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L’ORDINAMENTO FINANZIARIO EUROPEO

La nuova architettura finanziaria europea è stata la risposta alla crisi finanziaria del 2007 che è
stata iniziata a essere risentita in Europa nel 2009/2010. Infatti nel 2009 la Commissione europea
ha dato l’incarico ad un comitato di tecnici, soggetti esperti facenti parte di varie nazioni (il nostro
rappresentante italiano è stato Rainer Masera), di individuare quali sono state le cause di una crisi
finanziaria globale come quella che abbiamo avuto e le ripercussioni che ci sono state in tutta
Europa e quali erano le eventuali soluzioni da prendere. La relazione finale che viene definita
“Rapporto de Larosiere” dal nome del suo presidente ha stabilito che occorreva che la vigilanza
finanziaria (sulle banche, sul mercato mobiliare, sulle assicurazioni) non fosse più soltanto in mano
delle autorità nazionali che venivano coordinate in ambito europeo attraverso forme di
collaborazione e coordinamento, ma occorreva invece affidarle ad autorità europee. Furono così
costituite l’EBA, l’ESMA e l’EIOPA, tre autorità europee che hanno il compito di redigere quella che
è la normativa secondaria cioè la normativa di attuazione, cioè quella normativa di dettaglio che le
autorità di vigilanza emanano per dare attuazione ai principi generali della normativa primaria. La
crisi finanziaria ha evidenziato come nonostante ci sia stato un intenso processo di armonizzazione
(la conformità fra norme di paesi diversi per quanto riguarda il mercato bancario e finanziario)
europea delle normative però l’armonizzazione ha avuto un grande successo per quanto riguarda
la normativa primaria (direttive e regolamenti), però invece si è evidenziato come quella che era
mancata era l’armonizzazione delle prassi di vigilanza cioè le autorità di vigilanza nazionali ( le
banche centrali nazionali, le consob nazionali, le ivass dei vari paesi membri) alla fine attuavano
dal punto di vista tecnico la normativa in modo un pochettino più libero, quindi non si
armonizzavano adeguatamente. Allora il problema è stato risolto creando questo gruppo di
autorità tecniche europee all’interno delle quali fanno parte tutte le autorità tecniche nazionali
(l’EBA è composta da tutte le banche d’italia nazionali, l’ESMA da tutte le consob europee, l’EIOPA
da tutte le ivass e covip europee). Quindi queste autorità europee, che ripeto sono sempre
composte da autorità nazionali, devono realizzare quella che viene definita SUPERVAISORY
CONVERGENCE, cioè una convergenza anche delle prassi di vigilanza. Questo è stato dal 2009 in
poi che sono stati emanati questi regolamenti europei che hanno introdotto questa nuova
architettura finanziaria. Questo serve a capire non soltanto a livello di controllo e vigilanza ma
proprio a livello di coordinamento delle regole che scrivono perché le autorità amministrative
indipendenti e in questo caso le autorità tecniche europee (EBA,ESMA,EIOPA) hanno la funzione
di creare un singolo rulebook, cioè che le regole siano unitarie per tutti anche quelle secondarie e
quelle tecniche in modo che poi le azioni delle autorità di vigilanza non creano quelle smagliature
nella rete di protezione predisposta dal legislatore nei confronti degli investitori e dei clienti dei
mercati e quindi non creandosi queste smagliature poi non si creano nemmeno quei fallimenti del
mercato che appunto purtroppo abbiamo vissuto specie a partire dagli anni 2000.
Questo argomento è fondamentale perché tutta la materia bancaria e finanziaria ruota intorno a
questo sistema di architetture di vertice dell’ordinamento che sono in ambito europeo. La scelta di
affidare tali funzioni di vigilanza all’Europa non è che non era stata valutata prima ma tutti gli stati
membri compresi noi avevamo ritenuto preferibile affidare la vigilanza sulle istituzioni finanziarie,
bancarie e assicurative alle autorità nazionali perché si riteneva che la vigilanza su questi soggetti
che svolgono un’attività molto delicata le cui conseguenze però negative nel caso in cui il loro
agere non sia così prudente o così sano allora poi le conseguenze negative si riversano su tutto il
sistema come abbiamo visto con la crisi finanziaria del 2008 ma anche prima negli anni passati.
Cioè il concetto di fiducia nel mercato finanziario da parte degli investitori è una condizione
essenziale perché il mercato finanziario funzioni bene. Ad esempio gli effetti proprio dei titoli
tossici sul sistema non era così rilevante però quello che si è creato è una crisi di fiducia nei
mercati finanziari e quindi i clienti hanno cercato di ritirare i soldi in banca e specialmente negli
USA c’è stata la corsa agli sportelli che ha dato vita a una crisi sistemica che invece poteva essere
risolta in altro modo. Questa cosa ci ha fatto vedere come la globalizzazione ha portato che questa
crisi finanziaria che era limitata soltanto a un continente poi si è divulgata in tutto il mondo
diventando una crisi finanziaria globale nonostante la crisi finanziaria e i titoli tossici che l’avevano
creata fossero limitati. Perché il mercato finanziario è un mercato delicato e suscettibile di recepire
tutte le notizie e tutti i rumori che vengono dalla realtà e quindi crea quella crisi di panico fra gli
investitori che siano investitori istituzionali o siano investitori clienti che portano alla corsa al ritiro
dei propri soldi agli sportelli che poi bloccano il sistema e determina conseguenze nefaste che
quasi sempre causano una recessione economica che poi diventa automaticamente se non viene
risolta a breve una crisi sociale.
La nuova architettura finanziaria europea è la risposta del regolatore alla crisi. Perché sono state
introdotte queste autorità? Qual è il loro ruolo? Qual è la loro funzione?

Il diritto pubblico dell’economia è la storia della nostra esistenza, è la storia dell’economia e delle
risposte della regolazione ai processi economici che sono destinati a cambiare.

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