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ALFREDO CASELLA BEE THOY EN INTIMO BIBLIOTECA GUIDO 4 © GATTI SANSONI - FIRENZE Una vita del Maestro a traverso tl suo epistolario PROPRIETA LETTERARIA — STAMPATO! IN ITALIA PREFAZIONE INDICE Be ay 27928 Vitae ie nay ales) pane es) ec Rettere: 1) SOR Eye... ewes ANGIE: win) |seeucs gens) aR GEE TY, =SaggetaGbe: Vite. 210) es. 5 Gl Mig wale Lectibres 36a) als Wa oe a BNO ena ere epee ites Ts [HET a Bogs W ate cok is iain sells) one | Mya aes) abogs Wita alc ay a tee ere ales ae RH ERE cay eae ete teas Gy PIGURE NE 1s ve cHieees i ieee at Ree INES SEBOR SEDO eP Nabe Varese Na i Beton ties an Fle 5 os tees ens Vii-= 1Si0=48r Re Vita 80S a 2 es ie SE SEATR Yt my Nie dar Bt That OR Cree Sorat ceo GP, he, nae VUs= WBtgeiPart Wats oot a) anki a Sonos) eter ome Se ty ls. tl | oat A anes DUST ICES Foi SU ies: car ek Oe WILL, GBaeenea Vite 6) «a4 2 ee Poe ee IX. - 1825-1827: Vita . . Bibliografia USRCRe) fatvelle: Se atlas ire eae . INGIGD = Soa yale Luh Ge Stare ome PCRS aN Gs ee ena a) Ge oh de INGLE ole wis Te ae eta ae 11 13 ar 25 27 39 43 45 52 55 58 76 81 84 99 103 105 136 141 144 173 179 183 201 203 PREFAZIONE BEETHOVEN Anni fa mi trovavo in un paesetto sperduto nelle montagne del Canavese. Con alcuni amici, si parlava di Beethoven, animandosi sempre pit la nostra discus- sione. Un gruppo di contadini ci stava vicino e seguiva con visibile attenzione il nostro giuoco di idee e di opinioni. Ad un certo punto, meravigliato di codesta curiosita, chiesi a uno di loro se sapesse bene chi era Beethoven, ed il montanaro mi rispose: « Perbacco! Ma non é quello che ha inventato la musica? ». La frase del contadino piemontese rappresenta — pur nella sua rozza ingenuita — la sintesi della immensa popolarita che gode oggi Beethoven nell? intero mondo, popolarita che nessun altro compositore ha mai rag- giunto né prima né dopo. Popolarita che dimostra quanto sia erronea la teoria che st vorrebbe oggi im- porre, secondo la quale l’artista lavorerebbe sempre ed unicamente per la classe sociale dalla quale dipende, dimenticando essa teoria che Vartista veramente grande opera al di sopra di qualsiasi classe e si rivolge all’uma- nila intera. +* La enorme notorietd di Beethoven gli ha perd valso di divenire il centro di tutta una pseudo-letteratura di IX Prefazione basso rango, nella quale abbondano le false informa- zioni sulla sua sorditd, sul flirt con la contessina Guie- ciardi, sul « Destino che batte alla porta», su Bona- parte, e dove si racconta persino che egli « componeva piangendo », ma dove raramente si cercherebbe qualsiasi serio tentativo di vera critica, Né bastava codesta lette- ratura giornalistica: anche la peggiore pittura, la piu scadente scultura hanno inondato Uuniverso di ridicole immagini beethoveniane, fra le quali primeggia il cele- bre quadro di Balestrieri. Questa pessima arte parassi- taria, cresciuta e vissuta a spese di un grande genio, non si é verificata che nel caso di Beethoven, ma non: ha certo contribuito a formare nel pubblico una giusta idea della vera essenza della sua personalita, creando invece una nozione biografica totalmente falsa ¢ roman- tica dell’uomo e contribuendo persino ad alterare la sensibilitd e la reazione del pubblico verso quell’arte. * Oe * Beethoven @ nato in una epoca eccezionale per U’arte, che non ha riscontro nella storia di nessun tempo, Il mondo nel quale egli vide la luce (nel 1770) era quello che stava per divenire teatro della Rivoluzione Fran- cese. L’idea della libertad individuale polarizzava poco a poco tutto il pensiero europeo ed im ogni uomo si creava la fede in una comunita umana libera ed uni- versale. D’altra parte, gli sconvolgimenti sociali dove- vano avere per ineluttabile conseguenza la scomparsa del vecchio mecenatismo feudale e la liberazione dell’ artista, non pitt costretto a «servire» un padrone (sia pur, non di rado, colto ed intelligente), ma finalmente posto in grado di crearsi la vita in rispondenza al proprio x Prefazione lavoro. Il primo tipo di musicista che abbia cominciato ad emanciparsi dal mecenatismo 2 Mozart, come disse giustamente P. Bekker: « Mozart é un uomo della rivoluzione; e come artista é l’'apostolo di una libera umanita. E il primo compositore che, della propria arte, faccia una immagine diretta della sua personalita e delle sue idee ». Dopo Mozart, Beethoven rappresenta la completa incarnazione dell’individuo che accentra in sé tutto il cosmo spirituale e che concepisce luniverso unicamente a traverso la propria personalita. Il gran- dioso dramma della Rivoluzione Francese che Mozart vide solamente alla vigilia della morte, occupa ed illu- mina tutta la gioventd di Beethoven, plasma il suo spi- rito ed orienta definitivamente la sua formazione. Beetho- ven costituisce quindi il primo esempio di artista total- mente indipendente dal mecenatismo (al quale Mozart aveva dovuto ancora in parte sottostare) e che abbia co- minciato a vivere col prodotto di un libero lavoro: cessioni agli editori, concerti, lezioni, ecc., precisamente come hanno vissuto dopo di lui e sino ad oggi tutti i compositori. Ma Beethoven ¢ ancora maggiormente avvi- cinato a noi da un’altra fondamentale caratteristica sua: egli fu il primo musicista veramente « democratico » della storia. Beethoven credeva tenacemente in una umanita illimitatamente libera e non vi riconosceva altro segno di superiorita che quello della bonta né altra legge all’in- fuori della conquista della serenita per mezzo della sof- ferenza e del lavoro. Come tutti i rivoluzionari della sua generazione, egli leggeva assiduamente Plutarco, e Bruto era il suo eroe (ne teneva un piccolo busto sullo scrittoio) . Sognava di vedere instaurata ovunque nel mondo la re- pubblica di Platone. Disse nel 1819: « Gest e Socrate JSurono sempre i miei modelli ». Era un fanatico parti- XI Prefazione giano dell’indipendenza nazionale, nonché del suffragio universale e sperava fermamente che la Francia realiz- zasse quella e questo per mezzo di Bonaparte, ponendo cost le basi della felicita umana. « Egli vagheggiava una Repubblica eroica fondata dal Dio della vittoria, cioe dal Primo Gonsole» (R. Rolland). E noto come Pambizione di Napoleone facesse naufragare questa bel- lissima utopia... Tuttavia, se quanto precede vale ad illuminare un lato di quella formidabile personalita, non giustifica ancora le ragioni della sua grandezza musicale, Perché non basta la qualita di « democratico» per essere un grande musicista. Altro ci vuole, e tenteremo adesso di chiarirlo. Alla morte di Mozart, la musica si trovava in una situazione molto complessa. La insorpassabile perfezione dell’ arte di Haydn e soprattutto di quella mozartiana, sembrava precludere ogni sviluppo in quella direzione. Nella reggia dell’arte dei suoni Varia non penetrava pit. Urgeva Pintervento di un nuovo genio che riaprisse violentemente le finestre ed immettesse nuovo ossigeno nel palazzo. Fu questo precisamente il compito di Beetho- ven, che egli assolse nel modo che tutti sappiamo. Con Beethoven, la musica acquista un carattere total- mente nuovo, ma che @ la logica continuazione del pro- cesso storico dei secoli precedenti. Se con Haydn ta for- ma sinfonica trovava (come ha detto Bekker) la sua AIT Prefazione cristallizzazione, con Beethoven questo processo si tra- sforma in una vera e propria condensazione. La mu- stca st concentra al massimo, si fa massiccia e diviene una materia rigida. Da quel momento, un nuovo ele- mento drammatico penetra nella musica: la lotta del creatore contro la materia sonora, non pit doctle e dut- tile come con Bach 0 con Mozart, ma ormai resistente e difficile da « lavorare ». Tre sono gli elementi che hanno concorso alla forma-

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