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Mm )UNIOR -10 : LA CONFERENZA dy DEGLI ANIMALI Erich Kastner degli animali ospita un albergo tceelti migrat Nota delteditore Iietor noted certamente nelle prima parted ae. ‘0 libro qualche riferimento ad avvenimenti che og- ‘al possono sembrare un po" datat. Quando Erich ‘Rastner, forse il phi famaso scrittore per ragazzi del nostro secolo, scrisse La conferenza degli animal, fa Seconda guerra mondiale era terminata da pochi an- ri. Immani problemi, come per esempio quello rap- presentato dai milioni di profughi tedeschi im fuga Ga tritort oriental, eran ancora ape eae {di potenze vincitrie sl fronteggiavano In una guerra {fredda che sembrava preludere, fa lo sbigottimento ‘Gel mondo, aun pli tremendo conflti atomico.. {La conferenza degli animal, ironica parodia di tante inconcludent! conferenze poiitiche di quel! anni, 2 ‘Stata dettata da questa paure, ma 2 stata ispirata da luna insopprimibile speranza. Ese tuto it elima poli- tieo internazionale sembra essers finalmente avvia- fo, in questi ultimissimi anni, verso prospetive di (pace pi sicure, il timore di fondo che ha mosso rich Kasiner non 2 completamente svanit ¢ la 30- stanza del libro resta pur sempre atuale. Per questa rragione, e anche per il ispetto verso Il vecchio seit. fore nel fratiempo scomparso, non si @ ritenuto di lapportare af libro nessun aggiornamento, conside- rando La conferenza degh animali un piccolo class (0 della letteratura peri giovani. Sonatas ‘Telegramma a uti paesi del mondo: chiusala Cconferenca di Londra stop tratative ifrutuose ‘Sop lormazione di quatro commission! interna- Zonal stop decisa tina mova conferenza stop fnessun accordo sul luogo della prossima ses- Bione sop, Un bel giorno gli animali persero la pazienza. Nel Nordafrica, come ogni venerdi, il leone Luigi si incontrd sulle rive del lago Ciad con Pelefante Oscar ¢ la giraffa Leopoldo per be- fe un bicchiere assieme. Scuotendo la sua ‘zazzera d’artista il leone esclamd: «Ah, que- sti uomini! Se non fossi cosi biondo, divente- rei nero dalla bile! » L’elefante Oscar, che si stava spruzzando Ia schiena piena di polvere con la probosc de tenuta ben alta, si gird, si stiracchid pigro ome se si trovasse sotto una bella doccia tie- pda e, con la sua voce di basso profondo, borbottd qualcosa che nessuno degli altri due riusef a capire. La giraffa Leopoldo, a gambe divaricate nell’acqua, beveva in fretta a piccoli sorsi. Poi si interruppe per replicare: «Che gente insopportabile! E dire che potrebbero passar~ sela cosi bene! Sanno nuotare come pesci, correre come noi, arrampicarsi come camo sci, volare come anatre selvatiche, anzi come aquile, e con tutta la loro bravura che cosa riescono a combinare? ‘«< Guerre! » ruget il leone Luigi. «Non san- no combinare che guerre. © rivoluzioni, O scioperi. O carestie. O addirittura nuove ma- Iattie. Ah, se non fossi cosi biondo, diven- terei...» «Nero dalla bile» termind la giraffa che, come tutti li animali dell’Africa, sapeva ‘questa frase a memoria da un bel pezzo. “Mi dispiace solo per i loro bambini» ag- giunse l’elefante Oscar con le orecchie a pen- zoloni. «Dei bambini cosi carini costretti sempre a sopportare guerre, rivoluzioni Scioperi! E poi i grandi dicono che & peril lo- ro bene, perché un giorno possano vivere me- lio! Che impudenza! » 4 «Un cugino di mia moglie» raccontd Luigi fu scritturato durante ultima guerra mon- diale da un circo tedesco per fare l'equilibri- sta ¢ per saltare attraverso il cerchio. Asdru- bale, il terrore del deserto, era il suo nome arte. Sotto un pesante bombardamento ae~ eo il tendone prese fuoco ¢ tutti gli animali scapparono...» ‘«(Poveri bambini» borbottd Velefante. ou. € tutta la citta era in fiamme, e animali ¢ uomini strillavano» continuo il leone «e ad. ‘Asdrubale, il cugino di mia moglie, per Varia rovente gli si bruciacchid tutta la eriniera, tanto che da allora in poi dovette portare sempre una parrucca. » Furioso, Luigi batté ‘con la coda la sabbia del Sahara. « Questi im- becilli! » ruggi. «Devono fare sempre nuove guerre ¢ appena hanno distrutto tutto si strappano i capelli dalla disperazione. Se non fossi cosi biondo...» «Va bene, va bene» lo interruppe la giraf- fa, «Ma imprecare non serve @ niente. Biso- ‘gnerebbe fare qualcosa! » «Certamente!» barri Velefante Oscar. «Soprattutto per i loro bambini. Ma fare che cosa?» ‘Non venne loro in mente niente, ¢ cosi un po’ mogi se ne tornarono a casa. ‘Quando Oscar fu a casa, gli elefantini non volevano andare a letto e il pit piccolo gli chiese: «Per piacere, leggici ancora qualco- sat» Il papa prese “II Nuovo Sahara Illustra- to” © si mise a leggere ad alta voce: «A quattro anni dalla fine della guerra ci sono ancora in Europa miglisia di bambini che non sanno dove si trovino i loro genitori, tantissimi genitori che...”» «Basta, Oscar!» gli disse sua moglie, «Non sono cose per elefantinil » Quando Leopoldo tornd a casa, i giraffini non volevano andare a dormire e il pii picco- Jo li disse: «Papa, ti prego, leggici qualeo- sal» Leopoldo prese “Il Messaggero del Sa- hhara” e lesse: «“A quattro anni dalla fine della guerra il numero dei profughi nella Ger- mania occidentale ¢ di quattordici milioni, in ‘maggioranza vecchi ¢ bambini, e continua ad aumentare ogni mese. E nessuno li vuole..."» «Fermati, Leopoldo! » gli disse sua mo- lie. « Non sono cose per giraffini! » ‘Quando Luigi entrd nella camera da letto, tutti i suoi piccoli gli si rivolsero gridando: Ti prego, ti prego, leggici qualcosal » Il leo- ne prese *L'Informatore Sahariano”, disse ‘Silenzio! » ¢ comincid a leggere: «A. quat- ‘ro anni dalla fine della guerra che ha distrut- to una meta del mondo con conseguenze an- ‘cora non del tutto valutabili, corrono voc in- sistenti di una nuova guerra che si starebbe preparando in gran segreto...” » ‘«Smetti subito, Luigi gridd 1a signora leonessa. «Zitto, non sono cose da leggere a dei leoncinit » ‘Quando gli clefantini e tutti gli altri euccio- Ii si furono finalmente addormentati, Oscar, il grande elefante, dovette andare in cucina ‘ad asciugare i piatti che la moglie stava lavan- do. «Non s¢ ne pud proprio piii» borbottd Oscar. «Per quattro piatti! » commentd la mogtie imbronciata. «Diventi ogni gioro sempre pid pigro! » «Non mi riferivo ai patti né alle pentole » le rispose «ma agli uomini! Ai profughi, alla ‘bomba atomica, agli scioperi, alla fame in Ci na, alla sovrappopolazionein Sudamerica, alla Vietnam, ai disordini in Palestina, ai ‘bambini che hanno perso i genitorieai genitori ‘che hanno perso i loro bambini, alle prigioni spagnole, al mercato nero, agli emigra Si lascid cadere esausto su una se Sua moslie stava lavando con la proboscide Te pentole del latte dei bambini. « Ecco! » ur- 1 Oscar improvvisamente. E lei dallo spa- vento lascid cadere a terra uno dei pentolini. «Ecco! » ruggi cupo e batté un pugno sul ta- volo proprio sopra il “Sahara Sera”. « Eco, Teggi! Ancora una delle loro benedette confe- fenze! Oh questi uomini! Sono buoni solo a distruggere! Ogni volta che cercano di fare ‘qualcosa, riescono a costruire solo una torre di Babele! Mi dispiace solamente per i loro ‘bambinit » ‘Telegramma a tut i paesi del mondo: interrot faa Parig! la conferonea dei minisit deg exo. top nessun risuato aggiunto stop irntazio- tne nelle captali stop ripresa della conferenca {a un mese stop consighi dei minists convocat ‘porte chiuse in tutte le nazion stop 9 Oscar appallottold il giornale ¢ lo gettd sot- to il tavolo. Nello stesso momento scorse la cartella del figlio pit grande. La prese, estras- se la scatola dei colori ¢ Ia carta da disegno e disse: «Guarda, moglie! Adesso ti fard vede- re a che cosa assomiglia la terra! » Poi dise- gnd con due circoli le due meta della terra «Questa @ una meta» disse Ielefante a sua mogiie. « Dappertutto tra gli uomini regnano Ie sofferenze e linsensatezza. Qualunque ani- male lo capisce... «CC un solo animale» aggiunse I’elefante 10 «che non vuole vedere miseria e disordine: & Io ‘struzzo che nasconde la testa nella sabbia. E questa & Maltra met» continud I'ele- fante rivolto a sua moglie. «E dovunque da Secoli regna la guerra, il dolore e la follia. ‘Qualunque yomo lo capisce.. «Solo alcuni uomini non vogliono capirlo sono quelli che governano, indicono confe- renze...» «E nascondono la testa nella sabia» con- cluse sua moglie. u (o II mattino dopo di buonora, do- po una notte popolata da strani so- gni, Pelefante, ancora insonnolito, infilate le pantofole si mise a fare ben sei telefonate intercontinentali: tuna in Sudamerica al suo nipotino il tapiro Teodoro; una in Australia al canguro Gustavo; una al Polo Nord al vecchio orso bianco Paolo; una in Europa al gufo Ulrico; la quinta in Asia al topolino Max ¢ la sesta Nordamerica al toro Rinaldo. Le ci- ‘cogne ¢ i fenicotteri che lavoravano come centralinistiall’azienda telefo- nica egiziana ebbero un enorme daffare ma, dopo un paio di disgui- di, tutto fildliscio. "«State bene a sentire! » grid I'e- lefante Oscar. «Con gli uomini non si pud pitt andare avanti cosi «Si, Oscar!» risposero gli altri sei, pit forte che poterono. Mi venuta un’idea! » barri ’e- Iefante. «Solo per i loro bambini, mnaturalmente! Una grande ideal ‘Voglio dire che € piaciuta moltis: mo tanto a me che a mia moglie. Si, non & male, proprio niente ma- Ie... Insomma ci sono idee peggio- ri. Be’, perché non dite niente? » Stiamo aspettando quest’idea! » gridd il toro Rinaldo dall’ America del Nord. «Ah, Sil disse Pelefante e tutti ali altri scoppiarono a ridere, GE allora rivelala anche a noi! ridacchid sommesso dall’ Asia il to- polino Max. «Bene, ascoltate! » gridd Vele- fante. «Gli uomini continuano a fa~ re conferenze su conferenze senza ‘combinare niente, e allora ho pen- sato che dobbiamo farne una anche ‘A queste parole segui, su tutte e sei Ie linee telefoniche, un silenzio abbastanza lungo. Finché i fenicotteri e le cicogne ticchettarono impazienti con il becco e cominciarono a chiedere: « Avete finito di parlare? » ‘«Guai a voi se mi interrompete! » barri I'e- Iefante. E poi urld: «Paolo! Teodoro! Max! Rinaldo! Ulricol Gustavo! Avete perso la lingua?» «No, non I’abbiamo persa, @ che ci sembra tun po” strano» rispose ’orso dondolando pensoso il suo testone bianco. «Prima te la prendi con Ie conferenze ¢ poi...» «Paolo ha perfettamente ragione » interlo- qui il gufo con la sua voce stridula. « Prima imprechi contro le conferenze ¢ adesso invece dovremmo addirittura tenerne una noi! » ‘«Fuiiil!!» squitti Max il topolino. «Stai attento, ci renderemo ridicoli! » «Ma cosa diavolo dite! » tuond Oscar. «ll ‘guaio non sono Ie conferenze, sono gli uomi- ‘Non avete un po’ di amor proprio? Sareb- be proprio bella! Ascoltatemi bene, branco di pelandroni: entro quattro settimane tutti i de- Tegati sono convocati al Grattacielo degli ‘Animali! Avvertite immediatamente tutti i generi e tutte le specie animali! Data: quattro settimane da oggi! Luogo: il Grattacielo degli ‘Animali! Cosi vedremo se...» 1 cinque minuti sono finiti» starnazzaro- 14 ‘no le signorine della centrale telefonica egi giana «dobbiamo interrompere. » «Stupide oche » borbottd Oscar irritato. «Oche? » gridarono indignate le telefoni- ste. «Come si permette? Qui lavorano soltan- to cicogne e fenicotteri! » ‘«Allora, stupidi trampolieri! » disse T'ele- fante con un'alzata di spalle e riaggancid. Era esausto e dovette asciugarsi la fronte con il suo fazzoletto che misurava quattro metri Il servizio informazioni funziond a meravi- t. I cani si scatenarono come turbini per itt e villaggi. Le donnole si mossero fru- 15 sciando per i giardini. I cervi ei caprioli ga- lopparono cost sfrenati peri boschi da far ca- dere tutti i rami seeci «Tra quattro settimane la conferenza al Grattaciclo degli Animali! » ‘Le 2ebre fecero rimbombare il deserto co- me se tuonasse. Le gazzelle¢ le antilopi scoc- carono come frecce nelle caverne. Gli struzzi e gli emi allungarono il passo sollevando nu- vole di polvere. oe aan ae Me ee = «Tra quattro settimane la conferenza al Grattacielo degli Animali! » Grondanti di sudore le renne trottarono ‘per Ia tundra. I cani eschimesi balzarono ab- baiando nella notte boreale. Lo stridio dei ‘abbiani rintrond le orecchie dei pinguini: «Tra quattro settimane la conferenza al Grattacielo degli Animali! » Nella foresta vergine le scimmie saltarono urlando da un albero all’altro. 1 coleotteri cangianti ronzarono ¢ i variopinti colibri pi- golarono: ‘«Tra quattro settimane la conferenza al Grattacielo desli Animali! » T pappagalli ¢ i cacatua, che si cullavano sulle liane, cicalarono come raganelle metalli- the. I picchi batterono i tronchi vuoti degli alberi che risuonarono come se trasmettesse- ro con I'alfabeto Morse: «Tra quattro settimane 1a conferenza al Grattacielo degli Animali! » 18 Le rane rimpiattate nelle paludi e negli st gni si gonfiarono e gracidarono instancabili ai quattro venti Tra quattro settimane la conferenza al Grattacielo degli Animali! » Le rondini appollaiate a perdita d'occhio sui filitelefonici delle lince internazionali tra- smisero la notizia in tutti i paesi del mondo: «Tra quattro settimane la conferenza al Grattacielo degli Animali! » 1 colombi viaggiatori si lanciarono a mi- aliaia oltre i monti e al di la dei mari portan- do al collo il messaggi tacielo desli Anim notizia arrive anche nelle profonde pe- re degli oceani dove vivono gli esseri calamari e le epic srissero nel- us a caratteri giganti 60M il loro inchio- quattro settiman¢ la conferenza al lo degli Animali!” rsino la chiocciola Minna sguscid tutta dalla sua casetta monofamiliare ¢ si Tungo il vigneto portandosi sempre la sua casa, sbuffando e ansimando t lo sforzo. Ogni ianto si fermava, si pren- ‘con voracita una bella boccata daria ¢ ‘con voce rauca: a «Tra, quattro settimane la conferenza al Grattacielo degli Animali! » «Che cos’é questa storia? » le chiese il lom rico Fridolino vicino al quale Minna si era fermata per caso a prendere fiato, « Estrema- mente interessante» fu il suo commento © tutto eccitato comincid subito a infilarsi sotto terra. «Ma dove vuoi andare cosi in fretta? » gli chiese la chiocciola, «Che domanda sciocca! » borbottd. «Bi sogna ben che lo sappiano anche gli animali cche sono dall’altra parte della terral... Tra ‘quattro settimane la conferenza...» Ed era gi scomparso. In meno del previsto furono informati tutti gli animali, sia che vivessero nei deserti o sul- Te nevi eterne, in alto nel cielo 0 negli abissi 2 deli’oceano. Furono tenute assemble nelle quali vennero eletti i rappresentanti di ogni genere e di ogni specie animale. Pareva di es- ‘Sere tornati indietro nel tempo, quando Not, prima del diluvio, aveva chiesto di far salire a Bordo dell'arca una coppia di ogni specie. Poi i rappresentanti cominciarono immedia- tamente i preparativi peril viaggio. _litoro Rinaldo corse dal calzoiaio a farsi fisuolare sli zoccol. Lo struzzo and dal parrucchiere a farsi fare la messa in piega alle piume. Ml butfalo si fece arricciare il ciuffo sulla 2B fronte, mentre nella poltrona accanto il leone Luigi sudava sotto il casco perché voleva re- carsi alla conferenza con una permanente nuova. «Che caldo! » si lament con la si- gnorina che nel frattempo gli tagliava e li Ii mava gli artigli. «Questo caldo mi fara im- ppazzire! Se non fossi cosi biondo... » “Ma io vado matta per i biondil » lo inter ruppe la signorina con un bel sorriso. E Luigi non ritusei pi a terminare la frase. 4 4 I pavone se ne andd tutto impettito daun famndeo pittore farsi ravvivare i color delle fume della ruot. L’orso bianco Paolo fece un bagno ealdo in un geyser fumante. Trovd l’acqua spaven- tosamente calda, quasi bollente; ma dopo sempbrd cosi bianco, come la neve appena ca- Guta, che la sua famiglia resto sbalordita © ammirata. La moglie di Oscar si mise a stirare il vesti- to della festa del marito. Non poteva soppor- tare che avesse sempre i calzoni spiegazzati ¢ Voleva che almeno per una volta, alla confe- renza, si mostrasse elegante. 26 ‘Oscar dal canto suo and® intanto dal dentista per farsi curare la zan- na sinistra. Il dentista era un Nero, scuro come Pebano, che aveva un ‘bambino dai grandi occhi rotondi. 4Ti porterd con me» disse Oscar al tagazzo. «In fondo & proprio per i ‘bambini che facciamo questa confe- renza...» «Le. dispiace riasciacquarst_ la bocca?» lo interruppe il dentista porgendogli un secchio d’acqua. ‘A casa le mogli si misero a fare le valige € le riempirono di provviste per il viaggio, di biancheria e di bottiglie termiche, ma soprat- tutto di crema ¢ di miele, di avena e di gran- treo, di carne secca e di pesce affumicato, di polli arrosto ¢ di ova sode. E poi i delegati Indossarono i cappotti perché era ormai tem- po di andare alla stazione. Fu un momento storico. In tutte le stazioni dell’Africa, dell’Asia, dell’ America, dell’Eu- ropa ¢ dell’ Australia le locomotive erano sot- to pressione. Gli altoparlanti annunciarono: ‘a in partenza il treno espresso per il Gratta- Cielo degli Animali! Signori, in carrozzal » 28 Poi le locomotive si misero in moto, Oscar, Luisi, Leopoldo e molti altri delegati aveva- ‘no abbassato i finestrini per salutare con i fazzoletti. E dal marciapiede tutte le mamme con i loro cuccioletti rispondevano al saluto. «Non fate brutte figure!» gridd con Ia proboscide alzata la moglie di Oscar. ‘“eNon abbiate paura!» rispose Oscar. ‘«Metteremo ordine nel mondo! Non siamo ‘mica uomini! » Nei porti Pativita non era meno intensa. Gi animali che non sapevano nuotare si im bbareavano su moderne motonavi. Ai moli erano ormeggiate anche grandi balene che te- fevano spalancate le enormi bocehe. Si erano messe volontariamente a disposizione dei par fecipanti alla conferenza ¢ chi non si fidava elle navi doveva solo montare su una passe- fella ed entrare nel ventre delle balene. 30 « Qualché volta le navi vanno a fondo » disse la lepre alla volpe. «Ma finora non ho mai sentito dire che una balena sia affondata. » E cost dicendo salt® dalla passerella nelle fauci spalaneate del mostro. Alla fine furono tutti a bordo. Le sirene delle navi fischiarono. Le balene chiusero la bocca e spruzzarono in al- to i loro sifoni d’acqua. Tutta la flotta molld sli ormeggi. Dalle banchine i parenti saluta- rono con i fazzoletti. Dai ponti i delegati ri- sposero al saluto. Solo quelli che sitrovavano nel ventre delle balene non poterono salutare, perché le balene non hanno oblo. ‘Anche negli aeroporti di tutti i continenti cera un grande traffico. La maggior parte dei delegati, con I’eccezione degli ucceli, vo- Tavano per la prima volta in vita loro e cid li rendeva un po’ nervosi e scontrosi, Ma quan- do l'aquila, l'avvoltoio, la poiana ¢ I’airone ‘cominciarono a prenderli in giro, fecero uno sforzo su se stessi e presero posto in acreo. Volendo si poteva anche prendere a nolo un tappeto volante, pagando un supplement adeguato. E fu quello che per esempio fece la ‘moffetta, Solo un benestante come un anima- Te da pelliccia poteva permetterselo! Del resto non aveva altra scelta: puzzava talmente che nessuno le avrebbe venduto un biglietto d’ae- reo. Quando finalmente tutti furono sistema- ti, la Squadriglia prese il volo. Le eliche gira- 31 vano vorticosamente e gli aerei brillavano al sole. I tappeti volanti dai mille colori risplen- devano come enormi farfalle. I! corvo, lav- voltoio, il falco, il marabi e tutti gli altri ue- celliselvatici facevano da scorta. ‘Maned poco che gli animali polari non cela facessero a partire perché, quando arrivarono nei porti, tutte le navi erano bloccate dai ghiacci. Ma l'orso bianeo Paolo ebbe un’i- dea. Fece spedire verso sud i bagagli su sltte trainate da renne e poi fece imbarcare tutti su tun iceberg: il baffuto tricheco, il pinguino, la 32 pernice delle nevi e la volpe argentata. E as- sieme a loro una paffuta bambina eschimese ‘amica di Paolo da lunga data. L'iceberg ave- va un grande difetto: era spaventosamente lento e tutti temevano di arrivare in ritardo. Per fortuna il tricheco ebbe un lampo di genio. Chiese a tutte le foche che incontrava- no di aiutarli ad andare avanti e anche le ota- rie non si fecero pregare due volte. Con una pinna si afferrarono alliceberg mentre con Paltra remavano a tempo come un equipas- gio di esperti marinai e cosi l'iceberg, scintil- ante di neve e azzurro come un ghiacciaio, avanzava solenne. I transatlantici che lo in- contravano prendevano paura e deviavano immediatamente la rotta. Gli animali che avevano preso il treno eb- bbero i maggiori problemi perché, come é no- to, la terra é divisa in tanti stati e dappertutto ci sono sbarre abbassate ¢ funzionati in divi- sa che fanno la faccia cattiva. ‘«Niente da dichiarare? » chiedevano i fun- zionari in divisa, « Passaportit Documenti! E iI visto d’uscita? E il visto d’entrata? » «Cosa succede? » ruggi il leone Luisi. «Andiamo a vedere » disse I’elefante Oscar. E tutti e due scesero dal treno assieme alla ti fre eal coccodrillo e si avvicinarono curiosi ai Questi furono presi dal panico e si dettero alla fuga. «Avete il visto d'uscita? » gridd Oscar. Sul treno tutti gli animali scoppiarono arridere fino a farsi venire i singulti. E nessuno pit li disturb per tutto il resto del viaggio. ‘Benché per terra, per mare 0 nell'aria fos- sero in viaggio cos! tanti animali, furono po chissimi gli uomini che se ne accorsero. Solo chi abitava vicino alla ferrovia si meravigti® tun po', ma qualeuno disse che certamente si trattava di un circo ambulante e tutti si tran- quillizzarono. I pid meravigliati furono i bambini pit piccoli quando in quei giorni si misero a sfogliare i loro libri illustrati: le illu Strazioni degli animali erano scomparse. Co- ime se qualcuno le avesse ritagliate, con molta precisione, con le forbici. Invece nessuno Ie faveva ritagliate, erano stati gli animali che durante la notte erano saltati fuori dai libri e se merano andati per arrivare in tempo al Grattaciclo degli Animali... 35 11 Grattacielo degli Animali & certamente il pitt strano e probabilmente il pitt grande edi ficio del mondo. Ha un suo porto privato, una sua stazione ferroviaria e in cima al tetto ppersino un aeroporto. Al suo interno ospita jnoltre la posta centrale dei colombi viaggi tori, un albergo per gli uccelli migratori, un ufficio di collocamento per eli animali che vogliono andare nei giardini zoologici, una scuola di danza per gli orsi, un'accademia per addomesticare leoni selvagei, un maneggio e tuna scuola di salto per cavalli, un istituto per a promozione delle scimmie superdotate, un conservatorio per uccelli canori, un istituto tecnico superiore per ragni, castori ¢ formi- che, un museo per le rarita, una clinica denti- stica, tun sanatorio, un asilo nido per cuecioli che hanno i genitori che lavorano tutto ill giomo, un orfanotrofio, un negozio di ottica per i cobra dagli occhiali, una prigione per chi sevizia gli animali, un'affilatrice per le chele dei granchi, una fabbrica di lampadine per le luceiole, sale per concerti, piscine, ri- Storanti per carnivori, ristoranti per vegeta riani, sale da soggiorno per ruminanti ¢ tan- tissime altre cose, giorno arrivavano altri aerci, treni e tappeti volanti carichi dei pii strani animali, gli uomini diventarono sempre piti curiosi. E cominciarono a manda- re giornalisti, fotografi, radio ¢ telecronisti a seattare foto, filmare e intervistare. «Qual & il vero scopo di questo convegno, signori ani- ‘mali? » chiesero ansi i “«E presto detto» fece la giraffa dall’alto della sua posizione. «Si tratta degli uomini. » ‘«Se non fossi cosi biondo » urld irritato il leone Luigi « per colpa vostra diventerei mero dalla bile! » siornalisti si misero a ridere e presero no- ta che il leone era un tipo veramente spirito- 38 so. Oscar arriccid Ia proboscide ¢ poi disse calmo: «E per i bambini. Capite? » No, ri- sposero che non capivano. Oscar si limité a borbottare tra sé: « Figurarsi! » «Alora, faccia bene attenzione» disse il toro Rinaldo a un giovanotto che gli metteva. il microfono sotto il naso, «Sto ascoltando » fece il giovane «e tutto il genere umano la sta ascoltando! » «Prima di tutto le consiglio di togliersi quella cravatta rossa. Il rosso mi rende ner ‘voso e se divento nervoso... » I giovanotto si levd la cravatta pit svelto. che poté ¢ il toro Rinaldo continud: «La no- stra conferenza al Grattacielo degli Animali comincera nello stesso giorno della conferen- za dei capi di stato che si terra a Cittd del Ca- po, che, se non vado errato, deve essere l'ot- tantasettesima. » «Bsatto» disse il giovanotto «e la vostra, ppet quanto ne so, deve essere la prima.» ‘«Giusto» replicd il toro «e anche Mul- 1 fotografi vollero allora fare una bella foto di gruppo con Oscar, Luigi, Leopoldo, il cane ‘guro Gustavo, il tapiro Teodoro e Giulio, il pitt grande cammello del nostro secolo. Ma Pelefante si mise a barrire cosi forte che tutti si spaventarono: « Un momento! » urld. «Do- ¥% finito Paolo? Non gli sara mica suecesso qualcosa! » E corse verso lascensore con la fa velocitd consentita dai suoi piedi 40 bianco e tutti gli altri rappresentanti del cir- colo polare stavano correndo un grosso peri colo. Senza accorgersene erano capitati in ‘mezzo alla calda corrente del Golfo e Vice- berg scintillante di neve e azzurro come un ghiacciaio, sul quale viaggiavano, di ora in ora diventava pit piccolo. Pit Paolo e il tri cheeo incitavano le foche e le otarie a remare ¢ piti queste si affaticavano e pit il giganteseo iceberg diventava un innocuo, insignificante pezzo di ghiac Gli animali dovettero stringersi sempre di pid, La pernice delle nevi divenne ancora pitt pallida, la volpe argentata si mise a battere i Gent, il tricheco lascid cadere in basso i mu- Sacchi e T'orso bianco Paolo comincid a 2 ‘iceberg adesso non era pit inde di una ‘comune lastra di ghiaccio. See aa 43 Mentre i poveretti continuavano a spingere quel pezzo di ghiaccio che si rimpiccioliva sempre pili, al Grattacielo Mattivita, come si pud facilmente immaginare, era frenetica. Molti ospiti avevano esigenze particolari, a volte difficili da esaudire. Dalla camera piscina del delfino si dovette- ro per esempio scaricare quaranta metri cubi dacqua perché avesse spazio sufficiente per i suoi salt. Per il coccodrillo fu necessario procurarsi spalancata. La giraffa Leopoldo reclamava aleuni_passeri perché era troppo abituato a due stanze, una sopra alPaltra, con un buco, lasciarli passeggiare nella sua grande bocea nel soffitto per potervi infilare il colo. 4 45 Il gufo Ulrico insisteva per avere una ca- ‘mera oscura. Le farfalle esotiche ordinavano fiori sconosciuti e per di piti dovevano essere freschil Il topolino Max non voleva una camera, ma un buco. Dove si poteva trovarlo in una costruzione cost moderna? Ma il problema iti grosso lo sollevd il toro Rinaldo: egli suo- nd il campanello ¢ chiese di poter avere una bella vacea pezzata perché si sentiva cost so- lo. Al direttore dell’albergo, un marabi, si rizzarono le piume in testa, Ma alla fine tutto fu a posto. Sulle prime pagine dei pparvero ie fotografie me ai testi delle loro intervi- trasmise le loro conversazioni 46 con i giornalisti ¢ il commentatore formuld alcune supposizioni sulle intenzioni e sueli scopi della conferenza. Tutto cid forni molto materiale alla lettura e alla riflessione degli ospiti del Grattacielo. Inoltre Vinizio della conferenza si avvicinava sempre di pill ¢ quindi aumentavano i preparativi. Gli uccelli canori provavano in conservato- rio inno d'apertura. Il picchio batteva tempo, mentre il pavone, che eredeva di ave- Te una bella voce, si mise a gracidare assieme agli altri sollevando una breve discussione. Alla fine, sfoggiando una ruota meravisliosa, abbandoné la sala. I ragni i tessitori confezionarono due grandi, magnifici striscioni, uno per I'ingres- so con la scritta “Benvenuti” e altro ancora, pitt bello destinato alla sala della conferenza con su scritto: “E in gioco il destino dei bam- bi Nel frattempo nella stanza di sopra della giraffa, dove la sua testa spuntava dal buco del pavimento, si erano riuniti 'elefante, il Teone, ’aquila, la volpe e il gufo che si era ‘messo pli occhiali neti, per discutere che cosa 48 dire alla conferenza. Come convincere gli uo- mini ad andare d'accordo, almeno per amore dei loro bambini? Si doveva, se necessari costringerli alla ragione? Ein che modo? Ogni tanto faceva una capatina il marabi e ogni volta Oscar gli chiedeva: «Ci sono noti- zie?» E ogni volta il marabi scuoteva la testa. Sappiamo quali erano le notizie che tutti aspettavano: Paolo, V'orso bianco, non era ancora arrivato. E gli idrovolanti mandati al- la ricerca sul mare non avevano ancora potu- to rintracciare né lui né nessuno degli altri de- legati polari, per quanto volassero a bassa uota sulle onde come se fossero le verdi ci- ‘me fluttuanti di un bosco infinito, Ma se gli aerei non videro Porso bianco, Vorso bianco invece li aveva visti. La lastra di ‘ghiaccio era ormai cosi piccola che Paolo e il tricheco dovevano nuotarle a fianeo, «Cose da pazzi! » urld sbuffando il tricheco. «Se al- 10 a bordo un uccello! » iamo due ucceli! » pigolarono la pernice delle nevi e il pinguino. «Davvero? » disse rabbioso il tricheco. «Allora, siate cosi cortesi, prima che andia. ‘mo tutti a fondo, di volare sino agli aerei e di mostrare dove siamo finiti! » Per tutta rispo- sta la pernice nascose la testa sotto le ali il pinguino comincid a piangere in silenzio. Ma I’aereo che guidava la squadriglia ave- va imbarcato come osservatore un gheppio, Improvvisamente egli emise un sibilo acuto, si lancid dall’obl6 della cabina ¢ cald a piom: bo nel vuoto come un sasso. Gli aerei 10 se- guirono in picchiata e prima che i naufraghi Se ne rendessero conto, si trovarono citcon- dati da falchi, poiane, aquile di mare volanti, « Era ora! » disse Paolo, Porso bia 0, appena I'ebbero tirato su dall’acqua. «Steward, un rum ben caldo, per favore! » nd) Quando ’orso bianco, che si era preso un bel raffreddore, fece il suo ingresso al Gratta- cielo con una sciarpa di lana pesante al collo, Oscar, tutto commosso, lo abbraccié con la proboscide. «Fai attenzione! » gli urld Paolo. « Perché? Hai paura che ti rompa le costole col mio abbraccio? » gli chiese Oscar. «No» rispose Porso «ho paura di attac- arti il raffreddore! » E scoppiarono a ridere 32 tutti e due, finché improvvisamente l'elefante spalaned gli occhi dalla meraviglia. «Non te l'aspettavi, eh?» gli feve Paolo. «Questa é una mia piccola amica, una bam- bina eschimese. Ti piace?» « Incantevole» rispose Oscar «ma non riu- scird mai a capire come bambini cos{ carini possano diventare degli adulti! » Poi si dires- se verso la giraffa e le sussurrd qualcosa nel- Porecchio. Allora il collo della giraffa diventd ancora pitt lungo, tanto da permettere alla testa di infilarsi in una finestra aperta del sedicesimo piano del Grattacielo. Dopo un po’ comparve a quella finestra un bambino nero come il carbone, «Non te I'aspettavi, eh?» gli fece Oscar tutto fiero. « Questo & un mio piccolo amico, il figlio del mio dentista. » E quando la gira. fa ebbe deposto a terra il bambino davanti a Paolo, borbottd: «Non capird mai come dei bambini cosi carini possano diventare dei dentisti! » Mentre i due bambini si stavano ancora scru- tando curiosi, arrivé senza far rumore la tigre reale che portava sul dorso una graziosa bambina con i capelli scuri. «Ecco! » ringhio fa tigre. «Questa & la mia sorpresa! La mi piccola amica della giungla del Bengala! » Si basso con delicatezza e la bambina scese, poi si avvicind con passo leggero al negretto ¢ alla piccola eschimese. ‘«Incantevole! » esclamd Oscar. «Deliziosa! » sussurrd Leopoldo, «Sembra una santa di ghiaccio! » aggiunse entusiasta Vorso bianco. «Speriamo che da ‘grande non diventi una dentista. » «Anche i piccoli animali hanno delle buone idee! » sibild ad un tratto qualcuno alle loro, spalle. Tutti si girarono e scorsero il topolino Max che, scatenato, saltava attorno a un ra gazzino. «Un cinese! » gridarono in coro eli animali € osservarono con meraviglia il ragazzino che con i suoi occhietti furbi li guardava sor dendo. _ «Non ve ’aspettavate, eh? » squitti il topo- lino. «Vi piace? E mio’amico, E suo padre dirige una scuola di ballo per topi, dove mi sono diplomato ballerino solista! » «Abbiamo bambini di tutti i colori! » disse Paolo. «Ci manca solo un bianco! » ‘Aveva appena pronunciato queste parole che fece 1a sua comparsa un pony delle She- tland che nitriva dalla contentezza ¢ che por- tava in groppa un monello dalle guance rosse € dagli occhi celesti Mentre il pony stava ancora trottando, il monello saltd a terra e corse ridendo verso gli altri quattro bambini. ‘«Magnifico! » esclamd l'elefante Oscar. «Adesso sappiamo anche chi prendera posto durante la conferenza alla tribuna d’onore! » «E jo posso andare tranquillamente a letto a farmi una bella sudata» disse ’orso. «Per quel piccolo raffreddore? » chiese la tigre «Si» rispose Paolo «questo piccolo raf- freddore bisogna che passi, altrimenti, se starnutisco durante la conferenza, faccio sal- tare tutto in aria! » E finalmente arrivd il giorno fissato, un bel- lissimo giovedi pieno di sole. A Citta del Ca- po, in Sudafrica, si apri la ottantasettesima conferenza dei capi di stato, presidenti e pri- ‘mi ministri e dei loro consiglieri. In abito da cerimonia o in alta uniforme, con borse cari- che di documenti, salirono le scale della sede della conferenza. ‘Telegramma a tutti paesi del mondo: apertala conferenza di Cita del Capo stop presenti tut leaps di stato @ | supercapi di stato stop previe sie intese valide per i futuro stop divergence {tascurabil circa Fordine del giorno det lavor Sop proposte di modifiche al regolamento stop Vivaci discussion! gulla disposiione dei post op tempo splendid stop 7 Nello stesso bellissimo giovedi pieno di sole salirono le scale del Grattacielo tutti i delegati degli animali, dai bipedi sino ai millepiedi, e anche la loro conferenza fu dichiarata aperta. Gli striscioni di benvenuto preparati dai ra- gni ¢ dai tessitori garrivano al vento leggero. Nessuno portava né borse né documenti.. ‘Telegramma a tutti paesi del mondo. aperta la Gonferenza al Grattacielo deg Animall stop fut delegatl hanno fato il loro ingresso pune tual stop collegament radiofonici @ televsivi ton la conferenga ci Cita del Capo stop @ in (Gioco i destino dei bambini stop non s trata Sei otantasettesimo ma del primo e ultimo tem tative dagi animal d tuto i! mondo stop un ra wole accord adesso 0 fal pil s10p pill bab essere troppo tard stop tempo splen= L’assemblea degli animali nella grande sala delle conferenze offriva un colpo d’occhio memorabile. Gli uccelli rapaci stavano appol- laiati su sbarre. Le scimmie sedevano su sedie a dondolo e l'orango fumava il sigaro. Il pix 39 pistrello ¢ la nottola erano appesi a testa in iti ai lampadari. Gli uccelli canori si cullava- no sulle corna del cervo e dell’antilope. I ret- tili ¢ gli anfibi erano sdraiati sui tappeti. La moffetta, per i motivi esposti a pagina 31 si era messa vicino a una finestra aperta. 1 pe- 60 sei, con i grandi occhi e le bocche aperte, pre- ‘mevano dietro la parete di vetro della piscina che chiudeva il lato sinistro della sala. La coccinella, che era miope, si era acct sul lungo tavolo verde della presidenza tra la proboscide di Oscar e il campanello del presi- 6 dente. Il silenzio era cosi profondo che il co- niglio zittiirritato la pulce che saltellava sul ‘mandrillo. In alto ondeggiava lo striscione con la scritta “E in gioco il destino dei bambi- nil” e sotto sedevano, lavati e pettinat, i cin- que piccoli ospiti d’onore. Sulle spalliere del- Ie loro seggiole c’erano le farfalle e i colibri dai colori seargianti ai loro piedi giocavano Topolino, Babar, il Gatto con gli stivali, il Grillo Parlante di Pinocchio, i Tre Porcellini tutti gli altri animali dei libri illustrat La tribuna degli orator era circondata da microfoni e telecamere e quando Oscar con la proboscide brandi il campanello e grid: «Do la parola per primo all’orso bianco Pao- Jo» un sospiro di sollievo percorse la sala. «Cari amici » comincid Paolo «sard breve, com’é mia abitudine, e per di pit sono raf- freddato. Dunque, ci siamo qui riuniti per tare i bambinj degli uomini. Perché? Per- cché gli uomini trascurano questo loro impor- tantissimo dovere. Noi chiediamo all'unani- mit che non ci siano pii guerre, carestie e ri- voluzioni. Esse devono cessare perché posso- no cessare, ¢ percid bisogna che cessino! » A questo punto scoppiarono nella sala altissime manifestazioni di giubilo: scalpitii di zoccoli, battti d’ali, di pine e di becchi, nitriti, gra- cidii, cinguetti, latrati, sibili, bramiti e barri- ti, Insomma, ua vero pandemonio. a " ‘a di Paolo, i Durante il discorso d’apertura di, Paol capi di stato sedevano nei loro abiti da ce monia e nelle loro uniformi nella sala delle conferenze di Citta del Capo e fissavano muti {o schermo televisivo nel quale, come se fosse presente in carne ¢ ssa, parlava l’orso bian- fo con la sua voce minacciosa e, a dire il ve ro, piuttosto raffreddata i "éSe ci ostacoleranno» continud Vorso bianco «non ci fermeremo. Ormai bisogna muoversi! Gli animali lo sanno, € sli uomini, a che sono cost intelligent, devono saperloan- the loro! Oggi stesio noi chiediamg al rap. Dresentanti unit nel'otantasettesima com ferenza degli uomini di eiminare Tostacalo Drincipale: le frontier tra gi sta. Le sbarre devono cadere, Esse sono... ese. ese. 0: no... ailenzione.. fo non devo. on non...» Ma Paoio a questo punto doveic Starntice cost volentemente da spacare to Sehermo.televisivo. Occhial, “decorarion, Polvere, blocchi per stenografare, portacene- Tey tutto pres a rbinare come in union in quello stesso somo tutti gli scolert ascoltavano la radio nelle loro class. Attra: verso le finestre aperte, infilavano la testa per ascoltare anche le capre, le vacche, i cavalli e i gatti; anch'essi, come potete immaginare, non volevano perdere neanche una parola. ‘Telegramma a tutti paesi del mondo: la confe- ena degi snimalh chiede a Cita del Capo la soppresaione del conceto di stato stop un si Slike attentato. dinamiardo alla conferenz {Sei capi di stato non ha prodotto danni stop una hota di protesta& st Salfinviato speciale generale Furios stop nes fun altro inciente partioolare stop Verso sera atterrd al Grattacielo l'aereo ‘con Vinviato di Citta del Capo ¢ il generale fu condotto subito alla presenza di Oscar ¢ dei suoi amici. Essi erano seduti nel giardino sul tetto e ascoltavano musica. L’orso bianco beveva il suo tdi tiglio. ‘4Sono il generale Furiosi disse 'inviato. «Non si preoceupi. Non é colpa sua! » gli rispose amabilmente I’elefante. «Anche se lei fosse 'ammiraglio Arrabbia- ti, non ci sarebbe niente di male! » intervene ileone Luigi. Gli animali scoppiarono a ridere e il gene- _prale Furiosi diventd paonazzo. «Questa é la nota di protesta della conferenza di Citta del Capo! » e depositd sul tavolo un plico sigilla~ to. «Sono autorizzato a ricevere la vostra ri- sposta scritta. » 6s Gli animali lessero la nota di protesta, «Se non fossi cosi biondo» rugat il leone «diven- terei...» « Basta cosi! » ammonj l’orso bianco. « Al- trimenti con un mio starnuto ti mando git dal tetto assieme al generale! » Oscar posd la lettera sul tavolo, guardd se- rio il generale ¢ disse con la piti grande cal- ma: «Ah, cosi. Noi non dobbiamo interferi- re, Su questo siete tutti d’accordo. » Poi, fu- ibondo, picchid un pugno sul tavolo. «Per la prima volta siete tutti d’accordo! E per- che? Perché noi vogliamo che sate tutti d'ac- «Mi facia il favore di ritornarsene a Citta del Capo! » gli urld Leopoldo, «Con molto piacere» rispose il generale Furiosi. «Aspetto solo una vostra risposta scritta. > «Sparsc!» bari Oscar. «Noi non siamo ent gus per fare gt imbrattacarte, ma pet autre bambin! Chiro? » w Certo» rispose il generale «non sono ca sordo!> Altai leone si alzd Ientamente ei cic ge! uDevo forse portarl al areo?» “

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