You are on page 1of 33
All’inizio di questo periodo é gia definito il fon- damento dell’arte greca: la ricerca della , dell’ , dell’ Come nella filosofia i pensatori cercavano la causa di tutte le cose, il , cosi gli artisti rappresentano non cid che é@ transitorio, mutevole, ma cid che é perfetto, Pa laalilole)l oa forme. [Giuilta greca Peo Oe id che sta dietro le Intanto lo sviluppo delle poleis porta alla ne- cessita di fondare delle fuori dalla Grecia, prima in Sicilia ma poi anche in Spa- gna, Francia e nel sud Italia ( A nord invece la civilta greca si diffuse sulle coste del mar Nero. L’arte subisce un forte im- pulso esprimendosi soprattutto nell’ ae Contestualmente si sviluppa la religione greca, una che sara grande fonte di ispirazione per l’arte greca. | Greci immaginavano che i loro dei abitassero sul 5 tra le nuvole che coprono costantemente la vetta, alta quasi 3000 metri. 1) divinita olim- piche (dette ») governavano qualsiasi aspetto dell’esistenza umana ed erano . Ma a parte questo avevano , erano tutti parenti tra loro e avevano gli stessi di- fetti degli uomini: era- no capricciosi, irascibi- li, gelosi e prepotenti. Quando i co- nosceranno l'arte gre- ca si impadroniranno anche degli Olimpi cambiando semplice- mente loro il nome. y x m8, - fA, f % @ NL i MW Bers oem oi) IL TEMPIO Il tempio fa la sua comparsa tra PVIIl e il VII secolo a.C. e deri- va dal megaron miceneo. Rivolto ad est, ha dimensioni e complessita variabili ma pos- siede sempre una cella inter- na (nads) con la statua della divinita, un atrio (prdénaos) co- stituito dal prolungamento del- le pareti della cella e, a volte, Popistodomo sul retro. In base a numero e posizione delle colonne si distinguono il tempio in antis, prdstilo, an- fiprdostilo, periptero e diptero. Piu tardo é il tempio circolare. In base al numero di colonne presenti sulla LeeTofolf-1CcM I CHL) oN eM ome clare lula c\Cor - tetrastilo, con quattro colonne Seer ermeol ARK) 011(-} - octastilo, con otto colonne Il numero di colonne @ quasi sempre pari af- finché non ci sia mai una colonna di fronte alla porta del pronaos (rari sono i casi di eptastilo o ennastilo). Il giro di colonne intorno alla cella (singolo o doppio) @ denominato peristasi e lo spazio percorribile € detto deambulatorio. Le celebrazioni awenivano tutte all’esterno del tempio e solo il sommo sacerdote aveva la fofokesoyl li fie= Wel M-(orerete ol eoM=| Ma elon Questo é il motivo per cui la facciaia de! tem- pio era particolarmente curata e decorata. frontone tetto ccapriata colo Wy —_zeroterio lamentearchitettoico i fornatangolare, coperturain togoloSirutturalioneatangolare rave che colloga vot ‘lamonte decorative caloca- ‘con fungione srutuale e decoraiv, compe- dteracota ‘he sstene itt superior dele capita — teaulteto,incorisponder- ‘0 datimpanaecomice 22 4eglango de entone timpano antefissa superete tangolareracchive | laren dacoratvo Sadala cornice del frontone, | appieato ala estat dl. Spesso omata da scuture Tolima fa dels togoe captello slementa irae: ardor colanna oarchirave ‘gokrepitoo Scoiptoin evo architrave : {tleche dance peso dea trglito Iabeasiane sul clome iemnieccnae. a ¢olonna revericale ‘ute ellnsco camposto ‘derocchl e sormontats a eso se oo Se es | “sy mentor! Se fade ep ter gtinodelcupdona cont 8°, ase sepn tsepeencecmtomascea™ te crv pow se recs an ra etme inelopee tight stern Stanza itera dove ¢custocite ‘ered ai one IL TEMPIO GRECO {aMp8 cesienie che | ‘uidaverso iio Lo schema della piante, inizialmente sirctta e allungata, tende col tempo ad accorciarsi e a dilatarsi. Presto si stabilira la formula classica secondo la quale !e colonne sui lati sono |! doppie pid una di quelle sul fronte. Percid un tempio esastilo ha tredici colonne sul lato, un octastilo ne ha diciassette mentre le colonne diventano via via pil snelic. Tempio di Apollo a Siracusa (565 a.C.) ‘Tempio della Concordia ad Agrigento (440 aC.) + periptero, esastilo ~periptero, esastilo +6x 17 colonne +6x 13 colonne + pianta molto allungata pianta allargata e contenuta + proporzion! molto tozze e pesanti =proporzioni eleganti e slanciate + echino del capitello molto largo e schiacciato echino del capitello conico e teso Il tempio era spesso vivacemente colorato: Pintensa luminosita delle zone mediterranee ha sempre portato le civilté meridionali ad accentuare i! valore cromatico delle superfici per con- trastare l’abbagliamento solare, | colori pit utilizzati erano il bianco, il rosso e lazzurro. Per realizzare un tempio i blocchi di pietra venivano con un lavoro lungo e complesso e trasportati fino al cantiere. fasi di estrazione di un rocchio di colonna- tratto da Bell'italia | blocchi a parallelepipedo venivano trasportati realizzando intorno ad essi una sorta di ruota. Le erano realizzate in opera. Ancora oggi si pud osservare la lavorazio- ni dei rocchi presso le , vicino Mazara del Vallo. - | Cee eu arc) In (pil precisamente nella parte comprendente colonne e trabeazione) si vanno distin- guendo tre stili principali: , e Sono detti anche perché prevedono una disposizione ordinata e proporzionata di una serie di elementi caratteristici ( i ‘ b Ordine dorico ORDINE DORICO E Vordine architettonico pit: antico. La colonna poggia diret- tamente sullo stilobate, senza base, @ rasiremata verso | al to ed @ percorsa da circa 20 scanalaiure con spigolo vivo. E ornata in alto da un collarino ed é sormontata da un capitello composto da un ec!ino (elemento a forma di cuscino circolare e piu tardi troncoconico) e un abaco (lastra quadrangolare). Sul capitello poggia un architrave liscio sul quale é posto il {regio composto da un’alternanza di metope e trig! fi. Leffetto é robusio e maestoso, tutte le forme sono semplifica- te, essenziali e decise. II chiaroscuro é netto. Pochi decenni dopo quello dorico, si sviluppa l’ordine ionico. La colonna é pit , rastremata verso |’alto ma priva di éntasis, non poggia direttamente sullo stilobate ma su una base composta da 7 Le scanalature del fusto sono circa 24 e lo spigolo che le divi- de @ smussato. II capitello presenta un abaco schiacciato, un echino decorato ad ovoli e, interposto tra questi, un . Al di sopra del capitello sta un architrave decorato con tre fasce digradanti verso il basso sormontato da un , privo della divisione in metope e triglifi. Cre Fregio continuo proventente dal Tesoro del Sifni smussato ORDINE CORINZIO Ultimo dei tre ordini, si manifestera solo nel V secolo e avra par- ticolare diffusione durante I'e!icnismo e I’eta romana. E una variante dell’ordine ionico in quanto presenta la stessa base e la stessa trabeazione, differenziandosi solo per il ca- pitello formato da foglie di acanto. La colonna é ancora pil slanciata sebbene sempre scavata da 24 scanalature. La leggenda narrata da Viiruvio racconta che lo scultore Cal- limaco invento tale capitello ispirandosi ad un cesto avvolto da questa pianta, posato sulla tomba di una fanciulla a Corinto. Nella realizzazione dei templi greci vengono apportate una serie di correzion| ottiche impercet- tibili che equilibrano alcuni soraditi effetti visivi che si avrebbero nell’osservazione del tempio da lontano. Ela correzione pit nota diffusa origuardail profilo delle colonne:&it Figonflamento del fusto dolla colonna acirca 1/3. dol"aitezza,utlizzato por climinare effetto di as- sottigllamento della parte certral dla coloma se fa da lontane, tetnc orszotl el baamont » dae vaonsione vt a onan, ambran inured Pt cer quota deforaon ling vengoro ‘curvate verso alto, in modo da non apparire concave ma perfetamente retblinee. Quesio accorgimenio& Hsconabteancba ogg alo stabas te Pateone Le colonne che hanno come sfondo la cela {in ‘mira) appaiono pid gros- che hat So ami colonne dangolo fresentano un damete maggie Le colonne pid esterne non appaiono crite e verticali ma divergent inciinate verso Festerno quindi vengono leggermente inclinatz ‘verso interno in modo ca sembrare perfettamente vertical e parallleallecolonne poste in posizione centrale. Un altro accorgimento ottico presente nei tem- pli (ma solo in quelli in stile dorico) é la solu: zione del cosiddetto con/itio angolare. Nel ‘regio dorico un triglifo ogni due é in asse con la colonna ma, arrivati all’angolo del tem- pio, ultimo triglifo deve coincidere con la fine della trabeazione creando cosi una metopa piu larga delle altre. Varie sono state le soluzioni Tiare UI=) Fe MOLLER MIC ee MUCe CML mae ood none di Atene con la contrazione dell’ultimo ce om ro oquidistanza © assialth doi ig colo cone sf abe un erato pesizionamento dol'architrave poiehé questo ddovrebbe terminare prima dell'abaco. ‘azn caret arctan mode we oot ta eter) po SClnando futino villa a angola trametopa irae moto pi rg Sl a. per nen allargare in modo ovidente la metopasi ‘ud alargere ultimo triglifo ma anche questa luzione non @ estaticamente valida e i Greci rion Phanno adottata q ber evar un alargamerto eviente del’ tonal tte «posse progressivamente tutte Ie metope op- ure sole atime cus, i tars ais | es Se jo classico e consiste nell avvicinamento {ale ume due colome tale da non richiadere ‘modifche né dei triglfiné delle metope. Rona’ prodons mode mate Scat rms dee corns del ego | templi greci (in particolare quelli classici) presentano un proporzionamento matematico basato sulla “sezione aurea’, una proporzione presente anche in natura, che conferisce armonia © perfezione misurata all'architettura e alla scultura. La facciata del Partenone e le varie membrature sono contenute all’interno del retiangolo au- reo: laltezza massima del tempio costituisce la misura di un lato del quacrato ABCD. Dividendo verticalmente in due questo quadrato con il segmento EF, si fa centro in F e si traccia un arco, di raggio FC che interseca in G il prolungamento della base AD. Si costruisce cosi il retlangolo ABHG dette “aureo”, secondo il quale é misurata la facciata del tempio. La base AD del quadrato @ “sezione aurea’ del segmento AG, cioé 6 medio propor. zionale tra AG e DG, rapporto che numericamente vale 0.615... Set een ceri eee eee ee ee Muon oe Rue ene ie] Ce ee Ee ° a cocneccccell @ pegeenememeser certs Cg @ @ @ ) C) C Cy SPOON OOOO IDOHOOOOHOH Oe N) Ad hd bd hd Nd @ ) Si tratta di uno dei piu antichi siti della , anticamente chiamato Cy} situato sulla costiera salernitana. Si possono osservare tre templi, il pil. antico dei quali, forse dedicato ad Hera, é conosciuto come “ ” (meta del VI sec. a.C.), il secondo, pill piccolo e lontano dagli altri due, é il (510 a.C.) e l'ultimo, il piu recente, é il (460 a.C.). PAESTUM EES i) deve il suo nome alla credenza settecentesca che si trattasse di una basilica roma- na, un luogo di riunione coperto, sede di tribunale. Mostra ca , la sensibile espansione dell’ ma) delle colonne, l’evidente eil E =a (9 x 18 colonne), forse dedicato ad Hera. Le numerose colonne sul fronte (in un curioso numero dispari) non conferiscono a questo tempio la tipica estensione in lunghezza propria dei templi arcaici. Nell’'area piu settentrionale sorgono i ruderi del tempio di Athena, poi dedicato a Cerere. Si trat- ta di un periptero esastilo con 6 x 13 colonne (segue dunque la regola che sara poi classica). ll pronao é delimitato da 6 colonne mentre manca !’opistodomo. Sebbene le proporzioni delle colonne siano simili a quelle della Basilica, il capitello appare meno schiacciato. Poco pit' a Nord della Basilica sorge, invece, il tempio di Nettuno, uno dei pil imponenti del periodo, giuntoci pressoché completo con l’intera trabeazione e i due frontoni. E un dorico periptero esastilo con 6 x 14 colonne e cella divisa in tre navate da due file di colonne pit piccole disposte su due livelli. Nonostante il periodo tardo le colonne sono ancora molto massicce tanto che per snellirle, invece delle consuete 20 scanalature, ne sono state realizzate ben 24. Tuttavia lo stile € gia maturo e sono presenti le correzioni ottiche tipiche dei templi classici e un echino piuttosto slanciato an ini a UL Peo Eee CR neu Nel periodo arcaico inizia quel che portera in epoca classica ad una La statuaria arcaica ha come tema fondamen- tale la ml (si legge curos e al plurale fa kouroi) e, in mi- sura minore, quella ( ‘ al plurale korai). Non si tratta della rappresentazione di indivi- dui qualsiasi ma dell’ aa) 1d TaleMe(-}| (ome) Le correnti predominanti sono quella 4 quella e quella met predilige il amelie plici e squadrate e proporzioni particolarmente mostrando di subire una forte in- fluenza dalla Pence on eke statua dorica, 600 a.C. Un esempio significativo di scultura dorica é costituito dai sie-tclll| realizzati da Polimede da Argo e risalenti al 600-590 a.C. Le figure sono , cioé ferme e in piedi, con la (2) al corpo ei | due corpi sono , massicci, con stacchi netti tra le parti. | volti sono e i capelli sono delineati in modo simmetrico da profondi solchi verticali e orizzon- cli Alcuni attraversano anche Vaddome suggerendo la presenza dei muscoli addominali. Le treccine sono disposte in modo geometrico e ee eT sono piuttosto toz- ze: in queste statue la testa é pari ad folie Uicyed- MOT SINCE mentre in eta classica tale proporzio- ne diventera CSO UCC LO Ca a ee Nella é evidente un maggior . Uno degli esempi pit: significativi é il (méschos = vitello, phorés = portatore), risalente al 570-560 a.C Rappresenta un , for- se offerta agli dei. Le forme sono pit plastiche, piu che nell’arte dorica ma la geometrizzazione é presente nella formata dalle braccia dell’uomo e le zampe dell’animale. Un sottile aderisce al corpo del giovane senza nascon- Celta -Coerente con la sua serena superiorita é il di questa figura. Pree nes od POOR ae one ec Peers ead ed Cree nes reer) Re ee Rcd composto dai frammenti di tutto cid che i Persiani avevano Ce ie uN Car god eas Ee CoECENes Lo stesso é visibile nella (640- 530 a.C.), vestita, cioé con il Luso del per caratterizzare i capelli, gli occhi, la bocca e la veste é un feat Muto) a el minuisce comunque |’ della figura, ferma e ben tornita. Labito risulta molto , Privo di pieghe oblique o di increspature decorative. A sinistra, Kore con peplo, 540 a.c,, marmo, 1,20 m. Ue ee CISC eR hie ei e Per quanto riguarda invece la Cole MAM [UCT (cd e anche se le tre correnti si sono spesso me- scolate. i , ad esempio, é simile ai kouroi dorici per la con la gamba sini- stra avanzata, |’ Cae mane differisce per |’affusolarsi del- le membra e i tenui passaggi chiaroscurali. Anche questa statua mostra un che denota la serenita della perfezione. lonica é anche I’ , una statua acefala che in realta é una fanciulla che intercede presso la Dea. La forma ricorda una Ellen ele le scanalature del . Il geometrismo perd Mr taro Mell f-1 Caer) della veste disegnata per mezzo della , leggera ed elegante. Asinistra, Kouros di Milo, meta VI sec. a.C., marmo, 2,14 m SON ec mm a reek er Waelh : cid si deve alla ealla CEM Uo Mee Uulen Man oN MVC clo neo. La pittura di quest’eta, contrariamente a quanto accadeva nel periodo geometrico, é carat- terizzata da una forte 5 In relazione alle tecniche impiegate si sono succeduti : quella a (a partire dal VI secolo a.C.) e poi quella a (dalla fine del VI secolo in poi). CUE) Couey Birr eric Questo grandioso , detto Francois da nome del suo scopritore, @ un’opera non solo per le (66 cm di altezza) ma anche per il gran (15) ela (270 ca.) identificabili grazie alle 121 iscrizioni presenti. Lopera é firmata sia dal vasaio che dal fei Colt} . Come in tutta la produzione pit arcaica il vaso é diviso in (5 oltre a sgqusl del piede, in questo caso) e le imma- 3 gini nere sono totalmente bidimensionali e dettagliate la superficie con isto (ee Le figure, come quelle egizie, sono fiir arto) °)-[el4 (0) piu naturali nella posa. Eee Cu ey Di questo grande vaso melee te Moodle raneamente . La scena mostra i due in un momento di sosta mentre ai dadi. Le iscrizioni accanto ai due personaggi indicano i numeri ot- tenuti in gioco: “quattro” e “tre”. Il vaso, non pit diviso in fasce orizzontali, offre , che ne diventa protagonista. | due eroi si curvano in avanti in modo le lance formano un con il vertice in basso con- tribuendo a rendere la concentrazione dei giocatori sul cubo posto a terra. Grande e nobilta caratte- rizzano anche una scena di per sé banale. cMica MN etter Maceo Io le CoM M SOMO LTN con la quale scalfi- sce la vernice lucida ottenendo delle vesti arabescate e dell’acconciatura (capelli e barba). Rey Intorno al la tecnica della pittura vascolare subisce un : invece di dipingere le figure con il della terracotta, si comincia a (anche per Coley} lasciare alle figure il fondo rosso del vaso. Cid consente di superare I’ per il disegno dei dettagli (che produceva solo linee di uguale spessore ed un effetto molto “grafico” e bidimensionale) per passare all’ e, quindi, la possibilita di Cart , conferendo EV Rie lemon) e una certa Ad si deve questo ispirato al mito: Eracle, simbolo dell'intelligenza umana sconfigge il gigante Anteo, che trae la propria invincibilita dal contatto con la terra, sollevandolo dal suolo e stritolandolo. ae POOR CT WeigoMer-UeWeedCnl MnWSelt-M I in particolare in tutti quei periodi nei quali prevale la razionalita e la ricerca di equilibrio. | due combattenti sono , disposti e awinghiati nella lotta, tuttavia Eracle 3 in volto mentre il gigante appare Pyce tro di loro, armonicamente disposte ai lati, due fuggono atterrite, costituendo un efficace e accennando percid a una nuova Una grande eal minuto si hain questa tazza dipinta da Qui compare un tema non epico ma Ar Xeni tc) fascia il braccio dell’amico ferito. Il primo é concentrato nell’avvolgere la , laltro volta lo per la soffe- renza, punta il contro il cer- chio rosso del medaglione e ripiega l’altra (rappresentata con particolare cura anatomica) su se stessa. Per la prima volta e non pit frontali.

You might also like