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Che cos’è la religione

Che cos’è la religione


J.S. Jensen, “Qualche idea sulla religione”,
Che cos’è la religione, cap. 1, pp. 27-40

Che cos’è veramente la religione? Da dove viene? In cosa


consiste? Aiuta gli individui ad affrontare le cose?
Fornisce senso alla vita? Diverrà obsoleta e sparirà da
sola? Se no, perché? Come sarà la religione in futuro?

Come si può studiare la religione razionalmente e


scientificamente? Come chi la studia e ne parla può
andare oltre al semplice riportare ciò in cui gli individui
credono? Perché le religioni sono così diverse tra loro?
Ha senso compararle tra loro? Gli studiosi dovrebbero
essere critici rispetto alla religione o apologeti?
Che cos’è la religione
J.S. Jensen, “Qualche idea sulla religione”,
Che cos’è la religione, cap. 1, pp. 27-40

Metodi e teorie in competizione tra loro

Storia

Teologia Sociologia
Religione
Filosofia Antropologia

Psicologia Scienze cognitive


Che cos’è la religione
J.S. Jensen, “Qualche idea sulla religione”,
Che cos’è la religione, cap. 1, pp. 27-40

Cinque influenti definizioni di religione

Il termine “religione” e l’utilizzo che se ne fa è sempre


influenzato dalla teoria utilizzata per spiegare
Che cos’è la religione
J.S. Jensen, “Qualche idea sulla religione”,
Che cos’è la religione, cap. 1, pp. 27-40

Cinque influenti definizioni di religione

1. Émile Durkheim (1858-1917)


Le forme elementari della vita religiosa (1912): “Una religione è un sistema
solidale di credenze e pratiche relative alle cose sacre, cioè separate, interdette, le
quali uniscono in una comunità morale, chiamata Chiesa, tutti quelli che vi
aderiscono”

Religione come costruzione sociale / “comunità morale” / “Il nostro studio è


interamente fondato su questo postulato: il sentimento unanime dei credenti di tutti
i tempi non può essere puramente illusorio” / separazione “sacro” e “profano”
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Cinque influenti definizioni di religione

2. Sigmund Freud (1856-1939)


L’avvenire di un’illusione (1927): “La religione sarebbe la nevrosi
ossessiva dell’umanità; come quella del bambino, scaturì dal complesso
edipico della relazione paterna”. “Il desiderio ardente del padre è la
radice del bisogno del padre”.

Incentrata sul monoteismo del “Dio padre” / attenzione sui processi


psicologici ed emozionali / una visione critica dell’autorità della religione
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Cinque influenti definizioni di religione

3. Paul Tillich (1886-1965)


Dinamica della fede (1957): “La fede come interesse supremo è un atto di tutta
la persona… è l’atto per eccellenza dello spirito umano… nella dinamica della vita
personale”.

Si focalizza sulla fede piuttosto che sulla religione e ha un’origine cristiana ma


fornisce una visione intuitiva delle fondamentali funzioni cognitive ed emozionali
delle convinzioni religiose/ La fede è l’ultimate concern (interesse ultimo) e si
contrappone all’alienazione e all’insensatezza
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Cinque influenti definizioni di religione

4. Clifford Geertz (1926-2006)


Interpretazione di culture (1973): “1) Un sistema di simboli che opera (o funziona) 2) stabilendo
profondi, diffusi e durevoli stati d’animo e motivazioni negli uomini per mezzo della 3) formulazione di
concetti di un ordine generale dell’esistenza e del 4) rivestimento di questi concetti con un’aura di
concretezza tale che 5) gli stati d’animo e le motivazioni sembrano assolutamente realistici”.

Religione come “sistema culturale” di simboli attraverso cui gli esseri umani danno significato alla propria
esistenza/ Una definizione sia sostanziale sia funzionale / collocazione in una dimensione di significato
simbolico / con funzioni prevalentemente psicologiche, cognitive ed emozionali / definizione svincolata da
riferimenti a dèi e agenti sovrannaturali (può essere applicata alle ideologie, formazioni sociali di autorità),
dunque “una prospettiva religiosa” che diventa una modalità di gestione della cognizione
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Cinque influenti definizioni di religione

5. Pascal Boyer
E l’uomo creò gli dei (2001): “Gli esseri umani non acquisiscono la religione poiché hanno menti
aperte e flessibili, al contrario, proprio a causa dei molti e sofisticati sistemi di interferenza, esse sono
vulnerabili solo a un insieme molto ristretto di concetti sovrannaturali… soltanto un piccolo ventaglio di
concetti riesce ad avere questa pertinenza multipla ed è per questo motivo che le caratteristiche della
religione sono simili in tutto il mondo”.

Metodologia delle scienze cognitive: la religione dipende dalla mente umana / religione come
sottoprodotto evolutivo (un “rinforzo”) radicato nelle rappresentazioni che attirano l’attenzione e violano
le percezioni ordinarie e intuitive del mondo. Un sistema parassitario dei sistemi cerebrali di rilevamento
del pericolo / i credenti sono ingannati dai loro cervelli
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Cinque influenti definizioni di religione

1. Émile Durkheim Svolta funzionale


2. Sigmund Freud Svolta psicoanalitica
3. Paul Tillich Svolta esistenzialistica
4. Clifford Geertz Svolta linguistica
5. Pascal Boyer Svolta cognitiva
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Il concetto di “religione” dipende


dalla teoria impiegata e non è “dato”
(la mappa non è il territorio)
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Definizione stipulativa e politetica di religione

In grado di riscontrare un consenso generale

Comprende un insieme di elementi che possono essere


più o meno importanti in ogni data tradizione religiosa,
molte cose in comune ma non tutte necessarie
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Definizione stipulativa e politetica di religione

Reti semantiche e cognitive che comprendono idee, comportamenti e


istituzioni in relazione ad agenti sovraumani, oggetti e postulati
controintuitivi.
Le religioni includono tipicamente alcuni elementi e componenti quali: spiegazioni delle
origini (cosmogonia) e classificazione di ciò che costituisce il mondo (cosmologia); idee
riguardo questioni, oggetti e agenti sacri, ultimi e inviolabili; credenze in esseri spirituali come
agenti sovrumani; poteri e conoscenze speciali che tali esseri e agenti possiedono e ai quali
gli esseri umani possono accedere; credenze riguardanti il destino dell’uomo e la vita dopo
la morte; azioni rituali di vario genere che garantiscono la comunicazione con il sacro;
istituzioni che stabiliscono i limiti e le condizioni per tale comunicazione e contengono regole
per la condotta umana entro sistemi di purità, gerarchie e relazioni di gruppo; etica e morale.
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Chi ha ragione a proposito della religione?

Insider Outsider

Spazio semantico in cui gli


Tradizione
interlocutori possono dissentire
religiosa
in modo significativo

“Le religioni solitamente attribuiscono autorità a poteri invisibili o


astratti, ma non sono questi i poteri che noi studiamo, ciò che studiamo
sono invece i pensieri e i comportamenti umani in relazione a essi”
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Chi ha ragione a proposito della religione?

“Le religioni solitamente attribuiscono autorità a poteri invisibili o


astratti, ma non sono questi i poteri che noi studiamo, ciò che studiamo
sono invece i pensieri e i comportamenti umani in relazione a essi”

L’obbligo di ciò che Peter L. Berger chiama “imperativo eretico”:


conoscere, rispettare e riflettere su cosa significa che vi siano così tanti
modi diversi di concepire la vita umana.
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Che cos’è la religione, cap. 1, pp. 27-40

Chi ha ragione a proposito della religione?

“Le religioni solitamente attribuiscono autorità a poteri invisibili o


astratti, ma non sono questi i poteri che noi studiamo, ciò che studiamo
sono invece i pensieri e i comportamenti umani in relazione a essi”

L’obbligo di ciò che Peter L. Berger chiama “imperativo eretico”:


conoscere, rispettare e riflettere su cosa significa che vi siano così tanti
modi diversi di concepire la vita umana.
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

RELIGIO
Cicerone (106-43 a.C.): religio da lègere
“riunire” gli uomini nell’adempimento degli obblighi rituali

Tertulliano (155-230 d.C.), Lattanzio (250-317 d.C.): religio da ligàre


“legare” gli uomini a un rapporto con un unico e “vero” Dio

Religio Superstitio
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

La religione come realtà antropologica: necessità di studiare in


prospettiva storico-critica e secondo un’ottica comparata il mondo
sterminato delle religioni

E’ con il secolo dei LUMI (nel Settecento) che si impone la


necessità di indagare la religione come un fenomeno
“naturale” e cioè costitutivo della natura umana

L’universalità della ragione presupponeva e contribuiva a


fondare l’universalità stessa della religione
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

L’eredità dei Greci, dal mythos al logos

ERODOTO (484-430 a.C.): nascita di un metodo storico

Scuola ionica (VI secolo a.C.): Talete, Anassimandro,


Anassimene, nascita di un metodo filosofico-razionale
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Protagora (481-411 a.C.)

“Riguardo agli dèi io non ho modo di sapere


né che sono né che non sono, ché si
oppongono molte cose a questa conoscenza,
quali l’oscurità dell’argomento e la brevità
della vita dell’uomo” (fr. 4 Diels-Kranz)

Agnosticismo: in Protagora la riflessione sul divino si trasforma in un oggetto di


indagine al pari di tutti gli altri, contraddistinto però dal suo essere “oscuro” e quindi
non sottoponibile a un’indagine empirico-scientifica. Separazione tra l’uomo che
indaga come soggetto della conoscenza e dio quale oggetto della sua indagine.
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Senofane di Colofone (570-475 a.C.)

“Se buoi, cavalli e leoni avessero le mani e con le mani


sapessero dipingere e compiere opere d’arte come gli uomini, i
cavalli rappresenterebbero immagini e scolpirebbero statue di
dèi simili a cavalli, i buoi ai buoi, in modo conforme al corpo
che ciascuno possiede” (fr. 16 Diels-Kranz)

“Gli Etiopi asseriscono che i loro dèi sono neri e camusi, i Traci
ci dicono che hanno gli occhi azzurri e i capelli fulvi” (fr. 16 DK)
Critica delle credenze religiose come proiezioni antropomorfiche, mosso
dall’esigenza di salvaguardare un’immagine più pura, “aniconica” e interiore della
divinità
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Prodico (460-380 a.C.)

“Il pane fu ritenuto Demetra, il vino Dioniso, l’acqua


Posidone, il fuoco Efesto e così di seguito per
ciascuna delle cose particolarmente utili” (fr. 5 Diels-
Kranz)

Spiegazione delle credenze religiose in chiave utilitaristica


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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Democrito di Abdera (460-370 a.C.)

“I primi uomini, nell’osservare i fenomeni celesti


come tuoni, lampi, fulmini e aggregati di stelle
(comete) ed eclissi di sole e di luna, furono presi da
terrore e credettero ne fossero causa gli dèi” (fr. 65 A
75 Diels-Kranz)

Gli dèi della mitologia non sono altro che “immagini della fantasia” la cui origine va
ricercata nella paura dell’uomo di fronte ai fenomeni terribili della natura
(interpretazione psicologica)
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Crizia (460-403 a.C.)

“Allora io credo che un qualche ingegnoso e saggio di mente per primo abbia
inventato per gli uomini il timore degli dèi in modo che ci fosse uno
spauracchio per i malvagi, anche per le azioni, le parole e i pensieri nascosti.
Per questi motivi introdusse la nozione del divino, sotto forma di demone
fiorente di vita imperitura, che ode e vede con la mente, che col pensiero
incessante sorveglia le azioni umane e che ha in sé la divina natura” (fr. 25
Diels-Kranz)

La religione come invenzione di politici e legislatori (“instrumentum regni” come


penserà Machiavelli)
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Evemero di Messina (330-250 a.C.)

Nella sua “Iscrizione sacra” racconta di aver scoperto in un


suo viaggio un’isola immaginaria (Panchaia), riemersa
appositamente dopo lungo tempo per riceverlo. In un tempio
dedicato a Zeus trova una colonna d’oro che ha un’iscrizione
che attesta la reale natura di Zeus, il quale aveva voluto
rendere immortali le sue imprese autoproclamandosi dio.

Gli dèi non sarebbero altro che figure umane di guerrieri benefattori, divinizzati dagli
uomini per i benefici compiuti.
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Terenzio Varrone (116-27 a.C.)


Nelle “Antichità religiose”:
“Vi sono tre generi di teologia: quella mitica, di cui si servono i
poeti, quella fisica di cui si servono i filosofi, e quella statale, di
cui si servono i popoli. Quella mitica […] contiene molte cose
contrarie alla dignità e alla natura degli immortali. Il secondo
genere insegna cosa siano gli dèi, dove stiano, di quale sorta
e di quale condizione siano […]. Il terzo genere di teologia
insegna che cosa i cittadini, e soprattutto i sacerdoti, devono
conoscere ed esercitare nelle città; essa definisce anche quali
dèi debbano essere venerati a causa dello Stato e con quali
azioni”

Centralità del dato “politico” caratteristico della religione romana


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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Jean Bodin (1529-1596)

Colloquium Heptaplomeres de rerum sublimi arcani abditis


(1593):
Sette interlocutori: un cattolico, un luterano, un calvinista, un
ebreo, un musulmano, due rappresentanti che indicano la
possibilità di una religione “razionale”.

Lo scenario biblico e monoteistico è ancora presente, ma la sua lettura ortodossa è


abbandonata, sostituita da ogni altro tipo di lettura in grado di dimostrare il suo
fondamento naturale e razionale
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Baruch Spinoza (1632-1677)


Trattato teologico politico (1670)
• Il linguaggio della Bibbia è metaforico, essa deve essere
considerata alla stregua di un documento storico ed interpretata
con lo stesso metodo di cui ci serviamo per gli altri documenti
storici.
• Vi è equivalenza tra profezia e rivelazione
• Vi è equivalenza tra rivelazione e conoscenza naturale, perché
conoscere significa apprendere le leggi eterne della natura,
create da Dio
• La legge si distingue in divina e umana: la prima è un modo di
vivere che ha come fine il raggiungimento del sommo bene, cioè
la conoscenza e l’amore di Dio, la seconda è l’insieme di
prescrizioni per la pace sociale terrena
• Separazione fra fede e ragione, dunque fra teologia e filosofia: la
fede ha la finalità dell’obbedienza, la ragione ha l’obiettivo della
verità
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ILLUMINISMO
Joseph-François Lafitau (1681-1746)

Moeurs des sauvages Ameriquains, comparés aux moeurs des


premiers temps (1724):
Uno dei primi studi comparati sulle religioni. Ritiene ci siano
delle affinità tra le antiche credenze dei greci e quelle dei nativi
americani (Irochesi)

La sua opera nacque all'interno di una disputa ideologica di natura religiosa: voleva
dimostrare, contro i Libertini, che non esistono popoli atei per natura. Ma proprio
nella dimostrazione della credenza universale in un Essere Superiore, filosofi come
Voltaire videro la prova dell'esistenza di una Religione Naturale.
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ILLUMINISMO
David Hume (1711-1776)
Ricerca sull’intelletto umano (1748)
“Sicché possiamo concludere che la religione cristiana non
soltanto fu accompagnata da miracoli alle origini, ma
nemmeno oggi può esser creduta da qualunque persona
ragionevole senza un miracolo. La pura ragione è insufficiente
a convincerci della sua veracità; e chiunque sia mosso dalla
fede a prestarle il suo assenso è consapevole di un miracolo
continuo che avviene nella sua persona e che sconvolge tutti i
principi della sua intelligenza e lo spinge a decidere di credere
a ciò che è sommariamente contrario alla consuetudine ed alla
esperienza”
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

ILLUMINISMO
Deismo

Deismo vs Teismo
Monoteismo
Esiste un essere interamente trascendente che non si immischia negli affari
umani
La sua creazione funziona secondo le leggi della Natura accessibili dalla
ragione umana
E’ possibile pertanto conoscere Dio osservando il mondo naturale
Un’etica e una morale universali basate sulla natura umana
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La svolta romantica (storia e sentimento)


Johann Gottfried Herder (1744-1803)

“Sulle diverse religioni”, “Ancora una filosofia della storia”


I canoni dottrinari delle religioni, al pari dei sistemi filosofici
elaborati nel corso della storia, devono essere classificati non
sotto il profilo della coppia verità/errore, ma come opinioni
umane, nate sul terreno di peculiari esigenze nazionali e
culturali.
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La svolta romantica (storia e sentimento)


Friedrich Schleiermacher (1768-1834)

“Sulla religione: discorsi a quegli intellettuali che la


disprezzano” (1799)
“L’essenza della religione non è né pensare né agire, ma
intuizione e sentimento”. “L’intuizione è e sempre rimane
qualcosa di individuale, separato, la percezione immediata, non
altro… lo stesso vale per la religione: essa si ferma alle
immediate esperienze dell’esistenza e dell’azione dell’universo,
alle intuizioni e ai sentimenti individuali”.
Che cos’è la religione

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La svolta romantica (storia e sentimento)


Friedrich Schleiermacher (1768-1834)

“Sulla religione: discorsi a quegli intellettuali che la


disprezzano” (1799)
“L’essenza della religione non è né pensare né agire, ma
intuizione e sentimento”. “L’intuizione è e sempre rimane
qualcosa di individuale, separato, la percezione immediata, non
altro… lo stesso vale per la religione: essa si ferma alle
immediate esperienze dell’esistenza e dell’azione dell’universo,
alle intuizioni e ai sentimenti individuali”.
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Nascita del metodo storico critico filologico


David Friedrich Strauss (1808-1874)

“La vita di Gesù esaminata criticamente” (1835)


I resoconto biblici vanno emendati dagli elementi soprannaturali
e miracolosi (illusioni delle prime comunità cristiane), indirizzati a
sostenere la convinzione che Gesù fosse il Messia. Tale metodo
va esteso allo studio di tutte le religioni che abbiano fonti testuali

Nascita della “storia delle religioni” come disciplina accademica


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Alle origini dello studio scientifico delle religioni


Evoluzionismo e intellettualismo: la religione come spiegazione

Edward Burnett Tylor (1832-1917)

• La religione è “la credenza in esseri spirituali”


• “L’animismo è la base della filosofia della religione, da quella
degli uomini selvaggi a quella degli uomini civili”
• La credenza negli esseri spirituali era comunque il risultato di un
pensiero razionale che tentava di spiegare la vita, la morte, i
sogni e gli eventi inspiegabili
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Evoluzionismo e intellettualismo: la religione come spiegazione

James George Frazer (1854-1941)

“Il ramo d’oro” (1890)


• Prima della religione, ci sarebbe la magia
• La magia è la credenza che l’universo fosse ordinato e potesse
essere manipolato secondo una relazione di causa-effetto,
tipico anche della scienza e della tecnica (magia come “sorella
bastarda della scienza”)
• “Se la religione implica la credenza in esseri soprannaturali che
governano il mondo e, in secondo luogo, il tentativo di
conquistarne la benevolenza, essa presume che il corso della
natura sia, in certa misura, elastico e variabile… in netto
contrasto con i principi tanto della magia quanto della scienza”
Che cos’è la religione

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Evoluzionismo e intellettualismo: la religione come spiegazione

Robert Ranulph Marett (1866-1943)

“Pre-Animistic religion” (1900)


Al di sotto della credenza negli spiriti, c’è un senso più
indifferenziato del mondo, riempito dalla manifestazione del
potere sovrannaturale “che porta l’uomo, prima che egli possa
pensare o teorizzare su di esso, a rapporti personali con il
soprannaturale”: mana (termine melanesiano-polinesiano) per
indicare una potenza religiosa originaria e impersonale che
agisce per il bene o per il male “e che è particolarmente
vantaggioso possedere e controllare”.
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Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Le teorie dinamistiche di Frazer e Marett trovarono nuovo


alimento nei lavori della scuola sociologica francese che, in
particolare nel saggio di Marcel Mauss, Esquisse d’une
théorie générale de la magie (1902-1903) tese a rileggere il
mana in chiave sociale, quale prodotto delle emozioni e degli
impulsi collettivi, manifestazione simbolica del potere che tiene
legata insieme la società (la potenza come “origine” della
religione).

“scoperta” di una fondamentale categoria, quella del sacro


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Teoria del sacro come essenza della religione
Rudolf Otto (1869-1937)

“Il sacro. L'irrazionale nell'idea del divino e la sua relazione col


razionale” (1917)
• Autonomia assoluta della religione, basata sul sentimento del
“Totalmente altro”
• Sacro come “numinoso”: tremendum, mysteriosum, fascinans
• Tale sentimento del religioso è a priori, non dipende
dall’esperienza, ma è una predisposizione presente in ogni
uomo

Metodo fenomenologico: Gerardus Van der Leuuw (1890-1950), Mircea Eliade (1907-1986)
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Psicologia della religione


William James (1842-1910)

“Le varie forme dell’esperienza religiosa” (1902)


• Distinzione tra religione persone e religione istituzionale
• Approccio individualistico: bisogna studiare le esperienze
religiose personali e gli specialisti religiosi (“virtuosi”, i mistici)
• Le “verità religiose” sono vere per chi ne fa esperienza, ma per
gli altri non sono che idee

Analogia con l’approccio di Max Weber (1864-1920), cfr. “L’etica protestante e


lo spirito del capitalismo”
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Psicologia della religione


Carl Gustav Jung (1875-1961)
Psicologia analitica
• Inconscio collettivo
• Individuazione
• Archetipi
• In quanto realtà psichica, la religione è manifestazione nella
coscienza del singolo della potenza numinosa dell’inconscio
collettivo e dei suoi archetipi, forme simboliche che rimandano
alle esperienze fondamentali dell’uomo
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Jung sottopose ad osservazione moltissimi sogni (circa 80.000) e scoprì
non solo che tutti i sogni sono in varia misura importanti, ma che essi si
inseriscono in una trama complessa di fattori psichici.
Scoprì che nella loro globalità i sogni si presentano secondo uno schema, si
svolgono in un lento processo che chiamiamo processo di individuazione.
Certi contenuti onirici emergono, si dissolvono, per poi ripresentarsi
nuovamente.
La nostra attività onirica segue uno schema, per quanto tortuoso e
indecifrabile appaia ai nostri occhi, ed esaminando questo disegno obliquo
possiamo individuare l’opera di "una tendenza direzionale regolatrice" che
determina un lento, impercettibile processo di sviluppo psichico che è il
processo di individuazione.
Lentamente emerge una personalità più ricca e matura che acquista
corposità.
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Carl Gustav Jung (1875-1961)


“Nessuno ha il mio Dio, ma il mio Dio ha tutti quanti, me
compreso” (“Libro rosso”)
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L'archetipo del Sé è l’archetipo della totalità, il centro di ogni


psiche individuale, è il luogo simbolico in cui si ricongiungono gli
altri archetipi opposti di maschile e femminile, viaggio e morte-
rinascita, è il luogo di separazione e contemporanea integrazione
di ogni aspetto della personalità.
Che cos’è la religione

Alle origini dello studio scientifico delle religioni

Archetipo del Sé
Il centro organizzativo da cui dipende l’effetto regolatore è una specie di
atomo nucleare del sistema psichico, un centro di creazione e
organizzazione.
Jung lo ha denominato Sè, intendendo con tale termine la totalità psichica,
per distinguerlo dall’io che comprende solo una parte della psiche totale.
Nel corso delle varie epoche gli uomini hanno avuto una conoscenza intuitiva
dell’esistenza di tale centro interiore.
I greci lo chiamavano Daimon dell’uomo, i romani lo veneravano nel "genius"
innato dell’individuo, in Egitto era "l’anima di Ba".
Tra le tribù degli indiani Naskapi si parla del Mista Peo, l’amico interiore, il
grande uomo che sta dentro di noi ed è immortale.
Il Sè è questo principio guida interiore, distinto dalla personalità cosciente,
che incontriamo e sperimentiamo nei sogni. Ogni uomo, almeno una volta
nella vita, fa esperienza del Sè. Questo archetipo è una autentica unione di
opposti: è maschile e femminile, vecchio e fanciullo, potenza e passività.
IL SÉ (C.G. JUNG, 1875-1961)
Jolande Jacobi, La psicologia di Jung, Boringhieri 1973 (prima edizione: 1944)
IL SÉ (C.G. JUNG, 1875-1961)
Jolande Jacobi, La psicologia di Jung, Boringhieri 1973 (prima edizione: 1944)
IL SÉ (C.G. JUNG, 1875-1961)
Jolande Jacobi, La psicologia di Jung, Boringhieri 1973 (prima edizione: 1944)
IL SÉ (C.G. JUNG, 1875-1961)
Jolande Jacobi, La psicologia di Jung, Boringhieri 1973 (prima edizione: 1944)
C.G.Jung, “Libro rosso”
Mandala tibetano
Che cos’è la religione

Tipologia ed elementi della religione

Sacro / Profano

Émile Durkheim: “Tutte le credenze religiose conosciute, siano esse


semplici o complesse, hanno uno stesso carattere comune: esse
presuppongono una classificazione delle cose, reali o ideali, che gli uomini si
rappresentano in due classi, in due generi opposti, definiti generalmente con
due termini tradotti abbastanza bene dai concetti di profano e di sacro. La
divisione del mondo in due domini che comprendono l’uno tutto ciò che è
sacro, l’altro tutto ciò che è profano, è il carattere distintivo del pensiero
religioso” (Le forme elementari della vita religiosa)
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Tipologia ed elementi della religione

Sacro / Profano

La scoperta del sacro come categoria interpretativa dei fenomeni religiosi


costituisce l’esito di un processo complesso che accompagna la storia
culturale dell’Ottocento.Due tradizioni interpretative che convergono nel
dar vita alla moderna categoria di sacro
Una tradizione tipica della Germania (protestante): il carattere soggettivo
di esperienza vissuta, Erlebnis. Schleiermacher, Otto.
Una tradizione francese, sociologica (cattolica/laica): Durkheim, Mauss.
Tradizione che tende a sottolineare la particolare realtà che si dispiega
nella forza integratrice, di coesione sociale, svolta dalla pratica religiosa
Che cos’è la religione

Tipologia ed elementi della religione

Sacro / Profano
Robertson Smith (1846-1894)

• Il sacro designa la relazione tra un dio e una realtà


appartenente al mondo naturale
• La dimensione sacrale consiste nella manifestazione di una
potenza straordinaria che si comunica alla natura come una
“scarica elettrica”

“Ogni luogo e cosa che possiedono un’associazione naturale con il


dio sono considerati come carica di un’energia divina che è pronta ad
ogni momento a scaricarsi fino a distruggere l’uomo che presuma di
accostarvisi in modo indebito” (The Religion of the Semites)
Che cos’è la religione

Tipologia ed elementi della religione

Sacro / Profano
Robertson Smith (1846-1894)

• Natura ambivalente del sacro: un supernatural power


• Con il suo lavoro estende il concetto di “sacro” come ricavato
dagli studi antropologici sul mana e i tabù agli studi sul mondo
antico, in particolare al mondo biblico (qadosh, “sacro” ebraico)
• Ma per il “teologo liberale” Robertson Smith il sacro appartiene
al passato dell’umanità, alle religioni naturali e politeistiche, sulle
quali aveva trionfato l’individualismo religioso e disincantato del
cristianesimo, col trionfo della religione rivelata sulla religione
naturale
Che cos’è la religione

Tipologia ed elementi della religione

Sacro-Santo

Sacer e sanctus derivano etimologicamente dalla radice indoeuropea sak:


pattuizione, definisce un rapporto riguardo a certe offerte. Si generano
opposizione
sacer/profanus (ciò che sta fuori del fanum, il luogo consacrato)
sanctus/sine santione

Sacer indica tutto ciò che in virtù di un atto pubblico della civitas e dei suoi
rappresentanti viene dedicato agli dèi, sottratto alla sfera profana
Sanctus indica la sanzione ufficiale (sancire), il riconoscimento legale di
questo atto

Sacer assume anche un significato ambivalente, sacro è anche chi viene


maledetto perché ha violato la sacralità di un oggetto o di una persona
appartenente agli dei, consacrati alla divinità.
Che cos’è la religione

La religione come “i-religion”: rappresentazioni, credenze che


sono nella mente degli individui (psicologia delle religioni, scienze
cognitive)
La religione come “e-religion”: rappresentazioni e pratiche
collettive di gruppi e istituzioni cui quelle pratiche si riferiscono
(sociologia delle religioni)

“agiamo nel modo in cui agiamo a motivo delle credenze


che abbiamo”
Come le religioni “simbolizzino” o corrispondano a ordine,
struttura e funzioni sociali
Che cos’è la religione
La religione come fatto sociale e tra le menti

John Searle (Creare il mondo sociale. La struttura della civiltà umana)

Condizioni per l’invenzione sociale:

• L’intenzionalità collettiva (“noi abbiamo intenzione di…”): attribuzioni di funzione di


status (x vale y)
• Regole costitutive, attraverso a) atti verbali, b) lingua scritta

“Le funzioni di status non esistono realmente a meno che non siano rappresentate
come esistenti. In un certo senso c’è un elemento di immaginazione nell’esistenza
della proprietà privata, del matrimonio e dello stato perché in ogni caso dobbiamo
trattare qualcosa come qualcosa che non è tale intrinsecamente”
Il linguaggio, il mito e le istituzioni sociali rappresentano dunque il ponte tra “i-
religion” ed “e-religion”. Gli esseri umani possiedono “menti ibride” con la
capacità di immagazzinare delle memorie esterne nella lingua e negli artefatti
(come la scrittura) con i quali possono formare e utilizzare vaste reti cognitive
(“mente estesa”).
Che cos’è la religione

Tipologia ed elementi della religione

Comparazione genealogica Comparazione tipologica

Effettive relazioni storiche assicurano Prescinde dalle effettive relazioni


l’utilità della comparazione storiche, non si pone il problema di una
“origine comune”, compara secondo dei
tipi ideali, tipologie, per cogliere
analogie e differenze delle culture e
religioni messe a confronto
Che cos’è la religione

Tipologia ed elementi della religione

Tipologie

Uno Molti

Religioni monoteiste Religioni politeiste


Che cos’è la religione

Tipologia ed elementi della religione

Tipologie

Locativo U-topico

Religioni non legate a uno specifico


Religioni indigene, autoctone e con una
“topos”, ma che esprimono idee, norme
cosmologia legata a una particolare
e valori che sono considerati universali
area (“locus”).
dalle tradizioni stesse.
Che cos’è la religione

Tipologia ed elementi della religione

Tipologie

Esoteriche Essoteriche

Alcuni contenuti della religione sono


Non esistono elementi almeno
noti solo a una élite. Oppure la religione
potenzialmente accessibili da parte di
ha una scrittura e lingua ufficiale non
tutti i suoi fedeli.
nota alla maggioranza dei suoi fedeli.
Che cos’è la religione

Tipologia ed elementi della religione

Tipologie

Chiesa Setta

I suoi membri sono prevalentemente L’appartenenza a una setta è volontaria,


nati al suo interno elettiva, e può richiedere delle prove
Che cos’è la religione

Tipologia ed elementi della religione


Tipologie
“per questo mondo” “per l’altro mondo”

Queste religioni hanno a che fare per lo Le religioni che si focalizzano sul recupero, la
più con la “benedizione” di questo redenzione e la salvezza da questo mondo
mondo (fertilità, abbondanza di cibo, “disforico”, sulla beatitudine da ottenersi nel
stabilità sociale). mondo venturo o in qualche altra condizione
“euforica” (paradiso, nirvana, ecc.).

Religioni “karmiche” Religioni della predestinazione


Tipologie

Politeista vs Monoteista
Locativa vs U-topica
Etnica vs Globale
Tradizione orale vs Tradizione letteraria
Elitaria vs Popolare
Chiesa vs Setta
Questo mondo vs Altro mondo
Missionaria vs Non missionaria
Karmica vs Non karmica
Immaginifica vs Dottrinaria
Ortodossa vs Ortopratica
Tipi principali di teorie sulla religione

Tipo di teoria Descrizione Esempi

Reliigione intesa come Antichi miti hindu, racconto biblico della


visione del mondo e
Intellettualistica spiegazione di condizioni
creazione, origini divine della tribù o della
culturali e sociali nazione, divinazione e oracoli

Religione come
Simbolista/Della espressione di strutture Animali come simboli di clan, origini divine dei
corrispondenza sociali, risultato di forze gruppi, imperatori come divinità
economiche e politiche

Religione come fonte di


conforto emotivo e senso di Preghiere e guarigioni rituali, formazioni di gruppi
Esistenzialistica appartenenza per affrontare che danno supporto emotivo
le vicissitudini del mondo

Emergere della religione dai


meccanismi mentali,
Essere immaginati inesistenti considerati come
Cognitivista ontologia contro-intuitiva,
adattiva o non-adattiva cause efficienti in questo mondo
rispetto all’evoluzione
Che cos’è la religione

Credenze, idee e rappresentazioni

Credenza Fede

L’attitudine che abbiamo ogni volta che Atteggiamento specifico nei riguardi di
assumiamo che qualcosa sta in un certo alcune credenze consapevolmente
modo o la consideriamo come vera. assunte.

“La fede è fondamento delle cose che si


Per avere delle credenze non è necessario
sperano e prova di quelle che non si
sapere di averle
vedono” (Eb 11,1)
Che cos’è la religione

Credenze, idee e rappresentazioni

Il linguaggio

• Icone
• Indici
• Simboli
Che cos’è la religione

Credenze, idee e rappresentazioni

Il simbolo
• Non è la metafora (“Il leone è il re degli animali”,
disaccoppiamento cognitivo)
• Non è l’allegoria (raffigurazione convenzionale, “la
dea bendata della fortuna”

Il simbolo è immaginazione iconica


Che cos’è la religione

Credenze, idee e rappresentazioni

Il simbolico religioso come condensazione, combinazione cognitiva

1. “Śiva è una fonte di divina potenza” (contesto metafisico)


2. “Il pene è una fonte di potenza animale” (contesto biologico)
3. “Il Liṅga è un oggetto modellato a forma di pene” (relazione iconica)
4. “Il Liṅga è il Dio Śiva” (fusione dei contesti 1+2+3 “nella mente”)
Che cos’è la religione

Credenze, idee e rappresentazioni

Linga simbolo di Śiva

• Nel suo libro Hindu Dharma, Bansi Pandit scrisse


che la parola Liṅga deriva in realtà dall'unione
delle due parole sanscrite laya (dissoluzione) e
agaman (ricreazione); perciò, lo Śiva-Linga
simboleggia quell'entità in cui la creazione si fonde
al tempo della dissoluzione e da cui l'universo
riappare all'inizio del nuovo ciclo della creazione”.

Liṅgam e yoni (simbolo di


Il simbolo è immaginazione iconica, associazioni androginia)
non riducili a processi lineari logici
Che cos’è la religione

Credenze, idee e rappresentazioni

Credenze intuitive Credenze riflessive

“Esistono due classi di credenze che raggiungono la razionalità in modi diversi.


Le credenze intuitive devono la loro funzionalità a meccanismi percettivi e
inferenziali essenzialmente innati; pertanto esse non variano in modo cruciale
da una cultura all’altra e sono reciprocamente coerenti o facilmente conciliabili.
Le credenze che variano attraverso le culture al punto da sembrare irrazionali
dalla prospettiva di un’altra cultura sono credenze riflessive, con un contenuto
in parte misterioso anche per coloro che vi credono. E’ razionale assumere
queste credenze non per il loro contenuto, ma per la loro fonte”. (Dan Sperber
Che cos’è la religione

Credenze, idee e rappresentazioni

“Catalogo generale del soprannaturale” (P. Boyer)


Che cos’è la religione

Credenze, idee e rappresentazioni

Credenze che modulano credenze

• Effetto consenso
• Effetto falso consenso
• Effetto generazione
• Illusioni di memoria
• Difetto del monitoraggio delle fonti
• Pregiudizio di conferma
• Riduzione della dissonanza cognitiva

Credenze costitutive Credenze regolative

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