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come nasce l’idea di infinito?in quanto illusione,frutto,cioè di un gioco della mente e di una
finzione immaginativa ,l’infinito si rivela una fonte inesauribile di piacere ma ciò è possibile a
partire da precise condizioni esterne,queste sono messe in scena all’inizio della lirica :pochi
elementi di un paesaggio stilizzato(un colle ,una siepe),costituiscono una barriera naturale
che induce l’io a figurarsi ciò che sta al di la di quei confini,secondo un procedimento
continuamente reiterabile.dalla percezione sensoriale del limite si attiva dunque un processo
immaginativo che crea luoghi astratti ,capaci di suscitare sensazioni al tempo stesso precise
e indeterminate.il circuito attivato oscilla continuamente dallo spazio circostante verso il
passato fino all’eterno,l’esito di questa avventura si risolve nel naufragio dell’io e del
pensiero ,un naufragio DOLCE perchè cercato dal soggetto come momento di temporaneo
abbandono del pensiero razionale.
in questo viaggio nel desiderio di superamento del limite,l’io è sempre presente a se
stesso,al centro di una costante tensione tra abbandono e controllo.l’importanza del
soggetto è marcata dalla frequenza con cui ritornano pronomi e aggettivi di prima persona
singolare,io ,mi mio,a conferma del ruolo svolto dalla dinamica soggettiva degli afffetti,delle
memorie,delle sensazioni fisiche e fantastiche,è infatti l’io che da continuità ai due tempi in
cui si articola la lirica
1)IL PRIMO (V 1-8)in cui il ricordo di un esperienza affettiva,legata a immagini consuete ,fa
scattare l’immaginazione di un infinito spaziale
2)il secondo verso (8-15)in cui una sensazione uditiva attiva l’immaginazione di un infinito
temporale
non a caso nei due versi che ripetutamente aprono e chiudono il testo risulta centrale la
funzione del soggetto (espressa dal pronome mi)e la sua disposizione affettiva (caro e
dolce)senza le quali non si attiverebbe il circuito immaginativo.
la tensione tra i poli del determinato e dell’indeterminato si attiva subito,fin dal verso
iniziale .La poesia,apert dall’avverbio sempre,che evoca un ‘idea di infinità ,di
indeterminabilità del tempo,nel giro di pochissime parole e con straordinaria tensione
testuale,grazie al passato remoto fu introduce un immagine di temporalità determinata
definita e chiusa per sempre
con un nuovo capovolgimento l’idea di infinito sarà invece accompagnata dal deittico
questo ,segno che il soggetto lirico è ormai assorbito nella dimensione dell’infinito,tanto da
sentire il naufragio della mente come un ‘esperienza reale e prossima a se.
sintassi:non c’è un solo verso che sia autonomo sul piano sintattico,senza contare che su 15
endecasillabi troviamo ben 10 enjambement,che dilatano il discorso oltre il margine dle
verso.
a livello fonico è notevole l’insistenza sulla vocale a tonica che evoca un senso di apertura di
vastità rimarcata dall’uso di parole lunghe.
sul piano lessicale ricorrono spesso quelle che leopardi definita parole vaghe,poetiche,che
evocano molti significati contemporaneamente e creano molteplicità di sensi intorno a se.