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84 CarrroLo 1 Un settore particolarmente importante @ costituito dalle inda- ini nell’ambito delle neuroscienze, Abbandonata lidea che possa esistere una organizzazione “universale” del cervello umano, si in- daga sulle strutture ¢ fanzioni dei “cervelli” prodotti dalle varie culture elaborate dagli umani nei diversi continenti, si cerca di ca- pire come i fattori storici abbiano influito sul piano delle specifiche organizzazioni neurali degli umani che nascono, si sviluppano e ctescono in tali ernie. Altri settori di ricerca in costante crescita sono quelli che si focalizzano sui processi evolutivi, sulle varie fasi, sui vari stadi del- la crescita umana. Come si combinano fattori naturali, come per ¢esempio il temperamento, con i fattori culturali. Si cerca di capire cosa vi sia di “innato” e di “acquisito” nella mente umana. Le ricerche che studiano i processi decisionali delle persone, come e perché decidono in un senso o in un altro, costituiscono uun’altra frontiera della ricerca, Parea del “decision making”, La psicologia, insieme con queste ricerche pid fini e articolate, oggi impegnata a capire gli esseri umani in relazione al proprio ambiente di riferimento, le indagini cercano di recuperare questa dimensione “ecologica” per cui le scienze psicologiche sempre pid cercano di dare spiegazioni del comportamento delle persone nei contesti “ecologicamente validi”, piuttosto che indagare i loro comportamenti soltanto negli ambienti, artficiali, dei laboratori. CaprroLo 2 Strutture e processi cognitivi Sensazioni, motricita, percezioni, attenzione e stati di coscienza, apprendimenti e memorie, linguaggi e comunicazioni, intelligenze e pensieri Sensazioni Abbiamo una conoscenza del mondo circostante grazie ai no- stri organi di senso, alle “sensazioni”. Tali organi costituiscono, nel loro insieme, gli apparati “esterocettori” (organi di senso che rece- piscono gli stimoli che provengono dall’esterno). Insieme a questi organi rivolti verso le informazioni che provengono dall’esterno, sono presenti nel nostro corpo gli organi “propriocettori”, recet~ tori presenti nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni, specia- lizzati nelle sensazioni degli stimoli interni ¢ nella trasmissione dei relativi impulsi ai centri nervosi superior Luniverso delle “sensazioni”, nonostante sia indagato, come abbiamo visto, almeno dall’Ortocento, @ ancora oggi al centro di ‘numerose ricerche che ne esplorano le “strutture” (anche sul microscopico ¢ della microfotografia elettronica, quindi a livelli molto piccoli) ¢ le “funzioni”. Ma qual 2 il ruolo psicologico delle sensazioni? Al di la dei molteplici processi sensoriali (vista, udito, olfatto, gusto, tatto), il “ruolo” delle sensazioni sembra essere quello di “spezzare” la continuita del reale, suddividendo la “realt3” in mol- tissime “categorie”, separate e tuttavia in relazione tra loro. Vi sono intanto due concetti fondamentali, relativi alle sensa- zioni, il concetto di “soglia assoluta” e quello di “soglia differen- ziale”. La soglia assoluta indica la quantita minima di stimolazione tichiesta per evocare una qualsiasi esperienza sensoriale. In pratica, si tratta del minimo di energia fisica necessario ad attivare un dato sistema sensoriale. Seguendo determinate metodologie di ricerca, 86 CanrToL02 si son potuti ottenere valori relativi alla soglia assoluta per i vasi sensi: + visione, la fiamma di una candela vista di notte a 30 miglia di distanza;, udito, il ticchettio di un orologio a 20 passi di distanza, in un| ambiente quieto; gusto, un cucchiaino di zucchero in 9 litri di acquas + olfatto, una goccia di profumo spruzzata nel volume complese sivo di un appartamento di sei stanze; * tatto, Vala di una farfalla che cade sulla guancia dalla distanza| di 1 centimetro, La soglia differenziale riguarda invece la differenza tra due stis| moli, precisamente si riferisce al grado di intensita che deve rag+ giungere tale differenza affinché il soggetto sia in grado di sentire i due stimoli come diversi. Per esempio, se diamo a un soggetto un peso di 100 grammi, la soglia differenziale ¢ di 2 grammi, ossia| dobbiamo dare al soggetto un peso di 102 grammi perché sia in| grado di avvertire una “differenza appena percepibile” in circa il] 50% delle volte in cui gli é chiesto di dire se i due pesi sono diversij © uguali. Se gli diamo un peso di 200 grammi, la soglia differen: le@ di grammi. Per un peso di 400 grammi, la soglia differenziale @ di 8 grammi. Nel caso il peso sia di 800 grammi, la soglia diffed renziale @ di 16 grammi. Si nota quindi che la soglia differenzia relativa al peso risulta essere una costante: f 2.4. 38 100 = 16. 800 2 200 ~ 400 0,02 Questa 2 chiamata la cosiddetta “legge di Weber” (1795-1878) fisiologo e anatomista tedesco che si occupd di psicologia sperimen: tale, Se quindi Ié la quantita di stimolazione presa come riferimen to. ATé aumento di stimolazione necessario per una “differe appena percepibile”, allora, in simboli matematici, avremo AL=K 1 STRUTTURE E PROCESSI COGNITIV. 87 dove K 2 una costante indipendente da I. La quantita K prende il nome di “costante di Weber”. Nell’esempio sopra considerato, K 02. La costante di Weber, nei valori approssimativi per varie discri- ininazioni,@ stata cosi calcolata altezza di un tono, 1/333 pressione alta, della pelle e del tessuto sottocutaneo, 1/80 luminosita visiva, 1/60 pesi sollevati, 1/50 intensita di un tono, pressione cutanea, 1/7 sapore di una soluzione salina, 1/5 10 La visione, scendendo brevemente a considerare i vari tipi di sensazioni, @il prodotto estremamente complesso dell’interazione trala luce, Pocchio e i suoi vari organi, i nervi otticie le vie nervose che si proiettano nella corteccia occipitale (dietro la testa). Nonostante siano presenti “onde elettromagnetiche” (processi «li diffusione della luce) che variano tra le lunghezze d’onda pid brevi (10 trlionesimi di pollice), come nel caso dei “raggi cosmici”, cle “onde radio”, che possono misurare varie miglia, le lunghezze onda che Pocchio umano & in grado di vedere oscillano tra i 380 1 780 millimicron (my). Dal momento che un millimicron é pari 1 un milionesimo di millimetro, Penergia visible & solo una parte molto ridotta dello spettro elettromagnetico. Gli umani “vedono” quindi una parte ridottissima della realta, ma molto complessa e articolata. La luce entra nelPocchio attra- verso la cornea, mentre la quantita di luce che deve passare & re- olata dalla pupilla, Il cristallino, dietro la pupilla, ha la furzione di focalizzare la luce sulla superficie sensibile, in fondo all’occhio, dletta retina, La dilatazione e la costrizione della pupilla sono sotto il controllo del sistema nervoso autonomo (lavora indipendentemen- te dal controllo volontario del soggetto): il parasimpatico regola le variazioni di dimensione della pupilla in rapporto alle variazioni di illuminazione; il simpatico fa dilatare la pupilla quando si verificano condizioni di forte tensione emotiva, sia spiacevole che piacevole. La retina & una membrana sensibile alla luce ed situata nella parte posteriore degli occhi. E formata da tre strati principali, 88 CarrroLo2 1. Leonie i bastoncelli le cellule sensitive che trasformano la luce in impulsi nervosi 2. Le cellule bipolari, stabiliscono connessioni sinaptiche con i coni e i bastoncelli 3. Le cellule gangliari, costituiscono il nervo ottico. I coni ¢ i bastoncelli formano ultimo strato della retina. Le onde luminose attraversano il cristallino ¢ gli umori che riempiono il globo oculare, passano quindi attraverso la piccola rete dei vasi sanguigni e delle cellule bipolari e gangliari prima di raggiungere i fotorecettori nei quali la luce & convertita in impulsi nervosi. La luce deve colpire i coni e i bastoncelli con una certa angolazione per avere effetto. Se guardiamo uno sfondo omogeneo, come per esempio la su perficie azzurra del cielo, @ possibile vedere il movimento del san- gue attraverso i vasi sanguigni della retina. La parte pitt sensibile dell’occhio nella normale visione diurna @ una parte piccola della retina detta fovea. Vicino alla fovea, si trova la “macchia cieca™ dove le fibre nervose provenienti dalle cellule gangliari si raggrupe ano € formano il nervo ottico. Da qui, le fibre del nervo ottied| raggiungono le aree corticali in cui avviene la rappresentazione| visiva. Alcune di queste arrivano al lobo occipitale dell’emisfero corrispondente (dall’occhio destro all’emisfero cerebrale destro ¢j dall’occhio sinistro all’emisfero cerebrale sinistro). Altre, inv attraversano un nodo detto “chiasma ottico” ¢ terminano nell emi sfero opposto. T coni sono attivati dalla visione diurna. Permettono di vede sia i colori “acromatici” (bianco, nero, grigi intermedi) sia i col “cromatici” (rosso, verde, azzurro). I bastoncelli entrano in funzi ne specialmente in condizioni di luminosita ridotta (al crepuscol 0 di notte). Permettono di vedere solo i colori nelle gradazioni srigio. ‘Nella retina, si é calcolato, sono distribuiti circa pid di sei lioni di coni e di 100 milioni di bastoncelli. La fovea contiene sol coni, di cui $0.000 sono in un’area di meno di un millimetro, coni diminuiscono di numero dal centro della retina alla periferi bastoncelli sono riumiti in gruppi ciascuno dei quali ha un neurot che va al nervo ottico. La nostra visione @ pid’ precisa quando luce colpisce la fovea. Limmagine che ci forniscono i bastoncelli STRUTTURE E PROCESSI COGNITIVE. 89 ‘meno chiara. Nella visione diurna, i bastoncelli della periferia della retina fungono da sistema di allarme. Il passaggio dalla visione diurna a quella notturna si verifica gradualmente. In caso di cambiamenti improvvisi, da una buona visibilita alle tenebre e viceversa, il processo di adattamento senso- riale & pit complesso. Locchio ha bisogno di parecchi minuti per adattarsi a una forte luminosita e di un tempo ancora maggiore per adattarsi alloscurita. Brent Berlin, professore di antropologia, e Paul Key, professore di linguistica, entrambi della University of California, a Berkeley, hanno lavorato insieme per diversi anni al problema Basic Color Terms. Their universality and evolution (“Termini di base dei co- lori. La loro universalith e evoluzione”) (1991) per capire i lessici dei colori in molte lingue del mondo (dal 1991 sono impegnati, insieme ad altri, a indagare oltre un centinaio di lingue scritte). Essi hanno trovato un “sistema” di sviluppo dei lessici dei colori, quale il seguente: purple [green] — [yellow [white] —+ [red] ea IS [blue] + [brown] > Leal blac ~ [yellow] — [green] 7 black (yellow) — frees} ey In sostanza, questo “sistema” indica Pevoluzione dei lessici di base dei colori nei diversi gruppi linguistici studiati: dal sistema “bianco-nero” si passa a lingue che comprendono iil sistema del rosco”; si aggiungana i sistemi “verde” 0 “giallo” oppure “giallo” “verde”; si passa quindi al “blu”, poi al “marrone”, fino a include- re anche i sistemi del “porpora”, “rosa”, “arancione” e “grigio”. Ogni gruppo linguistico costruisce quindi un proprio “lessico dei colori®, come si vede dal sistema trovato da Berlin e Kay. Nella cultura occidentale e nei sistemi linguistici che vi si tro- vano, esistono relazioni interessanti tra i colori. Se i colori sono sistemati in ordine intorno alla circonferenza di un cerchio, i colori che risultano opposti alle estremita dei vari diametri del cerchio sono “complementari”. Mescolando le giuste proporzioni delle luci di questi colori, si ottiene un grigio neutro. Le principali cop- pie di colori complementari sono “giallo-azzurro” e “rosso-verde”. 90 Carrrovo 2 Si parla, naturalmente, di mescolanza di “Iuci”, non di pigmenti. La ‘mescolanza di luci é “additiva”, mentre la mescolanza dei pigment & “sottrattiva”. La luce & la sorgente di tutti i colori. 1 pigment! sono “riflettori” 0 “assorbitori” di colore. Il verde assorbe la mage gior parte dei colori, escluso il verde che viene riflesso in direzione dell occhio. II nero assorbe tutte le onde luminose € non ne riflette nessuna. Il bianco riflett tutti i colori della luce. colori “primari psicologici” sono rosso, giallo, verde, azzurro, Un'altra serie di colori primari per la mescolanza dei colori sono. rosso, verde, azzurro. Le dimensioni psicologiche del colore sono la tonalita, la lumis nosita, la saturazione. La tonalita si riferisce al nome del colore. La luminosita & Penergia della sorgente luminosa (pit scura, pitt chiara). La saturas zione si riferisce all’apparente purezza del colore. I colori pit saturi appaiono puri, totalmente privi di grigio. Al contrario, i colori con bassa saturazione risultano vicini al grigi Ludito & un’altra fonte dalla quale acquisiamo informazioni importanti Lo sviluppo del linguaggio & strettamente connesso alle capa cita uditive del soggetto. Sulla base della lingua udita, si evolve la particolare lingua che utilizza. Anche da questa semplice osservae zione, si pud comprendere la particolare rilevanza dell’udito. Lorecchio umano é in grado di udire i suoni compresi tra 20 € 20.000 cicli al secondo. orecchio é sensibile all’energia meccani=

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