolo Pietro:
I n questo passaggio vengono promesse due cose: più anni, che si
gnifica una vita p i ù lunga, e giorni moltiplicati. La seconda promessa
non è riferita agli anni, perché sarebbe una ripetizione. Significa invece
la capacità di compiere di p i ù nello stesso lasso di tempo. Questo è
descritto in un altro versetto come la lunghezza dei giorni: "Perché ti
procureranno lunghi giorni, anni di vita e di prosperità" (Proverbi 3:2) .
Lautore parla d i all inearsi fedelmente alla Parola di Dio, come Pietro
nel brano p recedentemente citato. Nota che non viene data soltanto
una vita lunga, ma anche lunghi giorni. Ascoltare ed ubbidire Dio mol
tiplica il nostro tempo.
J(OLTlrLICUIONE lf>'f
per l'etern ità, proprio come fece il Padre quando diede Gesù per 11 0 1 .
Gesù lo dice apertamente: "E io vi dico: usate le vostre ricchezze terrene
per orten ere amici per voi stess i, così quando saranno term inate, sa
rete accolti in dimore eterne" (Luca 1 6:9 NIV) . Il nostro den aro, usato
nel modo giusto, potrà influire sulla qualità della nostra vita i n cielo e
nella nuova Gerusalemme molto tempo dopo che sarà fi n i to. " Come
sta seri no: Egli [la persona benevolente] sparge; egli dà al povero; la
sua opera di giustizia, di bontà, gentilezza e benevolenza a ndrà ava nti e
durerà per sempre" (2 Corinzi 9:9 AMP) .
I poveri non sono soltanto i poveri economicamente, ma anche i
poveri in spirito. Una persona può possedere milio ni d i dollari ed essere
ancora povera in spirito. Un esempio di questo è Zaccheo. Descrivendo
la propria missione Gesù disse: "Lo Spirito del Signore è sopra d i me;
perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri" (Luca 4: I 8 ) . Più tardi egli
entra in una città, trova l'uomo più benestante, e lo i ndica davanti ad
una gran de folla dicendo, "Devo essere ospite a casa tua oggi" (Luca
1 9: 5 NLTI . Anche se Zaccheo era l'uomo più ricco della città, era ov
viamente il più povero. In altre parole, sapeva più di chiunque altro
quanto avesse bisogno di Dio. Gesù ministrò a molti che erano fi nan
ziariamente benestanti, ma essi erano ben consapevoli del loro bisogno
della Parola di Dio.
I ministri sono chiamati a compiere l'opera d i Gesù, a proclamare
e i nsegnare la Parola di Dio ai poveri. Contribuendo fi nanziariamente
all'opera di Dio seminiamo per i poveri e ciò che facciamo d u rerà per
sempre. Non fa differenza se hai poco o molto, perché fintanto che hai
un seme - che Dio ha detto che ti darà - puoi moltiplicare i tuoi sforzi
nell'edificazione del regno.
In che modo si moltiplica il tuo dono? Considera u n sem e di melo.
Se lo pianti fi nirai per avere un raccolto di mele, m a la cosa più i mpor
tante è che in tutte quelle mele ci saran no molti altri semi. Se tutti quei
semi verrann o piantati produrranno molto di più, ed il ciclo con ti nua.
È esattamente lo stesso con le nostre fi nanze. Leggi che cosa dice Paolo
ai Corinzi riguardo al dare:
"Ora dico questo: chi semina scarsamente mieterà al tresì scarsamente;
e chi semina abbondantemente mieterà alrresl abbondantemente. Dia
ciascuno come ha deli berato nel suo cuore; non di mala vogl ia, né per
forza, perché D i o ama un donatore gioioso" (2 Corinzi 9:6-7).
JfOLTlrllCAZIONE 2.89
Filippc:si. �pete bene che nei pri m i giorni di ministero dell'evangelo,
qua ndo la..Kiai la �tacedonia. nessuna chiesa (assemblea) stri nse colla
horaz.ione con mc e non aprendo un conto [di debito e cred ito] dando
e ricC'\·cndo. tranne YOÌ. Perché anche a Tessalon ica avete man dato [a
me contributi] per i miei bi ogn i, non solo una volta, ma u n a seconda
vol ta- (Fil ipp i 4: 1 4- 1 6 M1P).
la collaborazione con lui. Diedero ciò che era temporan eo, trasforman
dolo così i n eterno, e moltiplicandolo persino i n questo processo.
Quando entri i n questo genere di collaborazione, Paolo dice che
avrai "un raccolto d i benedizioni accumulato sul tuo conto." Si tratta
del tuo conto celeste. Quando ti troverai davan ti al trono del giudizio
di Cristo non sarai ricompensato soltanto per le vite che avrai personal
mente influenzato sul luogo di lavoro, nel vicinato, a scuola e così via,
ma anche per le migliaia di m ilioni di altre persone che avrai raggiunto
e formato mediante la collaborazione con ministri ordinati da Dio. Per
questa ragione la Scrittura dice: " Dai generosamente, perché i tuoi doni
ritorneranno a te dopo. D ividi i tuoi doni tra molti" (Ecclesiaste 1 1 : 1 -2
NLT) .
Se dai costantemente ai ministri ordinati da Dio {ovviamente inclusa
la tua chiesa locale) ti u nisci a loro nel raggiungere gli altri mediante la
loro opera. Hai una parte impo rtante i n tutto quello che fanno grazie
aJla tua collaborazione. Ecco la notizia entusiasm an te: più investi, più la
tua ricompensa sarà grande.
Sappi che Dio non valuta il dono per l'ammontare, ma per la fedeltà
JiOLTirllCAZIONE 261
con cui .!-cmini. Dio Padre cerca doni di qualità d1e p rove n g o n o dal cuore .
Per e..�empio, qua1cuno potrebbe essere fedele nel d o n a re al rn i n istcro
t renta dollari al mese, e per fa re questo tnagari il donato re dovrebbe ri
nunciare a qualco a. Dio vedrebbe quel dono con1 e qualcosa d i più che
un semplice imporro, perché è stato do nato dalle n ecessità quotidiane
della Yita del donatore. Poi potrebbe esserci un altro c h e dona m i lle dollari
aJ m�c, ma i trarta di soldi che ha i n più. Quel dono n o n comporta al
cun costo per onale o sacri ficio per lui. Entrainbi i doni s o n o m eravigli osi
e preziosi per Dio, ma ai suoi occhi a dare di più è colui che versa trenta
dollari. Questa di namica è illustrata nel Vangelo, dall'episodio della ve
do\-a che donò i due spiccioli che aveva (Marco 1 2:4 1 -44).
Dobbiamo inoltre tenere a mente che Dio moltiplica il nostro dono
anche su questa terra. Questo riversamento ci mette i n grado di dare
ancora di più. La Bibbia afferma: "C'è chi offre liberamente e diventa
più ricco" (Proverbi 1 1 :24) . Pensaci: il tuo i nvestimento n o n solo cresce
etemament� ma frutta anche nel mondo naturale e questo ti dà l' op
portunità di dare di più e quindi di raggiungere p i ù p erso n e . È u n ciclo
che si rinnova e si espande continuamente.
Ventidue anni fa alcuni uomini d'affari d i mia conoscenza si riuni
rono e si impegnarono a devolvere una certa percentuale dei loro pro
firò per la diffusione dell'Evangelo. Comi nciaron o con poco, ma con i l
passare degu anni il contributo crebbe. Rimasero fedeli n e l d are e nella
collaborazione. Il loro contributo è cresciuto a tal p u n to c h e h a n n o do
nato oltre 1 20 milioni di dollari per l'Evangelo nei primi d odici anni da
quando presero l'impegno. Hanno preso la loro m i n a e l ' h a n n o molti
pli cata per gli scopi del regno; la loro ricompensa sarà grande.
C'è un grande numero di uomini e donne nella c h i esa c h e p osseg
gono aziende di grande successo, m a devolvon o al regn o s oltanto una
frazione di ciò che guadagnano. Sebbene abbiano un successo enorme
agu occhi della società, come considererà i l Maestro il l o ro atteggia
mento? Pur avendo guadagnato milioni d i dollari, sara n n o giudicati
come il servo che nascose la propria m ina? Non han n o moltiplicato ciò
Lui rise e disse, "Non vorrei essere al posto tuo quando lo incontre-
.,,
ra1 .
Io risposi immediatamente, "Ma tu hai detto esattamente la stessa
cosa!"
Lo lasciai riflettere per u n m i nuto. Poi continuai, " I doni che Gesù
ha dato a me per edificare il suo regno sono predicare e scrivere. Il dono
che Gesù h a dato a te per edificare il suo regno è fare soldi per sovvenzio
nare il regno. Non hai visto il nesso tra le due cose. Io sono l imitato in
ciò che faccio per Gesù dalla tua ubbidienza o disubbidienza, così come
la mia bocca sarebbe limitata nel raggiungere coloro a cui dovrebbe par
lare, se l e mie gambe decidessero di smettere di lavorare per portarmi
dalle persone con cui ho bisogno di parlare." I.:uomo era sconvolto.
"La parte di chi scende alla battaglia deve essere uguale alla parte di chi
rimane con i bagagli; faranno tra loro parti uguali. Da quel giorno i n
poi s i fece così; Davide ne fece in Israele una legge e una norma, che
sono durate fino a oggi" ( I Samuele 3 0 :24-25).
I.:attitudine è importante
Jf OL TlfUC�ZIONE 2..67
<li Dio. 1' 1 i ri feri sco piut tosto alla nost ra atti tud i n e nei co n fro n t i del
sent iero che Dio h:1 scelto per noi. Paolo tl icc: " La vost ra attitu d i n e
dovrchbc cs�crc l a stessa d i Gc i1 Cristo" (Fi l i p pcsi 2 : 5 N L1 ) . Egl i non
.,
oltanto bcn•e d:il calice che il Padre aveva preparato per l u i , 111:1 lo fece
di buon gr:tdo. Per questa ragione Paolo ci esorta: "Siate costan te1n e nte
rin nova t i nello spirito della vostra mente [avendo u n a fresca atti tudine
rncntale e spirituale] '' (Efcs i n i 4 :23 AM P).
Perché? Perch é la nostra attitudine i n fluenza le nostre 111otivazio n i
e davanti al t rono del giud izio saremo ricon1pensati n o n soltanto per
le nostre opere, ma anche per le motivazio n i che le hanno alimen tate.
Guardiamo di nuovo le parole di Paolo:
"Noi turti infarti dobbiamo comparire ed essere rivelati per ciò che
siamo davanti al rrono del giudizio di Cristo, affinché ciascuno riceva
[la rcrribuzione] secondo ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia i n
bene sia in male [considerando quali sono stati il suo scopo e la sua mo
civazione e i risultati che ha ottenuto, impegnandosi, dando sé stesso e
eone.entrando la sua attenzione per realizzarli] " (2 Corinzi 5 : 1 O AMP) .
J10LTlrLICi\ZIONE 2.69
e vi amareggerete e davanti a1 t rono del giudizio non ri ceverete alcuna
ricompcn!-a. Oppure. potete considerarlo un p rivilegio, perché vi per
mette d i t occare m i lioni di vire. Ogn i li bro che sped i te, ogni e-111ail a
cu i ci a.iur.atc a ri ·pendere. ogn i per ona che raggiungete attraverso i
'>oci al, ogni riunione che organizzate e tut to il res to , fan n o d i voi u na
pa n e ,·i talc di ciò che Dio ta facendo per toccare le vite che ha stab i l i to
che quc�to m i n i ,;rero toccas e. Siete con1e gl i uorn i n i d i Davide rimasti
;i guard ia dei bagagl i .- Anche loro afferrarono questa verità e la loro
INFLUENZI\ fEfiSON/\LE
Ma tu . . . sai come vivo, e qual è il mio proposito nella vita.
Conosci la miafede e per quanto tempo ho sofferto. Conosci
il mio amore e la mia paziente perseveranza.
2 T i m o teo 3 : 1 0 NLT
Fortezze di egoismo
Ero una persona n1olto egoista prima dì conoscere Gesù. Dopo la mia
conversione nel 1 979, lo Spirito Santo dovette smantellare le fortezze di
.211
egoismo neì miei schemi comportamental i. I nutile dire che i miei primi
dieci an ni in Cristo furono un periodo di fo rti co nflitti.
Una delle grandi fortezz_e della mia vita era il desiderio sessuale.
Quando venivo tentato daJla pornografia mi era 1nolto di fficile resistere.
Dopo aver combartuto per sei anni fui liberato a1 quarto giorno di un
digiuno che feci nel 1 985. Una volta libero, ebbe inizio il processo di
ri nno,·amento nello spi rito della mia mente.
Negli anni successivi poi scoprii la radice di quel desiderio. La
more di Dio intanto conti nuava a crescere nel mio cuore e il val o re
delle per onc aj miei occhi aumentava costantemente. Mi resi conto del
profondo egoismo di quella, ormai passata, dipendenza. G uardare una
donna in modo sporco o lascivo significava ridurla a un pezzo d i carne
e questa cosa divenne orribile ai miei occhi.
La rivelazione che le donne erano create a i mmagine di Dio, coro
nare di gloria e onore, mvenne sempre più forte in me. Conoscevo già
quest.a verità, ma la mia consapevolezza era solamente una conoscenza
mentale e non era parte integrante del mio essere. Con il passare del
tempo, scoprii la realtà del processo dj trasformazione d i Dio. Quando
le im magini pornografiche scorrevano davanti ai miei occhi da un tabel
lone pubblicitario, dalla copertina dj una rivista o dallo schermo della
televisione, mi sentivo violentato. Mi urtava molto sapere che quella
persona per cui Gesù aveva sparso il suo sangue fosse ridotta a un pezzo
di carne. La mia reazi one nei confronti delle donne cambiò i n m odo
significativo quando quella rivelazione si fece strada dentro di m e .
M i sconvolge i l modo in cui l e donne vengono trattate, p ersino da
al cuni nella chiesa. Vengono guardate dall'alto in basso, viste com e se
avessero meno valore, e persino disprezzate. È una cosa assurda. Uomini
e donne sono erem alla pari del regno di Dio, e gli uomini, in quan to
vasi pi ù forti (che significa più forti fisicamente e non nell'anima o nel
cuore) dovrebbero onorare le donne al di sopra di sé stessi. Gli uomini
dovrebbero rispettare, valorizzare, stimare, proteggere e d edificare l e
donne. Mariti, voi siete a capo della vostra unione, ma avere autorità nel
regno significa deporre la vostra vita per la famiglia mediante il servizi o .
Desiderio di approvazjone
C'era un'al cra area di egoismo che il Signore mi svelò e che per me era
ancora più ingannevole. Verso la metà degli anni ottanta facevo parte
dello staff di una chiesa insieme a circa quattrocento col1eghi. La chiesa
con tava oltre ottomila membri e migliaia di altre chiese sparse nella na
zione facevano capo a lei.
A quel tempo odiavo il con fronto e perciò lo evitavo a ogni costo.
Ero estremamente gentile e a modo con le persone. Non perdevo occa
sione per dire cose carine alla gente, anche se ciò che dicevo non corri
spondeva al vero. Mi feci la reputazione di essere uno dei membri più
cortesi dello staff. Mi giungevano i commenti e io me ne compiacevo.
Poi u n giorno, mentre ero in preghiera, Dio mi chiese: "In che punto
di 1 Corinzi 1 3 ho affermato che l'amore è cortese?"
Fui preso u n po' alla sprovvista e risposi: "Non c'è scritto da nessuna
parte.
,,
Poi Dio mi disse: "Figliolo, sai perché dici agli altri soltanto cose
carine, anche se non sono vere?"
Risposi: "No, non ci ho nemmeno pensato.'"
Riprese immediatamente: "Temi il rigetto. A chi è rivolto il ruo
amore, a te stesso o agli altri? Se davvero ami gli altri devi dire loro
la verità, sia che gli piaccia oppure no. Saresti più preoccupato per il
loro bene e per il desiderio di aiutarli, anche se ciò comportasse il loro
,,
ngetto.
.
Vidi chiaramente il mio egoismo camuffato da gentilezza; la dura
verità m i fu chiara. Usavo gli altri per il mio bisogno di approvazione.
Volevo il loro consenso per zittire le mie insicurezze e non davo la prio
rità all'aiuto verso gli altri. Volevo soltanto la loro app rovazione.
Da cortese a intransigente
Una volta che ebbi ricevuto questa rivelazione, il pendolo si spostò ali' e
stremo opposto. Divenni un predicatore intransigente. Lamore di Dio
per le persone non ardeva ancora nel mio cuore. Pensavo più al mio "es
sere nd giusto che a1 benessere eterno delle persone. A volte andavo a
,.,
" P('rchC:· crit ichi cd e.'> primi un giudiz..io s u t u o fratello? Opp ure tu, per
ché gu�1 rdi dalL:ilto in ha..'>so e d i prezzi tuo frat ello? Poiché compari
remo tutti d:.iv:rnti al t rono del giudizio di Dio . . . e dunque ognu n o d i
noi renderà conto d i sé st esso [darà una risposta i n merito a l giu dizio] a
Di0- ( Roma n i 1 4 : 1 O , 1 2 AMP).
""Se parl.a!.!.i le lingue degli uomini e deg)i angeli , ma non avessi amore,
�rei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono d i
profezia e cono�si rutti i m isteri e rutta la scienza e avessi tutta la fede
in modo da spmtare i moncj , ma non avessi amore, non sarei n ulla. Se di
stribu issi runi i miei beni per nutrire i poveri , se dessi il mio corpo a essere
3™>, e non ave5si amore, non mi gioverebbe a nien te" ( 1 Corinzi 1 3 : 1 -3).
Alcune delle persone che hanno avuto un enorme impatto sulla mia vita
non le vedrai mai dietro un pulpito. Uno di loro era un consulente fi
nanziario presso la Rockwell In ternational. Si chiama Mike, Io conobbi
due anni dopo essere diven tato cristiano. Era seduto accanto a me al la
voro, e durante la pausa pranzo parlavamo delle cose di Dio. In seguito
conversammo per ore nelle nostre rispettive case e in chiesa. Furono la
sua i ntegrità e la sua saggezza pratica basata sulle Scritture a colpirmi di
più. Fui anche toccato dal modo in cui onorava, amava e rispettava sua
moglie, i suoi figli e qualsia.si persona in cui si imbatteva.
A un certo punto la.sciai la Rockwell ed entrai nel ministero. Poco
dopo se ne andò anche lui e aprì un proprio studio di commerciali
sta che esiste ancora oggi. La sua attività ebbe un grande successo. Ha
aiutato oltre dodicimila clienti a compilare la denuncia dei redditi e a
gestire i libri contabili e ha circa cinquemila clienti fissi. Si affidano a lui
da anni per la sua onestà e la sua integrità.
Una volta chiesi a Mike quanti dei suoi clienti avesse evangelizzato.
Mi rispose: "John, secondo una stima al ribasso direi il 90 per cento."
Vale a dire oltre diecimila persone.
Ero sbalordito. Gli chiesi poi quanti ne avesse condotti alla salvezza.
Rispose: "Centinaia." Poi aggiunse: "Giusto la settimana scorsa ho
portato al S ignore un cubano e ho pregato con lui affinché venisse gua
rito dal cancro."
Mike ha aiutato anche molti ministeri a gestire la contabilità. li no
stro era uno di quelli quando muovevamo i primi passi. Riconobbe la
mia chiamata e per anni mi compilò la denuncia dei redditi gratuita
mente. La vita di Mike ha avuto un grande impatto su tante vite e in
tanti modi.
Ricordo che nelle nostre lunghe conversazioni M ike nominava
spesso un custode che più di chiunque altro aveva influenzato la sua
vita. Qualche tempo fa lo chiamai per chiedergli ancora di quell'uomo .
Mike scoppiò a piangere al telefono.
Questo mi fa tornare i n mente la storia vera che uno dei m iei dipen
denti mi lesse qualche tempo fa. Ri guarda un ateo di n ome Max Jukes e
un uomo consacrato di nome Jonathan Edwards. Ecco la storia:
Max Jukes, l'ateo, conduceva una vita empia. Sposò una ragazza empia
e dalla loro unione procedettero 31 O individui che morirono nell'indi
genza, 1 50 che diventarono criminali, sette che divennero assassini, 1 00
che divennero ubriaconi, mentre più della metà delle donne divennero
prostitute. I suoi 540 discendenti costarono allo stato un quarto di m i
lione di dollari.
" :e- �ohamo pote simo rend erci conto mentre siamo mortali che giorno
Jnpo [!iorno costruiamo per l'ctcmit:t, come sarebbe diversa la nostra
vita pt'r tant i aspetti! Ogni parola bcntilc, ogn i pensiero generoso, ogni
:11ionc altruist:1 diventerà un pilastro di bellezza eterna nella vita a ve
n i re.-:
Cinflucnu più grande che possiamo esercitare sugli altri consiste nel
condurli a Cristo. Quando hai una comprensione chiara del giudizio
eterno sarai motivato a parlare del piano di salvezza a tutti quell i che
cono ci. lec,
�iamo: .. Chi è saggio cattura vite umane [per Dio, come
un pescatore di uomini - li raduna e li riceve per l'eternità] " (Proverbi
1 1 :30 AM P).
o�neo credente mi sentivo spinto a predicare l'Evangelo a ogni per-
ona con cui entravo in contatto. Tuttavia i n seguito i mparai a cercare la
guida ddlo Spirito Santo per sapere quando parlare e che cosa dire. M i
resi conto che persino Gesù disse che faceva soltanto c i ò che vedeva fare
aJ Padre. Quando camminiamo con Dio, c'è un flusso, non u n senso d i
costri1.ione che porta alla frustrazione e allontana gli altri .
I n ogni caso l'impulso di condurre gli altri alla vita eterna sarà sempre
presente finché non saremo portati a casa. Camore di Dio alimenta questo
desiderio. Quando portiamo qualcuno a Cristo, rutti gli angeli e Dio stesso
esultano di una gioia inesprimibile. E comporta una ricompensa sicura.
Gesù dice: "I mietitori ricevono una buona ricompensa, e i frutti che rac
colgono sono persone portate alla vita eterna" (Giovanni 4:36 NLT) .
Un'esortazione finale
Possa il Signore fare crescere il vostro amore gli uni verso gli altri sem
pre di più, e divenga grande quanto il nostro amore per voi. In questo
modo vi fortificherà, e sarete perfetti e santi nella presenza del nostro
Dio e Padre quando il nostro Signore Gesù verrà con runi coloro che
gli appartengono. (1 Tessalonicesi 3: 1 2- 1 3 TEV)
(ì\ io vuole vederti pronto per il successo eterno. Ha una grande pas
(r/ sione per te e per il piano che Lui ha per la tua vita. Ma esiste solo un
modo per cominciare il tuo viaggio verso il tuo destino: ricevere salvezza
attraverso il Figlio di Dio, Gesù Cristo.
Attraverso la morte e la risurrezione di Gesù, Dio ha creato una via
affinché tu entrassi nel Suo regno come amato figlio o figlia. Il sacrificio
di Gesù sulla croce ha generosamente reso clisponibile per te una vita
eterna e abbondante. La salvezza è i l dono di Dio per te; non puoi fare
assolutamente nulla per guadagnarla o meritarla.
Per ricevere questo prezioso dono, prima di tutto riconosci il tuo
peccato di avere vissuto indipendente dal tuo Creatore (perché questa
è la radice di tutti i peccati che hai commesso) . Questo pentimento è
una parte fondamentale del ricevere la salvezza. Pietro lo affermò con
chiarezza il giorno in cui cinquemila persone furono salvate nel Libro
degli Atti: "Pentitevi dunque e convertitevi, affinché i vostri peccati ven
gano cancellati" (Atti 3: 1 9) . La Scrittura dichiara che ognuno di noi
è nato schiavo del peccato. Questa schiavitù ha radici nel peccato di
Adamo, che aprì la via alla disobbedienza intenzionale. Il ravvedimento
è la scelta di rinunciare all'obbedienza a te stesso e a satana, il padre della
menzogna, e di divenire obbediente al tuo nuovo Signore, Gesù Cristo
- Colui che diede la Sua vita per te.
2..61
Dcvi cedere a Gesù la signoria sopra la tua vita. Rendere Gcsi.1
.. Signore.. vuol dire cedergl i il possesso della tua vira (spirito, anin1a e
corpo) - tut to ciò che sei e che hai. L1. Sua autorità sulla tua vira di venta
as�olura. Nel momento in cui fai questo, Dio t i libera dalle tenebre e ti
porta nella luce e nella gloria del Suo regno. Scn1pl iccmcnte passi dalla
morte alla vira - diventi Suo figlio!
Se desideri ricevere salvezza attraverso Gesù, fai questa preghiera:
2..66 jrrtNDlct
cNOTE
Capitolo I
1 . Wébsters Encyclopedic Unabridged Dictionary of the Eng!ish Language
tion (New York: Houghton Miffiin, 2000), s.v. "eternity." Eternity: the
state or qua!ity ofbeing eterna!; eternai: existing outside oftime; hence: the
state ofexisting outside oftime.
3 . Merrill E Unger, 1he New Unger's Bib!e Dictionary, ed. R.. K Harrison
4 . Robert Young, Young's Litera! Translation ofthe Ho!y Bib!e (Grand Rap
(Chicago: Moody, 19 88) , BibleSoft PCStudyBible Version 4.
Capitolo 2
1 . Unità monetaria simbolica. adattata alla storia. Dal greco naeab(bwµt (pa
radidomt): affidare, dare, consegnare, mettere nelle mani, offrire. Matteo
25: 14- Partendo per un viaggio l'uomo affida i suoi beni ai suoi servi.
Capitolo 3
1. Apocalisse 2:23 AMP
2. Luca 1 6:2
3. Ebrei 4 : 1 3 AMP
4. Giovanni 8:24
5. Atti 4 : 1 2 AMP
Efesini 2 :8-9 NLT. Il nome di Dio è stato cambiato infa!yn per adattarlo
6. Giacomo 2: 1 O TLB
7.
alla storia.
8. Ecclesiaste 9: 5-6 NLT
9. Proverbi 24:20 NLT
1 0. Proverbi 1 3 : 1 3
1 1. Matteo 22: 1 3- 1 4
2.69
1 5. � 1:mro 7 : 2 1 -23 TLB. La parob rirlo è stata cambiata i.n Affebel per
.., .., 2 Piet ro 2:20- 2 1 TEV. I l nome d i Gesù Cristo è stato can1biato i n Jalyn
2 1 . !\bnc-o 2,1 : 1 2 - 1 .� TE\
2S. Ebrei 1 0: 26-27. 30-3 1 . Il nome di Dio è stato cambiato in Jalyn per
p r ad:itt:irlo :ilb storia.
Capirolo 4
1 . 7he Arr.mazn Hmtage Dictionary� Third Edition (New York: Houghton
Miffiin, 1 992), s.v. "elementary."
Capitolo 5
1 . l\tfovic R.eviews: 7lu Matrix. http://www.pluggedinonline.com /movies/
movies/aOOOO 1 28.cfm. Accessed September 5 , 2005.
2. Alexander Roberts and James Donald.son, eds., 7he AnteNicene Fathers.
W Polycarp: Lener co the Philippians," I O vols. (Grand Rap i ds, MI: Wm.
Eerdmans Publishing Company, I 985), eh. I .
3. Alexandcr Roberts and James Donaldson, eds., lhe AnuNicene Farhers.
" Polyearp: Lctter co che Philippians," I O vols. (Grand Rapids, MI: \Vm.
4. Alcx:rn dcr Roberts and James Donaldson, eds., lhe AnteNiune Fathers.
Eerd mans Publish ing Compa ny, 1 985), eh. 2.
Capitolo 6
1 . Kenneth E. Hagin , / Believe in Visions (Tulsa, OK Faith Lib rary Publi
cations, 1 9 84) , 68-7 1 (second edicion; centh printing).
2. From che UBS Handbook Series. © 1 96 1 - 1 997 by Uniced Bible Socie
Capitolo 8
1 . Luca 4 : 1 2- 1 4
alla storia.
4. Ezechiele 1 3 : 1 0- 1 1 NIV
5. 1 Corinzi 3: 1 2- 1 5 N LT
6. 1 Tessalonìeesi 2: 1 9-20 NLT
7. Matteo 12:36-37
tN0H .291
8. Pro..-c-tbi 1 2: 1 4
9. Gat'.'mia 1 1 :20
10. Gerem ia 1 7: 1 0 N LT
1 l. Convcna.zionc ad�ttata da �fatteo 2 5 :34-40 TEV
1 2. 2 Corinzi 9: 1 O
1 3. 2 Corinzi 9:9 1P
1 4. Luca 14: 1 1 A.1\-f P
1 5. Luca 1 9: 1 7
1 6. ApocaJi!.�C 2:16-27
17. M;it tro 25:2 1
CApitofu 9
1 . I nomi in questa storia sono stati cambiati per il rispetto della privacy.
CApitofu 10
1 . James Strong, Strong's Exhaustive Concordance of the Bible (Peabody,
�1.A.: Hendrickson Publi.shers, 1 988) .
:!.. Bibksoft !{ew Exhaustive Strong's Concordance, (Seattle, WA:. Biblesoft,
lnc., ver. 4, I 994).
Capitolo 12
I . Questa sc:z.ione è stata adattata dal contenuto che è apparso per prima
n d mio ubro &kn:b: 1he Power You Need to Never Give Up (Colorado
Springs, CO: Warerbrook Press, 20 1 1 ) , 2 1 7-2 1 9.
�� "
1 . Wèbsurs Enqclopedic Unabridged Dictionary of the English Languag e
(NC'\.v York: Gramercy, 1 993), s.v. "envy."
2. 1hr Ammcan Hmrage Dictionary of the English Language, Fourrh Ecli
rion. Houghron Mifilin Co., 2004 (software edition).
Capitolo 14
J . Leona.rd Iuvenhm, Sodom Had No Bible (Minneapolis, MN: Bethany
How.e, J 97 1 ), 1 55.
2. Jkbcco Ruter Springer, My Dream of Heaven: A Nineteenth Century
Spiritual C/a.JJit': Original/y Known k lntra Muros (Cincinnati, OH:
H.arri.son How.e), 2 l .
291 J{!H
A p p u n ti
Ap p u nti
A p p u nti
Li bri di J o l1 n Severe i n ita l i a n o
\·ittoria nl'I dc..s. l'rto
Crnccrc fnrti nei u·mpi di aridità
.A, ccc..�so viet ato al nem ico
Sharra la porta al dim·ofr> con una semplice decisione
Av,·icinarsi
Una ,·ira di imimirà con Dio
Co'iÌ dice il Signore
Impura a riconoscere quando Dio ti parla per mezzo di qualcun altro
Il ti more del Signore
Scopri la srrada per una conoscenza più intima con Dio
L'esca di Satana
L,a tua risposta a un 'offesa detennina il tuo futuro
La ricompensa dell'onore
Come ottenere il favore e le benedizioni di Dio
La ,·oce di uno che grida nel deserto
Il ministero profetico di questi ultimi giorni
Soccorso
Un romanzo per l 'aninia
Sotto coperta
La promessa di protezione sotto l'autorità di Dio
Spezzare l'intimidazione
Come trionfare sulla paura e sprigionare i doni di Dio nella propria vita
Straordinaria
La vita per cui siete stati pensati
Un cuore ardente
Accendersi di passione per Dio
Instancabili
La porenZJJ per non arrendersi mai
Ki llin g K ryptonitc
D istrug,.:i ciò che ti ruba la tua forza
Come reagire quando vi sentite maltrattati
CLOUD
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CO M E R EAG I R E
QUAN D O VI
S E NTITE MALTRATTAT I
Cloudlibra ry.org e
CLOUD
UBRARY
LO S P I R I TO
SA N TO
LO
J O H N B EV E R E
CDH Al:XllSOH !eiE!:
Per tre anni i discepoli sono stati con Gesù, cammin:indo con Lui e ascoltando
tutto ciò che diceva. Gesù, però, affermò ai Suoi amici intimi che doveva lasciarli
affinché lo Spirito Santo potesse venire e che grazie a questo cambiamento la loro
condizione sarebbe migliorata (Giovanni 16:7, 13-14). Se questo era vero per i
discepoli, che trascorrevano ogni giorno con Gesù, quanto più noi abbiamo bisogno
del coinvolgimento attivo dello Spirito Santo nelle nosue vite di oggi?
Purtroppo, lo Spirito Santo è spesso incompreso perché non si ha la più pallida idea
di Chi Egli sia e d i come si esprima con noi. Lo Spirito Santo è spesso descritto
come qualcosa di "strano". La Bibbia, però, chiarisce che Io Spirito non è qualcosa.
Lui è qualcuno: una Persona che ha promesso di restare al tuo fianco. John Bevere
ti invita alla scoperta personale della Persona più ignorata e incompresa della
Chiesa: lo Spirito Santo.
- Riflessioni giornaliere.
- Domande per le discussioni di gruppo.
- Bonus Capitolo con le risposte alle domande difficili sullo Spirito Santo.
LA S T O R IA
D E L M AT R I -M--O-- N I O----
TANTO TEM PO FA . . .
Il matrimonio era per sempre. Era un patto che univa un uomo e una donna che, da
questo intreccio, risultavano più forti, più nobili e sempre più simili a ciò per cui erano
st:iti creati. Erano migliori insieme di quanto non lo fossero individualmente.
felici e contenti. Ogni scelta ed ogni azione erano designate per costruire l a vita che la
La cerimonia nunziale era solo l'inizio del lavoro di costruzione del loro per sempre
loro unione rappresentava.. Marito e moglie camminavano verso il grande ignoto con i
cuori, le mani e le voci intrecciate per esprimere l'amore del loro Creatore.
Come abbiamo fano a perdere il contano con questa storia d'amore profonda? Ne
i.A storia t:kl matrimonio, John e Lisa Bevere ti invitano a riscoprire il piano originale di
Dio. Sia che tu sia sposato, sia che tu sia single o fidanzato, la tua storia è parte della Sua.
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Come la riconosciamo? Come ci influenza a livello individuale e collettivo?
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abbandoniamo, sotto la sua influenza? Perché si camuffa tanto facilmente?
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che ogni seguace di Cristo deve conoscere se desidera intraprendere il cammino
della trasformazione, che di sicuro presenta delle sfide, ma anche una grande
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