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Dott.

ssa Valentina Oliveri


Email: valentina.oliveri@unict.it
Cambiamenti di Stato
I cambiamenti di stato implicano equilibri dinamici
Evaporazione
Evaporazione
L’evaporazione è favorita dall’aumento della temperatura perché come per i gas,
l’energia cinetica media del liquido dipende solamente dalla temperatura.
Particelle con energia cinetica media elevata hanno più probabilità di vincere
l’energia potenziale delle forze intermolecolari e di sfuggire allo stato liquido.
L’evaporazione è un processo endotermico e disordinante.

La condensazione è un processo
esotermico.
Cambiamenti di Stato
I cambiamenti di stato implicano equilibri dinamici
A mano a mano che il vapore si accumula, la velocità di condensazione aumenta a
sua volta, fino a quando non diventa uguale alla velocità di evaporazione.
Ad un certo punto si raggiunge un equilibrio dinamico:
❑ equilibrio perché non si verificano variazioni: il numero delle molecole allo
stato di vapore rimane costante come quello delle molecole allo stato liquido.
❑ dinamico perché i due fenomeni non sono cessati: le molecole continuano a
evaporare e a condensare, ma lo fanno alla stessa velocità.
Pressione di vapore
Quando un liquido evapora, le molecole che passano allo stato di vapore
esercitano una pressione chiamata pressione di vapore o tensione di vapore, che
si registra dal momento in cui il liquido inizia a evaporare, riempiendo lo spazio
soprastante.
La pressione di vapore all’equilibrio è la pressione esercitata dal vapore in
equilibrio con la fase liquida.
Pressione di vapore
La pressione di vapore dipende dalla temperatura e dalle forze
intermolecolari
La pressione di vapore dipende, a parità di sostanza, solo dalla temperatura.
Passando da un liquido all’altro cambia l’intensità delle attrazioni
intermolecolari, se le attrazioni divengono più intense, la velocità di evaporazione
a una certa temperatura diminuisce e così la pressione di vapore.

Curva con pendenza


Liquido continuamente
crescente
Vapore

Ciascuna curva rappresenta


le condizioni di T e P in cui
liquido e vapore sono
all’equilibrio.
Punto di ebollizione
UN LIQUIDO BOLLE QUANDO LA SUA PRESSIONE DI VAPORE È
UGUALE ALLA PRESSIONE ATMOSFERICA
Punto di ebollizione
• Se poniamo un termometro nell’acqua bollente, osserviamo che la sua
temperatura rimane costante pur continuando a fornire calore.
• La temperatura a cui un liquido bolle si chiama punto di ebollizione (p.e.);
• Ogni liquido puro ha un proprio punto di ebollizione, caratteristico a una data
pressione.
Più formalmente, si definisce punto di ebollizione la temperatura alla
quale la pressione di vapore di un liquido è uguale alla pressione
atmosferica sovrastante.
Punto di ebollizione
Il punto di ebollizione di un liquido a 1 atm è chiamato punto
normale di ebollizione.

Il punto di ebollizione è una proprietà che dipende dall’intensità delle


attrazioni intermolecolari di un liquido.

+ intense sono le forze intermolecolari + alta è la


temperatura di ebollizione.
Lo stato solido
La classificazione dei solidi
Le proprietà macroscopiche della materia
dipendono dalle interazioni fra particelle
microscopiche che la costituiscono.
I solidi vengono classificati in:
• cristallini in cui le particelle sono
disposte in modo ordinato e regolare;
• amorfi in cui le particelle sono disposte
disordinatamente.
Lo stato solido
LO STATO SOLIDO È CARATTERIZZATO DA UNA STRUTTURA
INTERNA ORDINATA
Molte sostanze, quando solidificano o si separano da una soluzione in forma
solida, tendono a formare cristalli con caratteristiche molto regolari;
I cristalli di cloruro di sodio, per esempio, hanno l’aspetto di minuscoli
cubi.

La regolarità di queste strutture è dovuta


all’elevato grado d’ordine con cui si
organizzano le particelle all’interno del
cristallo, indipendentemente dal fatto che siano
atomi, molecole o ioni.
Lo stato solido
NON TUTTI I SOLIDI SONO CRISTALLINI

Quando un cristallo cubico di sale viene spezzato, tutti i frammenti ottenuti


presentano ancora facce piane che si intersecano con angoli di 90°.
Al contrario, quando rompiamo un vetro, i frammenti hanno quasi sempre facce
irregolari, spesso ricurve, con margini smussati. Questa osservazione mette in
evidenza la principale differenza fra solidi cristallini, come NaCl, e solidi non
cristallini, come il vetro; questi ultimi sono anche chiamati solidi amorfi.
Lo stato solido
NON TUTTI I SOLIDI SONO CRISTALLINI
I solidi amorfi non presentano gli schemi strutturali ripetitivi propri dei cristalli.
Amorphos significa «privo di forma».
Le strutture disordinate dei solidi amorfi assomigliano più ai liquidi che ai solidi.
Per le loro caratteristiche i solidi amorfi possono essere considerati dei liquidi ad
altissima viscosità.
Esempi: Il vetro e alcuni polimeri
Lo stato solido
NON TUTTI I SOLIDI SONO CRISTALLINI

Per formare un cristallo dal materiale fuso, queste molecole si dovrebbero districare
per poi allinearsi secondo schemi ordinati.
I solidi amorfi per riscaldamento rammolliscono;
Nella curva di riscaldamento, quindi, non si apprezza la sosta termica tipica del
passaggio di stato, ma il passaggio allo stato liquido è graduale.

Esempio: lavorazione del vetro


SOLIDI CRISTALLINI
Lo stato solido
Le particelle sono disposte secondo schemi che si ripetono puntualmente in tutte le
direzioni. https://s.deascuola.it/minisiti/genesis/reticoli_cristallini/

• Reticolo cristallino: una struttura geometrica, regolare, spaziale, ordinata e


periodica di particelle (ioni, atomi o molecole) costituenti un solido cristallino..

• L’unità costitutiva del reticolo è detta cella elementare: ripetendo questa


semplice unità in tutte le direzioni è possibile costruire l’intero reticolo.

• I punti dello spazio intorno ai quali le particelle del cristallo vibrano senza però
spostarsi reciprocamente vengono detti nodi reticolari. I nodi si susseguono in
ognuna delle tre direzioni dello spazio mantenendo una regolarità nella
disposizione e nella distanza.
Lo stato solido
• La distanza tra due nodi consecutivi viene detta periodo d’identità.
• Se trasliamo nello spazio ogni filare otteniamo un piano bidimensionale, il
piano reticolare.
• In ogni piano identifichiamo delle maglie reticolari di dimensioni minime,
delimitate ciascuna da quattro nodi.
• Se adesso trasliamo il piano nello spazio, otteniamo un reticolo tridimensionale.
La più piccola unità, delimitata al minimo da otto nodi, corrisponde alla cella
elementare, dalla cui ripetizione nelle tre dimensioni otteniamo l’intero
reticolo.
Lo stato solido
Il cristallo non conserva necessariamente la forma della cella elementare: solo la
ripetizione in tutte le direzioni dello spazio, in modo simmetrico, porta alla
formazione di un cristallo la cui forma geometrica è simile a quella della cella. La
cella elementare ha la stessa composizione chimica del cristallo.

Esempio: il reticolo cubico semplice. La sua cella elementare, detta cella cubica
semplice, è una figura in cui i nodi del reticolo, e quindi le particelle, sono disposti
esclusivamente ai vertici di un cubo.
Lo stato solido
Esistono altri due reticoli cubici: cubico a facce centrate e cubico a corpo centrato.

• La cella cubica a facce centrate presenta particelle identiche negli otto vertici
più un’altra al centro di ciascuna faccia.
Esempio: rame, argento, oro, alluminio e piombo, formano cristalli con reticoli
cubici a facce centrate. Tutti questi metalli hanno lo stesso tipo di reticolo, ma
le dimensioni delle rispettive celle elementari variano perché, di volta in volta,
è diversa la grandezza degli atomi.
Lo stato solido
• La cella cubica a corpo centrato (ccc) ha particelle identiche in ogni
vertice più una al centro della cella.
Esempio: cromo, ferro e platino: queste sostanze hanno lo stesso tipo di
reticolo, le cui dimensioni variano in funzione della diversa grandezza dei
vari atomi.
Lo stato solido
Lo stato solido
La struttura dei solidi
Tutti i reticoli cristallini
si possono ricondurre
a 14 tipi di celle elementari:
i reticoli di Bravais (1848).
Lo stato solido
La struttura dei solidi
I reticoli di Bravais a loro volta si possono raggruppare, in base alla
caratteristiche comuni, nei sette sistemi cristallografici:
1. cubico (diamante, oro, salgemma);
2. esagonale (grafite, smeraldo);
3. tetragonale (zircone);
4. trigonale (rubini, zaffiri, calcite);
5. rombico (topazio);
6. monoclino (crocoite);
7. triclino.
Il polimorfismo
Polimorfismo: Cristalli che hanno la stessa composizione chimica,
possono presentarsi con strutture cristalline diverse.
Forme alternative di uno stesso elemento che si diversificano per il
modo in cui gli atomi sono legati sono dette allotropi. Un esempio è
il carbonio che presenta diverse forme allotropiche:
• la grafite, con reticolo esagonale;
• il diamante, con reticolo cubico.
Il polimorfismo
La durezza è la resistenza che un cristallo oppone alla
scalfittura, stimata in base alla scala di Mohs.
Classificazione dei cristalli
Cristalli ionici
I CRISTALLI IONICI SONO COSTITUITI DA CATIONI E ANIONI

I cristalli ionici sono piuttosto duri, fragili e fondono a temperature elevate.


Queste proprietà riflettono le intense forze di attrazione che si esercitano fra
ioni di carica opposta.
I composti ionici allo stato solido non conducono la corrente elettrica
mentre sono ottimi conduttori allo stato fuso; ciò è dovuto alla mobilità
degli ioni costitutivi nello stato liquido, ma non in quello solido.
Cristalli molecolari
I CRISTALLI MOLECOLARI SONO COSTITUITI
DA MOLECOLE NEUTRE

I cristalli molecolari sono solidi in cui le posizioni


del reticolo sono occupate da atomi (argon e
kripton solidi) o da molecole (CO2, SO2 o H2O).
Cristalli molecolari
I cristalli molecolari apolari
sono costituiti da molecole
apolari tenute insieme da forze
di Van der Waals.
Sono solidi a bassissime temperature,
quasi mai a temperatura ambiente,
sono solubili in solventi apolari e non
in acqua.
Nei cristalli di argon, per esempio, le
interazioni esistenti sono soltanto
forze di London;
Cristalli molecolari
I cristalli molecolari polari sono
costituiti da molecole polari che si
attraggono con legami dipolo-dipolo o
legami a idrogeno.
In quelli di SO2, costituiti da molecole
polari, vi sono anche attrazioni dipolo-
dipolo; nei cristalli di ghiaccio (H2O),
infine, le molecole interagiscono
mediante forti legami a idrogeno.
Cristalli reticolari
I CRISTALLI RETICOLARI SONO COSTITUITI DA ATOMI LEGATI
COVALENTEMENTE FRA LORO

I cristalli covalenti sono solidi in cui le posizioni del reticolo sono occupate
da atomi legati covalentemente tra loro. Il cristallo si comporta nell’insieme
come se fosse una sola enorme molecola.
Il diamante ne è un tipico esempio. I cristalli covalenti sono
tendenzialmente molto duri e hanno punti di fusione elevati, perché le
attrazioni fra gli atomi legati covalentemente sono particolarmente intense.
Cristalli metallici
I CRISTALLI METALLICI SONO COSTITUITI DA CATIONI
CIRCONDATI DA ELETTRONI IN MOVIMENTO
• Sono buoni conduttori di calore e di elettricità
• hanno una particolare lucentezza
• sono duttili e malleabili
In un modello adottato per descrivere queste
caratteristiche, le posizioni del reticolo di un
cristallo metallico sono occupate da ioni positivi,
costituiti dai nuclei e dagli elettroni del core degli
atomi.
Gli elettroni di valenza non sono legati ad un
particolare atomo ma sono liberi di muoversi da un
atomo all’altro.
Cristalli metallici
I cristalli metallici sono costituiti da atomi legati con legame metallico.
Gli elettroni della nube non appartengono a uno ione particolare, ma
all’intero cristallo, quindi, si muovono facilmente, giustificando così
l’elevata conducibilità elettrica dei metalli.
Con il loro movimento, gli elettroni possono trasmettere rapidamente
l’energia cinetica attraverso il solido; ciò spiega anche la buona
conducibilità termica.
Duttilità e malleabilità nei metalli. Questi riarrangiamenti molecolari
sono possibili grazie alla stabilità del reticolo cristallino in caso di
spostamenti dei costituenti atomici interni.
La classificazione dei solidi

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