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Elettronica
Elettronica
Un diagramma di Bode è una rappresentazione grafica della risposta in frequenza di un sistema lineare
tempo-invariante (LTI) e che consiste in due grafici che rappresentano rispettivamente l'ampiezza (o
modulo) e la fase della funzione complessa di risposta in frequenza. Ricordiamo che si parla di risposta in
frequenza quando la funzione di trasferimento di un sistema lineare tempo invariante viene sollecitata da
un ingresso di tipo sinusoidale con pulsazione ω al variare di questa.
Sistemi lineari
Il termine linearità in elettronica si riferisce ad una proprietà di un sistema che indica come le sue uscite
(risposte) possano mettersi in relazione lineare con i suoi ingressi.
Ciò permette di semplificare enormemente lo studio dei sistemi lineari rispetto a quelli non lineari, dove
cioè, le uscite dipendono dalla combinazione non lineare degli ingressi, che vanno perciò studiati tutti
simultaneamente. L'esistenza di un termine di correlazione che dipendono contemporaneamente da più
ingressi del sistema, impedisce di scomporre il problema iniziale in sotto problemi simili più semplici. Il
PSCE non vale nei sistemi non lineari; mentre è applicabile a quelli lineari nei quali i termini di
correlazione sono tutti nulli.
Nella realtà il derivatore ideale tende a oscillare a causa di problemi di stabilità connessi al crescere della
frequenza. Per ottenere un circuito derivatore reale inseriamo una resistenza in serie al condensatore,
molto piccola. Anche in questo caso uguagliamo le correnti che attraversano l'amplificatore operazionale
Il filtro passa alto (HP) è in un certo senso il duale del LP. Nel caso ideale le frequenze sopra la frequenza
di taglio passano inalterate, mentre quelle al di sotto sono tagliate.
Il filtro passa basso (LP) ideale lascia passare inalterate le componenti del segnale al di sotto di una certa
frequenza di taglio e taglia quelle oltre tale frequenza.
Il filtro passa banda (BP) ideale, lascia passare inalterate le frequenze in una certa banda, comprese tra
una frequenza di taglio superiore e una inferiore, mentre taglia quelle al di fuori di questo intervallo
Butterworth
Mediante l’approssimazione di Butterworth il filtro ottiene una risposta piatta in banda passante e
un’attenuazione monotona in banda attenuata
CHEBYSHEV
Con l’approssimazione di Chebyshev, gli scostamenti sono minori, in modulo, rispetto a quelli della
risposta di Butterworth, e son distribuiti lungo l’intera banda passante, formando delle ondulazioni.
Bessel
Con l’approssimazione di Bessel-Thomson miriamo ad avere uno sfasamento lineare di tutte le frequenze
della banda passante.
Oscillatori
oscillatore sinusoidale
in elettronica un oscillatore è un circuito elettronico che genera forme d'onda di frequenza, forma e
ampiezza di molteplici tipi senza un segnale di ingresso. Alcuni sono progettati per poterne generare di
frequenza, forma e ampiezza variabile tramite sistemi di controllo quali tensioni o potenziometri.
Gli oscillatori armonici producono un segnale di andamento sinusoidale (o quanto più possibile prossimo
ad esso).
Essenzialmente si tratta di un amplificatore in cui l'uscita è riportata all'ingresso con una retroazione
positiva attraverso un filtro passa-banda stretto. Quando il circuito è acceso, l'amplificatore produce
inevitabilmente in uscita del rumore. Il circuito di reazione riporta in ingresso le componenti del rumore
della frequenza del filtro passa-banda che vengono amplificate. Il ciclo si ripete fino al raggiungimento del
regime di funzionamento.
Oscillatori RC: utilizzano, oltre che elementi attivi, esclusivamente resistori e condensatori
(circuito RC). Tra di essi sono da menzionare: l'oscillatore a ponte di Wien,
La frequenza di risonanza può essere variata agendo sul condensatore variabile, mantenendo l'ampiezza
del segnale prodotto relativamente costante. Svantaggi di questa soluzione sono la produzione di
armoniche indesiderate e quindi una forma d'onda non perfettamente sinusoidale.
Viene tipicamente usato a frequenze superiori ai 100 MHz per scavalcare i problemi d'instabilità del
rapporto di capacità tra i 2 condensatori del Colpitts.
Colpitts
L'oscillatore Colpitts prende il nome dal suo ideatore, Edwin H. Colpitts. Si tratta di una soluzione
semplice e affidabile, in grado di generare segnali di buona qualità senza eccessivi sforzi progettuali.
Il circuito Colpitts è simile al circuito Hartley con la differenza che la reazione avviene attraverso un filtro
costituito da un induttore e due condensatori. Normalmente è utilizzato a frequenze inferiori ai 100 MHz.
A ponte di Wien
La chiave della limitata distorsione dell'oscillatore di Hewlett risiede nella stabilizzazione dell'ampiezza.
L'ampiezza del segnale in un oscillatore tende ad aumentare fino a che le estremità superiore e inferiore
della sinusoide vengono appiattite a causa della saturazione
ADC
conversione A/D e D/A,
Un convertitore analogico-digitale (in inglese Analog to Digital Converter) è un circuito elettronico in
grado di convertire un segnale analogico con andamento continuo (ad es. una tensione) in una serie di
valori discreti (vedi teoria sulla conversione analogico-digitale). Il convertitore digitale-analogico o DAC
compie l'operazione inversa.
Quantizzazione
La dimensione degli intervalli di decisione in cui si suddivide l'insieme dei possibili valori è sempre la
medesima. Ovunque cada (all'interno della dinamica) il valore quantizzato, l'accuratezza dell'operazione
sarà sempre la stessa (Uniforme o lineare)
Si creano intervalli più piccoli (e quindi più accurati) dove la concentrazione di valori dei campioni è più
alta e intervalli più grandi (e quindi meno accurati) dove la concentrazione di valori di campioni è più
bassa; facendo così si presta quindi più attenzione nella quantizzazione di valori che si presentano con
maggiore probabilità diminuendo così l'errore di quantizzazione.
errore di quantizzazione
Nella conversione analogico-digitale, la differenza tra il segnale analogico reale e il valore digitale
quantizzato dello stesso viene chiamata errore di quantizzazione o distorsione di quantizzazione. Questo
errore è dovuto all'arrotondamento o al troncamento del segnale digitalizzato. Il segnale errore è talvolta
considerato come un segnale casuale aggiuntivo chiamato rumore di quantizzazione a causa del suo
comportamento stocastico (aleatorio).
risoluzione,
La risoluzione di un ADC indica il numero di valori discreti che può produrre. È usualmente espressa in Bit,
La risoluzione può anche essere definita elettricamente, ed espressa in volt. La risoluzione in volt di un
ADC è uguale alla minima differenza di potenziale tra due segnali che vengono codificati con due livelli
distinti adiacenti.
campionamento,
Il segnale analogico è tempo-continuo ed è necessario convertirlo in un flusso di valori discreti. È quindi
necessario definire una frequenza alla quale campionare i valori discreti del segnale analogico. Questa
frequenza è la frequenza di campionamento (sampling rate in inglese) del convertitore.
L'idea chiave è che un segnale di banda limitata che varia con continuità può essere campionato e poi
riprodotto esattamente dai valori tempo discreti con un algoritmo di interpolazione se la frequenza di
campionamento è almeno pari al doppio della frequenza massima del segnale (teorema di Nyquist-
Shannon). La precisione tuttavia è limitata dall'errore di quantizzazione.
Analogico digitali ()
convertitore flash
Un ADC a conversione diretta (Flash ADC) ha un comparatore per ognuno dei livelli di voltaggio
riconosciuti dal quantizzatore. Il segnale di ingresso arriva a tutti i comparatori. Porteranno in uscita un
valore di saturazione positivo tutti quelli in cui la tensione del segnale di ingresso è maggiore di quella di
soglia per quel determinato bit. Attraverso un priority encoder solo il maggiore di essi attiverà la propria
uscita, quello del livello corrispondente. I convertitori flash sono i più veloci in assoluto e sono usati per
campionare segnali in alta frequenza, fino a diversi GHz. Poiché il numero di comparatori necessari cresce
esponenzialmente con il numero dei bit richiesti, i convertitori flash raramente hanno più di 8 bit di
risoluzione.
Alle tensioni di e1 (t), e2 (t), e3 (t) si dà il nome di tensioni stellate, o di fase. Esse corrispondono ai
potenziali dei nodi A, B e C misurati rispetto al centro stella (il morsetto in comune, nelle immagini
denominato N). Le tensioni stellate corrispondono alle tensioni dei tre generatori monofase che
compongono il generatore trifase.
Nel caso di sistema trifase simmetrico ed equilibrato, i tre generatori monofase che costituiscono il
generatore trifase sono isofrequenziali (cioè con la stessa frequenza) e le loro fasi differiscono di
radianti (120°)
Si può dimostrare che in queste condizioni, ovvero nel caso di sistema equilibrato simmetrico (carichi
equilibrati) la somma delle tensioni stellate è nulla, rendendo di fatto inutile un ulteriore conduttore su
cui far richiudere le tensioni (conduttore neutro - vedi dopo).
Le tensioni usate in Italia sono:
Il collegamento dei carichi nella pratica quotidiana, per esempio gli avvolgimenti di un motore elettrico o
di un trasformatore, può essere effettuato nelle due modalità
La configurazione a triangolo presenta tra due linee (fasi) una impedenza equivalente pari al valore delle
impedenze usate (I), mentre nella configurazione a stella il valore è maggiore di un fattore radice di 3.
Il neutro
Nella configurazione a stella esiste un punto centrale su cui converge un terminale di ciascuna
impedenza. Questo punto è chiamato neutro. Il potenziale elettrico presente sul punto neutro è la
somma vettoriale delle tensioni di fase, che in un sistema equilibrato e simmetrico ha valore nullo. Se il
sistema viene squilibrato o le tensioni diventano asimmetriche, il punto neutro si sposta dal centro della
stella. In tale caso le tensioni fase-neutro non saranno uguali tra loro.
Lo scopo è quello di permettere il ritorno della differenza di corrente tra le linee di fase nel caso, peraltro
frequentissimo nella distribuzione elettrica pubblica, in cui i carichi presenti non siano equilibrati. In tale
situazione infatti il potenziale del neutro del trasformatore ed il potenziale del neutro del carico non
corrispondono. Il collegamento di neutro rappresenta un cortocircuito che tende a uguagliare il
potenziale del neutro del carico a quello del trasformatore, ripristinando così parzialmente la simmetria
delle tensioni di linea.
la potenza reale che è definita come il valor medio della potenza istantanea. Essa, inoltre, può
essere espressa come somma delle potenze reali delle singole fasi
la potenza reattiva Q del sistema viene definita come somma algebrica delle potenze reattive
delle singole fasi
analoga a quella vista per i circuiti monofasi, per cui si dimostra che la costruzione del
triangolo delle potenze ha validità generale.