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Indice I Le reti elettriche 1 1 Il modelo circuitale 3 1.1 Limiti di validita del modello Struttura di una rete elettrica Variabili descrittive Corrente... . Tensione juazioni topologiche. ... . . « 4.4.) Legge delle correnti . . . . pe 4.4.2) Legge delle tensioni . . . . oe —— 1 ») Potenza oar) ~ 5.) Potenza diun bipolo .. . . _ i Potenza diun N-polo... 2... +++ 46 Componenti a N porte (N-porti) p ED Teorema di Tellegen 2 Componenti circuitali 31 2.1 Generalita 31 2.2 Componenti attivi e passivi 33 2.3 Componenti senza memoria 34 (23.1) Bipoli privi di memoria 34 2.3.1.1 Resistore ~ 2.3.1.2 Generatore indipendente ideale di tensione 41 (2.3.1.3)! Generatore indipendente ideale di corrente 44 GA) Collegamento tra bipoli . 45 Collegamento in serie . 45 Collegamento i in Parallelo 46 48 (2. iD Resistori equ 2.5. 2.5.3 Casi misti di collegamento tra generatori 2.5.5 Collegamenti con bipoli di corto-circuito e di circuito- b 26 ‘Teoremi di Millman . 2.5.2.3 ) Generatori equivalen * G52. 5.2.1) Generatore equi INDICE ivalenti serie ¢ parallelo Resistore equivalente serie... . Resistore equivalente parallelo . . ti serie e parallelo iwalente ad una serie di generatori di tensione -.- +--+ - : Generatore equivalente ad un parallelo di generatori di tension@ ... +--+... Generatore equivalente di un parallelo di generatori di corrente 2.5.2.4 Generatore equivalente ad una serie di generatori di corrente 2.5.3.1 Collegamento in serie di generatori in- dipendenti ideali di tensione e di corrente 2.5.3.2 Collegamento in parallelo di generatori indipendenti ideali di tensione e di corrente 2.5.4 Collegamenti tra generatori indipendenti e resistori 5.4-})) Resistore ¢ generatore indipendente ide- ale di tensione collegati in serie... . . 2.5.4.2 Resistore e generatore indipendente ide- ale di corrente in parallelo........- 2.5.4.3 Condizioni di equivalenza tra generatori veali se ee ee ee 25.4.2) Resistore in parallelo con generatore in- dipendente ideale di tensione 2.5.4.5 Resistore in serie con generatore indipen- dente ideale di corrente ......... aperto... ee eee 2.7 Multipoli senza memoria 2.7.1 Multipoli lineari tempo-invarianti passivi . 2.7.1.1 Matrice di resistenza a vuoto 2.7.1.2 Matrice di conduttanza di corto-circuito 2.7.1.3 Rappresentazioni ibride 2.7.1.4 Matrici di trasmissione 49 49 50 53 53 54 57 62 65 67 INDICE xi 2.7.1.5 Note conclusive . sees 2.7.2 Generatori pilotati ......-- 87 2.7.3 Il trasformatore ideale . 90 2.7.3.1 Collegamento di bipoli alle porte del trasfor- matore ideale . : 91 2.7.4 Giratore ideale 92 2.7.5 Stelle e poligoni di resistori - 94 2.7.5.1 Trasformazioni triangolo-stella ¢ stella- triangolo .. 0... eee eee 94 3 Tegremi delle reti lineari 1 )Teorema di sovrapposizione "3.2. Teoremi di Thevenin e di Norton » G21) Teorema di Thevenin « . . - % 3.2.2 Teorema di Norton... - 3.2.3 Corollari ai teoremi di Thévenin e Norton 3.3 Teoremi di Thévenin e di Norton generalizzati . . . 3.3.1 Teorema di Thévenin generalizzato ai doppi bipoli 105 - 3.3.2 Teorema di Norton generalizzato ai doppi bipoli . 107 3.3.3 Estensione dei teoremi di Thévenin e di Norton a multipoli. 6... eee eee tees 109 3.4 Teorema di reciprocita . . 3.4.1 Reciprocita nei bipol 3.4.2 Reciprocita nei doppi bipol o.oo eee ees il 4 Metodi d’analisi delle reti 117 4.1 Metodi a numero di incognite ridotto ... 2-2. ss 7 4.1.1 Analisi nodale..... 11s— 4.1.2 Analisi nodale modificata 122 4.1.2.1 Reti con generatori indipendenti ideali di tensioe .. 2.6... eee ee ee ee 122 4.1.2.2 Reti con generatori pilotati 123 4.1.3. Analisi agli anelli . , . . 128 4.1.4 Analisi agli anelli modificata.........0-. 132 4.1.4.1 Reticon generatori indipendenti di corrente132 4.1.4.2 Reti con generatori pilotati ....... 133 4.2 Considerazioni conclusive | a INDIgg xii A ql memoria ay jonenti com . 5 Et Caren elettrica - . noe . i 52 Condensate ie lineare tempo-invariante . |" cae 5.2.1) ae Caratteristiche energetiche. 14 G21 T atenato ss eee eee, 3> Flusso magnetico concatenato oss 6 5,3) Flusso magne es Denese . ug 54 Inde juttore lineare tempo-invariante tee lar 5.41 a 1.1) Caratteristiche energetiche . . . s+ 14g Jusive st rs 5.4.2 Note concl 5.5 Collegamenti serie e parallelo 1 | i Pet ee ee ee ie duttori accoppiati : 5.6 a Caratteristiche energetiche ©... re 6 Reti dinamiche 1s7 Ingressi e risposte ..- 00s on 6.1.1 Funzioni di eccitazione : 58 Reti dinamiche in regime stazionario » 161 Reti elementari del primo ordine . . - eae . 162 63) Risposta della rete RC al gradino ...... - 163 Qe te °¥. 46.3.2) Risposta della rete RL al gradino . 168 63.3) Metodo semplificato per la soluzione di reti del \— primo ordine 5 m1 6.4 Reti elementari del secondo ordine. . . 17 6.4.1 Rete RLC serie .... In 6.4.2 Rete RLC parallelo . . -. 18 6.4.3 Altre reti del secondo ordine + 182 6.4.4 Reti di ordine superiore al secondo .. 186 6.5 Funzione di trasferimento ............0.... 186 7 Reti in regime sinusoidale 191 <7.) Funzioni sinusoidali os Sinusoidal. eee 191 we Risposte ad ingresso sinusoidale (73) 73) Caleolo delle risposte a regime . . 1) Relazioni di definizione con i fasori 74.1 Resistore e legge di Ohm 7.4.2 Induttore ee x 743 Cond . ~ ensatore . | |, (75) Impedenza elettrica INDICE xiii 7.5.0.1 Resistore ...........0-. - + 209 7.6.0.2 Induttore ... 0.0.2... 210 7.5.0.3 Condensatore..........5 ae 210 GB Analisi sinusoidale 210 @PD Casi notevoli 21 7.7.1 Collegamento risonante serie . 211 7.7.2 Collegamento risonante parallelo . 213 8 Potenze in regime sinusoidale 217 & Potenza istantanea assorbita .. . . eee ra 217 (8D Potenze assorbite dai bipoli elementari . . 219 62. 2.1) Potenza assorbita da un resistore . . . 221 é 5 Potenza assorbita da un induttore.. . . « 221 GD Potenza assorbita da un condensatore . . - 222 @2P Conclusion’ ...... errr 222 @3> Potenza complessa 222 ef Potenza complessa assorbita da multipoli 224 @5) Massimo trasferimento di potenza a 224 ED Rifasamento 0. eee eee 226 y I I sistemi.trifase. 231 oy Generalita e definizioni . 231 (9-2) Generatori di tensione trifase 234 (9.3) Utilizzatori trifase..... « 237 G3.) _Utilizzatore a triangolo . 238 @3.2 Utilizzatore a stella . 241 GD Sistemi trifase con neutro . « 243 (G5) Potenze nei sistemi trifase . . 244 ‘A Sistema Internazionale (S.I.) . 249 A.1 Unita di misura di interesse elettrotecnico ........ 249 A.2 Unita derivate del S.I. inerenti l’elettrotecnica . . A.2.1 Unita derivate di interesse generale A.3. Prefissi moltiplicativi AA Regole di scrittura A.5 Origini della nomenclatura xiv B Trasformata di Laplace B.1 Definizione vec B.2. Proprieti Sy notevoll B21 Linearita - , B22 ‘Traslazione © hel ‘tempo an B23. Traslazione in frequenza.- ++ B24 Cambiamento discala s+ +++ 26) di convoluzione (0 prodotto integrale) | _ 261 B.2.5 Prodotto B.2.6 Trasformata del B.2.7 Trasformata del B.2.8 Trasformata di una Jla derivata IYintegrale .-. . funzione periodica . cae 262 ves 269 B.2.9 Teoremi dei valori iniziale e finale . . 3. Trasformate di funzioni motevoli ++. s ee, 262 ata di una funzione lineare atratti ||| 263 ve 264 B.3.1 Tasform: B.A Antitrasformazione Parte I Le reti elettriche ae Capitolo 1 Tl modello circuitale Lo studio di qualunque sistema fisico, e specialmente quando serva a realizzare un’applicazione in campo tecnico, é basato su un modello matematico. La maggior parte dei sistemi fisici che interessano |’elet- trotecnica pud essere studiata applicando il cosiddetto modello circuitale a parametri_concentrati, Ogni sistema reale viene descritto in maniera schematica dai mo- delli che di esso si possono approntare, introducendo, pertanto, un certo grado di approssimazione. La messa a punto di un modello. richiede la. preliminare individuazione delle grandezze fisiche che caratterizzano il comportamento del sistema_in_studio e delle loro reciproche _relazioni. ‘A seconda delle variabili e delle correlazioni considerate, la descrizione di uno stesso sistema fisico pud, infatti, essere fatta mediante modelli tra loro differenti per i diversi possibili gradi di approssimazione. Il gra- do di approssimazione, a sua volta, si determina mediante I’ accuratezza, questa, infatti, fornisce I’ errore che si commette nella previsione del com- portamento del sistema fisico studiato, Di norma, pit alto é il numero di variabili considerate e di relazioni tra queste, maggiore risulta l’accu- ratezza ma anche la complessita del modello. E’ possibile stabilire una scala gerarchica di accuratezza tra vari modelli di uno stesso sistema fisico, rilevando la possibilita di derivare un modello semplificato, o a spettro di impiego pit limitato, da un modello pitt generale, e, viceversa, é possibile estendere un modello di impiego limitato ad un ambito pit generale, mediante successive generalizzazioni che comportano un livello crescente di complessita. Laccuratezza-é-dunque, un indicatore malto-importante_della-qua- lita di un modella. Tuttavia, un eccessivo grado di accuratezza pud an- 3 cAPITOLO 1. IL MODELLO CIRCUITALE 4 a di calcolo, cosa che si desidera jo, della rapidita oe jelamulare il sistema studiato in tempi ra. dire con una terminologia un ; che si ritiene normalmente un Pregio, é rap. Una qualit ae, in genere, la scelta o la messa a punto di presentata dal itd osiderando quello che, di volta in volta, tun modello deve esS°%" TT iglior compromesso tra semplicita ed ac. an mode jividuare come i si possa individu: ratteristiche che SPesS°> anche se non necessariamente, curatezza: due cal te. vanno in direzioni OPPO ello circuitale a paramelri concentrati a grande ye consent una trattazione semplice, e al tempo stesso on "ai una vasta classe di sistemi fisici, di interesse elettromagneti- toil ui comportamento @ descritto, in termini generali, dalle equazioni Tmaz (1.2) cio’ la grandezza deve variare in modo sufficientemente lento, cosi da potersi trascurare il tempo massimo di ritardo della propagazione delle sue variazioni. L’espressione (1.2) pud essere riscritta anche con riferi- mento alla lunghezza d’onda A , (A= cf ) e,.tenendo conto della (1.1), ERK ae eeee eee 3] suo valore numerico dipende dal mezzo in cui ha sede la propagazione. Nel vuoto c=299792458 m/s « “e 6 CAPITOLO 1. IL MODELLO CIRCUITALE come A> dmaz: (1.3) Da cid si pud concludere che un sistema elettromagnetico pud essere rappresentato mediante jl modello circuitale a parametri concentrati con sufficiente accuratezza se, in corrispondenza alla massima frequenza di variazione temporale delle grandezze, é verificata una delle due seguenti condizioni equivalenti: 1. Il massimo tempo di ritardo di propagazione é assai pit breve del periodo di variazione delle grandezze; 2. La massima distanza presente tra coppie di punti interessati dalla propagazione é assai inferiore alla lunghezza d’onda corrispondente alla grandezza periodica. Quando si verifica una di queste condizioni, lo stato del sistema si dice quasi-stazionario. Nel caso in cui la (1.3), ¢/0 la (1.2), non siano soddi- sfatte, i] modello circuitale a parametri concentrati pud perdere di accu- vatezza in modo inaccettabile. Per tentare di ovviare a questo problema, si pud cercare di suddividere il sistema in parti di dimensioni pid piccole per le quali le relazioni (1.2) e (1.3) risultino ancora soddisfatte. Portan- do questo proceso alle sue estreme conseguenze, le variabili del modello non possono pid essere costanti su tutto il dominio, ma devono essere fatte dipendere da una o piti variabili spaziali (oltre che dal tempo) e si parla, in tali casi, di modelli circuitali a parametri distribuiti. In questi appunti, si descrivera unicamente il modello a parametri concentrati. Cid non costituisce, tuttavia, una grossa limitazione in quanto lo spettro delle lunghezze d’onda, e delle dimension fisiche della gran parte delle applicazioni in campo elettrotecnico ed elettronico, ricade perlopiti entro il campo di validita del modello a parametri concentrati. Si osservino, in particolare, gli esempi riportati in Tabella 1.1. Per quanto attiene agli esempi presentati, si consideri che, per soddisfare la (1.3), @ buona norma limitare cautelativamente l'impiego del modello a parametri concentrati a sistemi la cui massima dimensione non ecceda di molto, ad esempio’, un centesimo della lunghezza d’onda X. Ossia, per gli esempi in tabella 1.1, il sistema non dovrebbe superare la dimensione massima di 60 km per la prima applicazione citata, 150 m per la seconda, 3 m per la terza a : . ina di Chiaramente, in quanto si va affermando sussiste un notevole marginé di discrezionalita. yr 1.2. STRUTTURA DI UNA RETE ELETTRICA 7 abella 1.1: Esempi di sistemi elettromagnetici in condizioni non stazionarie Distribuzione elettrica industriale | f =50 Hz A = 6000km Sistemi HI-FI Fmaz= 20 KHz Amin 15000 m Microonde f =100 MHz A\x=3m Clock di PC f =1GHz A 30cm 3mm per Pultima. Ovviamente, lincompatibilita tra le dimensioni effettive dei sistemi e la lunghezza donda pud comportare la rinuncia allimpiego del modello circuitale a parametri concentrati o al livello di accuratezza prefissato. Una panoramica semplicemente indicativa della gamma di applicazio~ ni alle quali il modello a parametri concentrati pud essere utilmente impiegato ¢ fornita in Tabella 1.3. 1.2 Struttura di una rete elettrica Il modello di una rete elettrica a parametri concentrati.si-risolve in una interconnessione tra diversi componentielementari (parametri circuit li) ognuno dei quali si rappresenta | graficamente_con uno schema-del-tipo mostrato in Figura 1.1 Collegando tra_loro, mediante i terminali, pit parametri del tipo illustrato in Figura 1.1, si ottiene la rappresentazione gtafica di una rete a parametri concentrati come esemplificato in Figura 1.2. Tabella 1.3: Spettro applicativo di -dimensioni: -tensioni: -correnti: -frequenze: -potenze: CAPITOLO 1, IL MODELLO CIRCUITALE el modello circuitale Applicazioni circuiti integrati, circuiti per hi-fi, computers, strumentazione elettronica, sistemi di telecomunicazioni, sistemi per la produzione, la trasmissione e Putilizzo dell’energia elettrica (dmaz = 10-$ + 108m) 10-5V (apparecchiature per lo studio del rumore) + +10®V (sistemi di potenza) 10-'5A (elettrometri)+10°A (sistemi di potenza) 0 (correnti continue) +10°Hz (circuiti per microonde, computers) 10-W (segnali radio da galassie)+10°W (centrali elettriche) am 1.2. STRUTTURA DI UNA RETE ELETTRICA 9 (b) (a) —" }+—_e (©) \_morsetto Figura 1.1: Rappresentazione grafica di un parametro di rete. Sono stati messi in evidenza: a) parametro concentrato propriamente detto; b) terminale; c) regione esterna. (b) a @ nodo Figura 1.2: Schema di rete elettrica a parametri concentrati. Sono in evidenza le regioni: a) parametri concentrati; b) interconnessioni; c) regione esterna. t) CAPITOLO 1. IL MODELLO CIRCUITALE ipi di i concettuali nei Nella figura sono evidenziati i tre tipi di eer paramnetti quali pud essere suddiviso lo schema grafico di nse di forma convenzionale i se di () Reg deta dle er oe at a Cp elettromagnetico, di cui sono responsabili Te j ctengono confinati all’interno di tali superfici (Grecost tirebberO, pertanto, degli schermi elettromagnetici ideali). (b) ‘Tratti filiformi di interconnessione che schematizzano ee tori perfetti (dotati cioe di conducibilita eee infini 2). Lungo tali tratti, Je cui caratteristiche court (curva ue rae lunghezza) sono itrilevanti, ¢ solitamente evidenziato un punto detto nodo. Tale punto, la cui posizione lungo il trat- to @ irrilevante, divide idealmente i tratti di interconnessione appartenenti a ciascun parametro il quale, congiuntamente a questi tratti, costituisce un componente della rete. () Spazio esterno alla rete da considerare del tutto ininfluente sul comportamento elettrico della rete. In particolare, si con- sidera come isolante perfetto (conducibilita elettrica nulla). Nei casi reali tale regione é quella occupata dall’aria. Infine é opportuno ribadire che un sistema elettrico pud essere descritto mediante diversi modelli circuitali con vari livelli di semplificazione e di approssimazione (o di accuratezza). Ad esempio, un tratto di filo conduttore reale pud essere trattato nel modello come parametro (a) se possiede in misura significativa qualche proprieta elettrica tale da influire sul comportamento della rete. Altrimenti pud essere considerato come tratto di interconnessione (b). Analogamente, a seconda dell’importanza che assumono i fenomeni di cui é sede, una parte del sistema puo essere tappresentata come parametro (0, eventualmente, come interconnessione di pit: parametri), oppure inclusa nella regione esterna. 1.3 Variabili descrittive Riprendendo in esame la Figura 1.1, ‘ il generico parametro é raffigurato mediante una superficie di forma opp. i ortuna che lo identifica dalla quale 1.3. VARIABILI DESCRITTIVE a escono i terminali_disponibili_per le connessioni. Leircoletti alle estre- mita dei terminali rappresentano icosid j_ morsetti_mediante-i-quali i ‘terminali di diversi parametri possono-prendero-connessioné {2 loro. Si utilizza, in particolare, Ia convenzione grafica secondo la quale il term nale collegato presenta il morsetto in colore scuro (generalmente nero), detto allora fiodo\rispetto alla rete nel suo complesso, mentre il terminale libero ha un circoletto in chiaro (bianco) all’estremita. Nel modello a parametri concentrati, i componenti possono interagire esclusivamente attraverso i terminali e non anche attraverso la regione esterna. Pertanto le grandezze elettriche di interesse sono solo quelle che possono manifestarsi ai terminali e sono quelle tipiche dei conduttori perfetti. 1.3.1 Corrente Nel modello circuitale a parametri concentrati la_corrente elettrica si definisce come il flusso delle cariche elettriche che circolano entro i con- duttori di interconnessione_filiformi_e_perfetti. La gran dezza fisica di semplicemente: corrente) ossia la quantita netta di nelPunita di tempo attraverso cias ‘ terconnessione si realizza. tra soli due terminali, il flusso netto di cariche positive pud_avvenire in una delle. due possibili direzioni consentite da una_linea. Per valutare la corrente, occorre dapprima fissare, ad_ arbi trio, un verso di riferimento rispetto al quale danno contributo positivo i iscordi. Va da sé che le mento danno contributo negativo. In fo pute rmule, se si indica con AQ* la. Somma delle cariche positive dirette secondo il verso preassegnato e delle cariche negative dirette nel_verso opposto, e con AQ- la somma delle cariche negative dirette nel_verso | preassegnato e delle cariche positive di verso opposto, potremo scrivere per la carica totale AQ che transita nel verso prefissato la relazione AQ = AQ* - AQ™ (1.4) essendo un flusso di cariche, rappresenta la carica netta rata del conteggio, ossi je (a5) La corrente divisa per la IL MODELLO CIRCUITALE CAPITOLO 1. frecce a tratto continuo) ed effettivi ; jferimento fi tfeimento ; risultati del conteggio delle j Figura 1.3: Versi di rece della corrente. A lato, (frecce in tratteggio) cariche. dalla quale si evince che le corrente Pu assumere, rispetto al verso di tiferimento, verso positivo o negative & seconda che risulti AQ* > AQ to mostrato in Figura 1.3. o viceversa. Si osservi, a tal proposito, quant * Se muta il verso di riferimento, muta il segno della corrente. L’espressione (1.5) rappresenta la corrente media nel’intervallo di conteggio. Facendo tendere a zero Vintervallo di conteggio, si ottiene il valore della corrente istantanea: “ ile 2 (1.6) B consuetudine indicare con lettere maiuscole le variabili costanti nel tempo (come pure i valori medi in un intervallo di tempo convenuto o altrimenti specificato), con lettere minuscole i valori istantanei delle grandezze che variano nel tempo. In quest’ultimo caso, si suole omet- tere l'esplicita indicazione della dipendenza dal tempo, ossia si utilizza icemente® la notazione i in luogo della notazione completa i(t). mbolo é sempl. L'unita di misura della corrente elettrica é l’ ampere il cui si A. L’ampere figura tra le unita fondamentali del Sistema Internazionale (SI) di cui si forniscono gli elementi essenziali nell’Appendice A. ; In ogni schema di rete, si conviene fissare opportunamente i versi di riferimento per le correnti circolanti nei terminali che interconnettono componenti, come esemplificato in Figura, 1. et ‘A meno di eventuali precisazioni particolari fate caso per caso. 1.3. VARIABILI DESCRITTIVE 13 Figura 1.4: Schema di rete elettrica a parametri concentrati. Sono in evidenza i versi di riferimento per le correnti circolanti sui terminali. "ALE MODELLO CIRCUIT! 4 caprroLo 1. 1 ain seirburione nevta dicarica, Lelet- ituazi sepetto alla neutralita, tromagnetismo caratteriz2a questa situazion®s er ead mediante un valore non nullo di um oF +ea® la differenza di detta potenziale elettrico- Si definise sion all petaeateons jasi ia di na qualsigsi coppia G27 coni dium lax in dire ae ne ia oro, La tensione ha Je dimension = = in diretto collegamen” Se. iL Javaro_necessal in sul. yoro-per_unitd di carica, @, cioe, iL oto). Con Ja.notazione. Va, sca unitaria (in valore 0 conduttore la carica unitaria (in ne cote del terminale B, i i snale_A-e-Vo-per-ilpotenzia® : peziLpnanie del to tra loro, ‘si definisce_tension® tra la coppia essendo A colleg: di terminali_A ¢ B, la grandes Ogni terminale pud present Va (1.7) | Vap La tensione nel S.L. si misura in volt (simbolo V). Il significato fisico della tensione prima menzionato, consente di ricavare che, nel S.1., 1 Vv corrisponde ad 1 J(joule)/1 C(coulomb) essendo il joule Punita di misura dellenergia ed il coulomb quella della carica elettrica. Si noti che, sebbene la funzione potenziale sia definita a meno di una costante arbitraria’, il valore della tensione é univoco essendo ottenuto per differenza (ovviamente dalla medesima funzione potenziale). Nel modello circuitale, il_valore del_potenziale associato a ciascun terminale é sempre riferito, modita, al morsetto.onodo. Percid, é age in maniera univoca anche i valori di tensione tra coppie di nodi. Come si evince dall’espressione (1.7), i.segni-di-questi_valori dipendono dall’ordine nel quale vengono presi { nodi, Econveniente, be id, assegnare. anche alle tgnsioni_un_verso_positivo di_riferimento. Cid. si pud fare assegnando il segno ++ ad uno dei nodi della coppia, ed un-segno = allaltro.. : pia, ed avere: altro_nodo. In questo modo, la tensione effettiva pud Sd. segno positivo se j el nodo asseg 3 clevato di quello del nodo contrassegnato con il “ jal tp we. Segno negativo nel caso _opposto. Cinch ropes smplcemente tensione. il valore ze: i ee arbitrio. * ro del Potenziale, attribuito ad un punto dello spazio scelto ad ai 1.4. EQUAZIONI TOPOLOGICHE 15 ge Figura 1.5: Potenziali ai nodi ed esempio di riferimento per la tensione Vap- jone si pud indicare anche tramite una freccia che, per Si veda, a questo proposito, I verso della t convenzione, punta verso il nodo positiv Ja Figura 1.5. Anche qui vale la pena ribadire che le tensioni costanti o mediate nel tempo si indicano in lettere maiuscole, mentre in lettere minuscole vengono indicati i valori istantanei. 1.4 Equazioni topologiche Collegando tra loro pid componenti, le interconnessioni vanno a costituire dei vincoli tra correntietensioni. Q i vincolisono espressi da due leggi fondamentali: lle leggi di Kirchhoff, rispettivamente delle correnti, detta anche] enfil (con abbreviazione: (LG) e delle tensioni, legge — delle tensioni (abbreviazione:[L)). 8 CApITOLO 1. 1» MODELLO CIRCUITALE 1.4.1 Legge delle correnti La_LC si pud enunciare come segue: 1 (la somma algebrica delle correntt che ara or ) siasi superficie chiusa che non intersec! : arene Eo rispondenza ad alcuna superficie limite ae Tia en ma solo in corrispondenza @ terminali, é€ Nu 9 istante. Scelta una superfici prendono parte alla somm che siano entranti 0 uscen| a superficie arbitraria la scelta di assumere come positivo il contribut i uscenti o entranti. Nel seguito si attribuira segno positivo alle correnti uscenti. oo Come caso particolare,la_LC. si-pue appli “citcondi_un_solo.nodo, onde si.pud affermare che la somma algebrica delle correnti afferenti a qualsivoglia nodo é nulla in ogni istante. ‘Questa affermazione é nota anche come Primo Principio di Kirchhoff o Legge di Kirchhoff ai nodi., A titolo di esempio, esaminiamo Vapplicazione della LC alle superfici mostrate in Figura 1.6. Convenendo di attribuire segno positivo alle correnti uscenti, si pud scrivere per la superficie Sy: ie con le caratteristiche indicate, le correnti che atoria assumono Un segno diverso a seconda ti rispetto alla superficie. E’ assolutamente ributo delle correnti ¢ ad una superficie che wig — is — ig — ty — ig — t — ho + ha + is = Analogamente per la superficie $2: iy tip tis =0. 1.4.2 Legge delle tensioni La LT si pud cosi enunciare: (la somma algebrica delle }siasi linea chiusa che mite dei componenti, corrispondenza a nodi » tensioni lungo ogni qual- non interseca le superfici li- ma attraversa la rete solo in é nulla in ogni istante. 1.4. EQUAZIONI TOPOLOGICHE i Figura 1.6: Esempi di superfici chiuse, S; ed Sp, per l'applicazione della legge delle correnti. 18 CAPITOLO 1. IL MODELLO CIRCUITALE joni occorre preventivamente 0 i due sensi (orario © ‘antiorario) @ consl- ‘un segno diverso & seconda che il loro tto a quello della linea. Si noti che la io che conta & semplicemente Per sommare algebricamente le tensi rientare la linea chiusa in uno de derare le tensioni lungo la linea con verso’ sia concorde o discorde rispe forma geometrica della linea & irrilevante: ci a sequenza dei noti interessati. ‘Come caso particolare, Ja LT si pud applicare ad per una sequenza di nodi tale che ciascuno dei nodi del te ed al successivo mediante uno © essere collegato al preceden : componente della rete diverso di volta in volta (laJinea chius sa prende in 3 tal-caso il nome di maglia). Possiamo ailora aggiungere anche che , LT @ nulla in ognt istante la somma algebrica delle tensiont CO arbi di una rete lungo una sua maglia qualsiast. - Questa affermazione é nota an do Principio di Kirch- hoff 0 Legge di Ki irchhoff_alle.maglic. ‘Ancora a titolo di esempio, applichiamo la LT alle linee mostrate in Figura 1.7. Convenendo di attribuire se verso orario si pud scrivere per Vap — Vac — Von = 0 che non @ una maglia, si pud scrivere una linea che pass Ja sequenza risulta dun sol che come Secon gno positive alle tensioni concordi con il . se kinea J; (che esemplifica una magia): Mentre per la linea lo, Vor + Vac + Ven = 0- ‘A conclusione di questo argomento si possono fare le seguenti osser- vazioni: YL. le leggi di Kirchhoff impongono vincoli tra correnti e tra tensioni di una rete rappresentati da equazioni algebriche lineari ed omogenee; X2. le equazioni sono riconducibili alla forma generale Dart, = 0 bv, = 0 in cui | ie coi siont ee tutte le le correnti e tutte le ten- ‘oefficienti che possono FI ; - as: (+1, -1e 0.) sumere solo i valor eee Tl verso positivo di ne a quello positive. ela tensions ¢ (1.8) per convenzione, quello che va dal polo negative 1.4. EQUAZIONI TOPOLOGICHE Figura 1.7: Esempi di linee per l’applicazione della LT. 19 UITALE bY CAPITOLO 1. IL MODELLO CIRC! inali Figura 1.8: Applicazione della LC ad un componente con 4 term! (quadripolo). ys job ypert "3. Le equazioni di vincolo rametri presenti nella rete, ndono dalla natura dei pa- (1.8) non dipel n dal loro reciproco collega- ma soltanto mento. 1.4.3 Versi di riferimento Ciascuna variabile di rete, sia essa tensione 0 corrente, per poter es- sere espressa in modo univoco necessita di un verso di riferimento. Non esistono limitazioni di principio a che si fissi arbitrariamente il verso di riferimento per ciascuna variabile, tuttavia é conveniente adottare sistematicamente un’unica convenzione, secondo il principio, suggerito dall’esperienza, che l’introduzione di semplici automatismi in un pro- cedimento di analisi, peraltro solitamente piuttosto complesso, aiuta a minimizzare i possibili errori di calcolo e/o di interpretazione dei risultati ottenuti. Quando si‘consideri un componente ad N terminali, detto N-polo, si Possono mettere in evidenza N correnti (ossia una per ciascun terminale). component ine dela LC ad una superficie chiusa che circondi il mailer ee ii anal tivela che le N correnti non risultare nulla la lors a enti (Li) _tra loro. Infatti, dovendo igebrica, si evince che, note N —1 correnti, la N-esima resta determi c . rs : : Figura 1.8, tminata dalla LC. Si osservi l’esempio mostrato in 1.4. EQUAZIONI TOPOLOGICHE a Si definiscono come correnti descrittive di un N-polo tutte ¢ sole le correnti dei ter (poli) io@ le correnti di N —1 terminali scelti ad arbitrio. Si conviene di stabilire di ento solo per ‘Te correnti descrittive, lasciando il terminale rimanente, detto_terminale ‘comune, senza indicazione del verso di riferimento_perla.corrente, Analogamente, si possono associare ad un N-polo tante tensioni quan- te sono le possibili coppie di terminali prese ciascuna una sola volta, ovvero N x (N — 1)/2 differenti tensioni. Avviene che non tutte queste tensioni risultano Li. tra loro. Per rendersene conto si pensi che la LT, applicata ad un qualunque percorso chiuso che passi per tutti i nodi facenti capo ai terminali del componente, fornisce delle relazioni tra ten- sioni che consentono di esprimerne alcune di esse in funzione delle altre. Per tensioni descrittive si intende un insieme di tensioni scelte in modo che 1. non-formino.percorsi_chiusi tra loro (e quindi non siano reciproca- mente vincolate dalla LT); 2. consentano di determinare (sempre grazie alla LT) ogni altra ten- sione tra coppie qualsiasi di terminali. Un_modo semplice (anche se non l’unico) di scegliere un insieme di ten-.. sioni con queste caratteristiche é quello di fissare il potenziale di uno dei terminali (di solito si assume il terminale comune gia visto a proposito delle correnti) come potenziale di riferimento (zero del potenziale per il componente, 0 polo negativo convenzionale) ¢ considerare le sole N= 1. tensjoniottenute per differenza dai potenziali di-ciascuno degli altri ter- ‘minali-con il terminale comune di riferimento. Si pud dimostrare che, grazie alla LT, qualsiasi altra tensione tra coppie di terminali risulta e- sprimibile mediante queste sole N —1 le quali, pertanto, assumono il ruclo di tensioni descrittive. Si consideri 'esempio del quadripolo mostrato in Figura 1.9. Possiamo affermare che un N-polo possiede almeno N — 1 tensioni descrittive. Infatti, un numero superiore® di tensioni, comporta neces- sariamente la formazione di linee chiuse, mentre un numero inferiore!® non rende conto di tutti i nodi. —+ Il componente con il numero minimo di terminali che ha senso con- siderare @ quello avente N = 2 (ossia due soli terminali) detto bipolo. ® Anche di una sola unita. 1Vedi nota precedente. *” CAPITOLO 1. IL MODELLO CIRCUITALE Figura 1.9: Applicazione della LT ad un quadripolo. Infatti, un componente dotato di un solo terminale, avendo necessaria- mente corrente nulla e potenziale arbitrario (non essendo definibile la tensione), non riveste alcun interesse. Il bipolo possiede un’unica corrente descrittiva ed un’unica tensione descrittiva. Per un bipolo, la scelta dei versi di riferimento delle variabili descrittive pud essere fatta in uno dei quattro modi possibili illustrati nella Figura 1.10. E' facile rendersi conto che i modi indicati in figura con le lettere a) e d) rappresentano, al di la della particolare tappresentazione, la stessa situazione, in quanto il verso di riferimento della corrente va in entrambi i casi dal potenziale positivo a quello negativo della tensione. Questa com- binazione di versi di riferimento tra correnti e tensioni rappresenta quella che viene chiamata conuenzione degli utilizzatori_o convenzi normale, Alternativamente, le combinazioni b) ec), anch’esse equivalenti tra loro, riflettono la convenzione opposta, ossia la cosiddetta conuenzione-dei-ge- beratari, La convenzione degli utilizzatori (c.d.u.) di gran lunga la pia Via esclusivae sistematica, Della com impiegata e pertanto vien . Wenzione opposta non si fara invece mai uso. » . 1.4. EQUAZIONI TOPOLOGICHE 23 +? .? - 4 -4 » in a _¢ Figura 1.10: Possibili scelte per i versi di riferimento delle variabili descrittive di un bipolo. LLO CIRCUI oa caprToLo 1. He MODE: TALE er i versi di riferimento delle jerra nel seguito) di indicare be le variabili descrit- dicarne esplicitamente . 7 jone Grazie all’adozione di una convenzione P' adc una e av variabili descrittive, si puo evitare (come ntrarn per ogni bipolo i versi di riferimento ; one, in tive, essendo sufficiente, Brazie alla conven soltanto uno dei due, @ piacere: 1.5 Potenza i i i] dimensionamento di qual- Una_variabile di notevole impor a pe di qu siasi apparecchiatura.¢ la Nei sister fetch importante conoscere_l’entita delle potenze.in giacos non meno.di.quella.< tens er_risalire agliscam!| Jare, ¢ important 2 di una rete elettrica & partire ti di una re dalla conoscenza. delle tensioni. In_patti ci_tra com variabili d bipolo ela corrente descrittive di un bipolo, 1 loro prodotto VI rappresenta la potenza che il bipolo scambia con il resto della rete di cui fa parte. Infatti, considerando che la tensione rappresenta i] lavoro eseguito sull’unita di carica trasferita corrente la quantita di carica che attraversa da un terminale all’altro e la at i] bipolo nell’unitd di tempo, il prodotto VI rappresenta il lavoro eseguito sulla quantita di carica transitata attraverso il pipolo nell’unita di tempo, ossia una potenza agente sulle cariche. In formule: AWAQ_ AW a =P W. (1.9) l=—> = AQ At At 1.5.1 Potenza di un Secon V e J si indicano la tensione @ facile far vedere che i Ai valori istantanei la (8.10) si pud scrivere . dwdg_ di ae = = pit) Ww. (1.10) “Ga a? le In aaa sei versi di riferimento sono definiti secondo la ¢.d:U ee 10) risultano positive se il bipolo assorbe potenza, ne; er ga Potenza. Pertanto, nel quadro della c.d.u. possiame per la potenza istantanea assorbita dal bipolo: gativa (1) 1.5. POTENZA 25 o Figura 1.11: Riferimenti delle variabili descrittive di un quadripolo ~ secondo la convenzione degli utilizzatori. ° La potenza assorbita-dal_bipolo @ positiva quando entrambe le varia- pili descrittive sono positive o negative. Risulta negativa, e si interpreta come potenza erogata, quando le due variabili descrittive sono di segno ‘opposto. In tali casi risulta positiva la quantita a 4) (1.12) yotenza erogata, che rappresenta, secondo 1.5.2 Potenza di un N-polo Per un V-polo, la c.d.u._stabilisce-che, fissato.un-terminale.comune, ¥1. i_versi_positivi.di riferimento delle NV — 1 correnti_descrittive si assumano-tutti entrantinel.componente, + 42{ le tensioni descrittive siano quelle tra le NV — 1 coppie di terminali formate tutte ordinatamente dal terminale comune assunto come polo negativo e da ciascuno degli altri 1 terminali assunto come polo positivo. La convenzione appena introdotta é mostrata in Figura (1.12) per un quadripolo. Secondo tale convenzione, la quantita (1.13) IL MODELLO CIRCUITALE 26 CAPITOLO 1. La somma va estesa & te del k-esimo a termi ‘une, i @ la corren' e i termine tO Pe comune. Si pud e dal terminale Jo stesso valore rappresenta la potenzs tutti i terminali escluso terminale e vy la sua tensione ia a 13) non ‘dipend dimostrare che il valore Hla (see sempre scelto come comune. Ossia ch Ia (LE ) net eomnUne. per ogni possibile scelta del cosiddett 1.6 Componenti @ N porte (N-porti) “ta ele i ia di terminali i defini i previta: porta) una copPla n Si defies in valor assoluto ma opposta in ver- j quali la corrente € p 1 ver 5 " ey vorrente della porta, unitamente al valore della ee ‘tra i suoi rminali, configura una situazione del tutto analoga & quella i un bipo- eee a insieme di N bipoli 0 6 isto come UI Jo. Pertanto, un 2N-por ne U 2 i tra loro interagenti, & puo essere, In tale caso, indicato con il termine di A-plo bipolo? Luguaglianza delle correnti di porta pud essere dovuta 0 termi 1, alla struttura interna. del_componente;_ 2, al collegamento esterno con bipol inseca€strinseca hel secondo. In un N-porto la c.d.u. si applica a ciascuna porta indicando il verso di riferimento della corrente descrittiva e quello della relativa tensione orientate reciprocamente come gid visto nel caso dei bipoli (ossia con la corrente diretta dal terminale + al terminale —). Un esempio é@ quello relativo al 2-porto (biporto) mostrato in Figura 1.12. Si osservi, in questo caso, che mentre le correnti di porta sono suffi- cienti ad esprimere tutte le altre correnti del componente, le tensioni di porta non permettono di ricavare le tensioni tra tutte le possibili cop- pie di terminali. Tuttavia per tali componenti, la conoscenza di tutte le possibili tensioni non é generalmente di interesse. In particolare, la potenza-assorbita ta-un-N-porto-dipende-dalle sole variabili di porta (che vengono assunte come descrittive) ossia a Nel primo caso la porta si dicétn (1.14) ae ao Tispettivamente la tensione-e_la corrente della. a. imostrare che esiste sempre un N. 4L-polo equivalente 1.7. TEOREMA DI TELLEGEN a7 Figura 1.12: Riferimenti delle variabili di porta di un biporto (doppio bipolo) secondo la convenzione degli utilizzatori. ad un N-porto e viceversa. Per rendersene conto si consideri quanto -mostrato, @ titolo di esempio, in Figura 1.13. 1.7 Teorema di Tellegen ortante teorema che A conclusione dell’argomento si.introduce_ . Tale coinvolge le potenze relative ai component teorema si pud cosi enunciare: considerata_una rete, caratterizzata da N correnti_ed N tensioni_d tive_tali_da_soddisfare i vincoli_im- posti dalle leggi « hoff e-con_i_versi_che_rispetti- ‘no_la conuenzione degli-utilizzatori, _deve.valere-per.tale ‘rete che-la_somma_algebrica_dei_pr ‘i_delle tensioni descrittive per_le_ corrispondenti_correnti_descrittive Xprg sempre nulla, In formula, l’enunciato si pud scrivere (1.15) Senza entrare nella dimostrazione del teorema, preme solo fare qualche utile osservazione: 28 ELLO CIRCUITALE caprToLo 1. 1b MOP Figu 7 igura 1.13: N + 1-polo ed N-porto equivalenti (N’=3) 17. TEOREMA DI TELLEGEN 29 1, il teorema di Tellegen si basa unicamente sulle leggi delle correnti n 2 delle tensioni e non pone alcun vincolo sulla natura dei componenti che formano la rete; . sirichiede che le le variabili descrittive siano compatibili con le leggi di Kirchhoff e non che rappresentino le effettive variabili descrit- tive della rete. Da questo si evince che per-due reti-costituite da diyersi.ma con le medesime interconnessioni, la (1.15) continua a valere anche se le tensioni sono prese dalla soluzione di una delle due reti_e le correnti dalla soluzione dell’altra. Se, in_particolare,le_tensioni-e le correnti_che compaiono nel- la (1.15) sono le variabili descrittive effettive di una rete data, i prodotti v,i,-rappresentano le potenze assorbite dai componenti e il teorema. asserisce pertanto che le potenze complessivamente as- ella rete hanno somma nulla (in os- sequio al principio di conservazione dell’energia). Nella fattispecie, seindichiamo con Ken P'insieme dei valori del pedice & per iquali il corrispondente componente eroga potenza, la (1.15) si pud scrivere Sooke Sue KEKgen RE Kgen py [ (1.16) Sul la quale chiarisce che in una rete elettrica la potenza erogata com; plessivamente dai generatori é tutta e sola quella complessivamente assorbita dai restanti componenti della rete. Capitolo 2 Componenti circuitali 2.1 Generalita Ciascun componente circuitale, in ragione della sua struttura interna e dei fenomeni fisici che, convenzionalmente, avvengono entro la sua su- perficie limite, impone dei vincoli tra le tensioni e le correnti relative ai suoi terminali. In particolare, hanno speciale importanza le relazioni tra le grandezze descrittive. Tali relazioni possono essere espresse me- diante equazioni matematiche, dette relazioni costitutive o relazioni ‘di definizione del_componente in cui compaiono tutte e sole le variabili descrittive. Un componente ad_N_terminali, caratterizzato da_N— 1 tensioni ed NV — 1 correnti descrittive, impone a queste grandezze al pitt N—1 vincoli, ossia uno per ogni coppia di variabili descrittive. Nel caso “Giun bipold, l'equazione di vincolo tra la tensione e la corrente descritti- va é¢inica. Esamineremo nel seguito componenti ad_N-poli per i quali i vincoli-sono esprimibili in forma analitica, ossia con espressioni del tipo fe(in, nyt) =O R=1,2,-+-,N-1 k=1,2--,N-1. (2.1) ‘A seconda della natura delle relazioni (2.1) si possono distinguere componenti lineari_e non line Un componente si dice lineare se tutti i vincoli tra le tensioni e le correnti descrittive sono espressi da relazioni lineari ‘imenti si dice non lineare, © con o senza memoria 31 32 Un_componente_sidice senza_me variabili__descrittive "sono_tutti es! lgebriche,si dice con Me™ i se la sua relazione di definizi tipo di ziale o integrale; « tempo-varianti € tempo-invarianti Un componente si dice tempo-variante 5 tan. vincolo -che dipende esplicitamen| ae ssun vincolo varia ne! tempo-invariante se Ness consideriamo alcuni esemPh, re Per chiarire feriti, per comodita, @ bipoli, riportati in tabella 2.1. Nelle relazioni RLV KG L rappresentano riportate in tabella, si assume che i simboli rp ranti note ¢ che a(t) © A(t) sian funzioni note del tempo. Je definizioni di cui Sopra ‘Tabella 2.1: Esempi di relazioni di definizione per componenti bipolari. Relazione di Caratteri del bipolo definizione v= Ri lineare, tempo-invariante, senza memoria i ae o(t)u? non lineare, tempo-variante, senza memoria cones a non lineare, tempo-invariante, senza memoria = sint)i i _ ; 1 a ee ee senza memoria aa , tempo-invariante, con memoria hs lineare, tempo-invariante, con memoria dt non line: : are, tempo-invariante, con memoria 33 2.2. COMPONENTI ATTIVI E PASSIVI “st 2.2 Componenti attivi e_passivi- a da un componente al generico istante 4, la Si definisce energia asso quantita ee Cust = [el ja ) Analogamente, la quantita - - [ retoae= [' -rtoar= fi paoat (29) (2.2) rappresenta l’energia erogata dal componente all’istante t. Se_per tutti i possibili_andamenti_temporalidelle_tensioni_e delle ddisfano le relazioni di definizione del compo- correnti_descri nente, risulta — a(t) 2 0_¥e) 5 (2.4) ilcomponente.sidice passiva. Se invece la (2.4) ¢ violata-anche per-un istante soltanto (istante nel quale risulta quindi 0), il componente sidefinisce attivo. Un-componente attivo é in grado di erogare energia elettrica alla rete a cui é collegato. Si possono inoltre distinguere i due seguenti comportamenti tra i componenti che soddisfano la condizione di passivita (2.4): be p(t) S0 We] quando il componente passivo assorbe sempre potenza. Un com- ponente che mostra questo tipo di comportamento.si-definisce passivo dissipativo. #|-co < pall) < +0) quando la potenza assorbita puo risultare, in certi istanti, anche negativa pur restando soddisfatta la condizione di passivita (2.4). I-componenti-per-i-quali-si-verifica-questa.condizione_sono detti passivi-conservativi. Occorre notare che, non potendo essere violata la (2.4), un componente di questo tipo non pud erogare complessivamente pit energia di quanta ne ha assorbita negli intervalli di tempo precedenti. Infatti supponendo che il componente eroghi energia nell’intervallo (to, t,], si avra che —wa(to, t1) = -[ Pa(t)dt > 0. (2.5) to we(to, t1) CAPITOLO 2. COMPONENT! CIRCUITALI 34 el seguente modo: Daltronde, la (2.5) si pue sviluppare ™ - [vata = [pana J mtote= we + Vipotesi di passivita, che deve essere wa(t) < welts) tiod che Penergia del componente “iPigtante finale delbinterval®. cccere inferiore, 0 al pid uguales, & quella posseduta all istante inizinle Questa circostanza richiede che il componente Cone a del a complessivamente ovvero che di tenere-immagazzinata empi successivi i componenti con memoria. ) = welts) 2 (2.6) da cui si evince, Pe! per poterla, nergia questa, che esso sia in grad eventualmente, crogare in U contraddistingue i cosiddetti 2.3 Componenti senza memoria 2.3.1 Bipoli privi di memoria Un bipolo senza memoria é caratterizzato da una relazione di definizione in_relazione i valori dalla tensione € dalla corrente descrittive che pone i ceeunti negli stessi istanti. La relazione di definizione di un tale bipolo risulta esprimibile nella forma generale f . ail | sv(e),ie),t] = 0} (2.7) dove f sta. ad indicare una funzione generica ¢ e dove, per maggior chiarez- 2a, si é esplicitamenteindicata.la dipendenza temporale delle variabili descrittive. Se il tempo compare esplicitamente in argomento, come nel- la (2.7), il componente é detto_tempo-variante, mentre, se la relazione di definizione si pud ricondurre al tipo iam | fo.) in cui non compare esplicitamente il tempo tra le variabili indipendenti esso 6 detto invece tempo-ii ‘ (2.8) ESolel e avemen Se la relazione (2.8) ammette in ogni istante la forma esplicita ooo] nella qual fet] ne ella quale |; i ‘iti 5 assum dipendente, etree pud assumere il ruolo di. variabile i si dice che il bipolo @ definito su base (0 controllate in tensione. Anal ‘Sosione. logame | ) su_be gamente se la (2.8) si pud scrivere in ogni istante A u(t) = rfi(t)] v4 an bane Gavny, (2.10) 2.3. COMPONENTI SENZA MEMORIA 35 pp begs ° 4 Figura 2.1: Curve caratteristiche di bipoli privi di memoria. nella quale la variabile indipendente é la corrente descrittiva, si dice che il bipolo é definito : (0 controllato in) corrente. La relazione di definizione di un bipolo privo di memoria si pud rap- Presentare graficamente su un piano formato dagli assi coordinati indi- canti i valori delle variabili descrittive. La curva, su tale piano, i cui punti rappresentano tutte e ae le coppie di sala ‘tensione e cor liconlan prende il nome di nte e tempo-variante tale el tempo.-Nella Figura 2.1 sono riportati alcuni esempi di curve caratteristiche di bipoli tempo-invarianti e senza memoria. In base a quanto detto sopra, si pud affermare che ¢ la curva a) é caratteristica di un bipolo definito sia su base corrente sia su base tensione come si pud evincere dal fatto che scambian- do le ascisse con le ordinate si ottiene ancora una curva analitica (funzione ad un sol valore); © la b) é caratteristica di un bipolo definito solo su 1 base corrente in ONENTI CIRCUIT: 36 CAPITOLO 2. COMP’ ALT F 9.2: Segno della potenza assorbita da un bipolo secondo la jigura 2. ; 0 convenzione degli utilizzatorl. quanto esistono valori della tensione cui corrispondono pit valori della corrente;. « lac) @ caratteristica di un bipolo definito solo su base tensione per le ragioni esposte al punto precedente ove si_scambino tensione e corrente; ~ © la d) @ caratteristica di un bipolo che non é definito né su base tensione né su-base_corrente. In nessuno dei due casi, infatti, la relazione di definizione é ad un sol valore. I bipoli caratterizzati dalle curve b), c) e d) sono inoltre non lineari. Il bipolo si dice. inerte se la caratteristica passa per l’origine, ossia quando tensione e corrente descrittiva sono contemporaneamente nulle. Tutte le caratteristiche riportate appartengono a bipoli inerti. Impiegando la c.d.u., la potenza assorbita dal bipolo é positiva per tutti i punti della caratteristica che giacciono nel primo e nel terzo qua- drante del_piano i-v, é negativa per i punti situati nel secondo e quarto quadrante come schematizzato nella Figura 2.2. Si fa osservare che un bipolo senza memoria é passivo se, e solo se, la sua caratteristic ¢ interamente contenuta nel primo e terzo quadrant (e.quini dovendo passare per lorigine, il bipolo passivo € anche inerte)- €, invece, la caratteristica com| le punti appartenenti anche al se- condo e/o al quarto quadrante, quando il componente opera in tali pum 2.3. COMPONENTI SENZA MEMORIA 37 esso assorbe una potenza negativa e, pertanto, l’energia da esso assorbi- ta, secondo la (2.2), pud non soddisfare sempre la (2.4), denotando un comportamento attivo. Nei paragrafi successivi si passer ad esarninare alcuni comuni bipoli elementari. 2.3.1.1 Resistore In pratica, nei sistemi elettrici, la corrente circola attraverso materia- li che, a causa del valore limitato della loro conducibilita elettrica, op- pongono al passaggio della corrente una certa resistenza e, quindi, non possono essere trattati come conduttori ideali!. Di questo fenomeno si pud complessivamente tenere conto tramite uno specifico parametro, la résistenza, il cui valore é legato al materiale conduttore (attraverso la gid menzionata conducibilita, ovvero la grandezza inversa resistivita) ed alla geometria del collegamento. Nel modello circuitale, il parametro resistenza si schematizza come concentrato in-un componente a due ter- minali (bipolo) detto|resistore che si interconnette con altri componen- ti per rappresentare i fenomeni resistivi che si manifestano nel sistema reale. Nell’accezione comune, per “resistore” si intende un componente lineare, tempo-invariante, privo di memoria ed inerte. Percid, in altro caso, si impiegano specificazioni esplicite come, ad esempio, “resistore non lineare”, “resistore tempo-variante” e cosi via. La relazione di definizione su base corrente del resistore ¢ data dal- Vespressione: l 7 v= Ri | Suto manorin (2.11) od anche, essendo la (2.11) invertibile, dall’espressione su base tensione ( i=Gv. \ (2.12) Le relazioni di definizione (2.11) e (2.12) sono scritte riferendo le variabili descrittive a versi orientati mutuamente secondo la c.d.u.. La (2.11) passa sotto il nome di Legge di Ohm. Il parametro R che compare nella (2.11) é un coefficiente reale e positivo e tappresenta la resistenza. Nel S.L., la sua unita di misura é ohm (simbolo 0). Il coefficiente G che compare nella (2.12) é anch’esso reale-e positivo ed-é detto-conduttanza. La conduttanza, per il S.L., si misura in siemens (simbolo S) e tra questa 1Discorso a parte meritano i cosiddetti “superconduttori” che, tuttavia, trovano ancora un numero assai limitato di applicazioni. a LI [ENTI CIRCUITA 38 CAPITOLO 2. COMPON! | ) R ’ {/ ‘ a) aR b) ys i » Gem G v , ot °) @ Figura 2.3: Simbolo circuitale del resistore: a) ec); b) car base corrente, d) caratteristica su base tensione. atteristica su « la resistenza sussiste la relazione, che si deriva dalle (2.11) e (2.12), IN (G =% ») (2.13) La relazione (2.13) di inversa proporzionalita tra resistenza e condut- tanza ha determinato l’introduzione, specialmente nella pratica tecnica, dell’inverso dell’ohm (simbolo Q-!0 U) od anche mho come unita di misura della conduttanza. In Figura 2.3 @ riportato il simbolo grafico del resistore e la sua caratteristica. La potenza assorbita dal resistore é data da che riulta sempre positiva(o nulla) essendo R e G paramettipositivi.1 re — —r 7 ag corbe cee ne tn componente ssipativd. Il resistore, cioe, —s ae ivamente potenza dai componenti ad esso collegati, sot- vein calor. TL eno dalla rete. Tale potenza viene interamente con” passa sotig Tre fenomeno, facilmente verificabile sperimentalmente, otto il nome di fet Joule~ P 2.3. COMPONENTI SENZA MEMORIA 39 L’elettromagnetismo permette di calcolare la resistenza da assegnare ad un tratto di conduttore filiforme reale tramite la seguente relazione: (2.15) | in cui compaiono la resistivita, p, del materiale, la lunghezza, |, ¢ la sezione normale, S, del tratto conduttore. La resistivita si misura in Qm. In tabella 2.2 si riportano i valori di resistivita per alcuni dei materiali di impiego pitt comune in elettrotecnica ed elettronica. Si pud osservare che facendo tendere Ra zero, riconducendosi cosi al_caso di conduttore ideale privo di resistenza, la (2.11) fornisce una tensione di valore nullo per qualsiasi valore della corrente. Ossia vale in questo caso la seguente relazione v=0 Vi. (2.16) Per convenienza, in corrispondenza alla relazione (2.16), si intro- duce il bipolo rappresentato graficamente in figura 2.4. Esso prende la denominazione dibipolo_di-corto-circuito. Figura 2.4; Bipolo di corto-circuito e sua caratteristica su base corrente. Si noti che tale bipolo? é definito su base corrente ma non su base tensione. Infatti la (2.16) si deriva dal limite della (2.11) per la resistenza, _ 4 bipolo di corto-circuito in una rete @ indistinguibile dai terminali di interconnessione tra componenti. circulTal! ° CAPITOLO 2- coMPONENT! a smentre 1a (2-12) per che vende & 207° tende R, che tende a 2er0} determinate. infinito e, pertanto, resta in ar moo gi alcuni materiall dt ampiego elettric Tabella 2.2: Resistivita (in Qm) (alla temperatura di 300 K) Impiego tipice Resistivit a elettrica Materiale Jsolante Todio Cadmio Semiconduttore Germanio Tellurio 9.41077 Mercurio Grafite 6.5x1077 Ferro 10-7 Tungsteno 5.4x1078 Conduttori (metalli) Alluminio 2.73x10-$ Rame 1.73x 10-8 Argento 1.63x1078 Analogamente, facendi si ottiene: o tendere nella (2.12) la conduttanza G a zero, i! (2.17) assunta pure i ° ws aa => eali di corrente e di tensione. Figura 2.6: Misuratori id! gj osservi che tale generatore é un bipolo definito solo su base cor. rente, non potendo esprimersi la caratteristica sul piano i-v mediante una funzione ad un solo valore. Dal punto di vista energetico, in corrispondenza, al segno della sua corrente descrittiva secondo la c.d.u., il generatore indipendente ideale di tensione assorbe potenza se il suo punto di funzionamento si trova nel I quadrante della caratteristica, e la eroga se il suo punto di funzionamento é nel IT quadrante. Ricordando la relazione (2.4) e le definizioni di com- ponente attivo e passivo, dall’ultima considerazione introdotta si evince che il generatore indipendente ideale di tensione é un componente attivo Infatti é ammissibile che il bipolo possa trovarsi in uno stato stazionario con corrente negativa e che, quindi, la (2.4) possa venire violata. a In ultimo si pud osservare che questo componente, qualora disattivato aaa lasua f.e.m. viene annullata) si riduce ad un bipolo di corte” ‘0 dal momento che la relazione (2.18) va a coincidere con la (2.16) Se ne trae un’ulteri un'ulteriore conf i . di , ferma cl indi ideale tensione non esercit he il generatore indipendente i a al ‘ . . lo attraversa, cuna resistenza nei confronti della corrente ch? 2.3. COMPONENTI SENZA MEMORIA et) o /\ 43 ew) i qualsiasi Figura 2.7: Simboli circuitali del generatore indipendente ideale di tensione costante e generico e loro caratteristiche. capiToL? 44 i al) y vy qualsiasi fico ed esempio i caratteristica del generatore 5: polo grafic cura 2.8: SimbolO Bronte. Fependente ideale di correl tore indipendente ideale di corrente or eral . 2.3.13 Gen orrente @ un bipolo definito dalla dente ideale di ¢! a (2.19) ta una funzione nota del tempo. La relazione (2.19) dona © PPO al valore della corrente descrittiva del bipolo, mentre ae oe yincolo alla sua tensione (la quale dipende di volta in volta dai componenti @ cui il generatore di corrente € collegato). Ih figura 2.8, sono mostrati il simbolo grafico in uso e la caratteristica su base tensione del generatore indipendente ideale di corrente. Sj osservi che i] generatore indipendente ideale di corrente é definito solo su base tensione, non essendo la caratteristica sul piano v-i espri- mibile mediante una funzione ad un sol valore. Da quanto esposto, salta all’occhio l'analogia tra le relazioni di definizione dei generatori indipen- dentiideali di tensione e dicorrente. Infatti, basta scambiare le variabil deseritve bes tener Yuna dalaltra. Nel seguito si avra ancora 0¢- analoghe Ph i a di bipoli aventi relazioni di definizione riabili desorittive e di we alle altre attraverso il solo scambio delle va detti duali Puno Pee caratteristico. Questi bipoli son? . Con tale terminologia, si pud affermare che il generatore indi i a indipendente ideale di corrente @ il duale del generato™ € ideale di tensione e viceversa4 Il generator indipen' relazione 3Nel caso del ron resist , che @ pure apparteneste; 'a relazione duale della (2.11) @ rappresentata dalla ox) icitura % ; re 1 | {ars conduttoe), I resistore @ Ae Potrebbe utilizzare in quest'ultimo aso ej bipoli di luale di sé medesimo. Corto-circui fom ‘uito e di citcuito-aperto sono duali l'un dalla 2.4. COLLEGAMENTO TRA BIPOLI Dal punto di vista energetico, il generatore indipendente ideale di cor- rente costante, come il proprio duale, pud assorbire od erogare potenza a seconda che il suo punto di funzionamento cada nel | o nel II quadrante della caratteristica. Pertanto, il generatore indipendente di corrente é pure un componente attivo. Si noti infine che, se disattivato (per annullamento della corrente generata) il generatore indipendente ideale di corrente si riduce ad un bipolo di circuito-aperto poiché la (2.19) va a coincidere con la (2.5). Va da sé che il generatore indipendente ideale di corrente ha conduttanza nulla, non permettendo sui suoi terminali la circolazione di una corrente diversa da quella da esso impressa. 2.4 Collegamento tra bipoli Per bipolo si pud intendere anche, pit in generale, un collegamento di componenti elementari che lasci disponibile una coppia di terminali®. In tale caso, si pone il problema di ricercare la relazione tra la tensione e la corrente relativa a tale coppia di terminali (relazione di definizione del bipolo). Per acquisire confidenza con queste situazioni, ¢ opportuno esaminare i vincoli che si stabiliscono quando componenti elementari vengono collegati tra di loro in tutti i modi réalizzabili nella pratica. In questa sede, ci si limita ad esaminare i collegamenti tra bipoli. 2.4.1 Collegamento in serie Due bipoli si dicono in serie se un terminale dell’uno é collegato in via esclusiva ad un terminale dell’altro senza cioé che altri componenti (ec- cetto il bipolo di circuito-aperto) si connettano al nodo formato dai primi due (il nodo in questione si dice allora di ordine 2, essendo il numero d’or- dine quello dei terminali che prendendo connessione tra loro a formarlo). Due bipoli collegati in serie sono rappresentati in figura 2.9. Il collegamento si continua connettendo ad uno dei due terminali liberi un ulteriore bipolo e cosi via, formando sempre nuovi nodi di ordine 2. Applicando la LC a tali nodi, si ricava che le correnti descrittive di tutti i bipoli collegati in serie sono vincolate ad essere tutte uguali e coincidenti con la corrente entrante nel collegamento (eventualmente a ST terminali lasciati liberi non devono necessariamente appartenere allo stesso componente. 46 CAPITOLO 2. COMPONENTI CIRCUITALI Figura 2.10: Collegamento serie di N bipoli. meno dei segni se i versi di riferimento non sono concordi). Nel caso dei due bipoli in figura 2.9, la LC fornisce la seguente uguaglianza hehe (2.20) Applicando la LT si pud altresi ricavare che la tensione complessiva é pari alla somma algebrica delle tensioni descrittive dei bipoli in serie, ossia vente (2.21) Pia in generale, l’applicazione della LC e della LT ad un collegamento di N bipoli in serie, fornisce rispettivamente (si veda la figura 2.10) i FP (2.22) oye Le (2.22) sono scritte assumendo che i versi di riferimento delle ve riabili descrittive siano quelli indicati nella figura 2.10. 2.4.2 Collegamento in Parallelo Due bipoli si dicono in parallelo se sono collegati tra loro mediante trambi i terminali come mostrato in figura 2.11. Il parallelo si continu! 24. COLLEGAMENTO TRA BIPOLI Figura 2.11: Coppia di bipoli collegata in parallelo. ° ° in\ \ 1 | - eee @® / Figura 2.12: N bipoli collegati in parallelo. 8 CAPITOLO 2. COMPONENTI CIRCUITALI bi i terminali un bipolo alla volta figura 2.12. 10 di bipoli costituiscono collegando ulteriormente con entram con le stesse modalita. Si veda in prol Si osservi che i collegamenti serie e parallelo di bipes tT un caso di dualita dato che tensioni correnti han! ‘ ; trambi i nodi, Infatti la LT, applicata ad una linea chiusa che pass! EE eaior in valo. impone che le tensioni dei bipoli in par eo posito la allelo siano ut! del collegamento (eventualmente re assoluto e coincidano con la tensione Lani i). Nel caso a meno dei segni se i versi di riferimento non sono concordi) dei due bipoli in figura 2.10 deve valere (2.23) y=n=v La LC applicata ad uno dei due nodi formati dal collegamento a sente di ricavare la corrente totale del collegamento come soma q ge brica delle correnti descrittive dei bipoli che fanno parte del parallelo, cio’ isigtin (2.24) Im termini pia generali, per un collegamento costituito da N bipoli di Kirchhoff forniscono in parallelo, come in figura 2.12, le leggi N u=Up k=1,2,- i= Die Come gia le espressioni (2.22), anche le (2.25) sono scritte assumendo che i versi di riferimento delle variabili descrittive siano quelli indicati nella figura 2.12. (2.28) 2.5 Equivalenza tra bipoli senza memoria Si dicono equivalenti due generici componenti bipolari quando, indipen- dentemente dal numero, tipo e collegamento di bipoli elementari di cui Possono essere internamente costituiti, presentano la stessa relazione di definizione tra la corrente e la tensione descrittiva. Sulla base di que- sta definizione, si ricaveranno alcune equivalenze notevoli tra bipoli che potranno essere utilizzate al fine di introdurre opportune semplificazioni che possano rendere pid agevole la soluzione di una rete ae 2.5. EQUIVALENZA TRA BIPOLI SENZA MEMORIA 49 bo aa —_— WW IW VV aA an wo Ry Figura 2.13: Collegamento serie di N resistori. 2.5.1 Resistori equivalenti serie e parallelo In questa sezione, si cerchera di mostrare come sia possibile sostituire collegamenti in serie e in parallelo di resistori con opportuni resistori equivalenti. 2.5.1.1 Resistore equivalente serie Si ricava che un collegamento serie di N resistori pud essere sostituito da un unico resistore equivalente. Si considerino N resistori collegati come rappresentato in figura 2.13. Si voglia determinare la relazione di definizione-tra la-corrente-descrit- tiva ie la tensione-descrittiva-v-del bipolo risultante dal collegamento. Come gia visto al § 2.41, le correnti e le tensioni descrittive dei bipoli in serie sono Vincdlate'dalle (2.22). Aggiungendo a tali equazioni le relazioni di definizione dei resistor = Reig k= 1,2,...,N, (2.26) e ricordando che le correnti descrittive sono vincolate ad essere tutte coincidenti con la corrente i, le (2.26) si possono anche scrivere y= Rik =1,2...,N. (2.27) sostituendo le (2.27) nella seconda delle (2.22) si ottiene v= (x ns) i (2.28) k=1 in cui la corrente del collegamento, i, é raccolta a fattor comune. Intro- ducendo il parametro N Rays = > Rey (2.29) k=l 50 CAPITOLO 2. COMPONENTI CIRCUITaL} che si definisce resistenza equivalente serie, si ottiene la relazione di definizione del collegamento nella forma v= Regsi- (2.30) Quest’ultima relazione, raffrontata alla (2.28), mostra che NV resistori collegati in serie tra di loro, equivalgono, rispetto ai terminali iniziale e finale del collegamento, ad un unico resistore avente resistenza pari a Regs, ossia pari alla somma aritmetica delle resistenze di tutti i resistori che ne fanno parte. Partitore di tensione Si considerino ancora gli N resistori in serie in figura 2.13 e si assuma nota la tensione complessiva v oltre ai valori di tutte le resistenze. La tensione descrittiva di ciascun resistore si pud calcolare determinando “in primis” la corrente descrittiva comune data fe C je tee) (2.31) W © Ras SMR La conoscenza della corrente descrittiva @ condizione necessaria e suf- ficiente per ricavare, tramite la legge di Ohm, il valore della tensio: scrittiva di-ciascun-resistore della serie. Per il generico resistore m-esim¢ della serie si pud scrivere infatti Om = Rrxi = 3 a (2.32) Pertanto, la tensione-descrittiva di ogni resistore della serie si pud ot- tenere moltipli icando la tensione tra i terminali estremi del collegamento ne, costituito da una frazione il cui numeratore @ dato dalla resistenza del resistore considerato, essendo | il denominatore dato dalla Tesistenza equivalente mostra, altresi, che la tensione com=-. plessiva della serie-si divide su u_ciascun resistore in misura direttamente_ _proporzionale alla sua resistenza. 2.5.1.2 Resistore equivalente parallelo Si considerino N resistori collegati come rappresentato in figura 2.14. Si voglia determinare la relazione di definizione tra la corrente de- scrittiva, 4, e la tensione descrittiva, v, del b bipolo risultante dal collega- mento. Ci si trova ora in presenza di un caso che é il duale di quello Figura 2.14: Collegamento di N resistori in parallelo. precedente, dal momento che i ruoli delle variabili risultano scambiati. Infatti, con procedimento analogo a quello utilizzato per il collegamento serie, aggiungendo le relazioni di definizione su base tensione dei resistori ip =Gie k=1,2,...,N, (2.33) dove Gy = 1/Rx, alle equazioni derivanti dall’applicazione della LC della LT, ove si tenga presente il vincolo che tutte le tensioni descrittive sono coincidenti ¢ pari alla tensione v del collegamento, si ottiene (ie = Guy) k=1,2,...,N. (2.34) sostituendo quindi perviene all’espressione ( i= (= ai) v. / (2.38) Pertanto, introducendo la quantita le (2.34) nella seconda equazione delle (2.25) si N Gap =), Gis (2.36) 7 k=1 detta conduttanza equivalente_parallelo, la relazione di definizione_del_ collegamento si pud scrivere (2.37) caprToLo 2. COMPONENTI RCL, ° elazioni (2.37) & (2.38) os ie x TeSiStOr} og), 1 confronto tre He me quivalenti ad un unico Tesisior® di conduttang Jegati in parallelo oor elle conduttanze dei resistori pea in Paralle, ce ar alla $0 ee Ja resistenza equivalente parallelo, Resp, facond, “49 possibile rica¥! : _ . . Io. B poe (2.13) 2 2.36) _—__— ~ 1 Loar 2 Req? = GaP yh Ge Diet Re . ( 38) ricorso ; corrente Si assuma di conoscere_la.corrente comples Partitore di ea i tutte. Je resistenze,-degli N resistori colleg; iin in iano “determinare leloro-correntidescrittive, Quest, e ifronare caleolando dapprima la tensione descritivg resistori, data da ~ i Or aae Sie va i, oltre parallelo e si VO! problema si pud Nota la tensione u,@ possibile ricavare i valori delle correnti descrittive di ogni resistore in par parallelo, vale (2.40) Si evince che la corrente di ogni singolo resistore si pud ottenere agevolmente moltiplica ente co iva per un fattore di par- -tizione costituito da una frazione, minore di uno, avente per numeratore la conduttanza del resistore considerato, essendo il denominatore la con: duttanza equivalente degli N resistori in parallelo. La (2.40) mostra anche che la cortente:complessiva si divide su_ciascun-resistore in misura_ eee Tesistenze fornisce le se HN = 2 Ia (2.40) Soe re ee ‘Buenti espressioni per le correnti descrittive . Gy =O 1 are! (2.41) e Ry = i (2.42) Rit Ry” L . © precedent €spressioni cons; 7 i Uno qualsiasi dei dye Tesisti fee oe cla i coe oo UE Tesistori i n parallelo si ottiene moltiplicand? 2.5. EQUIVALENZA TRA BIPOLI SENZA MEMORIA 53, ” Figura 2.15: Collegamento in serie di N generatori ideali di tensione. corrente_complessiva_per una frazione in cui a denominatore compare a somma delle due resistenze con la resistenza dell’altro resistore Xa numeratore. ~~ 2.5.2 Generatori equivalenti serie e parallelo In questa sezione vengono illustrate le possibilita di sostituire pit gene- ratori ideali di tensione o di corrente collegati in serie e/o in parallelo tra loro con un unico generatore ideale di tensione o di corrente equivalenti. 2.5.2.1 Generatore equivalente ad una serie di generatori di tensione Si considerino N_generatori ideali di tensione collegati in serie come in figura 2.15. . Applicando al collegamento la LT , ¢ sostituendo le appropriate relazioni di definizione, si ottiene Lasommaa secondo membro della (2.43) é da intendersi quale somma algebrica. Infatti, qualora alcune delle fem. abbiano verso opposto a quello di riferimento, assegnato alla corrispondente tensione descrittiva, le stesse vanno introdotte nella sommatoria con il segno negativo. Si osservi che la (2.43) pud essere considerata come relazione di definizione di un bipolo di cui risulta assegnata la tensione descrittiva mentre la corrente descrittiva é libera di assumere qualsiasi valore.Tale bipolo é Ny Ye vi (2.43) k=1 i Ginque Pequivalente di un generatore ideale ditensione dotato di una fem. di valore pari allasomma-algebrica delle f.e.m. proprie dei singoli Beneratori ideali di tensioné, collegati-in-serie. ~~ CAPITOLO 2. COMPONENTI CIRCUITALI 54 Figura 2.16: Coppia di generatori ideall di tensione in parallelo. 2.5.2.2 Generatore equivalente ad un parallelo di generatori di tensione nto di generatori ideali di tensione in parallelo non @ ammesso in quanto porta a circuiti privi di soluzione (impossibili oppure indeter- minati) e quindi di nessuna rilévanza tecnica. Infatti, se le f.e.m. det due generatori indipendenti ideali di tensione disegnati in figura 2.16 sono di- yerse, il vincolo imposto dalla ‘LT, per bipoli in parallelo, e le relazioni di definizione dei generatori entrano in conflitto tra loro. Qualora, invece, le fem. siano uguali in valore assoluto € segno, restano indeterminate le correnti descrittive dei singoli generatori di ten- Sione dal momento che la LC applicata ad uno dei due nodi stabilendo che Il collegat =i tin, (2.44) non é sufficiente a determinare le correnti descrittive, potendo essere soddisfatta da infinite copie di valori delle correnti. 2.5.2.3 Generatore equivalente di un parallelo di generatori di corrente Si considerino N generatori ideali di re i eali di col in figura 2.17. corrente collegati in parallelo come Applicando al colle; i soni di Petree gamento la LC e introducendo le relazioni di N : % a, = Wu. (2.45) =1 25, BQUIVALENZA TRA BIPOLI SENZA MEMORIA 55 Figura 2.17: Collegamento in parallelo di W generator ideali di corvente La somma che compare a secondo membro é da intendersi quale som- ma algebrica, se infatti alcune correnti impresse hanno verso opposto A quello di riferimento assegnato alla corrispondente corrente eee devono coiparir®-cop il seguo negativo nella sommatoria. Vale la peng notare che la (2.45) bud risultare quale relazione di definizione di un bipolo-del quale-la_corrente descrittiva é Segnata, mentre la tensione descrittiva pud assumere quaisiasi valore. Si conclude, pertanto, che il. collegamento esaminato é equivalente ad un unico generatore ideale di corrente impressa-avente-valore pari alla somma impresse dei singoli generatori di corrente in parallelo a_delle-correnti 2.5.2.4 Generatore equivalente ad una serie di generatori di corrente Il collegamento in serie di generatori di corrente ideali non é ammesso perché porta a circuiti-privi-di-soluzione_(impossibili_ oppure_indeter- inati) e quindi inaccettabili. Infatti, se le correnti impresse dei due generatori di corrente-in-figuta 2.18 sono diverse, il vincolo imposto dal- la LC al nodo comune e le relazioni di definizione dei generatori sono incompatibili. . | Qualora, invece, le correnti impresse coincidano e siano equiverse, Testano comunque indeterminate le tensioni descrittive dei singoli gene- ratori di corrente dal momento che la LT fornisce unicamente il vincolo vy +02 (2.46) che pud essere sempre soddisfatto per infinite coppie di valori delle ten- Sloni descrittive. 56 CAPITOLO 2. COMPONENTI CIRCUITALI Figura 2.18: Collegamento di due generatori indipendenti ideali di corrente in serie. Figura 2.19: Collegamento in serie di generatori indipendenti ideali di corrente e di tensione. 2.5.3 Casi misti di collegamento tra generatori In questa sezione, si trattano brevemente i casi in cui generatori di ten- sione e di corrente risultano collegati tra loro in serie e in parallelo. Tenendo conto della disamina sviluppata nei precedenti paragrafi, ci si pud ricondurre unicamente ai casi di due soli generatori ideali (di tensione e di corrente) collegati in serie ed in parallelo tra loro. 2.5.3.1 Collegamento in serie di generatori indipendenti ideali di tensione e di corrente E’ facile rendersi conto che il collegamento in serie di un generatore ideale di tensione e di uno ideale di corrente (vedi figura 2.19) equivale, rispetto ai terminali esterni, al solo generatore di corrente. Infatti, la corrente descrittiva & vincolata ad assumere il valore di quella impressa dal generatore di corrente, mentre la tensione descrittiva del collegamento, grazie al generatore di corrente, pud assumere valore qualsiasi. 'NZA MEMORIA 57 2.5.3.2 Collegamento in ideali di tensione Parallelo di generatori dipendenti e€ di corrente Con analoge ragionamento, i] collegamento in paral di tensione ©

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