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Corso di Studi in Ingegneria

Industriale e Gestionale
A.A. – 2021/2022

Elettrotecnica e
impianti elettrici

Docente:
Anna Giordano
Elettrofisiologia

• L’elettrofisiologia è lo studio scientifico delle funzioni vitali di un organismo vivente dal punto di vista elettrico:

o in condizioni fisiologiche normali


✓ sono fenomeni di natura elettrica regolati dal sistema nervoso il battito cardiaco, la respirazione, la contrazione dei
muscoli;
✓ le variazioni di potenziale elettrico prodotte dall’attività biologica nel corpo umano sono fondamentali per le analisi
del funzionamento normale o anormale di alcuni organi (elettrocardiogramma, elettroencefalogramma,
elettromiogramma, retinogramma).

o soggetto a segnali elettrici esterni


✓ il passaggio di corrente attraverso il corpo umano, causato dal contatto contemporaneo con parti a tensione
differente può determinare effetti fisiopatologici gravi, talvolta mortali; tale situazione, indicata con espressioni
diverse (shock elettrico, folgorazione, elettrocuzione) è chiaramente oggetto di prescrizioni e normative per
diminuire il rischio.

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Potenziali di riposo

• Il corpo umano è in gran parte composto di una soluzione salina conduttrice, costituita da atomi o gruppi di atomi
elettricamente neutri o ioni (anioni, cationi).
• La cellula, nella sua attività metabolica (scambio di energia e di sostanze – atomi e ioni), assume un potenziale negativo
all’interno rispetto all’esterno, detto potenziale di riposo (circa 70mV nelle cellule nervose, 90mV nelle cellule muscolari).
• La membrana cellulare
o separa cariche ➔ comportamento capacitivo
o non è un isolante perfetto ➔ comportamento resistivo

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Potenziali d’azione
• Il potenziale d’azione è una rapida variazione del potenziale di membrana (molte funzioni biologiche si basano su queste
variazioni).
• Uno stimolo elettrico esterno riesce ad eccitare la cellula soltanto se produce un flusso di corrente la cui intensità e durata sono
superiori ad una soglia che prende il nome di reobase. Per stimoli d’intensità superiore alla reobase, l'eccitazione avviene
soltanto se la durata dello stimolo e l'intensità di corrente sono al di sopra della curva mostrata in figura

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Soglie di percezione e di pericolosità

• Segnali elettrici esterni che superino la soglia di eccitabilità possono modificare il funzionamento vitale degli organi.

• Le soglie di percezione e di pericolosità dei segnali elettrici cadono nell’area di eccitabilità. Dipendono:
o da persona a persona, per questo non esistono modelli analitici ma solo statistici.
o dalla frequenza del segnale elettrico:
✓ una corrente a frequenza 50/60Hz è percepita sopra 1mA (soglia minima di percezione);
✓ correnti a frequenze più elevate richiedono maggiori intensità per essere percepite; inoltre diminuisce la
pericolosità perché la corrente preferisce passare attraverso la pelle (effetto pelle);
✓ correnti costanti sono percepite sopra 5mA, a causa del fenomeno di accomodazione per cui ad un impulso costante
la cellula si adatta e aumenta la soglia di eccitabilità.

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Effetti fisiopatologici della corrente elettrica
• Gli effetti della corrente elettrica dipendono da moltissimi fattori:
o Intensità della corrente;
o Durata del contatto;
o Natura della corrente (quella continua è meno pericolosa di quella alternata);
o Frequenza (elevate frequenze sono meno pericolose);
o Massa corporea della persona (minore massa maggiore pericolo);
o Percorso della corrente;
o Stato di salute;
o Sesso (le donne sono più sensibili);
o Condizioni al contorno (livello di umidità, tipologia di pavimento, etc…).

• Al passaggio di corrente elettrica, le funzioni degli organi vengono alterate e possono presentarsi fenomeni più o meno gravi
per la salute dell’uomo:
o Tetanizzazione dei muscoli;
o Difficoltà di respirazione;
o Fibrillazione ventricolare;
o Ustioni.

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Effetti fisiopatologici della corrente elettrica

• Tetanizzazione dei muscoli:


• blocco involontario dei muscoli attraversati dalla corrente; i muscoli non obbediscono più agli impulsi elettrici fisiologici
provenienti dal cervello e non permettono alla persona di staccarsi dalla parte in tensione.

• Avviene quando l’impulso cui sono soggette le cellule nervose ha intensità e durata tale da creare un potenziale d’azione, ossia per correnti
superiori a 10 mA per le donne ed a 15 mA per gli uomini.
• Il muscolo si contrae per poi portarsi alla condizione di riposo; tuttavia se al primo stimolo ne seguono degli altri intervallati in modo tale che
fra l’uno e l’altro il muscolo abbia raggiunto la condizione di riposo, gli effetti si sommano e si fondono determinando una contrazione
completa del muscolo in questa posizione che perdura fino a che gli stimoli non sono cessati. L’infortunato può non riuscire ad allontanarsi
dall’elemento in tensione, il contatto permane nel tempo determinando fenomeni di asfissia, svenimenti e stato di incoscienza. La
tetanizzazione è causa del 10 % delle morti per folgorazione.
• Si chiama corrente di rilascio il massimo valore di corrente per il quale una persona è ancora in grado di lasciare la presa. Il valore effettivo
varia leggermente da una persona all’altra ma, convenzionalmente, si assume il valore medio di 10 mA.
• Correnti molto elevate non producono solitamente la tetanizzazione perché l’eccitazione muscolare è talmente elevata che i movimenti
muscolari involontari generalmente staccano il soggetto della sorgente.

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Effetti fisiopatologici della corrente elettrica

• Difficoltà di respirazione:
• blocco involontario dei muscoli che gestiscono la respirazione.

• Avviene per correnti superiori a 20÷30 mA, determinando perdita di conoscenza e soffocamento.
• Il fenomeno può provocare l’arresto della respirazione se non si interviene entro pochi minuti dall’infortunio praticando la
respirazione bocca-bocca o la respirazione bocca-naso. L’arresto della respirazione è causa del 6% delle morti per folgorazione.

• Fibrillazione ventricolare:
• contrazione caotica del cuore a causa della sovrapposizione degli impulsi elettrici nervosi e di quelli estranei.

• Avviene per correnti superiori a 70÷100 mA.


• Responsabile del 90% delle morti per folgorazione.
• Questo fenomeno può portare alla morte per arresto cardiaco o per arresto della circolazione. In attesa dei soccorsi bisogna
intervenire immediatamente con il massaggio cardiaco e la respirazione bocca-bocca o bocca-naso. All’arrivo dei soccorsi è
possibile intervenire con il defibrillatore, uno strumento che trasmette scariche elettriche per regolarizzare il battito cardiaco.

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Effetti fisiopatologici della corrente elettrica
• Ustioni:
• bruciature dovute allo sviluppo di calore per effetto Joule.

• Possono crearsi nella parte dove è avvenuto il contatto. La pelle è il tessuto più esposto a questo fenomeno perché ha un’elevata
resistenza (P=RI2).

• Figure di Lichtenberg:
• Le figure di Lichtenberg sono figure a diramazioni di scariche elettriche che a volte
appaiono sulla superficie o all'interno di materiali isolanti.

• Possono apparire sulla pelle di un uomo colpito da un fulmine.


• In caso di scarica atmosferica si raggiungono valori di tensione elevatissimi (300kV) che
possono provocare tutti gli effetti sopra descritti.

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Limiti di pericolosità della corrente

• Nel caso più frequente di corrente alternata con frequenza di 50Hz, si è potuto stabilire che per la maggior parte delle persone risulta
che:
o i valori di corrente che vanno da 0 mA a 0,5 mA non vengono neanche percepiti e non provocano alcun effetto qualunque sia la loro
durata. Il valore di 0,5 mA è considerato, quindi, la soglia di percezione.

o per valori che vanno da 0,5 mA a 10 mA la corrente viene


percepita ma non provoca effetti dannosi qualunque sia la
durata, e la persona è sempre in grado di staccarsi dal contatto.
Il valore di 10 mA è considerato, di conseguenza la soglia di
pericolosità.
o per valori di corrente da 10 mA a 200 mA il contatto può essere
dannoso oppure no secondo la durata. Il tempo di
sopportabilità della corrente diminuisce all’aumentare
dell’intensità di corrente.
o per valori di corrente maggiori di 200 mA il contatto provoca
sempre effetti dannosi qualunque sia la durata.

soglia di soglia di
percezione pericolosità
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Limiti di pericolosità della corrente

• Dal punto di vista degli effetti fisiopatologici, si evidenziano quindi 4 zone:


o Zona 1: retta “a” di equazione I=0.5 mA in cui normalmente non si hanno effetti dannosi;
o Zona 2: tra la retta “a” e la curva “b” di equazione I=10+10/t (mA), con asintoto verticale I=10 mA, in cui non si hanno
normalmente effetti fisiopatologici pericolosi;
o Zona 3: tra la curva “b” e la curva “c” possono verificarsi effetti quasi sempre reversibili che possono divenire pericolosi se a causa
del fenomeno della tetanizzazione, che impedisce il rilascio, ci si porta nella zona 4. Si verificano effetti patologici meno gravi:
tetanizzazione, leggere ustioni,
o difficoltà di respirazione, leggeri disturbi cardiaci, di solito
nessun pericolo di fibrillazione cardiaca;
o Zona 4: La pericolosità aumenta allontanandosi dalla curva
“c1” (soglia di fibrillazione). La curva c2 si riferisce al 5% delle
persone e la curva c3 al 50% delle persone. In seguito alla
fibrillazione si verificano effetti patologici gravi: arresto della
respirazione, gravi ustioni, arresto cardiaco, arresto della
circolazione.

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Limiti di pericolosità della corrente

• L’effetto della DC sul corpo umano è differente da quello della corrente alternata AC.
o la DC non risente dell’effetto pelle (crescente con la frequenza), ciò comporta immancabilmente una maggiore
compromissione dei tessuti interni, compresi quelli degli organi vitali.
o d’altra parte, però, il corpo umano riporta meno danni, a parità d’intensità, al passaggio della corrente continua
piuttosto che a quello della corrente alternata LF (Light Frequency). Ciò poiché le correnti pulsanti a 50 Hz risultano
particolarmente dannose per il sistema nervoso (provocano la tetanizzazione dei muscoli), mentre la corrente
continua ha prevalentemente un effetto di riscaldamento resistivo dei tessuti.

Zone di pericolosità convenzionali IEC della corrente elettrica alternata sinusoidale Pericolosità della corrente al variare della
(50/60Hz) e continua frequenza

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Resistenza del corpo umano

• Gli effetti della corrente dipendono anche dal corpo umano e dalla sua resistenza.
• La resistenza elettrica del corpo umano risulta composta da 3 termini:
o Resistenza del punto di entrata 𝑅𝐸 , dovuta al contatto con la pelle;
o Resistenza interna, 𝑅𝐼 , dovuta al percorso della corrente all’interno del corpo umano;
o Resistenza del punto d’uscita, 𝑅𝑈 .
• 𝑅𝐶 = 𝑅𝐸 + 𝑅𝐼 + 𝑅𝑈
• Sarebbe più corretto parlare di impedenza del corpo umano,
considerato che all’entrata e all’uscita ci sono effetti capacitivi
(significativi solo sopra i 1000Hz).

• Se abbiamo fissato la soglia di pericolosità a 10 mA, dovrà essere:


𝑉
< 10 mA
𝑅𝐶

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Resistenza del corpo umano

• La resistenza elettrica del corpo umano risulta è influenzata da molte variabili:


o tensione di contatto: se questa aumenta 𝑅𝐸 ed 𝑅𝑈 diminuiscono.
o stato della pelle: questo influenza 𝑅𝐸 e 𝑅𝑈 che diminuiscono con la presenza di sudore, umidità, ferite, graffi e
aumentano con la presenza di calli.
o superficie di contatto: se questa aumenta 𝑅𝐸 ed 𝑅𝑈 diminuiscono.
o pressione di contatto: se questa aumenta 𝑅𝐸 ed 𝑅𝑈 diminuiscono.
o durata del contatto: con il prolungarsi del contatto, diminuisce la resistenza della pelle, tuttavia, se la quantità di
calore sviluppata è tale da carbonizzare la pelle, la resistenza può risalire a valori molto elevati.
o percorso della corrente all’interno del corpo umano: influenza 𝑅𝐼 .

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Resistenza del corpo umano

PERCORSO DELLA CORRENTE


• I percorsi che offrono la maggiore resistenza sono quello mano-mano e quello mano-
piede.
• Assunto questo percorso come riferimento è possibile assegnare agli altri percorsi un
valore espresso in percentuale rispetto a quello di riferimento.
• Per dedurre gli effetti equivalenti (soprattutto in termini di probabilità di fibrillazione
ventricolare) che una stessa corrente 𝐼, a parità di tempo di esposizione, avrebbe in caso
di percorsi differenti attraverso il corpo del soggetto interessato, è definito un fattore di
percorso 𝑓 tale che 𝐼𝐸𝑄 = 𝐼/𝑓.

Percorso di riferimento Fattore di percorso Percorso di riferimento Fattore di percorso

Mano destra – dorso 0,3 Mano destra - piede 0,8


Mano sinistra – destra 0,4 Mano sinistra – piede 1
Glutei - mani 0,7 Mano destra – torace 1,3
Mano sinistra - dorso 0,7 Mano sinistra – torace 1,5

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Resistenza del corpo umano

• Il grafico rappresenta la resistenza del corpo


umano in funzione della tensione applicata.
• Il grafico si riferisce al contatto mano-mano o
mano-piede in condizioni di pelle asciutta ed è
relativo a tre percentuali di persone che
presentano valori di resistenza 𝑅𝐶 minori di
quelli delle curve.
• Si può osservare che solo per il 5% delle
persone, per tensioni di circa 50V, la resistenza
è inferiore a 𝑅𝐶 = 1500 Ω mentre per tensioni
di circa 220V risulta 𝑅𝐶 = 1000 Ω.
• Tale valore è stato assunto come resistenza
convenzionale del corpo umano dalla norma
CEI 11-8.

Tensione di contatto

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Limiti di pericolosità della tensione

• Noti i limiti di pericolosità della corrente, e la variabilità della resistenza del corpo umano, possiamo definire i limiti di
pericolosità della tensione come quei limiti oltre cui la tensione fa circolare nell’uomo una corrente pericolosa.
• Sia 𝑅𝐶 la resistenza del corpo umano, 𝐼𝑃 la corrente che passa nella persona, 𝑉𝐶 la tensione di contatto, allora
risulta 𝑉𝐶 = 𝑅𝐶 𝐼𝑃 .
• 𝑅𝐶 però varia in funzione della tensione di contatto, ed inoltre la stessa tensione di contatto dipende da altri fattori.
Infatti, se una persona tocca con la mano una massa sotto tensione, in serie alla sua resistenza bisogna almeno
considerare la resistenza verso terra della persona 𝑅𝑇𝑝 , dovuta alle scarpe, al pavimento, al terreno sottostante, fino ad
arrivare al punto a potenziale nullo.
• Chiamiamo tensione di contatto a vuoto 𝑉𝐶0 la ddp tra la massa e la terra in assenza di contatto.
• Chiamiamo tensione di contatto 𝑉𝐶 la ddp che si stabilisce sulla persona.

+
+
𝑅𝐶 𝑉𝐶0 𝑅𝐶 𝑉𝐶
𝑉𝐶 = 𝑉 =
𝑅𝐶 + 𝑅𝑇𝑝 𝐶0 𝑅𝑇𝑝 _
1+ 𝑉𝐶0
𝑅𝐶

_ 𝑅𝑇𝑝
• se 𝑅𝑇𝑝 ≫ 𝑅𝐶 (scarpe e pavimento isolanti e asciutti), risulta 𝑉𝐶 ≪ 𝑉𝐶0 ;
• se 𝑅𝑇𝑝 ≪ 𝑅𝐶 (scarpe e pavimento non isolanti, o bagnati), risulta 𝑉𝐶 ≈ 𝑉𝐶0 .

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Limiti di pericolosità della tensione
• Dato che la tensione di contatto 𝑉𝐶 dipende da vari fattori ed è difficilmente prevedibile
mentre la tensione di contatto a vuoto 𝑉𝐶0 si conosce facilmente, per gli impianti utilizzatori
in BT funzionanti in corrente alternata a frequenza industriale si è stabilito di fissare i limiti
di pericolosità non della tensione di contatto 𝑉𝐶 ma della tensione di contatto a vuoto 𝑉𝐶0 .
• Le curve di sicurezza si riferiscono a contatti che avvengono in luoghi ordinari (interni e
asciutti) e in luoghi particolari (esterni, umidi, bagnati o ad uso medico).
• Si può osservare che in condizioni ordinarie le tensioni 𝑉𝐶0 < 50 V si possono sopportare per
un tempo indeterminato, la tensione 𝑉𝐶0 = 50 V si può sopportare per un tempo massimo
di 5 s mentre la tensione 𝑉𝐶0 = 220 V si può sopportare per un tempo massimo di 0.2 s.
La tensione di 50 V si chiama tensione di contatto limite convenzionale e si indica con
𝑉𝐿 .
• In condizioni particolari le tensioni 𝑉𝐶0 < 25 V si possono sopportare per un tempo
indeterminato, la tensione 𝑉𝐶0 = 25 V si può sopportare per un tempo massimo di 5 s
mentre la tensione 𝑉𝐶0 = 110 V si può sopportare per un tempo massimo di 0.2 s. In
questi luoghi la tensione di contatto limite convenzionale è 𝑉𝐿 = 25 V.
• Nel caso di corrente continua, i valori della tensione di contatto limite convenzionale sono
rispettivamente pari a 𝑉𝐿 = 120 V per le condizioni ordinarie e 𝑉𝐿 = 60 V per quelle
particolari.
• È sulla base di queste considerazioni che le Norme pongono un limite al livello di tensione
sopportabile senza che intervenga qualche altra forma di protezione (CEI 64-8).
• Tale valore è il risultato di un compromesso tra la limitazione della probabilità di danno alle
persone e i limiti tecnologici delle apparecchiature elettriche d’interruzione.
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Sicurezza elettrica

• Cosa vogliamo proteggere? • Da cosa vogliamo proteggere?


o Le persone o Elettrocuzione
o Gli apparecchi
o Guasto
o L’impianto elettrico
o Un incendio
o Gli edifici

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Definizione di pericolo e sicurezza

• Può essere definito sicuro ciò che è esente da pericoli.

• In ambito elettrico, siano


o 𝑁 il numero di apparecchi dello stesso tipo e caratteristiche, funzionanti nelle medesime condizioni (tensione,
temperatura, etc);
o 𝑡 il tempo di esposizione al rischio (tempo di funzionamento dell’apparecchio)
o 𝑔(𝑡) il numero di apparecchi che dopo un tempo 𝑡 presentano un guasto;
o sia 𝑛(𝑡) il numero di apparecchi che dopo un tempo 𝑡 non presentano un guasto, per cui si intuisce che 𝑁 = 𝑔(𝑡) +
𝑛(𝑡) ;
• definiamo pericolo elettrico al tempo 𝑡
𝑔(𝑡)
𝑃 𝑡 =
𝑁
• definiamo sicurezza elettrica al tempo 𝑡
𝑛(𝑡)
𝑆 𝑡 = =1−𝑃 𝑡
𝑁

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Definizione di pericolo e sicurezza

𝑔(𝑡) 𝑛(𝑡)
• Il pericolo elettrico 𝑃 𝑡 = 𝑁 e la sicurezza elettrica 𝑆 𝑡 = 𝑁 = 1 − 𝑃 𝑡 sono intesi come la probabilità che si verifichi e
non si verifichi un guasto di quell’apparecchio dopo un tempo 𝑡, quindi variano da 0 a 1.

• La sicurezza dipende dal tempo di esposizione al rischio:


o All’aumentare di 𝑡, la sicurezza diminuisce.
o Definiamo tasso di guasto il numero di guasti nell’unità di tempo. Se questa funzione è costante nel tempo (nessun
guasto casuale), allora la sicurezza elettrica si può esprimere con un andamento esponenziale:
𝑆 𝑡 = 𝑒 −λ𝑡
o dove λ è il tasso di guasto.

𝜆 crescente

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Definizione di rischio elettrico

• Per una valutazione più generale della pericolosità di un guasto si deve tenere conto anche del danno.
Non sempre come conseguenza di un evento sfavorevole si ha un danno.

• Siano
o 𝑘 la probabilità che si verifichi un danno in conseguenza di un guasto;
o 𝑑 l’entità del danno;
o 𝑃 il pericolo, pari a 1 − 𝑆
• definiamo rischio elettrico
𝑅 = 𝑃𝑘𝑑 = 1 − 𝑆 𝑘𝑑
• dove il prodotto 𝑘𝑑 viene chiamato danno probabile.

• Il rischio ha la stessa unità di misura del danno.

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Definizione di rischio elettrico

𝑅 = 𝑃𝑘𝑑 = 1 − 𝑆 𝑘𝑑

• Fissato un valore di rischio accettabile 𝑅, la sicurezza deve essere tanto maggiore, quindi il pericolo minore,
quanto più alto è il danno probabile.
• A parità di danno probabile, il rischio diminuisce all’aumentare della sicurezza e viceversa.
• A parità di sicurezza, il rischio aumenta col danno probabile e viceversa.
• Non è possibile azzerare il rischio, si dovrebbe avere 𝑆 = 1 o 𝑘𝑑 = 0. costo per
diminuire
il rischio

𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖
• In fase di progettazione e realizzazione, si deve trovare
un compromesso tra economia e sicurezza: costo per
riparare
o maggiore sicurezza comporta maggiori costi per il guasto

diminuire il rischio in fase di progettazione e


realizzazione.
o attenzione: vale sempre la regola «chi più spende
meno spende» 𝑆
1
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Sistemi serie e sistemi parallelo

• Quando l’eventualità del guasto di un sistema dipende dalla sicurezza di più elementi insieme, bisogna considerare sistemi
serie e parallelo:
o Nei sistemi serie, basta che si verifichi il guasto in un componente perché si determini il pericolo ➔ la sicurezza è
inferiore;
o Nei sistemi parallelo, devono cedere tutti i componenti perché avvenga l’evento sfavorevole ➔ la sicurezza è
superiore.

• Non c’è corrispondenza tra sistemi serie e parallelo e collegamenti in serie e in parallelo.
o Esempio: il pericolo è che tra due punti A e B si chiuda il circuito; possiedo due interruttori.

collegamento in serie collegamento in parallelo


I1
A B A B
I1 I2 I2
sistema parallelo sistema serie
perché si realizzi il pericolo entrambi perché si realizzi il pericolo basta
i componenti devono guastarsi che uno dei componenti si guasti
➔ maggiore sicurezza ➔ minore sicurezza
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Attività normativa

• Gli impianti elettrici sono soggetti a numerose norme tecniche emanate da enti normativi, nazionali e
internazionali.

• In funzione dello scopo, si distinguono tre documenti tecnici:


o di normalizzazione: costituiscono l’insieme dei criteri generali (norme) in base ai quali devono essere
progettati, costruiti e collaudati gli impianti, per garantirne l’efficienza e la sicurezza di funzionamento.
L’attività di compilazione delle norme tecniche è detta normazione.
o di unificazione: hanno come obiettivo stabilire le caratteristiche dei materiali, delle macchine e degli
apparecchi elettrici per individuare una ristretta gamma di tipi costruttivi e di dimensioni, in modo da
uniformare la produzione, diminuire i costi, favorire l’approvvigionamento del materiale, permettere una
più ampia commercializzazione dei prodotti.
o di armonizzazione: intendono uniformare e unificare le norme nazionali dei diversi stati, per rendere le
stesse norme valide in territori più vasti.

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CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano

• In Italia, l’ente preposto all’emanazione delle norme tecniche nel settore elettrico ed
elettronico è il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
o Costituito nel 1909 dall’AEI (Associazione Elettrotecnica Italiana), fondata nel 1896 da G.
Ferraris e dal 2013 AEIT (Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica,
Automazione, Informatica e Telecomunicazioni.
o Rifondato nel 1946 su iniziativa dell’AEI, il CNR, e l’ANIE (Associazione Nazionale delle
Industrie Elettrotecniche ed elettroniche).
o E’ un ente giuridico (DPR 822/1967). La sua finalità istituzionale è la promozione e la
diffusione della cultura tecnica e della sicurezza elettrica.
o L.186/1968: gli impianti elettrici realizzati secondo le norme CEI si considerano costruiti
a regola d’arte.
o Ha sede principale a Milano.

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CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano
• Il CEI opera quindi anche nel settore dell’unificazione:
o Ha assorbito l’UNEL (Unificazione Elettrotecnica); le norme CEI-UNEL sono destinate
all’unificazione nelle costruzioni elettriche e elettroniche.

• Il CEI pubblica anche delle guide all’applicazione delle norme, utili per la progettazione, realizzazione
e verifica di impianti elettrici particolari.

• Norma vs. Legge


o Una legge indica obblighi a cui si deve ottemperare.
o Una norma fornisce consigli per la buona progettazione.
✓ Se si progetta secondo norma, l’impianto elettrico è sicuro.
✓ Se non si progetta secondo norma, negli eventuali controlli bisogna dimostrare che
l’impianto elettrico sia sicuro.

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CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano
• Le norme CEI sono classificate in base al Comitato Tecnico compilatore (CT) e contrassegnate
dal numero distintivo, dall’anno di edizione.

CEI 14 - 4/1 (2012-06)


Comitato Tecnico Numero distintivo della norma Parte della norma Anno e mese della pubblicazione

Comitati Tecnici del CEI (esempi)


Codice Denominazione Codice Denominazione
CT 1/25 Terminologia, grandezze e unità CT 59/61 Apparecchi elettrici per uso domestico
CT 8/28 Fornitura dell’energia elettrica CT 62 Apparecchiature elettriche per uso medico
CT 11/7 Linee elettriche aeree CT 64 Impianti elettrici di bassa tensione
CT 13 Misura dell’energia elettrica CT 79 Sistemi di rilevamento e segnalazione incendi
CT 14 Trasformatori CT 81 Protezione contro i fulmini
CT 18 Impianti elettrici di navi CT 99 Impianti elettrici a media e alta tensione
CT 23 Apparecchiatura a bassa tensione CT 313 Reti intelligenti (smart grids)
CT 34 Lampade e relative apparecchiature CT 315 Efficienza energetica

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CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano

• L’UNI (ente italiano di UNIficazione) è un’associazione privata che svolge attività di normazione
tecnica in tutti i settori industriali, commerciali, e del terziario, ad esclusione di quelle di
competenza del CEI.
o Sedi principali a Milano e Roma.
o Si occupa di normazione, unificazione, e armonizzazione.
o Alcuni CT si occupano di normative di interesse per il settore elettrico.

Comitati Tecnici dell’UNI (esempi)


Codice Denominazione Codice Denominazione
CT 002 Acustica e vibrazioni CT 019 Impianti di ascensori
CT 003 Agroalimentare CT 023 Luce e illuminazione
CT 007 Calzature CT 034 Protezione attiva contro gli incendi
CT 015 Ergonomia
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Organismi normativi internazionali
❑ Il CEI collabora con gli enti ❑ L’UNI collabora e
normativi internazionali nel rappresenta l’Italia negli enti
settore elettrotecnico ed normativi internazionali:
elettronico:

✓ a livello europeo, con il ✓ a livello europeo, nel CEN


CENELEC (Comité (Comité Européen de
Européen de Normalisation Normalisation - Bruxelles)
Electrotechnique - Bruxelles) • Norme UNI EN
⇒ Norme CEI EN

✓ a livello mondiale con l’IEC ✓ a livello mondiale con l’ISO


(International Electrotechnical (Intl. Organization for
Commission - Ginevra) Standardization - Ginevra)
⇒ Norme IEC ⇒ Norme UNI ISO

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Certificazione e controllo

• La verifica di conformità alle norme di quanto prodotto, installato e utilizzato può riguardare i
singoli componenti elettrici oppure tutto l’impianto.
o Certificazione di conformità del materiale elettrico tramite marchi apposti
sulle apparecchiature:

➢ Marchio CEI: lo appone il costruttore, che autocertifica la conformità (il


CEI può effettuare in qualsiasi momento le verifiche).
➢ Marchio IMQ (Istituto italiano del Marchio di Qualità): i prodotti dove è
apposto sono soggetti a maggiori controlli preventivi, all’approvazione del
prodotto e al controllo della produzione da parte dell’IMQ.
➢ Esistono altri marchi e enti che attestano la conformità, in funzione dei
prodotti o delle normative internazionali (CESI, IENFG, EX).
➢ Marchio CE della Comunità Europea per i componenti in bassa tensione,
obbligatorio in Italia dal 1997.

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Certificazione e controllo

• L’uso di materiali conformi e certificati non garantisce che l’impianto sia rispondente alla normativa.

o Gli organi di controllo per il riconoscimento di conformità di un impianto elettrico sono diversi.

➢ Non tutti gli impianti elettrici necessitano un certificato di collaudo.


➢ Il D.M. n.37/2008 introduce responsabilità per il committente dell’impianto, il tecnico incaricato
del progetto e l’installatore.
➢ I controlli degli impianti elettrici nei luoghi di lavoro vengono effettuati dall’ASL (Azienda
Sanitaria Locale).
➢ Esistono altri organi di controllo in funzione della tipologia e dello scopo dell’impianto elettrico,
per esempio la commissione provinciale di vigilanza per gli impianti elettrici nei locali di
pubblico spettacolo.

10/01/2022 Elettrotecnica e Impianti Elettrici


Leggi principali nel settore elettrico
• Le leggi del settore elettrico riguardano principalmente la sicurezza nelle installazioni elettriche. Molte
leggi italiane recepiscono direttive dell’Unione Europea, con lo scopo di armonizzare le singole
legislazioni nazionali, e salvaguardare la salute dei cittadini nei luoghi dove risiedono e dove lavorano.
o Costituzione Italiana, Art. 32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse
della collettività.
o Legge n.833/1978 – Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale: la sicurezza sul posto di lavoro è
messa sullo stesso piano della sicurezza negli ambienti in cui si vive.

o Legge n.186/1968. Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e


impianti elettrici e elettronici.
1. Tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici
devono essere realizzati e costruiti a regola d’arte.
2. I materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici
realizzati secondo le norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) si considerano costruiti a
regola d’arte.
La legge non esclude che impianti eseguiti non a norme CEI possano considerarsi a regola d’arte.
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Leggi principali nel settore elettrico
o Legge n.791/1977. Attuazione della direttiva del Consiglio delle Comunità Europee n.73/23/CEE relativa alle garanzie di
sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato a essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione.
➢ È detta «direttiva bassa tensione», si riferisce a intervalli 50-1000 V in c.a. e 75-1500 V in c.c..
➢ Indica che il materiale elettrico deve essere realizzato a regola d’arte, soddisfi le norme armonizzate
europee e porti la marcatura CE.

o Legge n.46/1990. Norme per la sicurezza degli impianti. D.P.R. n.447/1991. Regolamento di attuazione della legge
n.46/1990. – Sostituite dal D.M. n.37/2008.
Introduce una serie di obblighi nell’ambito di diverse tipologie di impianti, tra cui:
➢ il progetto dell’impianto da parte di un tecnico competente in materia, iscritto al relativo albo
professionale;
➢ l’effettuazione dei lavori di installazione, trasformazione, ampliamento e manutenzione da parte di imprese
iscritte nel registro delle ditte o all’albo provinciale delle imprese artigiane, in possesso di determinati
requisiti tecnico-professionali;
➢ l’esecuzione degli impianti a regola d’arte, richiamando le normative CEI per gli impianti elettrici;
➢ il rilascio al committente della dichiarazione di conformità al termine dei lavori, in cui si dichiara che i
lavori sono stati eseguiti nel rispetto della legge;
➢ le verifiche e i collaudi a fine lavoro.
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Leggi principali nel settore elettrico
o Legge n.36/2001. Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.

o D.M. n.37/2008. Regolamento concernente […] riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli
edifici.
Art. 1. Ambito di applicazione
1. Il presente decreto si applica agli impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla destinazione d'uso,
collocati all'interno degli stessi o delle relative pertinenze. Se l'impianto è connesso a reti di distribuzione si applica a partire
dal punto di consegna della fornitura.
2. Gli impianti di cui al comma 1 sono classificati come segue:
a) impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell'energia elettrica, impianti di
protezione contro le scariche atmosferiche, nonché gli impianti per l'automazione di porte, cancelli e barriere;
b) impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere;
c) impianti di riscaldamento, di climatizzazione, di condizionamento e di refrigerazione di qualsiasi natura o specie,
comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, e di ventilazione ed aerazione dei
locali;
d) impianti idrici e sanitari di qualsiasi natura o specie;
e) impianti per la distribuzione e l'utilizzazione di gas di qualsiasi tipo, comprese le opere di evacuazione dei prodotti
della combustione e ventilazione ed aerazione dei locali;
f) impianti di sollevamento di persone o di cose per mezzo di ascensori, di montacarichi, di scale mobili e simili;
g) impianti di protezione antincendio.
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Leggi principali nel settore elettrico
o … D.M. n.37/2008. Regolamento concernente […] riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
Art. 2. Definizioni - Art. 3. Imprese abilitate - Art. 4. Requisiti tecnico-professionali
Art. 5. Progettazione degli impianti
1. Per l'installazione, la trasformazione e l'ampliamento degli impianti di cui all'articolo 1, comma 2, lettere a), b), c), d), e), g), è
redatto un progetto. Fatta salva l'osservanza delle normative più rigorose in materia di progettazione, nei casi indicati al comma
2, il progetto è redatto da un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta
mentre, negli altri casi, il progetto, come specificato all'articolo 7, comma 2, è redatto, in alternativa, dal responsabile tecnico
dell'impresa installatrice.
2. Il progetto per l'installazione, trasformazione e ampliamento, è redatto da un professionista iscritto agli albi professionali
secondo le specifiche competenze tecniche richieste, nei seguenti casi:
a) impianti di cui all'articolo 1, comma 2, lettera a), per tutte le utenze condominiali e per utenze domestiche di singole
unità abitative aventi potenza impegnata superiore a 6 kw o per utenze domestiche di singole unità abitative di superficie
superiore a 400 mq; […]
c) impianti di cui all'articolo 1, comma 2, lettera a), relativi agli immobili adibiti ad attività produttive, al commercio, al
terziario e ad altri usi, quando le utenze sono alimentate a tensione superiore a 1000 V, inclusa la parte in bassa tensione, o
quando le utenze sono alimentate in bassa tensione aventi potenza impegnata superiore a 6 kw o qualora la superficie
superi i 200 mq;
d) impianti elettrici relativi ad unità immobiliari provviste, anche solo parzialmente, di ambienti soggetti a normativa
specifica del CEI, in caso di locali adibiti ad uso medico o per i quali sussista pericolo di esplosione o a maggior rischio di
incendio, nonché per gli impianti di protezione da scariche atmosferiche in edifici di volume superiore a 200 mc; […]

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Leggi principali nel settore elettrico

o … D.M. n.37/2008. Regolamento concernente […] riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
…Art. 5. Progettazione degli impianti
3. I progetti degli impianti sono elaborati secondo la regola dell'arte. I progetti elaborati in conformità alla vigente normativa e
alle indicazioni delle guide e alle norme dell'UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri
dell'Unione europea o che sono parti contraenti dell'accordo sullo spazio economico europeo, si considerano redatti secondo la
regola dell'arte.
4. I progetti contengono almeno gli schemi dell'impianto e i disegni planimetrici nonché una relazione tecnica sulla consistenza e
sulla tipologia dell'installazione, della trasformazione o dell'ampliamento dell'impianto stesso, con particolare riguardo alla
tipologia e alle caratteristiche dei materiali e componenti da utilizzare e alle misure di prevenzione e di sicurezza da adottare. Nei
luoghi a maggior rischio di incendio e in quelli con pericoli di esplosione, particolare attenzione è posta nella scelta dei materiali e
componenti da utilizzare nel rispetto della specifica normativa tecnica vigente. […]
6. Il progetto, di cui al comma 2, è depositato presso lo sportello unico per l'edilizia del comune in cui deve essere realizzato
l'impianto nei termini previsti all'articolo 11.
Art. 6. Realizzazione ed installazione degli impianti
[…]
3. Gli impianti elettrici nelle unità immobiliari ad uso abitativo realizzati prima del 13 marzo 1990 si considerano adeguati se
dotati di sezionamento e protezione contro le sovracorrenti posti all'origine dell'impianto, di protezione contro i contatti diretti,
di protezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non
superiore a 30 mA.

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Leggi principali nel settore elettrico
o … D.M. n.37/2008. Regolamento concernente […] riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
Art. 7. Dichiarazione di conformità
1. Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalla normativa vigente, comprese quelle di funzionalità
dell'impianto, l'impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle
norme di cui all'articolo 6. Di tale dichiarazione, resa sulla base del modello di cui all'allegato I, fanno parte integrante la relazione
contenente la tipologia dei materiali impiegati, nonché il progetto di cui all'articolo 5.
2. Nei casi in cui il progetto è redatto dal responsabile tecnico dell'impresa installatrice l'elaborato tecnico è costituito almeno dallo
schema dell'impianto da realizzare, inteso come descrizione funzionale ed effettiva dell'opera da eseguire eventualmente integrato con
la necessaria documentazione tecnica attestante le varianti introdotte in corso d'opera.
3. In caso di rifacimento parziale di impianti, il progetto, la dichiarazione di conformità, e l'attestazione di collaudo ove previsto, si
riferiscono alla sola parte degli impianti oggetto dell'opera di rifacimento, ma tengono conto della sicurezza e funzionalità dell'intero
impianto. Nella dichiarazione di cui al comma 1 e nel progetto di cui all'articolo 5, è espressamente indicata la compatibilità tecnica
con le condizioni preesistenti dell'impianto.
[…]
6. Nel caso in cui la dichiarazione di conformità prevista dal presente articolo, salvo quanto previsto all'articolo 15, non sia stata
prodotta o non sia più reperibile, tale atto è sostituito - per gli impianti eseguiti prima dell'entrata in vigore del presente decreto - da
una dichiarazione di rispondenza, resa da un professionista iscritto all'albo professionale per le specifiche competenze tecniche
richieste, che ha esercitato la professione, per almeno cinque anni, nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione, sotto
personale responsabilità, in esito a sopralluogo ed accertamenti, ovvero, per gli impianti non ricadenti nel campo di applicazione
dell'articolo 5, comma 2, da un soggetto che ricopre, da almeno 5 anni, il ruolo di responsabile tecnico di un'impresa abilitata di cui
all'articolo 3, operante nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione

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Leggi principali nel settore elettrico

o … D.M. n.37/2008. Regolamento concernente […] riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
Art. 8. Obblighi del committente o del proprietario
1. Il committente è tenuto ad affidare i lavori di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione straordinaria degli
impianti indicati all'articolo 1, comma 2, ad imprese abilitate ai sensi dell'articolo 3.
2. Il proprietario dell'impianto adotta le misure necessarie per conservarne le caratteristiche di sicurezza previste dalla normativa vigente
in materia, tenendo conto delle istruzioni per l'uso e la manutenzione predisposte dall'impresa installatrice dell'impianto e dai fabbricanti
delle apparecchiature installate. Resta ferma la responsabilità delle aziende fornitrici o distributrici, per le parti dell'impianto e delle
relative componenti tecniche da loro installate o gestite.
3. Il committente entro 30 giorni dall'allacciamento di una nuova fornitura di gas, energia elettrica, acqua, negli edifici di qualsiasi
destinazione d'uso, consegna al distributore o al venditore copia della dichiarazione di conformità dell'impianto, resa secondo l'allegato
I, esclusi i relativi allegati obbligatori, o copia della dichiarazione di rispondenza prevista dall'articolo 7, comma 6. La medesima
documentazione è consegnata nel caso di richiesta di aumento di potenza impegnata a seguito di interventi sull'impianto, o di un
aumento di potenza che senza interventi sull'impianto determina il raggiungimento dei livelli di potenza impegnata di cui all'articolo 5,
comma 2 o comunque, per gli impianti elettrici, la potenza di 6 kw.
4. Le prescrizioni di cui al comma 3 si applicano in tutti i casi di richiesta di nuova fornitura e di variazione della portata termica di gas.
[…]

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o … D.M. n.37/2008. Regolamento concernente […] riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
Art. 9. Certificato di agibilità
1. Il certificato di agibilità è rilasciato dalle autorità competenti previa acquisizione della dichiarazione di conformità di cui all'articolo 7,
nonché del certificato di collaudo degli impianti installati, ove previsto dalle norme vigenti.
Art. 10. Manutenzione degli impianti
1. La manutenzione ordinaria degli impianti di cui all'articolo 1 non comporta la redazione del progetto né il rilascio dell'attestazione di
collaudo, né l'osservanza dell'obbligo di cui all'articolo 8, comma 1, fatto salvo il disposto del successivo comma 3.
2. Sono esclusi dagli obblighi della redazione del progetto e dell'attestazione di collaudo le installazioni per apparecchi per usi domestici
e la fornitura provvisoria di energia elettrica per gli impianti di cantiere e similari, fermo restando l'obbligo del rilascio della
dichiarazione di conformità.
[…]
Art. 15. Sanzioni
1. Alle violazioni degli obblighi derivanti dall'articolo 7 del presente decreto si applicano le sanzioni amministrative da euro 100,00 ad
euro 1.000,00 con riferimento all'entità e complessità dell'impianto, al grado di pericolosità ed alle altre circostanze obiettive e
soggettive della violazione.
2. Alle violazioni degli altri obblighi derivanti dal presente decreto si applicano le sanzioni amministrative da euro 1.000,00 ad euro
10.000,00 con riferimento all'entità e complessità dell'impianto, al grado di pericolosità ed alle altre circostanze obiettive e soggettive
della violazione.
[…]

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Leggi principali nel settore elettrico

o D.Lgs. n.81/2008. Attuazione dell’art.1 della Legge n.123/2007, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
➢ Anche noto come «Testo unico sulla Sicurezza». Integrato dal successivo D.Lgs. N.106/2009.
➢ Il campo di applicazione è molto ampio, comprende tutti i settori di attività lavorativa, tutte le tipologie di rischio, tutte le categorie di
lavoratori (include anche la sicurezza degli studenti di ogni grado).
➢ Riguarda anche gli impianti elettrici. E anche il settore dell’illuminazione, sia per salvaguardare la salute del lavoratore durante le
attività, sia per l’illuminazione di sicurezza e delle vie d’uscita di emergenza.
➢ I principali soggetti protagonisti del D.Lgs sono:
• il lavoratore;
• il datore di lavoro;
• il servizio di prevenzione e protezione dai rischi (si può ricorrere a personale esterno);
• il responsabile del servizio di protezione e prevenzione (può essere anche esterno all’azienda);
• il medico competente (può essere esterno all’azienda);
• il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
➢ Le misure che devono essere intraprese sono:
• valutazione dei rischi; eliminazione dei rischi; programmazione della prevenzione
• la documentazione di tali interventi deve essere conservata dal datore di lavoro.

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Obbligatorietà del progetto
• L’entrata in vigore del D.M. 37/2008 ha sancito l’obbligatorietà del progetto per:
o l’installazione, la trasformazione, e l’ampliamento di tutti gli impianti tecnici ricadenti nel decreto
(art. 1 comma 2) posti all’interno degli edifici o nelle prossimità di essi se al loro servizio (progetto
non obbligatorio per la manutenzione ordinaria e straordinaria).

• Il progetto può essere redatto da:


o un professionista iscritto all’albo;
o il responsabile tecnico dell’azienda installatrice (entro certi limiti dimensionali).

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Obbligatorietà del progetto
• Art. 5 comma 2: per gli impianti elettrici, il progetto deve essere redatto da un professionista nei casi di:
o Impianti di tutte le utenze condominiali e domestiche di singole unità abitative aventi potenza impegnata
superiore a 6kW;
o Impianti di utenze domestiche di singole unità abitative di superficie superiore a 400m2, a prescindere dalla
potenza impegnata;
o Impianti relativi ad immobili adibiti ad attività produttive, commerciali, del settore terziario, quando le
utenze sono alimentate a tensione superiore a 1000V (in questo caso il progetto deve comprendere sia la
parte MT sia la parte BT), e quando, pur essendo alimentate in BT, hanno potenza impegnata superiore a
6kW o superficie superiore a 200m2.
o Impianti dei locali adibiti a uso medico, dei luoghi a maggior rischio in caso di incendio, dei luoghi con
pericolo di esplosione, e di tutte le unità immobiliari provviste, anche solo parzialmente, di ambienti non
ordinari soggetti a normativa CEI specifica, a prescindere dalla potenza installata e dalla superficie;
o Impianti di protezione contro le scariche atmosferiche in edifici di volume superiore a 200m2;
o Impianti radiotelevisivi, antenne, e impianti elettronici quando coesistono con impianti elettrici per cui è
previsto il progetto.
• Negli altri casi, il progetto può essere redatto dal responsabile tecnico della ditta installatrice.
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Modalità di redazione del progetto
• Art. 5 comma 3:
o I progetti degli impianti sono elaborati secondo la regola dell'arte. I progetti elaborati in
conformità alla vigente normativa e alle indicazioni delle guide e alle norme dell'UNI, del CEI o
di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell'Unione europea o che sono
parti contraenti dell'accordo sullo spazio economico europeo, si considerano redatti secondo la
regola dell'arte.

• Art. 5 comma 4:
o I progetti degli impianti devono includere i seguenti documenti (consistenza minima):
➢ Schemi dell’impianto;
➢ Disegni planimetrici;
➢ Relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’installazione, trasformazione, o
ampliamento dell’impianto stesso, con particolare riguardo alla tipologia e alle caratteristiche
dei materiali e dei componenti da utilizzare e alle misure di sicurezza da adottare.
o Il progetto redatto dal responsabile tecnico della ditta installatrice deve includere almeno lo
schema elettrico, inteso come descrizione funzionale dell’impianto.
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Documentazione di progetto – CEI 0-2
• CEI 0-2: Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici.
o Il progetto rappresenta il mezzo fondamentale per rispondere alle attese del committente nel
rispetto delle disposizioni di legge al fine di conseguire la sicurezza e la qualità (quindi il
funzionamento) dell’impianto.
o Sarebbe opportuno che la funzione di progettista non si esaurisse nel progetto ma continuasse nella
fase di installazione fino al completamento dei lavori, anche in presenza del direttore dei lavori (p.e.
per l’approvazione di eventuali modifiche in corso d’opera).
o Il progetto dell’impianto elettrico di un’opera multidisciplinare deve essere redatto contestualmente
al progetto dell’opera nel suo insieme (p.e. bioedilizia).
o La documentazione di progetto è l’insieme dei documenti che costituiscono il progetto. Essa
dipende da due fattori:
1. Livello di progetto
2. Destinazione d’uso delle opere

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Livelli di progetto
• La guida CEI 0-2 definisce tre stadi progettuali, per ciascuno dei quali occorre redigere la relativa
documentazione.
o Progetto preliminare: è il primo stadio della progettazione. Definisce le caratteristiche qualitative
e funzionali del progetto, le esigenze da soddisfare e le specifiche prestazioni da fornire. Può
individuare le caratteristiche principali dei livelli successivi di progettazione. La documentazione
relativa può essere utile per gli studi di fattibilità e per una prima stima dei costi.
o Progetto definitivo: redatto sulla base delle indicazioni del preliminare, deve contenere tutti gli
elementi necessari per il rilascio della concessione edilizia o del permesso di costruire.
o Progetto esecutivo: è il livello più alto di progettazione. Costituisce l’ingegnerizzazione di tutte le
lavorazioni e, pertanto, definisce completamente ed in ogni particolare impiantistico l’evento da
realizzare. È prevista la documentazione di progetto più ampia e approfondita, esclusi i
documenti relativi alla realizzazione del cantiere e delle opere provvisorie (ponteggi).
o La progettazione sui tre livelli è obbligatoria solo per i lavori pubblici (D.Lgs. 50/2016). Negli altri casi
può essere semplificata (anche al solo progetto esecutivo).

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Destinazione d’uso delle opere

• La classificazione delle opere in base alla destinazione d’uso introdotta dalle leggi sui lavori pubblici
viene adottata dalla guida CEI 0-2 per definire la documentazione di progetto.
o Edifici civili (ai sensi del DPR 447/91 art. 1 comma 1): unità immobiliari o parti di esse
destinate a uso abitativo, a studio professionale, o a sede di persone giuridiche private,
associazioni, circoli o conventi e simili.
o Altre opere (ai sensi del DPR 447/91 art. 1 comma 2): edifici adibiti a sede di società, ad attività
industriale, commerciale o agricola, o comunque di produzione e intermediazione di beni e/o
servizi, a luoghi di culto, nonché agli immobili destinati a scuole, uffici, luoghi di cura, dello Stato
o di enti pubblici territoriali.
o Opere pubbliche (ai sensi del D.Lgs. 50/2016 art. 216 comma 4 e DPR. 207/2010): opere
pubbliche diverse dai fabbricati, quindi autostrade, strade, ferrovie, piste aeroportuali, ponti,
gallerie, monumenti storici, idrovie, condotte, linee di comunicazione ed elettriche.

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Documentazione di progetto – CEI 0-2

NO
non necessario

F
facoltativo

SI
documento previsto

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Documentazione di progetto – CEI 0-2

NO
non necessario

F
facoltativo

SI
documento previsto

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Documentazione di progetto preliminare

o Relazione illustrativa: descrizione del progetto, criteri di scelta delle soluzioni previste, indicazioni
per la redazione del progetto definitivo, cronoprogramma attuativo.
o Relazione tecnica: dati di progetto e criteri di scelta delle soluzioni tecniche impiantistiche.
o Planimetria generale: elementi fondamentali del sistema elettrico, per la coordinazione con il
progetto d’opera nel suo insieme (posizionamento di eventuali cabine elettriche, locali tecnici a uso
elettrico, percorsi delle condutture elettriche), insieme allo schema elettrico generale con le
principali relazioni e connessioni tra i componenti dell’impianto elettrico (schema a blocchi).
o Piano di sicurezza: prime indicazioni e disposizioni per la stesura del piano di sicurezza.
o Calcolo sommario delle spese: stima dei costi per blocchi dell’impianto.

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Documentazione di progetto definitivo
o Relazione descrittiva: descrizione della rispondenza del progetto alle finalità attese, motivazioni di
eventuali variazioni rispetto al preliminare, per le opere pubbliche indicazioni sul tempo necessario per
la redazione del progetto esecutivo.
o Relazione tecnica: soluzioni tecniche che saranno adottate nel progetto esecutivo, funzione di
raccordo tra i vari documenti, include tutti i riferimenti dell’opera, dati di progetto, criteri di scelta delle
protezioni e del dimensionamento, caratteristiche dei sistemi di sicurezza.
o Elaborati grafici: schemi elettrici, planimetrie ed eventuali sezioni in scala dell’intervento da realizzare.
o Calcoli preliminari: primo dimensionamento degli impianti elettrici, criteri di calcolo, insieme a una
relazione illustrativa con il risultato dei calcoli.
o Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici: caratteristiche dei materiali e
componenti previsti nel progetto, incluse le loro prestazioni.
o Computo metrico: quantità dei materiali necessari per l’installazione dell’impianto, delle attività
previste, insieme ai prezzi per unità, si ricava il computo metrico estimativo.
o Quadro economico: costi per i lavori appaltati, somme a disposizione del committente per imprevisti,
spese tecniche, imposte.
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Documentazione di progetto esecutivo
o Relazione generale: descrizione in dettaglio dei criteri progettuali e delle soluzioni tecnologiche.
o Relazione specialistica: evoluzione della relazione tecnica del p. definitivo, informazioni complete
sull’impianto, elenco delle utenze, descrizione dei carichi, dati del sistema di distribuzione, di
illuminazione, descrizione delle misure di protezione.
o Schema dell’impianto elettrico: in sostituzione delle precedenti relazioni nel caso di impianti senza
obbligo di progetto.
o Elaborati grafici: schemi di sistema, schemi elettrici e d’installazione, disegni planimetrici, particolari
costruttivi.
o Calcoli esecutivi: calcoli sul dimensionamento di tutti i componenti dell’impianto, risultati raccolti in
una relazione illustrativa.
o Tabelle e diagrammi di coordinamento delle protezioni: dati sul coordinamento dei diversi
dispositivi di protezione (curve di intervento, selettività).
o Piano di manutenzione: obbligatorio solo per le opere pubbliche.
o Elementi per il piano di sicurezza e di coordinamento: per i lavori di cantiere.

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Documentazione di progetto esecutivo

o Computo metrico e computo metrico estimativo: integrazione dei documenti del progetto
definitivo.
o Quadro economico: aggiornamento del documento previsto per il progetto definitivo.
o Cronoprogramma: sequenza temporale delle lavorazioni.
o Quadro dell’incidenza della manodopera: incidenza percentuale della quantità di manodopera
rispetto al totale dei lavori.
o Capitolato speciale d’appalto: elementi necessari per una compiuta definizione dell’appalto, i requisiti
di accettazione dei materiali e dei componenti, le specifiche di prestazione.
o Schema di contratto: clausole per regolare il rapporto tra il committente e la ditta appaltatrice
(obbligatorio per le opere pubbliche).

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Definizioni e classificazioni: impianto

• Si richiamano alcune definizioni contenute nella norma CEI 64-8/2 - Definizioni


o Impianto elettrico: l’insieme dei componenti elettrici, aventi caratteristiche coordinate
e fra di loro elettricamente associati per soddisfare scopi specifici. Fanno parte dell’i.e.
tutti i componenti elettrici non alimentati mediante prese a spina e anche gli apparecchi
utilizzatori fissi alimentati tramite prese a spina destinate solo alla loro alimentazione.

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Circuito elettrico

o Circuito elettrico: è la parte di impianto elettrico alimentata da uno stesso punto e protetta
contro le sovracorrenti da uno stesso dispositivo di protezione. La corrente che può fluire in
un circuito durante il servizio ordinario è detta corrente d’impiego del circuito stesso.
o Esistono due tipi di circuito
elettrico:
➢ Circuito terminale,
direttamente collegato agli
apparecchi utilizzatori o alle
prese a spina;
➢ Circuito di distribuzione,
che alimenta più circuiti
terminali.

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Tensione nominale

o Tensione nominale: è la tensione per cui un impianto o una sua parte sono progettati.
Costituisce il valore di riferimento con il quale il sistema è denominato e al quale sono riferite le
sue caratteristiche.
➢ In corrente alternata, è il valore efficace della tensione;
➢ Nei sistemi trifase, è il valore efficace della tensione concatenata.
➢ Durante il normale esercizio di un impianto la tensione reale può variare rispetto a quella
nominale a causa di cadute di tensione o variabilità dei carichi. I limiti di tolleranza, in base
alla norma CEI EN 60038 (CEI 8-12:2012), sono del ±10% per la tensione al punto di
consegna.

o Sistema Elettrico: è la parte di impianto elettrico costituita dall’insieme dei componenti elettrici
aventi tutti la stessa tensione nominale.

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Classificazione dei Sistemi Elettrici

• … in funzione della loro tensione nominale 𝑉𝑛


Denominazione Valori limite della tensione nominale Denominazione
(norma CEI 64/8-2) (norma CEI 11-27)
Corrente continua Corrente alternata

Sistemi di categoria 0 𝑉𝑛 ≤ 120 V 𝑉𝑛 ≤ 50 V Bassissima tensione


(ELV – Extra Low Voltage)

Sistemi di categoria I 120 V ≤ 𝑉𝑛 ≤ 1500 V 50 V ≤ 𝑉𝑛 ≤ 1000 V Bassa tensione (BT)

Sistemi di categoria II 1500 V ≤ 𝑉𝑛 ≤ 35000 V 1000 V ≤ 𝑉𝑛 ≤ 35000 V Media tensione (MT)

Sistemi di categoria III 𝑉𝑛 > 35000 V 𝑉𝑛 > 35000 V Alta tensione (AT)

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Valori normali della tensione nominale
• La tensione nominale di un sistema elettrico deve essere scelta tra un insieme di valori
normalizzati.

Valori normali per le tensioni nominali dei sistemi in categoria 0 Le caratteristiche dell’energia
eI
elettrica consegnata al cliente in Italia
Tensioni alternate
Tensioni continue sono (norma CEI 8-6):
(V) Monofase (V) Trifase (V)
o Configurazione monofase, bifase,
6 6
12 12
o trifase;
24 24 o Frequenza 50Hz;
48 48 o Tensione nominale 230 fase-
60 60 neutro o 400 fase-fase
80 80
110 230
220 230 230/400

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Schema generale rete trifase
distribuzione secondaria
generatore linea di distribuzione
trifase trasmissione primaria
MT/BT utenti
3~
MT/AT utenti
AT/MT
cabina
primaria
MT/BT

• SCHEMA UNIFILARE: unica linea di collegamento tra i vari componenti, con un numero di tratti obliqui pari al
numero reale di conduttori.

• Generatore trifase: tensione nominale disponibile ai morsetti 20kV (MT)


• Trasformatore MT/AT: innalza la tensione nominale per trasmettere energia elettrica a bassa corrente
• Minore corrente ➔ più piccola la sezione dei conduttori ➔ minore peso dei cavi, minori costi;
• Minore corrente ➔ più basse perdite di tensione sulla linea ➔ migliore utilizzo della rete.
• Linea di trasmissione AT (AAT): tensione nominale 230-400kV (lunghissime distanze)
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Schema generale rete trifase
distribuzione secondaria
generatore linea di distribuzione
trifase trasmissione primaria
MT/BT utenti
3~
MT/AT utenti
AT/MT
cabina
primaria
MT/BT

• Stazione di trasformazione AT/MT: riporta le tensioni nominali ai valori di MT.


• Linea di distribuzione primaria: trasporta energia elettrica in MT.
• Cabina primaria o di smistamento: smista l’energia elettrica in MT.
• Cabine secondarie o di trasformazione MT-BT: possono essere pubbliche o private.
• Linea di distribuzione secondaria: distribuisce energia elettrica in BT.
• Utenti: la fornitura di energia elettrica agli utenti è in
• MT (20 kV), se gli utenti richiedono elevata potenza (le cabine MT/BT sono private)
• BT (230/400 V), a valle di cabine pubbliche MT/BT, per piccoli impianti e utenze domestiche
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Schema generale rete trifase
• Le reti di trasmissione (AT) e distribuzione primaria (MT) sono in genere trifase per i vantaggi già
discussi (risparmio materiale conduttore a parità di potenza trasmessa).
• La rete di distribuzione secondaria (BT) può essere sia trifase sia monofase.
R
20 kV / 400 V
400 V
S
A R
B S
T
C Δ ⅄ T
N
N
230 V
MT/BT

avvolgimento secondario a stella


➔ 3 fasi più neutro dal centro stella Utente Utente Utente Utente
Monofase Monofase Trifase ⅄ Trifase Δ
230 V 230 V 400V 400V

• Minori perdite di potenza sulla linea (e quindi cadute di tensione sulla linea), maggiore sarà il numero di
utenti che possono essere alimentati dalla stessa rete a parità di potenza erogata dai generatori.
• L’utente trifase è un carico trifase e si cercherà di renderlo equilibrato il più possibile.
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… a proposito di cadute di linea
• Sappiamo già che:
o Le cadute di tensione sulla linea dipendono dalle impedenze di linea e dalla corrente che vi passa;
o Per ridurle, l’energia elettrica viene trasmessa in AT e bassa corrente, attraverso trasformatori (cabine di
trasformazione) elevatori e riduttori;
o Il rifasamento di un carico diminuisce la corrente di linea a monte dei condensatori di rifasamento, e quindi
le cadute di tensione sulla linea.

• Inoltre:
o Le cadute di tensione sulla linea costituiscono un problema se all’utenza o al singolo dispositivo elettrico
arriva un tensione inferiore a quella nominale (tolleranza 10%);
o Quali accorgimenti per ridurre questo problema?
➢ Sulle linee di trasmissione e distribuzione, possono esistere cabine di trasformazione che innalzano la
tensione al valore nominale richiesto per la linea e invece diminuito a causa delle cadute di tensione a
monte;
➢ Negli impianti elettrici, è necessario valutare le c.d.t dalla fornitura al singolo apparecchio in funzione
della distanza per stare nei limiti di tolleranza (4% dalla fornitura all’apparecchio).
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… a proposito di cadute di linea
• Come valutare le cadute di tensione sulle linee di un sistema trifase?
o Studiando i sistemi trifase, per semplicità, abbiamo considerato linee ideali di impedenza nulla.
Così facendo la tensione di linea (e anche la corrente di linea) mantiene il suo valore efficace
(nominale) dalla sezione del generatore al carico.
o In un sistema trifase a impedenza di linea diversa da zero, la tensione di linea cambia lungo la
linea!
o L’univocità della definizione delle grandezze di linea, quindi, vale per linee ideali, altrimenti è
giusto considerare, come per le grandezze di fase, la sezione dei generatori e la sezione dei carichi.

𝑉12 ≠ 𝑉1′2′
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Parti costituenti un impianto elettrico
• In base alla funzione da assolvere, in un impianto elettrico si possono distinguere:
o Punto di fornitura: il luogo da cui preleviamo l’energia elettrica necessaria per
l’alimentazione;
o Apparecchi di manovra e protezione: i dispositivi in grado di eseguire manovre di
apertura o chiusura di un circuito (manuali o automatici);
o Conduttori elettrici (o cavi): il mezzo attraverso il quale l’energia viene distribuita
nell’intero impianto fino ad arrivare ad alimentare le utenze elettriche;
o Utenze elettriche: tutte le apparecchiature facenti parte dell’impianto elettrico che, per
funzionare, hanno bisogno di energia elettrica (corpi illuminanti, prese, etc.);
o Impianto di terra: è un impianto fondamentale per disperdere le correnti elettriche nel
terreno e per proteggere, unitamente ai dispositivi automatici del circuito, le persone dal
pericolo di elettrocuzione (condizione di contatto tra corpo umano ed elementi in
tensione con attraversamento del corpo da parte della corrente).

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Parti costituenti un impianto elettrico

• In base alle condizioni di funzionamento, le parti costituenti un impianto possono essere


sotto tensione o meno, e quindi si possono distinguere:
o Parte attiva: tutto ciò che deve avere una certa tensione per il normale funzionamento
dell’impianto (i conduttori);
o Isolante: tutto ciò che intende impedire il contatto tra la parte attiva dell’impianto e l’uomo,
tra la parte attiva e le masse, tra diverse parti attive (rivestimento di un conduttore);
o Massa: involucro metallico contenente un’apparecchiatura elettrica normalmente non in
tensione, ma che in caso di deterioramento dell’isolante può essere in tensione (per esempio,
la carcassa di un motore, l’involucro metallico della lavatrice);
o Massa estranea: elemento conduttore non facenti parte dell’impianto elettrico, ma che può
introdurre un potenziale nell’impianto stesso (per esempio, le condutture interrate non
collegate all’impianto).

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Condizioni nominali
• Un sistema elettrico è progettato per condizioni di funzionamento ben definite.
• Un dispositivo / apparecchiatura riporta le sue condizioni di funzionamento nei dati di targa.
• I valori di tensione, corrente, e frequenza riportati nei dati di targa prendono il nome di valori nominali.
• Quando il dispositivo, in esercizio, funziona con i valori di targa (assorbe la corrente nominale, a tensione
e frequenza nominali), si dice che lo stesso sta lavorando in condizioni nominali.
• Quando i dispositivi non funzionano in condizioni nominali si parla di funzionamento in condizioni
anormali. Possono esistere diverse condizioni anormali.

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Apparecchi a manovra e protezione

• Gli apparecchi di manovra sono dispositivi elettrici in grado di aprire e chiudere manualmente un circuito.
• Quando l’apertura e la chiusura del circuito avvengono automaticamente per ragioni legate alla sicurezza,
l’apparecchio è detto di protezione (e può interrompere condizioni anormali di funzionamento del circuito).

• Apparecchi di manovra e protezione sono:

• Fusibili
• Sezionatori
• Contattori
• Avviatore
• Interruttori
• Relè

• un discorso a parte meritano gli apparecchi di comando (deviatori, commutatori, invertitori, pulsanti).

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Apparecchi a manovra e protezione
• Le manovre possono avvenire:
o a carico: ossia in presenza di corrente nel circuito; in questo caso la manovra di apertura
interrompe la corrente preesistente, la manovra di chiusura stabilisce una corrente nel circuito
o a vuoto: ossia in assenza di corrente, essendo il circuito interrotto in un altro punto
o in condizioni di normale esercizio, per connettere o sconnettere il circuito dal resto
dell’impianto
o in condizioni di funzionamento anormale a causa di guasti sull’impianto; in questo caso è più
frequente la manovra di apertura, ma non è sa escludere quella di chiusura

• In relazione al tipo di comando si possono distinguere apparecchi:


o a comando manuale, effettuato dall’operatore
o a comando automatico, determinato generalmente dall’intervento di un dispositivo di
protezione o da un sistema di controllo.

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Apparecchi a manovra e protezione
• I più importanti dispositivi di protezione con cui si possono ottenere interruttori automatici sono:
o Relè termico per le sovracorrenti dovute a sovraccarichi;
o Relè magnetico per le sovracorrenti dovute a cortocircuiti;
o Fusibili per tutte le sovracorrenti;
o Scaricatore di sovratensione;
o Relè differenziale per le dispersioni a terra.

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Apparecchi a manovra e protezione

• Tra i più importanti apparecchi di manovra abbiamo:


o Sezionatore
o Interruttore di manovra
o Interruttore di manovra-sezionatore

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Outline

➢Quadri elettrici

➢Cavi

➢Sovracorrenti
Sovraccarico
Cortocircuito
Protezione da sovracorrenti: l’interruttore magnetotermico

➢Sovratensioni
Protezione da sovratensioni: lo scaricatore di sovratensione

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I quadri elettrici
• Un quadro elettrico è costituito dall’assieme di più apparecchiature di protezione e manovra,
raggruppate in uno o più contenitori adiacenti (colonne).
• In un quadro si distinguono:
o l’involucro (carpenteria), che svolge la funzione di supporto e di protezione meccanica dei
componenti contenuti;
o e l’equipaggiamento elettrico, costituito dagli apparecchi, dalle connessioni interne e dai terminali di
entrata e di uscita per il collegamento dell’impianto.
• Come tutti i componenti, anche i quadri elettrici hanno una normativa di riferimento:
o CEI EN 61439/2010 (CEI17-113) – Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per BT).
o CEI 23-51/2016 – Quadri ad uso domestico e similare
o CEI 121-5/2015 – Guida alla normativa applicabile ai quadri elettrici di BT

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Targa di un quadro
• Tutti i quadri devono avere una targa. Può essere posta anche dietro la porta e deve indicare con
scritte indelebili:
o nome o marchio del costruttore,
o tipo del quadro e numero di identificazione,
o tensione nominale di funzionamento,
o corrente nominale del quadro,
o natura della corrente e frequenza,
o grado di protezione se superiore a
IP2XC (protetto contro corpi
solidi di dimensioni superiori a
12,5 mm e contro l'accesso a parti
pericolose con un dito e contro
l'accesso con un attrezzo
impugnato)

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Cavi elettrici
• Si definisce cavo elettrico un insieme di conduttori
riuniti tra di loro (anche uno solo), ciascuno isolato
sia rispetto agli altri, sia verso l’esterno.
• Ogni conduttore, con il proprio isolamento, è
detto anima del cavo.
• I cavi vengono distinti in funzione:
• della tensione di esercizio del sistema nel quale
saranno posti in esercizio (cavi per bassa, media
ed alta tensione),
• del numero delle anime (unipolari o
multipolari);
• del tipo di isolamento impiegato;
• della conformità o meno ai documenti di
armonizzazione del CENELEC, European
Commitee for Electrotechnical Standardization,
(cavi armonizzati e non armonizzati).
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Struttura di un cavo

• La struttura di un cavo varia in funzione del numero


delle anime e della tensione, la sezione di un cavo
tripolare è rappresentata in figura. Non tutte le parti
di un cavo sono presenti in tutti i tipi di cavo; in
particolare il materiale di riempimento, la cintura e
l’armatura metallica non sono utilizzati in cavi di
sezione non elevata, in bassa tensione e non soggetti
a particolari sforzi meccanici.

• I conduttori sono generalmente di rame (poche


volte di alluminio), a filo unico o a corda, sono di
forma rotonda o settoriale. Sono distinti a seconda
della loro flessibilità ed in base al tipo d’installazione,
fissa o mobile, alla quale sono adatti.
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Struttura di un cavo
• L’isolante ha lo scopo di isolare i conduttori sia tra loro, sia verso
massa; dalla qualità dello stesso dipendono le prestazioni del cavo. I
materiali più comunemente utilizzati sono:
o resine termoplastiche, tipo polivinilcloruro (PVC) e polietilene
reticolato (XLPE), molto utilizzate per cavi di bassa e media
tensione (solo XLPE);
o elastomeri sintetici, come la gomma etilenpropilenica (EPR) usata
per cavi di bassa e media tensione, e quella siliconica che ha ottime
caratteristiche di resistenza al calore;
o isolanti minerali a base di ossido di magnesio, usati per cavi di
bassa tensione quando necessitano buone caratteristiche di
resistenza al fuoco;
o carta impregnata, usata per cavi di media ed alta tensione, distinti
in base al tipo di impregnante utilizzato (normali, ad olio fluido, a
pressione di gas).
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Struttura di un cavo

• Lo schermo fa sì che la distribuzione del campo elettrico che si forma nell’isolante


abbia le linee di forza radiali uscenti dal conduttore (cavi a campo radiale). Questa
distribuzione del campo serve per limitare le sollecitazioni dielettriche sull’isolante. La
schermatura è realizzata mediante un sottile nastro di rame avvolto sull’insieme delle
anime o sulla singola anima, soluzione questa più efficace. Per i cavi di BT lo schermo
non si utilizza.
• Il materiale di riempimento, presente solo nei cavi multipolari di grossa sezione, ha la
funzione di riempire gli interstizi tra le anime così da conferire al cavo la forma rotonda.
• L’isolante esterno (cintura) è utilizzato per aumentare l’isolamento verso massa.
• L’armatura metallica è per la protezione dei cavi sottoposti a forti sollecitazioni meccaniche, è realizzata con un tubo metallico di
piombo o di alluminio, oppure con fili o nastri in acciaio.
• La guaina esterna protegge il cavo dagli agenti esterni (luce, agenti chimici, umidità etc. etc.). Può essere metallica o, più comunemente,
in resine od elastomeri sintetici.
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Caratteristiche di un cavo
• Tensioni nominali d’isolamento. Ogni cavo è caratterizzato dalle seguenti tensioni il cui valore dipende dal tipo e dallo
spessore dell’isolante delle anime:
o U0 [kV] è il valore efficace della tensione nominale di riferimento per l’isolamento, a frequenza di esercizio, tra ogni
conduttore e terra;
o U [kV] è il valore efficace della tensione nominale di riferimento per l’isolamento, a frequenza di esercizio, tra due
conduttori isolati qualsiasi del cavo;
o Up [kV] è il valore di cresta della tensione di tenuta ad impulso atmosferico;
▪ I cavi vengono spesso identificati in termine del rapporto U0 / U.

• Temperature caratteristiche. A seconda dell’isolante, si definiscono due temperature caratteristiche dei cavi, intese come
valori massimi ammissibili delle temperature per i conduttori:
o temperatura massima ammissibile in regime permanente, riferita al funzionamento ordinario con corrente pressoché
costante (70°C per cavi isolati in PVC, 90°C per cavi isolati in EPR o XLPE, fino a 180°C per isolamenti a base di rese
siliconiche);
o temperatura massima di corto circuito, prima dell’intervento delle protezioni; durante questo intervallo di tempo si ha un
elevato riscaldamento anche se di breve durata (tra 150° e 350°C).
▪ I valori di queste temperature influiscono sulle prestazioni del cavo, infatti, cavi con maggiore temperatura d’esercizio
hanno una maggiore portata, mentre cavi con maggiore temperatura di corto sopportano una maggiore energia termica
specifica.
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Portata di un cavo

• Definiamo portata di una conduttura 𝐼𝑧 «il massimo valore della corrente che può fluire in essa, in regime permanente ed in determinate
condizioni, senza che la sua temperatura superi un valore specificato». Essa vale:
2𝑟 3 ℎ
𝐼𝑧 = 𝜋 𝜃𝑀 − 𝜃𝐴
𝜌

• con:
o 𝑟 raggio del conduttore
o ℎ coefficiente di conducibilità termica tra conduttore e ambiente
o 𝜌 resistività del conduttore
o 𝜃𝑀 temperatura massima di funzionamento dell’isolante
o 𝜃𝐴 temperatura ambiente

• Essa dipende anche dal coefficiente di conducibilità termica e quindi da molti elementi che possono condizionare lo scambio termico tra
conduttore e ambiente.
• La tabella CEI-UNEL 35024-1 esprime la portata come 𝐼𝑧 = 𝐼𝑧0 𝑘1 𝑘2 con
• 𝐼𝑧0 portata di un singolo cavo installato con 𝜃𝐴 = 30°;
• 𝑘1 coefficiente di correzione per temperatura ambiente diversa da 30°;
• 𝑘2 coefficiente di correzione per gruppi di cavi in fascio o strato.

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Materiale conduttore e sezione del cavo

• Tra i materiali ad alta conducibilità e che hanno una maggiore diversità di impiego in apparecchi elettrici e
elettronici, e anche per questioni economiche, possiamo citare: rame, piombo, ottone, alluminio, platino, ottone,
argento e mercurio.
• Il materiale conduttivo più comune nei cavi isolati in BT sono il rame e l’alluminio morbido o rigido. Questo è
dovuto all'eccellente conduttività elettrica di entrambi i suoi costi e le loro caratteristiche meccaniche eccezionali
che si riflettono in una maggiore facilità di lavorazione a forma di filo.
• Il confronto tra rame e alluminio si effettua Caratteristiche Rame Alluminio
determinando le sezioni di un conduttore
Peso specifico a 20° C (g/m3) 8,89 2,70
dei due diversi materiali, necessariamente a
parità di lunghezza del conduttore, e a parità Punto di fusione °C 1080 660,2

di resistenza. Punto di ebollizione °C 2595 2467

• Così, considerando la stessa corrente Resistività a 20°C (Ω ∙ mm2/m) 0,017241 0,02828


trasportata, occorre determinare il rapporto Resistenza a trazione (N/mm2) 200 a 250 125 a 205
tra le sezioni dei conduttori di rame e
Allungamento a rottura (%) 15 a 35 1a4
alluminio che provocano la stessa caduta di
tensione in un determinato tratto di cavo.
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Materiale conduttore e sezione del cavo

• Eguagliamo le resistenze elettriche dei due conduttori e determiniamo la relazione tra le due sezioni.
• Considerato che il valore ohmico della resistenza di un conduttore di un cavo misurata in continua e a una
temperatura di 20ºC è dato dalla espressione 𝑅 = 𝜌𝑙 Τ𝑆, dove 𝜌 è la resistività del materiale conduttore, 𝑙 la
lunghezza, e 𝑆 la sezione del conduttore, si ha:
𝜌𝐶𝑢 𝑙 𝜌𝐴𝑙 𝑙 𝑆𝐶𝑢 𝜌𝐶𝑢
𝑅𝐶𝑢 = 𝑅𝐴𝑙 = = ⇒ = = 0.61 ⇒ 𝑆𝐶𝑢 = 0.61𝑆𝐴𝑙 ⇒ 𝑟𝐶𝑢 = 0.78𝑟𝐴𝑙
𝑆𝐶𝑢 𝑆𝐴𝑙 𝑆𝐴𝑙 𝜌𝐴𝑙
• In definitiva, a parità di distanza e di resistenza, la sezione del conduttore di rame è inferiore della sezione del
conduttore di alluminio, per cui in termini di volume di conduttore usato, sicuramente il rame è più vantaggioso.
• Se consideriamo i pesi specifici, però, risulta 𝑃𝑆,𝐶𝑢 Τ𝑃𝑆,𝐴𝑙 = 3.29, e passando al rapporto dei pesi:
𝑃𝐶𝑢 𝑆𝐶𝑢 𝑙 ∙ 𝑃𝑆,𝐶𝑢
= = 0.61 ∙ 3,29 = 2
𝑃𝐴𝑙 𝑆𝐴𝑙 𝑙 ∙ 𝑃𝑆,𝐴𝑙
• Il conduttore in rame avrà una sezione pari al 61% dell’alluminio ma pesa il doppio.

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Materiale conduttore e sezione del cavo

• Possiamo anche determinare il rapporto tra la portata di un conduttore in rame e uno in alluminio, a parità di
distanza e sezione. Risulta:
𝐼𝑧,𝐴𝑙 𝜌𝐶𝑢
= = 0.78
𝐼𝑧,𝐶𝑢 𝜌𝐴𝑙

• La portata di un conduttore in alluminio è il 78% di quella del conduttore in rame.

• Il rame è più riconosciuto e usato tradizionalmente, per la sua maggiore conduttività e caratteristiche meccaniche
e duttilità migliori. L'alluminio, anche utilizzato nella fabbricazione di cavi elettrici, dispone di un ampio campo
di applicazione, evidenziando i vantaggi di peso specifico inferiore e presentando una buona conducibilità e
costo economico inferiore.

• N.B. La portata dipende anche dall’isolante. A parità di sezione, un cavo con isolante in EPR ha una portata
maggiore del cavo in PVC.

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Comportamento in caso di incendio

• Per alcune particolari applicazioni, tipo luoghi a maggior rischio in caso di incendio e luoghi di pubblico
spettacolo (Norme CEI CT 20), i cavi devono avere precisi requisiti relativamente:
o alla non propagazione della fiamma e dell’incendio: è inerente la capacità del singolo cavo di evitare che
l’effetto della combustione vada oltre un certo limite dal punto del cavo sottoposto alla fiamma, mentre la
non propagazione dell’incendio, viene provata su un fascio di spezzoni dello stesso cavo, di prestabilita
lunghezza e quantità di materiale non metallico; tale prova stabilisce se un certo cavo è idoneo a non
trasmettere l’incendio quando è posato in fascio come per esempio nel caso di posa in canale metallico;
o alla resistenza al fuoco: la prova di resistenza al fuoco consente di verificare la capacità di un cavo di
conservare inalterate le sue proprietà di isolamento, per un determinato tempo, quando lo stesso è sottoposto
ad una fiamma di determinate caratteristiche; è necessaria per i cavi da usare in quei circuiti che devono
funzionare, per un certo tempo, anche durante un incendio, come quelli di alimentazione dei mezzi
antincendio;
o alla bassa emissione di fumi e gas tossici e corrosivi: per i cavi utilizzati in ambienti chiusi e frequentati
dal pubblico al fine di ridurre il pericolo di asfissia durante l’incendio, la prova serve a confrontare le quantità
dei prodotti emessi con i valori di riferimento imposto dalle norme.

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Colori dei cavi
• La maggior parte dei paesi europei seguono le convenzioni cromatiche stabilite dalla Commissione
elettrotecnica internazionale ("IEC"). Tali norme in Italia sono state recepite dal comitato CEI o Comitato
Elettrotecnico Italiano e tradotti nella Norma CEI 64-8 per la sicurezza degli impianti elettrici civili e CEI-
UNEL 00722. Dunque in un classico impianto elettrico italiano a norma e di recente fattura dovrete trovare
cavi con guaine dei seguenti colori.

• Nella pratica, le fasi possono avere qualunque colore, ma conduttori di protezione e neutro devono essere dei
colori gialloverde e azzurro (o tonalità dell’azzurro).
• Eventuale conduttore PEN può essere gialloverde con marcature blu alle terminazioni (o viceversa).
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Tipi di posa
Tipi di Posa Previsti dalla Norma CEI 64/8-5
Tipo Descrizione
I conduttori non hanno sistemi di fissaggio e vengono posati
Posa senza fissaggi utilizzando cavità di strutture, cunicoli o interrando
direttamente i cavi
Il cavo è fissato direttamente sulla parete mediante graffette
Posa con fissaggio diretto su parete o altro, senza l'interposizione di tubi, canalette o altri sistemi
di protezione meccanica
Vengono utilizzate tubazioni metalliche o in materiale
Posa entro tubi protettivi (di forma circolare) plastico. I tubi, a loro volta, possono essere esterni, annegati
nella muratura, interrati
Si usano canaline metalliche o in materiale plastico, fissate
generalmente a parete o a soffitto. In alcuni casi le canaline
Posa entro canali (anche incassati nel pavimento)
possono essere fissate nel controsoffitto o incassate nei
pavimenti
Queste tubazioni, normalmente di sezione rettangolare,
Posa entro tubi protettivi (di forma non circolare) possono essere esterne, poste entro cunicoli, annegate nella
muratura
Si usano generalmente passerelle metalliche esterne, sulle
Posa su passerelle e su mensole
quali vengono posati cavi con guaina, unipolari o multipolari
Viene normalmente utilizzata per conduttori nudi, fissati a
Posa su isolatori isolatori che hanno il compito di distanziare i conduttori e
isolarli verso massa
Il cavo, del tipo con guaina, viene fissato a un filo o a una
Cavo sospeso (con filo o corda di supporto)
corda portante che ne assicura l'ancoraggio
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Designazione dei cavi

• La sigla dei cavi armonizzati è stabilita dalla norma CEI 20 – 27 e dalla tabella CEI UNEL 35011. Essa si compone, per entrambi i casi, di
gruppi di lettere o numeri come indicato di seguito.

• CEI 20 – 27

• Riferimento delle norme


o H = ARMONIZZATO A = AUTORIZZATO N = NAZIONALE

• Tensione nominale Uo/U


o 01=100/100 V 03=300/300 V 05=300/500 V 07=450/750 V 1=0,6/1 kV

• Materiale isolante • Forma del conduttore


o V = POLIVINILCLORURO - PVC o U = FILO UNICO
o V2 = PVC PER TEMPERATURA DI 90 °C o R = CORDA RIGIDA
o X = POLITENE RETICOLATO o K = CORDA FLESSIBILE PER POSA FISSA
o E = POLITENE o D = FLESSIBILE PER CAVI DI SALDATRICE
o E2 = POLITENE AD ALTA DENSITÀ o E = FLESSIBILISSIMO PER CAVI DI
o R = GOMMA SINTETICA SALDATRICE
o G9 = ELASTOMERO RETICOLATO SPECIALE o F = CORDA FLESSIBILE PER SERVIZIO
MOBILE
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Designazione dei cavi

• Esempio: N07V-K
• N = Cavo nazionale
• 07 = Tensione nominale 450/750 V
• V = Isolato in PVC
• K = Corda flessibile per posa.

• Esempio secondo la tabella CEI UNEL 35011: FG7OR


0,6/1 kV;
• F = Corda flessibile
• G7 = Isolato in gomma EPR ad alto modulo
• O = Anime riunite in cavo rotondo
• R = Guaina in PVC
• Isolamento 0,6/1 kV

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Cavi CPR

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Condizioni anormali

• Quando i dispositivi non funzionano in condizioni nominali si parla di funzionamento in condizioni anormali.
Possono esistere diverse condizioni anormali.
• Sovracorrente: si ha quando l’apparecchiatura, per cause varie, è interessata da un valore di corrente maggiore
di quello nominale.
• Nel caso di cavi elettrici, la sovracorrente va riferita alla portata del cavo.

Causa della sovracorrente Effetto della sovracorrente


• Sollecitazioni termiche con conseguente guasto
Sovraccarico ➔
degli isolamenti
• Sollecitazioni termiche (di diversa natura)
• Sforzi elettrodinamici
Cortocircuito ➔
• Archi elettrici con possibilità di incendio e
esplosioni

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Sovraccarico

• Il sovraccarico è tipico in di un sistema elettricamente sano ma che, a seguito di determinate condizioni di


funzionamento, eroga o assorbe una corrente superiore a quella nominale (non troppo più grande, generalmente
fino ad un massimo di 6-8 volte).
• Situazioni tipiche di sovraccarico:
o in un’abitazione quando sono azionati più dispositivi che richiedono molta potenza;
o avviamento di un motore trifase, che richiede una corrente di spunto di 6-8 volte la corrente nominale.
• Tale sovracorrente può essere sopportata per un determinato tempo e produce essenzialmente riscaldamento
(sovratemperatura), che si ripercuote principalmente sugli isolanti (guaine dei cavi conduttori, per esempio).
• Due effetti:
o alterazione della funzione isolante: l’isolante subisce un invecchiamento precoce e dovrà essere sostituito
prima del tempo (anomalia in un sistema sano).
o l’alterazione chimico-fisica dell’isolante è talmente forte che possono verificarsi scariche elettriche,
cortocircuiti (guasto del sistema).
• Soluzione:
o intervento di un interruttore automatico (di tipo termico).
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Sollecitazione termica per sovraccarico
• Una conduttura attraversata da una corrente 𝐼 sviluppa calore (per effetto Joule), che viene disperso
nell’ambiente circostante finché non raggiunge la temperatura 𝜃, che sarà maggiore della temperatura ambiente
𝜃𝐴 .
• A regime termico, la potenza sviluppata a causa dell’effetto Joule, 𝑅𝐼 2 , sarà uguale alla potenza ceduta dal cavo
all’ambiente circostante. Vale quindi l’uguaglianza:
𝑙 2
𝜌 2 𝐼 = ℎ 𝜃 − 𝜃𝐴 2𝜋𝑟𝑙
𝜋𝑟
• con: superficie laterale
o 𝜌 resistività del conduttore
o 𝑟 raggio del conduttore
o 𝑙 lunghezza del conduttore
o ℎ coefficiente di conducibilità termica tra conduttore e ambiente

𝜌
• da cui: 𝜃 = 𝜃𝐴 + 𝐼 2
2𝜋 2 𝑟 3 ℎ

• Ha senso definire la temperatura di servizio in condizioni nominali, quando la corrente è quella nominale 𝐼𝑁 ,
𝜌
come 𝜃𝑁 = 𝜃𝐴 + 2 3 𝐼𝑁2 .
2𝜋 𝑟 ℎ

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Sollecitazione termica per sovraccarico

• Si parla di regime termico per evidenziare che avviene un transitorio nell’aumento della temperatura che è di tipo
esponenziale, sia per raggiungere la temperatura di servizio, sia nel caso di sollecitazione termica per sovraccarico.
• Definita la massima temperatura ammissibile per un cavo/conduttura, è possibile determinare la massima durata
ammissibile del sovraccarico.
Curve di
riscaldamento 𝜽 • 𝜃 temperatura del dispositivo
• 𝜃𝐴 temperatura ambiente
𝜽 𝜽𝑺𝑪
• 𝜃𝑁 temperatura di servizio
• 𝜃𝑆𝐶 temperatura finale in sovraccarico
𝜌 2
𝜽𝑴 𝜃𝑆𝐶 = 𝜃𝐴 + 𝐼𝑆𝐶
2𝜋2 𝑟 3 ℎ
sovraccarico • 𝐼𝑆𝐶 sovracorrente
𝜽𝑵 𝒕
𝜽 = 𝜽𝑺𝑪 − 𝜽𝑺𝑪 − 𝜽𝑵 𝒆−𝝉
• 𝜏 costante di tempo termica (dipende
dalla capacità termica e dalla superficie
del conduttore)
• 𝜃𝑀 temperatura massima di
funzionamento di un isolante (70°-90°)
𝜽𝑨 regime normale
𝒕 • 𝑡𝑀 massima durata ammissibile del
𝜽 = 𝜽𝑵 + 𝜽𝑨 − 𝜽𝑵 𝒆−𝝉 sovraccarico

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Cortocircuito

• Il cortocircuito rappresenta un guasto del sistema che crea una sovracorrente. Si realizza quando entrano in contatto due
punti (parti attive) a tensione diversa. L’impedenza complessiva del circuito diminuisce (quella del contatto può considerarsi
nulla) e la corrente raggiunge valori molto alti.
• Situazioni tipiche di cortocircuito:
o un guasto accidentale;
o un sovraccarico prolungato che distrugge gli isolamenti.
o multipli sovraccarichi, anche di tempo limitato, che cristallizzano gli isolamenti (depolimerizzazione dei materiali
isolanti).
• La sovracorrente è molto alta, quindi il sistema deve andare in protezione il prima possibile.
• Gli effetti:
o sollecitazione termica (corrente elevatissima nel circuito, calore molto elevato)
o sollecitazioni elettrodinamiche (i conduttori esercitano tra loro forze dipendenti dalle correnti)
o archi elettrici, esplosioni, incendi
• Soluzione:
o intervento di un interruttore automatico (di tipo magnetico e molto rapido).

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Corrente di cortocircuito al punto di fornitura

• Per il corretto dimensionamento dell’impianto elettrico e dei sistemi di protezione da sovracorrenti da


cortocircuito, l’ente distributore di energia elettrica fornisce la corrente di cortocircuito al punto di fornitura,
cioè la corrente in un ipotetico cortocircuito nel punto in cui l’energia elettrica è fornita all’utente.
• Noto questo particolare valore di corrente di cortocircuito, 𝐼𝑐𝑐0 , e la tensione nominale 𝑉0 , possiamo calcolare
l’impedenza a monte della fornitura:
𝑉0 𝑉0
𝑍𝑅 = o 𝑍𝑅 =
𝐼𝑐𝑐0 3𝐼𝑐𝑐0

• nel monofase e nel trifase, rispettivamente.

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Calcolo della corrente di cortocircuito

• Il calcolo della corrente di cortocircuito in un punto della rete è piuttosto elaborato e dipende da molti
fattori:
o dalla corrente di cortocircuito al punto di consegna;
o dai modi in cui si verifica il cortocircuito, tra fase e fase, tra fase e neutro, tra le tre fasi. Quest’ultimo
caso è il più pericoloso (in termini di corrente elevata) ma anche il meno probabile.
o dall’impedenza del tratto di linea posto tra la fornitura e il punto di guasto.
• Fortunatamente esistono delle tabelle (e anche programmi appositi)…

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Calcolo della corrente di cortocircuito
TABELLA DELLA CORRENTE DI CORTOCIRCUITO PER LINEE MONOFASE, 230 V, 50 HZ.

• Per esempio, la corrente di cortocircuito al termine di una linea di sezione 10 mm2 e lunghezza 19 m è pari a 2.2 kA
quando la corrente di corto al punto di consegna è 6 kA.
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Protezione da sovraccarichi

• La protezione da sovracorrenti si effettua in modo separato per le sovracorrenti da sovraccarico e le


sovracorrenti da cortocircuito.
• Per assicurare la protezione da sovracorrenti, il dispositivo scelto deve:
o interrompere sia la corrente di sovraccarico sia quella di corto circuito, in qualunque punto della linea,
prima che esse provochino nel conduttore un riscaldamento tale da danneggiare l'isolamento;
o essere installato in generale all'origine di ogni circuito e di tutte le derivazioni aventi portate differenti
(diverse sezioni dei conduttori, diverse condizioni di posa e ambientali, nonché un diverso tipo di
isolamento del conduttore).
• La frontiera tra sovraccarico e cortocircuito è quanto mai labile e soggettiva, mancando un oggettivo criterio
per fissarla. Anche le Norme CEI non si sbilanciano eccessivamente a riguardo; pur tuttavia studiano
separatamente queste correnti e ne prevedono il controllo e l'interruzione secondo procedure diverse e quasi
indipendenti.

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Sovraccarico vs. Cortocircuito
Sovraccarico Cortocircuito
Stato dell’Impianto integro guasto
Cause umane volontarie umane involontarie o accidentali
Range di Valori 𝐼𝑧 ÷ 10𝐼𝑧 ≥ 10𝐼𝑧 (decine di kA)
Termodinamica fenomeno lento e diabatico fenomeno velocissimo e adiabatico
Tempo-Durata dai secondi, ai minuti alle ore millisecondi
Apparecchio di Protezione interruttore automatico interruttore automatico o fusibile
Installazione della Protezione qualsiasi punto sulla linea all’inizio della linea
Relè di Sgancio dell’Interruttore termico bimetallo bobina elettromagnetica

• Il sovraccarico si manifesta mentre l'impianto è elettricamente sano, cioè privo di guasti e sottoposto a normali modalità di
lavoro. In questo caso responsabile dell'evento è ovviamente un operatore, che sta sfruttando oltre misura (per la quantità
o per la sollecitazione unitaria) gli apparecchi utilizzatori a sua disposizione (motori, pompe, corpi illuminanti, ecc.) e, di
conseguenza, sollecita eccessivamente le condutture coinvolte che assorbono correnti elevate, superiori alla portata (fino
a 10 volte) e dunque sovraccaricano i cavi. Il fenomeno è lento e comporta scambio di calore con l’esterno.
• Il cortocircuito avviene invece in un impianto o in un componente in seguito ad un guasto. Per guasto s’intende un
cedimento casuale e involontario dell'isolamento di uno o più cavi in tensione verso massa o fra loro. Tale situazione
causa un assorbimento di corrente elevatissima tra i due punti in avaria. Il fenomeno è velocissimo e si può considerare a
scambio di calore nullo.

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Sovraccarico vs. Cortocircuito
Sovraccarico Cortocircuito
Stato dell’Impianto integro guasto
Cause umane volontarie umane involontarie o accidentali
Range di Valori 𝐼𝑧 ÷ 10𝐼𝑧 ≥ 10𝐼𝑧 (decine di kA)
Termodinamica fenomeno lento e diabatico fenomeno velocissimo e adiabatico
Tempo-Durata dai secondi, ai minuti alle ore millisecondi
Apparecchio di Protezione interruttore automatico interruttore automatico o fusibile
Installazione della Protezione qualsiasi punto sulla linea all’inizio della linea
Relè di Sgancio dell’Interruttore termico bimetallo bobina elettromagnetica

• Il sovraccarico per le limitate correnti in gioco, può essere tollerato per qualche tempo e poi interrotto dai dispositivi
automatici. La protezione deve intervenire in tempi tanto più brevi quanto più grande è l’entità sovraccarico. Il
sovraccarico si manifesta in tutta la tratta della conduttura per cui l’interruttore potrebbe essere installato in qualsiasi
punto. L’interruttore sfrutta un relè a bimetallo preciso, ma lento e tollerante.
• Il cortocircuito, al contrario, deve essere interrotto istantaneamente tramite interruttori automatici. Poiché si manifesta
sempre a monte del punto di guasto, l’interruttore deve essere sempre all’inizio della linea. Il corto è individuato e
sganciato da relè elettromagnetici, sensibilissimi e alquanto rapidi.

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Sovraccarico vs. Cortocircuito
Condizioni nominali Sovraccarico Cortocircuito

la temperatura dell’isolante dei cavi non la temperatura dell’isolante dei cavi guasto ➔ la temperatura supera
supera 𝜃𝑀 supera 𝜃𝑀 moltissimo 𝜃𝑀
corrente di impiego ≤ portata corrente di sovraccarico > portata corrente di cortocircuito ≫ portata
𝑰𝒃 ≤ 𝑰𝒛 𝑰𝒔𝒄 > 𝑰𝒛 𝑰𝒄𝒄 ≫ 𝑰𝒛

𝐼𝑠𝑐

𝐼𝑧
𝐼𝑛
𝐼𝑏 ≤ 𝐼𝑛

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Interruttore
magnetotermico
• Il magnetotermico è un
dispositivo automatico in grado
di portare e interrompere tutte
le correnti, comprese quelle di
cortocircuito, per le quali è stato
progettato. L’apertura
automatica del circuito è
determinata dall’azione di due
dispositivi di sgancio, uno
magnetico e uno termico, che
intervengono quando sono
sottoposti ad una sovracorrente,
rispettivamente da cortocircuito
e sovraccarico.

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Interruttore magnetotermico
SGANCIATORE
MAGNETICO

MORSETTI

SEDE DELL’ARCO
(qui si aprirà il circuito LEVA DI COMANDO
in caso di
sovracorrente)

SGANCIATORE
TERMICO

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Sganciatore termico

• Lo sganciatore termico è costituito da due lamine metalliche unite fra loro che presentano un diverso valore del
coefficiente di dilatazione termico. La bilamina è interessata, direttamente o indirettamente, dalla corrente che
circola nel circuito da proteggere.
• All’aumentare della corrente il calore sviluppato per effetto Joule provoca un aumento della temperatura della
bilamina con conseguente dilatazione. Il diverso coefficiente di dilatazione determina un allungamento diverso
delle due lamine e quindi la lenta deformazione delle stesse. La deformazione viene sfruttata per sganciare un
arpionismo che rilascia una molla, precedentemente caricata con la chiusura manuale dell’interruttore,
provocando l’apertura dei contatti dell’interruttore.
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Sganciatore termico
• In caso di sovratemperatura la lamina si incurva fino
allo scatto del dispositivo di sgancio e la conseguente
apertura.
• L’allungamento della lamina si può esprimere come
∆𝐿 = 𝐿0 𝛼∆𝜃, dove 𝐿0 è la lunghezza iniziale, 𝛼 il
coefficiente di dilatazione termina, e ∆𝜃 la variazione di
temperatura.
• L’inerzia termica della lamina impedisce interventi
tempestivi.
• Se la temperatura iniziale della lamina è quella ambiente
(intervento a freddo), occorre un certo tempo per
l’intervento, se la temperatura iniziale è maggiore
(dispositivo già in funzione – intervento a caldo),
occorrerà meno tempo.
• La caratteristica di intervento definisce il
comportamento dell’interruttore nel tempo. Per lo
sganciatore termico è a tempo inverso.
• La caratteristica d’intervento media è quella a cui si
riferiscono i valori commerciali.
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Sganciatore termico

• Il funzionamento dello sganciatore magnetico è basato sulla forza che è esercitata su un nucleo mobile in ferro da
un elettromagnete. Il nucleo mobile è sottoposto a due forze opposte, quella magnetica di attrazione verso il
nucleo magnetico e quella di una molla caricata in fase di chiusura manuale dell’interruttore. In caso di
cortocircuito lo sganciatore interviene in tempi brevissimi vincendo l’azione della molla che provoca l’istantanea
l’apertura del circuito sede del guasto.

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Sganciatore termico
E Elettromagnete fisso
NM Nucleo mobile
MR Molla di richiamo
C Contatto
Ib corrente nella bobina
F1 forza magnetica
F2 forza meccanica

• Il relè elettromagnetico ha un tempo d’intervento indipendente dal valore di


corrente, purché essa sia tale che la forza magnetica superi la forza della
molla.
• La caratteristica di intervento dello sganciatore magnetico è tempo
indipendente.
• Il tempo, al più, dipende solo dall’inerzia delle parti che compongono il
dispositivo, per questo si prevede una tolleranza minima (zona tratteggiata –
riferimento è la linea media).
• Esistono anche interruttori magnetici con possibilità di regolazione in
corrente e tempo di intervento.
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Interruttore magnetotermico

• L’azione combinata dei due sganciatori determina l’intervento dell’interruttore in tempi che dipendono dalla sua
caratteristica d’intervento tempo-corrente.

tratto termico

tratto magnetico

• La normativa CEI non


definisce la forma esatta della
curva d’intervento ma indica i
valori limite della stessa (in
termini delle correnti
d’intervento dello sganciatore
magnetico).
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limiti
Caratteristiche d’intervento B-C-D

• Norma CEI EN 60898/1 (CEI 23-3/1) - Interruttori magnetotermici per usi domestici e similari.

B C D

Caratteristica 𝐼𝑚𝑖𝑛 𝐼𝑚𝑎𝑥 Utilizzo


B 3𝐼𝑛 5𝐼𝑛 Limitato sovraccarico – basse correnti di spunto
C 5𝐼𝑛 10𝐼𝑛 Circuiti ohmico-induttivi con correnti di spunto medie
D 10𝐼𝑛 20𝐼𝑛 Elevate correnti di spunto
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Protezione con interruttori magnetotermici
• Per gli impianti utilizzatori con tensione nominale fino a 1000 V c.a. e 1500 V c.c., la scelta del dispositivo di protezione da sovracorrenti va fatta
rispettando le seguenti due condizioni, stabilite dalla norma CEI 64-8/4:
𝐼𝑏 ≤ 𝐼𝑛 ≤ 𝐼𝑧
𝐼𝑓 ≤ 1,45𝐼𝑧
• dove:
o 𝐼𝑏 è la corrente d’impiego del circuito in condizioni ordinarie;
o 𝐼𝑧 è la portata della conduttura in regime permanente;
o 𝐼𝑛 è la corrente nominale del dispositivo di protezione (corrente di regolazione in caso di disp. regolabili);
o 𝐼𝑓 è la corrente convenzionale d’intervento del dispositivo di protezione entro un tempo convenzionale;
• Le relazioni che vincolano questi valori di corrente sono dettate dalle seguenti considerazioni:
o Il dispositivo di protezione contro il sovraccarico deve essere adatto a portare con continuità la corrente di impiego 𝐼𝑏
senza dar luogo ad interventi intempestivi. La corrente nominale del dispositivo di protezione 𝐼𝑛 deve essere quindi
maggiore della corrente d’impiego del circuito ➔ 𝐼𝑏 ≤ 𝐼𝑛
o Il cavo deve avere una portata 𝐼𝑧 maggiore o al limite uguale alla corrente d’impiego 𝐼𝑏 del circuito ➔ 𝐼𝑏 ≤ 𝐼𝑧
o Il dispositivo di protezione non deve consentire il permanere di correnti superiori alla portata del cavo 𝐼𝑧 ➔ 𝐼𝑛 ≤ 𝐼𝑧
o Riassumendo: 𝐼𝑏 ≤ 𝐼𝑛 ≤ 𝐼𝑧

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Protezione con interruttori magnetotermici
• In riferimento al cortocircuito, inoltre, la protezione deve possedere le seguenti proprietà:
• La corrente nominale della protezione non deve essere inferiore alla corrente d’impiego:
𝐼𝑛 ≥ 𝐼𝑏

• Il potere d’interruzione della protezione, cioè la corrente massima che il dispositivo può interrompere deve essere
maggiore della corrente di cortocircuito in quel punto:
𝑃. 𝐼. ≥ 𝐼𝑐𝑐𝑃

• L’energia specifica passante, cioè l’energia che viene fatta fluire durante il cortocircuito dal dispositivo di protezione,
non deve superare quella ammissibile dal cavo di linea
2 𝑡 ≤ 𝐾2𝑆2
𝐼𝑐𝑐
• dove:
o 𝐼𝑐𝑐 è la corrente di corto;
o 𝑡 è il tempo di intervento;
2 𝑡 è detto integrale di Joule;
o 𝐼𝑐𝑐
o 𝑆 è la sezione del cavo;
o 𝐾 è un coefficiente tabulato per i cavi.

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Fusibili

• I fusibili sono dispositivi per la protezione delle sovracorrenti, sia di sovraccarico sia di cortocircuito (usati per lo
più per la protezione di questo ultimo caso).
• Vengono collegati in serie al conduttore da proteggere, e il loro intervento si ha quando la corrente supera il
valore nominale per cui provoca la fusione dell’elemento fusibile, interrompendo il circuito.
• La caratteristica I-t è a tempo inverso: quanto più la corrente è maggiore del valore nominale, tanto più il tempo di
intervento è minore.

Dispositivo di Vantaggi Svantaggi


protezione
Interruttore Ripristino semplice tramite riarmo Potere d’interruzione non molto elevato
magnetotermico Dimensioni standard modulari Costi molto superiori rispetto ai fusibili
Fusibile Rapidità d’intervento (per corto circuito) Sostituzione ad avvenuto intervento
Elevato potere d’interruzione Tempi elevati di sostituzione
Dimensioni ridotte Necessità di ricambi identici
Costo limitato Dimensioni non sempre unificate

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Riepilogo
Interruttore
magnetorermico
modulare
• PROTEZIONE DA SOVRACORRENTI
o Interruttore automatico magnetotermico
curve d’intervento B-C-D
▪ Sganciatore magnetico per il cortocircuito
▪ Sganciatore termico per il sovraccarico

▪ Curva di intervento
o Il tratto termico è a tempo inverso
o Il tratto magnetico è tempo indipendente

▪ Grandezze di riferimento (dati di targa principali)


o Corrente nominale 𝐼𝑛 : 𝐼𝑏 ≤ 𝐼𝑛 ≤ 𝐼𝑧
o Potere d’interruzione 𝑃. 𝐼. : 𝑃. 𝐼. ≥ 𝐼𝑐𝑐𝑃

o Fusibili
▪ Il conduttore fonde con la sovracorrente
▪ Curva di intervento a tempo inverso
▪ Possibili soluzioni miste IMT+fusibile
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Sovratensioni

• Definiamo sovratensione qualunque tensione superiore a quella per cui è progettato il sistema.

• Si possono distinguere due categorie di sovratensioni:


o sovratensioni di origine interna, dipendenti dallo stesso impianto elettrico e, in particolare, dalla sua configurazione, da guasti,
o da false manovre
o sovratensioni di origine esterna, derivanti da fenomeni elettrici che si sviluppano al di fuori dell’impianto, come quelli che si
sviluppano nell’atmosfera e si ripercuotono sugli impianti.

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Sovratensioni

• In relazione alla loro forma d’onda, si distinguono sovratensioni:


o temporanee a frequenza d’esercizio: conservano la stessa forma d’onda alternata sinusoidale e la stessa frequenza, ma hanno un
valore massimo più elevato del normale.
o oscillatorie smorzate: alla componente sinusoidale a frequenza di esercizio si aggiunge un’altra oscillazione, a frequenza
generalmente molto più alta e dipendente dai parametri del sistema.
o impulsive: forma d’onda unidirezionale a fronte ripido, assumono rapidamente un valore di cresta e ritornano a zero più
lentamente.

o Le sovratensioni di
origine interna possono
avere tutte e tre le forme.

o Le sovratensioni di
origine esterna sono
tipicamente impulsive

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Sovratensioni di origine esterna

• … a carattere impulsivo:
o A formazione rapida
o Sono dovute alle fulminazioni atmosferiche, dirette o indirette.
o La fulminazione diretta ha effetto sulla linea o sulle apparecchiature (gli impulsi di corrente si possono propagare fino alle abitazioni)
e presenta la medesima forma d'onda di tipo impulsivo della corrente di fulmine.
o Si parla di accoppiamento resistivo perché la corrente viene scaricata a terra tramite le masse, quindi la sovratensione è data dalla
corrente scaricata per l’impedenza del percorso.
o Il valore massimo di questa sovratensione è normalmente compreso tra 1000 e 5000 kV essendo il valore di cresta dell'onda della
corrente di fulmine stimabile tra alcune migliaia di ampere fino a oltre i cento chiloampere (tempo di salita 10 μs, tempo di emivalore
350 μs).

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Sovratensioni di origine esterna

• … a carattere impulsivo:
o A formazione rapida
o Nel caso di fulminazione indiretta, il fulmine cade in prossimità dell'impianto. La corrente di fulmine non percorre l'impianto ma il campo
elettromagnetico conseguente, variabile nel tempo con la stessa legge con cui varia la corrente di fulmine, interessa tutti i conduttori
generando delle sovratensioni che si propagano per conduzione. Le sovratensioni che si sono formate sui conduttori creano a loro volta
un campo magnetico provocando sui conduttori stessi l'insorgere di una sovratensione.
o Si parla di accoppiamento induttivo (si verifica anche nel caso di fulminazione diretta), poiché il campo magnetico generato crea
sovratensioni nelle spire chiuse formate da conduttori.
o Valori di cresta 1-5 kA, tempi caratteristici 8/20 μs.

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Protezione da sovratensioni

• La protezione da sovratensioni avviene:


o tramite sistemi di parafulmini (LPS – Lightning Protection System), nel caso di protezione delle
strutture, soprattutto quelle alte, dalle sovratensioni esterne per fulminazione;
o con l’innalzamento dell’isolamento delle apparecchiature;
o tramite opportuni dispositivi automatici scaricatori di tensione (SPD) in parallelo alle apparecchiature
da proteggere;
o tramite protezioni in serie.

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Protezione da sovratensioni

• …tramite sistemi di parafulmini (LPS – Lightning Protection System).


o Non è sempre necessario proteggere le strutture dalla fulminazione diretta (le strutture costituiscono di solito
una gabbia di Faraday).
o I sistemi LPS includono una parte esterna e una interna:
▪ La parte esterna è costituita da uno o più captatori (intercettano il fulmine), da calate di conduttori verso
terra, e da dispersori nel terreno (possibilità di LPS esterno isolato dall’edificio).
▪ I captatori, con la tipica forma appuntita, attraggono le scariche poiché le loro punte sono rivestite di
materiale altamente conduttivo (oro). Inoltre, hanno anche una funzione preventiva: il fulmine infatti si
crea poiché il terreno ed il parafulmine si caricano di segno opposto alla parte bassa delle nuvole; tuttavia,
grazie al potere dispersivo delle punte, il captatore diminuisce la differenza di potenziale tra nuvole e suolo,
rendendo meno probabile la scarica.
▪ La parte interna prevede la predisposizione di tutte le misure di protezione atte a limitare gli effetti
elettromagnetici della corrente di fulmine. Si usano conduttori equipotenziali che scaricano a terra,
integrati con scaricatori di sovratensione SPD.

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Protezione da sovratensioni

• …tramite isolamento dei componenti.


o CEI 64/8 parti 4 e 5: coordinamento dell’isolamento e limitazione delle sovratensioni di origine atmosferica
o dovute a manovre.
o In merito al loro isolamento, i componenti elettrici vengono classificati in categorie in base alla loro
tensione di tenuta all’impulso 𝑈𝑤 (valore massimo di tensione impulsiva sopportata dall’isolamento –
indicati i valori per impianti 𝑉𝑛 = 230/400V).
▪ Categoria I: apparecchiature con circuiti elettronici (𝑈𝑤 = 1.5 kV)
▪ Categoria II: componenti adatti ad essere collegati direttamente all’impianto elettrico fisso di un edificio
come elettrodomestici, climatizzatori (𝑈𝑤 = 2.5 kV)
▪ Categoria III: componenti che fanno parte degli impianti elettrici, come quadri, interruttori, condutture e
cavi, prese a spina (𝑈𝑤 = 4 kV)
▪ Categoria IV: componenti destinati ad essere collegati nel punto di origine dell’impianto o a monte di
esso, come i contatori (𝑈𝑤 = 6 kV)
I componenti devono essere scelti in modo che il valore nominale della loro tensione di tenuta all’impulso
non sia inferiore al valore della categoria a cui appartengono.
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Protezione da sovratensioni

• …tramite isolamento dei componenti.

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Protezione da sovratensioni
• …tramite scaricatori di sovratensione o SPD (Surge Protective Device).
o Il tipo principale di SPD è lo scaricatore spinterometrico. Si collega in parallelo all’apparecchiatura da proteggere (altro: SPD a resistenza
nonlineare, come il Metal-Oxide Varistor).

o Gli scaricatori spinterometrici mantengono la linea isolata da terra


quando la tensione verso terra nel punto in cui lo scaricatore è
collegato (𝑉𝐴 ) si mantiene ai livelli di esercizio o quando si verifica una
sovratensione compatibile con l’isolamento del sistema (si comportano
da impedenza infinita per cui la corrente di fuga è nulla).
o Se la tensione verso terra supera la tensione di innesco, si crea un arco
elettrico che convoglia a terra l’onda di sovratensione proteggendo
l’apparecchiatura a valle.
o Il dispositivo protetto deve avere un isolamento adeguato per
sopportare la tensione sul SPD durante la scarica.
o Quando la tensione torna ai valori normali, lo scaricatore deve essere in
grado di ripristinare l’isolamento verso terra.
o I più comuni sono costituiti da un isolatore su cui sono montate due
aste metalliche poste ad una distanza dipendente dalla tensione
d’innesco. Vengono montati direttamente sulle apparecchiature da
proteggere (tipici nelle linee aeree).

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Protezione da sovratensioni

• …tramite protezione in serie.


o trasformatori: possono essere impiegati per limitare le sovratensioni e le componenti armoniche.
o filtri: sono ottenuti impiegando resistenze, induttanze e capacità, proteggono sia dalle sovratensioni industriali
o di manovra sia da quelle di origine atmosferica.
o stabilizzatori e gruppi di continuità: adatti per la protezione di apparecchiature particolarmente sensibili per le
quali devono essere garantite un'alimentazione stabile e la continuità del servizio; non garantiscono la
protezione contro le sovratensioni di origine atmosferica.

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Classi degli SPD

• Nel caso degli impianti elettrici in bassa tensione, in funzione dell’entità delle sollecitazioni termiche a cui vengono sottoposti
durante la prova, gli SPD vengono suddivisi in tre classi (CEI 37-8).

Classe Protezione Funzione Criterio di scelta Onda


I Sovratensioni per Scarica la corrente di fulmine All’arrivo di linee aeree esposte alla Forma impulsiva
fulminazione diretta fulminazione diretta 10/350 μs
II Sovratensioni per Elimina le sovratensioni generate dal All’arrivo di linee in edifici non soggetti Forma impulsiva
fulminazione fulmine deviando la corrente a fulminazione diretta 8/20 μs
indiretta
III Sovratensioni per Protegge gli apparecchi dalle tensioni In prossimità delle utenze finali, prese Combinata
accoppiamento indotte o dalle tensioni residue degli fisse, quadri intermedi 1/50 μs c.a.
induttivo SPD a monte 8/20 μs c.c.

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