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Governance Mussolino
Governance Mussolino
Il termine governance deriva dal latino “gubernare”, che significa guidare o governare.
L’espressione americana, che ora usiamo, di corporate governance, tradotta in italiano
solitamente come “governo d’impresa”, si diffonde dagli anni ’80 e indica un sistema di regole
attraverso cui le imprese sono gestite e controllate.
Sono numerose le definizioni di corporate governance che si sono diffuse nel tempo e numerosi
sono gli autori che se ne sono occupati.
La parola corporate indichiamo il governo dell’azienda, infatti la corporate governance studia i
rapporti tra azionisti, consiglio di amministrazione e direzione in azienda e studia anche i rapporti
all’interno del consiglio di amministrazione e rispetto alle compagini azionarie
Nel dibattito accademico, si riscontrano due definizioni di corporate governance classificabili sulla
base delle seguenti variabili:
Quali soggetti i cui interessi si tutelano? (degli azionisti o di tutti gli stakeholder
aziendali?);
Come si tutelano, ossia con quali meccanismi di governo? (il consiglio di amministrazione
o un insieme di meccanismi di governance?).
- Secondo la definizione allargata -> la corporate governance riguarda la definizione di una serie
di meccanismi volti alla creazione di valore nel lungo periodo da distribuire equamente tra tutti gli
stakeholder dell’impresa. Secondo questa concezione, dunque, i meccanismi di governance sono
finalizzati a tutelare gli interessi degli stakeholder in generale.
L’ impresa può essere concepita come un nesso di contratti, cioè come il centro di una rete di
contratti (impliciti ed espliciti) che regolano i diritti e i doveri di ogni stakeholder.
Ciascuna impresa dovrebbe avere quale obiettivo primario quello di raggiungere un equilibrio tra
i contributi forniti e quelli distribuiti ai rispettivi stakeholder.
Il perseguimento dell’obiettivo legato al raggiungimento del miglior risultato possibile per tutti gli
stakeholder può essere ostacolato da due fattori:
quella che si fonda sulle complementari teorie dei diritti di proprietà edell’agenzia, secondo
cui le imprese devono essere governate e gestite al finedi massimizzare il valore azionario;
quella che si fonda sulla teoria degli stakeholder, la quale ritiene che le imprese debbano
cercare di bilanciare tutti gli interessi che convergono su di esse
La concezione ristretta
La concezione ristretta della corporate governance ritiene che gli azionisti siano la
categoria di stakeholder che ha il diritto di controllo sull’impresa poiché essi, come
possessori dei diritti residuali sul flusso di reddito prodotto, hanno un forte interesse alla
massimizzazione dell’efficienza e della ricchezza generata nel lungo periodo.
Gli azionisti esercitano il proprio diritto di controllo esprimendo il loro voto su alcune
decisioni importanti e nominando i membri del CdA come garanti del loro interesse per cui
la relazione tra azionisti e membri del CdA è configurabile come un tipico rapporto di
agenzia in cui gli azionisti (nella veste di principale) delegano ai consiglieri (nel ruolo di
agenti) la realizzazione di un insieme di attività.
La Teoria dell’agenzia
a. Il mercato per il controllo societario disciplina il comportamento dei top manager in quanto, in
caso di performance aziendali deludenti, gli investitori esterni possono acquisire il controllo
dell’impresa attraverso il meccanismo della scalata ostile
Il Consiglio di amministrazione
Il consiglio di amministrazione è il più importante dei meccanismi di corporate governance.
La presenza di un blockholder
La presenza di un azionista di riferimento può essere un efficace meccanismo di governance:
infatti, comporta un maggior controllo della gestione manageriale e un maggior potere di sostituire
il top management in caso di una cattiva gestione.
Tuttavia, la presenza di un blockholdere del suo potere, comporta anche il rischio che quest’ultimo
persegua ilproprio interesse a discapito degli azionisti di minoranza, questo viene definito
problema di agenzia di secondo tipo (principal-principal).
la proxy fights: operazione in cui uno o più shareholder insoddisfatti dell’attuale gestione
presentano all’assemblea degli azionisti una proposta di candidati al consiglio differente da
quella presentata dal top management;
la scalata ostile (hostiletakeover): un soggetto esterno all’impresa lancia un’offerta
pubblica di acquisto per l’acquisto del pacchetto azionario di maggioranza, adun prezzo
superiore aquello di mercato.
La concezione allargata
La concezione allargata nasce dall’esigenza di superare i limiti di quella ristretta la quale
considera rilevanti gli interessi degli stakeholder diversi dagli azionisti solo se si verificano
determinate circostanze. La concezione allargata estende la propria visione a tutti gli interlocutori
dell’impresa, sia interni che esterni, che contribuiscono al suo funzionamento.
Le critiche all’approccio secondo cui le imprese devono creare valore per gli azionisti possono
essere classificate in tre diversi filoni:
l’etica aziendale;
la responsabilità sociale dell’impresa;
la teoria degli stakeholder.
L’etica aziendale
L’etica aziendale critica il concetto di ottenimento del profitto a tutti i costi (dell’approccio
“business is business”) e sottolinea l’importanza per il top management di agire seguendo sia i
valori aziendali che quelli morali.
Uno strumento utile alla diffusione in azienda di tale eticità è il codice etico. In esso possono essere
riportati tutti i valori aziendali nonché alcune regole di comportamento utili al perseguimento di
una gestione corretta ed efficiente
stakeholder in senso lato: qualsiasi gruppo di persone o qualsiasi persona che può
condizionare il raggiungimento degli obiettivi dell’impresa o che è influenzato dal
comportamento della stessa;
stakeholderin senso stretto: qualsiasi gruppo di persone o singola persona da cui l’istituto
dipende per la sua sopravvivenza futura;
stakeholder primari: soggetti senza la cui continua partecipazione l’impresa non può
sopravvivere;
stakeholder secondari: soggetti che esercitano un’influenza o un condizionamento
sull’impresa, o sono influenzati o condizionati dalla sua attività, pur non avendo con essa
alcuna transazione e pur non essendo essenziali per la sua sopravvivenza.
stakeholder volontari: costituiti da tutti quei soggetti che hanno scelto consapevolmente di
assumere un interesse nei confronti dell’impresa e di sopportare il rischio di non ricevere
una ricompensa adeguata al contributo fornito;
stakeholder involontari: coloro che sono esposti inconsapevolmente ad un rischio e che
possono, di conseguenza, essere danneggiati o avvantaggiati dallo svolgimento dell’attività
aziendale;
stakeholder interni: lavoratori, azionisti e manager;
stakeholder esterni: tutti gli altri.
Lezione 1 teams
La Corp. Gov. ha a che fare con i modi con cui i fornitori di soldi alle aziende si assicurano
un ritorno sull’investimento. Come fanno i fornitori di soldi a far sì che i manager gli
assicurino un ritorno in termini di profitto? Come si assicurano che i manager non rubino il
capitale che forniscono o investono in azienda? Come i fornitori di finanza controllano i
manager? Da qui nasce il primo meccanismo di Governance che è il CDA. Dobbiamo
vedere come gli americani vedono l’azienda. Esempio azienda americana
È il modo di definire l’impresa secondo queste teorie ma soprattutto nel mondo americane,
cioè l’impresa non è un complesso di beni e persone ma un punto di contratti, contratti di
due parti, tra due persone. Noi sappiamo che nell’azienda e attorno all’ azienda circolano
una serie di persone che sono lavoratori, finanziatori a titolo di capitale di credito,
comunità locale ecc. Questi soggetti sono legati o meglio vincolati tra loro e con l’impresa
attraverso contratti di conseguenza nel contratto è specificato il contributo del singolo
soggetto e la remunerazione attesa. Anche i fornitori di capitale, è vero sono soggetti
legati all’impresa dai contratti, ma sono soddisfatti solo se tutti gli altri soggetti sono stati
soddisfatti e li abbiamo chiamati residuali, gli americani li definiscono residual claimants
(coloro che richiedono), quindi coloro che richiedono in via residuale. Sono degli
interlocutori, sono vincolati con l’azienda tramite contratto in via residuale quindi solo se
avanza qualcosa e solo dopo tutti quanti. Quindi questi fornitori di capitale o meglio
fornitori di equity sopportano solo il rischio di impresa (io già quando dico azienda impresa
so che non sono un dipendente pubblico, ma sono un imprenditore quindi sopporto un
rischio) questo rischio può essere POSITIVO : quindi che mi può dare un utile positivo ma
anche una redditività NEGATIVA. Quindi ricapitolando appena si parla di azienda devo
subito pensare al rischio, quello che investe in azienda sicuramente sa che sta rischiando
(se io investo in azioni piuttosto che in BOT sto rischiando di più) quindi sopporto questo
rischio ma supporta anche un secondo rischio più patologico (perché l’altro è fisiologico in
azienda) che è quello di demandare la gestione ad un altro come detto precedentemente i
quali però non rispondono delle conseguenze, perché le conseguenze sono dei fornitori di
capitale. Quando il manager sbaglia l’azienda paga tutti se riesce, se non avanza nulla è il
fornitore di capitale che non prende niente e sopporta questo doppio rischio psicologico e
patologico. Per questo nasce quella famosa TEORIA DELL’ AGENZIA la quale risponde
a questa domanda: Come poter rendere efficiente un’impresa nella quale manager e
azionisti sono due classi distinte e specializzate di soggetti?
Ci troviamo in un’azienda ben specifica dove azionisti e manager sono distinti sicuramente
questo non è applicabile all’impresa di famiglia dove il proprietario è anche manager.
Quindi non solo devo essere classi distinte ma specializzate ovvero perché uno prende
decisioni è specializzato nel prendere decisioni ovvero il manager e l’altro è specializzato
nel sopportare il rischio ossia l’azionista.
Come si fa quindi a supervisionare questi soggetti? Nasce appunto questa teoria
dell’agenzia in questo famoso articolo che si chiama SEPARATION OF OWNERSHIP
AND CONTROL (separazione della proprietà dal controllo) in un journal che si chiama
Law and Economics una rivista di economia generale e nasce qui la teoria dell’agenzia.
Ed è qui che abbiamo il conflitto di agenzia: l’elevata numerosità degli azionisti (residual
claimants) delega la gestione ai manager che prendono decisioni, si crea separazione tra
proprietà e controllo o meglio tra PRINCIPAL ( azionista) e AGENT ( sono i manager colui
che agisce per conto di un altro ) e avviene il conflitto di agenzia.
Perché quindi avviene questa separazione? Perché i manager e gli azionisti sono due
classi distinte.
Quindi questa governance che nasce in America per quella tipologia di azienda e nasce
per renderla efficiente e ha l’obiettivo di tutelare gli azionisti.
Quindi se l’azionista che rappresenta il mercato dei capitali (equity market) investe in
azienda sottoforma di azioni e se il manager fa usi privati di asset aziendali l’azionista
perde i soldi e decide di non prestarli a quell’azienda e quindi il flusso di risorse che va dal
mercato dell’equity all’ azienda si interrompe oppure diventa molto oneroso con condizioni
estreme. Se il flusso si interrompe muore l’azienda (cosi funziona in America) e quindi la
governance deve subentrare per evitare il fallimento del mercato. Il fallimento del mercato
finanziario è proprio quando l’azienda non ha più possibilità di ricevere soldi perché non
ha tutelato le persone che hanno investito.
I manager possono :
1) ACQUISTARE BENI O SERVIZI A CONDIZIONI NON DI MERCATO: perché hanno
l’obietto di andare a lavorare in quell’ altra azienda dove stanno acquistando beni a prezzo
non di mercato, si vogliono trasferire in termini di lavoro.
2) VENDERE ASSENT RILEVANTI A PREZZI NON DI MERCATO : per visibilità, per politica,
per fare un favore a qualcuno come è successo a telecom – pirelli(esempio nel libro)
3) I MANAGER SI AUTOSTABILISCONO COMPENSI ENORMI : ma adesso c’è trasparenza
4) USANO BENI DI LUSSO AZIENdALI : auto , jet , altro per scopi privati
5) DECIDONO PROGETTI ESPANSIONISTICI : acquistano aziende diverse per visibilità e
questo fa notizia e aumenta il loro nome e cosi posso traferirsi in un’azienda più prestigiosa
6) QUANDO UN’AZIENDA NE ACQUISISCE UN’ALTRA DI SOLITO IL MANAGER DELL’
ACQUISITA VIENE CAMBIATO E SICCOME IL MANAGER TEME QUESTO METTE IN
ATTO UNA SERIE DI MECCANISMI ONEROSI ALL’AZIENDA STESSA. INIZIANDO A
VEDENRE ASSET RILEVANTI E SVUOTANDO IN UN CERTO SENSO L’AZIENDA E VA
A SCAPITO DELL ‘AZIENDA ACQUISITA.
Lezione 2 (23\90)
Riepilogo
Definizione ristretta e allargata di Corporate governance (zattoni cap 1-2)
Si classificano in base a due parametri:
1- quali interessi la governance va a tutelare:
-RISTRETTA shareholder
-ALLARGATA tutti gli stakeholder
2- meccanismi per la tutela degli interessi:
-RISTRETTA solo con il CDA
-ALLARGATA con una serie di meccanismi, che sono 6 in totale (4 interni 2 esterni)
Abbiamo poi visto l’azienda come nesso di contratti con tutti gli interlocutori.
Dove nel contratto c’è una bidirezionalità dove uno si impegna nel lavoro e l’azienda si
impegna in una restituzione.
Di tutti questi soggetti gli azionisti sono gli ultimi ad essere soddisfatti, infatti sono detti
“residualclaimants “
6- una struttura finanziaria fortemente indebitata, ovvero per allineare gli interessi del
management con quelli dell’azionista l’azienda si deve indebitare, poiché con un debito
alto tutto il cash flow disponibile sarà destinato a ripagare il debito e non può essere
utilizzati per interessi del management
(In teoria questi dovrebbero risolvere le relazioni di agenzia tra chi prende le decisioni e
chi se ne assume i rischi.)
Andiamo a definire ciascuno di questi meccanismi circa gli aspetti positivi e negativi
MECCANISMI INTERNI
(segue la classificazione/numerazione di cui sopra)
“Controlenhancingmechanisms”
● aspetto positivo: per eliminare la divergenza di interessi tra due soggetti basta far
convergere l’utilità di entrambi verso lo stesso fine, ossia la massimizzazione del
valore azionario, ad esempio facendo diventare i manager azionisti
Aspetti negativi:
● questo meccanismo detto “Pay for performance” non è stato in grado di allineare
principal e agent
● infatti le remunerazioni dei manager sono state legate a indici poco significativi o
soggette alla manipolazione dei manager e la capacità del management di agire nel
breve periodo sul valore azionario del titolo
4- CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Caratteristiche\aspetti:
-numerosità, come stabiliamo la composizione del cda?
-presenza di amministratori indipendenti (esterni)
-separazione o meno tra amministratore delegato e presidente(chairman) (nelle
aziende italiane molto spesso queste figure coincidono)
-presenza di comitati interni
-remunerazione dei consiglieri
-quante donne?
-i proprietari vi possono partecipare?
-durata della carica
Aspetti negativi:
● è stato dimostrato che la presenza della maggior parte di amministratori
esterni non necessariamente garantisce il preciso controllo del management
● è comunque presente uno stato di soggezione, poiché anche
l’amministratore indipendente è nominato dalla compagine manageriale e
suggerito dall’amministratore delegato
● presenza di fenomeni particolari che alimentano i gruppi di potere, tra cui
“Cross directorship” cioè incroci di incroci di consiglieri tra più aziende
● spesso il CDA è chiamato solo a ratificare le decisione del management,
quindi non ne controlla la correttezza, questa funzione viene chiamata
“Rubber Stamp”
● spesso CDA formalmente perfetti in realtà consentono operazioni avventate
da parte del management . (una cattiva governance anche del il prodotto è
buono porta ad una cattiva performance)
MECCANISMI ESTERNI
2-MERCATO EFFICIENTE E ATTIVO (Market for corporate control)
● per avere un mercato efficiente ed attivo c’è bisogno che il prezzo del titolo azionario
esprima il valore vero dell’azienda, rappresentando una prima previsione per la valutazione
del management
● il Takeover (acquisizione del controllo di un'azienda target) può essere effettuato da un
Raider sia per ragioni industriali , sia perché si pensa che quel azienda target ha tante
potenzialità ma non performa bene per incapacità del manager, questo meccanismo
diventa di controllo poiché in seguito ad esso il manager della target può essere sostituito.
aspetti negativi:
● il management può adottare strumenti difensivi per ostacolare tale azione,
● inoltre, è altamente oneroso in termini di trasparenza, tempi, adempimenti