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SCIENZE NATURALI

LA TETTONICA DELLE PLACCHE


La teoria delle tettonica delle placche venne elaborata dal canadese John Tuzo Wilson.. La teoria
afferma che la litosfera (lo strato superficiale del mantello) è composta da placche di terra.
Le placche sono delimitate da margini che possono essere:
- divergenti, si allontanano.
- convergenti, si avvicinano.
- trasformi, quando le placche scorrono l’una contro l’altra creando una serie di situazioni.

La teoria della tettonica delle placche prende in considerazione la litosfera a la sottostante


astenosfera. Il calore interno della Terra è responsabile dei moti convettivi della litosfera.
Il calore che sale dal nucleo al mantello, fino a l'astenosfera e provoca la risalita di masse
caldissime, il trascinamento delle placche sovrastanti e lo sprofondamento della litosfera.
Per cui le placche che sono solide si muovono su l’astenosfera che è sotto la litosfera.
Laddove sono presenti margini divergenti, questi ultimi separano i lembi della litosfera. In quei
punti il moto dell’astenosfera è ascensionale, per cui le masse caldissime provenienti dal nucleo
trovano la strada spianata e risalgono in superficie dove, raffreddandosi, formano strati di roccia.

La maggior parte dei margini divergenti corrispondono alle dorsali oceaniche, ai due margini delle
dorsali la litosfera solidificata viene trascinata dal moto convettivo dell’astenosfera lasciando così
spazio alla creazione di nuovo materiale che comporrà la nuova litosfera.
Gli effetti di questo fenomeno sono evidenziati da una serie caratteristiche quali:
- l’età: allontanandosi dal margini le rocce hanno età sempre più antiche e sono simmetriche
alla rift valley
- la magnetizzazione: le alternanze della magnetizzazione dovute all’inversione della polarità
del campo geomagnetico sono simmetriche alla dorsale
- il flusso di calore: nei margini divergenti il flusso di calore è maggiore rispetto alle altre zone
della terra a causa del continuo afflusso di masse caldissime dal mantello.

LA COMPOSIZIONE DELLA TERRA


Per comprendere la stratificazione della Terra si è ricorsi alle onde sismiche. Si è arrivati a formare
due modelli che identificano la stratificazione della Terra secondo due diverse tipologie di
caratteristiche.
- Il modello reologico: esso prende in considerazione la densità, l’elasticità e le meccaniche dei
materiali.
- il modello composizionale: divide la Terra in crosta, mantello e nucleo. Tra uno strato e l’altro ci
sono delle discontinuità

Dicevamo che i geologi sono riusciti a capire la struttura della Terra grazie alle onde sismiche che
si dividono in due tipi:
- primarie (P): queste onde sono longitudinali, sono più veloci e attraversano ogni tipo di
materiale modificando il volume.
- secondarie (S): queste onde sono da taglio, velocità di queste onde dipende dalla densità del
materiale e non si propagano per i liquidi.
La crosta si divide in due strati:
- continentale
- oceanica
tra la crosta e il mantello troviamo la discontinuità di Moho. A questo punto si ha un brusco
aumento di onde P e S.
Dopodiché troviamo il mantello suddiviso in:
- superiore
- profondo, il mantello profondo a sua volta si divide in:
- solido
- astenosfera (parzialmente liquida)

Dall’unione della crosta e della parte superiore del mantello si forma la litosfera che galleggia
sull'astenosfera.

Sotto l’astenosfera il materiale torna solido, questa parte è il mantello profondo. Sotto il mantello
troviamo la discontinuità di Gutenberg. Dopo questa discontinuità c’è il nucleo esterno, qui le onde
P rallentano e le onde S si fermano. Dopodiché c’è la discontinuità di Lehmann e infine troviamo il
nucleo interno che è estremamente denso.

DIFFERENZE TRA LE CROSTE


Le croste si dividono in: continentale e oceanica.
La crosta continentale ha rocce di ogni età e tipologia ed è più spessa di quella oceanica (35 km)
la crosta oceanica è poco spessa (7 km) ha rocce relativamente giovani che sono più dense e con
una struttura più regolare.

LA DERIVA DEI CONTINENTI


Nel 1912 Alfred Wegener elabora la teoria della deriva dei continenti, teoria che precede la teoria
della tettonica delle placche. La teoria dice che nel passato la terra si chiamava Pangea e questa
era circondata da un unico grande mare chiamato Panthalassa.
La pangea iniziò a frammentarsi nei continenti che conosciamo ora e queste enormi placche di
terra si spostano sull’astenosfera “come zattere nel mare” dirà Wegener.
Wegener intuì tutto ciò osservando una cartina ma non riusciva a darsi un perché di tutto per cui
iniziò ad elaborare alcune ipotesi:
- la prova geomorfologica: nota delle congruenze tra i margini dei continenti (ad esempio
africa e sudamerica)
- la prova geologica: ha notato la presenza di pietre di tipologia uguale anche in continenti
molto distanti l’un l’altro.
- la prova paleontologica: studia i fossili che nota la presenza di fossili di animali e pianti in
luoghi distanti.
- la prova climatica: in zone tropicali è stata trovata la presenza di erosioni gliaciali.

Wegener dirà che è stata la forza centripeta a muovere le placche ma non capisce cosa le avesse
fatte staccare. Dopo alcuni anni ci sarà la teoria della tettonica delle placche che però ancora
lascerà qualche dubbio. La prova definitiva arriverà negli anni 60’ con la scoperta delle dorsali
atlantiche.
HENRY HESS
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale si diffuse l’utilizzo del sonar, il geofisico Henry Hess
raccolse i dati ed elaborò la teoria dell’espansione dei fondali oceanici.
Hess dice:
● Sulle dorsali oceaniche, i margini delle rift valley si allontanano permettendo a del nuovo
magma di risalire per questo in quei punti si genere sempre nuova crosta basaltica
● il pavimento oceanico sui due lati della dorsale si allontana in modo simmetrico in un
lentissimo moto orizzontale
● nelle fosse oceaniche la crosta oceanica sprofonda nel mantello

Il ciclo con cui la litosfera si genera e si distrugge, alimentato dai moti dell’astenosfera sottostante.
Il calore viene trasmesso all’esterno tramite i moti convettivi.
Le rocce hanno lo stesso stato di magnetizzazione, cioè mostrano che si sono raffreddate quando il
campo magnetico aveva la stessa polarità. Hanno un andamento orizzontale uguale a quello che
generalmente la roccia presenta verticalmente.

Lungo le dorsali oceaniche ci sono delle fratture trasversali che la interrompono. Queste fratture
sono le faglie trasformi, queste sono zone ad alta attività vulcanica. Il magma risale, si solidifica e
crea nuove porzioni di terra.

Le fosse abissali si trovano a ridosso di alcuni continenti, sono depressioni del fondale abissale.
Qui la crosta si consuma, il processo si chiama subduzione. Il processo che invece crea le dorsali
oceaniche si chiama espansione.

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