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Lez Impianti 2parte
Lez Impianti 2parte
Industriale e Gestionale
A.A. – 2021/2022
Elettrotecnica e
impianti elettrici
Docente:
Anna Giordano
Elettrofisiologia
• L’elettrofisiologia è lo studio scientifico delle funzioni vitali di un organismo vivente dal punto di vista elettrico:
• Il corpo umano è in gran parte composto di una soluzione salina conduttrice, costituita da atomi o gruppi di atomi
elettricamente neutri o ioni (anioni, cationi).
• La cellula, nella sua attività metabolica (scambio di energia e di sostanze – atomi e ioni), assume un potenziale negativo
all’interno rispetto all’esterno, detto potenziale di riposo (circa 70mV nelle cellule nervose, 90mV nelle cellule muscolari).
• La membrana cellulare
o separa cariche ➔ comportamento capacitivo
o non è un isolante perfetto ➔ comportamento resistivo
• Segnali elettrici esterni che superino la soglia di eccitabilità possono modificare il funzionamento vitale degli organi.
• Le soglie di percezione e di pericolosità dei segnali elettrici cadono nell’area di eccitabilità. Dipendono:
o da persona a persona, per questo non esistono modelli analitici ma solo statistici.
o dalla frequenza del segnale elettrico:
✓ una corrente a frequenza 50/60Hz è percepita sopra 1mA (soglia minima di percezione);
✓ correnti a frequenze più elevate richiedono maggiori intensità per essere percepite; inoltre diminuisce la
pericolosità perché la corrente preferisce passare attraverso la pelle (effetto pelle);
✓ correnti costanti sono percepite sopra 5mA, a causa del fenomeno di accomodazione per cui ad un impulso costante
la cellula si adatta e aumenta la soglia di eccitabilità.
• Al passaggio di corrente elettrica, le funzioni degli organi vengono alterate e possono presentarsi fenomeni più o meno gravi
per la salute dell’uomo:
o Tetanizzazione dei muscoli;
o Difficoltà di respirazione;
o Fibrillazione ventricolare;
o Ustioni.
• Avviene quando l’impulso cui sono soggette le cellule nervose ha intensità e durata tale da creare un potenziale d’azione, ossia per correnti
superiori a 10 mA per le donne ed a 15 mA per gli uomini.
• Il muscolo si contrae per poi portarsi alla condizione di riposo; tuttavia se al primo stimolo ne seguono degli altri intervallati in modo tale che
fra l’uno e l’altro il muscolo abbia raggiunto la condizione di riposo, gli effetti si sommano e si fondono determinando una contrazione
completa del muscolo in questa posizione che perdura fino a che gli stimoli non sono cessati. L’infortunato può non riuscire ad allontanarsi
dall’elemento in tensione, il contatto permane nel tempo determinando fenomeni di asfissia, svenimenti e stato di incoscienza. La
tetanizzazione è causa del 10 % delle morti per folgorazione.
• Si chiama corrente di rilascio il massimo valore di corrente per il quale una persona è ancora in grado di lasciare la presa. Il valore effettivo
varia leggermente da una persona all’altra ma, convenzionalmente, si assume il valore medio di 10 mA.
• Correnti molto elevate non producono solitamente la tetanizzazione perché l’eccitazione muscolare è talmente elevata che i movimenti
muscolari involontari generalmente staccano il soggetto della sorgente.
• Difficoltà di respirazione:
• blocco involontario dei muscoli che gestiscono la respirazione.
• Avviene per correnti superiori a 20÷30 mA, determinando perdita di conoscenza e soffocamento.
• Il fenomeno può provocare l’arresto della respirazione se non si interviene entro pochi minuti dall’infortunio praticando la
respirazione bocca-bocca o la respirazione bocca-naso. L’arresto della respirazione è causa del 6% delle morti per folgorazione.
• Fibrillazione ventricolare:
• contrazione caotica del cuore a causa della sovrapposizione degli impulsi elettrici nervosi e di quelli estranei.
• Possono crearsi nella parte dove è avvenuto il contatto. La pelle è il tessuto più esposto a questo fenomeno perché ha un’elevata
resistenza (P=RI2).
• Figure di Lichtenberg:
• Le figure di Lichtenberg sono figure a diramazioni di scariche elettriche che a volte
appaiono sulla superficie o all'interno di materiali isolanti.
• Nel caso più frequente di corrente alternata con frequenza di 50Hz, si è potuto stabilire che per la maggior parte delle persone risulta
che:
o i valori di corrente che vanno da 0 mA a 0,5 mA non vengono neanche percepiti e non provocano alcun effetto qualunque sia la loro
durata. Il valore di 0,5 mA è considerato, quindi, la soglia di percezione.
soglia di soglia di
percezione pericolosità
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Limiti di pericolosità della corrente
• L’effetto della DC sul corpo umano è differente da quello della corrente alternata AC.
o la DC non risente dell’effetto pelle (crescente con la frequenza), ciò comporta immancabilmente una maggiore
compromissione dei tessuti interni, compresi quelli degli organi vitali.
o d’altra parte, però, il corpo umano riporta meno danni, a parità d’intensità, al passaggio della corrente continua
piuttosto che a quello della corrente alternata LF (Light Frequency). Ciò poiché le correnti pulsanti a 50 Hz risultano
particolarmente dannose per il sistema nervoso (provocano la tetanizzazione dei muscoli), mentre la corrente
continua ha prevalentemente un effetto di riscaldamento resistivo dei tessuti.
Zone di pericolosità convenzionali IEC della corrente elettrica alternata sinusoidale Pericolosità della corrente al variare della
(50/60Hz) e continua frequenza
• Gli effetti della corrente dipendono anche dal corpo umano e dalla sua resistenza.
• La resistenza elettrica del corpo umano risulta composta da 3 termini:
o Resistenza del punto di entrata 𝑅𝐸 , dovuta al contatto con la pelle;
o Resistenza interna, 𝑅𝐼 , dovuta al percorso della corrente all’interno del corpo umano;
o Resistenza del punto d’uscita, 𝑅𝑈 .
• 𝑅𝐶 = 𝑅𝐸 + 𝑅𝐼 + 𝑅𝑈
• Sarebbe più corretto parlare di impedenza del corpo umano,
considerato che all’entrata e all’uscita ci sono effetti capacitivi
(significativi solo sopra i 1000Hz).
Tensione di contatto
• Noti i limiti di pericolosità della corrente, e la variabilità della resistenza del corpo umano, possiamo definire i limiti di
pericolosità della tensione come quei limiti oltre cui la tensione fa circolare nell’uomo una corrente pericolosa.
• Sia 𝑅𝐶 la resistenza del corpo umano, 𝐼𝑃 la corrente che passa nella persona, 𝑉𝐶 la tensione di contatto, allora
risulta 𝑉𝐶 = 𝑅𝐶 𝐼𝑃 .
• 𝑅𝐶 però varia in funzione della tensione di contatto, ed inoltre la stessa tensione di contatto dipende da altri fattori.
Infatti, se una persona tocca con la mano una massa sotto tensione, in serie alla sua resistenza bisogna almeno
considerare la resistenza verso terra della persona 𝑅𝑇𝑝 , dovuta alle scarpe, al pavimento, al terreno sottostante, fino ad
arrivare al punto a potenziale nullo.
• Chiamiamo tensione di contatto a vuoto 𝑉𝐶0 la ddp tra la massa e la terra in assenza di contatto.
• Chiamiamo tensione di contatto 𝑉𝐶 la ddp che si stabilisce sulla persona.
+
+
𝑅𝐶 𝑉𝐶0 𝑅𝐶 𝑉𝐶
𝑉𝐶 = 𝑉 =
𝑅𝐶 + 𝑅𝑇𝑝 𝐶0 𝑅𝑇𝑝 _
1+ 𝑉𝐶0
𝑅𝐶
_ 𝑅𝑇𝑝
• se 𝑅𝑇𝑝 ≫ 𝑅𝐶 (scarpe e pavimento isolanti e asciutti), risulta 𝑉𝐶 ≪ 𝑉𝐶0 ;
• se 𝑅𝑇𝑝 ≪ 𝑅𝐶 (scarpe e pavimento non isolanti, o bagnati), risulta 𝑉𝐶 ≈ 𝑉𝐶0 .
𝑔(𝑡) 𝑛(𝑡)
• Il pericolo elettrico 𝑃 𝑡 = 𝑁 e la sicurezza elettrica 𝑆 𝑡 = 𝑁 = 1 − 𝑃 𝑡 sono intesi come la probabilità che si verifichi e
non si verifichi un guasto di quell’apparecchio dopo un tempo 𝑡, quindi variano da 0 a 1.
𝜆 crescente
• Per una valutazione più generale della pericolosità di un guasto si deve tenere conto anche del danno.
Non sempre come conseguenza di un evento sfavorevole si ha un danno.
• Siano
o 𝑘 la probabilità che si verifichi un danno in conseguenza di un guasto;
o 𝑑 l’entità del danno;
o 𝑃 il pericolo, pari a 1 − 𝑆
• definiamo rischio elettrico
𝑅 = 𝑃𝑘𝑑 = 1 − 𝑆 𝑘𝑑
• dove il prodotto 𝑘𝑑 viene chiamato danno probabile.
𝑅 = 𝑃𝑘𝑑 = 1 − 𝑆 𝑘𝑑
• Fissato un valore di rischio accettabile 𝑅, la sicurezza deve essere tanto maggiore, quindi il pericolo minore,
quanto più alto è il danno probabile.
• A parità di danno probabile, il rischio diminuisce all’aumentare della sicurezza e viceversa.
• A parità di sicurezza, il rischio aumenta col danno probabile e viceversa.
• Non è possibile azzerare il rischio, si dovrebbe avere 𝑆 = 1 o 𝑘𝑑 = 0. costo per
diminuire
il rischio
𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖
• In fase di progettazione e realizzazione, si deve trovare
un compromesso tra economia e sicurezza: costo per
riparare
o maggiore sicurezza comporta maggiori costi per il guasto
• Quando l’eventualità del guasto di un sistema dipende dalla sicurezza di più elementi insieme, bisogna considerare sistemi
serie e parallelo:
o Nei sistemi serie, basta che si verifichi il guasto in un componente perché si determini il pericolo ➔ la sicurezza è
inferiore;
o Nei sistemi parallelo, devono cedere tutti i componenti perché avvenga l’evento sfavorevole ➔ la sicurezza è
superiore.
• Non c’è corrispondenza tra sistemi serie e parallelo e collegamenti in serie e in parallelo.
o Esempio: il pericolo è che tra due punti A e B si chiuda il circuito; possiedo due interruttori.
• Gli impianti elettrici sono soggetti a numerose norme tecniche emanate da enti normativi, nazionali e
internazionali.
• In Italia, l’ente preposto all’emanazione delle norme tecniche nel settore elettrico ed
elettronico è il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
o Costituito nel 1909 dall’AEI (Associazione Elettrotecnica Italiana), fondata nel 1896 da G.
Ferraris e dal 2013 AEIT (Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica,
Automazione, Informatica e Telecomunicazioni.
o Rifondato nel 1946 su iniziativa dell’AEI, il CNR, e l’ANIE (Associazione Nazionale delle
Industrie Elettrotecniche ed elettroniche).
o E’ un ente giuridico (DPR 822/1967). La sua finalità istituzionale è la promozione e la
diffusione della cultura tecnica e della sicurezza elettrica.
o L.186/1968: gli impianti elettrici realizzati secondo le norme CEI si considerano costruiti
a regola d’arte.
o Ha sede principale a Milano.
• Il CEI pubblica anche delle guide all’applicazione delle norme, utili per la progettazione, realizzazione
e verifica di impianti elettrici particolari.
• L’UNI (ente italiano di UNIficazione) è un’associazione privata che svolge attività di normazione
tecnica in tutti i settori industriali, commerciali, e del terziario, ad esclusione di quelle di
competenza del CEI.
o Sedi principali a Milano e Roma.
o Si occupa di normazione, unificazione, e armonizzazione.
o Alcuni CT si occupano di normative di interesse per il settore elettrico.
• La verifica di conformità alle norme di quanto prodotto, installato e utilizzato può riguardare i
singoli componenti elettrici oppure tutto l’impianto.
o Certificazione di conformità del materiale elettrico tramite marchi apposti
sulle apparecchiature:
• L’uso di materiali conformi e certificati non garantisce che l’impianto sia rispondente alla normativa.
o Gli organi di controllo per il riconoscimento di conformità di un impianto elettrico sono diversi.
o Legge n.46/1990. Norme per la sicurezza degli impianti. D.P.R. n.447/1991. Regolamento di attuazione della legge
n.46/1990. – Sostituite dal D.M. n.37/2008.
Introduce una serie di obblighi nell’ambito di diverse tipologie di impianti, tra cui:
➢ il progetto dell’impianto da parte di un tecnico competente in materia, iscritto al relativo albo
professionale;
➢ l’effettuazione dei lavori di installazione, trasformazione, ampliamento e manutenzione da parte di imprese
iscritte nel registro delle ditte o all’albo provinciale delle imprese artigiane, in possesso di determinati
requisiti tecnico-professionali;
➢ l’esecuzione degli impianti a regola d’arte, richiamando le normative CEI per gli impianti elettrici;
➢ il rilascio al committente della dichiarazione di conformità al termine dei lavori, in cui si dichiara che i
lavori sono stati eseguiti nel rispetto della legge;
➢ le verifiche e i collaudi a fine lavoro.
10/01/2022 Elettrotecnica e Impianti Elettrici
Leggi principali nel settore elettrico
o Legge n.36/2001. Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
o D.M. n.37/2008. Regolamento concernente […] riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli
edifici.
Art. 1. Ambito di applicazione
1. Il presente decreto si applica agli impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla destinazione d'uso,
collocati all'interno degli stessi o delle relative pertinenze. Se l'impianto è connesso a reti di distribuzione si applica a partire
dal punto di consegna della fornitura.
2. Gli impianti di cui al comma 1 sono classificati come segue:
a) impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell'energia elettrica, impianti di
protezione contro le scariche atmosferiche, nonché gli impianti per l'automazione di porte, cancelli e barriere;
b) impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere;
c) impianti di riscaldamento, di climatizzazione, di condizionamento e di refrigerazione di qualsiasi natura o specie,
comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, e di ventilazione ed aerazione dei
locali;
d) impianti idrici e sanitari di qualsiasi natura o specie;
e) impianti per la distribuzione e l'utilizzazione di gas di qualsiasi tipo, comprese le opere di evacuazione dei prodotti
della combustione e ventilazione ed aerazione dei locali;
f) impianti di sollevamento di persone o di cose per mezzo di ascensori, di montacarichi, di scale mobili e simili;
g) impianti di protezione antincendio.
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Leggi principali nel settore elettrico
o … D.M. n.37/2008. Regolamento concernente […] riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
Art. 2. Definizioni - Art. 3. Imprese abilitate - Art. 4. Requisiti tecnico-professionali
Art. 5. Progettazione degli impianti
1. Per l'installazione, la trasformazione e l'ampliamento degli impianti di cui all'articolo 1, comma 2, lettere a), b), c), d), e), g), è
redatto un progetto. Fatta salva l'osservanza delle normative più rigorose in materia di progettazione, nei casi indicati al comma
2, il progetto è redatto da un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta
mentre, negli altri casi, il progetto, come specificato all'articolo 7, comma 2, è redatto, in alternativa, dal responsabile tecnico
dell'impresa installatrice.
2. Il progetto per l'installazione, trasformazione e ampliamento, è redatto da un professionista iscritto agli albi professionali
secondo le specifiche competenze tecniche richieste, nei seguenti casi:
a) impianti di cui all'articolo 1, comma 2, lettera a), per tutte le utenze condominiali e per utenze domestiche di singole
unità abitative aventi potenza impegnata superiore a 6 kw o per utenze domestiche di singole unità abitative di superficie
superiore a 400 mq; […]
c) impianti di cui all'articolo 1, comma 2, lettera a), relativi agli immobili adibiti ad attività produttive, al commercio, al
terziario e ad altri usi, quando le utenze sono alimentate a tensione superiore a 1000 V, inclusa la parte in bassa tensione, o
quando le utenze sono alimentate in bassa tensione aventi potenza impegnata superiore a 6 kw o qualora la superficie
superi i 200 mq;
d) impianti elettrici relativi ad unità immobiliari provviste, anche solo parzialmente, di ambienti soggetti a normativa
specifica del CEI, in caso di locali adibiti ad uso medico o per i quali sussista pericolo di esplosione o a maggior rischio di
incendio, nonché per gli impianti di protezione da scariche atmosferiche in edifici di volume superiore a 200 mc; […]
o … D.M. n.37/2008. Regolamento concernente […] riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
…Art. 5. Progettazione degli impianti
3. I progetti degli impianti sono elaborati secondo la regola dell'arte. I progetti elaborati in conformità alla vigente normativa e
alle indicazioni delle guide e alle norme dell'UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri
dell'Unione europea o che sono parti contraenti dell'accordo sullo spazio economico europeo, si considerano redatti secondo la
regola dell'arte.
4. I progetti contengono almeno gli schemi dell'impianto e i disegni planimetrici nonché una relazione tecnica sulla consistenza e
sulla tipologia dell'installazione, della trasformazione o dell'ampliamento dell'impianto stesso, con particolare riguardo alla
tipologia e alle caratteristiche dei materiali e componenti da utilizzare e alle misure di prevenzione e di sicurezza da adottare. Nei
luoghi a maggior rischio di incendio e in quelli con pericoli di esplosione, particolare attenzione è posta nella scelta dei materiali e
componenti da utilizzare nel rispetto della specifica normativa tecnica vigente. […]
6. Il progetto, di cui al comma 2, è depositato presso lo sportello unico per l'edilizia del comune in cui deve essere realizzato
l'impianto nei termini previsti all'articolo 11.
Art. 6. Realizzazione ed installazione degli impianti
[…]
3. Gli impianti elettrici nelle unità immobiliari ad uso abitativo realizzati prima del 13 marzo 1990 si considerano adeguati se
dotati di sezionamento e protezione contro le sovracorrenti posti all'origine dell'impianto, di protezione contro i contatti diretti,
di protezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non
superiore a 30 mA.
o … D.M. n.37/2008. Regolamento concernente […] riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
Art. 8. Obblighi del committente o del proprietario
1. Il committente è tenuto ad affidare i lavori di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione straordinaria degli
impianti indicati all'articolo 1, comma 2, ad imprese abilitate ai sensi dell'articolo 3.
2. Il proprietario dell'impianto adotta le misure necessarie per conservarne le caratteristiche di sicurezza previste dalla normativa vigente
in materia, tenendo conto delle istruzioni per l'uso e la manutenzione predisposte dall'impresa installatrice dell'impianto e dai fabbricanti
delle apparecchiature installate. Resta ferma la responsabilità delle aziende fornitrici o distributrici, per le parti dell'impianto e delle
relative componenti tecniche da loro installate o gestite.
3. Il committente entro 30 giorni dall'allacciamento di una nuova fornitura di gas, energia elettrica, acqua, negli edifici di qualsiasi
destinazione d'uso, consegna al distributore o al venditore copia della dichiarazione di conformità dell'impianto, resa secondo l'allegato
I, esclusi i relativi allegati obbligatori, o copia della dichiarazione di rispondenza prevista dall'articolo 7, comma 6. La medesima
documentazione è consegnata nel caso di richiesta di aumento di potenza impegnata a seguito di interventi sull'impianto, o di un
aumento di potenza che senza interventi sull'impianto determina il raggiungimento dei livelli di potenza impegnata di cui all'articolo 5,
comma 2 o comunque, per gli impianti elettrici, la potenza di 6 kw.
4. Le prescrizioni di cui al comma 3 si applicano in tutti i casi di richiesta di nuova fornitura e di variazione della portata termica di gas.
[…]
o D.Lgs. n.81/2008. Attuazione dell’art.1 della Legge n.123/2007, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
➢ Anche noto come «Testo unico sulla Sicurezza». Integrato dal successivo D.Lgs. N.106/2009.
➢ Il campo di applicazione è molto ampio, comprende tutti i settori di attività lavorativa, tutte le tipologie di rischio, tutte le categorie di
lavoratori (include anche la sicurezza degli studenti di ogni grado).
➢ Riguarda anche gli impianti elettrici. E anche il settore dell’illuminazione, sia per salvaguardare la salute del lavoratore durante le
attività, sia per l’illuminazione di sicurezza e delle vie d’uscita di emergenza.
➢ I principali soggetti protagonisti del D.Lgs sono:
• il lavoratore;
• il datore di lavoro;
• il servizio di prevenzione e protezione dai rischi (si può ricorrere a personale esterno);
• il responsabile del servizio di protezione e prevenzione (può essere anche esterno all’azienda);
• il medico competente (può essere esterno all’azienda);
• il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
➢ Le misure che devono essere intraprese sono:
• valutazione dei rischi; eliminazione dei rischi; programmazione della prevenzione
• la documentazione di tali interventi deve essere conservata dal datore di lavoro.
• Art. 5 comma 4:
o I progetti degli impianti devono includere i seguenti documenti (consistenza minima):
➢ Schemi dell’impianto;
➢ Disegni planimetrici;
➢ Relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’installazione, trasformazione, o
ampliamento dell’impianto stesso, con particolare riguardo alla tipologia e alle caratteristiche
dei materiali e dei componenti da utilizzare e alle misure di sicurezza da adottare.
o Il progetto redatto dal responsabile tecnico della ditta installatrice deve includere almeno lo
schema elettrico, inteso come descrizione funzionale dell’impianto.
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Documentazione di progetto – CEI 0-2
• CEI 0-2: Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici.
o Il progetto rappresenta il mezzo fondamentale per rispondere alle attese del committente nel
rispetto delle disposizioni di legge al fine di conseguire la sicurezza e la qualità (quindi il
funzionamento) dell’impianto.
o Sarebbe opportuno che la funzione di progettista non si esaurisse nel progetto ma continuasse nella
fase di installazione fino al completamento dei lavori, anche in presenza del direttore dei lavori (p.e.
per l’approvazione di eventuali modifiche in corso d’opera).
o Il progetto dell’impianto elettrico di un’opera multidisciplinare deve essere redatto contestualmente
al progetto dell’opera nel suo insieme (p.e. bioedilizia).
o La documentazione di progetto è l’insieme dei documenti che costituiscono il progetto. Essa
dipende da due fattori:
1. Livello di progetto
2. Destinazione d’uso delle opere
• La classificazione delle opere in base alla destinazione d’uso introdotta dalle leggi sui lavori pubblici
viene adottata dalla guida CEI 0-2 per definire la documentazione di progetto.
o Edifici civili (ai sensi del DPR 447/91 art. 1 comma 1): unità immobiliari o parti di esse
destinate a uso abitativo, a studio professionale, o a sede di persone giuridiche private,
associazioni, circoli o conventi e simili.
o Altre opere (ai sensi del DPR 447/91 art. 1 comma 2): edifici adibiti a sede di società, ad attività
industriale, commerciale o agricola, o comunque di produzione e intermediazione di beni e/o
servizi, a luoghi di culto, nonché agli immobili destinati a scuole, uffici, luoghi di cura, dello Stato
o di enti pubblici territoriali.
o Opere pubbliche (ai sensi del D.Lgs. 50/2016 art. 216 comma 4 e DPR. 207/2010): opere
pubbliche diverse dai fabbricati, quindi autostrade, strade, ferrovie, piste aeroportuali, ponti,
gallerie, monumenti storici, idrovie, condotte, linee di comunicazione ed elettriche.
NO
non necessario
F
facoltativo
SI
documento previsto
NO
non necessario
F
facoltativo
SI
documento previsto
o Relazione illustrativa: descrizione del progetto, criteri di scelta delle soluzioni previste, indicazioni
per la redazione del progetto definitivo, cronoprogramma attuativo.
o Relazione tecnica: dati di progetto e criteri di scelta delle soluzioni tecniche impiantistiche.
o Planimetria generale: elementi fondamentali del sistema elettrico, per la coordinazione con il
progetto d’opera nel suo insieme (posizionamento di eventuali cabine elettriche, locali tecnici a uso
elettrico, percorsi delle condutture elettriche), insieme allo schema elettrico generale con le
principali relazioni e connessioni tra i componenti dell’impianto elettrico (schema a blocchi).
o Piano di sicurezza: prime indicazioni e disposizioni per la stesura del piano di sicurezza.
o Calcolo sommario delle spese: stima dei costi per blocchi dell’impianto.
o Computo metrico e computo metrico estimativo: integrazione dei documenti del progetto
definitivo.
o Quadro economico: aggiornamento del documento previsto per il progetto definitivo.
o Cronoprogramma: sequenza temporale delle lavorazioni.
o Quadro dell’incidenza della manodopera: incidenza percentuale della quantità di manodopera
rispetto al totale dei lavori.
o Capitolato speciale d’appalto: elementi necessari per una compiuta definizione dell’appalto, i requisiti
di accettazione dei materiali e dei componenti, le specifiche di prestazione.
o Schema di contratto: clausole per regolare il rapporto tra il committente e la ditta appaltatrice
(obbligatorio per le opere pubbliche).
o Circuito elettrico: è la parte di impianto elettrico alimentata da uno stesso punto e protetta
contro le sovracorrenti da uno stesso dispositivo di protezione. La corrente che può fluire in
un circuito durante il servizio ordinario è detta corrente d’impiego del circuito stesso.
o Esistono due tipi di circuito
elettrico:
➢ Circuito terminale,
direttamente collegato agli
apparecchi utilizzatori o alle
prese a spina;
➢ Circuito di distribuzione,
che alimenta più circuiti
terminali.
o Tensione nominale: è la tensione per cui un impianto o una sua parte sono progettati.
Costituisce il valore di riferimento con il quale il sistema è denominato e al quale sono riferite le
sue caratteristiche.
➢ In corrente alternata, è il valore efficace della tensione;
➢ Nei sistemi trifase, è il valore efficace della tensione concatenata.
➢ Durante il normale esercizio di un impianto la tensione reale può variare rispetto a quella
nominale a causa di cadute di tensione o variabilità dei carichi. I limiti di tolleranza, in base
alla norma CEI EN 60038 (CEI 8-12:2012), sono del ±10% per la tensione al punto di
consegna.
o Sistema Elettrico: è la parte di impianto elettrico costituita dall’insieme dei componenti elettrici
aventi tutti la stessa tensione nominale.
Sistemi di categoria III 𝑉𝑛 > 35000 V 𝑉𝑛 > 35000 V Alta tensione (AT)
Valori normali per le tensioni nominali dei sistemi in categoria 0 Le caratteristiche dell’energia
eI
elettrica consegnata al cliente in Italia
Tensioni alternate
Tensioni continue sono (norma CEI 8-6):
(V) Monofase (V) Trifase (V)
o Configurazione monofase, bifase,
6 6
12 12
o trifase;
24 24 o Frequenza 50Hz;
48 48 o Tensione nominale 230 fase-
60 60 neutro o 400 fase-fase
80 80
110 230
220 230 230/400
• SCHEMA UNIFILARE: unica linea di collegamento tra i vari componenti, con un numero di tratti obliqui pari al
numero reale di conduttori.
• Minori perdite di potenza sulla linea (e quindi cadute di tensione sulla linea), maggiore sarà il numero di
utenti che possono essere alimentati dalla stessa rete a parità di potenza erogata dai generatori.
• L’utente trifase è un carico trifase e si cercherà di renderlo equilibrato il più possibile.
10/01/2022 Elettrotecnica e Impianti Elettrici
… a proposito di cadute di linea
• Sappiamo già che:
o Le cadute di tensione sulla linea dipendono dalle impedenze di linea e dalla corrente che vi passa;
o Per ridurle, l’energia elettrica viene trasmessa in AT e bassa corrente, attraverso trasformatori (cabine di
trasformazione) elevatori e riduttori;
o Il rifasamento di un carico diminuisce la corrente di linea a monte dei condensatori di rifasamento, e quindi
le cadute di tensione sulla linea.
• Inoltre:
o Le cadute di tensione sulla linea costituiscono un problema se all’utenza o al singolo dispositivo elettrico
arriva un tensione inferiore a quella nominale (tolleranza 10%);
o Quali accorgimenti per ridurre questo problema?
➢ Sulle linee di trasmissione e distribuzione, possono esistere cabine di trasformazione che innalzano la
tensione al valore nominale richiesto per la linea e invece diminuito a causa delle cadute di tensione a
monte;
➢ Negli impianti elettrici, è necessario valutare le c.d.t dalla fornitura al singolo apparecchio in funzione
della distanza per stare nei limiti di tolleranza (4% dalla fornitura all’apparecchio).
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… a proposito di cadute di linea
• Come valutare le cadute di tensione sulle linee di un sistema trifase?
o Studiando i sistemi trifase, per semplicità, abbiamo considerato linee ideali di impedenza nulla.
Così facendo la tensione di linea (e anche la corrente di linea) mantiene il suo valore efficace
(nominale) dalla sezione del generatore al carico.
o In un sistema trifase a impedenza di linea diversa da zero, la tensione di linea cambia lungo la
linea!
o L’univocità della definizione delle grandezze di linea, quindi, vale per linee ideali, altrimenti è
giusto considerare, come per le grandezze di fase, la sezione dei generatori e la sezione dei carichi.
𝑉12 ≠ 𝑉1′2′
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Parti costituenti un impianto elettrico
• In base alla funzione da assolvere, in un impianto elettrico si possono distinguere:
o Punto di fornitura: il luogo da cui preleviamo l’energia elettrica necessaria per
l’alimentazione;
o Apparecchi di manovra e protezione: i dispositivi in grado di eseguire manovre di
apertura o chiusura di un circuito (manuali o automatici);
o Conduttori elettrici (o cavi): il mezzo attraverso il quale l’energia viene distribuita
nell’intero impianto fino ad arrivare ad alimentare le utenze elettriche;
o Utenze elettriche: tutte le apparecchiature facenti parte dell’impianto elettrico che, per
funzionare, hanno bisogno di energia elettrica (corpi illuminanti, prese, etc.);
o Impianto di terra: è un impianto fondamentale per disperdere le correnti elettriche nel
terreno e per proteggere, unitamente ai dispositivi automatici del circuito, le persone dal
pericolo di elettrocuzione (condizione di contatto tra corpo umano ed elementi in
tensione con attraversamento del corpo da parte della corrente).
• Gli apparecchi di manovra sono dispositivi elettrici in grado di aprire e chiudere manualmente un circuito.
• Quando l’apertura e la chiusura del circuito avvengono automaticamente per ragioni legate alla sicurezza,
l’apparecchio è detto di protezione (e può interrompere condizioni anormali di funzionamento del circuito).
• Fusibili
• Sezionatori
• Contattori
• Avviatore
• Interruttori
• Relè
• un discorso a parte meritano gli apparecchi di comando (deviatori, commutatori, invertitori, pulsanti).
➢Quadri elettrici
➢Cavi
➢Sovracorrenti
Sovraccarico
Cortocircuito
Protezione da sovracorrenti: l’interruttore magnetotermico
➢Sovratensioni
Protezione da sovratensioni: lo scaricatore di sovratensione
• Temperature caratteristiche. A seconda dell’isolante, si definiscono due temperature caratteristiche dei cavi, intese come
valori massimi ammissibili delle temperature per i conduttori:
o temperatura massima ammissibile in regime permanente, riferita al funzionamento ordinario con corrente pressoché
costante (70°C per cavi isolati in PVC, 90°C per cavi isolati in EPR o XLPE, fino a 180°C per isolamenti a base di rese
siliconiche);
o temperatura massima di corto circuito, prima dell’intervento delle protezioni; durante questo intervallo di tempo si ha un
elevato riscaldamento anche se di breve durata (tra 150° e 350°C).
▪ I valori di queste temperature influiscono sulle prestazioni del cavo, infatti, cavi con maggiore temperatura d’esercizio
hanno una maggiore portata, mentre cavi con maggiore temperatura di corto sopportano una maggiore energia termica
specifica.
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Portata di un cavo
• Definiamo portata di una conduttura 𝐼𝑧 «il massimo valore della corrente che può fluire in essa, in regime permanente ed in determinate
condizioni, senza che la sua temperatura superi un valore specificato». Essa vale:
2𝑟 3 ℎ
𝐼𝑧 = 𝜋 𝜃𝑀 − 𝜃𝐴
𝜌
• con:
o 𝑟 raggio del conduttore
o ℎ coefficiente di conducibilità termica tra conduttore e ambiente
o 𝜌 resistività del conduttore
o 𝜃𝑀 temperatura massima di funzionamento dell’isolante
o 𝜃𝐴 temperatura ambiente
• Essa dipende anche dal coefficiente di conducibilità termica e quindi da molti elementi che possono condizionare lo scambio termico tra
conduttore e ambiente.
• La tabella CEI-UNEL 35024-1 esprime la portata come 𝐼𝑧 = 𝐼𝑧0 𝑘1 𝑘2 con
• 𝐼𝑧0 portata di un singolo cavo installato con 𝜃𝐴 = 30°;
• 𝑘1 coefficiente di correzione per temperatura ambiente diversa da 30°;
• 𝑘2 coefficiente di correzione per gruppi di cavi in fascio o strato.
• Tra i materiali ad alta conducibilità e che hanno una maggiore diversità di impiego in apparecchi elettrici e
elettronici, e anche per questioni economiche, possiamo citare: rame, piombo, ottone, alluminio, platino, ottone,
argento e mercurio.
• Il materiale conduttivo più comune nei cavi isolati in BT sono il rame e l’alluminio morbido o rigido. Questo è
dovuto all'eccellente conduttività elettrica di entrambi i suoi costi e le loro caratteristiche meccaniche eccezionali
che si riflettono in una maggiore facilità di lavorazione a forma di filo.
• Il confronto tra rame e alluminio si effettua Caratteristiche Rame Alluminio
determinando le sezioni di un conduttore
Peso specifico a 20° C (g/m3) 8,89 2,70
dei due diversi materiali, necessariamente a
parità di lunghezza del conduttore, e a parità Punto di fusione °C 1080 660,2
• Eguagliamo le resistenze elettriche dei due conduttori e determiniamo la relazione tra le due sezioni.
• Considerato che il valore ohmico della resistenza di un conduttore di un cavo misurata in continua e a una
temperatura di 20ºC è dato dalla espressione 𝑅 = 𝜌𝑙 Τ𝑆, dove 𝜌 è la resistività del materiale conduttore, 𝑙 la
lunghezza, e 𝑆 la sezione del conduttore, si ha:
𝜌𝐶𝑢 𝑙 𝜌𝐴𝑙 𝑙 𝑆𝐶𝑢 𝜌𝐶𝑢
𝑅𝐶𝑢 = 𝑅𝐴𝑙 = = ⇒ = = 0.61 ⇒ 𝑆𝐶𝑢 = 0.61𝑆𝐴𝑙 ⇒ 𝑟𝐶𝑢 = 0.78𝑟𝐴𝑙
𝑆𝐶𝑢 𝑆𝐴𝑙 𝑆𝐴𝑙 𝜌𝐴𝑙
• In definitiva, a parità di distanza e di resistenza, la sezione del conduttore di rame è inferiore della sezione del
conduttore di alluminio, per cui in termini di volume di conduttore usato, sicuramente il rame è più vantaggioso.
• Se consideriamo i pesi specifici, però, risulta 𝑃𝑆,𝐶𝑢 Τ𝑃𝑆,𝐴𝑙 = 3.29, e passando al rapporto dei pesi:
𝑃𝐶𝑢 𝑆𝐶𝑢 𝑙 ∙ 𝑃𝑆,𝐶𝑢
= = 0.61 ∙ 3,29 = 2
𝑃𝐴𝑙 𝑆𝐴𝑙 𝑙 ∙ 𝑃𝑆,𝐴𝑙
• Il conduttore in rame avrà una sezione pari al 61% dell’alluminio ma pesa il doppio.
• Possiamo anche determinare il rapporto tra la portata di un conduttore in rame e uno in alluminio, a parità di
distanza e sezione. Risulta:
𝐼𝑧,𝐴𝑙 𝜌𝐶𝑢
= = 0.78
𝐼𝑧,𝐶𝑢 𝜌𝐴𝑙
• Il rame è più riconosciuto e usato tradizionalmente, per la sua maggiore conduttività e caratteristiche meccaniche
e duttilità migliori. L'alluminio, anche utilizzato nella fabbricazione di cavi elettrici, dispone di un ampio campo
di applicazione, evidenziando i vantaggi di peso specifico inferiore e presentando una buona conducibilità e
costo economico inferiore.
• N.B. La portata dipende anche dall’isolante. A parità di sezione, un cavo con isolante in EPR ha una portata
maggiore del cavo in PVC.
• Per alcune particolari applicazioni, tipo luoghi a maggior rischio in caso di incendio e luoghi di pubblico
spettacolo (Norme CEI CT 20), i cavi devono avere precisi requisiti relativamente:
o alla non propagazione della fiamma e dell’incendio: è inerente la capacità del singolo cavo di evitare che
l’effetto della combustione vada oltre un certo limite dal punto del cavo sottoposto alla fiamma, mentre la
non propagazione dell’incendio, viene provata su un fascio di spezzoni dello stesso cavo, di prestabilita
lunghezza e quantità di materiale non metallico; tale prova stabilisce se un certo cavo è idoneo a non
trasmettere l’incendio quando è posato in fascio come per esempio nel caso di posa in canale metallico;
o alla resistenza al fuoco: la prova di resistenza al fuoco consente di verificare la capacità di un cavo di
conservare inalterate le sue proprietà di isolamento, per un determinato tempo, quando lo stesso è sottoposto
ad una fiamma di determinate caratteristiche; è necessaria per i cavi da usare in quei circuiti che devono
funzionare, per un certo tempo, anche durante un incendio, come quelli di alimentazione dei mezzi
antincendio;
o alla bassa emissione di fumi e gas tossici e corrosivi: per i cavi utilizzati in ambienti chiusi e frequentati
dal pubblico al fine di ridurre il pericolo di asfissia durante l’incendio, la prova serve a confrontare le quantità
dei prodotti emessi con i valori di riferimento imposto dalle norme.
• Nella pratica, le fasi possono avere qualunque colore, ma conduttori di protezione e neutro devono essere dei
colori gialloverde e azzurro (o tonalità dell’azzurro).
• Eventuale conduttore PEN può essere gialloverde con marcature blu alle terminazioni (o viceversa).
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Tipi di posa
Tipi di Posa Previsti dalla Norma CEI 64/8-5
Tipo Descrizione
I conduttori non hanno sistemi di fissaggio e vengono posati
Posa senza fissaggi utilizzando cavità di strutture, cunicoli o interrando
direttamente i cavi
Il cavo è fissato direttamente sulla parete mediante graffette
Posa con fissaggio diretto su parete o altro, senza l'interposizione di tubi, canalette o altri sistemi
di protezione meccanica
Vengono utilizzate tubazioni metalliche o in materiale
Posa entro tubi protettivi (di forma circolare) plastico. I tubi, a loro volta, possono essere esterni, annegati
nella muratura, interrati
Si usano canaline metalliche o in materiale plastico, fissate
generalmente a parete o a soffitto. In alcuni casi le canaline
Posa entro canali (anche incassati nel pavimento)
possono essere fissate nel controsoffitto o incassate nei
pavimenti
Queste tubazioni, normalmente di sezione rettangolare,
Posa entro tubi protettivi (di forma non circolare) possono essere esterne, poste entro cunicoli, annegate nella
muratura
Si usano generalmente passerelle metalliche esterne, sulle
Posa su passerelle e su mensole
quali vengono posati cavi con guaina, unipolari o multipolari
Viene normalmente utilizzata per conduttori nudi, fissati a
Posa su isolatori isolatori che hanno il compito di distanziare i conduttori e
isolarli verso massa
Il cavo, del tipo con guaina, viene fissato a un filo o a una
Cavo sospeso (con filo o corda di supporto)
corda portante che ne assicura l'ancoraggio
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Designazione dei cavi
• La sigla dei cavi armonizzati è stabilita dalla norma CEI 20 – 27 e dalla tabella CEI UNEL 35011. Essa si compone, per entrambi i casi, di
gruppi di lettere o numeri come indicato di seguito.
• CEI 20 – 27
• Esempio: N07V-K
• N = Cavo nazionale
• 07 = Tensione nominale 450/750 V
• V = Isolato in PVC
• K = Corda flessibile per posa.
• Quando i dispositivi non funzionano in condizioni nominali si parla di funzionamento in condizioni anormali.
Possono esistere diverse condizioni anormali.
• Sovracorrente: si ha quando l’apparecchiatura, per cause varie, è interessata da un valore di corrente maggiore
di quello nominale.
• Nel caso di cavi elettrici, la sovracorrente va riferita alla portata del cavo.
𝜌
• da cui: 𝜃 = 𝜃𝐴 + 𝐼 2
2𝜋 2 𝑟 3 ℎ
• Ha senso definire la temperatura di servizio in condizioni nominali, quando la corrente è quella nominale 𝐼𝑁 ,
𝜌
come 𝜃𝑁 = 𝜃𝐴 + 2 3 𝐼𝑁2 .
2𝜋 𝑟 ℎ
• Si parla di regime termico per evidenziare che avviene un transitorio nell’aumento della temperatura che è di tipo
esponenziale, sia per raggiungere la temperatura di servizio, sia nel caso di sollecitazione termica per sovraccarico.
• Definita la massima temperatura ammissibile per un cavo/conduttura, è possibile determinare la massima durata
ammissibile del sovraccarico.
Curve di
riscaldamento 𝜽 • 𝜃 temperatura del dispositivo
• 𝜃𝐴 temperatura ambiente
𝜽 𝜽𝑺𝑪
• 𝜃𝑁 temperatura di servizio
• 𝜃𝑆𝐶 temperatura finale in sovraccarico
𝜌 2
𝜽𝑴 𝜃𝑆𝐶 = 𝜃𝐴 + 𝐼𝑆𝐶
2𝜋2 𝑟 3 ℎ
sovraccarico • 𝐼𝑆𝐶 sovracorrente
𝜽𝑵 𝒕
𝜽 = 𝜽𝑺𝑪 − 𝜽𝑺𝑪 − 𝜽𝑵 𝒆−𝝉
• 𝜏 costante di tempo termica (dipende
dalla capacità termica e dalla superficie
del conduttore)
• 𝜃𝑀 temperatura massima di
funzionamento di un isolante (70°-90°)
𝜽𝑨 regime normale
𝒕 • 𝑡𝑀 massima durata ammissibile del
𝜽 = 𝜽𝑵 + 𝜽𝑨 − 𝜽𝑵 𝒆−𝝉 sovraccarico
• Il cortocircuito rappresenta un guasto del sistema che crea una sovracorrente. Si realizza quando entrano in contatto due
punti (parti attive) a tensione diversa. L’impedenza complessiva del circuito diminuisce (quella del contatto può considerarsi
nulla) e la corrente raggiunge valori molto alti.
• Situazioni tipiche di cortocircuito:
o un guasto accidentale;
o un sovraccarico prolungato che distrugge gli isolamenti.
o multipli sovraccarichi, anche di tempo limitato, che cristallizzano gli isolamenti (depolimerizzazione dei materiali
isolanti).
• La sovracorrente è molto alta, quindi il sistema deve andare in protezione il prima possibile.
• Gli effetti:
o sollecitazione termica (corrente elevatissima nel circuito, calore molto elevato)
o sollecitazioni elettrodinamiche (i conduttori esercitano tra loro forze dipendenti dalle correnti)
o archi elettrici, esplosioni, incendi
• Soluzione:
o intervento di un interruttore automatico (di tipo magnetico e molto rapido).
• Il calcolo della corrente di cortocircuito in un punto della rete è piuttosto elaborato e dipende da molti
fattori:
o dalla corrente di cortocircuito al punto di consegna;
o dai modi in cui si verifica il cortocircuito, tra fase e fase, tra fase e neutro, tra le tre fasi. Quest’ultimo
caso è il più pericoloso (in termini di corrente elevata) ma anche il meno probabile.
o dall’impedenza del tratto di linea posto tra la fornitura e il punto di guasto.
• Fortunatamente esistono delle tabelle (e anche programmi appositi)…
• Per esempio, la corrente di cortocircuito al termine di una linea di sezione 10 mm2 e lunghezza 19 m è pari a 2.2 kA
quando la corrente di corto al punto di consegna è 6 kA.
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Protezione da sovraccarichi
• Il sovraccarico si manifesta mentre l'impianto è elettricamente sano, cioè privo di guasti e sottoposto a normali modalità di
lavoro. In questo caso responsabile dell'evento è ovviamente un operatore, che sta sfruttando oltre misura (per la quantità
o per la sollecitazione unitaria) gli apparecchi utilizzatori a sua disposizione (motori, pompe, corpi illuminanti, ecc.) e, di
conseguenza, sollecita eccessivamente le condutture coinvolte che assorbono correnti elevate, superiori alla portata (fino
a 10 volte) e dunque sovraccaricano i cavi. Il fenomeno è lento e comporta scambio di calore con l’esterno.
• Il cortocircuito avviene invece in un impianto o in un componente in seguito ad un guasto. Per guasto s’intende un
cedimento casuale e involontario dell'isolamento di uno o più cavi in tensione verso massa o fra loro. Tale situazione
causa un assorbimento di corrente elevatissima tra i due punti in avaria. Il fenomeno è velocissimo e si può considerare a
scambio di calore nullo.
• Il sovraccarico per le limitate correnti in gioco, può essere tollerato per qualche tempo e poi interrotto dai dispositivi
automatici. La protezione deve intervenire in tempi tanto più brevi quanto più grande è l’entità sovraccarico. Il
sovraccarico si manifesta in tutta la tratta della conduttura per cui l’interruttore potrebbe essere installato in qualsiasi
punto. L’interruttore sfrutta un relè a bimetallo preciso, ma lento e tollerante.
• Il cortocircuito, al contrario, deve essere interrotto istantaneamente tramite interruttori automatici. Poiché si manifesta
sempre a monte del punto di guasto, l’interruttore deve essere sempre all’inizio della linea. Il corto è individuato e
sganciato da relè elettromagnetici, sensibilissimi e alquanto rapidi.
la temperatura dell’isolante dei cavi non la temperatura dell’isolante dei cavi guasto ➔ la temperatura supera
supera 𝜃𝑀 supera 𝜃𝑀 moltissimo 𝜃𝑀
corrente di impiego ≤ portata corrente di sovraccarico > portata corrente di cortocircuito ≫ portata
𝑰𝒃 ≤ 𝑰𝒛 𝑰𝒔𝒄 > 𝑰𝒛 𝑰𝒄𝒄 ≫ 𝑰𝒛
𝐼𝑠𝑐
𝐼𝑧
𝐼𝑛
𝐼𝑏 ≤ 𝐼𝑛
MORSETTI
SEDE DELL’ARCO
(qui si aprirà il circuito LEVA DI COMANDO
in caso di
sovracorrente)
SGANCIATORE
TERMICO
• Lo sganciatore termico è costituito da due lamine metalliche unite fra loro che presentano un diverso valore del
coefficiente di dilatazione termico. La bilamina è interessata, direttamente o indirettamente, dalla corrente che
circola nel circuito da proteggere.
• All’aumentare della corrente il calore sviluppato per effetto Joule provoca un aumento della temperatura della
bilamina con conseguente dilatazione. Il diverso coefficiente di dilatazione determina un allungamento diverso
delle due lamine e quindi la lenta deformazione delle stesse. La deformazione viene sfruttata per sganciare un
arpionismo che rilascia una molla, precedentemente caricata con la chiusura manuale dell’interruttore,
provocando l’apertura dei contatti dell’interruttore.
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Sganciatore termico
• In caso di sovratemperatura la lamina si incurva fino
allo scatto del dispositivo di sgancio e la conseguente
apertura.
• L’allungamento della lamina si può esprimere come
∆𝐿 = 𝐿0 𝛼∆𝜃, dove 𝐿0 è la lunghezza iniziale, 𝛼 il
coefficiente di dilatazione termina, e ∆𝜃 la variazione di
temperatura.
• L’inerzia termica della lamina impedisce interventi
tempestivi.
• Se la temperatura iniziale della lamina è quella ambiente
(intervento a freddo), occorre un certo tempo per
l’intervento, se la temperatura iniziale è maggiore
(dispositivo già in funzione – intervento a caldo),
occorrerà meno tempo.
• La caratteristica di intervento definisce il
comportamento dell’interruttore nel tempo. Per lo
sganciatore termico è a tempo inverso.
• La caratteristica d’intervento media è quella a cui si
riferiscono i valori commerciali.
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Sganciatore termico
• Il funzionamento dello sganciatore magnetico è basato sulla forza che è esercitata su un nucleo mobile in ferro da
un elettromagnete. Il nucleo mobile è sottoposto a due forze opposte, quella magnetica di attrazione verso il
nucleo magnetico e quella di una molla caricata in fase di chiusura manuale dell’interruttore. In caso di
cortocircuito lo sganciatore interviene in tempi brevissimi vincendo l’azione della molla che provoca l’istantanea
l’apertura del circuito sede del guasto.
• L’azione combinata dei due sganciatori determina l’intervento dell’interruttore in tempi che dipendono dalla sua
caratteristica d’intervento tempo-corrente.
tratto termico
tratto magnetico
• Norma CEI EN 60898/1 (CEI 23-3/1) - Interruttori magnetotermici per usi domestici e similari.
B C D
• Il potere d’interruzione della protezione, cioè la corrente massima che il dispositivo può interrompere deve essere
maggiore della corrente di cortocircuito in quel punto:
𝑃. 𝐼. ≥ 𝐼𝑐𝑐𝑃
• L’energia specifica passante, cioè l’energia che viene fatta fluire durante il cortocircuito dal dispositivo di protezione,
non deve superare quella ammissibile dal cavo di linea
2 𝑡 ≤ 𝐾2𝑆2
𝐼𝑐𝑐
• dove:
o 𝐼𝑐𝑐 è la corrente di corto;
o 𝑡 è il tempo di intervento;
2 𝑡 è detto integrale di Joule;
o 𝐼𝑐𝑐
o 𝑆 è la sezione del cavo;
o 𝐾 è un coefficiente tabulato per i cavi.
• I fusibili sono dispositivi per la protezione delle sovracorrenti, sia di sovraccarico sia di cortocircuito (usati per lo
più per la protezione di questo ultimo caso).
• Vengono collegati in serie al conduttore da proteggere, e il loro intervento si ha quando la corrente supera il
valore nominale per cui provoca la fusione dell’elemento fusibile, interrompendo il circuito.
• La caratteristica I-t è a tempo inverso: quanto più la corrente è maggiore del valore nominale, tanto più il tempo di
intervento è minore.
▪ Curva di intervento
o Il tratto termico è a tempo inverso
o Il tratto magnetico è tempo indipendente
o Fusibili
▪ Il conduttore fonde con la sovracorrente
▪ Curva di intervento a tempo inverso
▪ Possibili soluzioni miste IMT+fusibile
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Sovratensioni
• Definiamo sovratensione qualunque tensione superiore a quella per cui è progettato il sistema.
o Le sovratensioni di
origine interna possono
avere tutte e tre le forme.
o Le sovratensioni di
origine esterna sono
tipicamente impulsive
• … a carattere impulsivo:
o A formazione rapida
o Sono dovute alle fulminazioni atmosferiche, dirette o indirette.
o La fulminazione diretta ha effetto sulla linea o sulle apparecchiature (gli impulsi di corrente si possono propagare fino alle abitazioni)
e presenta la medesima forma d'onda di tipo impulsivo della corrente di fulmine.
o Si parla di accoppiamento resistivo perché la corrente viene scaricata a terra tramite le masse, quindi la sovratensione è data dalla
corrente scaricata per l’impedenza del percorso.
o Il valore massimo di questa sovratensione è normalmente compreso tra 1000 e 5000 kV essendo il valore di cresta dell'onda della
corrente di fulmine stimabile tra alcune migliaia di ampere fino a oltre i cento chiloampere (tempo di salita 10 μs, tempo di emivalore
350 μs).
• … a carattere impulsivo:
o A formazione rapida
o Nel caso di fulminazione indiretta, il fulmine cade in prossimità dell'impianto. La corrente di fulmine non percorre l'impianto ma il campo
elettromagnetico conseguente, variabile nel tempo con la stessa legge con cui varia la corrente di fulmine, interessa tutti i conduttori
generando delle sovratensioni che si propagano per conduzione. Le sovratensioni che si sono formate sui conduttori creano a loro volta
un campo magnetico provocando sui conduttori stessi l'insorgere di una sovratensione.
o Si parla di accoppiamento induttivo (si verifica anche nel caso di fulminazione diretta), poiché il campo magnetico generato crea
sovratensioni nelle spire chiuse formate da conduttori.
o Valori di cresta 1-5 kA, tempi caratteristici 8/20 μs.
• Nel caso degli impianti elettrici in bassa tensione, in funzione dell’entità delle sollecitazioni termiche a cui vengono sottoposti
durante la prova, gli SPD vengono suddivisi in tre classi (CEI 37-8).