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COSTITUZIONE DELLA GIORDANIA

Capitolo primo: Lo Stato e il suo regime di governo

Articolo1

Il Regno hashemita di Giordania è uno Stato arabo sovrano e indipendente. È indivisibile e nessuna sua
parte può essere ceduta. Il popolo giordano fa parte della Nazione araba e il suo regime è parlamentare con
una monarchia ereditaria.

Articolo2

L'Islam è la religione dello Stato e l'arabo è la sua lingua ufficiale.

Articolo3

La città di Amman è la capitale del Regno e può essere trasferita in un altro luogo con una legge speciale.

Articolo 4

La bandiera giordana avrà la forma e le misure seguenti:

La lunghezza è pari al doppio della larghezza. È divisa orizzontalmente in tre strisce parallele uguali, la più
alta delle quali è nera, la centrale bianca e la più bassa verde. All'estremità dell'asta, la bandiera avrà un
triangolo rosso, la cui base sarà pari alla sua larghezza e la sua altezza sarà pari alla metà della sua
lunghezza. In questo triangolo si troverà una stella bianca a sette punte di un'area tale da poter essere
assorbita in un cerchio il cui diametro sarà pari a un quattordicesimo della sua lunghezza; sarà posizionata
in modo tale che il suo centro si trovi all'intersezione delle linee che dividono gli angoli del triangolo e l'asse
che passa per una delle sue punte sarà parallelo alla base del triangolo.

Capitolo 2: Diritti e doveri dei giordani

Articolo 5

La nazionalità giordana è definita dalla legge.

Articolo 6

(i) I giordani sono uguali davanti alla legge. Non vi sarà alcuna discriminazione tra loro per quanto riguarda i
diritti e i doveri, a causa della razza, della lingua o della religione.
(ii) Il governo assicura il lavoro e l'istruzione nei limiti delle sue possibilità e garantisce uno stato di
tranquillità e di pari opportunità a tutti i giordani.

Articolo 7

La libertà personale è garantita.

Articolo 8

Nessuno può essere detenuto o imprigionato se non in conformità alle disposizioni di legge.

Articolo 9

(i) Nessun giordano può essere espulso dal territorio del Regno.

(ii) Nessun giordano può essere impedito di risiedere in un luogo o essere obbligato a risiedere in un luogo
specifico, se non nelle circostanze previste dalla legge.

Articolo 10

Le case di abitazione sono inviolabili e non vi si può accedere se non nei casi e nei modi previsti dalla legge.

Articolo 11

La proprietà di qualsiasi persona non potrà essere espropriata se non per scopi di pubblica utilità e in
cambio di un giusto indennizzo, come può essere prescritto dalla legge.

Articolo 12

Nessun prestito può essere imposto con la forza e nessuna proprietà, mobile o immobile, può essere
confiscata, se non in conformità alla Legge.

Articolo 13

Il lavoro obbligatorio non può essere imposto a nessuno, ma chiunque può essere obbligato a svolgere
qualsiasi lavoro o a prestare qualsiasi servizio nelle circostanze previste dalla legge, come indicato di
seguito.

(i) In uno stato di necessità, come uno stato di guerra, il verificarsi di un pericolo pubblico, o un incendio,
un'inondazione, una carestia, un terremoto, una grave epidemia tra gli esseri umani o gli animali o malattie
animali, insetti o parassiti o qualsiasi altro evento simile, o in qualsiasi altra circostanza che metta in
pericolo la sicurezza della popolazione, in tutto o in parte.

(ii) in seguito alla condanna dell'interessato da parte di un tribunale, a condizione che il lavoro sia svolto e il
servizio sia reso sotto la supervisione di un'autorità ufficiale e a condizione che nessun condannato sia
assunto o messo a disposizione di una società o di un ente pubblico.
Articolo 14

Lo Stato salvaguarda il libero esercizio di tutte le forme di culto e di tutti i riti religiosi secondo le
consuetudini osservate nel Regno, a meno che tale esercizio non sia incompatibile con l'ordine pubblico o la
morale.

Articolo 15

(i) Lo Stato garantisce la libertà di opinione. Ogni giordano è libero di esprimere la propria opinione con la
parola, per iscritto, o per mezzo di rappresentazioni fotografiche e altre forme di espressione, entro i limiti
della legge.

(ii) La libertà di stampa e di pubblicazione è garantita nei limiti della legge.

(iii) I giornali non possono essere sospesi dalla pubblicazione né le loro autorizzazioni possono essere
ritirate se non in conformità alle disposizioni di legge.

(iv) In caso di dichiarazione della legge marziale o dello stato di emergenza, la legge può imporre una
censura limitata a giornali, opuscoli, libri e trasmissioni su questioni che riguardano la sicurezza pubblica o
la difesa nazionale.

(v) Il controllo delle risorse dei giornali è regolato dalla legge.

Articolo 16

(i) I giordani hanno il diritto di tenere riunioni nei limiti della legge.

(ii) I giordani hanno il diritto di fondare società e partiti politici, a condizione che i loro scopi siano legittimi, i
loro metodi pacifici e i loro statuti non siano in contrasto con le disposizioni della presente Costituzione.

(iii) La costituzione di società e partiti politici e il controllo delle loro risorse sono regolati dalla legge.

Articolo 17

I giordani hanno il diritto di rivolgersi alle autorità pubbliche per qualsiasi questione personale che li
riguardi o per qualsiasi questione relativa agli affari pubblici, nei modi e alle condizioni stabiliti dalla legge.

Articolo 18

Tutte le comunicazioni postali, telegrafiche e telefoniche sono considerate segrete e, in quanto tali, non
possono essere sottoposte a censura o sospensione se non nei casi previsti dalla legge.

Articolo 19

Le Congregazioni hanno il diritto di istituire e mantenere le proprie scuole per l'educazione dei propri
membri, a condizione che rispettino le disposizioni generali della legge e si sottopongano al controllo del
governo per quanto riguarda i programmi e l'orientamento.
Articolo 20

L'istruzione elementare è obbligatoria per i giordani e gratuita nelle scuole governative.

Articolo 21

(i) I rifugiati politici non potranno essere estradati a causa delle loro convinzioni politiche o per la difesa
della libertà.

(ii) L'estradizione di criminali comuni sarà regolata da accordi e leggi internazionali.

Articolo 22

(i) Ogni giordano ha il diritto di essere nominato a cariche pubbliche alle condizioni previste dalla legge o
dai regolamenti.

(ii) La nomina a qualsiasi ufficio governativo o a qualsiasi istituzione collegata al governo, o a qualsiasi
ufficio municipale, sia che si tratti di una nomina permanente o temporanea, sarà effettuata sulla base dei
meriti e delle qualifiche.

Articolo 23

(i) Ogni cittadino ha il diritto di lavorare e lo Stato deve offrire opportunità di lavoro a tutti i cittadini,
dirigendo l'economia nazionale e aumentando il suo livello di rendimento.

(ii) Lo Stato deve proteggere il lavoro ed emanare una legislazione a tal fine basata sui seguenti principi:

(a) Ogni lavoratore deve ricevere un salario commisurato alla quantità e alla qualità del suo lavoro.

(b) Il numero di ore di lavoro settimanali deve essere limitato. Ai lavoratori devono essere concessi giorni di
riposo settimanale e annuale retribuiti.

(c) Un'indennità speciale sarà concessa ai lavoratori che sostengono le famiglie e in caso di licenziamento,
malattia, vecchiaia ed emergenze derivanti dalla natura del loro lavoro.

(d) Devono essere previste condizioni speciali per l'impiego di donne e minori.

(e) Le fabbriche e le officine saranno soggette a norme sanitarie.

(f) I sindacati liberi saranno costituiti nei limiti della legge.

Capitolo 3: Poteri - Disposizioni generali

Articolo 24

(i) La Nazione è la fonte di tutti i poteri.


(ii) La Nazione esercita i suoi poteri nel modo prescritto dalla presente Costituzione.

Articolo 25

Il potere legislativo è affidato all'Assemblea nazionale e al Re. L'Assemblea nazionale è composta da un


Senato e da una Camera dei deputati.

Articolo 26

Il potere esecutivo spetta al Re, che esercita i suoi poteri attraverso i suoi ministri in conformità alle
disposizioni della presente Costituzione.

Articolo 27

Il potere giudiziario sarà esercitato dai diversi tribunali e tutte le sentenze saranno emesse in conformità
alla legge e pronunciate in nome del Re.

Capitolo 4: Il potere esecutivo - Parte 1: Il Re e le sue prerogative

Articolo 28

Il trono del Regno hashemita è limitato per eredità alla dinastia di Re Abdullah Ibn Al-Hussein in linea
diretta attraverso i suoi eredi maschi, come previsto dalle seguenti disposizioni:

(a)[1] Il titolo reale passa dal detentore del trono al suo figlio maggiore, e al figlio maggiore di quest'ultimo
e in seguito con un processo simile. Se il figlio maggiore muore prima che il Trono gli sia devoluto, il figlio
maggiore erediterà il Trono, nonostante l'esistenza di fratelli del figlio deceduto. Il Re, tuttavia, può
scegliere uno dei suoi fratelli come erede apparente. In quest'ultimo caso, il titolo al Trono passerà a lui dal
titolare del Trono.

(b) Se l'avente diritto al Trono muore senza eredi maschi, il Trono passa al fratello maggiore. Nel caso in cui
il titolare del Trono non abbia fratelli, il Trono passerà al figlio maggiore del fratello maggiore. Nel caso in
cui il fratello maggiore non abbia figli, il Trono passerà al figlio maggiore degli altri fratelli secondo la loro
anzianità di età.

(c) In mancanza di fratelli o nipoti, il trono passerà agli zii e ai loro discendenti secondo l'ordine prescritto al
precedente paragrafo (b).

(d) In caso di morte dell'ultimo Re senza eredi, secondo le modalità sopra descritte, il trono passerà alla
persona che l'Assemblea Nazionale sceglierà tra i discendenti del fondatore della Rivolta Araba, il defunto
Re Hussein Ibn Ali.

(e) Non potrà salire al trono chi non sia musulmano, sano di mente e nato da moglie legittima e da genitori
musulmani.

(f) Non può salire al trono chi è stato escluso dalla successione con un decreto reale a causa della sua
inidoneità. Tale esclusione non includerà di per sé i discendenti di tale persona. Il decreto reale di
esclusione deve essere firmato dal Primo Ministro e da quattro Ministri, di cui almeno due devono essere il
Ministro della Giustizia e il Ministro dell'Interno.

(g) Il Re raggiunge la maggiore età al compimento del diciottesimo anno, secondo il calendario lunare. Se il
trono spetta a una persona che non ha raggiunto tale età, i poteri del Re saranno esercitati da un Reggente
o da un Consiglio di Reggenza, che sarà stato nominato con Decreto Reale dal Re regnante. Se il Re muore
senza aver effettuato tale nomina, il Consiglio dei Ministri nominerà il Reggente o il Consiglio di Reggenza.

(h) Nel caso in cui il Re non sia in grado di esercitare i suoi poteri a causa di una malattia, i suoi poteri
saranno esercitati da un Viceregente o da un Consiglio dei Viceregenti. Tale Viceregente o Consiglio dei
Viceregenti sarà nominato con Decreto Reale e, se il Re non è in grado di effettuare tale nomina, la nomina
sarà effettuata dal Consiglio dei Ministri.

(i) Se il Re desidera lasciare il Paese, prima della sua partenza dovrà nominare, con decreto reale, un
Viceregente o un Consiglio dei Viceregenti per esercitare i suoi poteri durante la sua assenza. Il Viceregente
o il Consiglio dei Viceregenti dovrà osservare le condizioni eventualmente prescritte nel Decreto Reale. Se
l'assenza del Re si prolunga per più di quattro mesi e l'Assemblea nazionale non è in sessione, l'Assemblea
deve essere convocata immediatamente per esaminare la questione.

(j) Prima che il Reggente o il Viceregente o qualsiasi membro del Consiglio di Reggenza o del Consiglio dei
Viceregenti assuma il suo incarico, dovrà prestare giuramento, come prescritto dall'articolo 29, davanti al
Consiglio dei Ministri.

(k) In caso di morte del Reggente o del Viceregente, o di un membro del Consiglio di Reggenza o del
Consiglio dei Viceregenti, o in caso di incapacità di esercitare le proprie funzioni, il Consiglio dei Ministri
nominerà una persona idonea a sostituirlo.

(l) Un Reggente, o Viceregente, o membro del Consiglio di Reggenza o del Consiglio dei Viceregenti non
deve avere meno di trent'anni, secondo l'anno solare lunare. Tuttavia, qualsiasi parente maschio del Re che
abbia compiuto il diciottesimo anno di età può essere nominato a tali cariche.

(m) Nel caso in cui il Re sia incapace di intendere e di volere a causa di una malattia mentale, il Consiglio dei
Ministri, una volta confermata la malattia, convocherà immediatamente l'Assemblea nazionale. Se
l'infermità è definitivamente confermata, l'Assemblea nazionale, con una risoluzione, depone il Re e il titolo
al trono passa alla persona che ne ha diritto dopo di lui, secondo le disposizioni della presente Costituzione.
Se la Camera dei Deputati è sciolta in quel momento, o se il suo mandato è scaduto e non è stata eletta una
nuova Camera, la precedente Camera dei Deputati è convocata a tal fine.

Articolo 29

Al momento della sua ascesa al trono, il Re giura davanti all'Assemblea nazionale, che si riunisce sotto la
presidenza del Presidente del Senato, di rispettare e osservare la Costituzione e di essere fedele alla
nazione.

Articolo 30

Il Re è il Capo dello Stato ed è immune da qualsiasi responsabilità.

Articolo 31
Il Re ratifica le leggi e le promulga. Dirige l'emanazione dei regolamenti necessari per la loro attuazione, a
condizione che tali regolamenti non siano in contrasto con le disposizioni delle leggi stesse.

Articolo 32

Il Re è il Comandante Supremo dell'Esercito, delle Forze Navali e dell'Aviazione.

Articolo 33[2]

(i)[3] Il Re dichiara la guerra, conclude la pace e conferma i trattati e gli accordi.

(ii) I trattati e gli accordi che comportano impegni finanziari per l'erario o che riguardano i diritti pubblici o
privati dei giordani non sono validi se non sono approvati dall'Assemblea nazionale. In nessun caso i termini
segreti contenuti in un trattato o in un accordo potranno essere in contraddizione con i termini palesi.

Articolo 34

(i) Il Re emette ordini per lo svolgimento delle elezioni della Camera dei Deputati in conformità alle
disposizioni di legge.

(ii) Il Re convoca l'Assemblea nazionale, la inaugura, la aggiorna e la proroga in conformità alle disposizioni
della Costituzione.

(iii) Il Re può sciogliere la Camera dei Deputati.

(iv)[4] Il Re può sciogliere il Senato o sospendere uno dei suoi membri.

Articolo 35

Il Re nomina il Primo Ministro, lo destituisce o ne accetta le dimissioni. I ministri sono nominati, revocati e
le loro dimissioni accettate dal Re su raccomandazione del Primo Ministro.

Articolo 36

Il Re nomina i membri del Senato, designa al loro interno il Presidente e ne accetta le dimissioni.

Articolo 37

(i) Il Re crea, concede e revoca i gradi militari e civili, le medaglie e i titoli onorifici e può delegare questa
autorità a qualsiasi altra persona con una legge speciale.

(ii) La moneta è coniata a nome del Re, in esecuzione della legge.

Articolo 38
Il Re ha il diritto di concedere un perdono speciale o di rimettere qualsiasi pena, ma qualsiasi perdono
generale deve essere determinato da una legge speciale.

Articolo 39

Nessuna condanna a morte potrà essere eseguita se non dopo la conferma del Re. Ogni sentenza di questo
tipo sarà sottoposta al Re dal Consiglio dei Ministri, corredata del suo parere in merito.

Articolo 40

Il Re eserciterà i poteri conferitigli con decreti reali. Tali decreti sono firmati dal Primo Ministro e dal
Ministro o dai Ministri interessati. Il Re esprime il suo consenso ponendo la sua firma al di sopra di quella
degli altri ministri.

Capitolo quarto: Il potere esecutivo - Parte 2: I ministri

Articolo 41

Il Consiglio dei Ministri è composto dal Primo Ministro, che ne è il Presidente, e dal numero di Ministri
necessario e richiesto dall'interesse pubblico.

Articolo 42

Non può essere nominato ministro chi non sia giordano.

Articolo 43

Il Primo Ministro e i Ministri, prima di assumere le loro funzioni, dovranno prestare il seguente giuramento
davanti al Re:

"Giuro su Dio, l'Onnipotente, di essere fedele al Re, di sostenere la Costituzione, di servire la nazione e di
svolgere con onestà i compiti che mi sono stati affidati".

Articolo 44

Nessun Ministro può acquistare o affittare alcuna proprietà del Governo, anche se la vendita o l'affitto sono
stati offerti in un'asta pubblica. Durante l'esercizio delle sue funzioni ministeriali, il Ministro non può
diventare membro del consiglio di amministrazione di alcuna società, né prendere parte ad alcuna
transazione finanziaria o ricevere uno stipendio da una società.

Articolo 45
(i)[5] Al Consiglio dei Ministri è affidata la responsabilità di amministrare tutti gli affari dello Stato, interni ed
esterni, ad eccezione delle questioni che sono o possono essere affidate dalla presente Costituzione o da
qualsiasi altra legislazione a qualsiasi altra persona o organo.

(ii) Le funzioni del Primo Ministro, dei Ministri e del Consiglio dei Ministri sono stabilite da regolamenti
emanati dal Consiglio dei Ministri e confermati dal Re.

Articolo 46

Ogni Ministro può essere incaricato di uno o più Ministeri, come indicato nell'Ordine di nomina.

Articolo 47

(i) Ogni Ministro è responsabile della gestione di tutte le questioni relative al suo Ministero. Egli rinvia al
Primo Ministro qualsiasi questione che non rientri nella sua giurisdizione.

(ii) Il Primo Ministro dispone di tutte le questioni che rientrano nei suoi poteri e nella sua giurisdizione e
rinvia le altre questioni al Consiglio dei Ministri per le decisioni necessarie.

Articolo 48

Il Primo Ministro e i Ministri firmeranno tutte le decisioni prese dal Consiglio dei Ministri, che saranno
sottoposte all'approvazione del Re in tutti i casi previsti dalla presente Costituzione o da qualsiasi legge o
regolamento emanato in base ad essa. Tali decisioni saranno eseguite dal Ministro e dai Ministri, ciascuno
nei limiti della propria giurisdizione.

Articolo 49

Gli ordini verbali o scritti del Re non esonerano i Ministri dalla loro responsabilità.

Articolo 50

In caso di dimissioni o di esonero del Primo Ministro dalla sua carica, tutti i Ministri sono considerati
automaticamente dimissionari o esonerati dalle loro cariche, a seconda dei casi.

Articolo 51

Il Primo Ministro e i Ministri sono collettivamente responsabili di fronte alla Camera dei Deputati della
politica generale dello Stato. Inoltre, ogni Ministro è responsabile davanti alla Camera dei Deputati delle
azioni del proprio Ministero.

Articolo 52
Il Primo Ministro, o qualsiasi Ministro che sia membro della Camera dei Deputati o del Senato, ha diritto di
voto nella Camera a cui appartiene e di parola in entrambe le Camere. Tuttavia, i ministri che non sono
membri di nessuna delle due Camere possono parlare in entrambe senza diritto di voto.

Articolo 53

(i)[6] La Camera dei deputati può votare la sfiducia al Consiglio dei ministri o a un ministro.

(ii) Se la Camera dei Deputati vota la sfiducia al Consiglio dei Ministri a maggioranza assoluta di tutti i suoi
membri, il Consiglio dei Ministri deve rassegnare le proprie dimissioni.

(iii) Se il voto di sfiducia riguarda un singolo Ministro, solo quest'ultimo deve rassegnare le proprie
dimissioni.

Articolo 54

(i) Una sessione per l'esame di un voto di fiducia al Consiglio dei ministri o a un singolo ministro si terrà su
richiesta del Primo ministro o su richiesta firmata da non meno di dieci deputati.

(ii)[7] Un voto di fiducia al Consiglio dei Ministri o a un singolo Ministro può essere rinviato solo per un
periodo non superiore a dieci giorni, su richiesta del Ministro interessato o del Consiglio dei Ministri.
Durante questo periodo la Camera non può essere sciolta.

(iii)[8] Ogni nuovo Consiglio dei Ministri, entro un mese dalla sua formazione, nel caso in cui la Camera dei
Deputati sia in sessione, deve presentare alla Camera dei Deputati una dichiarazione di politica e chiedere
un voto di fiducia sulla base di tale dichiarazione. Se la Camera dei Deputati non è in sessione in quel
momento, o è stata sciolta, il Discorso dal Trono sarà considerato una dichiarazione di politica ai fini del
presente articolo.

Articolo 55

I ministri sono giudicati da un Alto Tribunale per i reati che possono essere loro attribuiti nell'esercizio delle
loro funzioni.

Articolo 56

La Camera dei Deputati ha la facoltà di mettere in stato d'accusa i Ministri, ma una proposta di legge di
impeachment non potrà essere approvata se non con una maggioranza di due terzi dei membri della
Camera. La Camera dei Deputati nomina al suo interno i Deputati che presenteranno l'impeachment all'Alta
Corte e lo avalleranno.

Articolo 57

L'Alta Corte per il processo ai Ministri è composta dal Presidente del Senato e da otto membri, di cui tre
scelti a scrutinio segreto dal Senato tra i suoi membri e cinque scelti tra i giudici della più alta Corte civile in
ordine di anzianità. In caso di necessità, il numero sarà completato dai Presidenti delle Corti inferiori,
anch'essi in ordine di anzianità.
Articolo 58

L'Alta Corte applica le disposizioni del Codice penale in vigore per i reati ivi indicati. Una legge speciale
specificherà i reati per i quali i Ministri sono responsabili nei casi in cui tali reati non siano previsti dal
Codice penale.

Articolo 59

[9] L'Alta Corte giudica a maggioranza di sei voti.

Articolo 60

L'Alta Corte adotta il proprio regolamento interno per giudicare i ministri fino alla promulgazione di una
legge speciale a tal fine.

Articolo 61

Il Ministro messo in stato d'accusa dalla Camera dei Deputati è sospeso dalle sue funzioni fino alla
definizione del suo caso da parte dell'Alta Corte. Le sue dimissioni non impediscono l'avvio di un
procedimento penale nei suoi confronti, né la prosecuzione del processo.

Capitolo 5: Il potere legislativo ;L'Assemblea nazionale - Parte I : Il Senato

Articolo 62

L'Assemblea nazionale è composta da due Camere: Il Senato e la Camera dei Deputati.

Articolo 63

Il Senato, compreso il Presidente, è composto da un numero di membri non superiore alla metà del numero
dei membri della Camera dei Deputati.

Articolo 64

Oltre ai requisiti previsti dall'articolo 75 della presente Costituzione, un senatore deve aver compiuto
quarant'anni di età e deve appartenere a una delle seguenti classi. Primi Ministri e Ministri attuali e passati,
persone che hanno ricoperto in precedenza la carica di Ambasciatore, Ministro Plenipotenziario. Presidente
della Camera dei Deputati, Presidente e Giudici della Corte di Cassazione e delle Corti d'Appello civili e della
Shari'a, ufficiali militari in pensione di grado pari o superiore a Tenente Generale, ex Deputati che siano
stati eletti almeno due volte come Deputati e altre personalità simili che godano della fiducia del popolo in
considerazione dei servizi resi alla nazione e al Paese.
Articolo 65

(i)[10] Il mandato dei Senatori dura quattro anni e la loro nomina è rinnovata ogni quattro anni. I Senatori il
cui mandato è scaduto possono essere riconfermati per un ulteriore mandato.

(ii) Il mandato del Presidente del Senato dura due anni e può essere rinnovato per un ulteriore mandato.

Articolo 66

(i) Il Senato si riunisce contemporaneamente alla Camera dei Deputati e le sessioni sono le stesse per
entrambe le Camere.

(ii) In caso di scioglimento della Camera dei Deputati, le sessioni del Senato sono sospese.

Capitolo 5: Il potere legislativo ;L'Assemblea Nazionale - Parte 2 : La Camera dei Deputati

Articolo 67

La Camera dei Deputati è composta da membri eletti a scrutinio segreto, in un'elezione generale diretta e
secondo le disposizioni di una legge elettorale che garantisca i seguenti principi:

(i) la validità delle elezioni

(ii) il diritto dei candidati di supervisionare il processo elettorale

(iii) la punizione di chiunque possa influenzare negativamente la volontà degli elettori.

Articolo 68

(i)[11] La durata del mandato della Camera dei Deputati è di quattro anni civili a partire dalla data di
annuncio dei risultati delle elezioni generali nella Gazzetta Ufficiale. Il Re può, con decreto reale, prorogare
il mandato della Camera per un periodo non inferiore a un anno e non superiore a due anni.

(ii) Le elezioni generali si svolgeranno nei quattro mesi precedenti la fine del mandato della Camera. Se, per
qualsiasi motivo, le elezioni vengono ritardate dopo la fine del mandato della Camera, quest'ultima rimane
in carica fino all'elezione di una nuova Camera.

Articolo 69

(i) La Camera dei deputati elegge a scrutinio segreto il proprio Presidente all'inizio di ogni sessione ordinaria
per un periodo di un anno solare, ma può essere rieletto.

(ii) Se la Camera dei deputati tiene una sessione straordinaria e non ha un Presidente, la Camera elegge il
suo Presidente il cui mandato termina all'inizio della sessione ordinaria.

Articolo 70
Oltre ai requisiti previsti dall'articolo 75 della presente Costituzione, un Deputato deve aver compiuto il
trentesimo anno di età.

Articolo 71

La Camera dei Deputati ha il diritto di decidere sulla validità dell'elezione dei suoi membri. Ogni elettore ha
il diritto di presentare, entro quindici giorni dalla proclamazione dei risultati delle elezioni nella sua
circoscrizione, una petizione alla Segreteria della Camera dei Deputati, esponendo le ragioni giuridiche che
rendono invalida l'elezione di un Deputato. Nessuna elezione sarà considerata invalida se non è stata
dichiarata tale dalla maggioranza dei due terzi dei membri della Camera.

Articolo 72

Ogni Deputato può dimettersi dal suo seggio dandone comunicazione scritta al Presidente della Camera dei
Deputati, il quale sottopone le dimissioni all'Assemblea per decidere se accettarle o respingerle.

Articolo 73

(i) In caso di scioglimento della Camera dei Deputati, devono aver luogo le elezioni generali e la nuova
Camera deve riunirsi in sessione straordinaria non oltre quattro mesi dalla data di scioglimento. Tale
sessione sarà considerata una sessione ordinaria ai sensi dell'articolo 78 della presente Costituzione e sarà
soggetta alle condizioni ivi previste per la proroga o l'aggiornamento.

(ii) Se allo scadere dei quattro mesi non si sono svolte le elezioni, la Camera sciolta avrà ripristinato i suoi
pieni poteri costituzionali e si riunirà immediatamente come se il suo scioglimento non avesse avuto luogo
e rimarrà in carica fino all'elezione di una nuova Camera.

(iii)[12] Tale sessione straordinaria non potrà, in ogni caso, protrarsi oltre il 30 settembre e sarà prorogata a
tale data in modo che l'Assemblea possa convocare la sua prima sessione ordinaria il primo giorno di
ottobre. Se tale sessione straordinaria è convocata nel mese di ottobre o di novembre, sarà considerata
come la prima sessione ordinaria della Camera dei deputati.

(iv)[13] Nonostante le disposizioni dei paragrafi i) e ii) del presente articolo, il Re può rinviare lo
svolgimento delle elezioni generali per un periodo non superiore a un anno, qualora si verifichi una causa di
forza maggiore che il Consiglio dei Ministri ritenga rendere impossibile lo svolgimento delle elezioni.

(v)[14] Se la causa di forza maggiore di cui al paragrafo (iv) persiste, il Re può, su decisione del Consiglio dei
Ministri, ripristinare e convocare la Camera sciolta. Tale Camera sarà considerata esistente a tutti gli effetti
a partire dalla data di emissione del Decreto Reale che ne stabilisce la reintegrazione. La Camera eserciterà i
suoi pieni poteri costituzionali e sarà soggetta alle disposizioni previste dalla presente Costituzione,
comprese quelle relative alla durata della Camera e al suo scioglimento. La sessione che si terrà in tal caso
sarà considerata la prima sessione ordinaria, indipendentemente dalla data in cui si svolgerà.

(vi)[15] Qualora il Consiglio dei ministri ritenga che lo svolgimento delle elezioni politiche in almeno la metà
delle circoscrizioni sia possibile nonostante il persistere della causa di forza maggiore di cui al presente
articolo, il Re può ordinare lo svolgimento delle elezioni in tali circoscrizioni. I membri vincitori dovranno
eleggere non più della metà del numero dei membri per le altre circoscrizioni in cui non è stato possibile
tenere le elezioni, a condizione che possano tenere una riunione (valida) solo con una maggioranza di tre
quarti del loro numero, e a condizione anche che le elezioni avvengano con una maggioranza di almeno due
terzi e siano conformi alle disposizioni e alle modalità previste dall'articolo (88) della Costituzione. I membri
vincitori e i membri eletti in conformità con il presente paragrafo eleggono i restanti membri per le
suddette circoscrizioni in conformità con le disposizioni del presente paragrafo.

Articolo 74

[Se la Camera dei deputati è stata sciolta per qualsiasi motivo, la nuova Camera non può essere sciolta per
lo stesso motivo. Il Ministro che intenda candidarsi alle elezioni deve dimettersi almeno quindici giorni
prima dell'inizio della candidatura.

Capitolo 5: Il potere legislativo ;L'Assemblea nazionale - Parte 3 : Disposizioni relative alle due Camere

Articolo 75

(i) Non può diventare Senatore o Deputato chi non è giordano:

(a) che non sia giordano.

(b) che rivendichi la nazionalità o la protezione straniera

(c) che sia stato dichiarato fallito e non sia stato legalmente assolto

(d) che è stato interdetto per qualsiasi motivo e l'interdizione non è stata rimossa.

(e) Chi è stato condannato a una pena detentiva superiore a un anno per un reato non politico e non è stato
graziato.

(f) Chi ha un interesse sostanziale in un contratto, diverso da un contratto o da un affitto di terreni e


proprietà, con qualsiasi Dipartimento del Governo, fermo restando che questa disposizione non si applica
agli azionisti di una società con più di dieci membri.

(g) Chi è pazzo o imbecille.

(h) chi è imparentato con il Re entro un grado di consanguineità da stabilirsi con legge speciale.

(ii) Se un Senatore o un Deputato viene dichiarato decaduto durante il suo mandato o se, dopo la sua
elezione, risulta che non possiede una o più delle qualifiche indicate nel paragrafo precedente, la sua carica
sarà considerata estinta e vacante con una risoluzione dei due terzi della Camera a cui appartiene, a
condizione che tale risoluzione, se approvata dal Senato, sia sottoposta all'approvazione del Re.

Articolo 76

Fatte salve le disposizioni dell'articolo (52) della presente Costituzione, nessuno può essere
contemporaneamente membro della Camera dei Deputati o del Senato e titolare di una carica pubblica. Per
carica pubblica si intende ogni carica il cui titolare riceve lo stipendio da fondi pubblici, e include le cariche
municipali. Allo stesso modo, nessuno può essere membro della Camera dei Deputati e del Senato.

Articolo 77
Fatte salve le disposizioni della presente Costituzione relative allo scioglimento della Camera dei deputati,
l'Assemblea nazionale tiene una sessione ordinaria per ogni anno del suo mandato.

Articolo 78

(i)[17] Il Re convoca l'Assemblea nazionale in sessione ordinaria il primo giorno di ottobre di ogni anno o, se
tale giorno è un giorno festivo ufficiale, il primo giorno successivo al giorno festivo ufficiale, a condizione
che il Re possa, con decreto reale pubblicato nella Gazzetta ufficiale, rinviare per un periodo non superiore
a due mesi la convocazione dell'Assemblea a una data fissata dal decreto reale.

(ii) Se l'Assemblea nazionale non viene convocata in conformità al paragrafo precedente, si riunisce d'ufficio
come se fosse stata convocata.

(iii)[18] La sessione ordinaria dell'Assemblea nazionale inizia alla data in cui è stata convocata in conformità
ai due paragrafi precedenti e dura quattro mesi, a meno che la Camera dei deputati non venga sciolta dal
Re prima della scadenza di tale periodo. La sessione può essere prorogata dal Re per un ulteriore periodo
non superiore a tre mesi per consentire il disbrigo di questioni pendenti. Allo scadere dei quattro mesi o di
tale proroga, il Re proroga l'Assemblea.

Articolo 79

Il Re apre la sessione ordinaria dell'Assemblea nazionale con un discorso dal trono rivolto al Senato e alla
Camera dei deputati. Egli può incaricare il Primo Ministro o uno qualsiasi dei Ministri di svolgere la
cerimonia di apertura e di pronunciare il Discorso dal Trono. La Camera dei Deputati e il Senato presentano
ciascuno una petizione che contiene la propria risposta.

Articolo 80

Ogni senatore e ogni deputato, prima di prendere posto, giura davanti alla propria Assemblea come segue:

"Giuro davanti a Dio Onnipotente di essere fedele al Re e al Paese, di sostenere la Costituzione, di servire la
Nazione e di svolgere debitamente le funzioni che mi sono state affidate".

Articolo 81

(i) Il Re può, con decreto reale, aggiornare le sessioni dell'Assemblea nazionale non più di tre volte, o due
volte solo se ha rinviato la riunione dell'Assemblea nazionale ai sensi del paragrafo (i) dell'articolo (78), a
condizione che durante una sessione il periodo di tale rinvio non superi complessivamente due mesi,
compreso il periodo di rinvio. Nel computo della durata della sessione, i periodi coperti da tali rinvii non
saranno presi in considerazione.

(ii) Il Senato e la Camera dei Deputati possono aggiornare di tanto in tanto la loro sessione in conformità
con il proprio Regolamento interno.

Articolo 82
(i) Il Re può, ogni qualvolta sia necessario, convocare l'Assemblea nazionale in sessione straordinaria per un
periodo non specificato al fine di decidere questioni che saranno specificate nel Decreto reale, al momento
della convocazione. Una sessione straordinaria sarà prorogata da un Decreto Reale.

(ii) Il Re può convocare l'Assemblea nazionale in sessione straordinaria su richiesta della maggioranza
assoluta dei deputati. Tale richiesta deve essere contenuta in una petizione che specifichi le questioni che si
desidera discutere.

(iii) L'Assemblea nazionale non può discutere in sessione straordinaria se non le questioni specificate nel
decreto reale di convocazione

Articolo 83

Il Senato e la Camera dei Deputati si dotano di un Regolamento interno per il controllo e l'organizzazione
dei propri lavori e lo sottopongono al Re per la conferma.

Articolo 84

(i)[19] Nessuna riunione di una delle due Camere sarà considerata valida se non vi parteciperanno i due
terzi dei membri di una delle due Camere, e continuerà ad essere considerata valida finché sarà presente la
maggioranza assoluta dei membri di una delle due Camere.

(ii) Le risoluzioni del Senato e della Camera dei Deputati sono prese a maggioranza dei voti dei membri
presenti, escluso il Presidente, che non vota, tranne nei casi in cui è previsto diversamente dalla presente
Costituzione. In caso di parità di voti, prevale il voto del Presidente.

(iii) Se la votazione riguarda la Costituzione o un voto di sfiducia al Consiglio dei ministri o a un singolo
ministro, le votazioni si svolgono chiamando i nomi dei membri a voce alta.

Articolo 85

Le sedute del Senato e della Camera dei Deputati si tengono in pubblico. Tuttavia, su richiesta del Governo
o di cinque Senatori o Deputati, possono essere convocate sessioni segrete. In caso di richiesta, il Senato o
la Camera dei Deputati decidono se accettarla o respingerla.

Articolo 86

(i) Nessun senatore o deputato può essere detenuto o processato durante lo svolgimento delle sessioni
dell'Assemblea nazionale, a meno che la Camera a cui appartiene non abbia deciso a maggioranza assoluta
che vi sono motivi sufficienti per la sua detenzione o il suo processo o a meno che non sia stato arrestato in
flagranza di reato. In caso di arresto in questo modo, la Camera di appartenenza deve essere
immediatamente informata.

(ii) Se un membro è detenuto per qualsiasi motivo mentre l'Assemblea nazionale non si riunisce, il Primo
ministro notifica al Senato o alla Camera dei deputati, al momento della sua riunione, il procedimento
adottato nei suoi confronti, corredato delle necessarie spiegazioni.

Articolo 87
Ogni Senatore o Deputato ha piena libertà di parola e di espressione di opinioni nei limiti del Regolamento
interno del Senato o della Camera dei Deputati, a seconda dei casi, e non è responsabile di alcun voto,
opinione o discorso da lui espresso durante le riunioni dell'Assemblea.

Articolo 88

[20] Quando un seggio si rende vacante al Senato o alla Camera dei deputati per decesso o dimissioni o per
qualsiasi altro motivo, esso viene occupato mediante nomina, nel caso di un senatore, e mediante elezione
suppletiva, nel caso di un deputato, entro un termine di due mesi a decorrere dalla data di notifica al
Governo della vacanza da parte della Camera. Il mandato del nuovo deputato durerà per la parte restante
del mandato del suo predecessore.

Tuttavia, se un seggio della Camera si rende vacante in una circoscrizione per qualsiasi motivo e se si
verificano cause di forza maggiore per le quali il Consiglio dei ministri ritiene impossibile indire un'elezione
suppletiva per l'assegnazione di tale seggio, la Camera dei deputati, a maggioranza assoluta dei suoi
membri ed entro un mese dalla notifica della stessa, eleggerà un membro per l'assegnazione di tale seggio
tra gli abitanti di tale circoscrizione ai quali sono applicabili le disposizioni della Costituzione e secondo le
modalità che la Camera riterrà opportune.

Articolo 89

(i) Oltre alle circostanze in cui il Senato e la Camera dei Deputati possono riunirsi in seduta comune, come
previsto dagli articoli 34, 79 e 92 della presente Costituzione, le due Camere si riuniscono in seduta comune
anche su richiesta del Primo Ministro.

(ii) Quando il Senato e la Camera dei deputati si riuniscono in seduta comune, la riunione è presieduta dal
Presidente del Senato.

(iii)[21] Una riunione congiunta del Senato e della Camera dei Deputati non è considerata valida se non è
presente la maggioranza assoluta dei membri di ciascuna Camera. Le deliberazioni di tale riunione sono
prese a maggioranza dei Senatori e dei Deputati presenti, ad eccezione del Presidente che, in caso di parità
di voti, ha voto decisivo.

Articolo 90

Nessun Senatore o Deputato può essere rimosso dal suo incarico se non per decisione della Camera di
appartenenza, fermo restando che, al di fuori dei casi di ineleggibilità e di cumulo di cariche previsti dalla
presente Costituzione e dalla Legge elettorale, la deliberazione di rimozione di un Senatore o Deputato
deve essere presa a maggioranza dei due terzi della Camera. Se la delibera di destituzione riguarda un
Senatore, la decisione deve essere sottoposta all'approvazione del Re.

Articolo 91

Il Primo Ministro può sottoporre alla Camera dei Deputati qualsiasi progetto di legge e la Camera ha il
diritto di accettare, modificare o respingere il progetto ma, in ogni caso, la Camera rinvia il progetto di legge
al Senato. Nessuna legge può essere promulgata se non è approvata dal Senato e dalla Camera dei Deputati
e se non è confermata dal Re.
Articolo 92

Qualora il Senato o la Camera dei Deputati respingano per due volte un progetto di legge e l'altro lo accetti,
in forma riveduta o meno, sia il Senato che la Camera si riuniscono in seduta congiunta sotto la presidenza
del Presidente del Senato per discutere i punti controversi. L'accettazione del progetto di legge è
subordinata all'approvazione di una risoluzione a maggioranza dei due terzi dei Senatori e dei Deputati
presenti. Se il progetto di legge viene respinto come sopra descritto, non potrà essere ripresentato alla
Camera durante la stessa sessione.

Articolo 93

(i) Ogni progetto di legge approvato dal Senato e dalla Camera dei Deputati sarà sottoposto al Re per la sua
ratifica.

(ii) Ogni legge entra in vigore con la promulgazione da parte del Re dopo trenta giorni dalla data di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, a meno che la legge stessa non preveda espressamente che essa
entri in vigore in una data diversa.

(iii) Se il Re non ritiene opportuno dare il suo assenso a una legge, può, entro sei mesi dalla data in cui la
legge gli è stata presentata, restituirla alla Camera con una dichiarazione che indichi i motivi del mancato
assenso.

(iv) Se un progetto di legge (diverso dalla Costituzione) viene rinviato alla Camera entro il termine indicato
nel paragrafo precedente e viene approvato, per la seconda volta, dai due terzi dei membri di ciascun
Senato e della Camera dei Deputati, deve, in questo caso, essere promulgato. Se la legge non è stata
rinviata con l'assenso reale entro il termine previsto dal precedente paragrafo (iii), si considererà
promulgata ed efficace. Se un progetto di legge non ottiene la maggioranza dei due terzi dei voti, non può
essere ripresentato durante la stessa sessione, fermo restando che l'Assemblea nazionale può riconsiderare
il progetto durante la sua successiva sessione ordinaria.

Articolo 94

(i)[22] Nei casi in cui l'Assemblea nazionale non si riunisce o è sciolta, il Consiglio dei ministri ha il potere di
emanare, con l'assenso del Re, leggi provvisorie su questioni che richiedono misure necessarie che non
ammettono ritardi o che richiedono spese non rinviabili. Tali leggi provvisorie, che non devono
contravvenire alle disposizioni della Costituzione, avranno forza di legge, a condizione che siano sottoposte
all'Assemblea all'inizio della sua sessione successiva e che l'Assemblea possa approvarle o modificarle. In
caso di rigetto di tali leggi provvisorie, il Consiglio dei Ministri, con la sanzione del Re, ne dichiarerà
immediatamente la nullità e, a partire dalla data della dichiarazione, tali leggi provvisorie cesseranno di
essere in vigore, a condizione che tale nullità non influisca su eventuali contratti o diritti acquisiti.

(ii) Le leggi provvisorie avranno la stessa forza ed effetto delle leggi promulgate in conformità al paragrafo
(ii) dell'articolo (93) della presente Costituzione.

Articolo 95

(i)[23] Ogni dieci o più Senatori o Deputati possono proporre una legge. Tale proposta è sottoposta al
parere della commissione interessata della Camera. Se l'Assemblea ritiene che la proposta debba essere
accolta, la trasmette al Governo affinché la elabori sotto forma di disegno di legge e la sottoponga
all'Assemblea nella stessa sessione o in quella successiva.

(ii) Le proposte di legge presentate dai Senatori o dai Deputati ai sensi del paragrafo precedente e respinte
da una delle due Camere non possono essere presentate una seconda volta nel corso della stessa sessione.

Articolo 96

Ogni Senatore o Deputato può rivolgere ai Ministri interrogazioni o interpellanze su qualsiasi questione
pubblica, come previsto dal Regolamento interno del Senato o della Camera, a seconda dei casi. Nessuna
interpellanza può essere discussa prima che siano trascorsi otto giorni dalla data di ricevimento da parte del
Ministro, a meno che non si tratti di un caso urgente e il Ministro non accetti di abbreviare tale termine.

Capitolo 6: Il potere giudiziario

Articolo 97

I giudici sono indipendenti e nell'esercizio delle loro funzioni giudiziarie non sono soggetti ad altra autorità
che a quella della legge.

Articolo 98

I giudici dei tribunali civili e della Shari'a sono nominati e revocati con decreto reale in conformità alle
disposizioni di legge.

Articolo 99

I tribunali si dividono in tre categorie:

(i) Tribunali civili

(ii) Tribunali religiosi

(iii) Tribunali speciali

Articolo 100

L'istituzione dei diversi tribunali, la definizione delle loro categorie e delle loro divisioni, la limitazione della
loro giurisdizione e la loro amministrazione saranno determinate da una legge speciale che prevederà
l'istituzione di un'Alta Corte di Giustizia.

Articolo 101

(i) I tribunali sono aperti a tutti e sono liberi da qualsiasi interferenza nei loro affari.
(ii) Le sedute dei tribunali sono pubbliche, a meno che il tribunale non ritenga di doversi riunire a porte
chiuse nell'interesse dell'ordine pubblico o del decoro.

Articolo 102

[I tribunali civili del Regno Hascemita di Giordania hanno giurisdizione su tutte le persone in tutte le
questioni, civili e penali, comprese le cause intentate da o contro il governo, ad eccezione delle questioni
che, in base alle disposizioni della Costituzione o di qualsiasi legge in vigore, rientrano nella giurisdizione dei
tribunali religiosi o dei tribunali speciali.

Articolo 103

(i) I tribunali civili esercitano la loro giurisdizione in materia civile e penale in conformità alla legge in vigore
nel Regno, a condizione che nelle questioni che riguardano lo status personale degli stranieri o nelle
questioni di natura civile e commerciale in cui è consuetudine, secondo gli usi internazionali, applicare la
legge di un altro Paese, tale legge sia applicata secondo le modalità stabilite dalla legge.

(ii) Le questioni di stato personale sono quelle definite dalla legge e sono di competenza esclusiva dei
tribunali della Shari'a quando le parti sono musulmane.

Articolo 104

I tribunali religiosi si dividono in:

(i) Tribunali della Shari'a

(ii) i Tribunali delle altre comunità religiose.

Articolo 105

I Tribunali della Shari'a hanno giurisdizione esclusiva nelle seguenti materie, in conformità alle proprie leggi
speciali:

(i) Questioni di status personale dei musulmani.

(ii) Cause riguardanti la moneta di sangue (Diya) quando le due parti sono musulmane o quando una delle
parti non è musulmana e le due parti acconsentono alla giurisdizione dei tribunali della Shari'a.

(iii) Questioni relative ai Wakf islamici.[25]

Articolo 106

I Tribunali della Shari'a applicano nei loro procedimenti le disposizioni della Legge della Shari'a.

Articolo 107

L'organizzazione degli affari dei trust musulmani (Wakf) e l'amministrazione dei loro affari finanziari e di
altre questioni connesse sono disciplinati da una legge speciale.
Articolo 108

I Tribunali delle comunità religiose sono quelli delle comunità religiose non musulmane che sono state o
saranno riconosciute dal Governo come stabilite nel Regno Hascemita di Giordania.

Articolo 109

(i) I tribunali delle comunità religiose sono istituiti in conformità alle disposizioni delle leggi in materia. Tali
leggi definiscono la giurisdizione di tali tribunali in materia di stato personale e di trust (Wakfs) costituiti a
beneficio della comunità interessata. Le questioni di stato personale di tale comunità saranno le stesse che,
nel caso dei musulmani, rientrano nella giurisdizione dei tribunali della Shari'a.

(ii) Tali leggi determineranno la procedura da seguire da parte dei tribunali delle comunità religiose.

Articolo 110

I Tribunali speciali esercitano la loro giurisdizione in conformità alle disposizioni delle leggi che li
costituiscono.

Chapter Seven: Financial Matters

Articolo 111

Nessuna imposta o tassa può essere riscossa se non per legge. Le imposte e i dazi non comprendono i vari
tipi di tasse che il Tesoro riscuote in relazione ai servizi resi ai membri del pubblico dai dipartimenti
governativi o in considerazione dei benefici derivanti dal settore statale. Nella riscossione delle imposte, il
Governo si ispirerà ai principi di progressività dell'imposizione, unitamente all'assicurazione
dell'uguaglianza e della giustizia sociale, a condizione che l'imposizione non superi la capacità dei
contribuenti o il fabbisogno di fondi dello Stato.

Articolo 112

(i) Il progetto di legge sul bilancio generale è sottoposto all'esame dell'Assemblea nazionale, in conformità
alle disposizioni della presente Costituzione, almeno un mese prima dell'inizio dell'esercizio finanziario.

(ii) Le votazioni sul bilancio si svolgono separatamente per ogni capitolo.

(iii) Nessuna somma che rientri nella sezione di spesa del Bilancio generale può essere trasferita da un
capitolo all'altro se non per legge.

(iv) L'Assemblea nazionale, in sede di discussione del progetto di legge sul bilancio generale o delle leggi
provvisorie ad esso relative, può ridurre le spese dei vari capitoli in base a quanto ritiene sia di interesse
pubblico, ma non può aumentare tali spese né con emendamenti né presentando una proposta separata.
Tuttavia, l'Assemblea nazionale può, dopo il dibattito, proporre leggi per la creazione di nuove spese.

(v) Durante la discussione del Bilancio generale non saranno accettate proposte per l'abrogazione di
un'imposta esistente o per la creazione di una nuova imposta o per la modifica di imposte esistenti che
sono imposte dalle leggi finanziarie in vigore, né proposte per la modifica di spese o entrate fissate per
contratto.

(vi) Le stime delle entrate e delle spese nazionali per ogni esercizio finanziario sono approvate con la Legge
generale di bilancio, fermo restando che la Legge può prevedere l'assegnazione di somme speciali per un
periodo superiore a un anno.

Articolo 113

[26] Se non è possibile emanare la legge generale di bilancio prima dell'inizio del nuovo esercizio, le spese
proseguono mediante stanziamenti mensili in ragione di 1/12 di ogni mese del bilancio dell'anno
precedente.

Articolo 114

Il Consiglio dei Ministri, con l'approvazione del Re, può emanare regolamenti per il controllo degli
stanziamenti e delle spese dei fondi pubblici e per l'organizzazione dei negozi del Governo.

Articolo 115

Tutti i proventi delle imposte e delle altre fonti di entrate statali sono versati al Tesoro e sono inclusi nel
bilancio dello Stato, salvo diversa disposizione di legge. Nessuna parte dei fondi del Tesoro può essere
stanziata o spesa per qualsiasi scopo se non è autorizzata dalla legge.

Articolo 116

La lista civile del Re sarà pagata con le entrate generali e sarà fissata nella legge di bilancio generale.

Articolo 117

Ogni concessione che conceda un diritto di sfruttamento di miniere, minerali o servizi pubblici deve essere
sancita dalla legge.

Articolo 118

Nessuno può essere esonerato dal pagamento di imposte o tasse in circostanze diverse da quelle previste
dalla legge.

Articolo 119

La legge istituisce un Ufficio di revisione contabile con il compito di controllare le entrate dello Stato, le sue
spese e le modalità di spesa:
(i) L'Ufficio di revisione presenta alla Camera dei Deputati, all'inizio di ogni sessione ordinaria o ogni volta
che la Camera lo richieda, una relazione generale che contiene i suoi pareri e le sue osservazioni e indica le
irregolarità commesse e le responsabilità che ne derivano.

(ii) La legge prevede l'immunità del capo dell'Ufficio di revisione.

Chapter Eight: General Provisions

Articolo 120

Le divisioni amministrative del Regno Hascemita di Giordania, l'istituzione dei dipartimenti governativi, la
loro classificazione, la loro designazione, il programma delle operazioni e le modalità di nomina dei
dipendenti pubblici, il loro licenziamento, la loro disciplina, la supervisione e la definizione della loro
giurisdizione e dei loro poteri sono disciplinati da regolamenti emanati dal Consiglio dei Ministri con
l'approvazione del Re.

Articolo 121

Gli affari municipali e locali sono amministrati dai consigli municipali o locali in conformità con le leggi
speciali.

Articolo 122

L'Alto Tribunale di cui all'articolo (57) ha il diritto di interpretare le disposizioni della Costituzione su
richiesta del Consiglio dei Ministri o su risoluzione di una qualsiasi Camera dell'Assemblea Nazionale,
approvata a maggioranza assoluta. Tale interpretazione sarà applicata dopo la sua pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale.

Articolo 123

(i) Il Tribunale speciale (Diwan Khas) può interpretare il testo di qualsiasi legge che non sia stata
interpretata dai tribunali su richiesta del Primo Ministro.

(ii) Il Tribunale speciale è composto dal Presidente della più alta Corte civile in qualità di presidente, da due
dei suoi giudici e da un alto funzionario amministrativo nominato dal Consiglio dei Ministri in qualità di
membri. Esso comprende anche un membro, delegato dal Ministro, tra gli alti funzionari del Ministero
interessato.

(iii)[27] Il Tribunale speciale decide a maggioranza dei voti.

(iv) Le decisioni del Tribunale speciale pubblicate nella Gazzetta ufficiale hanno valore di legge.

(v) Tutte le altre questioni relative all'interpretazione del diritto sono decise in via ordinaria dai tribunali.

Articolo 124

In caso di emergenza che richieda la difesa del Regno, è promulgata una legge, denominata Legge sulla
difesa, che conferisce alla persona ivi indicata il potere di adottare le azioni e le misure necessarie,
compresa la sospensione del funzionamento delle leggi ordinarie dello Stato, al fine di assicurare la difesa
del Regno. La legge sulla difesa entrerà in vigore dopo la sua proclamazione con un decreto reale da
emanare sulla base di una decisione del Consiglio dei ministri.

Articolo 125

(i) In caso di emergenza di natura grave, nella misura in cui l'azione prevista dall'articolo precedente di
questa Costituzione sarebbe considerata insufficiente per la difesa del Regno, il Re può, con un Decreto
Reale, basato su una decisione del Consiglio dei Ministri, dichiarare la legge marziale in tutto o in una parte
del Regno.

(ii) Quando viene dichiarata la legge marziale, il Re può, con un Decreto Reale, emanare le istruzioni
necessarie per la difesa del Regno, nonostante le disposizioni di qualsiasi legge in vigore. Le persone che
agiscono in base a tali istruzioni non incorreranno in alcuna responsabilità legale per tutti gli atti da loro
compiuti in base alle disposizioni di qualsiasi legge fino a quando non saranno liberate da tale
responsabilità da una legge speciale da emanare a tal fine.

Articolo 126

(i) La procedura prevista dalla presente Costituzione per i progetti di legge si applica a qualsiasi progetto di
legge di modifica della Costituzione, a condizione che tale modifica sia approvata a maggioranza dei due
terzi dei membri del Senato e della Camera dei Deputati separatamente. In caso di riunione congiunta del
Senato e della Camera dei Deputati, in conformità con l'articolo (92) della presente Costituzione,
l'emendamento deve essere approvato a maggioranza dei due terzi dei membri di entrambe le Camere, a
condizione che, in ogni caso, l'emendamento non entri in vigore senza l'approvazione del Re.

(ii) Nessun emendamento della Costituzione che riguardi i diritti del Re e la successione al Trono può essere
approvato durante un periodo di Reggenza.

Articolo 127

I compiti dell'Esercito sono limitati alla difesa del Regno e alla sua sicurezza.

(i) Il reclutamento nell'Esercito, la sua organizzazione, i diritti e i doveri del personale sono definiti dalla
legge.

(ii) L'organizzazione della polizia e della gendarmeria, i loro poteri e la loro giurisdizione sono definiti dalla
legge.

CAPITOLO 9: APPLICAZIONE E ABROGAZIONE DELLE LEGGI

Articolo 128

Tutte le leggi, i regolamenti e gli altri atti legislativi vigenti nel Regno Hascemita di Giordania alla data di
entrata in vigore della presente Costituzione continueranno ad essere in vigore fino a quando non saranno
abrogati o modificati dalla legislazione emanata in base ad essi.
Articolo 129

(i) La Costituzione della Giordania emanata il 7 dicembre 1946 e tutti i suoi emendamenti sono abrogati.

(ii) L'Ordine del Consiglio della Palestina per l'anno 1922 e tutti i suoi emendamenti sono abrogati.

(iii) Le abrogazioni di cui ai due paragrafi precedenti non pregiudicano la validità di qualsiasi legge o
regolamento emanato o di qualsiasi atto compiuto in virtù di essi, prima dell'entrata in vigore delle
disposizioni della presente Costituzione.

Articolo 130

Le disposizioni della presente Costituzione entrano in vigore alla data della sua pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale.

Articolo 131

Il Consiglio dei Ministri è incaricato dell'esecuzione delle disposizioni della presente Costituzione.

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