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Il pesce epico (Hor. Sat.

2, 2, 39)
Author(s): Alfonso Traina
Source: Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici , 1989, No. 23 (1989), pp. 145-
150
Published by: Fabrizio Serra Editore

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/40235944

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Alfonso Traina

II pesce epico (Hor. Sat. 2, 2, 39)

Alla domanda di Ofello, che senso ha entusiasmarsi per una triglia di


tre libbre se poi, per mangiarla, bisogna sminuzzarla, il ghiottone ri-
sponde che lui il pesce vorrebbe goderselo anche con gli occhi: Porree-
tum magno magnum spedare catino I uellem (Hor. sat. 2, 2, 39 s.). I
commenti, per quanto ho visto, non vanno oltre la nutazione del ritmo
spondaico e la citazione di analoghi poliptoti oraziani1. Io credo che ci
sia qualcosa di più.
Omero usa tre volte, per la gigantesca statura del guerriero steso a
terra, la figura etimologica μέγας μεγαλωστί: due volte, in incipit, per
Crebrìone ed Achille morti (//. 16, 776: κεΐτο μέγας μεγαλωστί = Od.
24, 40 con la variante κεισο), una volta per Achille affranto alla notizia
della morte di Patroclo (//. 18, 26 s.: μέγας μεγαλωστί τανυσθείς/
κεΐτο)2. Per i poeti latini, sempre sensibili alla valorizzazione dei signi-
ficanti, questa immagine iconica e fonica costituì il punto di partenza
per una serie di variazioni allusive: un metatesto3. Cominciò Lucrezio,
trasferendo l'effetto del poliptoto dalla dimensione dello spazio al mo-
do della caduta (1, 741): et grauiter magni magno cecidere ibi casu4
(«leur grandeur n'a fait que rendre leur chute plus grande et plus lour-
de», è la traduzione analitica dell'Ernout). I magni sono i filosofi greci
precedenti Epicuro: il rimando alPipotesto omerico è comune ai com-
mentatori, ma solo E. Bignone, in una pagina della sua Storia della
letteratura latina, ha colto il senso dell3 ' imitano lucreziana: «Caddero
essi, sì, nell'ardito tentativo di spiegare l'universo, [...] ma caddero da
eroi; e, come gli eroi di Omero - di cui Lucrezio qui riprende una
bella immagine - grande fu la loro caduta, perché grande era la loro
atletica statura»5 (così come in 1, 66 s. Epicuro in lotta con la religio
assume la posa di un eroe omerico)6.

1. Il poliptoto è puramente registrato in Bo 1960, p. 400, manca in Brunori 1930, p. 130


s. È strano che un traduttore attento come Ronconi 19702, p. 96 distrugga il poliptoto a
vantaggio di una resa «umgangssprachliche» : «Vorrei godermi la vista di una bella grossa
così, tutta distesa su un vassoio enorme!».
2. Per i problemi posti dalla formula cfr. Marzullo 1958, p. 163 e Heubeck 1986, p. 336;
per Puso omerico e postomerico di μεγαλωστί Bissinger 1966, p. 262; sulle (non numero-
se) iterazioni foniche di Omero Shewan 1925 (p. 202 su μέγας μεγαλωστί).
3. Uso il termine nel senso di Cittì 1986, pp. 26 e 31 ss.
4. L'effetto fonico è più insistito che in Omero, doppiandosi il poliptoto magni magno
con la figura etimologica ceddere casu (cfr. Mclntosh Snyder 1980, p. 82).
5. Bignone 1945, p. 355 s.
6. Conte 1966, p. 355 s.

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146 Alfonso Traina

Virgilio in Aen. 5, 447 s.: ipse [Entellus


ram pondère uasto I concidit, contamin
eredita il dinamismo del verbo (concidi
staurando così la figura etimologica om
cale, funzionale al diverso contesto: l
pondère uasto), evidenziata anche dal
sradicato (446 s.), in contrasto (453 s.: A
psichica e fisica, di Entello. L'allusion
sportivo nella sfera eroica dell'epos9: he
la clausola del v. 455 {conscia uirtus) to
(12,668).
Ma nella parte iliadica dell' Enéide Virgilio avrà occasione di riutiliz-
zare la formula omerica ricollocandola nel suo contesto originario, la
morte del guerriero (10, 841 s.): Lausum sodi exanimem super arma
ferebant I fientes > ingentem atque ingenti uolnere uictum. La grandez-
za della ferita è proporzionale alla grandezza del giovane eroe: omag-
gio alla sfortunata uirtus di Lauso, equiparato ai grandi protagonisti
dell'epos omerico10. Meno motivato, sul piano referenziale, il ricorre-
re del medesimo verso in Aen. 12, 639 s.: nidi [parla Turno] / Murra-
num... I oppetere ingentem atque ingenti uolnere uictum. Stavolta Vae-
muUtio ci appare prevalentemente formale11: il ricalco della formula-
rità omerica è anche quantitativo, due volte come in Omero per il
guerriero ucciso, il che avviene anche per un altro e più celebre verso
formulare, pertinente al medesimo tema: uitaque cum gemitu fugit
indignata sub umbras (11, 831 = 12, 952, cfr. //. 16, 856 s. = 22, 362
s.).
Prima di passare a Orazio, vorrei brevemente ricordare l'epigram-
matica imitazione di Seneca nella cons. ad Heluiam, 13, 8: si magnus
uir cecidit, magnus iacuit. Lo sdoppiamento del verbo12 implica Y ite-
rano anaforica dell'aggettivo, ma l'identità lessicale e morfologica ne
maschera lo sfasamento sintattico: attributivo il primo, predicativo il

7. Sul valore «enfatizzante» di que cfr. Williams 1960, ad loc; anche Facchini Tosi
1988, p. 503.
8. Grauiter concidere anche in Lucr. 6, 758.
9. Vi contribuisce il paragone con l'albero abbattuto, topico per la morte del guerriero,
come nota Cartault 1926, p. 415.
10. Anche qui, come sopra in Lucrezio, il tessuto fonico è più ricco che in Omero,
aggiungendosi la duplice allitterazione a ponte dei due versi (ferebant /fientes in enjam-
bement) e in clausola (uolnere uictum), e il ritmo spondaico (cfr. l'analisi di Facchini Tosi
1985-86, p. 84 s.). È il pathos degli άωροι.
11. Cfr. Sparrow 1931, p. 83; non convincenti le analogie referenziali proposte da Mo-
skalew 1982, p. 134 s.
12. Lasciando qui impregiudicato il problema del rapporto, ipotattico ο paratattico, tra
i due cola: cfr. Traina 1987, p. 174. Il rimando a Omero è già in Favez 1918, p. 71 ', non nel
più recente ma poco interessato alle strutture formali Meinel 1972, pp. 184-186.

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// pesce epico 147

secondo. Il magnus uir non è più l'ero


uirtus morale, il sapiens: la sua grande
tuna. Si può rimanere grandi anche co
Aristide, bocciati alle elezioni come C
Nella pindarica ode VI del 1. IV Oraz
le in termini omerici (11 s.):procidit la
Teucro. L'identità del referente e il de
dente all'omerico έν στροφάλιγγι κονί
un'allusione, una citazione. Ma non un
Orazio, relativamente poco incline ai g
etimologica; in compenso la sostituzio
un medesimo sintagma la verticalità d
tà dell'avverbio. L'innovazione è motiv
cede e che ha il verbo in comune (9 s
pinus aut inpulsa cupressus Euro I con
riero caduto con l'albero abbattuto fa
visto a proposito di Entello14; ma Ute
na di 64,108 s.15: ìlla [quercus] procul r
Ute quaeuis cumque omnia frangens (
cadit)y ripresa da Virgilio che in Aen.
mento di Ute e cado: la torre Danaum
tali contesti l'avverbio visualizza l'effe
albero ο di un edificio; riferito a un
sua grandezza: Achille steso a terra
Così Orazio recupera l'intensità seman
cale di μέγας μεγαλωστί pur evitando
Se ora torniamo al punto di partenza
questo pesce porrectum magno mag
ricalco parodico del guerriero μέγας μεγ
mente al passo precedente, qui la con

13. Cfr. Traina 1985, p. 41.


14. Vd. n. 9 e aggiungi Bissinger 1966, p. 18
15. Di ascendenza apolloniana (4, 1686): cfr. l'
39.

16. Cfr. anche Aen. 9, 517: quae [moles] strauit Rutulos late {prostrami occorreva nel
seguito della cit. comparazione catulliana, 64, 110). Imitatio con uariatio del verbo in
Lucan. 3, 394 s.: late I procumbunt nemora e in Sii. It. 10, 168: late procumbit [quercus];
17, 493: occumbit Ute [iuuentus] (più sulla linea oraziana).
17. Sembrerebbe controcorrente rispetto alle note tendenze del uertere: in realtà Ora-
zio punta su una sonorità più discreta, affidata a una doppia anafora allitterante, verticale
(a inizio di verso: pinus I procidit) e orizzontale (a inizio di emistichio: proàdit /puluere I
posuit).
18. Ovviamente il riscontro è assente non solo nei commenti e in Cèbe 1966, ma anche
nei pochi e parziali regesti degli omerismi oraziani, al contrario del cit. carm. 4, 6, 11-12:
cfr. Pasziewicz 1888, p. 15; Setaioli 1973, p. 214. Altri omerismi e grecismi nella satira 2,2
sono segnalati da Rudd 1966, p. 170.

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senziale all'agnizione e alla parodia: un p


Ofello mostra di cogliere l'allusione r
stesso registro: ait Harpyis gula digna
virgiliane), che avrebbe avuto eredi nei
Giovenale (4, 39: spatium admirabile rh
nota il Friedländer , Giovenale parodia
antenati nel gongro, nell'anguilla e nell
Att. 36 s., 41 s., 73 ss., pp. 260-261 Llo
4, 134 d), tutti presentati in termini om
la triglia oraziana mostra il gongro del
tavole come il mitico Tizio su nove iuge
λίμνης έρικυδέα γόγγρον, / κείμενον è
τράπεζας, cfr. Hom. Od. 11, 576 s.: και
υίόν, / κείμενον èv δαπέδψ* ό δ'έπ'έννέα
pos riferendone epiteti e formule agli
preferiti della parodia omerica, dalla B
di Arato21; una sistematica applicazione
poeti «gastronomici» come Matrone di P
donde passò ai loro imitatori latini, a p
Vahl2. definiva un pesce magnusque
formula epica greca corrispondente»23.
rimento parodico è piuttosto l'epos vir
risulta da una scorsa agli Halieutica
Ausonio25.
C'è dunque qualcosa di più di un icastic
di Orazio: c'è l'incrocio di due catene in
a Omero, Yaemuhtio del nesso for
μεγαλωστί e il parodico zoomorfismo (
guerriero caduto.

Università di Bologna

19. Friedländer 1895, p. 240.


20. Cfr. il commento di Degani 1974, pp. 127-1
21. Ne ho parlato in Traina 1974, pp. 87 s. e 20
22. Cfr. Degani 1982.
23. Mariotti 1951, p. 16 s. Sulla parodia epica negl
so, in Archestrato) cfr. Bettini 1979, pp. 61-66.
24. In particolare cfr. 21 : nigrum uomit Ma (sepia
con Verg. Aen. 10, 249: crassum uomit ore cruorem
cruorem; 39: lupus acri concitus ira con Verg. A
met. 7, 413: rabida qui conàtus ira. Che l'autore de
(minuziosa discussione in Capponi 1972) non inter
vaso. Nell'ambito della stessa tematica andrebbe co
Omero, apparentemente non molto vistoso: ma 2,
cortesemente mi segnala la dott. Simonetta Nanni
25. Cfr. il commento di Hosius 19263 ai w. 77-14

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Il pesce epico 149

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